5. RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO ED IDRAULICO IDRICO (SICCITÀ)

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1 5. RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO ED IDRAULICO IDRICO (SICCITÀ) Esistono diversi tipi di crisi idrica/siccità: - meteorologica, definita sulla base di un deficit di pioggia, in rapporto ad una quantità normale o media calcolata su un periodo sufficientemente lungo (almeno 30 anni), e della durata del periodo secco; - agricola, quando la riserva idrica nella parte del suolo interessata dalle radici è insufficiente a sostenere lo sviluppo delle colture e dei pascoli tra un evento piovoso e l altro; - idrologica, causata da un insufficiente ricarica delle falde, dei corsi d acqua e dei bacini superficiali e si presenta con tempi più lunghi rispetto alle altre due; - socio-economica, associata al rapporto domanda-offerta di beni associati con l acqua. Fig. 5.1 Fiume Tevere durante il periodo di emergenza idrica dell estate 2012 Fonte: Provincia di Perugia Negli ultimi decenni, abbiamo assistito in modo evidente a cambiamenti di tipo climatico a livello planetario che sembra stiano determinando un generale inasprimento delle caratteristiche delle forzanti meteoriche estreme dal punto di vista quantitativo (ad esempio perturbazioni caratterizzate da intensità di pioggia, per brevi durate, sempre meno ordinarie), accompagnato dal perpetrarsi di lunghi periodi di carenza di afflussi idrici (assenza di precipitazioni) e trend di temperatura crescenti, che mettono in crisi le disponibilità di risorsa idrica destinata ai vari usi (irriguo, industriale, ambientale e, soprattutto, idropotabile). Questo comportamento si riflette anche a scala regionale; l Umbria, infatti, negli ultimi quindici anni, è stata interessata da una alternanza di tre periodi siccitosi, che hanno portato alla dichiarazione dello stato di calamità naturale, e sei eventi alluvionali, con effetti significativi anche in termini di danni economici. Analogamente ad altri rischi, il rischio meteo-idrogeologico ed idraulico, ed in particolare il rischio idrico, è determinato dalla combinazione di pericolosità e danno, quest ultimo ottenuto dal prodotto tra esposizione e vulnerabilità: il rischio idrico può essere quindi definito come il valore atteso di perdite dovute al verificarsi di una carenza o crisi idrica in una particolare area geografica in una determinata finestra temporale. 5-1

2 Per previsione si intende, in questo caso, la comprensione dei fenomeni che portano a una condizione di carenza della risorsa idrica e, quindi, in grado di determinare condizioni di rischio per le comunità, l economia e gli ecosistemi da cui queste dipendono. Analogamente ad altri rischi, per attività di prevenzione (sia di tipo strutturale che non strutturale), invece, si intendono tutte quelle misure ed azioni finalizzate ad evitare o ridurre al minimo gli impatti negativi a seguito di tali eventi. 5.1 Riferimenti normativi, piani e programmi La pianificazione delle risorse idriche destinate ad uso idropotabile, nonché dei sistemi acquedottistici, è contenuta nel recente Piano Regolatore Regionale degli Acquedotti (PRRA) (approvato con D.C.R. n. 120 del 13/02/2007) che, concludendo un percorso iniziato negli anni 90 con studi conoscitivi propedeutici e sviluppo di modelli relativi alle sorgenti appenniniche, alle acque sotterranee e all utilizzo idropotabile della risorsa, inclusa quella fornita degli invasi artificiali presenti nel territorio. Nel P.R.R.A. si forniscono informazioni, all orizzonte temporale 2040, sui sistemi acquedottistici, in particolare la popolazione servita, il fabbisogno idropotabile e le fonti idriche da utilizzare. È ovvio che il fabbisogno giornaliero varia nel corso delle stagioni, sia per le esigenze personali, che per la presenza di turisti. Il Piano secondo criteri di razionalità, sostenibilità ambientale (uso delle singole risorse idriche in base agli andamenti stagionali), qualità e utilizzo consapevole, individua le fonti di approvvigionamento idrico dei sistemi acquedottistici umbri tra: - Strutture carbonatiche, principalmente localizzate nelle dorsali dell Umbria nord orientale, nella Valnerina, nei Monti Martani e nella Catena Amerina. Da tali sistemi si preleva il 56,9% delle risorse idriche richieste; - Gli invasi, da cui si preleva il 25,4% delle risorse, costituiti dall invaso di Montedoglio nell Alta Valle del Tevere in territorio toscano e dell invaso di Casanuova sul Chiascio in località Valfabbrica; - Gli acquiferi alluvionali, che rappresentano il 14% delle risorse totali, e sono quelli della Valle Umbria e della Conca Ternana; - Le strutture vulcaniche, localizzate principalmente nel territorio orvietano, contenute nella coltre di depositi piroclastici e colate laviche poggianti su argille plioceniche, caratterizzate da elevata permeabilità e notevole capacità di immagazzinamento. Da tali sistemi si prelevano circa i 3,7% delle risorse idriche richieste. Il Piano destina 107 milioni di metri cubi di acqua, di cui 15 milioni vengono prelevati dagli acquiferi alluvionali, 60 milioni da quelli carbonatici, 3.94 milioni dai vulcanici e milioni dagli invasi. Il Piano, oltre ad avere individuato le fonti di approvvigionamento idrico, ha previsto la costruzione di otto grandi sistemi acquedottistici interconnessi tra loro e in grado di garantire, oltre alla disponibilità della risorsa idrica, una maggiore qualità dell acqua distribuita, nonché una maggiore resilienza in caso di carenza idrica, di seguito specificati (indicando l Ambito Territoriale Ottimale - A.T.O. di cui ricadono): Sistema Alto Tevere (SAT, A.T.O.1): alimentato dall'invaso di Montedoglio, costituito da un acquedotto che alimenta 7 comuni del comprensorio dell Alta Valtiberina umbra di cui i principali sono Umbertide e Citta' di Castello; Sistema Alto Chiascio (SAC, A.T.O.1): approvvigionato dalle sorgenti appenniniche poste tra i comuni di Gualdo Tadino e Gubbio e rifornendo i 7 comuni posti lungo la parte settentrionale dell appennino umbro; Sistema Perugino-Trasimeno (SPT, A.T.O.1): comprendente alcuni acquedotti consortili esistenti o in costruzione e un nuovo acquedotto, denominato Acquedotto Perugino- 5-2

