Piano Comunale di Protezione Civile Comune di Veggiano

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Piano Comunale di Protezione Civile Comune di Veggiano"

Transcript

1 in emergenza: deve assicurare il funzionamento dell ufficio di Protezione Civile in via permanente, anche mediante la turnazione di addetti, garantendo l espletamento della necessaria attività amministrativa e di supporto organizzativo per fronteggiare l emergenza; Curare i rapporti con le organizzazioni di volontariato presenti nel territorio comunale secondo le direttive fornite dalla Sala Operativa. Il Sindaco nomina il dirigente o funzionario per presiedere ai compiti di gestione e di responsabilità dei procedimenti concernenti il Servizio Comunale di Protezione Civile; inoltre, quale Autorità comunale di Protezione Civile, sovrintende alle attività dell ufficio e adotta al verificarsi dell emergenza, tutti i provvedimenti che si rendono necessari per garantirne il funzionamento. 6.2 Il Gruppo Comunale Volontario di Protezione Civile Il Gruppo Comunale Volontario di Protezione Civile di Veggiano è stato costituito nel 2000 e dal 4/11/2004 è iscritto all Albo Regionale dei Gruppi Volontari di Protezione Civile (L.R. n. 58/84, Deliberazione della Giunta Regionale n del ). L Albo, gestito dal 2003 dalla Provincia, raccoglie tutte le Organizzazioni che rispondono ad una serie di requisiti che offrono garanzie in merito ad effettiva solidità, affidabilità organizzativa e capacità operativa e logistica. Il Gruppo svolge la propria attività secondo le direttive del Sindaco e degli altri Organi di Protezione Civile, nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento del Servizio Comunale di Protezione Civile. Allo stato attuale il Gruppo è composto da 11 volontari. 44

2 6.3 Il Distretto di Protezione Civile Padova Sud-Ovest Il fa parte del Distretto di Protezione Civile Padova SudOvest (Fig. 10) che è costituito inoltre dai seguenti comuni: Abano Terme, Cervarese S.Croce, Mestrino, Montegrotto Terme, Rubano, Saccolongo, Selvazzano Dentro. Rubano è il Comune capofila. Distretto Padova Sud-Ovest Fig. 10 Distretti di Protezione Civile della Provincia di Padova-Distretto Padova Sud-Ovest. 45

3 7 Risorse Per risorse si intendono gli uomini e i mezzi da impiegare nella gestione delle emergenze e le strutture che ad essi fanno da supporto. E importante ricordare a tal proposito, come il buon esito di ogni operazione di interventosoccorso ed in particolare quelle di Protezione Civile, dipendano in massima parte dall utilizzo razionale e tempestivo delle risorse realmente disponibili sul territorio. La conoscenza dettagliata delle risorse a disposizione del Comune risulta quindi di fondamentale importanza; inoltre è indispensabile la pronta disponibilità (24 ore su 24) sia dei mezzi che del personale specializzato (tecnici, volontari, ecc.) cui far riferimento in caso di emergenza. In particolare rappresentano risorse: tutti i volontari e materiali/mezzi di Protezione Civile; gli operai comunali; materiali e mezzi in uso al comune; materiali e mezzi, di proprietà privata, che possono essere utilizzati dal Comune, tramite opportune convenzioni. Si ricorda inoltre che, secondo la Legge 225/92 istitutiva del Servizio Nazionale di Protezione Civile (art.11), sono definite Strutture Operative Nazionali del Servizio Protezione Civile i seguenti soggetti: Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco; Forze Armate; Forze di Polizia; Corpo forestale dello Stato; Servizi tecnici nazionali; Gruppi nazionali di ricerca scientifica di cui all art.17, l Istituto Nazionale di Geofisica ed altre istituzioni di ricerca; Croce Rossa Italiana; Strutture del Servizio Sanitario Nazionale; Organizzazioni di volontariato; Corpo nazionale soccorso alpino - CNSA (CAI). 46

4 L elenco completo delle risorse (mezzi e attrezzature) in dotazione al Comune e al Gruppo Comunale di Protezione Civile e delle aziende utili in caso di emergenza è riportato nell Appendice n 7. 8 Istituzioni 8.1 Polizia Municipale: il Consorzio di Padova-Ovest Il Consorzio Padova-Ovest ha sede a Selvazzano Dentro; esso nasce dall esigenza di rispondere adeguatamente non solo alle esigenze di una crescita qualitativa e quantitativa dei servizi che tradizionalmente vengono espletati dalla Polizia Municipale (vedi vigilanza in materia di circolazione stradale, commercio, pubblici esercizi, edilizia, ambiente, regolamenti comunali, ecc.), ma anche al soddisfacimento del bisogno dei cittadini di una maggiore tutela della qualità della vita. Il Consorzio Padova-Ovest è costituito da una assemblea consortile composta dai rappresentanti dei Comuni aderenti nella persona del Sindaco o del suo Delegato ed opera con le modalità previste da un proprio Statuto. Attualmente i comuni aderenti sono: Selvazzano Dentro (comune capofila), Rubano, Mestrino, Cervarese Santa Croce e Veggiano. Il Consorzio è costituito da una Centrale Operativa a disposizione della cittadinanza per ogni richiesta, in grado di supportare il personale esterno in ogni tipo di intervento. Il personale del Consorzio è organizzato in turni di servizio che garantiscono un intervento immediato. L addetto alla Centrale Operativa, di norma un istruttore, una volta vagliato il problema dispone, a seconda dei casi, l intervento di un vigile territoriale o di un pattuglia di motociclisti. E, altresì, sempre disponibile un Ufficiale per il coordinamento di eventi più importanti o gravi. Il Consorzio è caratterizzato da gruppi specializzati coordinati dal Comandante Direttore. 47

5 8.2 ULSS-Unità Locale Socio-Sanitaria Il fa parte del Distretto Socio-Sanitario N 4 dell ULSS 16 di Padova insieme ai comuni di: Cervarese Santa Croce, Mestrino, Rovolon, Rubano, Saccolongo, Selvazzano Dentro e Teolo. La sede centrale del Distretto è a Selvazzano Dentro (PD); il suo compito è assicurare l assistenza alle persone in maniera globale, operando in modo continuativo e organizzato e garantendo un ottimizzazione nella qualità dei servizi offerti. Il primo organo istituzionale che deve essere allertato in caso di emergenza è la Dirigenza Medica, che ha il compito di pianificare le diverse fasi dell evento (vedasi Appendice n 18 Rubrica numeri utili ). 8.3 S.U.E.M. - Servizio Urgenze ed Emergenze Mediche Per le urgenze e le emergenze mediche è disponibile 24 ore su 24 il soccorso del 118, che è il numero telefonico unico nazionale per la richiesta di soccorso sanitario urgente. Componendo tale numero da qualsiasi apparecchio telefonico della provincia di Padova si entra in contatto con la centrale operativa del S.U.E.M. situata presso l'azienda Ospedaliera di Padova. La telefonata è gratuita e registrata: rispondono operatori sanitari specializzati che, sulla base delle informazioni fornite dall'utente, attivano le risorse più appropriate tra quelle dislocate nel territorio provinciale. 48

6 9 Apparati ricettivi e strutture di Protezione Civile 9.1 Premessa Per "apparati ricettivi" si intendono quelle strutture, coperte o scoperte (esterne), in grado di accogliere e dare la prima assistenza alla popolazione in caso di calamità; si tratta, ad esempio, di edifici comunali, scuole, palestre, ospedali, alberghi, campi sportivi, ecc. Un elenco completo di tali strutture è riportato in schede nell Appendice n 8 dove per ciascuna edificio sono state fornite tutte le informazioni relative alle sue caratteristiche principali oltre che alla sua ubicazione. La struttura in schede permette una rapida consultazione in caso di emergenza e una relativa pianificazione degli interventi. Tale censimento dovrà quindi essere mantenuto aggiornato. E da sottolineare inoltre come scuole, ospedali, case di cura, ecc. possano essere considerate sia delle risorse da utilizzare in caso di emergenza sia degli edifici vulnerabili da proteggere se l evento calamitoso si verificasse in loro prossimità. 9.2 Allevamenti Ai fini di una corretta conoscenza del territorio oltre al censimento delle strutture presenti come descritte nel paragrafo precedente, si sono inoltre considerati gli allevamenti (bovini e ovini). Essi infatti in caso di emergenza, soprattutto idraulica, possono essere oggetto di interventi, quali messa in sicurezza o evacuazione dei capi stessi. In Appendice n 9 sono riportate le schede relative agli allevamenti. 49

7 10 Analisi dei Rischi 10.1 Rischio idraulico Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) Premessa Il D.L. 180/98 Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania, convertito con modificazioni nella L. 267/98 e L.365/2000, stabilisce che: Art. 1. c. 1. le Autorità di Bacino di rilievo nazionale e interregionale e le regioni per i restanti bacini adottino, ove non si sia già provveduto, Piani stralcio di bacino per l Assetto Idrogeologico (P.A.I.), redatti ai sensi del c. 6- ter dell art. 17 della L. 183/89, e successive modificazioni, e contenenti, in particolare, l individuazione delle aree a rischio idrogeologico e la perimetrazione delle aree da sottoporre a misure di salvaguardia, nonché le misure medesime. Il P.A.I ha valore di piano territoriale di settore ed è lo strumento conoscitivo, normativo, tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate le azioni e le norme d'uso riguardanti l'assetto idraulico ed idrogeologico del bacino. Il Piano si prefigge l obiettivo di garantire al territorio del bacino un livello di sicurezza adeguato rispetto ai fenomeni di dissesto idraulico e geologico, attraverso il ripristino degli equilibri idraulici, geologici ed ambientali, il recupero degli ambiti fluviali e del sistema delle acque, la programmazione degli usi del suolo ai fini della difesa, della stabilizzazione e del consolidamento dei terreni. Il Comitato Tecnico dell Autorità di Bacino ha licenziato il progetto di Piano per l Assetto Idrogeologico dei bacini dell Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta- Bacchiglione nel luglio 2003 e successivamente lo ha aggiornato nel febbraio 2004 modificando alcuni articoli delle norme di attuazione, nonché alcune perimetrazioni di aree, per le quali sono stati sviluppati specifici studi di approfondimento. Il Progetto di Piano per l Assetto Idrogeologico dei bacini dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta-Bacchiglione, rappresenta, allo stato attuale, il 50

