GLI ITALIANI IN AUSTRALIA

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1 GLI ITALIANI IN AUSTRALIA Ministero degli Affari Esteri Osservatorio sulla Formazione sul Lavoro degli Italiani all Estero Maggio 2008

2 Sommario 1. Cenni storici e politiche migratorie 2. Quadro socio-demografico attuale 3. Profilo socio-economico 3.1. L interscambio Italia Australia e la presenza di investimenti diretti di imprese italiane in Australia 3.2. Le politiche per il lavoro e la rete degli Uffici per l impiego 4. La formazione degli italiani in in Australia 4.1. Legislazione in tema di formazione ed educazione in Australia 4.2 La struttura del sistema scolastico L educazione terziaria a. La formazione tecnico professionale (Vocational and Educational Training - VET): i college b. la formazione universitaria 4.3. Il livello di istruzione 4.4 La cooperazione italo-australiana in ambito formativo 5. Progetti attuati per gli italiani in Australia 6. La realtà associativa 6.1. Descrizione del fenomeno 6.2. Associazioni assistenziali 6.3. Associazioni culturali 6.4. Associazioni ricreative 7. L informazione 7.1. La stampa 8. Tematiche correnti Appendice 1: Le statistiche o Tab. 1 - Cittadini italiani residenti in Australia per regione italiana di provenienza ( ) o Tab. 2 - Cittadini italiani residenti in Australia per circoscrizione consolare di appartenenza ( ) o Tab. 3-Cittadini italiani iscritti per trasferimento di residenza dall'australia Tab.4-Cittadini italiani cancellati per trasferimento di residenza per l'australia o Tab. 5 - Province. Italiani iscritti e cancellati per trasferimento di residenza da e per l'australia Appendice 2: La rete istituzionale e la società civile o Rete diplomatico consolare italiana o Istituti Italiani di Cultura 2

3 o o o o Ufficio Addetto Scientifico e Tecnologico CGIE Consiglio Generale Italiani all Estero Comitati per gli italiani all'estero - Comites Enit Appendice 3: La rete economico imprenditoriale e dell impiego o Rete camerale - o Istituto Commercio Estero o Elenco principali ditte italiane presenti in Argentina o Rete degli uffici per l impiego Appendice 4: La rete del sistema educativo formativo o Lettorati o Scuole Italiane in Australia o Università o Ricercatori Iscritti alla Banca dati Davinci Appendice 5: I progetti o Progetti attuati per gli italiani in Australia o Enti attuatori Appendice 6: Le associazioni, i circoli e i patronati italiani all estero o Le associazioni, i circoli e i patronati italiani all estero Appendice 7: I Media o Radio o Stampa o Televisione 3

4 1. Cenni storici e politiche migratorie Il 1788, anno dell annessione alla Corona inglese, è la data d inizio della colonizzazione in terra d Australia. Il nuovissimo continente risolve da subito un problema pressante per il Governo britannico a seguito della perdita della colonia americana con la dichiarazione d indipendenza del 1776: quello della deportazione dei sudditi condannati all ergastolo. Fu proprio ad opera dei galeotti che terminavano di scontare il periodo di pena, e dei soldati e marinai al termine del periodo di ferma, che furono creati i primi insediamenti di tipo stabile. Esistono tracce di una presenza italiana in questa fase: a Nicola Rossi, capo della polizia, che portò ordine nella non facile situazione di convivenza civile, fu dedicata la città di Rossiville. Il medico dei galeotti a Port Macquarie, l italiano Carlo Fattorini, lottò con successo per il riconoscimento professionale dei dottori con laurea non inglese. 1 Bisogna aspettare il secolo seguente ( ) per registrare la prima migrazione assistita di massa per oltre lavoratori britannici, soprattutto cattolici irlandesi. In questa epoca arrivano anche i missionari, inviati per convertire gli autoctoni. Don Angelo Confalonieri visse tra gli aborigeni nel Nord del Paese, imparò e compilò un piccolo glossario delle lingue indigene locali. Insieme a lui erano arrivati due spagnoli membri di una comunità benedettina italiana, che pubblicarono nel 1851 il primo libro in lingua italiana sulle nuove colonie in Australia. Proprio in questi tempi, stava iniziando il periodo post-penale o della Gold Rush, una fase di rapida trasformazione a seguito della scoperta dei giacimenti d oro. Arrivano contingenti di svizzero-italiani e italiani in numero imprecisato, soprattutto nella zona del Victoria. Oltre ai minatori, si registrano personalità come il farmacista Giuseppe Bosisto, che intraprese una brillante carriera politica e fondò una fiorente fabbrica che esportò olio di eucalipto in tutto il mondo. Nacque una fabbrica di maccheroni, ad opera di Cos Lucini, mentre la famiglia Rolleri fece affari con le sorgenti di acqua minerale e gestiva un albergo. 2 Al 1881, risale la fondazione, nella parte settentrionale del Nuovo Galles del Sud di un villaggio chiamato New Italy (1881): su un terreno povero e già scartato da altri, sorsero vigneti e piantagioni di verdura, frutta, frumento, tabacco, zucchero, granoturco. 3 Nell ultimo decennio dell Ottocento, inizia un flusso di immigrazione pianificata con lo scopo di rimpiazzare i braccianti provenienti dalla regione del Pacifico 4 nella coltivazione della canna da zucchero: vengono reclutati contingenti dall Europa in ottemperanza alla politica migratoria denominata Australia bianca tendente ad escludere popolazioni di altre razze. 1 Lorigiola T., Australia contemporanea: multiculturalismo e immigrazione ( ), Edizioni Eurograf, p Co.As.It., Australia s Italians, Italian Historical Society. pp I discendenti della comunità di New Italy, nel corso del tempo, lasciarono la zona per terreni migliori e occupazioni diverse. L ultimo residente morì nel 1955, e la località di Nuova Italia esiste oggi solo a monumento di una comunità di pionieri. 4 L esclusione di immigrati asiatici iniziò a metà ottocento, quando vennero esclusi i minatori cinesi nel Victoria e nel New South Wales. I kanakas, importati dalle isole del Pacifico, furono esclusi dal Queensland come condizione per poter essere ammesso alla Federazione che venne stabilita nel