3 Trasimeno. Alimentato, nel periodo invernale, prevalentemente dalle formazioni carbonatiche appenniniche, mentre nei periodi estivi in prevalenza dalle acque provenienti dall'invaso del F. Chiascio, opportunamente trattate e sollevate; Sistema Folignate (SF, A.T.O.3): si articola sugli acquedotti esistenti che alimentano Foligno e l'acquedotto Rasiglia Montefalco. Il Sistema è integrato da un pozzo profondo presso Bevagna e da nuove condotte in fase di realizzazione in sostituzione di quelle esistenti; Sistema Medio Tevere (SMT, A.T.O.1): che si rifornisce dalle formazioni calcaree dei monti di Amelia, poste nella zona di Civitella del Lago (comune di Baschi), serve i Comuni Todi, Marsciano, Deruta, Collazzone, Monte Castello di Vibio e Fratta Todina; Sistema Spoletino (SS, A.T.O.3): costituito dal pre-esistente Acquedotto dell'argentina e da un nuovo acquedotto integrativo che preleva acqua dall Alto Nera in località Santa Anatolia di Narco; Sistema Ternano-Amerino (STA, A.T.O.2): costituito da alcuni degli acquedotti che alimentano attualmente Terni provenienti dal reatino (Peschiera, Pacce e Lupa), dall'esistente Acquedotto dell'amerino e da un nuovo acquedotto che capta le sorgenti del Nera presso Scheggino; Sistema Occidentale (SO, A.T.O.2): alimentato dalle formazioni vulcaniche poste ad ovest di Orvieto, captate mediante trivellazioni profonde. L'acquedotto integrerà il rifornimento idrico di Orvieto ed alimenterà i 12 Comuni esistenti lungo l'autostrada A1 e lungo la ferrovia Roma-Firenze. Il Piano è stato accompagnato da adeguate risorse economiche che hanno permesso, in tempi rapidi, la realizzazione di sette degli otto sistemi acquedottistici previsti. 5-3

4 Fig. 5.2 PRRA dell Umbria Individuazione degli A.T.O. e dei degli 8 Sistemi Acquedottisitici Fonte: Piano Regolatore Regionale degli Acquedotti dell Umbria Per quanto attiene ai riferimenti programmatici di livello regionale, il Programma di Governo Umbria 2015 Una nuova Riforma dell Umbria contiene alcuni riferimenti di carattere generale alle problematiche dell approvvigionamento idrico e all ottimizzazione di tale risorsa. Relativamente al primo aspetto, il documento di inizio legislatura riporta il proposito di attivare, in linea con le scelte di politica comunitaria, interventi per le infrastrutture con ricadute occupazionali (realizzazione della banda larga nelle aree rurali e opere per la difesa del suolo ed approvvigionamento idrico). Le proposizioni contenute nel Programma Umbria 2015 vengono ribadite nel Documento Annuale di Programmazione (DAP) della Regione Umbria , mentre il successivo DAP riporta numerosi riferimenti alla materia. In esso si afferma che Sempre in tema di risorse idriche, va fin d ora messo in evidenza che le tendenze in atto sembrano configurare con tutta probabilità, il 2012 come un anno particolarmente siccitoso. È dunque indispensabile prevedere la possibilità di interventi ed azioni di carattere straordinario, da valutare di volta in volta in relazione alle specifiche esigenze, per rispondere alle problematiche di approvvigionamento idrico che potranno presentarsi sia per gli usi civili che per gli usi produttivi, a partire dalle possibili criticità per il settore agricolo. Ulteriori aspetti affrontati nel DAP sono quelli relativi alla soppressione degli Ambiti 5-4

5 Territoriali Integrati (ATI), secondo le linee di principio già contenute nella legge di riforma del sistema amministrativo regionale e delle autonomie locali, con la costituzione di un unico soggetto regolatore per il sistema idrico integrato e per il sistema dei rifiuti. Nel DAP viene, invece, evidenziata l idea progettuale alla base del progetto U.m.b.r.i.a. s (Urban Model based on renewables and ICT for the area sustainability), con il proposito di sviluppare soluzioni innovative con impatti nella gestione integrata di reti di distribuzione elettrica, termoenergetica, idrica e di network informativi per la fruizione dei beni culturali e lo sviluppo turistico del territorio, in casi di finanziamento del progetto stesso da parte del Ministero dell Istruzione, Università e Ricerca (MIUR). Molteplici sono inoltre i riferimenti in materia contenuti nel Disegno Strategico Territoriale (DST) della Regione Umbria 1, che affronta il tema da varie angolazioni. Nel capitolo dedicato alle Componenti naturalistiche ed ecologiche (sez. Acqua) si afferma l opportunità di procedere alla ricerca di nuove fonti di prelievo, nonché al completamento degli schemi acquedottistici e delle relative interconnessioni, in conformità agli indirizzi dettati dal Piano regolatore regionale degli acquedotti; ciò, al fine di garantire l efficienza adduttiva del sistema nella sua complessità da fonti diversificate in modo da far fronte ad eventuali carenze e quindi garantire sia in termini quantitativi che qualitativi approvvigionamenti su tutto il territorio regionale. Il DST evidenzia altresì come: la crisi idrica che ha interessato il territorio regionale negli ultimi anni e che ciclicamente tende a ripetersi, abbia creato un grave pregiudizio all uso ricreativo, irriguo e qualitativo della risorsa, e come gli eventi pluviometrici di forte entità costituiscano un concreto rischio per la sicurezza delle popolazioni, oltre a provocare danni ingenti alle colture; la crisi idrica, in particolare, rischia di compromettere anche la naturale integrità ecologica dei corsi d acqua, provocando forti ripercussioni sulle biocenosi e sugli ecosistemi acquatici presenti (tale situazione impone la necessità di accelerare i tempi per l attuazione delle scelte politiche volte sia ad una più corretta gestione dei prelievi, attraverso la modifica degli attuali sistemi irrigui e/o la riconversione delle colture, sia soprattutto al rapido completamento degli interventi per il collegamento del sistema regionale ai grandi invasi); il superamento delle emergenze ed il soddisfacimento del fabbisogno idrico richiedano l ottimale gestione dei principali invasi (Montedoglio e Chiascio) attraverso il completamento delle adduzioni irrigue a servizio del comprensorio del lago Trasimeno e quello dell Alta Valle del Tevere (riguardo al monitoraggio delle risorse idriche, si sta procedendo ad una ristrutturazione della rete regionale affinché il controllo dello stato ambientale dei corpi idrici venga sviluppato sia come strumento per la pianificazione delle risorse sia per verificare l efficacia delle misure adottate per il raggiungimento degli obiettivi ambientali dettati dalla normativa vigente e garantire, sul lungo periodo, una gestione sostenibile delle risorse ed una tutela complessiva degli ecosistemi associati con tutte le tipologie di corpi idrici). Ulteriori, rilevanti elementi di riferimento al tema compaiono nel Programma di Sviluppo Rurale (PSR) per l Umbria , segnatamente nella Misura Miglioramento e sviluppo delle infrastrutture connesse allo sviluppo ed adeguamento dell agricoltura e della silvicoltura, meglio descritta nel paragrafo Approvvigionamento idrico e analisi delle problematiche relative all agricoltura del presente Piano. 1 Approvato con D.G.R. 22 dicembre 2008, n Approvato con DGR 18 febbraio 2008, n

