Metodo della Trasformata di Laplace (mtl)

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Metodo della Trasformata di Laplace (mtl)"

Transcript

1 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace Lezione n.7 Meodo della raformaa di Laplace (ml). Inroduzione. Richiami ulla raformaa di Laplace. Proprieà della raformaa. Regola di derivazione.3 abella di raformae noevoli 3. Meodo della raformaa di Laplace 3. Impedenze operaoriali 3. Funzione di raferimeno 3.3 Circuii con condizioni iniziali non nulle 4. Aniraformaa e oluzione nel dominio del empo 4. Relazione ra ml e meodo dei Faori 4. Eercizi In quea lezione raeremo il meodo della raformaa di Laplace (ml) per circuii lineari e empo invariani (LI). Inrodurremo la funzione di raferimeno e le impedenze operaoriali. Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/

2 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace. Inroduzione In un iema dinamico lineare e empo invariani (LI) il legame ingreo-ucia è coiuio da un iema di equazioni differenziali lineari a coefficieni coani. ale iema per poer eere riolo i riformula in ermini di una ola equazione differenziale che, inieme alle condizioni iniziali, viene chiamao problema di Cauchy. Abbiamo deo che la oluzione del noro problema di Cauchy conie nella ovrappoizione di due ermini: l evoluzione libera e l evoluzione forzaa. Quea compoizione in due ermini non è l unica, abbiamo vio, infai, che la oluzione può anche eere via come la ovrappoizione del ermine derivane dalla oluzione dell omogenea aociaa all equazione differenziale e un ermine che abbiamo chiamao oluzione paricolare. Nel cao in cui i generaori ono coani o inuoidali abbiamo vio che riula facile calcolare la oluzione paricolare che chiameremo oluzione di regime. Nel cao di generaori inuoidali abbiamo uao, ad eempio, il meodo dei faori che ci ha conenio agevolmene di calcolare la oluzione di regime inuoidale. uavia non empre i generaori ono coani o inuoidali. In queo cao eie la poibilià di rovare la oluzione paricolare operando direamene nella equazione differenziale nel cao in cui la funzione dei generaori lo permee. E il cao ad eempio di funzioni di ipo eponenziale o polinomiale. Ma in generale i generaori poono eere decrii da funzioni più complicae. In queo cao arà neceario calcolare la oluzione come ovrappoizione di evoluzione libera e forzaa e biognerà calcolare que ulima ricorrendo, in paricolare, a due meodi. Quei ono il meodo della raformaa di Laplace o il meodo dell inegrale di convoluzione. In quea lezione ci occuperemo del primo e per brevià lo richiameremo brevemene con ml.. Richiami ulla raformaa di Laplace La raformaa di Laplace è un operaore che aocia alla funzione x() una funzione X() della variabile complea. Eiono due ipi diveri di operaori che vengono celi a econda dei cai: la raformaa di Laplace bilaera e la raformaa di Laplace monolaera. La raformaa di Laplace bilaera di una funzione x() è definia nel modo eguene x( ) e d X ( ). () La raformaa di Laplace monolaera di una funzione x() è definia invece nel modo X( ) x( ) e d. () Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/

3 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace La () viene inrodoa per lo udio di iemi in cui i è inereai a deerminare funzioni per > con condizioni iniziali evenualmene non nulle. Si fa noare che come eremo inferiore di inegrazione i è celo lo - per enere in cono di evenuali impuli preeni nello nella funzione x(). Oerviamo che e conideriamo funzioni definie nulle per < e con condizioni iniziali nulle le definizioni () e () ono equivaleni. Noi ueremo empre, per la oluzione dei nori problemi, la definizione (). Inolre oolineiamo che ueremo la raformaa di Laplace quando il noro iema è a condizioni iniziali nulle oppure per calcolare olo la ripoa forzaa calcolando l evoluzione libera direamene nel dominio del empo. La raformazione di Laplace non è definia per ue le funzioni. Affinché una funzione ia raformabile econdo Laplace (o L-raformabile) deve eiere l inegrale () per almeno un valore di. Quando queo avviene poiamo dire che l inegrale () è definio u regioni del piano compleo della (emipiani di convergenza) del ipo: { } < β Re. (3) La variabile i chiama pulazione complea. La β i chiama acia di convergenza. L operaore di raformaa i indica con il imbolo L, quindi i ha che ( ) L{ x( ) } X. (4) Per riporare una funzione definia nel dominio delle nel dominio del empo è definio l operaore invero a L. La raformazione invera i definice aniraformaa e i indica con il imbolo L -. Quindi { X( ) } x( ) L. (5). Proprieà della raformaa di Laplace Alcune proprieà della raformaa di Laplace ono: Proprieà di unicià : La raformaa di Laplace abilice una corripondenza biunivoca ra le funzioni del empo x() e le funzioni di variabile complea X(). Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/ 3

4 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace Proprieà di linearià : L operaore L è lineare { a x ( ) a x ( ) } a X ( ) a ( ) L X. (6) Proprieà di ralazione: L { x( )} e X( ) e { } L e x ) X( ) Proprieà del cambiameno di cala: Si ha: L { x a) } X (. (7) (. (8) a a. Regola di derivazione Avendo a che fare con equazioni differenziali non poiamo non occuparci della raformaa della derivaa di una funzione. Nell ipoei in cui la funzione x() ia raformabile econdo Laplace poiamo enunciare che la ua derivaa nel eno delle diribuzioni arà coì derivabile: dx( ) L X( ) x( ). (9) d e che: d x( ) ( ) L X( ) x( ). () d d dx Si oervi che i uilizza - poiché i vuole enere in cono di evenuali impuli preeni nell iane iniziale. Come i vede dalla (9) e dalla () raformando la derivaa prima e econda della funzione alano fuori le condizione iniziali della funzione ea. Ma, come vedremo nel eguio, noi uilizzeremo la raformaa di Laplace per deerminare la oluzione di un problema con condizioni iniziali nulle o per deerminare l evoluzione forzaa della oluzione (che non dipende dalle condizioni iniziali), e quindi avremo Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/ 4

5 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace empre a che fare con problemi con condizioni iniziali nulle. Noi uilizzeremo la (9) e la (9) emplificae dei ermini dipendeni da condizioni iniziali: dx( ) d x( ) L X( ) ; L X( ) d d () Oerviamo una coa molo imporane: dalla proprieà di derivazione deduciamo che il ml algebrizza le equazioni differenziali al pari del meodo dei faori. In realà faremo vedere ra poco che il meodo dei faori è un oomeodo del ml. In concluione la raformaa aocia alle derivae la moliplicazione per la variabile ; queo ignifica che, come vedremo ra breve, poremo raare i circuii dinamici alla regua dei circuii azionari o in regime inuoidale..3 abella di raformae noevoli In generale quando i vuole calcolare una raformaa di Laplace non i applica empre la definizione () o () ma la i coruice uilizzando le proprieà e alcune raformae noevoli di funzioni noe. Nel eguio diamo una abella in cui ono riporae alcune raformae elemenari che poono eere uili nell ambio della rioluzione di circuii. Funzione del empo x () raformaa di Laplace X( ) δ () u () e a u() a δ ( ) e co( ω ) u( ) ω o in( ω ) u( ) ω ω Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/ 5

6 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace 3. Meodo della raformaa di Laplace (ml) Vediamo ora operaivamene come uare la raformaa di Laplace per riolvere il noro problema formulao nel dominio del empo come problema di Cauchy o, prima ancora, come iema globale. Schemaizziamo il noro problema come in Fig.. Per emplicià abbiamo uppoo di avere un olo generaore. Nel cao di più generaori baa, infai, coniderare la ovrappoizione degli effei. generaore g() Circuio LI x()x l ()x f () (qualiai enione o correne del circuio) condizioni iniziali Fig. Siema ingreo ucia per un circuio lineare forzao da un generaore. Innanziuo ricordiamo il fao che la raformaa di Laplace abilice una corripondenza biunivoca ra le funzioni del empo x() e le funzioni di variabile complea X(). Quea proprieà è fondamenale perchè conene di raformare un problema definio nel dominio del empo in un problema definio nel dominio della variabile, di riolverlo nel dominio raformao rovando la raformaa della oluzione e di aniraformare quea nel dominio di oenendo la oluzione cercaa (vedi lo chema in Fig. ). Problema formulao nel dominio del empo L Problema formulao nel dominio di Laplace Soluzione nel dominio di empo L - Soluzione nel dominio di Laplace Fig. Schema di uilizzo del meodo della raformaa di Laplace. Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/ 6