5 Trecento contadini italiani (da Piemonte, Lombardia, Veneto e Sicilia) si insediano nel Queensland, regione che comincia a caratterizzarsi fortemente con questa presenza, destinata a crescere rapidamente. Il passaggio al nuovo secolo segna una cesura importante nella storia dell Australia che, nel 1901, diventa uno Stato Federale il Commonwealth dell Australia, inserito nel Commonwealth britannico. In questi primi anni del 900 sono oltre gli italiani, impiegati prevalentemente in agricoltura e nel settore minerario. 5 Paradossalmente, la dedizione al lavoro e la resistenza a ritmi durissimi tanto nelle piantagioni quanto in miniera fanno sì che gli italiani diventino bersaglio del movimento sindacale australiano, timoroso del fatto che il non rispetto di direttive e restrizioni potesse causare un peggioramento delle condizioni di lavoro ed un abbassamento dei livelli salariali. Si riporta che il neonato Parlamento Federale, nel 1902, manifestò la preoccupazione che gli immigrati italiani diventassero una piaga sociale peggiore delle persone di colore, come già lo erano negli Stati Uniti. 6 Venne approvato e inserito nello Sugar Act che il 75% dei posti di lavoro nel taglio della canna fosse riservato ai britannici. Nella regione del Western Australia, presso le miniere d oro di Kalgoorlie, si verificarono scontri ed episodi di violenza. Dal 1921, in corrispondenza con l introduzione di un sistema di quote per l immigrazione da parte degli Stati Uniti, aumenta il numero di coloro che optano per l Australia come propria destinazione. Il censimento del 1921 registra italiani: lo stesso dato sale a nel 1933, con una presenza sempre maggiore di donne in virtù dei ricongiungimenti familiari. Da questo anno in poi, le persone nate in Italia rappresenteranno sempre il primo gruppo etnico non di lingua inglese in Australia. Nonostante le difficoltà iniziali (dovute, come accennato, all insediamento in un ambiente ostile da un punto di vista sociale e anche naturale), e nonostante si sentissero gli effetti della Grande Depressione, gli italiani d Australia riescono a trovare efficaci strategie di integrazione, anche grazie alla coesione della propria comunità d origine. I mestieri si diversificano, sono particolarmente fiorenti le attività nel settore della produzione alimentare e nella ristorazione. Ma proprio quando gli italiani cominciano ad affluire in numero significativo e a raggiungere un discreto livello di benessere, con lo scoppio della seconda guerra mondiale vengono identificati come enemy aliens, soggetti potenzialmente pericolosi, in quanto cittadini di uno Stato belligerante con l Australia. Il consolato ed i circoli italiani vengono chiusi, così come molte attività commerciali. Inizia la deportazione nei campi di internamento, e non solo per attivisti fascisti dichiarati, ma anche come misura in qualche modo preventiva, rivolta a interi nuclei familiari, che rischiavano di essere vittima della violenza scatenata dalla paura da parte della collettività australiana. La situazione appariva tanto più paradossale, in quanto gran parte degli internati risultavano essere cittadini naturalizzati, con figli arruolati nell esercito australiano. La pratica dell internamento, dunque, più che essere effettivamente 5 Il censimento del 1911 registra residenti nel Paese nati in Italia: di questi, maschi, naturalizzati. 6 D. O Connor, No need to be afraid Italian settlers in South Australia between 1839 and the Second World War. Kent Town (Australia), Wakefield Press, 1996, p

6 motivata dalla necessità di contrastare l ideologia fascista, sembrava costituire una sorta di estensione delle tradizionali politiche di difesa e di sicurezza dell Australia bianca. Intanto, arrivano nel continente anche i prigionieri di guerra italiani, catturati dalle truppe inglesi nel Nord Africa o in India, eccedenze che non trovavano posto nei campi di prigionia inglesi. Il Governo decide di impiegarli come braccianti, e nelle mansioni più sgradevoli e pericolose dell industria manifatturiera, dislocandoli ove vi fosse bisogno. Significativamente, questa manodopera forzata seppe farsi apprezzare per impegno e capacità dai temporanei datori di lavoro, e dalla popolazione locale. In definitiva, se da un lato la contrapposizione bellica creò un clima favorevole al prosperare del razzismo anti-italiano, dall altra la positiva esperienza con i prigionieri di guerra dimostrò quanto utile potesse essere la forza-lavoro immigrata (in questo caso, italiana) per garantire, paradossalmente, il sostentamento e lo sviluppo dell Australia bianca. Così, nel 1945, il Governo istituisce il primo Ministero per l Immigrazione, e comincia un programma di flussi in entrata mirante ad assicurare una crescita demografica annua del 2% (da ottenere con una media di nuovi arrivi all anno), secondo il motto Populate or perish. A questa politica di apertura (almeno in termini numerici, se non di accoglienza effettiva, come si è visto) corrispondeva la spinta dell Italia verso l emigrazione, originata dall impoverimento generalizzato, la disoccupazione e la forte pressione demografica del periodo post-bellico. In questo contesto si colloca la firma, nel marzo 1951, di un accordo bilaterale che, con l obiettivo di perseguire il comune interesse ad incoraggiare l immigrazione italiana in Australia, definiva i dettagli delle operazioni di reclutamento, viaggio, sbarco e insediamento nel Paese di accoglimento. Tuttavia, l accordo non fa alcun riferimento alle condizioni di impiego, al riconoscimento delle qualifiche professionali, al trattamento pensionistico. Si delinea ben presto una immigrazione di serie A (i britannici, assistiti totalmente), di serie B (i profughi, assistiti in parte) e di serie C (i dagos, sud-europei, poco o niente assistiti). E così, nel decennio , mentre si verifica il flusso più consistente di arrivi dall Italia ( , il 20% del numero totale degli immigrati, la seconda nazionalità dopo i britannici), le condizioni di insediamento si rivelano affatto favorevoli: si rimaneva per lunghi mesi, disoccupati, in campi di transito, per poi finire, nella maggior parte dei casi, come carne da fabbrica nel settore del boom edilizio postbellico. Nel 1967 viene stipulato un nuovo Accordo intergovernativo, che finalmente prevede la costituzione di un ente di assistenza per gli immigrati italiani in Australia, il COASIT. Ma 6

