8. Tratto di alta pianura

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1 Carta Ittica del Fiume Po 8. Tratto di alta pianura 8.1 Ambiente Figura 19 Caratteristiche generali Da sinistra: Fiume Po a Torino, 30 luglio 2007; Fiume Po a San Mauro Torinese, 25 luglio 2007; Fiume Po a Brandizzo, 24 luglio Questo macro-tratto, lungo 98 km, dalla confluenza del Chisola alla confluenza del Fiume Sesia, attraversa l area metropolitana di Torino. Qui il Po riceve gli importanti contributi della Dora Riparia e dello Stura di Lanzo. Più avanti poi riceve anche le acque della Dora Baltea e, con un percorso piuttosto rettilineo in area urbana, più irregolare verso valle, scorre in direzione Ovest-Est, nell alta pianura alessandrina, fino a ricevere le acque del Fiume Sesia a Valmacca (AL). La pendenza dell alveo fluviale, a valle di Torino ritorna a valori spesso superiori allo 0,1 %. Per esempio a Brandizzo si riscontra uno 0,16 %. 8.2 Fauna Ittica Comunità ittica potenziale La comunità ittica potenziale di questo macrotratto si compone di ben 23 specie ittiche, di cui 16 ordinarie e 7 straordinarie. Essendo il tratto caratterizzato da una vocazione ittica potenziale mista a Salmonidi e Ciprinidi, la comunità potenziale presenta una dominanza di quest ultima famiglia, la più numerosa nella checklist delle specie dulcicole italiane. I Salmonidi nativi per questo tratto sono temolo e trota marmorata, ad essi si aggiungono altre specie ad elevata selettività ambientale, come lampreda padana, tra le ordinarie, e barbo canino e. G.R.A.I.A. Srl Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 36 di 143

2 scazzone, tra le straordinarie, per le quali peraltro, questo macro-tratto segna il confine meridionale del tratto di Fiume Po della loro distribuzione potenziale. Figura 20 Frequenza di comparsa relativa (%) delle specie, in relazione alla loro origine (grafico a torta a sinistra) ed in relazione alla famiglia di appartenenza (campagna 2007). Tabella 16 Specie ordinaria / straordinaria Comunità ittica potenziale del tratto di alta pianura Specie (nome comune) Specie (nome scientifico) Famiglia Origine Specie ordinaria anguilla Anguilla anguilla Anguillidae autoctono Specie ordinaria barbo comune Barbus plebejus Cyprinidae autoctono Specie ordinaria cavedano Leuciscus cephalus Cyprinidae autoctono Specie ordinaria cobite comune Cobitis taenia bilineata Cobitidae autoctono Specie ordinaria cobite mascherato Sabanejewia larvata Cobitidae autoctono Specie ordinaria ghiozzo padano Padogobius martensii Gobiidae autoctono Specie ordinaria gobione Gobio gobio Cyprinidae autoctono Specie ordinaria lampreda padana Lampetra zanandreai Petromyzontidae autoctono Specie ordinaria lasca Chondrostoma genei Cyprinidae autoctono Specie ordinaria sanguinerola Phoxinus phoxinus Cyprinidae autoctono Specie ordinaria storione cobice Acipenser naccarii Acipenseridae autoctono Specie ordinaria temolo Thymallus thymallus Salmonidae autoctono Specie ordinaria trota marmorata* Salmo (trutta) marmoratus Salmonidae autoctono Specie ordinaria vairone Leuciscus souffia muticellus Cyprinidae autoctono Specie straordinaria alborella Alburnus alburnus alborella Cyprinidae autoctono Specie straordinaria barbo canino Barbus meridionalis caninus Cyprinidae autoctono Specie straordinaria cagnetta Salaria fluviatilis Blennidae autoctono Specie straordinaria carpa Cyprinus carpio Cyprinidae para-autoctono Specie straordinaria pigo Rutilus pigus Cyprinidae autoctono Specie straordinaria savetta Chondrostoma soetta Cyprinidae autoctono Specie straordinaria scazzone Cottus gobio Cottidae autoctono * E il suo ibrido con la trota fario Comunità ittica attuale Quadro conoscitivo sulla base dei censimenti ittici La campagna di censimento è stata svolta in 6 stazioni poste a Torino, San Mauro Torinese, Brandizzo, Verrua Savoia, Moncestino e Casale Monferrato. Nella tabella sottostante sono riportati l identificativo, la località esatta, il numero di censimenti ittici compiuti, le date ed il tipo di censimento, per ciascuna stazione. - specie esotiche 27% - altre specie 13% Figura 21 Somma delle abbondanza stimate specie