IL MODELLO ORGANIZZATIVO

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1 LE COOPERATIVE E LE MUTUE ASSICURATRICI PROF. GIANCARLO LAURINI

2 Indice 1 LE COOPERATIVE IL MODELLO ORGANIZZATIVO I CONSORZI DI COOPERATIVE E IL GRUPPO COOPERATIVO PARITETICO LE MUTUE ASSICURATRICI di 10

3 1 Le cooperative Le società cooperative sono imprese collettive aventi lo scopo mutualistico di procurare beni o servizi od occasioni di lavoro ai soci a condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbero sul mercato, eliminando i costi delle intermediazioni. Così distinguendosi dalle società lucrative, che hanno lo scopo di esercitare un attività economica per dividerne gli utili tra i soci. Le cooperative hanno quindi, quella finalità sociale cui l art 45 della Costituzione attribuisce rilevanza costituzionale. La loro disciplina è contenuta negli articoli del codice civile. Tale disciplina è stata in gran parte riscritta dal d.lgs. 17 gennaio 2003 n. 6 e da alcune leggi speciali che regolano i vari settori della cooperazione. Caratteristica fondamentale delle cooperative è la variabilità del capitale, che consente l entrata e l uscita dei soci senza che la relativa modifica del capitale in aumento o in riduzione, comporti modificazione dell atto costitutivo. È questo il principio della cd porta aperta, cui si accompagna il principio del voto per teste non in proporzione alla quota di capitale posseduto. Due caratteristiche della cooperativa che danno rilevanza al socio in quanto tale nella vita sociale e non in relazione alla percentuale di capitale posseduto. 3 di 10

4 2 Il modello organizzativo Le cooperative, a seguito delle riforme del 2003, possono essere organizzate e disciplinate secondo le norme che disciplinano la società per azioni oppure secondo quelle proprie della società a responsabilità limitata; con la conseguenza che nel primo caso la partecipazione del socio si concretizza in azioni e nel secondo in quote di capitale. a) I principi fondamentali: non esiste la cooperativa con un solo, socio ma un minimo di 9 soci (riducibile a 3 se i soci sono persone fisiche e si adotta il modello/disciplina della srl (piccole cooperative); a) il valore nominale della partecipazione non può essere inferiore a 25 euro, né superiore a 500 euro e i soci non possono avere quote di valore superiore a 100 euro; b) in assemblea ogni socio ha un voto, indipendentemente dalla quota di capitale di cui sia titolare ed è necessario che sia scritto nel libro soci. Ciascun socio imprenditore non può rappresentare più dieci soci e, se imprenditore, può conferire delega per il voto al coniuge o a parenti entro il terzo grado o affini entro il secondo che collaborino con la sua impresa. I quorum partecipativi e deliberativi sono quelli stabiliti per il tipo di società cui la cooperativa fa riferimento per la sua struttura (spa o srl); c) per le cooperative che hanno diverse categorie di soci, sono previste le assemblee separate, obbligatorie quando abbiano più di tremila soci ovvero svolgano l attività sociale in più province; 4 di 10

5 d) l amministrazione e il controllo delle cooperative seguono il modello della società di riferimento, con alcune particolarità legislativamente previste; e) è prevista la possibilità di emettere strumenti finanziari. b) I soci finanziatori L importanza che nella vita e per l attività sociale, ha comunque una congrua dotazione di mezzi finanziari, ha però portato il legislatore a consentire forme di finanziamento da parte di persone interessate non tanto all attività mutualistica in sé ed ai servizi offerti ai soci a prezzo più conveniente, quanto ai frutti dell investimento di capitale. È sorta così la figura del socio finanziatore, che nettamente si distingue dal socio cooperativo: ad ambedue è assicurata una partecipazione agli utili dell impresa in proporzione alla quota di capitale posseduta Con la precisazione però, che mentre per i sovventori si tratta di utili veri e propri in quanto frutto del solo capitale da ciascuno di esse investito, per i cooperatori si tratta di ristorni, cioè di recupero di quanto essi hanno pagato in più rispetto al costo puro del bene o servizio ricevuto come soci. Da segnalare che, mentre gli utili sono soggetti a imposizione fiscale come qualsiasi altro reddito, i ristorni ne sono esenti. Qualora la cooperativa svolga attività anche nei confronti di terzi, perseguendo per questa parte uno scopo lucrativo, è possibile che vengano distribuiti utili non solo ai soci finanziatori, ma anche ai soci cooperatori, purchè nell atto costitutivo siano specificati modalità e percentuali massime (art co. 2 n. 8 e 2542 co. 2 c.c.). In tal caso, la mutualità pura si appanna e diviene spuria, e l unica differenza veramente significativa rispetto alla società lucrativa, resta il voto capitario e non secondo l entità del capitale sottoscritto dal socio. 5 di 10