8 recepimento delle conoscenze sulla sicurezza idraulica e geologica acquisite dalla Segreteria Tecnica dell Autorità di Bacino e dalle Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto in merito all'identificazione delle zone esposte a pericolo. Il quadro conoscitivo è ancora affetto da diverse disomogeneità che attraverso ulteriori approfondimenti tecnici, nonché attraverso il contributo costruttivo di coloro che vivono sul territorio potranno via via essere ripianate. Infatti, il progetto di Piano è stato impostato in base agli elementi che attualmente si conoscono, risultando ancora affetto da notevoli carenze (conoscitive) sia riguardo alla localizzazione vera e propria dei fenomeni, sia riguardo alla loro possibile dinamica evolutiva. Si deve tener presente che le indicazioni del progetto di Piano andranno rivisitate in ogni loro parte, sia per quanto riguarda il possibile comportamento dei fenomeni riconosciuti (quiescenti ma riattivabili), e prevalentemente oggetto d interpretazione, sia per quanto riguarda le metodologie di perimetrazione del territorio coinvolgibile e da considerare quindi pericoloso. Il progetto di Piano stralcio costituisce il primo passo del percorso procedurale, tecnico ed istituzionale indicato dalla L.365/2000. Un successivo passaggio fondamentale sarà costituito dalle Conferenze programmatiche, previste dalla legge, mediante le quali i Comuni e le Province esprimeranno un parere su tale progetto di Piano, con particolare riferimento alle integrazioni dei suoi contenuti a scala comunale e provinciale, prevedendo le necessarie prescrizioni urbanistiche e idrogeologiche. In sede di adozione del Piano, il Comitato Istituzionale dell Autorità di Bacino terrà quindi conto delle determinazioni delle Conferenze programmatiche e le successive deliberazioni costituiranno i presupposti per adeguare gli strumenti urbanistici secondo le procedure previste dalla legge 183/89. Contestualmente il progetto di Piano verrà confrontato ed integrato con le risultanze dell attività straordinaria di sorveglianza e ricognizione anch essa prevista dalla L.365/

9 Classificazione delle aree di pericolosità idraulica Ai fini della determinazione del rischio idraulico è preliminare l individuazione della pericolosità, cioè della probabilità di accadimento (tempo di ritorno) di un evento calamitoso associata all altezza della lama d acqua (h) che l evento esondativo produce nel territorio circostante. Per i grandi fiumi, così come viene indicato nel progetto di P.A.I. vengono presi in considerazione tre livelli di pericolosità (P1 moderata, P2 media, P3 elevata) in relazione ai corrispondenti livelli di rischio individuati dal DPCM 29/09/98. Gli studi condotti nell ambito della stesura del progetto di P.A.I hanno permesso di individuare: - Le aree storicamente allagate, desunte dalla cartografia storica; - Le aree potenzialmente allagabili, limitatamente a tratte fluviali riconosciute come critiche, con riferimento ad un evento con tempo di ritorno di 100 anni; - Le fasce, adiacenti alle linee arginali comunque ricomprese all interno delle aree predette, riconosciute come particolarmente pericolose in virtù della vicinanza con il punto di rotta. Inoltre a ciascuna area individuata è stata associata una classe di pericolosità, tali classi si suddividono in: - P1-livello di pericolosità moderato: aree in cui vi sono stati, in base all analisi storica, eventi di esondazioni; - P2-livello di pericolosità medio: aree suscettibili di allagamento, contigue alle aree con livello di pericolosità P3 e fasce contigue agli argini, dove non si sono mai verificate rotte, ma che la modellazione riconosce come critiche; - P3-livello di pericolosità elevato: fasce contigue agli argini storicamente sede di rotte o che presentano condizione di precaria stabilità, di larghezza orientativa pari a 150 m. 52

10 Oltre alle aree extra-arginali sono state perimetrate le aree fluviali, ossia quelle aree che più direttamente sono legate al corso d acqua e che quindi sono soggette ad un grado di pericolosità intrinseco. L area fluviale è stata delimitata in base alla presenza di opere idrauliche (argini o opere di difesa significative) ed alla presenza di elementi naturali (altimetria del terreno e scarpate fluviali). All area fluviale viene associata una pericolosità P3, ad eccezione della superficie occupata dalla piena ordinaria alla quale è associata una pericolosità P4 (molto elevata), quindi vale il principio che all interno degli argini e delle sponde naturali le aree sono classificate con pericolosità P3 e P4. In Appendice n 10 si riporta uno stralcio della cartografia tratta dal progetto di P.A.I. riguardante il bacino del Bacchiglione nel comune di Veggiano. La cartografia evidenzia come gran parte del territorio comunale (a nord del Bacchiglione) sia classificato P1 mentre è classificata P2 la porzione di territorio compresa tra i confini comunali e i corsi d acqua Tesinella-Ceresone Grande- Ceresone Piccolo Il rischio idraulico nel comune di Veggiano Introduzione L analisi del rischio idraulico, nel, di seguito riportata, è tratta in gran parte dallo studio Analisi dei rischi del territorio provinciale redatto a cura della Provincia di Padova - Servizio Protezione Civile. Tale studio, propedeutico alla redazione del Piano Provinciale di Emergenza, ha preso in considerazione i vari fattori che concorrono al Rischio idraulico : utilizzo del territorio (distinguendo tra aree urbanizzate e non), condizioni morfologiche (microrilievo e rilevati naturali e artificiali), rete idraulica costituita sia dai canali di bonifica che dai fiumi maggiori. Si ricorda che, con l adozione del Piano di assetto Idrogeologico dei bacini dell Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta-Bacchiglione l intero studio sul rischio idraulico condotto dalla Provincia dovrà essere rivisto e quindi saranno possibili modifiche. 53

11 Lo studio della Provincia ha portato ad una valutazione del rischio idraulico per ciascuno dei 104 comuni della Provincia, utilizzando la probabilità composta tra il dato relativo alla pericolosità idraulica del singolo territorio comunale e quello relativo alla vulnerabilità dello stesso. La pericolosità è stata valutata in base al dato storico disponibile in merito agli eventi alluvionali pregressi, alle aree a rischio di allagamento per problemi della rete di bonifica valutate seguendo le indicazioni fornite dai Consorzi, alla presenza di corsi d acqua soggetti a pericolosità arginale o a possibile tracimazione, secondo quanto riportato nella carta della pericolosità redatta dall Autorità di Bacino dei fiumi Brenta e Bacchiglione. Lo studio è stato portato avanti tenendo separate la pericolosità derivante dai fiumi maggiori e quella derivante dalla rete di bonifica. Per la definizione della vulnerabilità è stata invece valutata, sempre per ciascun comune, la dimensione dell area urbanizzata, la densità di popolazione e la presenza di infrastrutture viarie e ferroviarie più o meno importanti. Dalla elaborazione dei dati si è ottenuto il grado di rischio per ciascuno dei 104 comuni della provincia, associato sia ai fiumi maggiori che alla rete di bonifica. In tal modo si è ottenuta una fotografia del rischio idraulico del territorio (vedi figura 11 e figura 12). 54

12 Fig. 11 Rischio relativo ai fiumi maggiori 55

13 Fig. 12 Rischio relativo ai fiumi minori e agli scoli consorziali Carta della Pericolosità Idraulica Provinciale Nella Cartografia della Pericolosità Idraulica Provinciale sono rappresentate con colori differenti le aree soggette ai diversi tipi di problematiche idrauliche e in particolare sono stati adottati i seguenti colori: Azzurro: con questo colore sono state rappresentate le aree a rischio di alluvione legata ai fiumi principali, ovvero ai corsi d acqua gestiti dal Magistrato alle Acque (Stato) e dal Genio Civile (Regione). Giallo e arancione: con i due colori presenti nella cartografia, sono state rappresentate le aree a media e alta pericolosità per problemi della rete di bonifica consorziale. Nelle Appendici n 11 e n 12 sono riportati stralci della Cartografia della Pericolosità Idraulica Provinciale relativi al comune di Veggiano. In Appendice n 11 sono rappresentate le aree soggette a pericolosità derivante dai fiumi maggiori (Bacchiglione-Ceresone-Tesina) (aree azzurre) in modo sufficientemente verosimile e corretto, anche se sicuramente non esaustivo. Si 56

14 tratta infatti di valutazioni portate avanti a partire da un modello matematico (quello sviluppato dall Autorità di Bacino Brenta-Bacchiglione sulle aste dei corsi d acqua principali), mediando tra studi di carattere puramente tecnico e conoscenze di natura empirica quali appunto la conoscenza del territorio, delle sue problematiche idrauliche nonché la memoria storica dei vari Enti più o meno direttamente coinvolti. La carta quindi non fornisce una valutazione precisa dell esatta dimensione delle aree alluvionabili in funzione di un evento caratterizzato da un prestabilito tempo di ritorno, ma inquadra, in modo sufficientemente corretto, l area verosimilmente interessabile dagli eventi più gravi. Per quanto riguarda il rischio idraulico legato alla rete di bonifica (aree gialle e arancioni, riportate in Appendice n 12), il lavoro è stato sviluppato dalla Provincia in stretta collaborazione con i Consorzi di Bonifica che insistono sul territorio provinciale che, per il comune di Veggiano sono: il Consorzio di Bonifica Bacchiglione Brenta e il Consorzio di Bonifica Pedemontano Brenta. Con i due colori sono state riportate le aree a rischio indicate nelle carte dei Consorzi, suddivise, secondo quanto indicato dagli stessi, nei due differenti ordini di gravità medio e alto. Per quanto riguarda le ulteriori aree a rischio indicate a livello locale si rimanda al paragrafo e all Appendice n Analisi del rischio idraulico Il territorio di Veggiano presenta problematiche idrauliche legate soprattutto al tratto terminale del Ceresone, che diventa poi Tesina, fino alla confluenza di quest ultimo con il Bacchiglione, il tutto poi è legato alla rete di bonifica che, in determinate condizioni, contribuisce ad aggravare le condizioni di rischio. E importante inoltre ricordare come molti eventi che hanno causato allagamenti urbani in occasione di precipitazioni abbondanti siano riconducibili alla inadeguatezza della rete di scolo della acque urbane Problemi causati dal Bacchiglione Il Bacchiglione, terzo fiume in ordine di importanza che solca il territorio provinciale, può risultare anch esso una importante causa di pericolosità e di rischio per il territorio; in particolare, dalla lettura della Carta della Pericolosità 57