7 bisogna attendere il 1975 per un Accordo a carattere culturale, 7 il 1982 per un Accordo fiscale, 8 e il 1986 per un Accordo di sicurezza sociale. 9 Osservando il flusso di emigrazione netta in serie storica, si vede come, dagli anni 60, i numeri calano considerevolmente, fino a raggiungere un saldo negativo dopo il 1971 (vedi Tab. 1.1.). Di fatto, l approccio al fenomeno migratorio in Australia cambia aspetto dopo il 1973, quando si può considerare concluso il movimento emigratorio di massa e si sviluppa una politica orientata da una parte alla costruzione di legami con le seconde e terze generazioni, dall altra alla gestione dell emigrazione di ritorno. Negli corso degli anni, si consolida in Australia soprattutto la presenza di comunità provenienti dalla vicina Asia. 10 Tab Emigrazione netta dall Italia all Australia, Tot Emigraz. netta tot Media annuale Fonte: Tania Lorigiola, 1997, p. 63 Attualmente, la politica migratoria australiana è orientata a rafforzare i controlli sui flussi clandestini in entrata 11, e attrarre cervelli e manodopera specializzata, 12 in corrispondenza con le esigenze di una economia in crescita per il nono anno consecutivo (si tratta dell espansione più duratura, dopo quella registrata negli anni 60). In sintesi (vedi Tab. 1.2), possiamo così periodizzare le fasi della presenza italiana in Australia dalla prima comparsa nella rilevazione censuaria del 1881 ad oggi: - fase individualista (ultimo decennio del 900): missionari, ex galeotti e pionieri - fase di migrazione proletaria, a cavallo dei due secoli e fino alla I Guerra Mondiale - fase tra le due Guerre Mondiali: presenza triplicata tra il 1921 e il 33 (anche in corrispondenza con il regime restrittivo degli ingressi introdotto dal Governo statunitense) - fase di immigrazione massiccia dal II dopoguerra agli anni 70 - fase di progressiva diminuzione del flusso, che si attesta su valori sostanzialmente costanti nel decennio Si tratta di un accordo mirante alla collaborazione tra Italia e Australia quanto a manifestazioni artistiche e culturali, scambi di personale a livello accademico-scientifico, istituzione di enti culturali nei rispettivi Paesi. Fabrizio Scopinaro, Multiculturalismo e comunità italiana in Australia: la politica di Canberra e l azione del governo e delle associazioni italiane (tesi di laurea), A.A , p Peraltro giudicato insoddisfacente dalla comunità italiana: infatti, per evitare la doppia imposizione, gli emigranti furono costretti ad assoggettarsi al regime fiscale australiano, molto più pesante, in termini di aliquota, di quello della madrepatria. Scopinaro, op. cit., pag Accordo che consentiva di sommare i periodi di residenza in Australia con i periodi di contribuzione in Italia, al fine di raggiungere il tetto minimo per il conseguimento della pensione. A questo è seguito un secondo Accordo della stessa natura nel 1999 (legge 24 marzo, n 101). 10 L. Favero, G. Tassello, Caratteristiche demografiche e sociali della Comunità Italiana in Australia e della seconda generazione, in Studi Emigrazione, XX, 69, 1983, p Da settembre 2001, vige una legislazione restrittiva mirante a punire i trafficanti di uomini e prevenire gli arrivi non autorizzati soprattutto via mare. SOPEMI, Trends in International Migration. Annual Report 2002 (OECD, Organisation for Economic Co-operation and Development), p Più del 55% dei visti nel sono stati rilasciati in base allo Skill Stream of the Permanent Migration Programme. 7

8 Tab Individui nati in Italia, residenti in Australia Anno di censimento Popolazione nata in Italia % sulla pop. tot Fonte: Australian Censuses Grafico 1.1. Andamento della popolazione italiana in Australia secondo i vari censimenti nazionali Fonte: Australian Censuses Anche le fonti italiane (Tab. 1.3.) confermano che nel 2006, rispetto al 2001, vi è stato un calo della popolazione italiana in Australia. 8

9 Se, però, si considerano i singoli anni, dal 2000 al 2007, si evidenzia che dal 2000 al 2004 vi è stato un aumento, pur se altalenante, della popolazione italiana residente in Australia; nel 2005 si è registrato un arresto e, a partire dal 2006, un nuovo aumento. Tale andamento riveste l intero territorio australiano (graf. 1.2) Tab. 1.3 Italiani residenti in Australia ( ) RESIDENTI SEDE Cons.ADELAIDE Cons. BRISBANE Amb. CANBERRA Cons. Gen. MELBOURNE Cons. PERTH Cons. Gen. SYDNEY AUSTRALIA Fonte: Ministero degli Affari Esteri, Anagrafi consolari. Grafico 1.2. Andamento della popolazione italiana in Australia secondo i dati delle Anagrafi consolari ADELAIDE BRISBANE CANBERRA MELBOURNE PERTH SYDNEY AUSTRALIA Fonte: Ministero degli Affari Esteri, Anagrafi consolari. Le fonti italiane confermano la riduzione al limite della soglia fisiologica degli scambi migratori della popolazione italiana verso l Australia. Dal 1990 al 2002 hanno trasferito la residenza anagrafica in Australia italiani, mentre connazionali hanno effettuato il percorso in direzione opposta come fine di un progetto migratorio. Per tutto il periodo preso in considerazione, ad eccezione del 2002, la quota degli espatri è stata superiore ai rimpatri. Il 1990 è stato l anno con il maggior numero di cancellazioni anagrafiche (1.066) ed anche il 9