7 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace Per riolvere un circuio ramie Laplace biogna coniderare la oluzione del problema come omma dell evoluzione libera e dell evoluzione forzaa. Il ml i applica unicamene alla ricerca della oluzione forzaa. Se il circuio da riolvere è inizialmene a ripoo, oia e le condizioni iniziali ono nulle, la oluzione coinciderà con l evoluzione forzaa. Nel cao in cui le condizioni iniziali non doveero eere nulle arà neceario aggiungere all evoluzione forzaa il ermine di evoluzione libera. L evoluzione libera arà calcolaa ramie gli uuali iemi di rioluzione di un equazione differenziale omogenea imponendo le condizioni iniziali non nulle. In concluione poiamo affermare che il ml è poibile uilizzarlo nelle eguene ipoei: - il circuio è LI - le condizioni iniziali ono nulle circuio a ao zero (calcoliamo x()) - le condizioni iniziali non ono nulle e allora calcoliamo la ripoa forzaa (calcoliamo x f ()) Nel paragrafo 3.4 faremo vedere come raare il cao in cui vogliamo enere in cono delle condizioni iniziali non nulle uilizzando la raformaa di Laplace. Per uilizzare il ml biogna affronare 3 problemaiche: la raformazione nel dominio di Laplace del problema di Cauchy - la oluzione nel dominio di Laplace 3 - la aniraformazione nel dominio del empo Inroduciamo una alla vola quee problemaiche: la raformazione nel dominio di Laplace del problema di Cauchy Avendo definio l operaore di raformazione e le ue proprieà, iamo in grado di raformare: - il iema globale - l equazione differenziale del problema di Cauchy Nel primo cao oeniamo, nel dominio di Laplace, un iema algebrico nella variabile indipendene che dovremo riolvere. Nel econdo cao dobbiamo raformare il problema () della Lezione n.9 che ricriviamo: ( ) α x& ( ) ω x( ) Y ( ) & x x( x& ) X DX per > () Dove abbiamo poo xx e G Y per emplicià. Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/ 7

8 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace Del problema () conideriamo olo la ripoa forzaa. ( ) α x& ( ) ω x ( ) Y( ) & x f x( ) x& f f per > (3) Nel cao in cui le condizioni iniziali nella () ono nulle x f x. Supponiamo per emplicià di noazione che queo ia il cao e quindi conideriamo: ( ) α x& ( ) ω x( ) Y ( ) & x x( ) x& per > (4) raformando l equazione differenziale roviamo: a b ( ) G( ), (5) α ω X dove ( a b) G( ) L{ Y ( ) } e ( ) L{ g( ) } G. E banale eendere il riulao della (5) ad un circuio del I ordine. In queo cao i ha dalla (3) della Lezione n.8: a X ( ) G( ), (6) dove ag ( ) L{ Y( ) }. Il coefficiene a nella (6) dipende dal coefficiene che moliplica la funzione del generaore al econdo membro dell equazione differenziale (3). La (5) e la (6) coiuicono l epreione finale a cui i perviene, nel dominio di Laplace, raformando il iema globale o direamene l equazione differenziale. la oluzione nel dominio di Laplace La oluzione del noro problema nel dominio di Laplace è rappreenaa dalla (5) o dalla (6) a econdo dell ordine del iema. Ricordando il modo di operare con il meodo dei faori o con i circuii reiivi, ci viene in mene che poiamo deerminare la oluzione nel dominio di Laplace Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/ 8

9 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace operando direamene ul circuio. Come vedremo meglio nel proimo paragrafo poiamo, infai, inrodurre qualcoa di analogo alle impedenze o alle reienze nel dominio di Laplace. Si definicono le impedenze operaoriali. Uilizzando quindi pariori e impedenze operaoriali equivaleni poiamo giungere in modo direo alla (5) o alla (6). Comunque ia l epreione della oluzione nel dominio di Laplace avrà empre un epreione del ipo (5) o (6). E chiaro che per poeri preparare ad una aniraformazione della (5) o (6), che mi reiuice la grandezza cercaa nel dominio del empo, dobbiamo conocere la funzione G(). Perano, per uare il meodo ml chemaizzao in Fig. è fondamenale poer avere a dipoizione la funzione G(). La funzione g() deve eere raformabile econdo Laplace e devo riucire a deerminare la ua raformaa. Le epreioni (5) e (6) ono del ipo: X( ) H( )G( ), (7) dove abbiamo inrodoo la funzione H() che chiamiamo funzione di raferimeno del circuio ripeo alla grandezza cela x. Il circuio può eere vio come iema ingreo-ucia e la funzione di raferimeno conene di oenere l ucia moliplicando la funzione ea per la raformaa dell ingreo. G() H() X() Fig. 3 Il circuio vio come iema ingreo-ucia. Come vedremo ra breve la funzione di raferimeno rappreena la raformaa di Laplace della ripoa impuliva del circuio per la variabile cela x. Diciamo ubio che il ml è uile anche nel cao in cui i voglia unicamene deerminare la funzione di raferimeno del circuio. 3 la aniraformaa nel dominio del empo Una vola deerminaa la funzione G(), dobbiamo aniraformare funzioni come la (5) o la (6). Come abbiamo deo ciò è poibile e: - conociamo la raformaa G() - riuciamo ad aniraformare il prodoo H()G(). Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/ 9

10 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace Quando queo non riula acceibile allora conviene ricorrere al eorema della convoluzione che brevemene enunciamo. Dae due funzioni raformabili econdo Laplace i ha: { f ( ) f ( ) } ( )F ( ) L ; (8) F dove abbiamo inrodoo il prodoo di convoluzione: f ( ) ( ) f f ) f ( ) d f( ) f ( ) ( d. (9) Nella Lezione n.9 parleremo più a lungo della convoluzione appena inrodoa, qui ci inerea oolineare che nel noro cao, quando l aniraformaa della (7) non è acceibile poiamo deerminare la x() direamene nel dominio del empo con la eguene epreione: x ( ) L { H( ) G( ) } g( ) h( ) d. () dove h( ) L { H( ) } rappreena la ripoa all impulo relaiva ad una grandezza cela come ucia. Si comprende allora l imporanza della deerminazione della funzione di raferimeno H() del circuio ripeo ad una funzione x cercaa. Infai daa la ruura maemaica della funzione H() arà empliciimo, uilizzando la compoizione in frai emplici, arrivare alla deerminazione della ripoa all impulo h(). 3. Impedenze operaoriali Al fine di definire qualcoa di analogo a reienze (circuii reiivi) o impedenze (circuii di faori), poiamo raformae le relazioni caraeriiche dei ingoli bipoli nel dominio di Laplace. Grazie alla regola di derivazione () ed (), le relazioni caraeriiche per il condenaore e per l induore da differenziali diveneranno, nel dominio raformao, algebriche. Nella abella eguene la inei delle relazioni caraeriiche nel dominio di Laplace: Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/

11 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace Reiore Condenaore Induore Generaori ideali V( ) RI( ) V( ) C I( ) V( ) LI( ) V ( ) E( ) I ( ) J ( ) E chiaro che nel dominio raformao il legame ra enione e correne nei bipoli paivi è empre di ipo algebrico. Poiamo, allora, analogamene a quano fao nel dominio dei faori, inrodurre una grandezza che rappreena il rapporo enionecorrene di un bipolo. Quea funzione la chiamiamo impedenza operaoriale e la indichiamo con il imbolo ( ) ( ) V Z ( ). () I Poiamo ovviamene definire anche una ammeenza operaoriale Y ( ) Z ( ). () Le impedenze operaoriali per i bipoli che conociamo ono: Z()R Z()/C Z()L L aver inrodoo le impedenze ed ammeenze operaoriali ci conene di operare, come per il meodo dei faori, ul circuio raformao econdo Laplace alla eo modo di un circuio in regime azionario. Parleremo, dunque, di circuii di impedenze operaoriali. In queo modo arà empliciimo calcolare una grandezza volua del circuio uilizzando impedenze operaoriali equivaleni e pariori. Facciamo un eempio: conideriamo il circuio di Fig.4 già raformao nel dominio di Laplace, vogliamo calcolare la enione ( ) ai capi del condenaore. V c Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/

12 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace L R E() V c () /C R Fig. 4 Circuio nel dominio di Laplace. Nel circuio di Fig.4 poo operare ulle impedenze operaoriali erie e parallelo oenendo il circuio emplificao di Fig. 5. Z () E() V c () Z () Fig. 5 Circuio di Fig. 4 con impedenze equivaleni. Nel circuio di Fig.5 abbiamo: Z ( ) R L () e R / C R Z ( ). (3) R RC C A queo puno applicando il pariore di enione i oiene Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/

13 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace R Z ( ) RC V c ( ) E( ) E( ) Z( ) Z ( ) R ( R L) ( R C) E( ) R L RC CL R R LC E( ) (4) R R RC L LC R Come i vede la (4) ha la forma della (7). In paricolare abbiamo che H( ) LC. (5) R R RC L LC R 3. Funzione di raferimeno La funzione H() della (5) la chiamiamo funzione di raferimeno (Fd). Vediamo che ipo di funzione maemaica ci apeiamo che ia la Fd. La Fd è una funzione razionale fraa. E un rapporo di polinomi. Al denominaore avremo un polinomio in con i coefficieni uguali a quelli che roveremmo nella pare omogenea dell equazione differenziale; al numeraore avremo un polinomio, di grado empre inferiore a quello del denominaore, che dipenderà dal ermine forzane dell equazione differenziale. Il fao che il numeraore abbia grado empre inferiore a quello del denominaore lo poiamo verificare, ad eempio, in un circuio del II ordine nel quale il ermine forzane dipende al maimo (confrona la (4) e la (6) della Lezione n. 9) dalla derivaa prima del forzameno. La Fd dipende unicamene dai parameri del circuio e dalla cela della paricolare grandezza del circuio conideraa ucia del iema. Infai a econda della grandezza cela, cambia il numeraore, menre il denominaore rimane invariao perché dipende dall equazione differenziale omogenea uguale per ue le grandezze cele del circuio. Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/ 3