15 Idraulica Provinciale si evidenzia una vasta area a rischio di alluvione a monte di Padova indicativamente posta nella zona di Veggiano, Saccolongo e Selvazzano, in funzione di una pericolosità arginale che la carta dell Autorità di Bacino ritiene piuttosto elevata, nonché della presenza di punti a rischio di tracimazione per diversi tempi di ritorno, sempre secondo quanto indicato dall Autorità di Bacino. La determinazione dell area eventualmente interessabile da alluvione è stata particolarmente complicata in funzione di una morfologia del territorio che non presenta rilevati atti alla limitazione del deflusso delle acque sul piano campagna e anzi la cui pendenza naturale favorisce il deflusso delle stesse verso sud. Si evidenzia allora come la dimensione dell area alluvionabile dipenda fortemente dalla gravità e importanza dell evento calamitoso. Tale area della provincia è soggetta inoltre alla pericolosità idraulica legata al complesso Ceresone-Tesina che sbocca nel Bacchiglione in località Trambacche. Gli effetti di rigurgito alla confluenza, uniti alla minore altezza degli argini del Tesina rispetto a quelli del Bacchiglione possono causare tracimazioni del Tesina, sia in destra che in sinistra, principalmente nel comune di Veggiano ma anche nel comune di Mestrino Problemi causati dal Ceresone-Tesina Uno degli eventi significativi dal punto di vista idraulico che ha interessato una ingente porzione del territorio comunale è stato l evento alluvionale del 1966, tale evento può essere ricondotto a problematiche verosimilmente derivanti dal Tesina. L area colpita comprendeva anche il centro abitato di Veggiano interessando gran parte dell area comunale in destra del corso d acqua citato. Attualmente il tratto che va dalla statale Padova-Vicenza fino alla confluenza in Bacchiglione, presenta vari punti a rischio di esondazione sia in destra che in sinistra con tempi di ritorno stimati di 100 anni lontano dalla confluenza e di 50 anni in vicinanza della stessa. Quest ultima condizione può essere ricondotta a situazioni di rigurgito che si creano in corrispondenza della confluenza delle acque del Bacchiglione all interno del Tesina Padovano, tale situazione potrebbe essere inoltre accompagnata da una possibile insufficienza degli argini di quest ultimo con conseguente tracimazione. 58

16 L analisi effettuata nell ambito dello studio svolto dalla Provincia di Padova ipotizza un area inondabie in caso di esondazione del sistema Ceresone-Tesina che viene riportata in Appendice n 11. Tale area comprende quindi i territori in destra del fiume (uniche zone che furono interessate dall alluvione del 1966) pur non tralasciando l ipotesi di una esondazione in sinistra. E opportuno sottolineare che le aree indicate come a rischio di alluvione sono da ritenersi ampiamente cautelative soprattutto in funzione del fatto che il fiume non trasporta portate ingentissime (dell ordine massimo di circa 100 m 3 /s) e quindi una eventuale esondazione non avrebbe conseguenze catastrofiche. Per quanto riguarda i territori in destra del corso d acqua si è assunta alluvionabile tutta la fascia comunale caratterizzata da un livello inferiore a 20,5-21 m s.m.m., in tale zona ricade gran parte del centro abitato di Veggiano. In sinistra è stato ritenuto che le quote del terreno comprese tra i 19 e i 20 m s.m.m. limitino l area inondabile (altrimenti la pendenza del terreno, da nord a sud ma anche da ovest verso est, implicherebbe un estensione dell allagamento ad una zona fortemente urbanizzata dal comune di Mestrino fino al territorio di Rubano). L analisi condotta inoltre suggerisce, sulla base degli studi svolti dall Autorità di Bacino relativamente al Ceresone-Tesina, alcune ipotesi per risolvere il problema di tracimazione dovuto ai livelli delle acque rigurgitate all interno del Bacchiglione. Le problematiche potrebbero essere risolte con un modesto rialzo degli argini del Tesina, in particolare per il tratto terminale del corso d acqua in prossimità della confluenza in Bacchiglione. Risulterebbe inoltre estremamente importante una pulizia dei corsi d acqua che spesso vedono il proprio alveo invaso da vegetazione anche fitta (ad esempio il Ceresone Piccolo). Per concludere è importante sottolineare l importanza dei corsi d acqua Ceresone e Tesina che svolgono una funzione decisiva dal punto di vista dello smaltimento delle acque e quindi possono essere considerati componenti essenziali della rete idraulica dei collettori consorziali. 59

17 Problemi causati dalla rete di bonifica Come già descritto nel paragrafo 2.4 il territorio di Veggiano ricade sotto la competenza di due Consorzi di Bonifica: Pedemontano Brenta e Bacchiglione- Brenta. Nel comune di Veggiano è presente un impianto di sollevamento amministrato dal Consorzio di Bonifica Pedemontano Brenta. Tale manufatto scarica le acque della roggia Fratta nel Tesina Padovano con una portata di 4 m 3 /s. Dal punto di vista geografico, il territorio di Veggiano ricade sotto due differenti bacini, entrambi spettanti come gestione al Consorzio di Bonifica Pedemontano Brenta, uno in destra del Tesina e comprendente il centro abitato del comune, mentre l altro in sinistra del corso d acqua stesso. La zona in destra vede come collettore principale lo scolo Fratta e scarica le proprie acque nel Tesina mentre la zona in sinistra del corso d acqua fa capo allo scolo Storta e quindi ricade sotto un bacino che comprende anche parte del territorio di Mestrino; per questo secondo bacino, le acque vengono convogliate nel canale Brentella. E importante quindi sottolineare lo stretto legame con il vicino comune di Mestrino in quanto anch esso, se pur parzialmente, confluisce le proprie acque di bonifica nel complesso Ceresone-Tesina Rischio causato dalla rete di bonifica Nella Carta della Pericolosità Idraulica le aree a medio e ad alto rischio di allagamento, secondo l informazione fornita dai Consorzi di Bonifica, vengono indicate per mezzo di due colori (giallo e arancione, Appendice n 12). Vanno innanzitutto sottolineati alcuni problemi generali che affliggono le reti di bonifica negli ultimi decenni e che non sono perciò legati soltanto alla realtà della provincia di Padova. In particolare il progressivo impoverimento della rete stessa in seguito al tombinamento e all eliminazione di molti scoli, reso più grave dal contemporaneo aumento dei coefficienti udometrici in seguito alla sempre maggiore urbanizzazione del territorio. Va inoltre evidenziato come in molti casi i collettori, specie quelli privati, non siano soggetti ad una manutenzione sufficiente. 60

18 L analisi del territorio evidenzia delle criticità nella zona in sinistra del Tesina che tendono a ricadere soprattutto sul comune posto idraulicamente più a valle, ovvero Rubano. Le problematiche sono dovute principalmente sia all insufficienza quantitativa e qualitativa degli scoli, sia a problemi di rigurgito in corrispondenza agli scarichi nel canale Brentella. Passando alle informazioni ricavabili dalla carta del rischio idraulico del Consorzio di Bonifica Pedemontano Brenta, si può evidenziare una zona a rischio a cavallo tra i due comuni di Mestrino e Veggiano, limitata come segue: ad est dalla strada Padana Superiore n 11, a nord dai confini provinciali con Grisignano di Zocco, ad ovest dal Tesina e a sud dalla strada che attraversa il centro di Veggiano (via Pedagni). A determinare questa situazione di rischio concorrono il Tesina, il Ceresone e lo scolo Laghetto. Tale zona risulta sovrapposta, anche se di dimensione molto più ridotta, ad una di quelle indicate a rischio per quanto riguarda possibili esondazioni del Ceresone Grande. Viene inoltre evidenziato il rischio idraulico connesso ad un breve tratto dello scolo Fratta nella zona in adiacenza a via Pra Bassi a seguito del frequente annullamento del franco di bonifica Conclusioni: aree a rischio L analisi condotta dalla Provincia di Padova ha individuato le seguenti aree a rischio: Area in destra Tesina Area caratterizzata da una superficie superiore ai 7 kmq, comprendente il centro di Veggiano e abitazioni sparse. In essa si trovano tre scuole (materna, elementare e media), due impianti sportivi, la chiesa di Veggiano (S.Andrea Apostolo) e l annesso oratorio. Area in sinistra Tesina Grande circa 4 kmq, con abitazioni prevalentemente rurali; è interessata la strada Padova-Vicenza Aree allagabili nel comune Ad integrazione delle aree a rischio individuate nell ambito dello studio sul rischio idraulico condotto dalla Provincia, sono state individuate le zone che in 61

19 occasione di precipitazioni abbondanti tendono ad allagarsi, soprattutto per problemi legati alla rete di scolo delle acque urbane (vedasi Appendice n 13). Alcune delle aree identificate nel comune coincidono con quelle indicate nella Carta della Pericolosità Idraulica e classificate ad alta pericolosità per problemi alla rete di bonifica ; di seguito si riporta l elenco delle aree individuate e riportate in Appendice n 13: via Sabbioni; via Chiuse; via Sguazzino ed area prospiciente l argine del Tesina; via Gatta; via San Zeno ed aree adiacenti; via Molini; via Traghetto; Una volta determinate le aree soggette a tutti i tipi di pericolosità idraulica presenti nel comune di Veggiano si è provveduto a raccogliere alcune informazioni relative a queste aree, utilizzando a tal fine delle schede appositamente create al fine di inquadrare persone e cose coinvolte in una eventuale alluvione e/o aree allagabili. Tali schede riportano le seguenti informazioni: Informazioni generali sull area: posizionamento nel territorio comunale; Strade di accesso alle zone soggette ad allagamenti; Residenti compresi in essa; Viabilità alternativa; Presenza di non autosufficienti; Scuole situate all interno dell area; Impianti sportivi presenti all interno dell area; Attività produttive a rischio presenti all interno dell area, dove per rischio si intende la presenza di sostanze o eventuali tecniche produttive che non siano compatibili con l acqua (vernici, sostanze chimiche, galvaniche, ecc.); Allevamenti presenti all interno dell area. 62

20 In tal modo, ad ogni area soggetta a pericolosità del territorio comunale sono state associate informazioni specifiche relative alla popolazione e strutture esposte al rischio di alluvione/allagamenti. Le informazioni specifiche per ogni struttura sono riportate in Appendice n Rischio derivate da eventi meteorologici Nel paragrafo 2.6 è stato fornito un inquadramento meteoclimatico del comune di Veggiano con un analisi dei principali parametri meteorologici: precipitazione e temperatura. Di seguito si riporta una descrizione dei fattori di rischio climatico e delle azioni di supporto meteorologico alle attività di Protezione Civile svolte dal Centro Meteorologico di Teolo Centro Meteorologico di Teolo: il sistema integrato di monitoraggio meteorologico In qualsiasi situazione di emergenza, l attività meteorologica di previsione e controllo assume particolare rilevanza viste le molteplici influenze esercitate sull uomo e sull ambiente. L A.R.P.A.V. (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto), mediante il Centro Meteorologico di Teolo, gestisce un "Sistema Integrato di Monitoraggio Meteorologico" in grado di combinare sinergicamente informazioni derivanti da vari strumenti quali: - Carte Meteorologiche derivate da modellistica numerica; - Satellite meteorologico; - Radar meteorologico; - Dati meteorologici rilevati al suolo dalla rete di telemisura; - Elaborazioni climatologiche. Tali strumenti sono indispensabili per la previsione ed il monitoraggio del tempo atmosferico, al fine di supportare i processi decisionali e pianificativi di gestione del territorio Veneto, sia in condizioni ordinarie che di emergenza. Le previsioni meteorologiche sono distinte in: 63