10 maggior numero di rimpatri (698). Il 1993 è stato l anno che ha visto il maggior numero di emigrati al netto dei rimpatri (444), nel 1998 c è stato lo scarto minimo (66), mentre nel 2002 i rimpatri hanno superato gli espatri (-82). (cfr. graf. 1.3; Appendice 1, tabb. 3-5) Grafico 1.3. Andamento degli espatri e dei rimpatri dall Australia verso l Italia Espatri Rimpatri Fonte: Istat La Sicilia è la regione che ha avuto più espatri nel periodo (1.479) seguita dal Lazio (1.112) e dalla Campania (909). I rimpatri hanno caratterizzato particolarmente la Sicilia (881), il Lazio (633) e la Lombardia (520). L analisi per province, possibile soltanto per il periodo , vede Roma con il maggior numero di espatri (230), seguita da Milano (204), da Agrigento (155), da Cosenza (125) e da Catania (114). I rimpatri sono stati più numerosi a Milano (144), Roma (134), Torino (79) e Lecce (70). (Cfr. Appendice 1) 10

11 2. Quadro socio-demografico attuale La consistenza e le caratteristiche della comunità italiana in Australia emergono soprattutto dai dati del censimento australiano. Prima di presentare quei dati, però, è opportuno riportare alcuni risultati che emergono da fonti italiane sia per avere una indicazione sulla regione italiana di origine, sia per conoscere la distribuzione degli italiani all estero in base alla circoscrizione consolare di appartenenza. In particolare, dalla rilevazione degli italiani all estero al 21 marzo 2003 a cura della Direzione Generale per gli Italiani all Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri in collaborazione con l Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), gli italiani residenti in Australia risultano , ovvero il 3,3% del totale degli italiani residenti all estero. Dall analisi della ripartizione per area geografica italiana di provenienza (graf. 2.1.), emerge che il 69,3% degli italiani residenti in Australia è originario delle regioni meridionali, il 20,9% proviene dall Italia settentrionale ed il restante 9,7% dalle regioni centrali. Grafico 2.1. Distribuzione degli italiani residenti in Australia per area geografica italiana di provenienza Regioni settentrionali 20,9% Regioni meridionali 69,3% Regioni centrali 9,7% Fonte: Istat

12 Se si considerano le regioni italiane di provenienza (graf. 2.2.), la Calabria con residenti è la regione più rappresentata (22% del totale) seguita dalla Sicilia (17,8%) e dalla Campania (12%). Grafico 2.2. Distribuzione degli italiani residenti in Australia per regione italiana di provenienza Sardegna Sicilia Calabria Puglia Basilicata Molise Campania Abruzzo Lazio Umbria Marche Toscana Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia Veneto Trentino Alto Adige Liguria Lombardia Piemonte Valle d'aosta M F Fonte: Istat 2003 Gli italiani iscritti alle Anagrafi Consolari, a dicembre 2007, sono , ovvero il 3% del totale degli italiani residenti all estero. Il 35,6% degli italiani che vive in Australia risiede nella circoscrizione consolare di Melbourne, il 28,6% in quella di Sydney, l 11,7% in quella di Adelaide, l 11,1% in quella di Brisbane, l 11% in quella di Perth e il 2,1% in quella di Canberra (cfr. Appendice 1; graf. 2.3.). 12

13 Grafico 2.3. Distribuzione degli italiani residenti in Australia per circoscrizione consolare SYDNEY PERTH MELBOURNE CANBERRA BRISBANE ADELAIDE Fonte: Ministero degli Affari Esteri Anagrafi consolari. Rilevazione al 03/12/2007 L 11,2% degli italiani residenti in Australia ha una età inferiore ai 18 anni, l 88,3% un età compresa tra i 18 e i 90 anni ed il restante 0,5% un età superiore ai 90 anni (graf. 2.4.). Grafico 2.4. Distribuzione degli italiani residenti in Australia per età residenti ultranovantenni 0,5% residenti minorenni 11,2% residenti dai 18 ai 90 anni 88,3% Fonte: Ministero degli Affari Esteri Anagrafi consolari. Rilevazione al 03/12/2007 Grafico 2.5. Distribuzione degli italiani residenti in Australia per circoscrizione consolare e per età AUSTRALIA SYDNEY PERTH MELBOURNE CANBERRA BRISBANE ADELAIDE residenti minorenni residenti dai 18 ai 90 anni residenti ultranovantenni Fonte: Ministero degli Affari Esteri Anagrafi consolari. Rilevazione al 03/12/

14 Passando all analisi del censimento australiano (l ultimo è del 2006), risultano nati in Italia, di cui uomini e donne (graf. 2.6.); per entrambi, la classe d età più rappresentata è quella che va dai 65 ai 74 anni (graf. 2.7.). Questa anzianità che contraddistingue il gruppo è dovuta al fatto che gran parte degli individui considerati sono giunti in Australia da giovani adulti, ventenni o trentenni, durante gli anni di maggior afflusso, Grafico Australia, individui nati in Italia, per età e più Totale Totale Fonte: Censimento 2006, Australian Bureau of Statistics Grafico Australia, individui nati in Italia, per età e genere e più Totale Uomini Donne Fonte: Censimento 2006, Australian Bureau of Statistics 14

15 In effetti, sul totale delle persone di nascita italiana censite al 2006 ( ), solo individui dichiarano di essere arrivati nell ultimo decennio ( , vedi Tab. 2.1.). Tab Australia, individui nati in Italia, per anno di arrivo Prima del Anno di arrivo non dichiarato Totale Fonte: Censimento 2006, Australian Bureau of Statistics Grafico 2.8. Andamento della popolazione nata in Italia ed arrivata in Australia dal 2001 al Fonte: Censimento 2006, Australian Bureau of Statistics Negli ultimi quattro censimenti (1991, 1996, 2001 e 2006), l Italia - sebbene con un trend in diminuzione (Tab. 2.2.) - risulta sempre tra le nazionalità più rappresentate per quanto riguarda la popolazione dei nati all estero. In particolare, nei primi tre censimenti considerati (1991, 1996, 2001) l Italia si attesta al terzo posto, mentre nel 2006 si posiziona al quarto, superata dalla Cina. Tab Australia. Individui nati all estero, censimenti del Prime quattro nazionalità rappresentate Primi 4 Paesi di provenienza Regno Unito Nuova Zelanda Italia Vietnam Fonte: Censimento 2006, Australian Bureau of Statistics Regno Unito Nuova Zelanda Italia Vietnam Regno Unito Nuova Zelanda Italia Cina Regno Unito Nuova Zelanda Cina Italia Se si guarda la graduatoria per nazioni nei diversi Stati, gli italiani figurano tra le prime tre nazioni nel Victoria e nel South Australia. Soprattutto nel dopoguerra, epoca della grande industrializzazione, città come Melbourne, Adelaide e anche Perth si sono andate 15