14 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace Fino ad ora abbiamo fao l ipoei che vi ia un olo generaore nel circuio. Nel cao ve ne foero più di uno poiamo applicare il principio di ovrappoizione degli effei. Per ognuno varrà quano deo opra. Perano, nell ipoei di n generaori oerremmo l epreione eguene per la raformaa della ripoa forzaa: X( ) H ( )G ( ) H ( )G ( )...H ( )G ( ). (6) n n Facciamo aenzione al fao che la i-ima Fd, in paricolare il uo numeraore, non arà uguale a quello degli alri. Diamo ora una imporane inerpreazione alla Fd. Conideriamo come egnale d ingreo g ( ) l impulo δ ( ). Dalla abella vediamo che la raformaa di δ ( ) è. Quindi nel cao in cui il egnale d ingreo è l impulo di Dirac dalla (7) l ucia X() divena coincidene con la H(). Perano la funzione H() poiamo inerprearla come la ripoa del iema ad un ingreo impulivo. Nel dominio del empo la ripoa all impulo la i indica con la funzione h ( ). La ripoa all impulo rappreena la oluzione, cioè la x()h(), quando il generaore g() δ() è appuno impulivo. Per calcolare H() i può procedere in due modi: Si agice direamene ul circuio coniderando le impedenze operaoriali e, uilizzando le impedenze operaoriali equivaleni ed i pariori, i riece a calcolare X() in funzione di G(); e quindi i riece ad iolare, ramie la (7) la Fd. Si crive l equazione differenziale aociaa alla cela faa della grandezza d ucia e la i raforma nel dominio di Laplace. Focalizziamoci u circuii del II ordine. Il primo meodo è quello che abbiamo uilizzao per il calcolo della (5). Vediamo il econdo meodo: lo abbiamo applicao alla (4) per oenere la (5). Per analizzare come procedere per il calcolo del numeraore della H() facciamo un eempio: coniderao il circuio RLC erie la cui equazione differenziale è daa nel iema (39) della Lezione n. 9, che, nell incognia la enione del condenaore, ricriviamo R vc( ) e( ) v& C ( ) v& C( ) (7) L LC LC E, nell incongnia la correne nell induore, ricriviamo: Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/ 4

15 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace & R i de i L ( ) ( ) L ( ) i& L ( ). (8) L LC L d raformando, ora, la (7) e la (8) abbiamo ripeivamene LC VC ( ) H( )E( ) E( ), (9) R L LC I L L ( ) H( )E( ) E( ). (3) R L LC Dalle (9) e (3) verifichiamo che le funzioni di raferimeno rovae hanno lo eo denominaore e che queo corriponde al polinomio caraeriico aociao al iema. Oerviamo che i poli della Fd ono corripondeni alle frequenze naurali del iema. Quindi per un circuio del II ordine poiamo crivere nel eguene modo la funzione di raferimeno: a b H( ), (3) ( λ )( λ ) dove λ e λ ono le frequenze naurali del circuio. E chiaro che coì come oeniamo la (7) raformando l equazione differenziale del problema di Cauchy, coì poiamo rovare l equazione differenziale una vola noa la funzione di raferimeno. In concluione è imporane calcolare la funzione di raferimeno H() perché da ea è poibile: - Ricavare la h() (ripoa all impulo) aniraformando la H(). - Rialire all equazione differenziale nel dominio del empo. - Deerminare la ripoa forzaa calcolando prima X() e poi aniraformando. 3.3 Circuii con condizioni iniziali non nulle La dl i può applicare anche al calcolo della oluzione di ua la grandezza cercaa e non olo della ripoa forzaa. Per fare queo conideriamo un circuio del II ordine e quindi raformiamo il problema () nel dominio di Laplace. Dopo emplici paaggi, applicando le regole di derivazione (9) e (), oeniamo: Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/ 5

16 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace ( ) G( ) X a b ( α ) X α ω α DX ω. (3) Abbiamo oenuo un epreione nella quale compare un ermine aggiuno che rappreena la ripoa in evoluzione libera. Queo ermine, infai, l avremmo aggiuno, nel dominio del empo, alla ripoa forzaa per oenere la oluzione del problema. L evoluzione libera della oluzione rappreena il ermine che, a parire da condizioni iniziali non nulle del circuio, evolve fino a caricare l energia conenua negli elemeni dinamici grazie a condizioni iniziali non nulle. Si deermina imponendo che la oluzione omogenea al problema oddifi le condizioni iniziali. Ci domandiamo che relazione eie ra l evoluzione libera che abbiamo imparao a calcolare come appena decrio e il econdo ermine al econdo membro della (3)? Cerchiamo di ripondere brevemene: nel paragrafo 3 della Lezione n. 7 abbiamo vio come è poibile imulare con opporuni generaori impulivi le condizioni iniziali delle variabili di ao. Se un elemeno dinamico ha una condizione iniziale non nulla poiamo chemaizzarla con un alo di diconinuià ra una condizione nulla e la condizione a cui in realà i rova. Cioè: - ( ) ( ) x x ( ) X. (33) x X Il alo di diconinuià (33) che ci è ervio a modellare la condizione iniziale poiamo immaginarlo prodoo da un generaore impulivo come abbiamo fao nel paragrafo 3 della Lezione n.7. Allora poiamo inuire che il econdo ermine al econdo membro della (3) rappreena la ripoa (raformaa econdo Laplace) del circuio nella grandezza x, all ingreo coiuio da due generaori impulivi opporunamene collocai nel circuio come abbiamo fao nella Lezione n.7. Quindi modellare le condizioni iniziali con generaori impulivi vuol dire riolvere un problema con condizioni inziali nulle a cui i ono aggiuni dei nuovi forzameni (i generaori impulivi). Coì facendo, la raformaa di Laplace della ripoa compleiva preena una ovrappoizione degli effei: la ripoa al generaore g() e la ripoa ai generaori impulivi che engono cono delle condizioni inziali. 4. Aniraformaa e oluzione nel dominio del empo Riepiloghiamo brevemene quano deo circa il modo operaivo di procedere del ml.. Si coruice il circuio d impedenze operaoriali corripondene al circuio coniderao. Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/ 6

17 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace. Si riolve il circuio d impedenze operaoriali applicando la ovrappoizione degli effei e le alre ecniche ipiche dei circuii reiivi lineari (equivalenze erie e parallelo, regole dei pariori, ) oenendo la relazione (7) e quindi la funzione di raferimeno H(). 3. Si raforma l ingreo ramie la raformaa di Laplace (la G()). 4. Infine, per deerminare le grandezze nel dominio del empo, i compone la funzione H()G() in frai emplici e i aniraforma ogni ingolo ermine (uilizzando le abelle). I puni e poono eere oiuii dal meodo che ua l equazione differenziale. Se conociamo ale equazione, raformandola oeniamo la relazione (7). La validià del ml opra ineizzao i baa ulla poibilià di raformae agevolmene la funzione d ingreo e di comporre in frai emplici il prodoo H()G(). Se queo riula complicao i può uilizzare il meodo dell inegrale di convoluzione come vedremo nella Lezione n Relazione ra ml e meodo dei Faori In queo paragrafo faremo vedere come il faore di una grandezza da deerminare in un circuio in regime inuoidale i può oenere, per, dall aniraformaa della grandezza ea deerminaa nel dominio di Laplace. Conideriamo un circuio in regime inuoidale. Conideriamo il uo forzameno che ovviamene arà inuoidale: M ( ω α ) g( ) G en. (34) g Dalle (6) e (7) della Lezione n.3 ul regime inuoidale poiamo dire che: M ( ω α ) Im{ G ( ω α ) jg en( ω α )} g( ) G en co g M g M g. (35) Poi dalla (8) e dalla () empre della Lezione n.3 poiamo anche crivere: ( ) { } j ω ω α Im Ĝe g ( ) G en, (36) M g dove Ĝ rappreena il faore della funzione g(). Poiamo anche crivere: Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/ 7

18 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace jω jω g( ) G ( ω α ) Ĝe ( M en g Ĝe )*. (37) j j Calcoliamo la raformaa di Laplace della (37): Ĝ Ĝ * G( ) j - jω jω. (38) Ora noi iamo inereai alla ripoa forzaa della grandezza del circuio che chiamiamo x(). Quea la poiamo rovare nel dominio di Laplace aumendo noa la funzione di raferimeno relaiva ad x. Si ha: Ĝ Ĝ * X. (39) ( ) H( ) G( ) H( ) j - jω jω Ora vogliamo aniraformare la (39). Per farlo dobbiamo dare una forma alla Fd. Supponiamo per emplicià che quea abbia n poli emplici diciamoli p i. Perano poiamo crivere: X ( ) j N( ) Ĝ Ĝ * ( ) ( ) p... p n - jω jω, (4) dove abbiamo genericamene inrodoo per il numeraore della Fd il polinomio N(). Poiamo anche crivere: X ( ) j N( ) ( p )...( p ) Ĝ - jω j N( ) Ĝ * ( p )...( p ) jω n n. (4) Aniraformiamo uno alla vola i ermini al econdo membro della (4). Cominciamo con il primo. Indichiamo con k i i reidui corripondeni ai poli p i della Fd. Inolre valuiamo il reiduo del polo jω. Oerviamo che queo polo arà empre divero dai poli p i eendo quei con pare reale negaiva non nulla. Andiamo al calcolo del reiduo del polo jω: lim j ω Ĝ j - jω j ( - jω) H( ) H( jω)ĝ. (4) Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/ 8