21 - previsione a medio termine (forecasting) che riguarda un arco temporale di 1-3 giorni e che ha come prodotto principale il bollettino quotidiano Meteo Veneto; - previsione a breve termine (nowcasting) relativa ad un arco temporale di poche ore; essa viene attivata in condizioni meteorologiche avverse o di emergenza ambientale ed ha come prodotto il bollettino di nowcasting emesso ogni tre ore La messaggistica meteorologica In condizioni meteorologiche ordinarie Il Centro Meteorologico di Teolo assicura, mediante la presenza di almeno un previsore, l emissione del Bollettino Meteo Veneto entro le ore di tutti i giorni dell anno, festivi inclusi. Tale bollettino a scala regionale mediante descrizioni sintetiche e immagini grafiche riporta: - l evoluzione generale del tempo; - la previsione del tempo dalle 13 alle 24 del giorno di emissione; - la previsione dettagliata per il giorno successivo con indicazioni circa le probabilità % di precipitazione, l andamento della temperatura, lo stato del vento e del mare; - la tendenza del tempo nel corso di ulteriori due giorni; - i dati rilevati dalle stazioni meteo presso i capoluoghi di provincia nel giorno precedente l emissione e nella prima metà del giorno di emissione del bollettino. Il bollettino a scala regionale è reso disponibile al pubblico nel sito mediante spedizioni via , fax e viene inoltre pubblicato su alcuni quotidiani a diffusione locale In previsione di condizioni meteorologiche avverse 64

22 Alle emissioni ordinarie si affiancano varie tipologie di messaggi rivolte specificatamente alla Protezione Civile e ad altri enti preposti alla gestione del territorio o delle emergenze. Messaggi informativi Sono emessi nei seguenti casi: - quando perviene un avviso da parte del Dipartimento di Protezione Civile della Presidenza del Consiglio, allo scopo di fornire precisazioni e chiarimenti per quanto attiene la specifica realtà Veneta; - quando siano previsti fenomeni meteorologici anche intensi ma localizzati e/o di breve durata (temporali estivi); - quando siano previsti fenomeni di precipitazioni abbondanti (30-70 mm nelle 24 ore) ma non prolungati nel tempo (limitati ad un giorno); - quando siano previste precipitazioni anche scarse ma a carattere nevoso. Messaggi di preavviso di condizioni meteorologiche avverse Sono emessi, se possibile, ore prima dell inizio dell evento, nei seguenti casi: - quando siano previsti fenomeni di precipitazione molto abbondante (oltre 70 mm in 24 ore); - quando siano previste precipitazioni abbondanti (30-70 mm in 24 ore) per più giorni consecutivi. Messaggi di avviso di condizioni meteorologiche avverse Sono emessi indicativamente ore prima dell inizio dell evento allo scopo di confermare il persistere delle condizioni meteorologiche avverse, come sopra specificate. L emissione del messaggio di avviso prevede l attivazione del servizio di assistenza meteorologica 24H, a partire dall ora specificata nel messaggio stesso, con emissione dei bollettini di nowcasting ogni 3 ore e la presenza continua di almeno un previsore. 65

23 Messaggi di revoca Sono emessi al termine della situazione di emergenza meteorologica per segnalare la cessazione del servizio di assistenza meteorologica continuativa Rischio associato a precipitazioni intense Le piogge intense sono tra gli elementi di rischio in campo meteorologico che rivestono un ruolo importante e di notevole impatto per il territorio, sia per le ripercussioni sugli aspetti fisici e geo-idrologici del suolo, che per le conseguenze che ne derivano alle reti idriche. Gli effetti di tali precipitazioni riguardano sia i fiumi maggiori che i canali consortili nonché tutta la rete di scolo delle acque urbane con conseguenti possibili esondazioni ed allagamenti. La caratterizzazione degli eventi pluviometrici intensi nel territorio comunale di Veggiano che comprende l analisi delle precipitazioni massime annue per il periodo , è stata fornita nel paragrafo L elaborazioni dei dati ha evidenziato la distribuzione, la stagionalità ed i valori che possono assumere tali eventi. I periodi più frequenti sono quelli estivi ed autunnali. Per fortuna le precipitazioni intense sono fenomeni meteorologici prevedibili e pertanto è possibile un preallertamento di tutte le strutture comunali e quindi l attivazione delle relative procedure Rischio associato ad eventi intensi: grandinate e trombe d aria Le grandinate e le trombe d aria sono fenomeni meteorologici intensi e pericolosi tipici della stagione estiva (concentrati prevalentemente nel periodo tra giugno e agosto) che possono provocare notevoli danni. Entrambi i fenomeni sono molto localizzati nello spazio e di breve durata, associati a nubi temporalesche imponenti. Essendo fenomeni improvvisi è difficile una loro previsione per cui possono essere considerati eventi non prevedibili. La pericolosità legata alle grandinate è costituita dalla potenzialità distruttiva dei chicchi (che possono presentare notevoli dimensioni) associata a forti 66

24 raffiche di vento (che possono raggiungere valori intorno ai 100 Km/h). Di conseguenze i danni possono essere molteplici: alle abitazioni, alle infrastrutture, ecc. e possono portare ripercussioni sulla viabilità stradale a causa di alberi o rami caduti sulla strada stessa. La tromba d aria rappresenta, nelle sue manifestazioni più intense, uno dei fenomeni atmosferici più distruttivi delle nostre latitudini, esse sono costituite da una colonna d'aria in violenta rotazione, in contatto con il terreno, pendente da una nube temporalesca. Nella sua ristretta fascia di distruzione, la tromba d aria scatena venti che possono spirare anche oltre i 150 Km/h, inoltre le trombe d aria si formano all'improvviso, si muovono molto rapidamente ( Km/h), e sono eventi imprevedibili. I danni associati a questo tipo di fenomeno meteorologico possono essere molto rilevanti anche se circoscritti a determinate aree associate allo spostamento della tromba d aria; anche in questo caso si possono avere ripercussioni sui centri abitati, sulle infrastrutture e sulla viabilità stradale Rischio neve Le precipitazioni nevose sono tipiche del periodo invernale, in previsione di precipitazione nevose viene diramato dal Centro Meteorologico di Teolo il Messaggio informativo. Uno dei problemi maggiori in caso di neve è assicurare la viabilità comunale e provinciale. Per quanto riguarda le strade provinciali presenti nel territorio comunale la gestione spetta alla Provincia; in particolare il territorio comunale appartiene al secondo reparto di manutenzione stradale ad opera della Provincia. Ciascun reparto possiede una dotazione di personale e mezzi in grado di intervenire in maniera efficiente in caso di neve, nel giro di una mezz ora. La priorità di intervento viene data per le strade provinciali ad alta percorrenza e poi per quelle a bassa percorrenza. La gestione della S.R. N 11 è competenza di Veneto Strade S.P.A. La gestione delle strade comunali spetta al Comune, in particolare nel comune di Veggiano la pulizia delle strade è svolta dagli operai comunali e da ditte 67

25 esterne specializzate (con mezzi spazzaneve e spargisale) convenzionate con il comune stesso Rischio industriale Nel la maggior parte delle attività industriali è collocata nell area produttiva posta al di fuori dei centri abitati, ad ovest della S.R. n. 11 Padana Superiore. La ricognizione sul territorio delle attività produttive (industriali, artigianali e commerciali) ha rilevato l assenza di aziende considerate a rischio di incidente rilevante (così come definite dal D.Lgs n. 334/99). Tuttavia è stata presa in considerazione un azienda situata nel comune di Mestrino e confinante con il comune di Veggiano che, in caso di indicente, potrebbe avere un impatto visivo verso l esterno coinvolgendo soprattutto la viabilità della S.R. 11 Padana Superiore. Inoltre in Appendice n 14 è riportato un elenco completo di tutte le attività commerciali e industriali presenti nel territorio comunale suddivise nelle diverse tipologie, e una specifica scheda relativa all azienda sopra citata presente nel comune di Mestrino Rischio sismico Premessa In data 20 marzo 2003 è stata firmata dal Presidente del Consiglio l Ordinanza 3274 «Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica» (pubblicata sul Suppl. Ord. n 72 della Gazzetta Ufficiale dell 8 maggio 2003 n /03 e successivamente modificata con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2 ottobre 2003, n 3316 pubblicata sul Suppl. Ord. n 236 della Gazzetta Ufficiale del 10 ottobre 2003 ) con la quale, sono state approvate nuove regole tecniche per le costruzioni antisismiche riguardanti i ponti, le fondazioni e gli edifici in genere e introdotta una nuova Classificazione Sismica dell intero territorio nazionale suddividendolo in 4 Zone ex Categorie : 68

26 Zona 1 Zona 2 Zona 3 Zona 4 I criteri dettati con l Ordinanza n 3274/2003 assumono un carattere estremamente innovativo rispetto alla passata classificazione in quanto tutto il territorio nazionale è considerato sismico ed è ripartito in quattro zone riferite a diversi livelli di rischio decrescente da 1 a 4. Conseguentemente anche il territorio regionale Veneto viene interamente classificato sismico e incluso nella zona 4, 3 e 2. Il Consiglio della Regione del Veneto, con delibera n 67 del 3 dicembre 2003 (pubblicata sul Bollettino Ufficiale Regionale del 13 gennaio 2004 n. 6) ha approvato il nuovo elenco dei comuni sismici del Veneto, allegato alla delibera stessa (All. I alla D.C.R. n 67 del 3/12/2003). Con D.G.R. 28 novembre 2003, n sono state approvate le modalità per procedere alle verifiche tecniche a cura dei proprietari degli edifici a carattere strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità, durante gli eventi sismici, assume rilievo fondamentale per le finalità di Protezione Civile e degli edifici ed opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso, con priorità nella zona sismica 2. Tale provvedimento regionale è stato adottato in ottemperanza al comma 4 dell art. 2 della citata Ordinanza 3274/2003 che dispone siano le Regioni a provvedere, per quanto di competenza, ad elaborare, sulla base delle risorse finanziarie disponibili, il programma temporale delle verifiche, ad individuare le tipologie degli edifici e delle opere che presentano le caratteristiche di cui al comma 3 ed a fornire ai soggetti competenti le necessarie indicazioni per le relative verifiche tecniche, che dovranno stabilire il livello di adeguatezza di ciascuno di essi rispetto a quanto previsto dalle norme. In conclusione, in ordine alla nuova classificazione ed alle nuove regole tecniche, la Regione ha fornito disposizioni (All.II all D.C.R. n 67 del 3/12/03) a cui sono invitati ad attenersi le strutture regionali, gli enti dipendenti dalla Regione, le Province, i Comuni, le Comunità Montane e gli Enti Pubblici. Nella 69