straordinarie 12% - specie ordinarie 48% Altre famiglie Percidae 3% Salmonidae 5%Siluridae 2% Cyprinidae 72% Somma dei valori di abbondanza numerica stimata (indice di Moyle modificato) per la comunità a specie autoctone e a specie esotiche, per ciascuna stazione (campagna 2007). Tabella 17 Elenco delle stazioni di campionamento ittico indagate nel macro-tratto di alta pianura. -5 Distanza sorg. (km) ID stazione Comune (Prov) Località Altitudine (m s.l.m.) Tecnica di campionamento Data -10 Torino S.Mauro T.se (TO) Brandizzo (TO) Verrua Savoia (TO) Moncestino (AL) Casale Monferrato (AL) Torino Ponte Vittorio Emanuele II 222 elettropesca 30/07/ S.Mauro T.se (TO) ponte S.Mauro 206 elettropesca 25/07/ Brandizzo (TO) via po 185 elettropesca 24/07/ Verrua Savoia (TO) Verrua 150 elettropesca 24/07/ Moncestino (AL) C.na Grosso 143 elettropesca 01/08/ Casale Monferrato (AL) ponte ferrovia 105 elettropesca 01/08/ ,4 117,1 128, ,5 184,5 Comune (Prov) ID stazione distanza dalle sorgenti (km) G.R.A.I.A. Srl Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 37 di 143

3 Tabella 18 Distanza dalle sorgenti (km) 107 ID Stazione Comune (Prov) Abbondanza numerica stimata delle singole specie ittiche rinvenute nei censimenti (campagna 2007) nelle diverse stazioni (in ordine monte-valle). barbo comune cavedano cobite comune ghiozzo padano specie ordinarie gobione Lasca sanguinerola trota ibrida fario x marmorata Autoctoni triotto trota marmorata vairone specie straordinarie alborella carpa pesce persico altre specie scardola tinca trota fario carassio specie esotiche Torino S.Mauro T.se (TO) Brandizzo (TO) Verrua Savoia (TO) Moncestin o (AL) Casale Monferrato (AL) persico sole persico trota pseudorasbora rodeo amaro siluro In tutti i casi i campionamenti sono stati compiuti tramite elettropesca, manovrata per lo più percorrendo il fiume a piedi, lungo fasce litorali e sub-litorali accessibili. In alcune occasioni si è anche fatto ricorso ad un imbarcazione. In questo tratto sono state complessivamente rinvenute 12 specie autoctone ascrivibili alla comunità ittica potenziale, cui si aggiungono altre 5 specie autoctone, tipiche però di altri macrotratti fluviali. Al gruppo si uniscono anche 6 specie esotiche. Di nuovo i Ciprinidi sono la famiglia dominante anche in termini di frequenza di comparsa delle specie nei campionamenti (Figura 20). Tra le specie della comunità ittica potenziale, la trota marmorata è stata trovata solo a San Mauro Torinese, che inoltre pare segnare il confine meridionale della distribuzione attuale della specie nel Po. in questa stazione sono stati campionati e solo avvistati più di una decina di esemplari di marmorata e della sua forma ibrida, aventi taglie diversificate. Anche la sanguinerola è stata rinvenuta in un unica stazione, a Verrua Savoia, peraltro mostrandosi alquanto scarsa numericamente. La lasca è invece presente in tutto il tratto da monte fino a Verrua e solo in questa stazione è stata riscontrata la presenza di una popolazione numerosa e piuttosto ben strutturata. Va sottolineato, a proposito di questa specie, che i dati complessivi della campagna di censimenti ittici condotti nel periodo su tutto il Po, mostrano una particolare concentrazione di questa specie (comunque molto rarefatta e scarsa numericamente) proprio in questo macrotratto. Nel resto del Po la lasca è stata ritrovata in soli altri due punti, uno nel macrotratto pedemontano e l altro in bassa pianura, a testimonianza dell estensione potenziale della sua area di distribuzione, comunque confermata dai dati attuali, ma in maniera estremamente frammentata. Tabella 19 Confronto dei dati dei censimenti ittici compiuti nel 2007, relativi alla consistenza delle popolazioni (indice di abbondanza di Moyle modificato), con i dati pregressi disponibili (rif. Paragrafo Fonti dei Dati ). Un valore di abbondanza pari a 1,5 non ha alcun significato quantitativo, ma rappresenta esclusivamente il dato di presenza della specie riportato dalla Fonte. specie ordinarie specie straordinarie altre specie specie esotiche Le altre specie riscontrate e appartenenti alla comunità potenziale mostrano una distribuzione