tlasorbis Aerospace Agencies: Nasa and Roscosmos n.7 Riforme Istituzioni Intelligence Euro 1.50 Apophis Intervista con il Ministro Vannino Chiti

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1 Aprile 2007 tlasorbis n.7 Euro 1.50 PERIODICO DI GEOPOLITICA, SICUREZZA E INFORMAZIONE Riforme Intervista con il Ministro Vannino Chiti Istituzioni Apophis L Asteroide colpirà la terra nel 2036? AtlasOrbis lo ha chiesto al Prof. Rovelli Salvatore Sfrecola Cinque anni a Palazzo Chigi con Gianfranco Fini Intelligence Aerospace Agencies: Nasa and Roscosmos On. Pierfrancesco Gamba La nuova legge sui Servizi Segreti COPIE COPIE

2 Direttore Responsabile Fabrizio Locurcio Vice Direttore Massimo D Anastasio Direttore Editoriale Giovanni Guerrisi Relazioni Esterne Cesare Guaglianone Relazioni Estere Nicola Zichella Redazione Maria Pia Bruno, Emanuele Cagnetti, Simone Navarra, Massimo Bartoletti, Fedele Verzola, Ferdinando Spagnolo, Mauro D Agostino Corrispondenti dall Estero Dr. Duccio Sperandeo (corrispondente da New York) Dr. Ilias Spyridonidis (corrispondente dalla Grecia) Dr. Cristopher Locke (corrispondente dal Regno Unito) Relazioni con la Stampa: Enzo Poluzzi Web Master Giancarlo Coppola Hanno collaborato Franca Brusa, Fabio Locurcio, Paolo De Donato, Alessandro Magliani, Rossella Genovese, Duilio Palombi, Massimiliano Pompili Comitato dei Saggi Presidente Dott.Gino Falleri Vice Presidente dell Ordine dei Giornalisti del Lazio Componenti: Prefetto Mario Esposito Direttore Istituto Superiore di Polizia, Dott. Felice Addonizio V. Questore Vicario di Roma, Prof. Domenico Caccamo Direttore del Master di Geopolitica - La Sapienza, Prof. Avv. Franco Ciufo delegato per il Lazio Sacro Ordine Costantiniano, Dott. Sandro Maria Giurlani Dirigente Superiore della P.S., Prof. Francesco Gui Ordinario di Storia d Europa La Sapienza, Prof. Nicola La Marca Docente di Storia Economica La Sapienza, Dott. Nicola Pedde Direttore del Globe Research, Dott. Prof. Vittorfranco Pisano docente Università di Malta, Dr. Edoardo Mori Giudice del Tribunale di Bolzano, Prof. Gianluigi Rossi Vice Presidente Isiao ( Istituto Italiano d Africa e d Oriente), Dr. Giovanni Cuomo Dirigente Superiore Medico della Polizia di Stato, Vice Prefetto Emilia Zarrilli Direzione Centrale per gli Istituti di Istruzione della Polizia di Stato. Redazione Via Valdagno nr Roma Tel Mail Web atlasorbis@ .it Stampa Anno III n.7 - Marzo/Aprile 2007 OMMARIO 4 Editoriale F. Locurcio 5 Informazione G. Falleri 6 Briefing M. D Anastasio 7 Giustizia E. Mori 8 Gheopolis F. Verzola 10 Istituzioni S. Sfrecola s 14 Riforma Servizi Segreti P.Gamba 17 L A.I.S.A. G.Guerrisi 22 Lettere C. Guaglianone 26 Giorni D Oggi T. D Alena IN COPERTINA 8 RIFORME Intervista con il Ministro Vannino Chiti Inoltre... Giurisprudenza 24 Immigrazione 25 Comunicazione 26 Oltrefrontiera 28 Storia 29 Medicina 30 Argomenti 31 Eventi 34 Attualità 35 English Version 36 Spazio Web 42 Il Segnalibro ISTITUZIONI Salvatore Sfrecola. Cinque anni a Palazzo Chigi con Gianfranco Fini PrintArt servizi integrati per la stampa Via Tiburtina km Guidonia Roma AtlasOrbis Periodico di geopolitica, sicurezza e informazione Registrazione del Tribunale di Roma nr. 161/2005 del 22/04/2005 Associato all USPI Unione Stampa Periodica Italiana I costi di stampa di questo numero sono stati finanziati dalla società che compare all interno della rivista. Qualsiasi altra pubblicità è a titolo gratuito. La responsabilità degli articoli pubblicati è dei singoli autori. Previo accordi scritti con la Direzione, la collaborazione a questo periodico è gratuita e non retribuita. I materiali inviati non verranno restituiti. La riproduzione è vietata a norma di legge. Copie distribuite gratuitamente INTELLIGENCE La riforma dei Servizi Segreti con l On. Pierfrancesco Gamba 21 SCIENZE L Asteroide Apophis colpirà la terra? Parliamone con il Prof.Carlo Rovelli

3 IN EVIDENZA 12 SICUREZZA URBANA CON IL VICE PREFETTO EMILIA ZARRILLI 36 ENGLISH VERSION KENNEDY SPACE CENTER ALL ARE MADE OFF THE DEPARTURE 18 L ASSOCIAZIONE PER LA SICUREZZA DEI CITTADINI E PER LA LEGALITA EXCLUSIVE 31 SPORT E SICUREZZA INTERVISTA CON L ING. CLAUDIO TOTI ROSCOSMOS 38 THE RUSSIAN AEROSPACE AGENCY GENERAZIONE ATTIVA 35 COSTI RICARICA ABOLITI CON ANDREA D AMBRA NEW TECNOLOGY FROM U.S.A 39 THE EYECHECK PUPILLOMETER AtlasOrbis nell interesse della salute pubblica, offre gratuitamente degli spazi per le Associazioni Onlus, compatibilmente alle priorità editoriali, al fine di divulgare le iniziative a tutela di coloro che soffrono e per i quali è necessaria maggiore attenzione. Le richieste devono essere inoltrate dai Presidenti delle Associazioni o dai rappresentanti legali all'indirizzo atlasorbis@ .it - La rivista è gratuita e pertanto non inviamo personale a richiedere sottoscrizioni di abbonamenti a pagamento -

4 E ditoriale FABRIZIO LOCURCIO Direttore Responsabile Filippo Raciti : il Senato accetta la proposta di AtlasOrbis Un ceppo commemorativo in una piazza romana sul quale vengano incisi tutti i nomi dei caduti delle Forze dell Ordine visibile a tutti, per non dimenticare il sacrificio di chi per lo Stato ha perso la vita La lettera che la Redazione AtlasOrbis ha inviato al Sen. Storace il 5 febbraio 2007 per chiedere intitolazione aula a Filippo Raciti La lettera del Sen. Francesco Storace al Presidente del Senato Marini ILLUSTRISSIMO SENATORE FRANCO MARINI PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA SEDE Carissimo Presidente, nel momento in cui il Senato della Repubblica approva il decreto contro la violenza negli stadi, credo che sia anche e finalmente giunto il momento di rendere onore alla memoria dell'ispettore Filippo Raciti con un gesto di forte valenza simbolica. Gia' nelle settimane scorse, all'indomani della tragedia maturata allo stadio di Catania, da diverse sedi politiche e parlamentari si elevo' la richiesta di intitolare un'aula del Senato alla memoria del valoroso appartenente alle forze dell'ordine, brutalmente assassinato nel corso di incidenti concomitanti con una partita di calcio...ricordo, tra gli altri, gli interventi del presidente del mio gruppo parlamentare, sen. Altero Matteoli, e del collega Domenico Gramazio. Ho appreso dal sen. Gramazio che ha ricevuto da Te una lettera per impegnare la nostra Assemblea ad adottare un atto ad hoc e ne sono lieto. Ma Ti chiedo di non procrastinare ogni decisione: converrai, caro Presidente, che sia ora il tempo di una decisione che non limiti l'intervento del Parlamento alla sola, sia pure importante, approvazione di un decreto; ma e' il tempo del dovere della memoria verso chi e' Caduto per servire lo Stato. Sulla questione, ho ricevuto nella settimane scorse numerose sollecitazioni, tendenti ad esortarci a riflettere e a coinvolgerci nel dolore della famiglia Raciti. In particolare, affinché non ci si limiti all'emozione del momento, mi ha colpito una nota della redazione del periodico di geopolitica e sicurezza Atlasorbis, composta prevalentemente da appartenenti alle Forze di Polizia e dirigenti sindacali, insieme all'art Associazione ruoli tecnici Forze di Polizia) e all'epa Lazio (European Police Association), che vogliono intraprendere iniziative volte alla sensibilizzazione della gente e delle Istituzioni, nei confronti di coloro i quali hanno perso la vita per lo Stato e non contro lo Stato. In particolare, Ti segnalo questo passaggio della lettera che mi e' stata inviata: " In questo giorno di mestizia ci sforziamo però anche di non dimenticare quanto accaduto ai G8 di Genova, esternandole una nostra amara riflessione, che potrebbe apparire come una provocazione ma che rimane, da qualsiasi parte si veda, solo una triste realtà. Un "manifestante" del G8, Carlo Giuliani, immortalato nel gesto di lanciare un estintore contro una camionetta dei Carabinieri, è stato trasformato, proprio per quel gesto, in un eroe. Incappucciato, ma pur sempre un eroe, al quale è stato addirittura intitolata una camera del Senato. Un iniziativa che non merita commenti ma che sembra, anche alla luce dei fatti di questi giorni, una macabra esortazione alla disobbedienza e alla violenza. Non vogliamo entrare nel merito dell iniziativa, ma in questo giorno di dolore, non troviamo le parole a- datte per esprimere la nostra amarezza e la nostra indignazione. Desideriamo solo chiedere per Filippo Raciti e per tutti le vittime delle Forze dell'ordine, cadute nell'adempimento del dovere, quello stesso dovere che ci spinge a difendere la sicurezza di tutti i cittadini, un maggior rispetto e un ricordo indelebile." Credo che sarebbe bellissimo restituire fiducia in tempi rapidi agli operatori delle forze dell'ordine. Francesco Storace 4 AtlasOrbis

