Tabella 1. I corsi di laurea considerati per la comparazione (dati 2015) Corso di laurea

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Ottavio Scala
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1 Quadro C Il corso, di recente istituzione, ha prodotto i primi laureati nella seconda metà del. Le uniche valutazioni sull'inserimento nel mercato del lavoro offerte ad oggi dall'indagine Almalaurea riguardano la condizione occupazionale dei laureati nel 15. Nell ottica di un confronto con corsi di laurea di I livello analoghi di altri atenei (sebbene i piani di studio e i contenuti degli insegnamenti varino), sono stati considerati i corsi di scienze politiche degli Atenei di Genova, Bologna, Firenze e Roma La Sapienza (tab. 1) (per Milano non sono disponibili dati sulle lauree nuovo ordinamento). Tabella 1. I corsi di laurea considerati per la comparazione (dati 15) Ateneo Corso di laurea Università di Torino Scienze politiche e sociali Università di Genova Scienze politiche e dell amministrazione Università di Bologna Scienze politiche, sociali e internazionali Università di Firenze Scienze politiche Università di Roma La Sapienza Scienze politiche e relazioni internazionali Alla luce dei dati analizzati, complessivamente l inserimento dei laureati in Scienze politiche e sociali di Torino nel mondo del lavoro presenta criticità più marcate rispetto alla situazione dei laureati di Firenze, mentre risulta relativamente in linea con quella dei laureati di Genova, Bologna e Roma, sebbene con alcune differenze. Non è però possibile stabilire quanto i dati qui presentati dipendano effettivamente da caratteristiche del corso di studi e quanto da caratteristiche della popolazione studentesca piemontese (preponderante rispetto alla quota di studenti provenienti da altre regioni) e/o da variabili di contesto e/o da dinamiche di autoselezione. In primo luogo, solo il 37% dei laureati risulta iscritto ad una magistrale, a differenza del 55,% di Genova e del,% di Firenze (fig. 1). La maggior parte dei laureati in Scienze politiche e sociali sceglie dunque di (o è indotta a) entrare nel mercato del lavoro, anche se poi il 5,% finisce per rimanere disoccupato e abbandonare (almeno temporaneamente) la ricerca di un lavoro (i cosiddetti NEETs).

2 Figura 1. Laureati in Scienze politiche e sociali (Torino) e lauree affini (altri atenei) iscritti ad un corso di laurea magistrale ad un anno dal conseguimento del titolo di I livello (%) Fonte: Indagine Almalaurea 15 Dei tanti laureati che decidono di (o si trovano costretti a) non proseguire gli studi ed entrare o tornare nel mercato del lavoro, quelli torinesi e genovesi (notoriamente due città industriali che hanno vissuto negli ultimi decenni la crisi della deindustrializzazione) hanno maggiori difficoltà dei loro colleghi bolognesi, fiorentini e romani a trovare un occupazione (fig. ). Figura. Laureati in Scienze politiche e sociali (Torino) e lauree affini (altri atenei) che sono disoccupati, cercano lavoro e non sono iscritti ad una laurea magistrale (%) 1 1

3 Fonte: Indagine Almalaurea 15 I laureati nell ateneo torinese sono quelli che più di tutti risultano occupati nel settore pubblico (fig. 3), un dato che può essere interpretato in modo diverso, sebbene la prima interpretazione appaia più plausibile: 1) il corso di studi attrae maggiormente lavoratori del pubblico impiego interessati a prendere una (prima o seconda) laurea, oppure ) i laureati del corso trovano maggiormente impiego nel settore pubblico rispetto ai colleghi degli altri atenei considerati. Figura 3. Laureati in Scienze politiche e sociali (Torino) e lauree affini (altri atenei) che risultano impiegati nel settore pubblico (%) 1 1 Fonte: Indagine Almalaurea 15 Sebbene il termine competenze sia probabilmente inteso dai laureati in un accezione fortemente restrittiva (possesso di nozioni e abilità tecniche più che relazionali, analitiche e decisionali) è comunque importante riflettere sulla percezione dei laureati circa l utilità delle competenze acquisite nel percorso accademico ai fini lavorativi. Ben due laureati occupati su tre presso l analogo corso di scienze politiche e sociali (e internazionali) bolognese dichiarano di aver acquisito all università competenze inutili per il contesto lavorativo in cui operano, mentre a Torino e Roma la quota scende ad un laureato su due e a Genova e Firenze ad un laureato su tre (fig. ).

4 Figura. Percentuale di laureati occupati che dichiara di non utilizzare nel proprio lavoro le competenze acquisite Nella prospettiva di un confronto longitudinale con il vecchio corso di laurea di Scienze politiche (dunque con una componente di discipline sociologiche meno accentuata), alcuni dati sollevano dubbi sulla possibilità di interpretarli correttamente al fine di migliorare la qualità ed efficacia del corso di laurea. La quota di laureati che risulta iscritta ad una laurea magistrale presenta marcate oscillazioni da un anno all altro, facendo pensare a rilevazioni effettuate in periodi diversi dell anno accademico che non consentono comparazioni longitudinali (ma probabilmente nemmeno territoriali). Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione di laureati non iscritti a lauree magistrali, il trend dei valori a Torino mostra un tasso di disoccupazione calante negli ultimi tre anni, seguito però da un picco nell ultimo anno (fig. 5).

5 Figura 5. Laureati in Scienze politiche e sociali che sono disoccupati, cercano lavoro e non sono iscritti ad una laurea magistrale (1-15) La rilevazione delle percezioni dei laureati occupati non è invece disponibile per gli anni precedenti al 15 e non consente un analisi longitudinale.

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