più uniforme nel tratto. Per esempio, l alborella è presente un po ovunque, ma con una popolazione alquanto esigua, così come relativamente scarse risultano essere anche tutte le altre popolazioni di specie della comunità potenziale, e cioè: cobite comune, ghiozzo padano, gobione e carpa. Cavedano, vairone, ma soprattutto barbo comune mostrano invece popolazioni più consistenti. Un caso particolare è costituito poi dal triotto: esso è presente in tutto il tratto con distribuzione uniforme, ma risulta assai scarso numericamente. anguilla barbo comune cavedano cobite comune cobite mascherato Ghiozzo padano gobione Lasca sanguinerola temolo triotto trota ibrida fario x marmorata trota marmorata vairone alborella barbo canino carpa pigo savetta luccio pesce persico scardola tinca trota fario barbus spp. Carassio persico sole persico trota pesce gatto pseudorasbora rodeo amaro siluro trota iridea Anno Tra le altre specie autoctone presenti, scardola e tinca sono sporadiche e confinate nel segmento fluviale di monte, a Torino. Il pesce persico è stato rinvenuto anch esso solo a monte, nel tratto tra Torino e San Mauro Torinese. In questo tratto è presente anche la trota fario, rinvenuta come specie comunque occasionale nelle due stazioni di Brandizzo e Verrua Savoia. Rispetto al tratto pedemontano, il numero delle specie esotiche è aumentato; carassio e pseudorasbora paiono essere le più diffuse, seguite da rodeo amaro e persico sole. Sporadici sono invece il persico trota ed il siluro, quest ultimo rinvenuto solo nelle due stazioni di valle. È da sottolineare che la stazione di Moncestino (AL) segna il nuovo limite superiore della distribuzione del siluro nel Fiume Po. confrontando infatti questo dato con le informazioni pregresse, si evince un ulteriore risalita della specie per la quale, nel 2004, il limite di monte era segnato a Casale Monferrato (Monitoraggio della Fauna Ittica del Piemonte, 2004). G.R.A.I.A. Srl Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 38 di 143

4 Complessivamente i dati mostrano una comunità ittica alterata rispetto all assetto prefigurato in condizioni climax. Delle 23 specie della comunità ittica potenziale nell ultimo anno ne sono state ritrovate solo 12. Tra queste, l unica specie ad elevata selettività ambientale rimasta è la trota marmorata, per la quale comunque i dati dei censimenti condotti in questi ultimi anni documentano la presenza di una popolazione molto rarefatta numericamente ma anche distribuita in maniera frammentaria, per di più confinata al segmento di monte, da Torino a Lauriano (TO). Le popolazioni per le quali si registra una certa stabilità negli ultimi anni, pur risultando numericamente poco consistenti, sono: barbo comune, cavedano, cobite comune, ghiozzo padano, gobione, vairone, alborella e carpa. Desta invece forte preoccupazione lo stato delle popolazioni di lasca, sanguinerola e triotto. Inoltre, i dati di quest ultimo aggiornamento non possono confermare la presenza attuale nel macrotratto di altre specie della comunità ittica potenziale: temolo, anguilla, barbo canino, pigo, savetta e cobite mascherato (già segnalato in passato come specie in forte declino nel tratto), la cui presenza era stata riscontrata circa vent anni fa e, per la savetta e il barbo canino, anche 4 anni fa Segnalazioni dal mondo della pesca Le segnalazioni per questo tratto riguardano la minaccia rappresentata dall avifauna ittiofaga. Il tratto, canalizzato e cementificato, privato di un adeguata fascia ripariale vegetata, in gran parte anche privato di portate utili a formare grandi buche profonde e buie, risulta particolarmente carente in quanto a disponibilità di rifugi per la fauna ittica, particolarmente esposta agli attacchi dei cormorani, divenuti assidui frequentatori della zona. 8.3 Affluenti Tratto terminale della Dora Baltea Figura 22 Dora Baltea a Crescentino, 25 luglio La Dora Baltea ha origine con i suoi due rami, Dora di Veny e Dora di Ferret, dai ghiacciai del Monte Bianco. Il suo bacino ha una superficie complessiva di circa km 2 (6% della superficie del bacino del Po) di cui il 90% in ambito montano. Le aree glaciali occupano