5 La riconoscenza non è di casa nella politica INFORMAZIONE di Gino Falleri Vice Presidente Ordine Giornalisti Lazio Presidente del Comitato dei Saggi AtlasOrbis ono gli avvenimenti a sottolinearlo e S per giunta non sono nemmeno sporadici. Nel mondo si avverte un forte sentimento antiamericano, che cresce giorno dopo giorno e viene puntualmente segnalato dalle cronache. Tutti hanno qualcosa da ridire nei confronti degli Stati Uniti e sulle loro scelte politiche. Con maggiore frequenza dopo l inizio delle operazioni militari contro Saddam Hussein, il dittatore dell Iraq, responsabile di continue violazioni dei diritti umani e di genocidi. Un conflitto per la ricerca delle armi di distruzioni di massa, che si è trasformato, con il tempo, in un secondo Vietnam, conferendo inoltre una spinta al terrorismo delle frange più estreme islamiche. Gli attentati alle Torri di New York e alle metropolitane di Madrid e Londra insegnano e creano tensioni. Il recente viaggio di Bush, in alcuni paesi dell America latina per rilanciare la leadership commerciale, ne è una conferma. Manifestazioni di contestazione con i consueti slogan, i soliti striscioni e gl immancabili falò di bandiere a stelle e strisce. Pure cerimonie di purificazione, come a Tecpàn in Guatemala. Non si può mettere in dubbio che gli Stati Uniti non abbiano contribuito alla crescita della società civile, al progresso tecnologico e sanitario, nonché a difendere la democrazia dai totalitarismi e a garantire la sicurezza generale all epoca della Cortina di ferro. Il computer ed Internet sono due prodotti della loro ricerca scientifica e sono stati messi a disposizione di tutti, come sono aperte a chi vuole studiare le sue università. Ed i titoli rilasciati hanno un indiscutibile peso nella ricerca di occupazione. Di fronte a tutto questo diventa arduo comprendere il perché ci sia tanta ostilità, o risentimento, nei loro confronti. Quali possono essere le reali ragioni che sono alla base di questa continua protesta per la politica della Casa Bianca, per la presenza degli americani in questo o quel paese? E per il petrolio o in considerazione che si ritengono i gendarmi delle libertà democratiche? Oppure siamo di fronte a delle forzature contro una grande nazione, che molto ha speso in vite umane per la difesa della democrazia e che è sempre la prima a rispondere alle richieste dell Onu e della Nato? Se l Europa è un continente libero e democratico, e non è andato sotto il tallone della Germania di Hitler, lo si deve in buona parte all intervento degli Stati Uniti, come peraltro nel 1917 all epoca del Kaiser. E questo in contrapposizione a quella che era la volontà dei padri fondatori, che non volevano avere rapporti con l Europa. Unione Sovietica e Gran Bretagna, senza l aiuto dell industria americana e delle divisioni di Eisenhower in Italia e in Normandia, avrebbero avuto ben poco da contrapporre alla potenza dei Tigre ed alle capacità tattiche e strategiche dei generali della Wehrmacht. Non esenti, comunque, da macchie indelebili. La battaglia dei convogli, quelli che servivano per rifornire di materiale soprattutto l esercito russo, è stata vinta dagli americani. E la storia a sottolinearlo. La non comprensione di questo sentimento antiamericano, dalle sfaccettature caleidoscopiche, è anche alimentata da quanto ha voluto a suo tempo dire Alex de Tocqueville, che ha indicato negli Stati Uniti d America un paese con granitiche istituzioni pubbliche e dalla grande forza democratica. Dove i politici chiacchierati vanno a casa, i cittadini sono liberi di muoversi, la stampa è libera e non guarda in faccia a nessuno, chi delinque va in galera senza sconti ed indulti e la politica mira sempre a difendere gl interessi del paese, chiunque sieda alla Casa Bianca, democratico o repubblicano. Una nazione che ha sempre lasciato aperte le sue porte a tutti gli uomini che erano perseguitati per le proprie idee, per la religione professata o perché cercavano un lavoro, che non riuscivano a trovare a casa propria per l incapacità dei governi. Pulitzer, Fermi, Toscanini ed Einstein, tanto per citare alcuni nomi, che forse diranno ben poco alle giovani generazioni, hanno trovato al di là dell Oceano una seconda patria, che li ha messi in condizione di esprimere il loro talento. E che dire quando, dopo la fine del secondo conflitto mondiale - con 55 milioni di morti, 35 milioni di feriti e 3 milioni di dispersi - hanno fatto entrare una massa di diseredati che cercavano lavoro e tranquillità, dando anche vita al Piano Marshall per risollevare le sorti economiche dell Europa. Noi italiani abbiamo beneficiato di 12 milioni di dollari, che il governo ha utilizzato per ridurre il debito. Tutto deve andare nel dimenticatoio, senza un pizzico di riconoscenza? E se domani gli Stati Uniti decidessero di rientrare nell isolazionismo cosa potrebbe fare la tiepida Europa se avesse necessità di difendersi o di risolvere i suoi problemi che aumentano sempre di più? AtlasOrbis 5

6 BRIEFING Ordine pubblico e disordine politico La svolta del dopo Raciti boicottata da interessi politici ed economici Massimo D Anastasio Vice Direttore Responsabile iradatosi il polverone delle cariche D assassine dei tifosi a Catania, sul terreno rimaneva il corpo di un poliziotto l ispettore capo Filippo Raciti e lo sdegno di tutto il paese. Questo il quadro della situazione, la notte del 2 febbraio scorso, quando tutto il Paese reagiva da par suo, si udiva, finalmente, la voce del ministro dell Interno Amato, ed il leader tuonava: Stop al calcio. Così il 3 febbraio tutti gli italiani e le italiane sedotte dal calcio apparivano come un popolo in attesa dell armageddon, diviso nell amore per quel mondo esaltante, ma inquinato dalla violenza, ed un periodo chissà quanto lungo di vita in un pianeta senza football e qualcuno già vagliava il panorama sportivo per individuare qualche altra passione più sana di un malato, corrotto e violento gioco di pallone. Questa era l Italia dell immediato dopo Raciti, sradicare la violenza in quelle ore appariva persino più importante del decorso dell indagine di polizia volta all identificazione dell assassino dell ispettore di polizia, quel 3 febbraio il calcio si fermava. Gia il giorno dopo l armageddon era diventato uno tsunami e poi a seguire nel corso dei giorni divenne, un uragano, una tempesta, un vento forte, una leggera brezza per trasformarsi l'otto febbraio nel 6 AtlasOrbis decreto Anti-Violenza ossia un alito di vento fra i capelli. Un decreto legge, che a fronte dell episodio più grave mai verificatosi in occasione di un evento sportivo, sentenziava che la legge penale va rispettata anche dalle società di calcio, una svolta epocale che si assomma a quella dell obbligo del rispetto della legge amministrativa, che negli anni scorsi gli impose di pagare l Irpef e le tasse in genere e poi il tentativo nell estate scorsa di imporgli anche una legge non scritta di etica sportiva. Questo per dire che certi settori che smuovono le masse in questo paese godono di sospensioni di legge intollerabili, ed è difficile non imputare tutto ciò ad un settore che delle masse ha esiziale bisogno: la politica. Quella politica, chiamata a varare un decreto, che inaspriva le leggi e disarmava i violenti. Così non è stato perché. Le condizioni di sicurezza degli impianti, non sono estendibili, per costi e logistica, agli stadi più piccoli; il divieto di trasferte organizzate, è cancellato dalla possibilità di acquistare più biglietti, fino a 10, per singolo tifoso, inoltre il gruppo organizzato è di facile identificazione per le forze dell ordine e quindi controllato preventivamente; il Daspo, inasprito da 6 mesi ad un anno nella pena minore, rimane un provvedimento inefficace di denuncia a piede libero, le comunicazioni dei nominativi delle associazioni che ricevono favori dalle società di calcio non consentiranno il controllo dei tagliandi venduti. Inoltre, dal decreto legge, non si evince chiaramente a chi siano in carico le spese per la messa a norma degli impianti e poi le iniziative scolastiche di valorizzazione della cultura sportiva come sancito dalla carta Olimpica ed il codice di autoregolamentazione dei giornalisti radiotelevisivi appaiono come riempitivi per far si che si potesse arrivare almeno a 13 articoli. Sono rimasti irrisolti tutti i temi importanti ossia le nostre strategie di ordine pubblico e le dotazioni di mezzi sono idonee al risultato che devono garantire? E corretto che soldi e risorse pubbliche siano messe a disposizione di spettacoli privati? Le società di calcio devono contribuire alle spese di sicurezza o dotarsi di società private e risorse interne? Sia utile alla crescita della cultura sportiva il mantenimento di gruppi organizzati di tifosi? Fanno parte dello spettacolo gli striscioni a volte simpatici nella quasi maggioranza demenziali e razzisti esposti sulle tribune? Solo alcuni dei quesiti che sono rimasti senza soluzione, una volta diradatosi il polverone delle cariche assassine dei tifosi a Catania. L Ispettore di Polizia Filippo Raciti ucciso a Catania