6 L ultima crisi idrica del 2012 ha permesso di testare con esito positivo sia i criteri di gestione della risorsa, così come individuati nel PRRA, che gli interventi strutturali realizzati, in quanto i sistemi hanno garantito l utenza senza eccessive problematiche. Tuttavia, dal 2008 la Regione Umbria attraverso il progetto SECLI ( Siccità E Cambiamenti climatici ), realizzato in due tranche e finanziato con fondi strutturali POR-FESR (D.D. n del 28/11/2008 e D.G.R. n. 311 del 04/04/2011) ha voluto verificare la disponibilità della risorsa idrica pianificata dal PRRA all orizzonte temporale del Il progetto è stato coordinato dal CNR-IRPI (Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica) di Perugia e realizzato in collaborazione con il CNR-IRSA (Istituto di Ricerca sulle Acque) di Roma, l ARPA (Agenzia Regionale per l Ambiente) Umbria e due Dipartimenti dell Università degli Studi di Perugia DICA (Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale) e DIST (Dipartimento Scienze della Terra) con anche il supporto di altri istituti di ricerca europei. Il progetto è indirizzato a valutare gli effetti combinati, nel territorio umbro, dei processi naturali ed antropici legati ai cambiamenti climatici sulla risorsa acqua, superficiale e sotterranea; in particolare, lo studio è finalizzato ad individuare le possibili ricadute di tali effetti, principalmente sulle risorse idriche strategiche per uso idropotabile, e a valutare in quali termini queste possano condizionare l utilizzo del sistema delle captazioni e delle adduzioni attualmente realizzate. L analisi condotta si qualifica come supporto ad eventuali soluzioni utili all adeguamento del sistema ai possibili scenari di impatto climatico, in modo da garantire un uso razionale della risorsa acqua. Dato che in Umbria tale risorsa, nonostante venga costantemente monitorata e gestita secondo procedure regolamentate, presenta comunque una vulnerabilità elevata nei casi di variazione dei bilanci idrologici, il progetto è indirizzato affinché la gestione della risorsa tenga conto degli scenari plausibili dovuti ai cambiamenti climatici. Il progetto intende quindi proporre una metodologia volta all individuazione delle criticità del territorio umbro legate agli effetti dei cambiamenti climatici sulla risorsa idrica negli ultimi 50 anni (aumenti temperatura, modificazione regimi pluviometrici, etc.) e quelli prevedibilmente futuri, mirata alla definizione di strategie utili al miglioramento delle attività di monitoraggio, di prevenzione, di mitigazione in una prospettiva di utilizzo ottimale della risorsa. La metodologia si sviluppa in quattro fasi integrate fra loro e che indirizzano principalmente a: a) la conoscenza climatica del territorio regionale; b) la variabilità delle condizioni idro-meterologiche occorse e prevedibili; c) gli scenari idrologici plausibili in termini di precipitazione e deflussi; d) gli effetti di tali scenari sul bilancio idrologico e quindi sull utilizzo della risorsa idrica superficiale e sotterranea, in termini qualitativi e quantitativi. Tale studio ha considerato il possibile cambiamento climatico a scala regionale partendo dagli scenari climatici prospettati dalle commissioni IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) che hanno indicato l area mediterranea come significativamente soggetta a riduzioni future delle precipitazioni e ad aumenti delle temperature. In particolare, il punto di partenza del progetto è stato l analisi delle serie storiche dei dati meteo-climatici ed idrologici nel periodo (pluviometria, temperatura, portate fluviali, sorgenti, pozzi, ecc..) per il bacino idrografico del F. Tevere umbro, che ha evidenziato un trend negativo significativo per quanto riguarda la precipitazione (-8.4% sul dato annuo e -16.2% su quello invernale) e un trend positivo significativo per quanto riguarda la temperatura (massimo incremento annuale della temperatura massima giornaliera in estate pari a 0.02 C e minimo registrato in autunno pari a C). L analisi di tali dati è, inoltre, scaturita nella realizzazione di un database su tecnologia open-source e web-based dei dati. Sono state, quindi, sviluppate procedure e modelli matematici di simulazione meteo-climatica ed idrologica finalizzata alla valutazione degli scenari climatici futuri a scala regionale per un orizzonte temporale di 60 anni (anche ricorrendo al downscaling di alcuni Modelli di Circolazione Globale - GCM). 5-6