complessivamente 237 km 2. Il tracciato è inizialmente diretto da nordovest a sud-est, poco prima di Aosta assume andamento ovest-est fino a Saint Vincent, dove assume la direzione sud-est, che mantiene fino alla confluenza. Il censimento ittico ha interessato il tratto terminale di Dora, in un punto posto subito a monte e a valle di una briglia di contenimento sita in corrispondenza del ponte di Crescentino (TO) (ID stazione = m s.l.m.). Qui è stato realizzato un campionamento tramite elettropesca manovrata da barca, con cui è stato sondato sia un tratto subito a valle, indagando tra i massi posti in alveo alla rinfusa, nel run che si forma più a valle ed anche in una grande pool presente subito a valle della briglia; sia in prossimità dei piloni del ponte e nel tratto lacustrizzato a monte della briglia, con fondo sabbioso. Complessivamente sono state catturate 17 specie, tutte autoctone ad eccezione della pseudorasbora e del carassio. Nel tratto a valle del ponte sono stati catturati alcuni esemplari di temolo e di ibridi fario x marmorata, oltre ad un buon numero di vaironi ed ad un esemplare di scazzone. Nel tratto lacustrizzato sono state campionate più specie di Ciprinidi e la lampreda padana. Un esemplare di anguilla è stato inoltre campionato tra i rifugi disponibili alla base dei piloni del ponte. La buona ricchezza in specie e la presenza di diverse specie ad elevata selettività ambientale, come trota marmorata, scazzone e temolo, nonché la presenza di ben 6 specie endemiche e subendemiche e ben 13 specie in Lista Rossa Italiana, esprimono il grande pregio di questo ecosistema fluviale, quantomeno le sue elevate potenzialità, dal momento che in realtà (per quanto occorra sottolineare le forti difficoltà di campionamento) per tutte le specie campionate è stata riscontrata una presenza numericamente molto scarsa; tanto che per nessuna delle specie campionate è stato possibile accertare una presenza stabile, nemmeno per il vairone, la cui popolazione è risultata piuttosto mal-strutturata. Figura 23 Frequenza di comparsa relativa (%) delle specie, in relazione alla loro origine (grafico a torta a sinistra) ed in relazione alla famiglia di appartenenza (campagna 2007). Altre famiglie Cottidae 6% Salmonidae 17% Anguillidae 6% 82% Cyprinidae 53% G.R.A.I.A. Srl Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 39 di 143

5 Figura 24 Abbondanza stimata (1-5) Composizione specifica della comunità ittica e abbondanza stimata di ciascuna specie (Indice di Moyle modificato). inciso tra pareti rocciose. Quindi il percorso si sviluppa nell altopiano canavesano per circa 40 km, fino alla confluenza nel Po in prossimità di Chivasso. Il bacino dell Orco ha una superficie complessiva di circa 910 km 2, di cui il 78% in ambito montano e il 22% in pianura; circa 11 km 2 sono occupati da ghiacciai. La superficie del bacino del Malone è pari a circa 344 km 2, di cui il 25% in ambito montano e il 75% in pianura. Complessivamente i bacini dell Orco e del Malone sottendono una superficie di circa 1255 km 2 (64% in ambito montano e 36% in pianura) (AdbPo, 2006). L Orco è stato interessato da un campionamento ittico condotto tramite elettropesca percorrendo a piedi il corso d acqua, a risalire. Il campionamento è avvenuto nel luglio alborella anguilla barbo comune cavedano ghiozzo padano gobione lampreda padana Lasca sanguinerola scazzone temolo trota fario trota ibrida fario x marmorata vairone carassio persico sole pseudorasbora La stazione è posta a Chivasso (TO), in prossimità dalla confluenza in Po (ID stazione 99 a 182 m s.l.m.). Qui l alveo di morbida è di gran lunga più largo dell alveo bagnato e presenta arginature scoscese con evidenti segni di erosione in sponda sinistra. Monocursale alla confluenza, presenta invece una diramazione poco a monte. La fascia riparia abbastanza ampia e continua in sponda sinistra risulta ridotta sia per ampiezza che per continuità in sponda destra. Da un punto di vista idraulicomorfologico il corso d acqua si presenta come un run prevalentemente basso e lento. Il substrato è costituito soprattutto da materiale medio-piccolo: sabbia, ghiaia e