7 Quale pena? GIUSTIZIA Le nostre pene sono ancora certe e deterrenti? gni giorno il cittadino si rende conto O che in Italia le condanne servono a poco: pluripregiudicati continuano a delinquere, delinquenti stranieri scorazzano indisturbati, droga e prostituzione sono in continuo aumento. Facciamo un esempio pratico di come concretamente viene eseguita la pena in Italia. Ipotizziamo un normale omicida che in una lite ha ucciso un altra persona. La pena comminata dalla legge è la reclusione non inferiore a 21 anni. Il reo, chiara essendo la sua responsabilità, chiede il giudizio abbreviato che non può essergli negato. Davanti al giudice prova di aver risarcito il danno e la pena può scendere fino a 14 anni; siccome è incensurato e ha confessato ottiene le attenuanti generiche e la pena può scendere di un ulteriore terzo fino a 9 anni e 4 mesi. Per aver scelto il giudizio abbreviato la pena deve essere diminuita di un terzo secco e scende a 6 anni e 3 mesi circa. Il che è meno di un terzo di quello che il normale cittadino capisce leggendo la norma! Supponiamo però che il giudice sia ancora convinto che l omicidio è una cosa grave e applichi le attenuanti in modo sparagnino, giungendo ad infliggere 12 anni, e vediamo quanti ne sconterà l omicida. È del tutto verosimile che l omicida abbia fatto 3 mesi in carcere e 9 mesi agli arresti domiciliari e perciò rimangono da scontare 11 anni. Dopo aver scontato metà della pena (quindi nel nostro caso sei anni) il reo viene ammesso la regime di semilibertà e può uscire dal carcere per attività lavorative varie; in pratica vi rientra solo per dormire. Dopo aver scontato un quarto della pena il detenuto ottiene permessi premio di 45 giorni all anno che avrà una durata virtuale di soli 320 giorni! Vale a dire che per gli otto anni residui da scontare, se stesse effettivamente in carcere, vi soggiornerebbe solo sette anni. Inoltre il reo gode di uno sconto di tre mesi per ogni anno di pena scontata (la c.d. liberazione anticipata). Fatti i debiti conti, dopo sei anni il reo ottiene la semilibertà con 45 giorni di permesso all anno in cui è libero; però ha già accumulato 540 giorni di liberazione anticipata (un anno e mezzo); gli rimangono 4 anni e mezzo da espiare che, con la riduzione per liberazione anticipata, diventano 3 anni e 6 mesi Quindi: 12 anni - custodia cautelare = 11; ne sconta altri 5 in carcere e poi va in semilibertà per altri tre anni e sei mesi. La pena residua di 11 anni si è trasformata in 5 anni di carcere e 3 anni e mezzo di semilibertà (calcoli a braccio!). Ora se da 21 anni di carcere comminati dalla legge (e che un tempo si scontavano tutti) siamo riusciti a scendere a 5 anni, viene da chiedersi a che cosa serve che la legge commini 21 anni. E abbiamo tralasciato di parlare degli sconti per madri e padri di bambini, per tossicodipendenti, per malati, e del fatto che le pene fino a tre anni proprio non vengono scontate; il soggetto viene affidato ai servizi sociali. La funzione della pena era ben chiara agli antichi, come espresso in molti aforismi giuridici romani da cui si ricava che la pena serve per togliere dalla società persone pericolose, serve come castigo morale, serve per recuperare il reo, serve di esempio e deterrente per gli onesti: Affinché molti vengano corretti è necessario che uno perisca secondo la legge. Nessun uomo prudente punisce perché si è peccato, ma bensì affinché non si pecchi. La punizione del malvagio è la garanzia dell onesto. Si punisce affinché non venga peccato. La pena per pochi significa paura per molti. La pena viene comminata per migliorare l uomo. Ogni pena non è tanto in relazione al delitto quanto all esempio che si vuol dare. Guai a considerare la pena solo come un fatto personale del reo; la pena non è una penitenza fatta per lavare l anima, ma uno strumento per convincere il reo, e chi avesse voglia di imitarlo, che il delitto non paga. Proprio l opposto del nostro sistema che sembra fatto apposto per dire ai delinquenti che non è il caso di preoccuparsi troppo! Edoardo Mori Giudice del Tribunale di Bolzano Ed infatti: - solo un reo su dieci viene condannato; - se il reato non è molto grave, il reo esce dal carcere dopo pochi giorni e non vi ritorna più; - anche in caso di reati gravissimi la pena effettiva si riduce in pratica ad un terzo; - se si hanno un po di soldi per l avvocato si può riuscire a dilungare il processo fino all arrivo di un condono o della prescrizione. Prendiamo come esempio il caso di chi abbia organizzato un bel traffico di droga; è normale che prima di destar sospetti nel giro ed essere controllato dalla polizia, riesca ad incassare qualche centinai di migliaia di euro che magari egli investe in un paese extracomunitario; se alla fine viene scoperto con un chilo di droga in casa viene arrestato e condannato a 4-5 anni di carcere. Dopo poco più di due anni è in grado di andarsi a godere i suoi euro in patria o in un isola turistica. Ma se è incensurato ci può andare anche dopo pochi mesi perché la Cassazione afferma che è del tutto arbitrario ritenere che in un caso del genere il reo preferisca espatriare piuttosto che godere dell ospitalità delle carceri italiane! Ancor più grave il problema per i piccoli reati, talvolta anche molto redditizi: non si rischia nulla ad organizzare truffe, a far debiti sapendo che non si pagheranno, a molestare, picchiare, offendere, danneggiare. L ipotetica pena non verrà mai scontata e l unico pericolo è di doversi pagare un avvocato; ma se non ha soldi al sole, quello glielo paghiamo noi! AtlasOrbis 7

8 GHEOPOLIS Intervista a cura del Dr. Fedele Verzola RIFORME L On.Vannino Chiti Ministro per i Rapporti con il Parlamento e Riforme Istituzionali ad AtlasOrbis Signor Ministro, esiste tra i progetti del governo una riforma per le forze di polizia (eliminazioni di comandi pletorici ormai legati a logiche obsolete che fanno riferimento ad un controllo ottocentesco del territorio) che contempli una sorta di diversificazione netta dei compiti istituzionali (ad esempio controllo del territorio demandato alla Polizia di Stato e specializzazioni demandate ai Carabinieri e/ o Guardia di Finanza), o una loro unificazione presso il Ministero degli Interni, visto che comunque il coordinamento cede il passo di fronte alle logiche opportunistiche ed individualistiche di ogni singola forza di polizia? La prima esigenza è ridare alle forze dell ordine la piena percezione dell importanza del loro ruolo e dell impegno con cui il Governo intende rafforzare il comparto. Sul piano organizzativo il sistema di pubblica sicurezza è sicuramente troppo complesso, necessita di un opera di semplificazione e di un forte coordinamento, ed è in questa direzione che intendiamo muoverci, partendo da una consapevolezza più generale: occorre realizzare quest opera di riorganizzazione rivedendo tutto il sistema della sicurezza nazionale alla luce dei profondi cambiamenti che hanno attraversato l Italia. E cambiato il contesto sociale e abitativo; sono cambiate le città e soprattutto le loro periferie. Senza mettere in dubbio l importanza dell esistenza di più forze di polizia, dobbiamo quindi raggiungere il maggior coordinamento possibile puntando ad una migliore distribuzione sul territorio che produca una forte sinergia nell azione sul campo. Aggiungo altri obbiettivi che ci siamo posti per andare in questa direzione: la completa integrazione delle banche dati di cui si avvalgono le forze dell ordine; il pieno funzionamento delle centrali operative unificate, il che richiede una struttura di comunicazione interna altamente efficiente; un attenta individuazione di eventuali sprechi o utilizzazioni errate di personale e una conseguente ricollocazione secondo le esigenze reali, le emergenze o le priorità contingenti. Ma anche sul piano locale vogliamo lavorare sulla diffusione di un impegno per la sicurezza. I Comuni svolgono già un ruolo importante, ma noi nell ultima legge Finanziaria abbiamo aggiunto un elemento di novità significativo: adesso possono destinare dei fondi propri per progetti di sicurezza realizzati insieme al Ministero dell Interno. Credo sia una forma di collaborazione diretta fondamentale. Oltre a misure efficaci da un punto di vista dell organizzazione delle forze dell ordine, dobbiamo proporci di estendere l impegno sui temi della legalità e della sicurezza e quello perché vi sia nella opinione pubblica un forte sostegno e solidarietà nei loro confronti. L incidenza della politica energetica nella penisola Italiana (mancanza di ricerca di fonti alternative, eccessiva dipendenza dagli stati stranieri Francia (nucleare), Russia (gas) e paesi nordafricani (petrolio) in primis ) sulla vita economica del paese, ha portato negli ultimi anni ad un incremento del costo dell energia che ha creato un asimmetria e progressiva mancanza di competitività della nostra economia rispetto agli altri paesi europei. Non sarebbe auspicabile investire massicciamente sulla ricerca energetica alternativa al fine di: non dipendere da Stati stranieri visti gli ultimi avvenimenti internazionali (crisi mediorientali o russo-europea); ridurre i costi dell energia (anche attraverso l utilizzo del nucleare - visto che viene comunque utilizzato a pochi Km dai nostri confini-), con ripercussioni positive sulle risorse da investire nelle politiche sociali e sulla ricerca; tutelare l ambiente con politiche energetiche alternative anche in virtù dell intervista rilasciata dallo scienziato James Lovelock alla nostra rivista, che fa presagire uno scenario apocalittico per il futuro del nostro pianeta, a seguito delle politiche economiche scellerate poste in essere dall intera umanità e che hanno danneggiato forse irrimediabilmente l ambiente? Non credo ci si possa porre come obiettivo realistico di medio termine l indipendenza energetica del nostro paese. Penso naturalmente che si debba operare in questa direzione e che occorra intanto rafforzare la nostra produzione interna, diversificando le fonti, sviluppando le energie alternative. Al tempo stesso è necessario investire nella ricerca e, per garantire la sicurezza del paese in questo campo, procedere anche ad un Il Ministro Vannino Chiti attenta diversificazione delle importazioni. La strada del nucleare da fissione presenta diversi motivi di perplessità. Le scorie derivanti dall attività delle centrali devono essere collocate in siti appositamente predisposti la cui totale sicurezza nessuno scienziato è ancora in grado di garantire, innanzi tutto perchè la loro radioattività decade in un lasso di tempo di centinaia o migliaia di anni. L Italia per la sua configurazione e la densità abitativa non presenta soluzioni facilmente gestibili. Sul piano strettamente utilitaristico c è un altro elemento che ci allontana da questa opzione: se avviassimo oggi un piano di lavoro per la produzione nucleare avremmo le prime centrali operative solo fra vent - anni. E non dimentichiamo che sulla base di queste stesse considerazioni vent anni fa gli italiani hanno espresso, attraverso un referendum, la loro contrarietà all energia nucleare. In base a questi presupposti ritengo che la strada da percorrere sia questa: sul medio e lungo periodo la ricerca italiana deve supportare il lavoro dei principali centri di ricerca che nel mondo lavorano allo studio del c.d. nucleare pulito, cioè quello da fusione. Lo stesso investimento di ricerca sarà destinato alle energie rinnovabili: le nostre condizioni geografiche danno grandi potenzialità 8 AtlasOrbis