7 Successivamente, sono stati analizzati gli impatti degli scenari climatici futuri su corsi d acqua, invasi, sorgenti ed acquiferi alluvionali individuati nel PRRA, portando all individuazione di possibili scenari di gestione della risorsa da effettuare anche grazie al supporto di Sistemi dinamici di Supporto alle Decisioni (DSS) appositamente implementati e calibrati. L analisi ha, quindi, riguardato in dettaglio alcune delle principali fonti di approvvigionamento individuate nella pianificazione vigente: gli acquiferi delle formazioni alluvionali di Petrignano d Assisi e Cannara, gli acquiferi dei massicci carbonatici di Bagnara, San Giovenale, Scirca, e Lupa, gli invasi superficiali delle dighe di Montedoglio sul F. Tevere e di Valfabbrica sul F. Chiascio. 5.2 Previsione Le attività di previsione, in base alla Legge n. 100/2012 3, sono volte allo studio del territorio e del rischio che insiste su questo, all analisi delle componenti del rischio in base anche agli eventi storici rilevanti, al preannuncio e sorveglianza degli eventi tramite le reti di monitoraggio. Di seguito sono rappresentate: a) gli studi e i piani che hanno consentito la caratterizzazione e la valutazione del rischio idrico nel territorio umbro, anche attraverso l individuazione dei possibili scenari di evento; b) le azioni di preannuncio e monitoraggio; c) la valutazione qualitativa della possibile incidenza del rischio idrico sugli altri rischi analizzati Dalla pericolosità al rischio Riprendendo i termini di pericolosità e rischio nel caso di eventi di carenza della risorsa idrica, possiamo quindi affermare come la pericolosità sia la probabilità che in una determinata zona si verifichi un evento siccitoso. Come accennato precedentemente, per l analisi del rischio, invece, è necessario individuare quali sono gli elementi esposti alla pericolosità e la loro relativa vulnerabilità, definita come la propensione di un certo elemento a subire un danno, di un determinato livello Analisi storica Negli ultimi decenni, si è venuta a delineare in Italia una situazione meteo-climatica caratterizzata da una generalizzata diminuzione delle precipitazioni. In particolare, negli ultimi anni sono stati registrati prolungati periodi di scarse precipitazioni che hanno determinato situazioni di emergenza idrica in gran parte del territorio nazionale aggravando situazioni già precedentemente in stato di crisi. Le emergenze idriche più gravi degli ultimi anni si sono verificate nell estate del 2002 (soprattutto al centro sud) e nelle estati del 2003 e del 2006 (in particolare nelle regioni settentrionali). La carenza idrica ha determinato forti limitazioni non solo nel settore civile ma anche in quello agricolo e industriale. Il Dipartimento della Protezione Civile è intervenuto, d intesa con i Ministeri competenti e con le Regioni interessate, con la dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri e attraverso ordinanze che hanno conferito ai Presidenti delle Regioni, nominati Commissari Straordinari, i poteri e gli strumenti necessari per fronteggiare l emergenza nel settore dell approvvigionamento idrico e del servizio idrico integrato. 3 La previsione consiste nelle attività, svolte anche con il concorso di soggetti scientifici e tecnici competenti in materia, dirette all identificazione degli scenari di rischio probabili e, ove possibile, al preannuncio, al monitoraggio, alla sorveglianza e alla vigilanza in tempo reale degli eventi e dei conseguenti livelli di rischio attesi, Legge 12 luglio 2012, n. 100, art. 1, comma 1, lettera b-bis), comma

8 Negli ultimi quindici anni, la regione Umbria è stata interessata da una alternanza di tre periodi siccitosi ( , 2007 e 2012), che hanno portato alla dichiarazione dello stato di calamità naturale, e sei eventi alluvionali (2005, 2008, due nel 2010, 2012 e 2013), con effetti significativi anche in termini di danni economici. In particolare, dal 2001 al 2002 si è avuta una drastica riduzione degli afflussi meteorici che hanno portato alla dichiarazione di stato di calamità naturale da parte del governo 4. Tale situazione ha avuto forti ripercussioni sia sulle acque superficiali che su quelle sotterranee ed ha comportato gravi problemi all approvvigionamento idropotabile in molti comuni umbri, dove si è reso necessario ricorrere al rifornimento dei serbatoi tramite autobotti. Dal 2006 al 2007 si è ripresentata una nuova situazione di grave deficit pluviometrico che ha nuovamente portato alla dichiarazione di stato di calamità naturale (OPCM 15 giugno 2007, n. 3598). Tale stato di calamità, che ha colpito in maniera particolare il bacino imbrifero del Lago Trasimeno e la parte umbra del bacino idrografico del Fiume Tevere, ha avuto riflessi su tutte le sorgenti appenniniche. Inoltre, si sono determinati forti abbassamenti delle falde alluvionali che hanno comportato una diminuzione del 50% dei volumi idrici destinati al fabbisogno idropotabile prelevati dagli acquiferi normalmente utilizzati per l approvvigionamento idrico. Fig. 5.3 Andamento delle precipitazioni in Umbria nel periodo gennaio 2006 giugno 2007 Fonte: Aggiornamento sulla situazione idrologica in Italia e sintesi delle attività di gestione della crisi idrica nei bacini delle regioni centro-settentrionali - Centro Funzionale Centrale - Servizio Rischio idrogeologico, idraulico, idrico, marittimo e costiero (luglio 2007) Nel gennaio 2011 l Umbria è stata nuovamente interessata da una situazione di crisi idrica dovuta ad una notevole scarsità di precipitazioni che, nei mesi di agosto e novembre, ha fatto registrare picchi superiori anche al 90% di precipitazioni in meno rispetto alla media storica. Nel mese di maggio OPCM 18 luglio 2002, n. 3230, Disposizioni urgenti per fronteggiare l'emergenza nel settore dell'approvvigionamento idrico nella regione Umbria, e OPCM 23 aprile 2004, n. 3352, Ulteriori disposizioni urgenti per fronteggiare l emergenza nel settore dell approvvigionamento idrico nella Regione dell Umbria. 5-8

9 sono state registrate precipitazioni nella media, mentre a luglio 5 dello stesso anno è stato chiesto lo stato di calamità naturale per il protarsi di una grave condizione di deficit idrico. Fig. 5.4 Andamento delle precipitazioni in Umbria nel periodo gennaio 2011 maggio 2012 Fonte: Rapporto sulla situazione di carenza idrica in Umbria- Regione Umbria, Servizio risorse idriche e rischio idraulico (maggio 2012) Fig. 5.5 Analisi dei deficit pluviometrici estate Fonte: Rapporto sulla situazione di carenza idrica in Umbria- Regione Umbria, Servizio risorse idriche e rischio idraulico (maggio 2012) 5 Con ladeliberazione del Consiglio dei Ministri 6 luglio 2012, veniva dichiaratoper sessanta giorni lo stato di emergenza in relazione alla grave crisi idrica nel territorio della Regione Umbria. 5-9