19 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace Ora dobbiamo aniraformare la (4) uilizzando le abelle e la proprieà di ralazione e moliplicazione per una coane. Cominciamo con il primo ermine. Il conribuo del primo ermine alla grandezza x() arà: n i k i e p i jω H( jω) Ĝe per. (43) j Ora paando la (43) al limie per, ricordando che i poli della Fd ono ui negaivi: ω H j j ( jω) Ĝe per. (44) Applicando lo eo ragionameno al econdo ermine i ha che : x ω per. j j (45) jω - j ( ) H( jω) Ĝe H( jω) Ĝ * e La (45) poiamo ricriverla: x jω ( Ĝe )* per. (46) j j jω ( ) H( jω) Ĝe H( jω) Quindi, in analogia alla (36) e (37), poiamo concludere che per oeniamo una oluzione di regime daa dall epreione (47) e quindi dalla eguene: { } j ω jω Ĝe ( ) Im H( ) x per. (47) La (47) è l epreione che avremmo rovao con il meodo dei faori. La funzione H(jω), che dipenderà dalla frequenza del generaore, rappreena la concluione di calcoli fai lavorando direamene ul circuio con impedenze equivaleni e pariori. Quindi nel meodo dei faori noi roviamo una funzione che chiamiamo funzione di ree che denoiamo con H(jω) (confrona Lezione 3). E chiaro che: Xˆ H( jω)ĝ. (48) La funzione di ree i può oenere dalla funzione di raferimeno calcolaa per jω. Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/ 9

20 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace 4. Eercizi Vediamo come riolvere il circuio RC illurao in Fig. 6 per > e con condizioni inziali v C ( ) V R e() C v c () Fig. 6 Circuio RC. L'equazione differenziale del circuio di Fig.6 (vedi la () della Lezione n. 8): dvc d vc ( ) V vc e( ) >, (49) v c è l'ucia del noro circuio. Poiamo crivere la oluzione come omma di ripoa in evoluzione libera e forzaa: con RC. Nella (49) il egnale di ingreo è e ( ), menre ( ) v ( ) v ( ) v ( ). (5) C Cl Cf Come deo in precedenza poiamo applicare la raformaa di Laplace ad enrambi i membri dell'equazione (49) upponendo condizioni iniziali nulle, oenendo, coì: E( ) V ( ) Cf, (5) dove E ( ) e V ( ) ono ripeivamene la raformaa di e ( ) e di ( ) Cf v Cf. La funzione di raferimeno, adeo, può eere facilmene ricavaa dalla (5) ramie alcuni emplici paaggi algebrici. Si ha infai: V Cf ( ) H( )E( ) E( ) (5) Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/

21 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace Oerviamo che il denominaore della H() è un polinomio nella variabile avene gli ei coefficieni del polinomio caraeriico. Il numeraore della funzione di raferimeno è un polinomio di grado minore del denominaore. Ricriviamo la (5) nel modo eguene: V Cf ( ) C E( ) (53) R C La (53) è la formula di un pariore di enione. Queo conferma il fao che poevamo operare direamene ul circuio per calcolare la funzione di raferimeno uando un pariore di enione. Coniderando come ingreo e( ) e u( ). Riolviamo il problema calcolando i due ermini della (5). Cominciamo con l evoluzione libera oluzione del problema: v& v cl c () V ( ) v ( ) cl (54) che ha come oluzione l inegrale generale v cl ( ) ke. (55) Imponendo le condizioni iniziali la (55) divena v cl ( ) V e. (56) Ora calcoliamo l evoluzione forzaa con il ml. Nel noro eempio la raformaa dell evoluzione forzaa è aa già calcolaa nella (5) nel dominio di Laplace. Ricordando che L[ e u( )], poiamo oiuire E() nella (5): V Cf ( ) ( ) ( ). (57) A queo puno dobbiamo uilizzare la compoizione in frai emplici. Si ha: Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/

22 Lezione 7 Meodo della raformaa di Laplace Coro di Inroduzione ai Circuii Prof.a Lorenza Cori A.A. 9/ ( ) ( ) B A Cf ) ( V, (58) Dove poiamo deerminare: ( ) ( )( ) ( ) lim / A, (59) ( ) ( )( ) ( ) lim B a, (6) Dalla (58), con la (59) e (6) aniraformando oeniamo la oluzione forzaa: ( ) ( ) ( ) Cf e e v ; (6) ed infine, la oluzione complea arà: ( ) ( ) ( ) C e e V e v. (6)

Lezione 4. Risposte canoniche dei sistemi del primo e del secondo ordine

Lezione 4. Risposte canoniche dei sistemi del primo e del secondo ordine Lezione 4 Ripoe canoniche dei iemi del primo e del econdo ordine Parameri caraeriici della ripoa allo calino Per ripoe canoniche i inendono le ripoe dei iemi dinamici ai egnali coiddei canonici (impulo,

Dettagli

Metodo della trasformata di Laplace

Metodo della trasformata di Laplace Meodo della raformaa di aplace Il meodo imbolico conene di affronare l analii di rei coneneni componeni reaivi (condenaori e induori) in regime inuoidale, aggirando la compleià maemaica inrodoa dalle relazioni

Dettagli

CAPITOLO 9 - RETI DINAMICHE NEL DOMINIO DELLA FREQUENZA

CAPITOLO 9 - RETI DINAMICHE NEL DOMINIO DELLA FREQUENZA G. SUPT FUGA MT D TOA D T ovembre CAPTOO 9 - T DAMCH DOMO DA FQUZA pag. / CAPTOO 9 - T DAMCH DOMO DA FQUZA TODUZO l meodo della raformaa di aplace, chiamao anche analii nel dominio della frequenza, è una

Dettagli

Tema 3. Insiemi, elementi di logica, calcolo combinatorio, relazioni e funzioni

Tema 3. Insiemi, elementi di logica, calcolo combinatorio, relazioni e funzioni Tema 3 Iniemi, elemeni di logica, calcolo combinaorio, relazioni e funzioni 3.1 Queii di livello bae 3.1.1 Si coniderino i egueni enunciai: n è un muliplo di 3 o è un numero pari, e inolre è minore di

Dettagli

Problema 1: Una collisione tra meteoriti

Problema 1: Una collisione tra meteoriti Problema : Una colliione ra meeorii Problemi di imulazione della econda prova di maemaica Eami di ao liceo cienifico 5 febbraio 05 Lo udene deve volgere un olo problema a ua cela Tempo maimo aegnao alla

Dettagli

REGISTRAZIONE DEL MOTO. Lo scopo è riempire una tabella t/s (istante di tempo/posizione occupata)

REGISTRAZIONE DEL MOTO. Lo scopo è riempire una tabella t/s (istante di tempo/posizione occupata) REGISTRAZIONE DEL MOTO Lo copo è riempire una abella / (iane di empo/poizione occupaa) (ec) (meri) Ciò i può fare in due modi: 1) Prefiare le poizioni e miurare a quale empo vengano raggiune. Si compila

Dettagli

Università di Napoli Parthenope Facoltà di Ingegneria

Università di Napoli Parthenope Facoltà di Ingegneria Universià di Napoli Parenope Facolà di Ingegneria Corso di Comunicazioni Elerice docene: Prof. Vio Pascazio a Lezione: 7/04/003 Sommario Caraerizzazione energeica di processi aleaori Processi aleaori nel

Dettagli

Ing. Mariagrazia Dotoli Controlli Automatici NO (9 CFU) Antitrasformata di Laplace PROCEDIMENTI DI ANTITRASFORMAZIONE

Ing. Mariagrazia Dotoli Controlli Automatici NO (9 CFU) Antitrasformata di Laplace PROCEDIMENTI DI ANTITRASFORMAZIONE PROCEDIMENTI DI ANTITRASFORMAZIONE L'operazione di paaggio invero dal dominio della frequenza complea al dominio del tempo F() f(t) è detta antitraformata o traformazione invera di Laplace. Data una funzione

Dettagli

Capitolo IV L n-polo

Capitolo IV L n-polo Capitolo IV L n-polo Abbiamo oervato che una qualiai rete, vita da due nodi, diventa, a tutti gli effetti eterni, un bipolo unico e queto è in qualche miura ovvio e abbiamo anche motrato come cotruire

Dettagli

Trasformata di Laplace unilatera Teoria

Trasformata di Laplace unilatera Teoria Definizione Tafomaa di Laplace unilaea Teoia L[f()] = f() $ e ($) d = F() Dove: f() = funzione eale afomabile. E nulla pe

Dettagli

3. Catene di Misura e Funzioni di Trasferimento

3. Catene di Misura e Funzioni di Trasferimento 3.. Generalità 3. Catene di Miura e Funzioni di Traferimento 3.. Generalità Il egnale che rappreenta la grandezza da miurare viene trattato in modo da poter eprimere quet ultima con uno o più valori numerici

Dettagli

Lezione n.7. Variabili di stato

Lezione n.7. Variabili di stato Lezione n.7 Variabili di sao 1. Variabili di sao 2. Funzione impulsiva di Dirac 3. Generaori impulsivi per variabili di sao disconinue 3.1 ondizioni iniziali e generaori impulsivi In quesa lezione inrodurremo

Dettagli

Circuito Simbolico. Trasformazione dei componenti

Circuito Simbolico. Trasformazione dei componenti Circuito Simbolico Principio di bae E poibile applicare a tutte le leggi matematiche che regolano un circuito la traformata di Laplace, in modo da ottenere un nuovo circuito con delle proprietà differenti.