16 caratterizzando per la creazione di uno spazio italiano, reso visibile anche nell edilizia urbana. 13 Tab Australia, prime tre nazionalità di nati all estero, per Stato, rispetto al totale dei nati all estero in quello Stato (%) Stati/Territori australiani Nazionalità 1 Nazionalità 2 Nazionalità 3 Tot. nati all estero New South Wales Inghilterra Cina Nuova Zelanda (31.0%) (3.3%) (1.7%) (1.6%) Victoria Inghilterra Italia Nuova Zelanda (30.4%) (3.3%) (1.7%) (1.3%) Queensland Inghilterra Nuova Zelanda Sud Africa (24.8%) (4.1%) (3.8%) (0.6%) South Australia Inghilterra Italia Scozia (26.0%) (6.7%) (1.5%) (0.9%) Western Australia Inghilterra Nuova Zelanda Scozia (34.7%) (8.9%) (2.4%) (1.2%) Tasmania Inghilterra Nuova Zelanda Scozia (16.8%) (4.0%) (0.9%) (0.6%) Australian Capital Inghilterra Nuova Zelanda Cina (27.0%) Territory (4.0%) (1.2%) (1.1%) Northern territories Inghilterra Filippine (23.2%) Nuova Zelanda (1.8) (2.6%) (1.0%) Other Territories Malesia Inghilterra Singapore 840 (36.2%) 439 (18.9%) 50 (2.2%) 49 (2.1%) Fonte: Censimento 2006, Australian Bureau of Statistics Dal censimento del 1986 si è cominciato a raccogliere dati, relativamente alle persone nate all estero, sulla lingua usata e la conoscenza della lingua inglese. Dall incrocio dei dati, nell ultimo censimento 2006 risulta che la maggior parte (il 60%) dei registrati come nati in Italia ed emigrati in Australia parlano entrambe le lingue (italiano e inglese) a un livello buono. Tab Australia, individui nati in Italia, livello di abilità nell inglese parlato (da solo o in aggiunta alla lingua nativa) Solo inglese Italiano e inglese Non dichiarato bene discretamente o per niente inglese non dichiarato Totale Fonte: Censimento 2006, Australian Bureau of Statistics L italiano è una delle tre lingue più parlate nel Paese, dopo il cinese (evidentemente, in relazione all incremento di arrivi da Hong Kong che ha preceduto il ritorno dell ex colonia britannica alla Cina) e prima dell altra provenienza sud-europea tradizionalmente presente in Australia, quella greca (Tab. 2.5). Tab Australia, prime tre lingue (diverse dall inglese) parlate nei nuclei familiari. Lingua Cinese Italiano Greco Fonte: Censimento 2006, Australian Bureau of Statistics 13 Pascoe, R., Luogo e comunità: la costruzione di uno spazio italo-australiano, in Castles et al. (a cura di), Italoaustraliani. La popolazione di origine italiana in Australia, Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli Torino, pp

17 Quanto all affiliazione religiosa la grande maggioranza di Italiani si dice appartenente alla confessione cattolica (Tab. 2.6). Tab Australia, individui di lingua italiana, affiliazione religiosa Cattolici Nessuna religione Non dichiarato 95% 2% 2% Fonte: Australian Bureau of Statistics 2007 Fin qui il prospetto delle principali caratteristiche socio-demografiche dei nati in Italia censiti in Australia nel Nel porre attenzione all appartenenza etnico-culturale intesa in senso più ampio, occorre tuttavia includere il dato sulla discendenza etnica (ancestry). Questa variabile viene mappata per la prima volta in occasione del Censimento , poi esclusa dalle rilevazioni successive (1991, 1996) 15 e nuovamente ripresa nel Il dato sulla discendenza etnica va considerato con cautela, in quanto essa viene dichiarata in base al Paese di nascita dei propri genitori, senza che ciò implichi necessariamente l esistenza di un reale senso di appartenenza a quel modo di vivere o a quella cultura. Inoltre, il questionario prevede la possibilità di risposte multiple (pertanto, il totale delle risposte è maggiore rispetto al totale delle persone). Tuttavia, a livello indicativo, è opportuno sapere che, ai italiani nati in Italia emigrati in Australia, vanno aggiunti gli oltre che hanno dichiarato essere di discendenza italiana da parte di uno o entrambi i genitori. Tab Ancestry italiana, per luogo di nascita dei genitori, per Stato. Censimento 2006 Entrambi i genitori nati in Australia Discendenza italiana da ramo paterno Discendenza italiana da ramo materno Discendenza italiana dai 2 genitori Paese di nascita non dichiarato* Totale risposte Western Australia Queensland Australian Capital Territory South Australia Tasmania New South Wales Victoria Northern Territory Other Territories TOT Fonte: Censimento 2006, Australian Bureau of Statistics * Include luogo di nascita di uno o entrambi i genitori non dichiarato La maggior parte delle risposte sono localizzate nel Victoria (Stato dove è risultata sempre sovrarappresentata la popolazione storica dei nati in Italia; vedi Tab. 2.7) e nel New 14 Al tempo, australiani si dichiararono discendenti di italiani. Fonte: Australian Bureau of Statistics 15 A causa della modalità di rilevazione, i dati del 1986 fornirono risultati non utili in quanto viziati da un alto grado di soggettività e una certa confusione sul significato del quesito in sé. Pertanto, la rilevazione in base a questa variabile non fu riproposta nel 1991 e Per il 2001, si è proceduto a raffinare il questionario, arrivando così ad ottenere un dato che, specie se incrociato con quelli sul luogo di nascita, la lingua e l affiliazione religiosa, può effettivamente aiutare a distinguere gruppi di popolazione su base etnico-culturale e meglio concepire i servizi destinati a queste comunità. 17