10 Confrontando i dati delle precipitazioni con quelli del e del si può notare come la situazione attuale sia più grave rispetto ai periodi precedenti, riscontrando un deficit di pioggia del 36,5% (458,7 mm di pioggia in meno su tutto il territorio regionale). Relativamente alla situazione del Lago Trasimeno al maggio 2012, il livello risultava essere pari a -98 cm, un valore minore di 52 cm rispetto alla stessa data del Fig. 5.6 Livelli storici del Lago Trasimeno ( ) Fonte: Rapporto sulla situazione di carenza idrica in Umbria- Regione Umbria, Servizio risorse idriche e rischio idraulico (maggio 2012) Pericolosità Come precedentemente esposto e analogamente ad altri rischi, il rischio è determinato dalla combinazione di pericolosità, vulnerabilità ed esposizione. La prima è connessa alla probabilità di verificarsi di un evento siccitoso, ed è quindi influenzata da eventuali cambiamenti climatici in atto e dalla disponibilità di risorsa idrica. La seconda è definita come la propensione di un sistema a subire danno, di un determinato livello, a causa di una crisi idrica. Infine, l esposizione è l insieme di tutti gli elementi esposti al rischio, e ad oggi risulta essere la più difficile da stimare. Dall analisi dei dati storici di pioggia e temperatura sono emersi i seguenti trend: a) Una ciclicità nelle precipitazioni invernali, primaverili, estive e autunnali con periodo pari a 15 anni e anomalia pari al 15% della media di lungo periodo; b) Trend di precipitazione invernale pari a -8 % in 50 anni; c) Trend di precipitazione autunnale pari a -3% in 50 anni; d) Trend di precipitazione primaverile pari a -3% in 50 anni; e) Trend di precipitazione estiva pari a -10% in 50 anni; f) Trend della temperatura pari a 0.75 C in cinquanta anni e assenza di ciclicità. Nell ambito internazionale, il principale parametro che viene utilizzato per misurare la pericolosità relativa alla siccità e lo Standardized Precipitation Index (SPI) (McKee et al., 1993) definito come la deviazione, rispetto al valor medio climatologico, della precipitazione accumulata su un dato intervallo temporale, divisa per la varianza. Tale parametro è stato calcolato per l Umbria a partire dai dati storici della rete di monitoraggio presente all interno del progetto SECLI. 5-10

11 Fig. 5.7 SPI delle precipitazioni annuali - Le tre diverse serie sono state calcolate considerato tre diversi periodi per il calcolo delle medie e delle deviazioni standard di ogni stazione : (serie azzurra); (serie rossa); (serie verde). Fonte: Rapporto di attivita del progetto SECLI (luglio 2010). Fig. 5.8 SPI alla scala annuale. In rosso è indicata la media mobile centrata a 5 anni. Fonte: Rapporto di attivita del progetto SECLI (luglio 2010). Un analisi quantitativa del rischio idrico non è ad oggi disponibile. E possibile effettuare un analisi qualitativa dei fattori che contribuiscono al determinarsi delle crisi idriche tra cui possono essere annoverati i deficit di apporto pluviometrico, andamento delle temperature che giocano un ruolo chiave nel processo dell evapotraspirazione, un uso non sostenibile della risorsa, l inadeguatezza della rete acquedottistica che, in Italia, presenta perdite dell acqua addotta pari al 27%, con punte anche del 40%. 5-11

12 5.2.2 Scenario del rischio Con il termine scenario di pericolosità idrica si intende una determinata configurazione dei parametri di frequenza ed intensità della crisi idrica. Con il termine scenario di rischio idrico si include al precedente l impatto sul territorio. Tale scenario può essere statico o dinamico. Quest ultimo è reso possibile, rimandando al capitolo sul rischio alluvione per ulteriori dettagli, se si hanno dati e risultati di modelli previsionali aggiornati in tempo reale da un Centro Funzionale. Fig. 5.9 Corpi idrici superficiali significativi e reti di monitoraggio Fonte: ARPA Umbria Piano degli interventi OPCM 15 giugno 2007, Regione Umbria Direzione Ambiente, Territorio e Infrastrutture, Servizio Difesa del suolo, Cave, Miniere ed Acque minerali Preannuncio e Monitoraggio Per le attività di previsione idrologica e meteorologica si rimanda al precedente capitolo Alluvioni, specialmente per quanto riguarda le attività del Centro Funzionale regionale. Nel 2012 è stata anche finanziata, sempre con fondi strutturali POR-FESR (D.G.R. n. 311 del 04/04/2011), l applicazione del modello idrologico Mobidic (implementato in collaborazione con la Regione Toscana per finalità di previsione delle piene nel 2007) per la simulazione dei regimi idrici di magra. Il modello, già in uso presso il Centro Funzionale regionale per il monitoraggio/previsione e gestione di eventi di piena, è stato implementato per i regimi di magra nei 5-12

13 bacini idrografici dei Fiumi Tevere, Paglia e Nera fornendo utili strumenti per la valutazione degli scenari futuri di disponibilità della risorsa idrica. In particolare, il modello è stato sviluppato, oltre che per la ricostruzione del bilancio idrico storico, per la previsione di lungo periodo di scenari sulla base della definizione di scenari meteorologici sinetici in termini di piogge e temperature. Questa modalità di utilizzo permette la valutazione degli scenari idrologici in situazioni meteorologiche ipotetiche di breve o lunga durata (mesi o anni), anche in relazione ai cambiamenti climatici in atto. E' possibile, ad esempio, simulare uno scenario di pericolosità collegato a una previsione stagionale che ipotizzi una siccità prolungata (assenza di piogge per alcuni mesi), una stagione piovosa con eventi di particolare intensità nei mesi autunnali, oppure uno scenario pluriennale per verificare il grado di sfruttamento delle risorse idriche soggette a prelievo (sorgenti captate). Fig Modello Mobidic - esempio di scenario di pericolosità idrica nel reticolo idrografico superficiale del F. Tevere. Fonte: Rapporto di attivita (marzo 2013). Le reti regionali di monitoraggio relative al controllo quali-quantitativo dei corpi idrici superficiali e sotterranei comprendono: Per le acque superficiali: - Rete di monitoraggio quantitativo in continuo, - Rete di monitoraggio qualitativo in continuo, - Rete di monitoraggio qualitativo in discreto, - Rete di monitoraggio qualitativo in discreto dei corpi idrici a specifica destinazione funzionale, Per le acque sotterranee: - Rete di monitoraggio quali-quantitativo in discreto, - Rete di monitoraggio quantitativo in continuo. 5-13