9 di sviluppo al settore. Nel nostro programma ci siamo posti l ambizioso obbiettivo del raddoppio della produzione energetica da fonti rinnovabili e sostenibili, raggiungendo la quota del 25%. Nell immediato il nostro compito primario è quello di recuperare il tempo perduto nella scorsa legislatura e predisporre un piano energetico basato su due principi fondamentali: energia a minor costo anche attraverso concrete misure di liberalizzazione e un sistema energetico moderno e sostenibile dal punto di vista ambientale. Occorre innanzi tutto puntare alla diminuzione dei consumi di combustibili fossili, tra i quali dobbiamo privilegiare il gas naturale che è il meno inquinante. Nel campo dei trasporti attraverso il riequilibrio a favore della ferrovia, del cabotaggio e del trasporto collettivo. Nel settore produttivo, nei servizi, nella produzione e nel consumo elettrico si deve puntare ad un complessivo aumento di efficienza, sviluppando anche il sistema di cogenerazione nella produzione di energia. Aggiungo un altro ambito, il consumo domestico. I nostri edifici disperdono nell ambiente esterno più dell 80% del calore sviluppato dai sistemi di riscaldamento. Le case ad alta efficienza energetica consentono di abbattere questa dispersione del 300%. Il governo, già con la sua prima Finanziaria, ha voluto dare un segnale forte nella direzione del risparmio energetico. Abbiamo voluto introdurre delle agevolazioni tributarie per chi sceglie di ristrutturare la propria abitazione per migliorarne l efficienza termica ed energetica e di destinare un fondo per incentivare la costruzione dei nuovi edifici con queste caratteristiche. Inoltre sono previsti degli incentivi per lo sviluppo dei biocarburanti e l Iva agevolata per l utilizzo e la fornitura di energia ecologica. Ci sono anche misure per la rottamazione di elettrodomestici e la loro sostituzione con altri più moderni e a più basso consumo. Cosa pensa dell incidenza delle comunità cinesi sulle politiche economiche e del lavoro, visto il loro modus operandi che prevede un Dumping economico che porta dapprima ad una concorrenza sleale con le preesistenti ditte italiane (quelle che applicano le normative previste dalla legislazione sociale) e poi attraverso il loro rilevamento a seguito del fallimento (il tutto alla luce della scientifica acquisizione di settori merceologici che permetteranno loro di avere presto un monopolio economico, con conseguente ricadute negative sulla tutela dei lavoratori)? Il rispetto delle regole del commercio internazionale è una questione che nel rapporto con la Cina va affrontata; sul rispetto delle regole non vi può essere incertezza o indifferenza. Si tratta di un tema di competenza europea, oltre che di interesse del W.T.O. In quelle sedi l Italia farà valere i suoi legittimi interessi. Ma, detto ciò, ritengo che una visione pessimistica del fenomeno Cina porti alla conseguenza di non saper vedere e sfruttare le grandi opportunità che abbiamo di fronte. Dobbiamo impegnarci con una strategia complessiva per un'ulteriore espansione degli investimenti italiani in Cina, in un rapporto di causaeffetto con un clima di fiducia nelle opportunità che questo nuovo mercato può offrire alle imprese italiane. Teniamo ben presente che dalla Cina arriva una grande domanda di tecnologia e di beni di lusso, settori nei quali possiamo eccellere come pochi. E questa domanda non può che crescere proporzionalmente alla crescita economica cinese che sta procedendo a ritmi impressionanti. Il protocollo d intesa sottoscritto a novembre dal ministro degli Esteri D Alema col suo collega cinese percorre proprio questa strada virtuosa: in esso si ribadisce l'impegno per un raddoppio, nei prossimi cinque anni, del volume dell'interscambio, al fine di riequilibrare la bilancia commerciale, in questo momento fortemente a favore dei prodotti cinesi. Nel protocollo a noi viene chiesto che le imprese italiane partecipino attivamente allo sviluppo dell apparato produttivo cinese. Si tratta di saper cogliere questa grande opportunità. Che peraltro non è l unica: si tratta di saper cogliere un altra grande potenzialità. L Italia può diventare il naturale approdo dei prodotti provenienti dalla Cina e da tutto l oriente (India in testa) che transitano per il canale di Suez. La nostra posizione geografica ci mette nelle condizioni di essere un molo naturale al centro del Mediterraneo. Abbiamo la possibilità di trasformare l invasione cinese in un volano per grandi investimenti. L intendimento del nostro governo è di cogliere nella sua interezza queste opportunità. Così come negli anni Cinquanta i porti dei Paesi Bassi seppero sfruttare l espansione commerciale statunitense fungendo da porta d accesso delle merci americane. Naturalmente è necessario attrezzare e rendere moderni, competitivi i nostri porti e aeroporti. Ed è indispensabile estendere ovunque la legalità. Nessuno investirà in territori in cui esista la legge della criminalità anziché quella dello Stato. Cosa pensa dell ingresso della Turchia nell Unione Europea, anche in virtù delle recenti dichiarazioni rilasciate dal Santo Padre nella sua visita ad Istanbul? L ingresso della Turchia nell Unione Europea è un importante traguardo da raggiungere: l Italia, non solo il governo ma anche le principali forze dell opposizione, è favorevole e impegnata per questo risultato. Ci troviamo di fronte all emergenza di un terrorismo che vuole provocare la guerra tra civiltà. E compito e responsabilità dell Europa favorire l'incontro e scongiurare lo scontro. L'adesione di un Paese democratico a grande maggioranza musulmana renderà l Unione Europea una casa comune di popoli che condividono valori comuni: libertà, democrazia, laicità, assoluto rispetto dei diritti umani, pace e non violenza. Anche sul piano strategico esistono motivazioni a sostegno dell apertura: l allargamento dei confini europei al territorio turco rafforzerebbe ulteriormente la politica di sicurezza comune dell'europa e consoliderebbe la posizione dell Unione sullo scacchiere mediterraneo. La recente frenata su alcuni punti oggetto del negoziato, quelli relativi all apertura dei porti e degli aeroporti turchi al traffico da Cipro, denota la necessità che venga seguito un percorso di lavoro approfondito, nel corso del quale le diverse questioni poste sul tavolo siano discusse nel tempo necessario, senza accelerazioni forzose che possono minare la solidità e chiarezza dell accordo, ma anche senza rinvii pretestuosi. Papa Benedetto XVI, in occasione della sua recente visita, ha incoraggiato il cammino di dialogo e di inserimento in Europa della Turchia, sulla base di valori e principi comuni. E importante questo impegno. Le grandi fedi religiose hanno un ruolo insostituibile per costruire la pace e contribuire a rendere saldo il comune edificio europeo. Naturalmente il primo elemento fondante di questo storico accordo dovrà essere la piena condivisione, il rigoroso rispetto e l attuazione dei valori e dei principi cui faceva autorevolmente riferimento anche il Santo Padre e su cui si fonda la comunità del vecchio continente. AtlasOrbis 9

10 ISTITUZIONI Salvatore Sfrecola Un occasione mancata O una speranza mal riposta? Cinque anni a Palazzo Chigi con Gianfranco Fini Com è nato questo libro? E perché? Me l hanno chiesto molti. E in effetti sono stato a lungo incerto se scrivere della mia esperienza di Capo di Gabinetto del Vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, nei cinque anni del Governo Berlusconi hi te lo fa fare, mi dicevano. C Dovrai dire anche qualcosa di critico. Ti farai nemici. Non mi hanno convinto. Ho sentito, invece, il dovere di offrire una testimonianza a quanti si interessano della vita delle istituzioni, della politica nel senso più nobile del termine. Che è individuazione delle scelte destinate a soddisfare le esigenze della comunità, cioè a realizzare quello che si chiama bene comune, attraverso politiche economiche e sociali idonee a favorire lo sviluppo morale e materiale della società. In questo senso un uomo delle istituzioni, come io sono per cultura e per professione, in quanto magistrato della Corte dei conti, credo abbia il dovere di esprimere valutazioni su come è stata gestita la cosa pubblica, che è gestione di risorse prelevate dalle tasche dei cittadini per finalità che non sono di partito, anche se sono necessariamente i partiti e le loro coalizioni a governare le scelte. Pertanto, con assoluta indipendenza, ho voluto esporre in questo libro alcune mie personali opinioni sulle cose fatte e su quelle che, a mio avviso, andavano fatte o che andavano fatte diversamente. Valutazioni che, in una certa misura, riguardano qualunque Governo che intenda effettivamente perseguire il bene comune, dalla politica della pubblica amministrazione a quella della famiglia, della scuola, dell industria e del commercio. Per non parlare dell ordine e della sicurezza pubblica. Cominciamo dalla pubblica amministrazione, certamente la grande trascurata da troppi governi e da troppi anni. Ed è, in una certa misura, difficilmente spiegabile, se non con la modestia di gran parte della classe politica dei nostri tempi. Perché è evidente che un governo, qualunque governo, che intenda perseguire obiettivi di sviluppo economico e sociale della società dovrà operare attraverso le proprie strutture amministrative, con gli uomini di cui dispone e con gli strumenti operativi dei quali questi si avvalgono. Questo vale per la politica economica, per quella fiscale, Cons. Prof. Salvatore Sfrecola - Vice Procuratore Generale della Corte dei Conti per l ordine pubblico, per la scuola. È talmente evidente che non si comprende come il problema non venga percepito come prioritario. In ogni settore occorrono buoni operatori e leggi adeguate alle esigenze del momento. I buoni operatori vanno selezionati e retribuiti adeguatamente. E motivati. Occorre, cioè che essi sentano che il Governo e l opinione pubblica li riconoscono come efficienti e fedeli servitori delle istituzioni. Non è accaduto negli ultimi anni. Ed è gravissimo. Basta conoscere un po di storia per verificare che i grandi paesi occidentali hanno tradizionalmente grande cura dell apparato amministrativo. Hanno una grande tradizione amministrativa. Nel libro faccio gli esempi della Francia, della Germania, della Gran Bretagna, della Spagna. Ed ancora tutti hanno a mente, per averlo letto più volte, il ricordo dell efficienza dell Imperial regio governo di Maria Teresa, Imperatrice d Austria. Insisto sempre, e da molto, in tutti i miei interventi, e in ogni occasione, su questo argomento. Ricordando che uno stato liberale, con ampia devoluzione al privato delle iniziative economiche e sociali (queste ultime anche in virtù del principio di sussidiarietà accolto dall art. 118 della Costituzione), esige una pubblica amministrazione efficiente. Perché delineare politiche e coordinarle richiede assai più professionalità di quanta ne occorra nel fare, nell eseguire. Nel libro faccio anche l esempio dell inadeguatezza delle politiche familiari. La Repubblica, si legge nella Costituzione, riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio (art. 29). Espressione normativa di elevatissimo contenuto, innanzitutto perché riconoscere significa prendere atto che quella società naturale preesiste allo Stato che ne condivide le finalità di interesse pubblico. La procreazione e l educazione dei figli (art. 30), necessarie per lo sviluppo della comunità, che ha esigenza di contare su cittadini onesti e professionisti capaci. Famiglia significa anche fattore di protezione dei giovani, ad esempio nei confronti del disagio (del quale un aspetto drammatico è costituito dalla dipendenza da droghe), ed assistenza ai malati ed agli anziani, quasi sempre in un ruolo di supplenza nei confronti delle istituzioni pubbliche. La famiglia è anche un importante operatore economico. Interviene sul mercato dei beni e dei servizi, se dotata di adeguate risorse. Altrimenti non è in grado di risparmiare e di spendere. E questo si ripercuote sull economia dell intero paese. Il calo delle nascite, anche se non se ne parla, è destinato a ridurre posti di lavoro in ogni settore, dai servizi (la scuola, ad esempio) a molte produzioni. Il Cons. Salvatore Sfrecola 10 AtlasOrbis