18 South Wales. In generale, nelle città, si registra una tendenza outward, di dispersione e diffusione sul territorio, rispetto al concentramento spaziale nei quartieri tradizionali di insediamento della comunità italiana sviluppatisi in passato grazie alla catena migratoria. 16 Altrettanto interessanti risultano i fattori di somiglianza e di differenza tra generazioni. Mentre i membri della prima, tra i motivi che li spingono a sentirsi più legati all Italia, assegnano maggiore importanza alla lingua (83.5%, rispetto al 58.8% della seconda generazione), e al legame con i parenti (70,7%, rispetto al 56.7%), gli italiani di seconda generazione danno più peso alle abitudini alimentari (71.9% rispetto al 65.9%), e alla concezione della famiglia (70.3%, rispetto al 61.4%). Questo dato sembra indicare che il sentimento di italianità è connesso al campo della scelta oltre che a quello dell ascrizione. In generale, all interno del network è maggiore il numero delle donne portatrici di un senso di italianità (dichiarano di sentirsi italiane o italo-australiane l 87.5% delle donne a fronte del 79.6% degli uomini). La componente femminile sembra essere anche più attiva: frequentano corsi di italiano (33.8%, a fronte del 14.3%), seguono conferenze sull Italia (46.3% a fronte del 36.7%), leggono libri (80.6% rispetto al 64.6%), viaggiano di più verso il Paese d origine (86.1%, a fronte dell 80.3%). interamente dedicato alle donne italiane emigrate Basti ricordare che qui è nato il primo sito internet 16 Si veda G. Hugo, Italian Migration and Settlement to Australia in the Postwar Period, paper presentato in occasione del simposio promosso dal CGIE Consiglio Generale degli Italiani all Estero, Sydney, maggio Iniziativa realizzata dal CERFE nell ambito del progetto Umanesimo italiano. Il contributo delle comunità di origine italiana allo sviluppo delle nuove patrie ( ), vedi 18 Australiadonna, sito bilingue: 18

19 3. Profilo socio-economico Dal punto di vista lavorativo, secondo il censo 2006 gli italiani occupati sono , con gli uomini in percentuale quasi doppia rispetto alle donne (Tab. 3.1). Questo dato, confrontato con gli oltre individui registrati come non in forza-lavoro, conferma la presenza di una popolazione anziana. Tab. 3.1 Australia. Individui nati in Italia. Forza-lavoro (15 anni ed oltre), per status occupazionale e genere occupati disoccupati Non in Dato non Totale forza-lavoro dichiarato uomini donne uomini donne Popolazione Australiana Italiani Fonte: Censimento 2006, Australian Bureau of Statistics Grafico 3.1. Australia. Individui nati in Italia. Forzalavoro (15 anni ed oltre), per status occupazionale e genere Dato non dichiarato 2% Non dichiarato 4% Occupati 33% Non in forza lavoro 32% Non in forzalavoro 62% Disoccupati 1% Disoccupati 3% Occupati 63% Fonte: Censo 2006, Australian Bureau of Statistics Fonte: Censo 2006, Australian Bureau of Statistics Grafico 3.2. Popolazione australiana:. Forza-lavoro (15 anni ed oltre), per status occupazionale e genere La distribuzione occupazionale (Tab. 3.2.) vede gli italiani inseriti anzitutto nel settore impiegatizio, che considerato nel suo insieme ai vari livelli di inquadramento totalizza il maggior numero di lavoratori (37.832). Seguono i manager titolari di società di capitali (incorporated entreprises ), e i manager titolari di imprese individuali (9.571). In particolare, sono le donne a prediligere l impiego come lavoratore dipendente: secondo il censo 2006 il 73% delle donne italiane in Australia è impiegata in un impresa di cui non è titolare, contro il 56% degli uomini. I dati sono comunque inferiori a quanto rilevato per l intera popolazione australiana, impiegata per oltre l 80% in un impresa di cui non è titolare (86% delle donne e 77% degli uomini). Tabella 3.2. Australia. Tipo di impiego dei nati in Italia per genere Tipo d impiego Maschi Maschi % Donne Donne % v.a. Lavoratore non titolare d impresa ,4% % Manager titolari di imprese individuali e ,7% ,3% società di persone Manager titolari di società di capitali ,2% % Persone occupate in imprese 3,7% 879 4,1% economiche domestiche Dato non dichiarato 360 0,9% 243 1,1%

20 Totale % % Grafico 3.3. Australia. Settori di impiego dei nati in Italia 4% 1% Lavoratore non titolare d impresa 16% 17% Manager titolari di imprese individuali e società di persone Manager titolari di società di capitali Persone occupate in imprese domestiche 62% Dato non dichiarato Questa distribuzione corrisponde all evoluzione storica più recente: con la crisi industriale che ha caratterizzato l Australia durante la metà degli anni 70, l occupazione italiana si è orientata maggiormente verso il terziario e l attività in proprio. 19 Pur rimanendo tradizionalmente legati ad una presenza nei vasti agglomerati urbani, gli italiani hanno cominciato a popolare anche le località limitrofe, aprendo attività nel settore della ristorazione, dell edilizia e del commercio. Al significativo numero di proprietari di aziende fa riscontro un ampia stabilità occupazionale. Inoltre, l alta percentuale di proprietà immobiliare conferma che la maggior parte della popolazione italiana si è ben inserita da un punto di vista economico. 20 Il gruppo etnico italiano è stato caratterizzato da una bassa percentuale di disoccupati, che nel 1985 ha toccato la quota massima dell 11% della forza lavoro. Nell agosto 1987 si rilevava che era disoccupato il 4,8% degli italiani, contro il 10,1% degli jugoslavi, il 7,5% dei greci e il 7,3% della media nazionale. Nel 1987, delle persone disoccupate della comunità tra i 15 e i 64 anni, erano maschi e femmine, con una consistente presenza di anziani. Con riferimento alla situazione professionale, da una prospettiva storica, si nota che gli italiani hanno avuto all inizio (censimento del 1947) una notevole proporzione di lavoratori indipendenti (37%), percentuale ridotta fino al 14,5% nel censimento del analogamente a quanto riscontrato per tutti gli immigrati originari dell Europa meridionale. Negli anni 70 le categorie professionali più rappresentate erano quelle di operai e artigiani (industria, edilizia e artigianato). Venendo ai tempi più recenti, il quadro lavorativo degli italo-australiani disegnato dal Census of Population and Housing Occupation for Language and Employed Person condotto nel 2001 dall Australian Bureau of Statistics, evidenzia una redistribuzione prevalentemente su attività di medio-alto profilo professionale (Tab. 3.3) Gianfranco Rosoli, Le popolazioni di origine italiana oltreoceano, «Altreitalie», 2, pp Ibid. 21 Attualmente non sono disponibili i dati sull occupazione degli italiani in Australia relativi al censimento