6 c) Le cooperative a mutualità prevalente La riforma del 2003 ha introdotto la figura della cooperativa a mutualità prevalente che, svolgendo la sua attività prevalentemente nei confronti dei soci o avvalendosi prevalentemente delle loro prestazioni lavorative, si distingue dalle cooperative diverse e gode di particolari benefici fiscali, che sono invece negati a queste ultime. Affinché una cooperativa sia riconosciuta essere a mutualità prevalente e goda delle relative agevolazioni fiscali, è necessario che lo statuto contenga le seguenti prescrizioni: 1. divieto di distribuire dividendi in misura superiore all interesse massimo dei buoni postali fruttiferi, aumentato di due punti e mezzo, rispetto al capitale effettivamente versato; 2. divieto di remunerare gli strumenti finanziari offerti in sottoscrizione ai soci cooperatori in misura superiore a due punti rispetto al limite massimo previsto per i dividendi; 3. divieto di distribuire le riserve fra i soci cooperatori; 4. obbligo di devoluzione, in caso di scioglimento della società, dell intero patrimonio sociale, dedotto soltanto il capitale sociale e i dividendi eventualmente maturati, ai fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione. Queste cooperative sono soggette a una particolare vigilanza esercitata dal Ministero dello sviluppo economico, per verificare costantemente la permanenza dei requisiti che giustificano la concessione di quei benefici fiscali che non spettano, invece, alle cooperative diverse. Nell ampio firmamento delle cooperative si distinguono peraltro: cooperative di consumo, che procurano ai soci beni e servizi al minor costo e cooperative di produzione e lavoro, che 6 di 10

7 producano ai soci occasioni di lavoro a migliori condizioni normative ed economiche. Altre sottodistinzioni sono quelle tra cooperative di consumo in senso stretto, che vendono beni e servizi al prezzo di costo; cooperative edilizie, che costruiscono e assegnano ai soci case di abitazione e cooperative di credito (banche popolari e banche di credito cooperativo), che concedono finanziamenti ai soci utilizzando capitali raccolti tra soci o mediante depositi da parte di terzi. d) Le cooperative sociali Dalle cooperative vere e proprie, vanno tenute distinte le cooperative sociali, che perseguono uno scopo di lucro esclusivamente per arrecare un beneficio a soggetti diversi dai soci. Esse quindi, hanno uno scopo esclusivamente altruistico e potrebbero forse meglio essere inquadrata nell ambito delle associazioni. 7 di 10

8 3 I consorzi di cooperative e il gruppo cooperativo paritetico I consorzi di cooperative vengono utilizzati per costruire un organizzazione comune fra più cooperative, diretto a facilitare il raggiungimento dello scopo mutualistico proprio di ciascuna di esse. Si tratta, in sostanza, di cooperative di secondo grado, certamente diverse dai Consorzi fra cooperative per il coordinamento della produzione e degli scambi, di cui all art. 27-ter del d.lgs. C.P.S. n Il gruppo cooperativo paritetico L art septies, introdotto nel codice civile dalla riforma delle società del 2003, disciplina la figura del gruppo cooperativo paritetico che, con la struttura propria del gruppo orizzontale, regola contrattualmente la direzione e il coordinamento delle rispettive imprese. 8 di 10

9 4 Le mutue assicuratrici Le mutue assicuratrici o società di mutua assicurazione hanno la struttura di società cooperative a responsabilità limitata ed hanno per scopo quello di assicurare ai soci, a condizioni migliori, i servizi che conseguirebbero attraverso la stipula di un contratto di assicurazione. La qualità di socio e quella di assicurato sono dunque strettamente congiunte, di tal che la prima si può acquistare solo assicurandosi presso la società e estinguendosi l assicurazione, viene meno la qualità di socio (2546). È qui balza evidente la differenza rispetto alla società cooperativa, nella quale il socio non consegue i beni, i servizi. Le occasioni di lavoro in virtù della sola partecipazione sociale, ma occorre ogni volta un negozio ulteriore (p.e., in una cooperativa di consumo, un contratto di compra-vendita del bene). Per altro verso, conserva la qualità di socio anche quando il negozio ulteriore abbia esaurito i suoi effetti o non stipuli altri contratti. Tuttavia, al fine di facilitare la provvista di fondi alla mutua assicuratrice, il legislatore ha derogato al principio di rigida interdipendenza tra la qualità di socio e quella di assicurato, consentendo che divengano soci anche soggetti che effettuino conferimenti a fronte dei quali hanno diritto agli utili ma non alla copertura assicurativa: sono i cd. soci sovventori (art c.c.). La società, conseguentemente, ha un suo patrimonio, costruito con i versamenti di tutti i soci (assicurati e sovventori) che garantisce l adempimento delle obbligazioni sociali, rimanendo la responsabilità dei soci limitata al contributo versato, senza responsabilità personale (2546 c.c.). In considerazione della natura e dell oggetto sociale, le mutue assicuratrici sono in generale soggette all autorizzazione, alla vigilanza e agli altri controlli stabiliti dalle leggi speciali per 9 di 10

10 l esercizio dell attività di assicurazione, che abbiamo visto trattando del contratto di assicurazione, se ed in quanto compatibili con la specialità del rapporto. 10 di 10