27 procedura ordinaria nei territori dei comuni classificati sismici in zona 2, chiunque intenda procedere a costruzioni, riparazioni e sopraelevazioni, fermo restando l obbligo della concessione edilizia o della dichiarazione di inizio attività, è tenuto a depositare presso il Comune competente per territorio il progetto, in doppio esemplare, sottoscritto da un tecnico abilitato e iscritto al relativo albo professionale, nei limiti delle proprie competenze, nonché dal direttore dei lavori. Per i comuni classificati in zona 3 (come il comune di Veggiano), zona a bassa sismicità, non sono necessari ne il deposito dei progetti, nè gli adempimenti successivi, fermo restando l obbligo di progettazione antisismica. A tal fine il progettista è tenuto ad allegare al progetto l attestazione di aver tenuto conto che le calcolazioni sono conformi alle normative sismiche vigenti. Per i comuni del Veneto ricadenti in zona 4, non vi è obbligo di progettazione antisismica, salvo che per gli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità, durante gli eventi sismici, assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile nonché per gli edifici e le opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso. Negli allegati A e B alla D.G.R. n 3654 del 28/11/03 sono riportati gli elenchi delle tipologie di edificio sopra menzionate. In figura 13 si riporta la classificazione a livello regionale e in figura 14 il dettaglio a livello comunale. 70

28 Fig. 13 Classificazione sismica ai sensi dell ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n 3274 del 20 marzo Fig. 14 Classificazione sismica ai sensi dell ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n 3274 del 20 marzo 2003: dettaglio per il comune di Veggiano. 71

29 Gran parte del territorio provinciale di Padova, parte centrale e meridionale, è classificato in zona 4, mentre i comuni della parte nord del territorio sono classificati in zona 3; come si può notare in figura il comune di Veggiano è classificato in zona 3 così come i comuni confinanti di Montegalda (VI) Grisignano (VI) e Mestrino (PD) Considerazioni conclusive L insieme dei comuni della provincia di Padova, sulla base dell ordinanza della Protezione Civile n 3274 del 20 marzo 2003, risulta suddiviso fra le due zone sismiche 3 e 4. Questa nuova classificazione proviene sia dai recenti accadimenti sismici occorsi in varie parti d Italia finora esclusi dalla classificazione sismica ufficiale e sia dagli studi sismologici degli ultimi decenni che hanno trovato ora rispondenza pubblica. La conoscenza del comportamento sismico specifico del territorio (zonazione sismica) e l adeguamento antisismico, almeno degli edifici ed opere infrastrutturali sensibili e strategici, sono le sole ma efficaci armi con le quali mitigare le conseguenze di eventi sismici. Risulta quindi fondamentale l attività di prevenzione quale unico strumento efficace nell affrontare il rischio sismico Rischio black out Premessa Il black out consiste in una interruzione dell alimentazione elettrica da parte del gestore e può manifestarsi secondo diverse modalità e per varie cause. La mancata alimentazione è, di frequente, dovuta a guasti nelle sotto-reti di distribuzione in bassa e media tensione e cioè nelle porzioni di reti più vicine agli utenti finali. Le interruzioni sono circoscritte al bacino di utenza prossimo al punto del guasto, il ripristino del servizio può avvenire in tempi variabili a seconda della gravità del guasto. 72

30 Se il guasto avviene alla rete di trasmissione ad alta tensione il numero di utenti coinvolti è molto elevato e fino a grandi distanze dal luogo dove è avvenuta l interruzione dell erogazione di energia elettrica. Questi ultimi eventi sono meno frequenti poiché il sistema di trasmissione ad alta tensione è configurato secondo una rete a maglia caratterizzata da una interconnessione dell intero sistema con i sistemi elettrici geograficamente contigui. Ogni gestore di energia elettrica ha un proprio Piano di Emergenza interno per garantire in tempi rapidi il ripristino dell erogazione del servizio; inoltre la Provincia di Padova ed ENEL, in stretta collaborazione con la Prefettura, hanno stipulato uno specifico Protocollo d Intesa per migliorare ulteriormente la rapidità e l efficacia dei propri interventi in caso di emergenza o di calamità naturali. In questo modo Provincia ed ENEL intendono assicurare al territorio provinciale interventi coordinati di uomini, materiali e mezzi, da attivare in caso di emergenza o di eventi calamitosi. ENEL può così intervenire in modo ancor più rapido e mirato nelle località e negli impianti interessati dai guasti, e ripristinare nel più breve tempo possibile l alimentazione elettrica. I mezzi della Provincia assicurano un efficace scorta ai mezzi ENEL, lo sgombero delle strade in occasione di nevicate, ecc. In caso di emergenza black-out il Comune si manterrà in stretto contatto con la Sala Operativa provinciale che coordinerà gli interventi. Per quanto riguarda il territorio di Veggiano è stata effettuata una ricognizione di tutte le strutture presenti e redatte specifiche schede (vedasi Appendice n 8) che contemplano la presenza o meno di generatori di corrente. Nella maggior parte dei casi le strutture censite sono prive di tali risorse per cui, in caso di interruzione elettrica, gli unici mezzi a disposizione sono quelli del Comune o, a seconda della durata ed entità dell interruzione elettrica, del Distretto e della Protezione Civile provinciale Il PESSE Cosa è e come funziona il piano PESSE Il Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale (GRTN) ha predisposto il Piano di Emergenza per la Sicurezza del Sistema Elettrico (PESSE) ai fini di ridurre, 73

31 in caso di necessità, i carichi di energia elettrica tramite distacchi programmati, in modo da evitare che si verifichino black out incontrollati, il PESSE viene applicato da tutte le aziende distributrici. Nelle ore di luce piena, sono previsti turni di distacco a rotazione della durata massima giornaliera di un ora e mezza ciascuno che interessano tutti i tipi di utenza. Sono anche previsti diversi livelli di applicazione, che il GRTN stabilisce in base alla necessità di distacco del carico. Ogni livello superiore comporta un numero crescente di clienti interessati dai distacchi. Per tutti i comuni d Italia è stato predisposto uno schema di fasce orarie di interruzione del servizio nei giorni di eventuale applicazione del Piano. Dal 15 luglio 2004 è inoltre disponibile un servizio telefonico dedicato (numero gratuito ) in cui ciascun utente di un comune può conoscere, con la semplice digitazione del proprio numero cliente (si trova in alto a destra sulla bolletta) sulla tastiera telefonica, il gruppo ed i periodi di eventuale distacco in caso di applicazione del PESSE, al 1 livello di severità Applicazione del Piano L eventuale applicazione del Piano può essere conosciuta direttamente dal sito Internet oltre che su tutti i maggiori organi di informazione Fasce orarie dei possibili distacchi per il Il piano viene applicato da Enel Distribuzione su disposizione di Terna, di seguito si riporta lo schema delle fasce orarie previste per l interruzione programmata dell erogazione di energia elettrica per il, qualora fosse attivato il PESSE: giorno fascia oraria LUNEDI dalle 7:30 alle 9:00 MARTEDI dalle 9:00 alle 10:30 MERCOLEDI dalle 9:00 alle 10:30 dalle 12:00 alle 13:30 GIOVEDI dalle 13:30 alle 15:00 VENERDI dalle 13:30 alle 15:00 SABATO dalle 9:00 alle 10:30 dalle 12:00 alle 13:30 DOMENICA dalle 13:30 alle 15:00 74

CENTRO SEGNALAZIONE EMERGENZE 0971/415211 NUMERO VERDE U.R.P. 800 254169

CENTRO SEGNALAZIONE EMERGENZE 0971/415211 NUMERO VERDE U.R.P. 800 254169 CENTRO SEGNALAZIONE EMERGENZE 0971/415211 NUMERO VERDE U.R.P. 800 254169 Non essendo l evento sismico prevedibile, non è possibile stabilire delle soglie di allerta come, ad esempio, per gli eventi idrogeologici.

Dettagli

PREMESSO CHE: Autorità di bacino Alto Adriatico Comitato Istituzionale - delibera n. 4/2010 - Pagina 2

PREMESSO CHE: Autorità di bacino Alto Adriatico Comitato Istituzionale - delibera n. 4/2010 - Pagina 2 DELIBERA N. 4 Seduta del 21 dicembre 2010 OGGETTO: Adozione del Piano stralcio per l assetto idrogeologico del bacino del fiume Livenza. IL COMITATO ISTITUZIONALE VISTO il D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152

Dettagli

DECRETO SEGRETARIALE N. 10 DEL 03.01.2012

DECRETO SEGRETARIALE N. 10 DEL 03.01.2012 DECRETO SEGRETARIALE N. 10 DEL 03.01.2012 OGGETTO: L. 365/00. Istanza di aggiornamento PAI Tagliamento, ai sensi dell art. 6 delle Norme di Attuazione, a seguito della progettazione di interventi urgenti

Dettagli

AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05

AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05 AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05 Documento approvato con DGR 1532 del 2.12.2005 - Allegato 2 - ALLEGATO 2

Dettagli

IL CONSIGLIO COMUNALE

IL CONSIGLIO COMUNALE Si chiede di iniziare dal punto 3 dell ordine del giorno. I Consiglieri sono d accordo. Illustra l Assessore Diegoli. IL CONSIGLIO COMUNALE PREMESSO CHE: - rientra tra gli obiettivi dell Amministrazione

Dettagli

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N.262 DEL 28 DICEMBRE 2005 CONCERNENTE I PROCEDIMENTI PER L ADOZIONE DI ATTI DI REGOLAZIONE Il presente documento, recante lo schema di

Dettagli

SEZIONE CONEGLIANO VITTORIO VENETO

SEZIONE CONEGLIANO VITTORIO VENETO SEZIONE CONEGLIANO VITTORIO VENETO Elaborata a cura del U.N.U.C.I. Gruppo Provinciale Protezione Civile Ten. F. MESSINA Non dobbiamo mai dare per scontato che a risolvere i nostri problemi siano sempre

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile

Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile 1 Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE STRUTTURA DEL PIANO COMUNE DI RIETI SETTORE VI - Ufficio Protezione Civile CODICE DOCUMENTO ELABORATO 0 1-0 1-0 2-0 4

Dettagli

PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE INDICE

PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE INDICE INDICE Scopo...2 Generalità...2 Mansionario Reperibile...3 Principi generali...3 Mansioni...3 Procedura Attivazione...3 Procedura reperibile... 12 Schede Segnalazione Criticità... 17 Schede Danni Ente

Dettagli

DOCUMENTI DI ANALISI E APPROFONDIMENTO

DOCUMENTI DI ANALISI E APPROFONDIMENTO SEZIONE II SCENARI DI RISCHIO DOC 2.1 LIVELLI DI ALLERTA MODELLO DI INTERVENTO, SCENARI DI RISCHIO E INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE Sommario Scenari di rischio...2 Metodologia utilizzata...2 Gli scenari

Dettagli

Secondo ciclo di incontri di consultazione pubblica Focal Point: Venezia Bacino di riferimento: Bacino Scolante della Laguna di Venezia

Secondo ciclo di incontri di consultazione pubblica Focal Point: Venezia Bacino di riferimento: Bacino Scolante della Laguna di Venezia Secondo ciclo di incontri di consultazione pubblica Focal Point: Venezia Bacino di riferimento: Bacino Scolante della Laguna di Venezia Le azioni previsionali e di monitoraggio della Protezione Civile

Dettagli

VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE : PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA PER REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO

VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE : PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA PER REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO Nelle tavole seguenti si esaminano rispettivamente i valori storico-culturali e il patrimonio storico architettonico con la viabilità storica; in questo caso non si rilevano situazioni di particolare interesse.