11 Per questo, molti paesi stanno attuando politiche familiari capaci di favorire, anche attraverso riduzioni fiscali, l incremento delle nascite ed il benessere delle famiglie. Si tratta, in sostanza, di tener conto che l educazione dei figli e l assistenza ai malati ed agli anziani rappresentano un importante valore sociale, per cui gli oneri relativi meritano un riconoscimento sotto il profilo tributario, in quanto spesa di produzione di una ricchezza che è destinata a divenire capitale dell intera comunità. Lo si sta facendo, proprio in questi anni, in Francia ed in Svezia. L Italia, ancora una volta, è indietro. Nel settore dell economia ho svolto alcune considerazioni sul mancato controllo dell aumento dei prezzi a seguito dell introduzione dell euro. Non è colpa della moneta, che è naturalmente neutrale, ma dell inadeguata attenzione delle autorità per le speculazioni messe in atto in tutti i settori. Ed il primo cattivo esempio lo ha dato proprio lo Stato. Dacché il canone RAI, che in lire superava di poco le 100 mila, in euro è stato fissato nella stessa misura. Cioè nel doppio! Anche le dismissioni del patrimonio immobiliare pubblico sono state condotte male. Attraverso società di intermediazione che, nell ottica del profitto, hanno lucrato ingenti vantaggi che si sono trasformati in oneri pesanti per gli inquilini acquirenti, che avrebbero pagato di meno le case se vendute direttamente dallo Stato e dagli enti pubblici, con mutui agevolati. Il mio è un libro politico? Direi meglio che tratta di politica o, come si dice, delle politiche pubbliche. Ma non affronta i vari problemi dei quali si occupa nell ottica del politico, inteso come uomo di parte. Dietro ogni considerazione c è una riflessione che un uomo delle istituzioni ha potuto fare da un osservatorio privilegiato, com è certamente il Palazzo del Governo, cercando di dare una chiave di lettura di molti avvenimenti ed offrendo spunti di riflessione che, come ho già detto, possono essere utili a chiunque si occupi di gestione della cosa pubblica. Ho cercato anche di animare i luoghi dove si assumono, o si sarebbero dovute assumere, le decisioni. Ho descritto ambienti e citato i protagonisti delle decisioni, politici e tecnici. E mi auguro che anche questo sia servito a facilitare la lettura ed a stimolare qualche riflessione. Salvatore Sfrecola, laureato in giurisprudenza ed in sociologia, giornalista pubblicista (iscritto all Albo dal 1970), docente a contratto, dall anno accademico , di Diritto amministrativo europeo nel Corso di laurea in Scienze dell Amministrazione nella Facoltà di giurisprudenza della LUMSA, a Roma. È Magistrato della Corte dei conti ed ha prestato servizio presso: l Ufficio di controllo sugli atti e sulle contabilità del Ministero del tesoro; la Prima Sezione giurisdizionale per le materie di contabilità pubblica; la Procura generale; il Servizio Massimario; la Procura regionale dell Umbria, in qualità di Procuratore regionale dal 1 ottobre 1994 all 11 giugno 2001; la Sezione controllo enti quale Sostituto ex art. 12 della legge n. 259 del 1958 presso l Istituto per la Ricostruzione Industriale (I.R.I.) e delegato al controllo dell Istituto di Studi ed Esperienze di Architettura Navale (INSEAN) dal 1998 al Presidente dell Associazione Magistrati della Corte dei conti dal 1998 al Dal 18 giugno 2006 ha assunto le funzioni di Vice Procuratore Generale nell ambito della Procura regionale della Corte dei conti presso la Sezione giurisdizionale per la Regione Lazio. Capo di Gabinetto del Vice Presidente del Consiglio dei Ministri dall 11 giugno 2001 al 18 giugno 2006, è Biografia stato Consigliere giuridico dei Ministri: per il coordinamento delle politiche comunitarie; della funzione pubblica; della ricerca scientifica e tecnologica; della marina mercantile; dei lavori pubblici; dei trasporti; trasporti e navigazione. È componente del Comitato Tecnico Scientifico del FORMEZ. È stato Presidente dell Istituto di Studi sulla Contabilità Pubblica (I.S.Co.P.). Ha fondato e dirige dal 1979 la Rivista bimestrale Amministrazione e Contabilità dello Stato e degli Enti Pubblici, oggi anche in formato elettronico ( Dirige la Rivista internet Controllo e giurisdizione ( Dal 1990 tiene conferenze e lezioni presso la Scuola Ufficiali Carabinieri in materia di responsabilità amministrativa e contabile dei pubblici dipendenti. È titolare dell insegnamento di Diritto amministrativo europeo nell ambito del Corso di laurea in Scienze dell amministrazione nella Facoltà di giurisprudenza della Libera Università Maria SS Assunta (LUMSA). È titolare dell insegnamento di Diritto regionale nella Facoltà di giurisprudenza dell Università Europea di Roma, è autore di numerose pubblicazioni su temi istituzionali e di relazioni a convegni ed incontri di studio su temi professionali. AtlasOrbis 11

12 SICUREZZA La richiesta di sicurezza da parte dei cittadini non è indirizzata solo alla criminalità ma è rivolta a tutti gli elementi che tendono a rendere lo spazio un area insicura... Emilia Zarrilli Vice Prefetto La sicurezza Urbana Elemento fondamentale per la qualità della vita a sicurezza delle nostre città ricopre una L importanza notevole per tutti noi ed è un elemento fondamentale per la qualità della vita. E' un argomento che interessa ai cittadini, agli amministratori locali, ai politici, alle istituzioni, alle associazioni, a tutti i portatori di interesse anche chiamati stakeholder, come il mondo Anglosassone ci ha abituato ad individuare coloro che dovrebbero avere voce in capitolo. Ma cosa intendiamo per sicurezza urbana? Chi si occupa della sicurezza di una città sa che questa definizione non riguarda unicamente gli atti cosi detti criminosi e che investe invece uno spettro molto ampio di contesti che includono il rischio reale, la paura, il disagio, la percezione, etc. La richiesta di sicurezza da parte dei cittadini non è indirizzata solo alla criminalità ma è rivolta a tutti gli elementi che tendono a rendere lo spazio urbano un'area "insicura". Questo aspetto è importante per poter collocare in modo corretto il rapporto fra urbanistica e sicurezza perché allarga l'interesse a tutto ciò che rende insicuro l'ambiente urbano, non limitandosi al solo aspetto legato alla criminalità, che pur rimane di capitale interesse nei confronti della prevenzione in materia di sicurezza urbana. Risulta quindi utile approfondire le diverse componenti di questo concetto allargato che si trasforma spesso nella causa e nella natura delle richieste che generano la domanda di sicurezza da parte dei cittadini. Queste componenti possono essere: II rischio di rimanere vittima di aggressioni, intimidazioni, atti di violenza di tipo Intenzionale da parte di soggetti criminali o violenti, la progressiva diminuzione dei valori del vivere in comunità che inizia con la rottura dei codici di comportamento tradizionali della convivenza, l'abbandono delle pratiche tradizionali di cura del territorio che vanno dall'abbandono di aree verdi, alla scarsa illuminazione, allo scarso livello di pulizia, alla limitata presenza delle Forze dell'ordine, la percezione di insicurezza, da intendersi del tutto disgiunta dal reale livello di non sicurezza, che spesso è generata da fattori ambientali quali il degrado e lo squallore delle aree urbane, la paura dei singoli individui spesso non legata a rischi reali ma derivante da una serie di fattori della sfera personale. Come si può facilmente commentare, la criminalità è solo una delle cause di una crescente richiesta di sicurezza. Ricoprono importanza non marginale altri aspetti che vanno dall'inciviltà nella convivenza alla incuria dello spazio pubblico; dalla paura isterica al disagio nelle grandi aree metropolitane. E quindi importante non dimenticare che nel contesto urbano esiste un concetto allargato di sicurezza e che la domanda dei cittadini è spesso espressione di un disagio e non solo dì un effettivo rischio reale. Queste considerazioni permettono di introdurre un passaggio importante. Spesso si è convinti che l'insicurezza urbana sia il frutto indesiderato derivante da fattori economici, da problemi sociali, da conflitti generazionali, dalla presenza dì soggetti emarginati. Questi possono essere aspetti importanti ma non meno importante è il modo in cui le aree urbane vengono progettate e costruite. Dal modo in cui la cittadinanza si identifica con il territorio in cui vive. Dal modo in cui li città vengono curate e sorvegliate. L'organizzazione dello spazio urbano influisce sul livello di sicurezza e sulla sua percezione: può contribuire a renderlo più sicuro, ma per contro, se gli interventi non sono quelli giusti, può anche contribuire a renderlo molto più insicuro. Una buona progettazione può quindi rendere una città più sicura. Se oltre alla progettazione si riesce anche a gestire, curare, sorvegliare nel modo opportuno ecco che lo spazio urbano diventa più sicuro e di conseguenza verrà anche percepito essere più sicuro. Intorno a questi temi sta sorgendo una crescente attenzione che impone un approfondimento circa l'apporto che l'urbanistica può dare alle politiche di sicurezza. Per parlare di sicurezza ed urbanistica dobbiamo fare riferimento al binomio repressione e prevenzione. Le modalità di intervento oggi in uso per garantire la sicurezza urbana sono riconducibili a tre indirizzi principali. Una prima modalità si riferisce al tema della sicurezza in termini di controllo attraverso i due strumenti della Legge e delle Forze dell'ordine. La Legge definisce le regole di comportamento, la Polizia si adopera per farle rispettare. Un secondo intervento in tema di sicurezza è costituito dall'attività di prevenzione del crimine in termini sociali agendo per ridurre le condizioni di degrado e di miseria che spesso sono fattori che sfociano in episodi criminali, o comunque violenti. 12 AtlasOrbis

13 Un terzo approccio punta alla prevenzione ambientale cercando di evitare che l'atto criminoso possa avvenire agendo su quei fattori dell'ambiente che in qualche modo possono influenzare i comportamenti criminali. I tre approcci non dovrebbero essere visti in contrapposizione fra di loro ma piuttosto fortemente integrati nel costituire l'ossatura portante delle politiche a sostegno della sicurezza urbana. Laddove ciò è già avvenuto sono evidenti i benefici derivanti dall'integrazione dei tre diversi approcci che messi assieme sono in grado di produrre un effetto cumulativo e dei risultati duraturi nel tempo. La disciplina che si occupa in modo specifico della prevenzione basata sulla organizzazione dello spazio urbano è nata negli anni settanta in Nord America e Canada ed è stata immediatamente identificata con una sigla che si sta affermando sempre più: CPTED (Crime Prevention through Environmental Design). Alla fine degli anni ottanta un esperienza importante proviene dal Canada che da un nuovo orientamento alle politiche di prevenzione ambientale del crimine. L'esperienza è realizzata a Toronto e segna la nascita di quello che viene chiamato l'approccio "Safe City", un modo di affrontare la sicurezza degli spazi urbani che, pur mantenendo i principi fondatori del CPTED, amplia l'area d intervento. Safe City affronta il tema della prevenzione ambientale del crimine in modo più ampio prendendo in considerazione la città nel suo complesso e non solo le aree più degradate o con un maggior numero di problemi. I temi che diventano oggetto di attenzione e di intervento spaziano dalle destinazioni delle aree pubbliche ai mezzi di trasporto, dalla microcriminalità ai fenomeni sociali più complessi. Inoltre viene dedicata una specifica attenzione alla percezione della insicurezza e la paura dei cittadini diventa oggetto di attenzione tanto quanto il crimine stesso. I soggetti più vulnerabili (donne, bambini, anziani, portatori di handicap) diventano oggetto di specifici interventi di politiche di prevenzione. Da tutto ciò esce una versione di CPTED ampliato mettendo al centro dell'attenzione il cittadino oltre all'ambiente in cui si muove. Bene, tutto questo sta pian piano approdando anche in Europa. I segnali sono incoraggianti. Il Comitato Europeo per la Normalizzazione (CEN) ha emesso la normativa Europea " Prevenzione del Crimine attraverso l'urbanistica e la progettazione residenziale" (norma UNI EN in Italia). La norma fornisce una risposta all'esigenza di guida e di indicazioni pratiche - condivise da e- sperti dei diversi paesi Europei - atte a supportare progetti ed interventi nel campo dell'urbanistica, della progettazione degli spazi pubblici, delle aree residenziali, commerciali ed industriali. Qualcosa comincia a muoversi. Adesso diventa importante che anche in Italia il Governo Centrale, le Amministrazioni Locali, le Istituzioni, gli urbanisti, gli operatori pubblici e privati siano sensibilizzati sull'argomento che avrà in futuro un crescente interesse per la qualità della vita delle nostre città. I Fondi Europei possono essere uno dei modi per finanziare i progetti legati ad iniziative di questo tipo. Il Prefetto Procaccini, Autorità del Programma Operativo Nazionale Introduzione agli aspetti generale del P.O.N. L' avvento del settore della sicurezza nella programmazione cofìnanziata dalla UÈ costituisce il frutto di una brillante intuizione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'interno già sul finire del periodo di programmazione dei Fondi strutturali precedente ovvero quello La valenza di un investimento sulla sicurezza e la legalità in funzione dello sviluppo delle aree meridionali nasce dalla considerazione del legame negativo tra criminalità e crescita economica in tali territori, il quale può essere spezzato solo attraverso un cospicuo investimento in termini di sicurezza. Sulla base di tale concezione nel 1998 è stato formalmente approvato il Programma Operativo Nazionale "Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno d'italia" integrato nel Quadro Comunitario di Sostegno per gli interventi strutturali Obiettivo 1 -per la Campania, Basilicata, Puglia Calabria, Sicilia e Sardegna -che si è successivamente inserito nella Programmazione Il Programma si è giovato di un cofìnanziamento di Fondi comunitari FERS e FSE ed anche nazionali, che si è tramutato in progetti concreti attivati M a macchia di leopardo", in una serie di aree territoriali connotate da presenze significative della criminalità Esso ha come scopo quello di riuscire a determinare nel tempo, su tutto il territorio meridionale, a partire dalle aree più sensibili, condizioni fisiologiche di sicurezza pari o almeno paragonabili a quelle sussistenti nel resto del Paese. Gli interventi effettuati hanno avuto una caratterizzazione imperniata sul ricorso alle tecnologie più avanzate per il controllo coordinato del territorio, inteso non solo sotto li profilo primario del coordinamento interforze ma anche e soprattutto nella sua accezione più coinvolgente delle forze socioproduttive (enti locali, imprese, partì sociali) che da utenti della sicurezza divengono compartecipi attivi dell'azione di prevenzione generale. AtlasOrbis 13