14 Come già visto nel capitolo relativo al rischio alluvioni, nel territorio umbro è operativa da vari anni una rete per il monitoraggio idrometeorologico in tempo reale costituita da 144 stazioni e 440 sensori tra idrometri, pluviometri, anemometri, radiometri, barometri, 13 stazioni di monitoraggio del contenuto d acqua del suolo, 12 ripetitori radio e 1 radar meteorologico. Fig Rete di monitoraggio idrometeorologico in tempo reale - Regione Umbria Fonte: Idrografico regionale - Regione Umbria Per le attività connesse alla gestione della risorsa idrica, nonché siccità e cambiamento climatico, le informazioni provenienti da questa rete vengono integrati con quelle provenienti da altre reti e, in particolare, reti di sensori piezometrici e di misuratori di portata sorgiva o prelevata da falda (di proprietà e gestite dall ARPA Umbria). Oltre ai dati ottenuti con sistemi automatici di rilevazione, in ARPA sono disponibili i dati dei livelli idrici della rete regionale in discreto sugli acquiferi alluvionali, attiva dal La misura delle portate sorgive si avvale di una doppia rete di stazioni ARPA, che integrano da un lato la portata totale o la portata rilasciata in alveo dalle sorgenti, dall altra la portata immessa in rete sia da sorgenti che da pozzi delle principali captazioni regionali. Nella rete delle captazioni stanno attualmente entrando anche i prelievi da invaso, che sostituiscono altre captazioni. 5-14

15 Fig Rete di monitoraggio dei livelli di falda (ARPA). Fonte:

16 Fig Rete di monitoraggio delle portate sorgenti (ARPA). Fonte:

17 Fig Rete di monitoraggio dele captazioni (ARPA). Fonte: Incidenza del rischio siccità sugli altri rischi Il presente paragrafo intende fornire un individuazione sintetica delle principali interrelazioni tra le diverse tipologie di rischio considerate nel Piano 6. Più precisamente si descrivono le incidenze indotte dal Rischio Siccità (determinante) sugli altri rischi (conseguenti), valutate secondo un criterio qualitativo. La composizione di tutte le incidenze trova rappresentazione complessiva nella matrice allegata. Rischio sismico Il rischio siccità non interferisce con il rischio sismico. Rischio meteo - idrogeologico ed idraulico Alluvioni 6 Vengono esclusi dalla trattazione i rischi derivanti, quali il Rischio per i Beni culturali ed il Rischio Sanitario. 5-17

18 Il rischio siccità non ha ricadute sul rischio alluvioni. Rischio meteo - idrogeologico ed idraulico Frane Il rischio siccità non interferisce con il rischio frane. Rischio meteo - idrogeologico ed idraulico - Dighe e Invasi Il rischio siccità non interferisce con la tenuta del corpo di dighe e invasi. Rischio incendi boschivi e di interfaccia Il rischio siccità non ha ricadute dirette sul rischio incendi boschivi e di interfaccia, ma le condizioni climatiche che determinano condizioni di carenza di disponibilità di risorsa idrica spesso sono favorevoli all innesco di incendi. Rischio tecnologico Il rischio siccità non ha ricadute sul rischio tecnologico. Fig Relazione causale qualitativa tra i diversi rischi 5.3 Prevenzione Le attività di prevenzione, in base alla L. 100/12 7, sono volte alla riduzione delle possibilità che si verifichino danni a seguito di un evento, grazie alle conoscenze acquisite tramite studi di previsione. 7 La prevenzione consiste nelle attività volte a evitare o a ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi di cui all art.2, anche sulla base delle conoscenze acquisite per effetto delle attività di previsione. La prevenzione dei diversi tipi di rischio si esplica in attività non strutturali concernenti l allertamento, la pianificazione 5-18

19 Per evitare l acuirsi di crisi idriche è opportuno mettere in atto una serie di provvedimenti, quali: gestire in maniera oculata e razionale le falde acquifere, ridurre i consumi, realizzare interventi di riparazione o di rifacimento delle condotte che consentano l utilizzo di acqua pregiata per fini potabili e di acqua depurata per alcuni usi compatibili. Le misure di mitigazione del rischio idrico, facendo ricorso alla classica distinzione sono: a) misure non strutturali: pianificazione della gestione delle risorse idriche basata su principi di sostenibilità, sviluppo e gestione di sistemi di monitoraggio e previsione delle crisi idriche, sviluppo e mantenimento di azioni di governo della risorsa idrica, tra cui anche il razionamento dell acqua (interventi gestionali), politica tariffaria atta a contenere i consumi, incentivando o penalizzando l utente a seconda dei suoi comportamenti (interventi economici), campagne di informazione/comunicazione per incrementare la consapevolezza collettiva sull uso consapevole dell acqua; b) misure strutturali: realizzazione di serbatoi di accumulo (laghi artificiali), costruzione di sistemi acquedottistici interconnessi, manutenzione della rete di distribuzione e delle opere accessorie, ricerca perdite e loro riduzione, installazione di apparecchiature volte al risparmio idrico, riusi di acqua depurata Misure non strutturali Le principali azioni non strutturali intraprese dalla Regione Umbria negli ultimi anni per la mitigazione del rischio idrico (di interesse per l ambito protezione civile) sono individuate nel PRRA. All interno del Piano sono, infatti, definiti i criteri e le regole di gestione della risorsa idrica, tra cui si prevede un utilizzo delle risorse idriche in funzione del loro andamento stagionale: nel periodo invernale-primaverile, entro certi prefissati limiti, prelievi dalle sorgenti in regime di morbida, in modo da soddisfare contemporaneamente grazie ai notevoli quantitativi di acqua disponibili sia il fabbisogno idropotabile, che le esigenze ambientali; nel periodo estivo-autunnale, quando le sorgenti sono in magra, una diminuzione dell attingimento dell acqua dalle sorgenti e un ricorso alle falde sotterranee delle formazioni alluvionali (che nel periodo invernale-primaverile verranno lasciate a riposo per consentire un loro rimpinguamento), nonché agli invasi. Altro aspetto fortemente promosso è la manutenzione della rete idrica con controlli periodici dei consumi al fine di individuare anomalie che possano evidenziare sprechi o perdite, sia da parte delle utenze private che pubbliche. All interno del Piano sono poi individuate una serie di misure per il risparmio idrico a carico dei gestori (art. 9) che riguardano la modifica del sistema tariffario della prima fascia di consumi prevedendo uno sconto, pari almeno al 20%, per gli utenti privati che, in applicazione dell art. 5 comma 1, adottano perlomeno le misure previste. Il recupero delle risorse necessarie per l applicazione dello sconto di cui sopra prevede un aumento, di pari entità, nelle fasce dei consumi più elevate. Infine, sono definiti alcuni divieti finalizzati a limitare l uso improprio della risorsa idrica (art. 8) ed, in particolare, è vietato l utilizzo di acqua proveniente da pubblico acquedotto per: - irrigazione di orti e giardini; dell emergenza, la formazione, la diffusione della conoscenza della protezione civile nonché l informazione alla popolazione e l applicazione della normativa tecnica, ove necessarie, e l attività di esercitazione. 5-19