Dettagli

REGOLAMENTAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE DEI VEICOLI PESANTI IN AUTOSTRADA IN PRESENZA DI NEVE

REGOLAMENTAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE DEI VEICOLI PESANTI IN AUTOSTRADA IN PRESENZA DI NEVE REGOLAMENTAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE DEI VEICOLI PESANTI IN AUTOSTRADA IN PRESENZA DI NEVE 1.Premessa Gli interventi finalizzati alla gestione delle emergenze che interessano il sistema viario autostradale

Dettagli

REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE DELL ATTIVITA DI REPERIBILITA DEI SERVIZI VIABILITA ed EDILIZIA DELLA PROVINCIA DI CHIETI

REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE DELL ATTIVITA DI REPERIBILITA DEI SERVIZI VIABILITA ed EDILIZIA DELLA PROVINCIA DI CHIETI REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE DELL ATTIVITA DI REPERIBILITA DEI SERVIZI VIABILITA ed EDILIZIA DELLA PROVINCIA DI CHIETI ARTICOLO N.1 DEFINIZIONE La reperibilità è l obbligo del lavoratore di porsi in

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 PIEMONTE D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 Oggetto: Programmazione della rete scolastica nella Regione Piemonte - anni scolastici 2005/06-2006/07 art. 138 del D.lgs 112/98. Indicazioni programmatiche inerenti

Dettagli

REGOLAMENTO RELATIVO ALLA ELEZIONE ED ATTRIBUZIONI DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA DEL COMPARTO DELLA ASL VITERBO

REGOLAMENTO RELATIVO ALLA ELEZIONE ED ATTRIBUZIONI DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA DEL COMPARTO DELLA ASL VITERBO REGIONE LAZIO AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO REGOLAMENTO RELATIVO ALLA ELEZIONE ED ATTRIBUZIONI DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA DEL COMPARTO DELLA ASL VITERBO REVISIONE DATA 0 15.06.2004

Dettagli

REGOLAMENTO DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

REGOLAMENTO DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE COMUNE DI MONTECCHIO MAGGIORE Provincia di Vicenza REGOLAMENTO DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE COMITATO VOLONTARIO PROTEZIONE CIVILE MONTECCHIO MAGGIORE Via del Vigo 336075 Montecchio Maggiore

Dettagli

1 - QUADRO NORMATIVO: COMPETENZE IN MERITO AL RICONOSCIMENTO DELLA

1 - QUADRO NORMATIVO: COMPETENZE IN MERITO AL RICONOSCIMENTO DELLA RICONOSCIMENTO DELLA FIGURA DI TECNICO COMPETENTE IN ACUSTICA AMBIENTALE ART. 2, COMMI SESTO, SETTIMO ED OTTAVO DELLA LEGGE 26 OTTOBRE 1995, N. 447 A cura dell Osservatorio Regionale Agenti Fisici Direzione

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Provincia di Savona Settore Difesa del Suolo e Tutela Ambientale Servizio Protezione Civile. Piano di Emergenza Speditivo per il Rischio Idrogeologico

Provincia di Savona Settore Difesa del Suolo e Tutela Ambientale Servizio Protezione Civile. Piano di Emergenza Speditivo per il Rischio Idrogeologico DEFINIZIONE DELLO SCENARIO Il dato fondamentale per la redazione di un piano di Emergenza, è la definizione dello scenario di riferimento. Per tale capitolo si fa riferimento ai risultati emersi dallo

Dettagli

Comune di Padova. Unità di Progetto di Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MODELLO DI INTERVENTO PER BLACK OUT

Comune di Padova. Unità di Progetto di Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MODELLO DI INTERVENTO PER BLACK OUT Comune di Padova Unità di Progetto di Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MODELLO DI INTERVENTO PER BLACK OUT Procedura di emergenza DISTRETTO PROVINCIALE PADOVA CITTÀ Aggiorna e sostituisce

Dettagli

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A. INDICE 1 GENERALITA... 2 2 RESPONSABILITA... 2 3 MODALITA DI GESTIONE DELLA... 2 3.1 DEI NEOASSUNTI... 3 3.2 MANSIONI SPECIFICHE... 4 3.3 PREPOSTI... 4 3.4 ALTRI INTERVENTI FORMATIVI... 4 3.5 DOCUMENTAZIONE

Dettagli

REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE ALL INTERNO DEGLI EDIFICI DELL UNIVERSITA

REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE ALL INTERNO DEGLI EDIFICI DELL UNIVERSITA REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE ALL INTERNO DEGLI EDIFICI DELL UNIVERSITA (Emanato con D.R. n. 1215 del 28 giugno 2007, pubblicato nel Bollettino Ufficiale n. 69) Sommario

Dettagli

GESTIONE DELLE EMERGENZE DI SERVIZIO

GESTIONE DELLE EMERGENZE DI SERVIZIO GESTIONE DELLE EMERGENZE DI SERVIZIO 1) INTRODUZIONE... 2 2) EMERGENZE DI SERVIZIO... 2 2.1) LE TIPOLOGIE DI EMERGENZA... 2 2.2) INFORMAZIONI RELATIVE ALLE EMERGENZE... 2 3) OBIETTIVI DEGLI INTERVENTI...

Dettagli

REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE DELL ATTIVITA DI REPERIBILITA DEI SERVIZI PROVINCIALI

REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE DELL ATTIVITA DI REPERIBILITA DEI SERVIZI PROVINCIALI REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE DELL ATTIVITA DI REPERIBILITA DEI SERVIZI PROVINCIALI Approvato con deliberazione della Giunta Provinciale n. 153 in data 29.05.2012, modificato con deliberazione G.P.

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305. Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie

B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305. Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305 Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie LA GIUNTA REGIONALE Premesso: che con D.P.R. 12 aprile

Dettagli

PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE PROCEDURA OPERATIVA: RISCHIO GAS Versione 0.0 del 01.07.2011 Redazione a cura di: Corpo Polizia Municipale Reno-Galliera GENERALITA Evento: Guasto o rottura con

Dettagli

ANALISI E GESTIONE DEL RISCHIO PER SCOPI DI PROTEZIONE CIVILE

ANALISI E GESTIONE DEL RISCHIO PER SCOPI DI PROTEZIONE CIVILE Territorio e Rischio Idrogeologico ANALISI E GESTIONE DEL RISCHIO PER SCOPI DI PROTEZIONE CIVILE DR. GEOL. FRANCESCO BENINCASA LIBERO PROFESSIONISTA PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE Il nuovo

Dettagli

Tutela dei versanti e sicurezza idrogeologica

Tutela dei versanti e sicurezza idrogeologica Tutela dei versanti e sicurezza idrogeologica 20 ottobre 2004 Tutela dei versanti e sicurezza idrogeologica Norme di Attuazione: Titolo 6 Elaborati grafici di riferimento: Tavola 2 OBIETTIVI DEL PTCP COORDINAMENTO

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA per la gestione e la valorizzazione dei magazzini idraulici di A.I.PO

PROTOCOLLO D INTESA per la gestione e la valorizzazione dei magazzini idraulici di A.I.PO ALLEGATO A ALLA DELIBERAZIONE N. DEL PROTOCOLLO D INTESA per la gestione e la valorizzazione dei magazzini idraulici di A.I.PO nel circondario idraulico di ROVIGO PROTOCOLLO DI INTESA tra l'agenzia Interregionale

Dettagli

FEDERAZIONE ITALIANA NUOTO (F.I.N.) - ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE REGOLAMENTO DELLA STRUTTURA DI PROTEZIONE CIVILE

FEDERAZIONE ITALIANA NUOTO (F.I.N.) - ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE REGOLAMENTO DELLA STRUTTURA DI PROTEZIONE CIVILE FEDERAZIONE ITALIANA NUOTO (F.I.N.) - ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE Premessa La Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento di Protezione Civile, in base alla Legge

Dettagli

Comune di Padova. Unità di Progetto di Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MODELLO DI INTERVENTO PER SGOMBERO NEVE

Comune di Padova. Unità di Progetto di Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MODELLO DI INTERVENTO PER SGOMBERO NEVE Comune di Padova Unità di Progetto di Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE MODELLO DI INTERVENTO PER Procedura di emergenza DISTRETTO PROVINCIALE PADOVA CITTÀ Aggiorna e sostituisce il

Dettagli

CAPITOLO 8 I PROGRAMMI DI INTERVENTO IN MATERIA DI DIFESA DEL SUOLO

CAPITOLO 8 I PROGRAMMI DI INTERVENTO IN MATERIA DI DIFESA DEL SUOLO CAPITOLO 8 I PROGRAMMI DI INTERVENTO IN MATERIA DI DIFESA DEL SUOLO 207 I PROGRAMMI DI INTERVENTO IN MATERIA DI DIFESA DEL SUOLO 8.1 Criteri generali di individuazione e valutazione degli interventi Gli

Dettagli

Corso di Formazione per Gestori Impianti Sportivi

Corso di Formazione per Gestori Impianti Sportivi Corso di Formazione per Gestori Impianti Sportivi La sicurezza sui luoghi di lavoro Il testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro Ing. Luca Magnelli Firenze 19 ottobre 2010 D.Lgs. 9 Aprile 2008 n.

Dettagli

r REGIONELOMBARDIA DECRETON Del Milano, 2 4 LUG. Oi4 RegioneLombardia 24/07/2014 DIREZIONE GENERALE SICUREZZA, PROTEZIONE CIVILE E IMMIGRAZIONE

r REGIONELOMBARDIA DECRETON Del Milano, 2 4 LUG. Oi4 RegioneLombardia 24/07/2014 DIREZIONE GENERALE SICUREZZA, PROTEZIONE CIVILE E IMMIGRAZIONE _ pagine DIREZIONE GENERALE SICUREZZA, PROTEZIONE CIVILE E IMMIGRAZIONE Identificativo Atto n. 243-7083 24/07/2014 DECRETON Del parte ntegrante di cui pagine di allegati, Lotto si compone di _ Milano,

Dettagli

La protezione civile questa sconosciuta

La protezione civile questa sconosciuta * La protezione civile questa sconosciuta Legge 24 febbraio 1992 n. 225 Art. 1 (Servizio nazionale della protezione civile) È istituito il Servizio nazionale della protezione civile al fine di tutelare

Dettagli

1. Dopo la lettera d) del comma 2 dell articolo 7 della l.r. 81/1995 è inserita la seguente lettera:

1. Dopo la lettera d) del comma 2 dell articolo 7 della l.r. 81/1995 è inserita la seguente lettera: Proposta di legge Norme per l emergenza idrica e per la prevenzione della crisi idropotabile Modifiche alla legge regionale 21 luglio 1995, n. 81 (Norme di attuazione della legge 5 gennaio 1994, n. 36.