21 Tab Australia. Occupazione dei nati in Italia per alcuni dei più significativi settori di impiego e livello professionale ( occupati su ) A B C D E F G H I J K L Managers e amministratori Managers Generalisti Managers Specialisti Agricoltori e Gestori di Aziende Agricole Professionisti Professionisti Scienza, Costruzioni e Ingegneria Professionisti dell'informazione Professionisti della Sanità Professionisti dell'istruzione Professionisti in campo sociale e artistico Professionisti Associati Professionisti Associati Scienza e Ingegneria Professionisti Associati Gestione Aziendale Supervisori Esecutivi (Vendita e Servizi) Professionisti Associati Sanità e Servizi Sociali Altri Professionisti Associati Commercio Commercio Ingegneria Meccanica Commercio Automobili Commercio Elettronicva e Elettricità Commercio Costruzioni Commercio Alimentari Lavoratori Specializzati Agricoltura e Orticoltura Altri Lavoratori Specializzati Impiegati e lavoratori di alto livello Segretari e Assistenti Personali Altri Impiegati Impiegati e lavoratori di media qualifica Impiegati Addetti alla vendita Addetti ai servizi Addetti alla produzione e al trasporto Lavoratori in Stabilimenti Addetti ai macchinari Autisti Altri lavoratori dei trasporti e produzione Lavoratori con bassa qualifica Impiegati di basso livello Addetti alla vendita Addetti ai servizi Operai Addetti Pulizia Lavoratori in Fabbrica Altri Lavoratori Non indicato Non descritto chiaramente Totale Legenda: A Agricoltura, Foresta e Pesca; B Manifattura; C Costruzione; D Commercio all'ingrosso; E Commercio al dettaglio ; F Hotel, Bar e Ristoranti; G Trasporti e Stoccaggio; H Finanza e assicurazioni; I Servizi alla proprietà; J Amministrazione Governativa e Difesa; K Istruzione; L Servizi Sanitari e Comunitari; Fonte: Australian Bureau of Statistics, 2001, Census of Population and Housing Occupation for Language and Employed Person

22 Il settore d impiego preferito dagli italiani in Australia è quello manifatturiero, seguito dal commercio al dettaglio, dalle costruzioni e dai servizi. Grafico 3.4. Occupazione dei nati in Italia per alcuni dei più significativi settori di impiego (2001) Servizi Sanitari e Comunitari Istruzione Amministrazione Governativa Servizi alla proprietà Finanza/assicurazioni Trasporti Hotel/ Ristorazione Commercio al dettaglio Commercio all'ingrosso Costruzione Manifattura Agricoltura/Pesca Una particolare attenzione merita la generazione di italo-australiani di immigrazione più recente: una prima generazione contemporanea, giunta prevalentemente dopo gli anni Settanta/Ottanta, composta in quote rilevanti da professionisti e soggetti qualificati, emigrati per motivi connessi alla volontà di migliorare la propria formazione professionale o nel quadro di programmi di sviluppo industriale e commerciale con l Australia. Tali flussi sono stati stimolati anche dalla politica australiana di head hunting degli skilled immigrants, interessata non alle mani degli immigrati ma ai loro cervelli. Questa migrazione contemporanea risulta ancora più qualificata della seconda generazione nata in Australia, che pure ha raggiunto un notevole upgrading del proprio capitale cognitivo e che è stata protagonista di una repentina ascesa sociale dalla working class alla middle class. Per raffigurare in un quadro unitario e più organico i dati socio-economici della comunità italiana in Australia, ci sembra utile riportare brevemente i risultati (non pubblicati) di una ricerca-azione sui fabbisogni formativi e sulle opportunità occupazionali degli italoaustraliani. 22 La realizzazione di interviste a 365 italo-australiani 23 e a 29 key-persons (informatori qualificati), pur non essendo rappresentativa da un punto di vista statistico rispetto all intera comunità, ha comunque reso possibile l individuazione di una rete di 22 Iniziativa realizzata dal CERFE nell ambito del progetto Umanesimo italiano. Il contributo delle comunità di origine italiana allo sviluppo delle nuove patrie ( ), vedi 23 Campione rintracciato attraverso una procedura di snowball (contattando individui appartenenti a varie organizzazioni, che a loro volta davano indicazione di altre persone); composto da 40% uomini e 60% donne, di età compresa tra 18 e 55 anni. Il 43.3% appartiene alla prima generazione (persone nate in Italia), il 52.6% alla seconda (persone con almeno uno dei genitori nato in Italia), mentre il restante 4.1% è composto da persone aventi caratteristiche diverse (ad esempio, persone di cui non è stato possibile individuare la generazione, oppure persone di terza generazione). 22