Dettagli

Trasformata di Laplace ESEMPI DI MODELLIZZAZIONE

Trasformata di Laplace ESEMPI DI MODELLIZZAZIONE Traformata di Laplace ESEMPI DI MODELLIZZAZIONE Introduzione La traformata di Laplace i utilizza nel momento in cui è tata individuata la funzione di traferimento La F.d.T è una equazione differenziale

Dettagli

Politica Economica Europea

Politica Economica Europea Poliica Economica Europea 2 Tao di cambio Obieivo: confronare il valore di uno eo bene denominao in due value divere Bene X P$ Bene X P Eprimere il valore di un bene denominao in una valua, in un alra

Dettagli

Definizione delle specifiche per un sistema di controllo a retroazione unitaria

Definizione delle specifiche per un sistema di controllo a retroazione unitaria Definizione delle pecifiche per un itema di controllo a retroazione unitaria Obiettivi del controllo Il itema di controllo deve eere progettato in modo da garantire un buon ineguimento dei egnali di riferimento

Dettagli

Capitolo. Il comportamento dei sistemi di controllo in regime permanente. 6.1 Classificazione dei sistemi di controllo. 6.2 Errore statico: generalità

Capitolo. Il comportamento dei sistemi di controllo in regime permanente. 6.1 Classificazione dei sistemi di controllo. 6.2 Errore statico: generalità Capitolo 6 Il comportamento dei itemi di controllo in regime permanente 6. Claificazione dei itemi di controllo 6. Errore tatico: generalità 6. Calcolo dell errore a regime 6.4 Eercizi - Errori a regime

Dettagli

RISPOSTA NEL DOMINIO DEL TEMPO

RISPOSTA NEL DOMINIO DEL TEMPO RISPOSTA NEL DOMINIO DEL TEMPO Nel dominio del empo le variabili sono esaminae secondo la loro evoluzione emporale. Normalmene si esamina la risposa del sisema a un segnale di prova canonico, cioè si sollecia

Dettagli

3. MODELLI MATEMATICI

3. MODELLI MATEMATICI 3. MODE MAEMA ASSFAZONE DE MODE iemi ono decrii da opporuni modelli maemaici. Poiamo claificarli in re caegorie: Modelli maemaici nel dominio del empo o in campo reale Decrivono il comporameno del iema

Dettagli

velocità angolare o pulsazione (gradi /s oppure rad/s) (angolo percorso da V in un intervallo di tempo)

velocità angolare o pulsazione (gradi /s oppure rad/s) (angolo percorso da V in un intervallo di tempo) V A = AMPIEZZA = lunghezza di V A ALTERNATA Proiezione di V X ISTANTE = velocià angolare o pulsazione (gradi /s oppure rad/s) (angolo percorso da V in un inervallo di empo) DEVE ESSERE COSTANTE Angolo

Dettagli

V AK. Fig.1 Caratteristica del Diodo

V AK. Fig.1 Caratteristica del Diodo 1 Raddrizzaore - Generalià I circuii raddrizzaori uilizzano componeni come i Diodi che presenano la caraerisica di unidirezionalià, cioè permeono il passaggio della correne solo in un verso. In figura

Dettagli

Osservabilità (1 parte)

Osservabilità (1 parte) eoria dei sisemi - Capiolo 9 sservabilià ( pare) Inroduzione al problema della osservabilià: osservazione e ricosruzione. Sai indisinguibili e sai non osservabili...3 Soospazi di osservabilià e non osservabilià

Dettagli

Operazioni finanziarie. Operazioni finanziarie

Operazioni finanziarie. Operazioni finanziarie Operazioni finanziarie Una operazione finanziaria è uno scambio di flussi finanziari disponibili in isani di empo differeni. Disinguiamo ra: operazioni finanziarie in condizioni di cerezza, quando ui gli

Dettagli

Lezione 5. Calcolo dell antitrasformata di Laplace. F. Previdi - Automatica - Lez. 5 1

Lezione 5. Calcolo dell antitrasformata di Laplace. F. Previdi - Automatica - Lez. 5 1 Lezione 5. Calcolo dell aniraormaa di Laplace. Previdi - Auomaica - Lez. 5 Schema della lezione. Inroduzione. Aniraormazione di Laplace. Srumeni per l aniraormazione 4. Teorema del valore iniziale 5. Teorema

Dettagli

VALORE EFFICACE DEL VOLTAGGIO

VALORE EFFICACE DEL VOLTAGGIO Fisica generale, a.a. /4 TUTOATO 8: ALO EFFC &CCUT N A.C. ALOE EFFCE DEL OLTAGGO 8.. La leura con un mulimero digiale del volaggio ai morsei di un generaore fornisce + in coninua e 5.5 in alernaa. Tra

Dettagli

Dato un cammino P indichiamo con c(p ) il costo dell insieme di archi A(P ) del cammino, ovvero c(p )=c(a(p )) = uv P c uv. c 1

Dato un cammino P indichiamo con c(p ) il costo dell insieme di archi A(P ) del cammino, ovvero c(p )=c(a(p )) = uv P c uv. c 1 Capiolo 7 Cammini minimi 7. Definizioni fondamenali Sia dao un grafo non orienao G(N,A) conneo, con coi aociai agli archi c uv R per ogni uv A. Siano anche dai due nodi peciali, N. Faremo la eguene: Aunzione

Dettagli

Corso di Microonde II

Corso di Microonde II POITECNICO DI MIANO Coro di Microonde II ezi n. 3: Generalità ugli amplificatori ineari Coro di aurea pecialitica in Ingegneria delle Telecomunicazi Circuiti attivi a microonde (Amplificatori) V in Z g

Dettagli

Introduzione allo studio delle reti elettriche

Introduzione allo studio delle reti elettriche Marco Panareo Inrodzione allo dio delle rei eleriche Unierià deli Sdi di Lecce - Facolà di Ineneria II Indice Rei eleriche lineari Lee di Kirchho per le correni Lee di Kirchho per le enioni Solzione di

Dettagli

Basi di Elettronica (1 parte)

Basi di Elettronica (1 parte) Bai di Eleronica ( pare) A TRASFORMATA DI APACE 2 Traformaa invera di aplace 2 Tabella: raformae di aplace di funzioni elemenari 2 Alcune proprieà noevoli della raformaa di aplace 3 Idenià di Pareval 5

Dettagli

Istituzioni di Probabilità Laurea magistrale in Matematica prova scritta del 20/6/2013

Istituzioni di Probabilità Laurea magistrale in Matematica prova scritta del 20/6/2013 Iiuzioni di Probabilià Laurea magirale in Maemaica prova cria del 0/6/03 Exercie. (puni 8 circa) Sia W un moo browniano reale. Sia ϕ : 0, + 0, + una funzione crecene, ia c : 0, + 0, + una funzione miurabile;

Dettagli

Lezione 10. (BAG cap. 9) Corso di Macroeconomia Prof. Guido Ascari, Università di Pavia

Lezione 10. (BAG cap. 9) Corso di Macroeconomia Prof. Guido Ascari, Università di Pavia Lezione 10 (BAG cap. 9) Il asso naurale di disoccupazione e la curva di Phillips Corso di Macroeconomia Prof. Guido Ascari, Universià di Pavia In queso capiolo Inrodurremo uno degli oggei più conosciui

Dettagli

SOLUZIONI PROVA SCRITTA DI AUTOMATICA I

SOLUZIONI PROVA SCRITTA DI AUTOMATICA I SOLUZIONI PROVA SCRITTA DI AUTOMATICA I (Prof Biani, BIO A-K 6 Seembre 7 Si conideri il eguene iema dinamico lineare a coefficieni coani a empo coninuo: u ( G ( y ( con G ( 5 a Di quale o quali, ra i iemi