Dettagli

Il recepimento della Direttiva Alluvioni: Le attività di competenza del sistema di protezione civile

Il recepimento della Direttiva Alluvioni: Le attività di competenza del sistema di protezione civile Il recepimento della Direttiva Alluvioni: Le attività di competenza del sistema di protezione civile Stefano Vergante Dipartimento Ambiente Settore Protezione Civile ed Emergenza IL QUADRO NORMATIVO Direttiva

Dettagli

CONSIDERATO che il richiamato Accordo Stato-Regioni del 5 novembre 2009 regola ie attività formative realizzate all estero e quelle transfrontaliere;

CONSIDERATO che il richiamato Accordo Stato-Regioni del 5 novembre 2009 regola ie attività formative realizzate all estero e quelle transfrontaliere; LA COMMISSIONE NAZIONALE PER LA FORMAZIONE CONTINUA VISTO il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni e in particolare, l art. 16-ter che istituisce la Commissione nazionale

Dettagli

IL VOLONTARIATO IL RUOLO DEL VOLONTARIATO NEL SERVIZIO NAZIONALE

IL VOLONTARIATO IL RUOLO DEL VOLONTARIATO NEL SERVIZIO NAZIONALE 18 IL VOLONTARIATO Il volontariato di Protezione Civile è nato sotto la spinta delle grandi emergenze che hanno colpito l'italia negli ultimi 50 anni: l'alluvione di Firenze del 1966 e i terremoti del

Dettagli

tra la Regione Autonoma della Sardegna e il Consorzio di Bonifica. per lo svolgimento di attività

tra la Regione Autonoma della Sardegna e il Consorzio di Bonifica. per lo svolgimento di attività SCHEMA DI ACCORDO DI PROGRAMMA tra la Regione Autonoma della Sardegna e il Consorzio di Bonifica. per lo svolgimento di attività inerenti al servizio di piena e intervento idraulico e presidio territoriale.

Dettagli

Sistema di allertamento regionale ai fini di protezione civile

Sistema di allertamento regionale ai fini di protezione civile Sistema di allertamento regionale ai fini di protezione civile Paolo Covelli www.regione.toscana.it/protezionecivile paolo.covelli@regione.toscana.it 055 4385511 Inquadramento generale PREVISIONE Valutazione

Dettagli

Gemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari 17.03. 2008 1

Gemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari 17.03. 2008 1 Gemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari 17.03. 2008 1 Fase 2.1.1 Trasferimento delle esperienze maturate dalla Regione Marche in materia

Dettagli

LA PIANIFICAZIONE E LA GESTIONE DEL TERRITORIO PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO E GEOLOGICO

LA PIANIFICAZIONE E LA GESTIONE DEL TERRITORIO PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO E GEOLOGICO 9 maggio 2015 - Teatro Martinetti Castellamonte (TO) LA PIANIFICAZIONE E LA GESTIONE DEL TERRITORIO PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO E GEOLOGICO Le misure di PROTEZIONE CIVILE: La Protezione Civile

Dettagli

P R O V I N C I A D I NOVARA

P R O V I N C I A D I NOVARA P R O V I N C I A D I NOVARA SETTORE PROTEZIONE CIVILE CONVENZIONE TRA LA PROVINCIA DI NOVARA e CROCE ROSSA ITALIANA COMITATO PROVINCIALE DI NOVARA CONVENZIONE TRA LA PROVINCIA DI NOVARA e CROCE ROSSA

Dettagli

REGIONE LIGURIA - Giunta Regionale

REGIONE LIGURIA - Giunta Regionale O GG E TTO : Art. 57 LR 36/97 e art. 8 LR 18/99 : Schema di Accordo di Pianificazione per variante PTC della Provincia di Genova in recepimento del Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico del Bacino

Dettagli

Circolare N.24 del 07 Febbraio 2013. Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze

Circolare N.24 del 07 Febbraio 2013. Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze Circolare N.24 del 07 Febbraio 2013 Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze Sicurezza sul lavoro: obblighi e scadenze Gentile cliente, con la presente desideriamo informarla che, il D.Lgs n. 81/2008

Dettagli

PIANIFICAZIONE E DIFESA DEL SUOLO IN TOSCANA Ing. Beatrice Mengoni Settore Difesa del suolo Regione Toscana

PIANIFICAZIONE E DIFESA DEL SUOLO IN TOSCANA Ing. Beatrice Mengoni Settore Difesa del suolo Regione Toscana Progetto di Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni FASE DI PARTECIPAZIONE ATTIVA (art.66 c.7 D.Lgs 152/06) I INCONTRO PUBBLICO PIANIFICAZIONE E DIFESA DEL SUOLO IN TOSCANA Ing. Beatrice Mengoni Settore

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE COMUNE DI CASTENASO (Bologna) REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE Adottato con delibera consiliare n. 92 del 20/12/01 INDICE : art. 1 Finalità art.2 Obiettivi comunali

Dettagli

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI COMUNE DI VIANO PROVINCIA DI REGGIO EMILIA REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Approvato con deliberazione di G.C. n. 73 del 28.11.2000 INDICE TITOLO 1 ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4 ART. 5 ART.

Dettagli

B. INDIVIDUAZIONE DEGLI SCENARI DI RISCHIO

B. INDIVIDUAZIONE DEGLI SCENARI DI RISCHIO B. INDIVIDUAZIONE DEGLI SCENARI DI RISCHIO Descrizione I rischi sono noti e quantificabili quando ci sono dei sistemi di monitoraggio presenti nel territorio che consentano di attivare la risposta locale

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014-2016

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014-2016 PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014-2016 Approvato con delibera del CdA num. 39 del 13 ottobre 2014 Il presente programma fa riferimento alle deliberazioni di Consiglio di

Dettagli

Il sistema di allertamento per il rischio idraulico e le altre misure di Protezione civile previste nell ambito della Direttiva 2007/60/CE

Il sistema di allertamento per il rischio idraulico e le altre misure di Protezione civile previste nell ambito della Direttiva 2007/60/CE Il sistema di allertamento per il rischio idraulico e le altre misure di Protezione civile previste nell ambito della Direttiva 2007/60/CE Il piano di gestione del rischio di alluvioni Autorità di bacino

Dettagli

Aspetti geologici nella pianificazione

Aspetti geologici nella pianificazione Associazione Nazionale Urbanisti e Pianificatori Territoriali e Ambientali con il patrocinio di Comune di Este Consorzio di Bonifica Adige Euganeo PREVENZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO: PREVENZIONE UN COMPITO

Dettagli

Sicurezza nei lavori in presenza di rischi elettrici

Sicurezza nei lavori in presenza di rischi elettrici Con la pubblicazione della IV edizione della Norma CEI 11-27: Lavori su impianti elettrici sono state introdotte alcune sostanziali modifiche rispetto alla precedente edizione che non è più applicabile

Dettagli

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007 Progettazione ed erogazione di servizi di consulenza e formazione M&IT Consulting s.r.l. Via Longhi 14/a 40128 Bologna tel. 051 6313773 - fax. 051 4154298 www.mitconsulting.it info@mitconsulting.it SVILUPPO,

Dettagli

Il Ministro delle Attività Produttive

Il Ministro delle Attività Produttive Il Ministro delle Attività Produttive VISTO l articolo 21, del Decreto legislativo 23 maggio 2000, n.164, che stabilisce che, a decorrere dal 1 gennaio 2003, le imprese di gas naturale che svolgono nel

Dettagli

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA ing. Davide Musiani Modena- Mercoledì 8 Ottobre 2008 L art. 30 del D.Lgs 81/08 suggerisce due modelli organizzativi e di controllo considerati idonei ad avere efficacia

Dettagli

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016.

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. Indice: Premessa 1. FONTI NORMATIVE 2. STRUMENTI 3. DATI DA PUBBLICARE 4. INIZIATIVE DI

Dettagli

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 14 marzo 2013, n. 449

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 14 marzo 2013, n. 449 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE 14 marzo 2013, n. 449 Modifica della deliberazione 18 luglio 2008, n. 1820 (Sistema di accreditamento per l'affidamento in gestione degli interventi formativi cofinanziati

Dettagli

PROVINCIA DI UDINE DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO CON I POTERI DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DI CUI ALL ART. 42 DEL D.LGS. 267/2000

PROVINCIA DI UDINE DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO CON I POTERI DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DI CUI ALL ART. 42 DEL D.LGS. 267/2000 PROVINCIA DI UDINE DELIBERAZIONE DEL COMMISSARIO CON I POTERI DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DI CUI ALL ART. 42 DEL D.LGS. 267/2000 SEDUTA DEL GIORNO 21/12/2007 Commissario: Segretario Generale: SPAGNUL dott.

Dettagli

Organizzazioni di volontariato: quadro sintetico degli adempimenti in materia di salute e sicurezza dei lavoratori.

Organizzazioni di volontariato: quadro sintetico degli adempimenti in materia di salute e sicurezza dei lavoratori. Sede operativa via Ricasoli, 9-50122 Firenze Sede Legale via de' Martelli 8-50129 Firenze Tel. 055 271731 - Fax 055 214720 http://www.cesvot.it Organizzazioni di volontariato: quadro sintetico degli adempimenti

Dettagli

R E G O L A M E N T O

R E G O L A M E N T O COMUNE DI VENZONE UDINE PROVINCIA DI ************************************************************************************************ R E G O L A M E N T O PER LA COSTITUZIONE ED IL FUNZIONAMENTO DEL GRUPPO

Dettagli

il rispetto della legalità, la mediazione dei conflitti e il dialogo tra le persone, l integrazione e l inclusione sociale.

il rispetto della legalità, la mediazione dei conflitti e il dialogo tra le persone, l integrazione e l inclusione sociale. Comune di Modena Corpo Polizia Municipale PROGETTO VOLONTARI Il Corpo di Polizia Municipale di Modena, ai sensi di quanto previsto dall articolo 8 della legge regionale 24/03 intende realizzare forme di

Dettagli

DETERMINAZIONE PROT N. 8498 / REP. N. 509 DEL 02.10.2012

DETERMINAZIONE PROT N. 8498 / REP. N. 509 DEL 02.10.2012 AUTORITà DI BACINO DETERMINAZIONE PROT N. 8498 / REP. N. 509 DEL Oggetto: Comune di Arzana - Studio di compatibilità geologica e geotecnica ai sensi dell art. 31 comma 6 lett. a delle N.A. del PAI inerente

Dettagli

L.R. 12/2006, art. 6, commi da 82 a 89 B.U.R. 3/1/2007, n. 1. DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 12 dicembre 2006, n. 0381/Pres.