ciottoli in uguale proporzione. La stazione non offre particolari zone di rifugio per la fauna ittica, soprattutto per pesci di taglia medio-grande Tratto terminale del Torrente Orco Figura 25 Torrente Orco a Chivasso (TO), 24 luglio Complessivamente sono state catturate 11 specie delle quali solo un esotica: la pseudorasbora, peraltro risultata piuttosto rara. Il tratto mostra complessivamente una buona popolazione di vairone sia in termini di struttura che di abbondanza ed una discreta presenza del gobione. Tutte le 10 specie autoctone rinvenute risultano in Lista Rossa italiana; tra queste 6 sono endemismi o subendemismi italiani e 3 sono specie di interesse comunitario: barbo comune, cobite comune e lasca. La comunità ittica nel complesso risulta molto monotona e mal strutturata, con la presenza dominante del vairone e, in proporzione minore, del gobione, e la presenza esigua di tutte le altre specie, per le quali non si può confermare l esistenza di popolazioni stabili. Il Torrente Orco scorre sul versante meridionale del massiccio del Gran Paradiso, di cui raccoglie i deflussi; esso trae origine dal Lago Rossett e ha un percorso vallivo di circa 50 km, profondamente G.R.A.I.A. Srl Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 40 di 143

6 Figura 26 Frequenza di comparsa relativa (%) delle specie, in relazione alla loro origine (grafico a torta a sinistra) ed in relazione alla famiglia di appartenenza (campagna 2007). 8.4 Pressioni e impatti sulla fauna ittica Altre famiglie Salmonidae 9% Figura Alterazioni ambientali Alterazioni ambientali nel tratto di alta pianura. Diga di Torino monte sbarramento Diga di Torino valle sbarramento 82% Cyprinidae 73% Figura 27 5 Composizione specifica della comunità ittica e abbondanza stimata di ciascuna specie (Indice di Moyle modificato). Diga di San Mauro Torinese monte sbarramento Diga di San Mauro Torinese valle sbarramento Abbondanza stimata (1-5) alborella barbo comune cavedano cobite comune ghiozzo padano gobione Lasca sanguinerola trota fario vairone pseudorasbora Chivasso, presa del canale Cavour Chivasso, presa del canale Cavour, organo di G.R.A.I.A. Srl Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 41 di 143

7 Diga di Casale Monferrato a monte dello sbarramento Casale Monferrato, ponte ferrovia, briglia Diga di Casale Monferrato sbarramento Casale Monferrato, ponte ferrovia, briglia si riducono talora a poche centinaia di litri al secondo, due ordini di grandezza inferiori rispetto a quelle naturali. L alveo del più grande fiume padano si riduce ad una successione di stagni alimentati da un rivolo di corrente, appena sufficiente a garantire la presenza di acqua. Il contributo, sulla destra, dello Stura di Casale è assolutamente insufficiente ed occorre arrivare fino alla confluenza con la Dora Baltea per rivedere un vero fiume come dovrebbe essere il Po. Frammentazione fluviale. Questo tratto è il più colpito dal problema della frammentazione fluviale per la concentrazione di opere di presa e di imbrigliamento del fiume, del tutto prive di passaggi per la fauna ittica o provviste di passaggi percorribili solo in condizioni di morbida e/o solo dalle specie ittiche più agili e meglio dotate. Da monte verso valle si incontrano le seguenti impercorribilità: Diga di Torino, non percorribile; Diga di San Mauro Torinese, non percorribile; Presa del Canale Cavour a Chivasso, parzialmente percorribile; Diga di Casale Monferrato, non percorribile; Briglia del ponte di Casale Monferrato, parzialmente percorribile. Inquinamento dell acqua. Il Po in questo macro-tratto risente dell attraversamento dell area urbana di Torino sotto il profilo della qualità dell acqua. Per di più a valle di Torino, presso S. Mauro Torinese, fino a Chivasso, in un tratto peraltro sottoposto a portate ridotte, è presente lo scarico del depuratore Po-Sangone che, per quanto si possa considerare un chiaro esempio di buona gestione a livello europeo, non scarica certamente acqua pulita (CREST, 2006). L impatto di tale scarico sarebbe molto probabilmente ben tollerato dal fiume, se fosse garantita una portata minima adeguata. Prelievi idrici. L