20 - riempimento di piscine; - lavaggio di automezzi; - fontane ad uso ornamentale non dotate di impianti di ricircolo; - operazioni di pulizia delle strade e di lavaggio di fosse biologiche. Per l ottimale gestione delle risorse immagazzinate negli invasi artificiali considerati nel PRRA (diga di Montedoglio sul F. Tevere e di Casanuova sul f. Chiascio) è stato implementato un modello in grado di simulare scenari di gestione della risorsa invasata denominato SimBaT all interno del progetto SECLI. Fig Schema di simulazione del sistema Montedoglio (DICA Università degli Studi di Perugia). Fonte: Rapporto di attivita del progetto SECLI (gennaio 2011). 5-20

21 Fig Schema di simulazione del sistema Casanuova (DICA Università degli Studi di Perugia). Fonte: Rapporto di attivita del progetto SECLI (gennaio 2011). Tra le iniziative degne di nota nell ambito informazione e comunicazione al cittadino, si segnalano le seguenti iniziative: - Convegno Il cambiamento climatico in Umbria e i suoi impatti sulla disponibilità di risorsa idrica e sugli eventi alluvionali Perugia, Sala d Onore Giunta Regionale - 28 novembre 2012; - manifestazione Umbria Water Festival Ti Voglio Bere organizzata nel periodo maggio 2013, ideata dall associazione culturale MenteLocale, in cui tra l altro è stato presentato il nuovo sito web promosso dalla Regione Umbria e realizzato dall ARPA Umbria in collaborazione con le Aziende Sanitarie umbre e i Gestori dei servizi idrici. Nasce per fornire ai cittadini uno strumento di conoscenza completo, puntuale e facile da consultare, e per promuovere un consumo consapevole dell acqua. Il sito consente di accedere, anche attraverso un sistema di ricerca cartografica, a dati e informazioni sulla qualità delle acque che arrivano nelle abitazioni umbre, sulla loro provenienza, sull organizzazione e i risultati dei controlli analitici, sulle caratteristiche dei principali parametri e il loro trend nel tempo Misure strutturali Analogamente alle azioni non strutturali, anche le principali azioni strutturali intraprese dalla Regione Umbria negli ultimi anni per la mitigazione del rischio idrico (di interesse per l ambito protezione civile) sono individuate nel PRRA. Prima tra tutte, è sicuramente la realizzazione dei 7 degli 8 sistemi acquedottistici previsti nel Piano, con un impegno di spesa di circa 65 milioni di Euro. Sono previsti altri 42 milioni di Euro (in corso di finanziamento) che permetteranno di avere, entro tre anni, il sistema individuato dal Piano (per gli orizzonti 2015 e 2040) pressoché completato, ad eccezione della zona dell Alto Chiascio. Nel Piano sono poi individuate una serie di misure di risparmio idrico a carico sia delle utenze pubbliche che private (artt. 5 e 6): - installazione di limitatori di flusso, diffusori, acceleratori di pressione, ai rubinetti di lavelli e docce, miscelatori di acqua calda e fredda; 5-21

22 - installazione di sistemi per la riduzione e ottimizzazione dell acqua utilizzata per il risciacquo degli apparecchi igienico-sanitari quali cassette per il water a doppio scomparto, ecc.; - impiego di elettrodomestici e macchinari ad elevata classe di efficienza in termini di consumi idrici e mantenerli in buona efficienza; - recupero, ove tecnicamente possibile, di acqua piovana mediante apposite vasche o cisterne da utilizzare per l irrigazione di aree verdi e/o per il riuso - installazione di sistemi di apertura e chiusura automatica dei rubinetti quali temporizzatori, pulsanti, pedivelle, fotocellule ecc..; - installazione d limitatori di portata e di sistemi di interruzione automatica di flusso per le fontane pubbliche ad uso idropotabile e realizzazione di impianti di ricircolo per le fontane o vasche di arredo urbano. All interno del Piano sono poi individuate una serie di misure per il risparmio idrico relative specificatamente all edilizia (art. 7). Per gli interventi di recupero, di ordinaria e straordinaria manutenzione del patrimonio edilizio esistente è fatto obbligo di: - dotare gli impianti idrico-sanitari dei dispositivi di riduzione del consumo previsti per le utenze private quali limitatori di flusso, diffusori, acceleratori di pressione, ai rubinetti di lavelli e docce, miscelatori di acqua calda e fredda, cassette per il water a doppio scomparto, ecc.; - realizzare, dove tecnicamente possibile, vasche di raccolta di acqua piovana per l innaffiamento di orti e giardini anche ad uso condominiale; per gli interventi di nuova edificazione è fatto obbligo di: - realizzare, dove tecnicamente possibile, reti duali di adduzione al fine dell utilizzo di acque meno pregiate per usi compatibili; - realizzare, dove tecnicamente possibile, vasche o cisterne per la raccolta di acqua piovana. - dotare gli impianti idrico-sanitari dei dispositivi di riduzione del consumo idrico. Infine, è previsto che i nuovi strumenti urbanistici debbano prevedere: - realizzazione di reti duali al fine di rendere possibile appropriate utilizzazioni di acqua anche non potabile; - apposite aree per l installazione di vasche o cisterne per la raccolta di acqua piovana. Di seguito, vengono illustrati gli interventi messi in campo a seguito delle principali emergenze idriche che hanno colpito l Umbria negli ultimi anni. Emergenza idrica 2007 Il Piano degli interventi predisposto dalla Regione Umbria per la crisi idrica del evidenzia la necessità di procedere al completamento/realizzazione dei sistemi acquedottistici previsti dal Piano Regolatore Regionale degli Acquedotti, con particolare riguardo alle interconnessioni fra i vari sistemi, al fine di garantire l approvvigionamento anche in caso di localizzate carenze di risorsa, nonché alla messa in esercizio dell invaso di Casanuova sul Fiume Chiascio, opera da ritenersi risolutiva ai fini dell approvvigionamento sia idropotabile che irriguo. Il Piano sottolinea altresì l opportunità di una più incisiva azione per la ricerca delle perdite in rete, peraltro già iniziata, e di attività comunicative per sensibilizzare i cittadini ad un diverso approccio culturale, per un uso consapevole della risorsa acqua. Si riportano di seguito gli interventi individuati come prioritari per fronteggiare la crisi idrica del 2007, suddivisi per ATO. 8 O.P.C.M del 15 giugno