14 INTELLIGENCE Servizi Segreti La nuova legge sui servizi d Intellingence approvata dalla Camera dei Deputati On. Pierfrancesco Gamba Deputato - già Segretario del Comitato Parlamentare sui Servizi d Informazione e Sicurezza e per il segreto di Stato are incredibile ma, dopo decenni di P discussioni e un numero incalcolabile di proposte di legge succedutesi nelle diverse legislature e mai approdate ad una conclusione, proprio in coincidenza col trentesimo anniversario della legge n. 801 del 1977, è realmente possibile che in Italia veda la luce la nuova disciplina dell attività d intelligence e dei servizi d informazione e sicurezza. La Camera dei deputati ha infatti recentemente approvato a larga maggioranza, col consenso del Centro-Destra e del Centro- Sinistra - ed anche questo risulta assolutamente inconsueto nell attuale legislatura - il testo delle norme che prevedono il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto,risultante dall esame e dall unificazione di ben diciassette diverse proposte di legge d iniziativa parlamentare, presentate in tempi diversi praticamente da tutti i gruppi politici. Lo stesso iter del provvedimento a Montecitorio è stato inusitatamente celere, vista la complessità e delicatezza della materia. La svolta è venuta anche attraverso l accordo su alcune linee guida per la riforma, raggiunto informalmente nell ambito del Comitato Parlamentare sui Servizi d Informazione e Sicurezza e sul Segreto di Stato, e poi sviluppato, ma non stravolto, dalle forze politiche nel corso del dibattito nella I^ Commissione della Camera e quindi in Aula. Certamente hanno però molto influito, imprimendo un accelerazione all esame ed all approvazione delle nuove norme, la gravità della situazione internazionale, i difficili contesti in cui si sono recentemente trovati a dover operare i nostri Servizi ed anche le polemiche innescate dai casi Abu Omar e Telecom. Il testo approvato dalla Camera è ora approdato all esame del Senato e se, come tutto lascia pensare, anche in questo ramo del Parlamento si riproporrà la stessa ampia convergenza, la nuova disciplina potrebbe presto entrare in vigore. Le nuove disposizioni, contenute in ben 46 articoli, affrontano, finalmente, con decisione la maggior parte delle questioni che agitavano le discussioni di operatori, esperti, giornalisti e politici sulla riforma dei Servizi e certamente appaiono, complessivamente, condivisibili ed idonee a conferire ai nostri Uffici d intelligence 14 AtlasOrbis strumenti più efficaci per affrontare le sfide dei tempi attuali in materia di sicurezza interna ed internazionale. Si può sintetizzare lo spirito complessivo della nuova legge dicendo che questa normativa attribuisce maggiori poteri e maggiori facoltà operative ai servizi d intelligence a fronte di un controllo più puntuale ed efficace sul loro operato in riferimento al rispetto della legge e delle finalità istituzionali, in particolare da parte del Parlamento. La responsabilità e la conduzione della politica dell informazione per la sicurezza sono state confermate in capo al Presidente del Consiglio dei Ministri, aumentandone però i poteri e realizzando nella persona del premier il vertice unico del sistema d informazione, che si avvarrà, per lo svolgimento dei suoi compiti, del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS), di nuova istituzione. Il direttore generale del nuovo Dipartimento sarà nominato direttamente dallo stesso Presidente del Consiglio, così come i vertici dei Servizi, e lo stesso Capo del governo potrà delegare parte delle funzioni in materia di informazioni e sicurezza ad un Ministro senza portafoglio o ad un Sottosegretario, che assumerà la veste di Autorità delegata. Gli indirizzi generali e gli obbiettivi fondamentali della politica dell informazione e della sicurezza saranno invece elaborati dal nuovo Comitato per la sicurezza della Repubblica, presieduto dallo stesso Presidente del Consiglio e composto dai Ministri degli Esteri, dell Interno, della Difesa, della Giustizia e dell Economia, cui competeranno anche tutte le corrispondenti deliberazioni. L eterna diatriba relativa alla scelta tra un servizio unico d intelligence o più servizi con funzioni diversificate, dopo molte discussioni, è stata però consensualmente risolta col mantenimento del c.d. sistema binario. I due nuovi servizi si chiameranno Servizio informazioni per la sicurezza interna (SIN) e Servizio informazioni per la sicurezza esterna (SIE) e, pur eredi degli attuali SISDE e SISMI, si conformeranno, riguardo alle rimodulate competenze, all originario modello britannico del MI 5 e del MI 6. La scelta, insomma, è caduta sul criterio territoriale o spaziale, per cui all interno del territorio dello Stato opererà in via esclusiva il SIN e all estero soltanto il SIE, con pochissime eccezioni, tassativamente indicate, che però vedranno, nel caso, la collaborazione ineludibile tra i due servizi. La nuova ripartizione delle competenze comporterà, per esempio, l attribuzione delle attività di controspionaggio al servizio interno, come da tempo veniva invocato da più parti (ma non dal SISMI!).

15 Entrambi i Servizi dipenderanno, comunque, direttamente e unicamente dal Presidente del Consiglio e i loro direttori riferiranno costantemente sulle rispettive attività a lui, o, eventualmente, all Autorità delegata, per il tramite del DIS. Cesserà, quindi, la dipendenza funzionale che, ancora attualmente, lega il SISMI al Ministro della Difesa e il SISDE al Ministro dell Interno. Questi Ministri ed il Ministro degli Affari Esteri saranno viceversa ora informati tempestivamente dai nuovi Servizi per i profili di rispettiva competenza. Il Reparto Informazioni e Sicurezza dello Stato Maggiore della Difesa (RIS) continuerà a svolgere esclusivamente compiti di carattere tecnico militare (anche se cosa tale definizione comprenda non sempre è del tutto chiaro, N.d.R.) e di polizia militare, non rientrando ufficialmente nel Sistema di informazioni per la sicurezza. Il RIS dovrà, comunque, agire in stretto collegamento col SIE, secondo un regolamento che dovrà essere emanato entro breve dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Così delineato il nuovo Sistema dell intelligence, non vi è dubbio che, al di là di pure importanti nuove disposizioni sulla tutela del segreto e sul c.d. nulla osta di sicurezza, sulla gestione degli archivi, sulla formazione e l addestramento del personale - che viene unitariamente attribuita al DIS -, le più importanti innovazioni riguardano le, ormai famose, garanzie funzionali per gli operatori dei Servizi e le correlate disposizioni di natura penale. Innanzi tutto vengono introdotti, dalla nuova legge, alcuni articoli aggiuntivi al Codice di procedura penale che, sempre prevedendo come una sorta di tramite responsabile il Presidente del Consiglio, disciplinano le modalità di richiesta di atti, informazioni e documenti, nell ambito di procedimenti penali in corso, da parte dei Servizi d intelligence e, a rovescio, l acquisizione degli stessi da parte dell Autorità Giudiziaria, qualora questi si trovino presso le sedi dei servizi di sicurezza o siano coperti dal segreto di Stato. La vera novità è però costituita dall introduzione di una causa di non punibilità per il personale dei servizi di sicurezza che ponga in essere condotte che, di per sé, sarebbero previste dalla legge come reati, ma che siano viceversa state legittimamente e preventivamente autorizzate. L autorizzazione, che consente la giustificazione delle condotte, è richiesta, secondo una procedura codificata, al Presidente del Consiglio, o all Autorità delegata, dal Direttore del Servizio che, solo in casi di assoluta urgenza, può autorizzare direttamente i comportamenti non convenzionali, dandone però immediata notizia alle predette autorità per la necessaria ratifica. Pesanti sanzioni penali sono previste nel caso che le condotte di cui sopra siano assunte senza la prevista autorizzazione, o in violazione dei limiti in essa indicati. Invece che prevedere un elencazione puntuale di tutte le situazioni astrattamente autorizzabili, attraverso una sorta di tipizzazione tanto complessa quanto poco pratica, si è quindi opportunamente preferito indicare in via generale le caratteristiche delle condotte autorizzabili, oltre alle modalità puntuali del rilascio dell autorizzazione, e invece specificare tutti i casi di esclusione. Nessuna licenza di uccidere o di ferire è, quindi, ovviamente prevista! La speciale causa di giustificazione non si applica, infatti, se la condotta prevista dalla legge come reato configura delitti diretti a mettere in pericolo o a ledere la vita, l integrità fisica, la personalità individuale, la libertà personale, la libertà morale, la salute o l incolumità delle persone, così come sono esclusi i reati di attentato contro gli organi costituzionali, i diritti politici, l amministrazione della giustizia, e quelli per i quali già non è opponibile il segreto di Stato. Assai più discutibile è invece l esclusione assoluta della giustificazione prevista per questo tipo di attività, in ogni caso finalizzate alla difesa della sicurezza nazionale, nel caso fossero effettuate nelle sedi di partiti, sindacati ovvero nei confronti di giornalisti professionisti iscritti all albo. In effetti questi ultimi, secondo il testo della norma, diventerebbero, immotivatamente a parere di chi scrive, le uniche figure a non poter essere oggetto di attività d intelligence non convenzionali. Ci sarà, quindi, con ogni probabilità, una corsa di spioni e terroristi di ogni sorta a sostenere l esame di giornalista professionista! A parte quest ultima svista, che speriamo possa essere corretta dal Senato, anche la procedura per l opposizione della speciale causa di giustificazione è ben delineata ed equilibrata, anche se forse un po farraginosa. Dovrebbe in effetti consentire la necessaria tutela degli operatori dei servizi, senza con ciò d altro canto prestarsi ad abusi o illegittimità. In caso di perdurante contrasto tra il Pierfrancesco Gamba Pierfrancesco Emilio Romano Gamba, avvocato docente di diritto, Deputato in due legislature, già Segretario del CO- PACO (Comitato Parlamentare di Controllo sui Servizi Segreti Italiani), nato a Milano dove svolge da giovane, l'incarico di Assessore alla Provincia e coordinatore di Alleanza nazionale per la regione Lombradia. Attualmente è componente della IV Commissione permanente Difesa, della Giunta delle Elezioni e del Comitato per la Legislazione. Presidente del Consiglio, che certifica di aver autorizzato la condotta, e l Autorità Giudiziaria, che non ritenga tale autorizzazione legittimamente rilasciata e per ciò sufficiente a giustificare la commissione del reato, in ultima istanza sarà chiamata a risolvere il conflitto d attribuzione, eventualmente sollevato, la Corte Costituzionale, con piena e totale conoscenza di tutta la vicenda. Per la più efficiente azione dei Servizi è pure prevista dalla nuova normativa la possibilità di utilizzare identità di copertura per gli agenti e di svolgere attività economiche simulate, così come vengono meglio disciplinati la raccolta e il trattamento delle notizie e delle informazioni per il perseguimento degli scopi istituzionali. A tutela dell attività dei Servizi è pure posta una serie di norme specifiche relativamente all utilizzabilità di eventuali intercettazioni a loro danno da parte dell Autorità Giudiziaria, alle modalità di deposizione del rispettivo personale nei procedimenti giudiziari, alla rendicontazione contabile delle spese sostenute AtlasOrbis 15