impatto dei prelievi idrici è pesante in questo tratto, non solo per le opere di presa presenti sul Po ma anche per la sofferenza idrica in cui versano alcuni suoi grandi affluenti. Nell area metropolitana torinese il fiume è caratterizzato da un regime idrologico tutto sommato non eccessivamente alterato. Dopo aver superato l ostacolo della collina, il Po riprende a viaggiare più velocemente, ma l acqua è molto lenta o quasi stagnante, conseguenza delle captazioni idriche che impoveriscono il fiume in misura notevole, praticamente in tutto il suo tratto a valle di Torino, fino alla confluenza con la Dora Baltea, cioè per un percorso pari a 37 km. In questo segmento fluviale il Po riceve gli importanti contributi della Dora Riparia e dello Stura di Lanzo. In particolare, per quanto riguarda il secondo, soprattutto in estate, con portate ridotte anche ad un decimo di quelle naturali a causa delle derivazioni per fini irrigui che interessano tale torrente in tutto il suo corso di pianura a valle di Lanzo. Il contributo dell Orco (alimentato da un bacino molto più grande e quindi ipoteticamente importante) è ridotto, quando va bene, ad un paio di metri cubi al secondo; infatti anche questo importante torrente è sottoposto a forti prelievi per fini irrigui tanto da risultare, in quasi tutte le estati, praticamente prosciugato da Rivarolo alla confluenza con il Malesina (poco a monte di Chivasso) (CREST, 2006). La situazione più grave, sotto il profilo idrologico, è quella che si presenta a valle della traversa che alimenta il Canale Cavour, presso Chivasso. Nei periodi di magra estiva l acqua viene quasi totalmente derivata e le portate nel fiume Alterazione morfologica dell habitat acquatico. Questo tratto, anche per via del fatto che attraversa un area fortemente urbanizzata, è afflitto da opere di difesa spondale, cementificazione, rettificazione, imbrigliamento, e tutto quanto poteva essere fatto ai fini di contenere il dinamismo dell alveo fluviale ed eventuali esondazioni. Con ciò, visto che peraltro gli stessi interventi hanno riguardato anche i suoi affluenti (Orco, Dore, Stura di Lanzo), gli effetti ottenuti in alcuni casi sono anche l opposto dell atteso, in quanto la rettificazione, la cementificazione, l arginatura entro un alveo ristretto, la chiusura di aree esondabili, non hanno fatto altro che favorire la velocità dei flutti e promuovere processi di trasporto solido e intasamento in corrispondenza dei punti di imbrigliamento che favoriscono lo scatenarsi, in periodi di eventi meteorici eccezionali, di esondazioni e eventi catastrofici, per il fiume e per il territorio circostante Alterazioni faunistiche In questo tratto si presentano due problematiche a carico della comunità ittica: l avifauna ittiofaga l avanzamento del siluro La presenza massiccia dei cormorani costituisce di fatto un problema pressante sulla fauna ittica perché questa si trova particolarmente esposta alla predazione in un ambiente profondamente alterato e banalizzato, privato di indispensabili vie di rifugio, come sponde vegetate in ombra, ceppaie, buche profonde in alveo. Peraltro i dati dei censimenti svolti sul cormorano (Parco Fluviale G.R.A.I.A. Srl Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 42 di 143

8 del Po e dell Orba, 2008), documentano la crescita demografica enorme del cormorano in questi ultimi vent anni, duranti i quali la specie si è anche adattata a compiere l intro proprio ciclo vitale nel territorio, divenendo nidificante e dunque frequentando il fiume tutto l anno. I dati sul numero di nidi contati nel Parco Fluviale del Po e dell Orba in periodo riproduttivo mostrano il passaggio da nessun nido contato nel 1996 e 1997 a 208 nidi nel 2006, e i dati sugli individui svernanti registrano il passaggio da circa 600 individui nel 2001 a oltre 1200 nel 2007 (Parco Fluviale del Po e dell Orba, 2008). Altra minaccia per l ittiofauna nativa proviene, tra tutte le specie esotiche presenti, dal siluro, per il quale è già cominciata l avanzata. Oggi è presente fino a Moncestino (AL), a breve potrà risalire quantomeno fino alla presa del Canale Cavour. 