Dettagli

ANALISI STATISTICA DELLE VENDITE E METODI PER LA PREVISIONE

ANALISI STATISTICA DELLE VENDITE E METODI PER LA PREVISIONE La previione delle vendie ANALISI STATISTICA DELLE VENDITE E METODI PER LA PREVISIONE Prof. Domenico SUMMO. Premea Un imprendiore, nell eplicare la propria aivià economica, non fa alro che prevedere quali

Dettagli

Lezione 12. Regolatori PID

Lezione 12. Regolatori PID Lezione 1 Regolatori PD Legge di controllo PD Conideriamo un regolatore che eercita un azione di controllo dipendente dall errore attravero la eguente legge: t ut = K et K e d K de t P + τ τ+ D. dt La

Dettagli

MATEMATICA FINANZIARIA A.A. 2007 2008 Prova dell 8 febbraio 2008. Esercizio 1 (6 punti)

MATEMATICA FINANZIARIA A.A. 2007 2008 Prova dell 8 febbraio 2008. Esercizio 1 (6 punti) MATEMATICA FINANZIARIA A.A. 007 008 Prova dell 8 febbraio 008 Nome Cognome Maricola Esercizio (6 puni) La vendia raeale di un bene di valore 000 prevede il pagameno di rae mensili posicipae cosani calcolae

Dettagli

Errori di misura. è ragionevole assumere che una buona stima del valore vero sia la media

Errori di misura. è ragionevole assumere che una buona stima del valore vero sia la media Errori di miura Se lo trumento di miura è abbatanza enibile, la miura rietuta della tea grandezza fiica darà riultati diveri fra loro e fluttuanti in modo caratteritico. E l effetto di errori cauali, o

Dettagli

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI Indice 1 Le frazioni algebriche 1.1 Il minimo comune multiplo e il Massimo Comun Divisore fra polinomi........ 1. Le frazioni algebriche....................................

Dettagli

Lezione 9. Calcolo dell antitrasformata di Laplace. F. Previdi - Fondamenti di Automatica - Lez. 9 1

Lezione 9. Calcolo dell antitrasformata di Laplace. F. Previdi - Fondamenti di Automatica - Lez. 9 1 ezione 9. Calcolo dell aniraormaa di aplace. Previdi - ondameni di Auomaica - ez. 9 Schema della lezione. Inroduzione. Aniraormazione di aplace. Srumeni per l aniraormazione 4. Teorema del valore iniziale

Dettagli

Lezione 2. Campionamento e Aliasing. F. Previdi - Controlli Automatici - Lez. 2 1

Lezione 2. Campionamento e Aliasing. F. Previdi - Controlli Automatici - Lez. 2 1 Lezione 2. Campionamento e Aliaing F. Previdi - Controlli Automatici - Lez. 2 1 Schema della lezione 1. Introduzione 2. Il campionatore ideale 3. Traformata di un egnale campionato 4. Teorema del campionamento

Dettagli

PREMESSA In questa lezione verranno esposte le regole per l analisi dei sistemi continui con il metodo della Trasformata di Laplace.

PREMESSA In questa lezione verranno esposte le regole per l analisi dei sistemi continui con il metodo della Trasformata di Laplace. ITIS G CARDANO PREMESSA In quea lezione verranno epoe le regole per l analii dei iemi coninui con il meodo della Traormaa di Laplace ANALISI DEI SISTEMI CONTINUI Per analizzare un iema di conrollo è neceario

Dettagli

METODI DECISIONALI PER L'AZIENDA. www.lvproject.com. Dott. Lotti Nevio

METODI DECISIONALI PER L'AZIENDA. www.lvproject.com. Dott. Lotti Nevio METODI DECISIONALI PER L'AZIENDA www.lvprojec.com Do. Loi Nevio Generalià sui sisemi dinamici. Variabili di sao, di ingresso, di uscia. Sisemi discrei. Sisemi lineari. Paper: Dynamic Modelling Do. Loi

Dettagli

Trasformate di Laplace

Trasformate di Laplace TdL 1 TdL 2 Trasformate di Laplace La trasformata di Laplace e un OPERATORE funzionale Importanza dei modelli dinamici Risolvere equazioni differenziali (lineari a coefficienti costanti) Tempo t Dominio

Dettagli

6. Tassi di sostituzione lordi e netti del sistema pensionistico obbligatorio e complementare

6. Tassi di sostituzione lordi e netti del sistema pensionistico obbligatorio e complementare 6. Tai di oiuzione lordi e nei del iema penioniico obbligaorio e complemenare 6.1. Premea Il capiolo è dedicao all analii dei ai di oiuzione del iema penioniico obbligaorio nell inero periodo di previione

Dettagli

SOLUZIONI PROVA SCRITTA DI AUTOMATICA I (Prof. Bittanti, BIO A-K) 25 Settembre y=x 2 =i L

SOLUZIONI PROVA SCRITTA DI AUTOMATICA I (Prof. Bittanti, BIO A-K) 25 Settembre y=x 2 =i L .9.8.7.6.5.4... - 4 5 6 7 8 9 SOLUZIONI PROVA SRITTA DI AUTOMATIA I (Prof. Biani, BIO A-K) 5 Seembre 6. Si conideri il eguene circuio elerico conenene due reiori, un condenaore e un induore: u A B R v

Dettagli

Sintesi tramite il luogo delle radici

Sintesi tramite il luogo delle radici Sintei tramite il luogo delle radici Può eere utilizzata anche per progettare itemi di controllo per itemi intabili Le pecifiche devono eere ricondotte a opportuni limiti u %, ta, t di W(), oltre quelle

Dettagli

Dimensione di uno Spazio vettoriale

Dimensione di uno Spazio vettoriale Capitolo 4 Dimensione di uno Spazio vettoriale 4.1 Introduzione Dedichiamo questo capitolo ad un concetto fondamentale in algebra lineare: la dimensione di uno spazio vettoriale. Daremo una definizione

Dettagli

ESEMPI DI ESERCIZI SU IRPEF ED IRES

ESEMPI DI ESERCIZI SU IRPEF ED IRES ESEMPI DI ESERCIZI SU IRPEF ED IRES 1. Irpef 1) Dopo avere definio il conceo di progressivià delle impose, si indichino le modalià per la realizzazione di un sisema di impose progressivo. 2) Il signor

Dettagli

Controlli Automatici T. Trasformata di Laplace e Funzione di trasferimento. Parte 3 Aggiornamento: Settembre 2010. Prof. L.

Controlli Automatici T. Trasformata di Laplace e Funzione di trasferimento. Parte 3 Aggiornamento: Settembre 2010. Prof. L. Parte 3 Aggiornamento: Settembre 2010 Parte 3, 1 Trasformata di Laplace e Funzione di trasferimento Prof. Lorenzo Marconi DEIS-Università di Bologna Tel. 051 2093788 Email: lmarconi@deis.unibo.it URL:

Dettagli

Media Mobile di ampiezza k (k pari) Esempio: Vendite mensili di shampoo

Media Mobile di ampiezza k (k pari) Esempio: Vendite mensili di shampoo Media Mobile di ampiezza k (k pari) Esempio: Vendie mensili di shampoo Mese y 1 266,0 2 145,9 3 183,1 4 119,3 5 180,3 6 168,5 7 231,8 8 224,5 9 192,8 10 122,9 11 336,5 12 185,9 1 194,3 2 149,5 3 210,1

Dettagli

ERRORE STATICO. G (s) H(s) Y(s) E(s) X (s) YRET(s)

ERRORE STATICO. G (s) H(s) Y(s) E(s) X (s) YRET(s) Preciione a regime: errore tatico ERRORE STATICO Alimentazione di potenza E() YRET() G() Y() H() Per errore tatico i intende lo cotamento, a regime, della variabile controllata Y() dal valore deiderato.

Dettagli

2. Politiche di gestione delle scorte

2. Politiche di gestione delle scorte deerminisica variabile nel empo Quando la domanda viaria nel empo, il problema della gesione dell invenario divena preamene dinamico. e viene deo di lo-sizing. Consideriamo il caso in cui la domanda pur

Dettagli

Laboratorio di Algoritmi e Strutture Dati

Laboratorio di Algoritmi e Strutture Dati Laboraorio di Algorimi e Sruure Dai Aniello Murano hp://people.na.infn.i people.na.infn.i/ ~murano/ 1 Algorimi per il calcolo di percori minimi u un grafo 1 Un emplice problema Pr oblema: Supponiamo che

Dettagli

Lezione 11. Inflazione, produzione e crescita della moneta

Lezione 11. Inflazione, produzione e crescita della moneta Lezione 11 (BAG cap. 10) Inflazione, produzione e crescia della monea Corso di Macroeconomia Prof. Guido Ascari, Universià di Pavia Tre relazioni ra produzione, disoccupazione e inflazione Legge di Okun

Dettagli

Matematica generale CTF

Matematica generale CTF Equazioni differenziali 9 dicembre 2015 Si chiamano equazioni differenziali quelle equazioni le cui incognite non sono variabili reali ma funzioni di una o più variabili. Le equazioni differenziali possono

Dettagli

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1)

Come visto precedentemente l equazione integro differenziale rappresentativa dell equilibrio elettrico di un circuito RLC è la seguente: 1 = (1) Transitori Analisi nel dominio del tempo Ricordiamo che si definisce transitorio il periodo di tempo che intercorre nel passaggio, di un sistema, da uno stato energetico ad un altro, non è comunque sempre

Dettagli

d y d u + u y des C(s) F(s) Esercizio 1 Si consideri lo schema di controllo riportato in figura:

d y d u + u y des C(s) F(s) Esercizio 1 Si consideri lo schema di controllo riportato in figura: Eercizio Si conideri lo chema di controllo riportato in figura: y de e C() d u u F() d y y Applicando le regole di algebra dei blocchi, calcolare le eguenti funzioni di traferimento: y() a) W y,dy() =

Dettagli

Analisi nei domini del tempo e della frequenza

Analisi nei domini del tempo e della frequenza Elaborazione digiale dei egnali di miura - 1 Analii nei domini del empo e della requenza Ogni egnale reale può eere prodoo aggiungendo onde inuoidali a) Coordinae ridimenionali: empo, requenza ed ampiezza.