L.R. 12/2006, art. 6, commi da 82 a 89 B.U.R. 3/1/2007, n. 1. DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 12 dicembre 2006, n. 0381/Pres. L.R. 12/2006, art. 6, commi da 82 a 89 B.U.R. 3/1/2007, n. 1 DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 12 dicembre 2006, n. 0381/Pres. LR 12/2006, articolo 6, commi da 82 a 89. Regolamento concernente i criteri

Dettagli

Provincia di Cremona

Provincia di Cremona Provincia di Cremona REGOLAMENTO DELLA CONSULTA PROVINCIALE PER IL COORDINAMENTO DEL VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE DELLA PROVINCIA DI CREMONA Approvato con Delibera di Consiglio Provinciale N 17 del

Dettagli

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI Articolo 1 (Campo di applicazione) Il presente decreto si

Dettagli

ADEMPIMENTI NORMATIVI PER STABILIMENTI SOGGETTI AGLI OBBLIGHI DELL ART. 8 D.LGS. 334/99 e s.m.i.

ADEMPIMENTI NORMATIVI PER STABILIMENTI SOGGETTI AGLI OBBLIGHI DELL ART. 8 D.LGS. 334/99 e s.m.i. AGLI OBBLIGHI DELL ART. 8 D.LGS. 334/99 Data ultimo aggiornamento documento: 09/11/2012 1. Adempimenti per le aziende in art. 8 2. Sanzioni 3. Principali attività della Pubblica Amministrazione I Gestori

Dettagli

CONCETTI E DEFINIZIONI

CONCETTI E DEFINIZIONI Contenuti del DVR CONCETTI E DEFINIZIONI Valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell ambito dell organizzazione in cui essi prestano la propria

Dettagli

STATUTO CONSORTILE. Art. 50, comma 4

STATUTO CONSORTILE. Art. 50, comma 4 STATUTO CONSORTILE Art. 50, comma 4 Entro due anni dall approvazione dello statuto da parte della Giunta regionale, il Consorzio provvede ad esplicitare nell avviso di pagamento lo specifico beneficio

Dettagli

Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Opere Sociali di N.S. di Misericordia Savona

Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Opere Sociali di N.S. di Misericordia Savona PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA La trasparenza è uno strumento per il controllo diffuso da parte dei cittadini dell attività amministrativa e un elemento dell azione di prevenzione

Dettagli

Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO

Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO area: codice ufficio: 102 SERVIZIO DI STAFF CONTROLLI R.A.S.S.

Dettagli

PIANO GENERALE DEL SISTEMA FOGNARIO DEL COMUNE DI RIMINI 11 PIANO DEGLI INTERVENTI CON INDIVIDUAZIONE DEL LIVELLO DI PRIORITA E DEI COSTI

PIANO GENERALE DEL SISTEMA FOGNARIO DEL COMUNE DI RIMINI 11 PIANO DEGLI INTERVENTI CON INDIVIDUAZIONE DEL LIVELLO DI PRIORITA E DEI COSTI PIANO GENERALE DEL SISTEMA FOGNARIO DEL COMUNE DI RIMINI 11 PIANO DEGLI INTERVENTI CON INDIVIDUAZIONE DEL LIVELLO DI PRIORITA E DEI COSTI 85 PIANO GENERALE DEL SISTEMA FOGNARIO DEL COMUNE DI RIMINI IL

Dettagli

PIANO DI PROTEZIONE CIVILE ED EMERGENZA COMUNALE STRUTTURA E FUNZIONI DEL CENTRO OPERATIVO COMUNALE (C.O.C.) Comune di: ATESSA

PIANO DI PROTEZIONE CIVILE ED EMERGENZA COMUNALE STRUTTURA E FUNZIONI DEL CENTRO OPERATIVO COMUNALE (C.O.C.) Comune di: ATESSA Comune di: ATESSA PREMESSA Il Sindaco in qualità di autorità di protezione civile, per la direzione ed il coordinamento del servizio di soccorso e assistenza alla popolazione, si avvale della struttura

Dettagli

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare febbraio 2013 1 1 PREMESSA... 3 1.1 Oggetto... 3 1.2 Perimetro di applicazione e modalità di recepimento...

Dettagli

Sintesi dei risultati

Sintesi dei risultati Sintesi dei risultati La ricerca commissionata dal Dipartimento della Funzione pubblica e realizzata da Datamedia si compone di due sezioni: a una prima parte indirizzata, tramite questionario postale,

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO AMBITO DI APPLICAZIONE TITOLO I PRINCIPI GENERALI Finalità del processo di gestione del patrimonio Fondo stabilizzazione

Dettagli

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo. L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono

Dettagli

Evento meteo, idrogeologico e idraulico

Evento meteo, idrogeologico e idraulico 163 A seguito della ricezione di Avviso od Informativa di previsione per fenomeni meteorologici avversi o a seguito di un Ufficio Gestione delle Emergenze ed Eventi Servizio I/ Gestione Sala Operativa

Dettagli

La giusta protezione per la sicurezza della tua azienda.

La giusta protezione per la sicurezza della tua azienda. La giusta protezione per la sicurezza della tua azienda. Catalogo Corsi Sicurezza Rischio Medio (d.lgs 81/08 e suc. mod.) Per la gamma completa di prodotti visita www.aforabruzzo.it corsi base 2 Corso

Dettagli

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica

Figura 3.22 - Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura 3.23 - Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.22 Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica Figura 3.23 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica 67 Figura 3.24 Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica (dati

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

REGOLAMENTO DEI CENTRI DI VACANZA PER MINORI DI CUI ALL ARTICOLO 7, COMMA 2 DELLA LEGGE REGIONALE 3 LUGLIO 2000, N. 13 CAPO I

REGOLAMENTO DEI CENTRI DI VACANZA PER MINORI DI CUI ALL ARTICOLO 7, COMMA 2 DELLA LEGGE REGIONALE 3 LUGLIO 2000, N. 13 CAPO I REGOLAMENTO DEI CENTRI DI VACANZA PER MINORI DI CUI ALL ARTICOLO 7, COMMA 2 DELLA LEGGE REGIONALE 3 LUGLIO 2000, N. 13 CAPO I NORME DI CARATTERE GENERALE Art. 1 (Oggetto) 1. Il presente regolamento, emanato

Dettagli

AUTORITÀ DI BACINO INTERREGIONALE DEL FIUME TRONTO IL COMITATO ISTITUZIONALE

AUTORITÀ DI BACINO INTERREGIONALE DEL FIUME TRONTO IL COMITATO ISTITUZIONALE DELIBERAZIONE DEL COMITATO ISTITUZIONALE N. 03 DEL 07/06/2007 L anno duemilasette (2007) il giorno sette (7) del mese di giugno alle ore 10,30, presso la sede dell Autorità di Bacino Interregionale del

Dettagli

Elementi di Pianificazione di Emergenza comunale: l'identificazione degli scenari di rischio

Elementi di Pianificazione di Emergenza comunale: l'identificazione degli scenari di rischio Elementi di Pianificazione di Emergenza comunale: l'identificazione degli scenari di rischio Eva Trasforini Fondazione CIMA eva.trasforini@cimafoundation.org Vi racconto qualcosa di me Ho un TOT di anni

Dettagli

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO 1. Finalità degli interventi emblematici 2 2. Ammontare delle assegnazioni e soggetti destinatari 2 3. Aree filantropiche di pertinenza

Dettagli

Quadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale.

Quadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale. L.R. 4/09/1997, n. 36. Pubblicata nel B.U. Liguria 17 settembre 1997, n. 16, L.R. 30/12/1998, n. 38. Pubblicata nel B.U. Liguria 20 gennaio 1999, n. 1. L.R. 4/08/2006, n. 20. Pubblicata nel B.U. Liguria

Dettagli

ALLEGATO I RISCHIO IDRAULICO

ALLEGATO I RISCHIO IDRAULICO ALLEGATO I RISCHIO IDRAULICO Ing. Stefano Allegri Tec.Comunale Sindaco Responsabile Firma Funzione Responsabile Firma Funzione Responsabile Firma Redazione Verifica Approvazione Pag. 1 di 1 1. CONSIDERAZIONI

Dettagli

Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente

Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente Commissione Consultiva Permanente Comitato n. 4 Modelli di Organizzazione e di Gestione (MOG) Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente Prima di procedere

Dettagli

CITTÀ DI AGROPOLI. Regolamento per la pubblicazione delle Determinazioni sul sito internet istituzionale dell Ente

CITTÀ DI AGROPOLI. Regolamento per la pubblicazione delle Determinazioni sul sito internet istituzionale dell Ente CITTÀ DI AGROPOLI Regolamento per la pubblicazione delle Determinazioni sul sito internet istituzionale dell Ente Approvato con deliberazione della Giunta comunale n 358 del 06.12.2012 Regolamento per

Dettagli

PRINCIPI FONDAMENTALI...

PRINCIPI FONDAMENTALI... QUALITA DEL SERVIZIO 1) PREMESSA... 2 2) PRINCIPI FONDAMENTALI... 2 2.1) EFFICIENZA NEL SERVIZIO... 2 2.2) CONTINUITÀ... 2 2.3) IMPARZIALITÀ DI TRATTAMENTO... 3 2.4) SALUTE, SICUREZZA ED AMBIENTE... 3

Dettagli

CORSO FORMAZIONE. art. 71 comma 7 del D.Lgs. 81/08

CORSO FORMAZIONE. art. 71 comma 7 del D.Lgs. 81/08 CORSO FORMAZIONE CARRELLI ELEVATORI SEMOVENTI art. 71 comma 7 del D.Lgs. 81/08 In ottemperanza al D.Lgs. 81/08 e successive modifiche introdotte con le novità apportate dalla Conferenza Permanente Stato

Dettagli

OGGETTO: parere in merito al regime autorizzativo di impianti fotovoltaici collocati su serre

OGGETTO: parere in merito al regime autorizzativo di impianti fotovoltaici collocati su serre DIREZIONE GENERALE PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE E NEGOZIATA, INTESE. RELAZIONI EUROPEE E RELAZIONI SERVIZIO AFFARI GENERALI, GIURIDICI E PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA INTERNAZIONALI IL RESPONSABILE GIOVANNI

Dettagli

Regolamento per il Servizio di Volontariato di Difesa Ambientale e controllo, deposito, gestione, raccolta e smaltimento dei rifiuti

Regolamento per il Servizio di Volontariato di Difesa Ambientale e controllo, deposito, gestione, raccolta e smaltimento dei rifiuti Comune di Monteforte Irpino PROVINCIA DI AVELLINO Settore Ambiente Regolamento per il Servizio di Volontariato di Difesa Ambientale e controllo, deposito, gestione, raccolta e smaltimento dei rifiuti ^^^^

Dettagli

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni L art. 1, comma 86, della l. n. 56/2014 ha elencato le funzioni fondamentali delle Province non comprendendo tra queste il servizio idrico integrato;

Dettagli