8.5 Indicazioni gestionali Anche per questo macrotratto le indicazioni gestionali comprendono interventi di carattere ambientale. Si sostiene infatti con forza la convinzione che in un ambiente risanato anche la fauna ittica ed il biota in generale possano trovare sufficienti risorse per riequilibrarsi. Evidentemente comunque, dal momento che i tempi dei processi biologici e naturali in generale sono molto più lunghi dei tempi della tecnologia, occorre prendere provvedimenti diretti anche sul biota stesso, che siano d aiuto alle specie native per resistere alla pressione delle alterazioni faunistiche, di matrice antropica. Ci si riferisce in particolare all avanzata del siluro che può essere rallentata con campagne periodiche di sfoltimento e contenimento, come viene fatto in Ticino, da alcuni anni con risultati incoraggianti, per il fatto che la comunità ittica nei tratti battuti risulta più diversificata sia in composizione specifica sia in classi di taglia rispetto a qualche anno fa. Questo tipo di attività ha però speranza di successo solo se viene compiuta con assiduità e con metodo, nei periodi (inverno e periodo riproduttivo del siluro) e negli ambienti (rifugi sotto riva d inverno e aree di frega nel periodo riproduttivo) e con le tecniche (elettropesca compiuta di giorno in inverno e di notte nel periodo riproduttivo), adeguati. Per quanto riguarda la pressione svolta dai cormorani sulla fauna ittica, si comprendono e condividono le preoccupazioni dei pescatori sportivi, soprattutto perché, effettivamente, a parte il pesce predato, esiste anche una grande quota di pesci feriti ma non catturati, per l impossibilità del cormorano di sollevarli dall acqua (perché troppo grossi o afferrati male) che vengono feriti profondamente, con beccate che solcano buona parte del dorso dove, nella gran parte dei casi, si sviluppano batteri e funghi che poi causano la morte dell animale. D altronde si comprende pure la difficoltà di intraprendere azioni dissuasive nei confronti di questo animale all interno di un area protetta, come quella del Parco Fluviale del Po e dell Orba, che si estenda da Verrua Savoia, fino circa a Valenza Po, interessando segmenti fluviali in cui la pressione del cormorano sui pesci è particolarmente evidente. Per questo motivo, se comunque da una parte ci si auspica che dall Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA, ex INFS - Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica) -organo istituzionale che ha il compito di censire il patrimonio ambientale costituito dalla fauna selvatica, di studiarne lo stato, l evoluzione ed i rapporti con le altre componenti ambientali- siano fornite indicazioni a riguardo, dall altra si conferma la convinzione che dalla riqualificazione fluviale e dal risanamento delle acque possa venire il maggiore supporto alla fauna ittica che, incrementata, potrebbe dimostrarsi più resistente alla pressione del cormorano.. Prelievi idrici. Per quanto concerne le dighe di Torino (AEM), di San Mauro Torinese (ENEL), Chivasso, e Casale Monferrato, la stessa Autorità di Bacino del Fiume Po (Deliberazione n 7/2002) ha proposto i seguenti valori di DMV, che dovranno essere garantiti a partire dal 31/12/2008, secondo quanto stabilito dal PTA della Regione Piemonte: Torino (traversa AEM) DMV = 16 m 3 /s S. Mauro Torinese (traversa ENEL) DMV = 16 m 3 /s Chivasso (traversa Canale Cavour) DMV = 21 m 3 /s Casale Monferrato (traversa Lanza) DMV = 32 m 3 /s Questi valori potrebbero costituire un ragionevole compromesso tra l esigenza di sfruttamento della risorsa idrica e la necessità di consentire al fiume di mantenere capacità di riacquistare parte delle proprie capacità auto depurative. Ai fini della tutela della fauna ittica tali valori costituiscono di certo un passo importante in un ottica di ripristino, i cui effetti potranno comunque essere valutati solo con il monitoraggio su questa componente biologica una volta che il rilascio sarà adeguato al valore fissato. D altro canto, pur aspirando alla migliore condizione realizzabile, si condivide l approccio di sussidiarietà e di gradualità enunciati dalla stessa AdbPo nell avanzare la propria proposta