16 e alla destinazione a loro favore delle necessarie risorse finanziarie. Sopravvive, ma meglio definita, la norma fondamentale che impone ai direttori dei Servizi, ed ora anche del DIS, di fornire ai competenti organi di polizia giudiziaria (e quindi non direttamente alla Magistratura) le informazioni e gli elementi di prova relativamente a fatti configurabili come reati, di cui sia stata acquisita conoscenza nel corso dell attività d intelligence, ma l adempimento di tale obbligo potrà essere ritardato, anche assai a lungo, vista l indeterminatezza della norma, su autorizzazione ancora una volta del Presidente del Consiglio dei Ministri. Già si è detto che, a fronte di facoltà e garanzie certamente assai più ampie per i Servizi, maggiori sono i controlli previsti dalla nuova disciplina da parte del Parlamento, in particolare attraverso lo specifico Comitato bicamerale. Questo, la cui composizione aumenta da otto a dodici componenti, diviene per legge, e non più solo per prassi, paritario tra maggioranza e opposizione, con la presidenza pure definitivamente attribuita ad un componente della minoranza. Al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica dovranno periodicamente riferire il Presidente del Consiglio, o l Autorità delegata, i Ministri membri del CISR, il direttore generale del DIS e i direttori del SIE e del SIN. Il Comitato, nella sua attività di controllo, potrà assumere informazioni e documenti dal Governo, dall Autorità Giudiziaria e dalle Commissioni parlamentari d inchiesta; ad esso dovranno essere trasmessi tutti i regolamenti e le Direttive del Presidente del Consiglio sulle materie di competenza, nonché i decreti e i regolamenti concernenti l organizzazione e il personale dei Servizi, così come dovranno essere tempestivamente comunicate le istituzioni degli archivi e, attraverso la tradizionale relazione semestrale, i criteri adottati per l acquisizione dei dati personali raccolti. Ma specialmente, al Comitato parlamentare spetteranno competenze in materia di controllo sulle risorse economiche e sulle spese dei Servizi ed esso sarà costantemente informato dal Presidente del Consiglio, entro trenta giorni dalla conclusione di ciascuna operazione, di tutte le condotte previste dalla legge come reato autorizzate e poste in essere dagli appartenenti ai Servizi d informazione e Sicurezza. Questo controllo più penetrante comporterà, per contro, giustamente vincoli di segretezza assai più rigidi per i componenti del Comitato parlamentare, con sanzioni articolate e più gravi che in passato, per le violazioni degli stessi. La disciplina del Segreto di Stato, che pure viene radicalmente modificata dalla nuova legge, meriterebbe un discorso a parte e andrà certamente approfondita separatamente, considerata l ampiezza e la delicatezza del tema. Anche qui, comunque, a fronte di un buon impianto complessivo delle nuove disposizioni, ispirate ai principi della diversificazione e limitazione temporale del segreto, lascia molto perplessi il tempo troppo ridotto a cui, in concreto, il segreto di Stato diverrebbe soggetto, con conseguenze immediate che probabilmente non sono state del tutto valutate dai Deputati e che, auspichiamo, possano invece essere meglio ponderate nel corso dell esame presso il Senato della Repubblica. Non c è dubbio, in definitiva, che, a trent - anni dall entrata in vigore della precedente normativa, ci si aspetti molto da quest ampia riforma in termini di miglioramento del sistema dell intelligence italiano. Le premesse sono buone, ma solo il tempo e l applicazione effettiva potranno darci risposte adeguate. Ora c è la necessità che questa disciplina entri rapidamente in vigore e che quindi i lavori parlamentari si concludano positivamente con urgenza. La sicurezza dello Stato, e cioè quella di tutti i cittadini, non consente di attendere oltre. atlasorbis.org l informazione da tutto il mondo a portata di click visita il sito web di AtlasOrbis - Periodico di Geopolitica Sicurezza e Informazione...dal menù ti puoi collegare alla stampa di tutto il mondo...

17 Le Sindromi Atassiche ASSOCIAZIONI Intervista al Presidente Nazionale AISA Carlo Rossetti di Giovanni Guerrisi - Direttore Editoriale AtlasOrbis e Sindromi Atassiche sono malattie L ancora poco note in Italia. AISA, Associazione Italiana per la lotta alle Sindromi Atassiche Onlus, da anni si impegna per incoraggiare e promuovere la ricerca scientifica sulle malattie, svolge attività di informazione e sostiene i pazienti atassici, le famiglie e i disabili in genere. Il Presidente nazionale Carlo Rossetti prima di essere paziente atassico era occupato nell organizzazione aziendale anche a livello internazionale, per cui ha riportato nell associazione la sua esperienza. Che cos è l atassia? Atassia, è un termine che deriva dal greco ataxia. Vuol dire perdita o mancanza di coordinamento motorio. E il nome divulgativo delle Sindromi Atassiche. Che impatto ha questa malattia sulla quotidianità del paziente e come interviene AISA? Un paziente atassico nella maggior parte dei casi va incontro a depressione e diventa dipendente da qualcun altro, trovandosi oltretutto in una condizione che cambia con il passare degli anni. In tutto questo è molto importante l aspetto psicologico. Noi di AISA cerchiamo innanzitutto di sostenere i pazienti e le famiglie, in tutte le maniere possibili e alla nostra portata, per non lasciarli soli di fronte ad una malattia poco conosciuta anche dai medici. Fondamentale è anche il nostro sostegno alla ricerca scientifica perché purtroppo i fondi per la ricerca sono minimi, non c è interesse delle case farmaceutiche per patologie del genere, spesso rarissime. Promuoviamo inoltre la conoscenza della malattia, permettendo a chi non ha una diagnosi di averla e, nel caso si trovasse una cura, di potervi accedere. Bisogna pensare, infatti, che dei quindicimila pazienti stimati atassici, solo cinquemila hanno una vera diagnosi di atassia; gli altri, considerati neuropatici generici, non sono inseriti nel protocollo di cura per le atassie. Portiamo avanti in tutta Italia anche la creazione di gruppi multidisciplinari nei vari centri di riferimento regionali per avere èquipe di medici, che possano seguire i malati tout court, poiché ci interessiamo dell universo disabilità a 360. Quali sono le esigenze da cui nascono i servizi di AISA? Il nostro call-center SOS ATASSIA serve per l orientamento di quelle persone a cui, ad esempio, è stata diagnosticata l atassia da una settimana: spesso a chiamare è un amico, perché il malato prova vergogna. Al tempo e alla disponibilità fornita a chi chiama, segue l invio del Il Manuale del paziente atassico, scritto in forma divulgativa, rispettando innovativi standard editoriali per l accesso alla lettura delle diverse disabilità: il testo tratta tutti i tipi di atassia, racconta le esperienze dei pazienti e delle famiglie e, in più, dà tutta una serie di indicazioni burocratiche sui diritti e sui doveri del malato. Il manuale quest anno verrà aggiornato. Rispetto all ultima edizione del 2003 le normative non sono cambiate molto, però, per esempio, il numero di atassie riconosciute da 27 è passato a 70. Quante aspettative ripongono i pazienti nell associazione? Di aspettative ce ne sono tante, soprattutto dal punto di vista della ricerca. Spesso, quando si parla di nuove terapie, ci troviamo a dover fare delle opere massicce di sensibilizzazione sul nostro organo di stampa (Archimede), sul sito internet e con lettere dirette a tutti gli associati: questo per evitare la diffusione di informazioni incomplete o non certe, in attesa dei risultati clinici testati dalla comunità scientifica internazionale. Quali sono le professionalità che convergono nella vostra associazione? Abbiamo numerosi associati, volontari e collaboratori esterni, che ci affiancano a titolo gratuito, ci avvaliamo stabilmente dei Centri di Servizio per il Volontariato e collaboriamo con Università ed ospedali in tutta Italia, dove gruppi di ricercatori - riabilitatori assistono i pazienti e sviluppano anche nuove forme di terapia. Un grosso apporto ci viene dal mondo dello sport: promuoviamo lo sport in tutte le sue forme perché rallenta l avanzamento della malattia: AISA sport, proprio qui nel Lazio, è diventata una realtà utilizzata anche da diversi uffici di servizi sociali di vari municipi romani e comuni dell hinterland ad esempio con i Comuni dei Castelli romani e il Coni. Il nostro AISA network, racchiude inoltre altre strutture AISA cultura, AISA tech, ecc. che gestiscono diverse attività per l integrazione sociale dei pazienti atassici e non: nel nostro statuto c è, infatti, un interesse per la disabilità in genere, con un attenzione particolare per gli atassici. Quanto è importante oggi per un associazione saper usare i mezzi di comunicazione? AISA ritiene fondamentale investire in comunicazione, specialmente attraverso Internet perché ha costi bassissimi. Il nostro sito è dinamico ed è gestito completamente da persone atassiche. Ne è responsabile un ragazzo atassico che ci lavora sopra 24 ore su 24 ed è uno spazio aperto importante per tutti i ragazzi e i pazienti che vogliono esprimersi, anche attraverso il forum e la chat per lo scambio di esperienze. Oltre tutto buona parte delle persone che ci contattano è perché ci trova sul sito. Abbiamo in media 380 contatti al giorno, una cosa estremamente consistente nel mondo di internet, per cui riteniamo che il sito sia fondamentale. Un altro strumento su cui puntiamo molto è il nostro trimestrale Archimede, che da vent anni viene distribuito verso i soci, le strutture sanitarie ed amministrative e le aziende. Questi due mezzi di comunicazione rimandano poi al nostro servizio telefonico SOS ATASSIA, contattabile allo , per fornire sostegno ed informazioni riguardo l atassia, i centri e i medici di riferimento, le agevolazioni per i pazienti e le loro famiglie. Per la richiesta di notizie scientifiche da parte di pazienti e famiglie è disponibile il nostro giornale. AtlasOrbis 17