Dettagli

Transitori del primo ordine

Transitori del primo ordine Università di Ferrara Corso di Elettrotecnica Transitori del primo ordine Si consideri il circuito in figura, composto da un generatore ideale di tensione, una resistenza ed una capacità. I tre bipoli

Dettagli

A.A. 2013/14 Esercitazione - IRPEF TESTO E SOLUZIONI

A.A. 2013/14 Esercitazione - IRPEF TESTO E SOLUZIONI A.A. 2013/14 Eserciazione - IRPEF TESTO E SOLUZIONI Esercizio 1 - IRPEF Il signor X, che vive solo e non ha figli, ha percepio, nel corso dell anno correne, i segueni reddii: - Reddii da lavoro dipendene

Dettagli

DINAMICA STUDIA IL MOTO DEI CORPI E LE CAUSE CHE LO PRODUCONO. ITIS MAJORANA SERIATE (BG) Prof. E. Morandini

DINAMICA STUDIA IL MOTO DEI CORPI E LE CAUSE CHE LO PRODUCONO. ITIS MAJORANA SERIATE (BG) Prof. E. Morandini DINAMICA STUDIA IL MOTO DEI CORPI E LE CAUSE CHE LO PRODUCONO DINAMICA SI BASA SU 3 PRINCIPI ONDAMENTALI PRINCIPIO DI INERZIA (ALILEI) ONI CORPO PERSEVERA NEL PROPRIO STATO DI QUIETE O DI MOTO INCHÈ NON

Dettagli

Diagramma circolare di un motore asincrono trifase

Diagramma circolare di un motore asincrono trifase Diagramma circolare di un motore aincrono trifae l diagramma circolare è un diagramma che permette di leggere tutte le grandezze del motore aincrono trifae (potenza rea, perdite nel ferro, coppia motrice,

Dettagli

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI Capitolo I LE FUNZIONI A DUE VARIABILI In questo primo capitolo introduciamo alcune definizioni di base delle funzioni reali a due variabili reali. Nel seguito R denoterà l insieme dei numeri reali mentre

Dettagli

L ipotesi di rendimenti costanti di scala permette di scrivere la (1) in forma intensiva. Ponendo infatti c = 1/L, possiamo scrivere

L ipotesi di rendimenti costanti di scala permette di scrivere la (1) in forma intensiva. Ponendo infatti c = 1/L, possiamo scrivere DIPRTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE Modello di Solow (1) 1 a. a. 2015-2016 ppuni dalle lezioni. Uso riservao Maurizio Zenezini Consideriamo un economia (chiusa e senza inerveno dello sao) in cui viene prodoo

Dettagli

Note su alcuni principi fondamentali di macroeconomia Versione parziale e provvisoria. Claudio Sardoni Sapienza Università di Roma

Note su alcuni principi fondamentali di macroeconomia Versione parziale e provvisoria. Claudio Sardoni Sapienza Università di Roma Note u alcuni principi fondamentali di macroeconomia Verione parziale e provvioria Claudio Sardoni Sapienza Univerità di Roma Anno accademico 2010-2011 ii Indice Premea v I Il breve periodo 1 1 Il fluo

Dettagli

Anno 5 4. Funzioni reali: il dominio

Anno 5 4. Funzioni reali: il dominio Anno 5 4 Funzioni reali: il dominio 1 Introduzione In questa lezione impareremo a definire cos è una funzione reale di variabile reale e a ricercarne il dominio. Al termine di questa lezione sarai in grado

Dettagli

La trasformata Zeta. Marco Marcon

La trasformata Zeta. Marco Marcon La trasformata Zeta Marco Marcon ENS Trasformata zeta E l estensione nel caso discreto della trasformata di Laplace. Applicata all analisi dei sistemi LTI permette di scrivere in modo diretto la relazione

Dettagli

Esercizi su lineare indipendenza e generatori

Esercizi su lineare indipendenza e generatori Esercizi su lineare indipendenza e generatori Per tutto il seguito, se non specificato esplicitamente K indicherà un campo e V uno spazio vettoriale su K Cose da ricordare Definizione Dei vettori v,,v

Dettagli

risulta (x) = 1 se x < 0.

risulta (x) = 1 se x < 0. Questo file si pone come obiettivo quello di mostrarvi come lo studio di una funzione reale di una variabile reale, nella cui espressione compare un qualche valore assoluto, possa essere svolto senza necessariamente

Dettagli

Teorema del Limite Centrale

Teorema del Limite Centrale Teorema del Limite Centrale Una combinazione lineare W = a 1 X + a Y + a 3 Z +., di variabili aleatorie indipendenti X,Y,Z, ciacuna avente una legge di ditribuzione qualiai ma con valori attei comparabili

Dettagli

Le equazioni. Diapositive riassemblate e rielaborate da prof. Antonio Manca da materiali offerti dalla rete.

Le equazioni. Diapositive riassemblate e rielaborate da prof. Antonio Manca da materiali offerti dalla rete. Le equazioni Diapositive riassemblate e rielaborate da prof. Antonio Manca da materiali offerti dalla rete. Definizione e caratteristiche Chiamiamo equazione l uguaglianza tra due espressioni algebriche,

Dettagli

2.5 Stabilità dei sistemi dinamici 20. - funzioni di trasferimento, nella variabile di Laplace s, razionali fratte del tipo:

2.5 Stabilità dei sistemi dinamici 20. - funzioni di trasferimento, nella variabile di Laplace s, razionali fratte del tipo: .5 Stabilità dei sistemi dinamici 9 Risulta: 3 ( s(s + 4).5 Stabilità dei sistemi dinamici Si è visto come un sistema fisico può essere descritto tramite equazioni differenziali o attraverso una funzione

Dettagli

Struttura dei tassi per scadenza

Struttura dei tassi per scadenza Sruura dei assi per scadenza /45-Unià 7. Definizione del modello ramie gli -coupon bonds preseni sul mercao Ipoesi di parenza Sul mercao sono preseni all isane ZCB che scadono fra,2,,n periodi Periodo:

Dettagli

LA TEORIA DEL CICLO ECONOMICO REALE (RBC: Real Business Cycle) Però offre una diversa spiegazione delle fluttuazioni economiche:

LA TEORIA DEL CICLO ECONOMICO REALE (RBC: Real Business Cycle) Però offre una diversa spiegazione delle fluttuazioni economiche: LA TEORIA DEL CICLO ECONOMICO REALE (RBC: Real Business Cycle) Edward Presco, Finn Kydland, Rober King, ecc. Si inserisce nel filone della NMC: - Equilibrio generale walrasiano; - incerezza e dinamica:

Dettagli

Circuiti del primo ordine

Circuiti del primo ordine Circuii del primo ordine Un circuio del primo ordine è caraerizzao da un equazione differenziale del primo ordine I circuii del primo ordine sono di due ipi: L o C Teoria dei Circuii Prof. Luca Perregrini

Dettagli

Applicazioni del Massimo flusso. Progettazione di Algoritmi a.a Matricole congrue a 1 Docente: Annalisa De Bonis

Applicazioni del Massimo flusso. Progettazione di Algoritmi a.a Matricole congrue a 1 Docente: Annalisa De Bonis Applicazioni del Maimo fluo Progeazione di Algorimi a.a. 0-6 Maricole congrue a Docene: Annalia De Boni Maching bipario Problema del max maching. Inpu: grafo non direzionao G = (V, E). M E e` un maching

Dettagli

Esercizi & Domande per il Compito di Elettrotecnica del 24 giugno 2002

Esercizi & Domande per il Compito di Elettrotecnica del 24 giugno 2002 Eercizi & Domande per il ompio di Eleroecnica del 4 iuno 00 ESEZO - Traniorio nel dominio di aplace Svolimeno Eercizio - Traniorio nel dominio di aplace coninua i a v v () i a Ω Ω F v (0 - ) v (0 - ) alcolare

Dettagli

Slide del corso di. Controllo digitale

Slide del corso di. Controllo digitale Slide del coro di Controllo digitale Coro di Laurea in Ingegneria Informatica e dell Informazione Univerità di Siena, Dip. Ing. dell Informazione e Sc. Matematiche Parte III Sitemi a dati campionati Gianni