di DMV. Al tempo stesso, se verranno adeguati anche gli impianti di presa sugli affluenti del Po, secondo quanto previsto dal PTA della Regione Piemonte, per quanto anche in questo caso si tratti di un primo passo, in un ottica di rinaturazione dei corsi d acqua, anch essi potranno contribuire al risanamento della comunità ittica del Po. Frammentazione fluviale. Per ciascun punto di ostacolo alla libera percorribilità da parte dei pesci, sono di seguito indicate le possibilità di realizzazione di adeguati passaggi per pesci, il cui dimensionamento, la cui ubicazione e le altre caratteristiche tecniche devono comunque essere stabiliti in sede di progettazione: Diga di Torino. Le caratteristiche strutturali della diga determinano la possibilità di costruire un passaggio artificiale a bacini successivi, eventualmente ubicato in sponda sinistra orografica, con possibile imbocco di monte nel canale di presa; Diga di San Mauro Torinese (TO). Le caratteristiche strutturali della diga determinano la possibilità di costruire un passaggio artificiale a bacini successivi, ubicato in sponda destra orografica, con imbocco di monte eventualmente nel canale di presa; Presa del Canale Cavour a Chivasso (TO). In questo caso le caratteristiche dello sbarramento, che risulta parzialmente valicabile sia in dipendenza della specie ittica sia delle portate del fiume, suggeriscono la realizzazione di una rampa in pietrame, ubicata nei pressi della sponda destra orografica, vicino all organo di scarico esistente, nel punto di maggior richiamo per i pesci, sfruttando la via di sfioro preferenziale esistente. I massi dovranno essere adeguatamente dimensionati in base alla piena di progetto e opportunamente ancorati, eventualmente su sottofondo in calcestruzzo; Briglia del ponte di Casale Monferrato (AL). Le caratteristiche della briglia suggeriscono la realizzazione di una rampa in pietrame, ubicata nei pressi della sponda destra orografica, vicino all organo di scarico esistente, nel punto di maggior richiamo per i pesci, sfruttando la via di sfioro preferenziale esistente. I massi dovranno essere adeguatamente dimensionati in G.R.A.I.A. 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9 base alla piena di progetto e opportunamente ancorati, eventualmente su sottofondo in calcestruzzo. Inquinamento dell acqua. Riguardo alla questione dell inquinamento dell acqua, esistono oggi tutti gli strumenti normativi necessari a garantire una qualità compatibile con la vita dei pesci. Il problema è evidentemente più che altro di tipo politico e amministrativo e riguarda la necessità di riuscire a fare rispettare le limitazioni imposte e ad adeguare impianti di depurazione e scarichi secondo quanto sancito dalle leggi vigenti. Per quanto riguarda in particolare il depuratore del Po- Sangone, si ritiene che anche il recupero di portate adeguate nel Po consentirebbe al fiume di riacquistare quel potere di diluizione che solo può venire dalla disponibilità del suo elemento primario. Allo stesso tempo, anche la rinaturazione delle sponde, con il recupero della loro capacità di buffer ecologico ed il riacquisto da parte del fiume della propria capacità di autodepurazione, insieme con il ricorso, in casi puntuali ove se ne ravvisino l utilità e le possibilità realizzative, alla fitodepurazione potranno contribuire a migliorare la qualità dell acqua. Alterazione morfologica dell habitat acquatico. Con tecniche e metodi propri dell ingegneria naturalistica e, più in generale, della moderna riqualificazione fluviale dovrà essere perseguito l obiettivo di diversificazione e rinaturazione dell habitat acquatico e delle sponde, promuovendone una maggiore divagazione, non solo per la ricostituzione di un popolamento ittico altrettanto diversificato, stabile e consistente ma anche per ridonare stabilità all alveo, oggi fortemente tendente alla maggiore incisione e unicursalità, e conferire ad esso maggiore resilienza ad eventi eccezionali di piena, distruttivi anche per la fauna ittica. G.R.A.I.A. Srl Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 44 di 143

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