18 ASSOCIAZIONI Associazione per la sicurezza dei cittadini e per la legalità On. Gen. Antonio Pappalardo Presidente Associazione per la sicurezza dei cittadini e per la legalità CHE COS E LA NOSTRA ASSOCIAZIONE Innanzitutto diciamo che la nostra Associazione è a livello nazionale, con Comitati regionali, provinciali e locali. E senza fine di lucro, apartitica, politicamente non orientata e funzionalmente autonoma, che opera esclusivamente per la tutela degli interessi morali, materiali e culturali dei cittadini che si vedono privati della tutela della loro sicurezza e dei loro beni in un territorio devastato dalla delinquenza. Il simbolo dell Associazione è un onda su quattro colori, che vanno dal celeste, all - azzurro, al verde, su cui è riportata la scritta in rosso: Io amo il mio territorio e lo difendo, che segue l andamento dell onda. Con questo simbolo si intende significare che l Associazione è in continuo movimento per adeguarsi alle realtà mutevoli della vita degli uomini. La nostra sede nazionale è in Roma, Piazza Fernando De Lucia 20. Il nostro indirizzo elettronico è sicurezzacittadini@libero.it. Il nostro sito è COME SIAMO NATI Il 28 aprile del 2006 in Genova fu uccisa in pieno centro una donna. I residenti, avendo percepito con forte anticipo la carenza di controllo del territorio, avevano già attuato una iniziativa coraggiosa e inusuale: nel febbraio dello stesso anno avevano già formato un Comitato per la sicurezza dei cittadini. Due mesi dopo, fui chiamato, per la mia esperienza nel campo della sicurezza, per consigli e suggerimenti. Fu deciso di costituire l Associazione per la sicurezza dei cittadini e per la legalità. Sono stati nominati: Presidente Antonio Pappalardo, Vice Presidente Giancarlo Forieri, Segretaria Vanda Lucidi. La neo Associazione affidò ad un gruppo di esperti nel campo del sociale, della politica, della economia e del diritto lo studio 18 AtlasOrbis della sicurezza. Il gruppo di esperti consegnò, al termine dei lavori, una relazione con disegno di legge, di iniziativa popolare, per la trasformazione della sicurezza pubblica in sicurezza civica. Lo Statuto e il disegno di legge furono inviati al Capo dello Stato, al Ministro dell Interno e ai Presidenti delle due Camere. Il Presidente della Commissione Affari Costituzionali e Interni della Camera, on. Violante, riferì subito dopo che la Commissione aveva deliberato di audire sulla problematica la nostra Associazione. Si sono susseguiti, nel tempo, diversi incontri fra gli esponenti della nostra Associazione con vari rappresentanti di categorie sociali (tassisti, confesercenti, pubblici esercizi, commercialisti, avvocati, immobiliaristi, ecc ) della UNPLI (Unione Nazionale Pro loco), e dell ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni d Italia. L Associazione, come primo atto pubblico, ha partecipato alla manifestazione, organizzata dai sindacati di polizia per ottenere maggiori mezzi per la tutela della sicurezza pubblica, il 5 dicembre Nel Consiglio Direttivo dell Associazione si sono di volta in volta inseriti rappresentanti delle varie categorie sociali. E stato affidato l incarico al Consigliere per l economia, dott. Riccardo Solfanelli, di predisporre le necessarie iniziative per giungere alla creazione di una Banca della nostra Associazione, avvalendosi della esperienza nel settore della San Matteo - la Finanziaria Etica. Parecchie testate regionali e TV locali stanno dando spazio alle nostre iniziative per la creazione di comitati su tutto il territorio nazionale. Questi Comitati saranno di grande utilità per i comandi territoriali dell Arma e della Guardia di Finanza, per i commissariati di polizia, per i presidi della Guardia Forestale, per i comandi della polizia penitenziaria, per i comandi della polizia municipale, in quanto stabiliranno contatti stabili e duraturi con essi, fornendo contributi preziosi sulla vigilanza del territorio, attraverso la discreta osservazione, nonché garantendo un supporto agli stessi mediante la richiesta alle varie autorità di mezzi, uomini e risorse per migliorare il controllo del territorio. L Associazione raccoglierà firme per iniziative popolari per rafforzare l unità nazionale, e i valori su cui si basa la nostra società civile e democratica. Il nostro obiettivo socio-politico è quello di creare un Comitato Etico, di elevato spessore, con il compito di indirizzare le scelte politiche verso obiettivi più corretti e moralmente sani e comunque per la salvaguardia degli interessi primari dei cittadini. QUALI SONO I NOSTRI COMPITI L Associazione persegue, a mezzo di strutture regionali, provinciali, comunali e di quartiere, nei rispettivi territori di residenza e di domicilio dei singoli soci, nel pieno rispetto dei principi e diritti della Costituzione della Repubblica e dei limiti imposti dalle leggi dello Stato che regolano l ordine e la sicurezza pubblica, i seguenti fini: stimolare il dibattito e la partecipazione dei cittadini intorno ai problemi delle rispettive aree di residenza, di lavoro e di domicilio sui temi della sicurezza e della legalità; coordinare le relative iniziative adoperandosi per la ricerca di soluzioni unitarie, al fine di rendere più sicuri e vivibili i territori in cui si vive e si opera; studiare e promuovere provvedimenti, da

19 consegnare alle competenti autorità, atti a risolvere in particolare problemi inerenti il recupero ambientale sotto l aspetto igienico-sanitario, l urbanizzazione, la cultura, la sicurezza e la pacifica convivenza; fornire concreta collaborazione alle forze di polizia sul controllo del territorio, mediante la realizzazione di punti di osservazione, da affidare a qualificati associati, precedentemente scelti e selezionati, per la segnalazione di devianze di qualsiasi genere, che possano compromettere la funzionalità e la tranquillità nelle zone di competenza; fornire concreta collaborazione alle autorità politiche e amministrative al fine di individuare e denunciare sacche di illegalità, che compromettono il senso delle Stato e delle istituzioni; svolgere una penetrante attività informativa ed educativa, tale da portare ogni cittadino ad amare il proprio territorio, al fine di difenderlo da qualsiasi tipo di aggressione;concorrere a realizzare la figura del nuovo cittadino, capace di compenetrarsi nei problemi comuni e nei valori morali condivisi;organizzare insieme ai responsabili delle forze dell ordine riunioni periodiche per una osmosi informativa fra l Associazione e le sue strutture territoriali e i comandi e uffici periferici delle forze di polizia; svolgere assistenza morale, culturale, ricreativa ed economica a favore dei soci e delle loro famiglie;realizzare iniziative culturali che, attraverso la promozione dell immagine dello Stato e delle sue Istituzioni e l elevazione nel contesto sociale della conoscenza dei compiti istituzionali delle forze di polizia, contribuiscano a migliorare la percezione delle condizioni di sicurezza, legalità e giustizia del Paese; esaltare nella società e fra gli iscritti l amor di Patria, la memoria di coloro che sono caduti nell adempimento del dovere, il culto delle tradizioni, la tensione verso forme di sviluppo e di progresso in termini di democrazia e di solidarietà;svolgere attività di volontariato, in collaborazione con la Protezione civile dello Stato; avviare il dibattito per la ricerca di soluzioni socio-politiche per la realizzazione di un mondo nuovo, che abbia i necessari strumenti per debellare la fame nel mondo, la mancanza d acqua, la crescente penuria di energie, l inquinamento, la desertificazione, il sottosviluppo, il terrorismo, l odio razziale e religioso. Per informazioni consultare il sito web Lettere al Direttore Gentile Direttore, l Associazione per la sicurezza dei cittadini e per la legalità, insieme a diversi sindacati di polizia e ad alcuni delegati del CO- CER Carabinieri, ha svolto ieri un sit-in davanti al Senato della Repubblica in attesa della decisione del Consiglio della Presidenza del Senato di intitolare all Ispettore Filippo Raciti un aula dello stesso Senato, per essere rimasto vittima di una vile e brutale aggressione di criminali durante i disordini dinanzi allo stadio di Catania. La nostra Associazione aveva qualche mese or sono aspramente criticato la decisione del gruppo parlamentare di Rifondazione comunista di intitolare al Giuliani, morto mentre stava scagliando un estintore contro un carabiniere, un aula del Senato. Non si è mai saputo quale motivazione abbia indotto quei parlamentari a tale determinazione. Gli uomini delle forze dell ordine hanno visto in tale gesto una chiara sfiducia nei loro confronti, per cui in loro è aumentato un senso di disagio e di turbamento. Pochi giorni dopo l uccisione dell eroico poliziotto la nostra Associazione aveva organizzato una conferenza stampa in una sala della Camera dei Deputati per stigmatizzare da una parte la violenta azione criminosa, dall altra per chiedere ai Presidenti delle due Camere l intitolazione di un aula alla sua memoria. Ieri, con nostra grande soddisfazione, ma ancor di più della moglie e della figlia dell ispettore di polizia, è venuta la decisione del Consiglio di Presidenza del Senato, fortemente voluta dal Presidente del Senato, on. Franco Marini, che ancora una volta si segnala come uno statista con altissimo attaccamento alle Istituzioni della Repubblica. In tal modo si è reso onore e elevato riconoscimento non solo a Filippo Raciti, ma anche a tutti gli appartenenti alle forze dell ordine che in ogni parte del territorio nazionale garantiscono sicurezza e il quieto vivere sociale ai cittadini. Il Senato della Repubblica ha ristabilito i veri valori su cui si fonda la nostra Repubblica, che si riconosce pienamente nei principi fondamentali contenuti nella Carta Costituzionale. Roma Il Presidente On. Gen. Antonio Pappalardo AtlasOrbis 19

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