23 persone interessate ai settori della formazione e del lavoro, e quindi ha rappresentato un occasione per approfondire la conoscenza sulle caratteristiche socio-lavorative di un gruppo significativo dell attuale comunità di origine italiana presente in Australia. La ricerca ha individuato: - una prima generazione storica di emigranti giunti negli anni 50, composta prevalentemente da persone dequalificate, disoccupate nel Paese di origine, accolte da un Australia più chiusa rispetto a quella attuale; - una prima generazione contemporanea, insediatasi negli anni 70 e 80, composta piuttosto da skilled immigrants attratti dalle opportunità offerte dalla nuova politica australiana di caccia ai cervelli ; - una seconda generazione, di nati in Australia da genitori italiani. Ebbene, a fronte di una situazione al momento dell arrivo non favorevole, i dati che emergono fanno rilevare un rapido processo di crescita culturale e sociale realizzato nell arco di una sola generazione (dalla prima alla seconda), con una repentina ascesa sociale dalla working class alla middle class. Quanto alla prima generazione contemporanea questa risulta ancora più qualificata della seconda generazione nata in Australia e, come appena visto, si origina in risposta ad una deliberata politica di incentivazione della skilled migration. Alto l indice dei legami stabili e forti con l Italia, per tutte e tre le tipologie. Il dato sul sentimento di italianità 24, come ci si può aspettare risulta più alto per la prima generazione, ma con uno scarto tutto sommato non profondo rispetto alla seconda. La definizione data dagli autori della ricerca alla comunità italo-australiana è diaspora option : pur conservando la residenza australiana, i migranti mantengono con l Italia rapporti di tipo sociale, culturale ed economico, in gran parte proprio attraverso le reti sviluppate a livello parentale e amicale (71%). Tale processo di rafforzamento del capitale cognitivo della comunità italo-australiana e di propensione all inserimento nella cosiddetta knowledge society, si riflette anche sul versante occupazionale: prevalgono, infatti, i lavori di concetto (64,4%), le attività imprenditoriali e le occupazioni intellettuali (architetti, avvocati, professori universitari, scienziati, ricercatori, ingegneri, insegnanti, manager, consulenti aziendali, medici, psicologi) rispetto ai lavori manuali (cuochi, operai, tecnici, ristoratori, artigiani). 25 Questa professionalità intellettuale risulta più accentuata (68,4%) tra gli italo-australiani dell immigrazione contemporanea, rispetto a quelli di seconda generazione (61,5%). Negli ambienti lavorativi in cui operano è comune l utilizzo di tecnologie informatiche e telematiche, con collegamenti internet e web-site (il 62%), banche dati informatiche, sia interne (il 66%) che esterne (43%). 24 Misurato attraverso un apposito indice di identità italiana (IID), calcolato utilizzando item di questa natura: l uso della lingua, l appartenenza a reti associative, l aver viaggiato in Italia, l aver realizzato attività culturali o lavorative connesse all Italia. Vedi CERFE, I principali risultati della ricerca, p Ibid. 23

24 Nella società australiana, la presenza del fenomeno delle migrazioni qualificate di origine italiana è significativo e denota una tendenza a tradursi in trasferimento stabile: risulta infatti che il 71,5% di questa prima generazione ha richiesto la cittadinanza australiana. Comunque, il 58,9% della cosiddetta knowledge class (professori universitari, ricercatori, insegnanti, architetti, manager specializzati) mantiene rapporti con l Italia per le proprie attività lavorative, percentuale più elevata tra gli italiani di prima generazione (79,7%) rispetto a quelli di seconda (44,3%). Si può notare, peraltro, una tendenza a lavorare con persone della stessa origine anche in Australia. Infatti, tra coloro che lavorano in un impresa, il 32% ha prevalentemente clienti italo-australiani e il 19,1% utilizza preferibilmente fornitori italo-australiani L interscambio Italia Australia e la presenza di investimenti diretti di imprese italiane in Australia L Italia si trova al dodicesimo posto quale Paese fornitore dell Australia (preceduto da due Stati europei, Germania e Regno Unito) e al ventesimo tra i partner importatori (dopo Regno Unito, Olanda e Svizzera). L Australia favorisce gli investimenti stranieri soprattutto nel settore manifatturiero e ad alto contenuto tecnologico. Le importazioni di prodotti italiani hanno registrato una crescita negli ultimi anni, soprattutto in relazione a medicamenti, beni strumentali e beni di consumo del Made in Italy. 26 L Istituto per il Commercio Estero (ICE) è presente nel Paese con una sede centrale a Sydney ed un punto di corrispondenza a Melbourne. Le camere di commercio italiane sono cinque ed hanno sede nelle città di Adelaide, Brisbane, Melbourne, Perth e Sydney. Diverse grandi aziende italiane sono rappresentate in Australia: secondo i dati ICE, si sono stabilite nel Paese oltre 100 ditte italiane, presenti nel mercato con impianti di produzione, filiali commerciali, o uffici di rappresentanza; pressoché nulla la presenza di società di servizi. Gli investimenti italiani in Australia sono in generale deboli, sia in ragione della distanza, sia delle dimensioni ridotte del mercato australiano, e sono stati mirati alla creazione di nuove strutture per la produzione e/o la commercializzazione di prodotti con marchio italiano. In passato, hanno investito nel Paese aziende quali Parmalat, Versace, Tecsid, FIAT, Iveco, Luxottica Group, Parmasteelisa, Pirelli, Ferrero, Finmeccanica, Ansaldo, Telecom Italia. Negli ultimi anni vi sono state iniziative di rilievo da parte di alcune grandi imprese italiane: tra queste l acquisizione da parte di Luxottica di OPSM Group, la più importante catena australiana di negozi di ottica; la joint-venture tra Technint Spa e la SEMFS Australia per la realizzazione di impianti di accatastamento e trasporto di minerali; la firma a parte dell ENI con la OMV Australia Limited e la Abers Group per indagini diagnostiche e lo sfruttamento di uno dei maggiori giacimenti australiani di gas naturale, l Exmouth Plateau. Le attività esplorative dell ENI nel Western Australia sono in continuo sviluppo e prevedono la perforazione di un pozzo nel 2008 e una produzione di idrocarburi in crescita nel medio termine. 26 Rapporto Congiunto MAE-ICE, 1 semestre 2007, 24

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