Dettagli

Esercizi sul moto del proiettile

Esercizi sul moto del proiettile Eercizi ul moto del proiettile Riolvi li eercizi ul quaderno utilizzando la oluzione olo per controllare il tuo riultato. 1 Un fucile è puntato orizzontalmente contro un beralio alla ditanza di 30 m. Il

Dettagli

LABORATORIO di ELETTRONICA SEGNALI ELETTRICI PERIODICI

LABORATORIO di ELETTRONICA SEGNALI ELETTRICI PERIODICI LABORAORIO di ELERONICA SEGNALI ELERICI PERIODICI SEGNALI PERIODICI REANGOLARI (Recangular Waveform) Un egnale periodico avene una forma d onda reangolare è caraerizzao da un periodo [ec], una frequenza

Dettagli

Statica del corpo rigido: esercizi svolti dai compitini degli anni precedenti

Statica del corpo rigido: esercizi svolti dai compitini degli anni precedenti Statica de corpo riido: eercizi voti dai compitini dei anni precedenti II COMPITIO 00 003 Un ae di eno orizzontae omoenea, di maa M0 k e unhezza L m, è appoiata u due cavaetti. L ae pore di 60 cm otre

Dettagli

SCELTE INTERTEMPORALI E DEBITO PUBBLICO

SCELTE INTERTEMPORALI E DEBITO PUBBLICO SCELTE INTERTEMPORALI E DEBITO PUBBLICO Lo sudio delle poliiche economiche con il modello IS-LM permee di analizzare gli effei di breve periodo delle decisioni di poliica fiscale e monearia del governo.

Dettagli

ESAME DI STATO DI LICEO SCIENTIFICO CORSO DI ORDINAMENTO 2003

ESAME DI STATO DI LICEO SCIENTIFICO CORSO DI ORDINAMENTO 2003 ESAME DI STATO DI LICEO SCIENTIFICO CORSO DI ORDINAMENTO 003 Il candidato riolva uno dei due problemi e 5 dei 0 queiti in cui i articola il quetionario. PROLEMA Si conideri un tetraedro regolare T di vertici

Dettagli

LEZIONE 3 INDICATORI DELLE PRINCIPALI VARIABILI MACROECONOMICHE. Argomenti trattati: definizione e misurazione delle seguenti variabili macroecomiche

LEZIONE 3 INDICATORI DELLE PRINCIPALI VARIABILI MACROECONOMICHE. Argomenti trattati: definizione e misurazione delle seguenti variabili macroecomiche LEZIONE 3 INDICATORI DELLE RINCIALI VARIABILI MACROECONOMICHE Argomeni raai: definizione e misurazione delle segueni variabili macroecomiche Livello generale dei prezzi, Tasso d inflazione, π IL nominale,

Dettagli

Il condensatore. Carica del condensatore: tempo caratteristico

Il condensatore. Carica del condensatore: tempo caratteristico Il condensaore IASSUNTO: apacia ondensaori a geomeria piana, cilindrica, sferica La cosane dielerica ε r ondensaore ceramico, a cara, eleroliico Il condensaore come elemeno di circuio: ondensaori in serie

Dettagli

Le funzioni continue. A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. 2002-03. A. Pisani, appunti di Matematica 1

Le funzioni continue. A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. 2002-03. A. Pisani, appunti di Matematica 1 Le funzioni continue A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. -3 A. Pisani, appunti di Matematica 1 Nota bene Questi appunti sono da intendere come guida allo studio e come riassunto di quanto illustrato

Dettagli

Regime dinamico nel dominio del tempo

Regime dinamico nel dominio del tempo egime dinamico nel dominio del empo Appuni a cura dell Ingg. Basoccu Gian Piero e Marras Luca Tuors del corso di A. A 3/4 e 4/5 Ulimo aggiornameno 4//9 Premessa egime sazionario Un sisema elerico è in

Dettagli

Vademecum studio funzione

Vademecum studio funzione Vademecum studio funzione Campo di Esistenza di una funzione o dominio: Studiare una funzione significa determinare gli elementi caratteristici che ci permettono di disegnarne il grafico, a partire dalla

Dettagli

EQUAZIONI DIFFERENZIALI. 1. Trovare tutte le soluzioni delle equazioni differenziali: (a) x = x 2 log t (d) x = e t x log x (e) y = y2 5y+6

EQUAZIONI DIFFERENZIALI. 1. Trovare tutte le soluzioni delle equazioni differenziali: (a) x = x 2 log t (d) x = e t x log x (e) y = y2 5y+6 EQUAZIONI DIFFERENZIALI.. Trovare tutte le soluzioni delle equazioni differenziali: (a) x = x log t (d) x = e t x log x (e) y = y 5y+6 (f) y = ty +t t +y (g) y = y (h) xy = y (i) y y y = 0 (j) x = x (k)

Dettagli

Strumenti della Teoria dei Giochi per l Informatica A.A. 2009/10. Lecture 11: 13-14 Maggio 2010. Meccanismi per la Condivisione dei Costi

Strumenti della Teoria dei Giochi per l Informatica A.A. 2009/10. Lecture 11: 13-14 Maggio 2010. Meccanismi per la Condivisione dei Costi Strumenti della Teoria dei Giochi per l Informatica A.A. 2009/0 Lecture : 3-4 Maggio 200 Meccanimi per la Condiviione dei Coti Docente Paolo Penna Note redatte da: Paolo Penna Primo Eempio Vogliamo vendere

Dettagli

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da Data una funzione reale f di variabile reale x, definita su un sottoinsieme proprio D f di R (con questo voglio dire che il dominio di f è un sottoinsieme di R che non coincide con tutto R), ci si chiede

Dettagli

Un modello di ricerca operativa per le scommesse sportive

Un modello di ricerca operativa per le scommesse sportive Un modello di iceca opeativa pe le commee potive Di Citiano Amellini citianoamellini@aliceit Supponiamo di dove giocae una ceta omma di denao (eempio euo ulla patita MILAN- JUVE Le quote SNAI ono quelle

Dettagli

INTRODUZIONE ALLE LEGGI FINANZIARIE

INTRODUZIONE ALLE LEGGI FINANZIARIE Inroduzione alle leggi finanziarie Operazione finanziaria u due dae: S - S + I INTRODUZIONE ALLE LEGGI FINANZIARIE 0 1 anni Legge di equivalenza ineremporale inrodoa dal conrao finanziario: 0 S 1 S + I

Dettagli

Fondamenti di comunicazioni elettriche (Ing. Elettronica - A.A )

Fondamenti di comunicazioni elettriche (Ing. Elettronica - A.A ) Fondameni di comunicazioni eleriche (Ing. Eleronica - A.A.-) E. g (, ) rec / dipende dalla variabile aleaoria avene denià di probabilià uniforme nell inervallo [,]. rovare valor medio ed auocorrelazione

Dettagli

Circuiti dinamici. Circuiti del primo ordine. (versione del ) Circuiti del primo ordine

Circuiti dinamici. Circuiti del primo ordine.  (versione del ) Circuiti del primo ordine ircuii dinamici ircuii del primo ordine www.die.ing.unibo.i/pers/masri/didaica.hm (versione del 4-5- ircuii del primo ordine ircuii del primo ordine: circuii il cui sao è definio da una sola variabile

Dettagli

ELETTRONICA ANALOGICA INDUSTRIALE PARTE 4. Retroazione

ELETTRONICA ANALOGICA INDUSTRIALE PARTE 4. Retroazione Retroazione Eetto della retroazione ul guadagno Riduzione della ditorione Impedenze di ingreo e di ucita Reti di retroazione Ripota in requenza Eetto della retroazione ui poli Margini di guadagno e di

Dettagli

SEGNALI E SISTEMI 31 agosto 2017

SEGNALI E SISTEMI 31 agosto 2017 SEGNALI E SISTEMI 31 agoto 2017 Eercizio 1. [3+3+3+4 punti] Si conideri il modello ingreo/ucita LTI e cauale decritto dalla eguente equazione differenziale: dove a è un parametro reale. d 2 v(t) 2 +(1

Dettagli

4 La riserva matematica

4 La riserva matematica 4 La riserva maemaica 4.1 Inroduzione La polizza, come si è viso, viene cosruia in modo da essere in equilibrio auariale alla daa di sipula = 0 e rispeo alla base ecnica del I ordine: se X è il flusso

Dettagli

Lezioni di Ricerca Operativa 2 Dott. F. Carrabs

Lezioni di Ricerca Operativa 2 Dott. F. Carrabs Lezioni di Ricerca Operativa Dott. F. Carrab.. 009/00 Lezione in Laboratorio: - Eercizi di modellazione Lezione 7: Eempio: Invetimenti Un cliente affida ad un aenzia finanziaria un milione di euro da impieare

Dettagli

La programmazione aggregata nella supply chain. La programmazione aggregata nella supply chain 1

La programmazione aggregata nella supply chain. La programmazione aggregata nella supply chain 1 La programmazione aggregaa nella supply chain La programmazione aggregaa nella supply chain 1 Linea guida Il ruolo della programmazione aggregaa nella supply chain Il problema della programmazione aggregaa

Dettagli