23 Interventi ATO1 Interventi strutturali: Completamento dello schema per l approvvigionamento del serbatoio di Colderba, dai nuovi pozzi sul monte Subasio, con un recupero di circa 100 l/s con un costo presunto di circa , per il quale la Regione ha già concesso un contributo di ; Completamento dello schema acquedottistico dell Alta Valle del Tevere con l esecuzione del 3, 4 lotto e l interconnessione al sistema Perugino-Trasimeno (circa 70 l/s); Collegamento dell acquedotto della Media Valle del Tevere con quello del Lago Trasimeno attraverso un interconnessione, tra Marsciano e Tavernelle, per rendere stabile la possibilità di utilizzo, sino al limite della concessione, dei pozzi della Pasquarella, con un recupero di risorse per circa l/s. Quanto sopra viene sintetizzato nella seguente tabella: Maggiori costi di gestione: Potenziamento di tutto il sistema di pompaggi che dagli acquiferi di Pasquarella, Cannara e Petrignano permettano un maggior sfruttamento delle acque di falda ad integrazione e sussidio delle minori portate registrate sulle condotte provenienti dalle sorgenti appenniniche. L attivazione di questi pompaggi aggiuntivi, oltre a quelli che dall inizio dell anno, sono stati mantenuti continuamente in funzione per sopperire alle carenze delle acque appenniniche, comporteranno un costo aggiuntivo per maggiori consumi di energia elettrica; Interventi straordinari per il trasporto dell acqua potabile con servizi di autobotti per integrare i livelli dei serbatoi nelle zone di crisi. Interventi ATO 2 Interventi strutturali: Ampliamento del serbatoio di Pentima di Terni, che presenta una ridotta capacità di compenso; Integrazione dei finanziamenti degli acquedotti Scheggino-Pentima e soprattutto Orvieto- Allerona 2 lotto, che per una lievitazione dei costi di progetto esecutivi rendono difficoltosa la sostenibilità economico-finanziaria del Piano di Ambito. In particolare l acquedotto 5-23

24 Scheggino-Pentima è passato da un presunto costo iniziale di a , mentre l acquedotto Orvieto-Allerona 2 lotto è passato da a Quest ultimo è particolarmente importante in quanto Allerona è priva di risorse alternative, non essendo interconnessa ad altri sistemi ed avendo come unica risorsa una sorgente superficiale il cui rendimento è molto influenzato dalle condizioni stagionali. Quanto sopra viene sintetizzato nella seguente tabella: Maggiori costi di gestione: La scarsità della risorsa richiede il trasporto di acqua con autobotti, già attivato in alcune frazioni di Narni, Orvieto, Ficulle, Fabro, Acquasparta e Ferentillo e comporta un maggiore consumo di energia elettrica. Interventi ATO 3 Interventi strutturali: Completamento dell acquedotto Valle Umbra: l opera consiste nel completamento dell acquedotto con la progressiva sostituzione dei tratti deteriorati nel tempo. Grazie a quest opera sarà possibile un migliore utilizzo della acqua della sorgente strategica di Rasiglia Alzabove, con la possibilità di ridurre le perdite e raggiungere tutti i centri serviti dall acquedotto ottimizzando l erogazione. Il primo tratto è già stato realizzato grazie a fondi pubblici; 5-24

25 Raddoppio dell acquedotto dell Argentina: l opera consiste nel raddoppio dell acquedotto che, partendo dalla Sorgente Argentina nel comune di Sellano e sfruttando la riserva strategica presente in corrispondenza del Comune di S. Anatolia di Narco, consentirebbe di soddisfare adeguatamente il fabbisogno idrico di Spoleto e di alcuni comuni limitrofi per gli anni futuri. Quanto sopra viene sintetizzato nella seguente tabella: Maggiori costi di gestione: La scarsità della risorsa richiede il trasporto di acqua con autobotti, già attivato, e comporta un maggiore consumo di energia elettrica. Emergenza idrica 2012 Con l approvazione del Piano degli interventi per la crisi idrica del , la Regione Umbria ha attivato le azioni necessarie a mettere in esercizio gli acquedotti realizzati dopo il terremoto del 1997 non ancora presi in carico dai Gestori, oltre ad accentuare le azioni di controllo di Provincie, Comuni e Autorità d Ambito al fine di evitare usi impropri della risorsa idrica. Il Piano prevede, tra l altro, un accelerazione degli interventi relativi all acquedotto del Monte Subasio, con la messa a disposizione dell ATI2 di acqua per circa 120 litri/sec (il costo complessivo dell intervento ammonta a 2 milioni 850 mila) e al sistema acquedottistico Montedoglio, la cui ultimazione del quinto stralcio è destinata al completamento dell asse principale Citerna-Ascagnano e l interconnessione con il sistema dell Alta Valle del Tevere e con il sistema del Perugino. Sono inoltre previsti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle aree spondali, del reticolo idrografico e per garantire gli afflussi al Lago Trasimeno, per un ammontare di un milione e mezzo di euro. Nonostante la positività delle misure e delle risorse messe in campo dalla Regione Umbria, soprattutto attraverso il Piano stralcio per il lago Trasimeno, la stabilizzazione del livello idrometrico del Lago è destinata ad essere raggiunta soltanto con la realizzazione di interventi di adduzioni, da Montedoglio e Casanova, che con apporti costanti possano sopperire alle carenze di precipitazioni. Relativamente alla diga del Montedoglio, l attuale situazione dell invaso consente di assolvere, nel periodo estivo, alle richieste di prelievi idropotabili e di fabbisogno irriguo dei comprensori umbri e toscani collegati alla condotta di adduzione. A gennaio 2012, poiché la diga disponeva di un invaso che non poteva garantire i fabbisogni idropotabile, irriguo ed ambientale delle due regioni, le Regioni Umbria e Toscana sono intervenute sui rilasci, imponendo la riduzione immediata a 0,5 mc/sec della 9 DGR 25 giugno 2012, n

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