La visione interazionista dell educazione. Teorie e ricerche

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1 Sociologia dei Processi Socializzativi ed Educativi La visione interazionista dell educazione. Teorie e ricerche Alessia Pozzi

2 Chicago primi decenni del 900

3 Università di Chicago, Dipartimenti di Sociologia, Filosofia e Psicologia

4 Scuola di Chicago e Interazionismo Simbolico C.H. Cooley ( ) Psicologia sociale J. Dewey ( ) Pragmatismo W.I. Thomas ( ) Ecologia urbana (lavora con Znaniecki) H. Blumer ( ) conia l espressione Interazionismo simbolico (1937) H.S. Becker ( ) Sociologia della devianza J.B. Watson ( ) Behaviorismo sociale G.H. Mead ( ) Psicologia sociale, Pragmatismo R.B. Park ( ) Ecologia urbana (fu allievo di Simmel) E. Goffman ( ) Drammaturgia Prima fase Seconda fase Primi decenni 900 Seconda metà del 900

5 G. Simmel (Berlino, Strasburgo, 1918) Filosofo, considerato uno dei classici della sociologia; L industrializzazione e l urbanizzazione sono al centro dei suoi interessi di ricerca; Oggetto della sociologia devono essere le interazioni tra individui (non può esistere un organismo vivente completamente isolato dagli altri); La società è composta da elementi eterogenei, autonomia del soggetto, frammentazione della società differenziata; Il rapporti tra gli uomini sono mediati dal denaro (Filosofia del denaro, 1900); L educazione ha il compito di promuovere la piena umanità dell individuo.

6 Berger (Vienna ) e Luckmann (Jesenica ) Nel 1966 pubblicano «La realtà come costruzione sociale»; Luckmann è stato allievo di Schutz (fenomenologia: mondi della vita quotidiana); «L universo simbolico lega gli uomini ai loro predecessori ed ai loro successori, in una totalità significativa ( ) Tutti i membri di una società possono considerarsi appartenenti ad un universo di valori, che esisteva prima che essi nascessero e continuerà ad esistere dopo la loro morte» (Berger e Luckmann, 1969); Distinguono tra socializzazione primaria (dove si interiorizzano le norme, i valori ecc. all interno della famiglia) e secondaria (dove si interiorizzano le norme, i valori ecc. all interno della società); Ogni società attraverso l interazione costruisce la realtà della vita quotidiana; Attraverso l interazione gli individui prendono coscienza della realtà (pluralità dei mondi moderni della vita per l individuo).

7 G.H. Mead (South Hadley, 1863 Chicago, 1931) Nel 1934 è pubblicata dai suoi studenti Mente, sé e società; Vuole spiegare il comportamento umano sulla base del sorgere dei significati attraverso lo scambio dei gesti (influenza del pragmatismo); I gesti possono essere non simbolici (es: riflessi automatici) e simbolici; La società è un insieme di significati condivisi; Il sé è una combinazione formata dall Io (la reazione del soggetto in risposta all interazione con l ambiente) e da un Me (l insieme organizzato degli atteggiamenti degli altri che un individuo assume); L azione individuale e collettiva è costruita e formata nell osservazione e interpretazione delle situazioni in cui l individuo/i si trovano (importanza dell altro generalizzato e del linguaggio).

8 H. Blumer (St. Louis, 1905 Danville, 1987) e l Interazionismo simbolico «L interazionismo simbolico poggia su tre semplici premesse. La prima è che gli individui agiscono verso le cose in base al significato che esse hanno per loro»: I significati guidano l azione; per cose si intendono: oggetti, esseri umani, istituzioni ecc; «La seconda è che il loro significato è derivato da, o sorge, dall interazione sociale di ciascuno con i suoi simili»: I significati nascono dall interazione; «La terza è che questi significati sono trattati e modificati lungo un processo interpretativo usato dalla persona nel rapporto con le cose che incontra» (Blumer, 1969): I significati sono elaborati e trasformati dal soggetto attraverso un processo interpretativo;

9 La proposta metodologica dell Interazionismo simbolico Studi di caso, osservazione partecipante, raccolte di storie di vita. Secondo Blumer (1969) «le inchieste condotte attraverso i questionari e le elaborazioni statistiche allontanano in realtà il ricercatore dal mondo sociale che egli intende studiare. Invece, con l osservazione in situ, è possibile cogliere efficacemente l esperienza immediata e il punto di vista degli attori che attraverso l interazione danno un senso agli oggetti». Immagine tratta dal film Kitchen stories (2003)

10 H. S. Becker (Chicago, ) e gli studi sulla devianza Durante la Seconda Guerra mondiale è stato un musicista semi-professionista, questo gli ha permesso di venire a contatto con i mondi che poi avrebbe studiato (consumatori di marijuana, musicisti); La città di Chicago come laboratorio; In Outsiders (1963) definisce così la devianza: «non è una qualità dell atto commessa da una persona, piuttosto una conseguenza dell applicazione da parte degli altri di norme e di sanzioni nei confronti di un trasgressore. Il deviante è colui al quale questa etichetta viene applicata con successo, e il comportamento deviante è quello a cui la collettività mette questa etichetta». La devianza come costruzione sociale; Devianza 1 - L individuo si comporta in un certo modo 2 - Norma rispetto al quale giudicare se un comportamento è deviante 3 - Persona/gruppo/organizzazione che reagisce al comportamento

11 La teoria dell etichettamento e lo stigma Il soggetto deviante non è un individuo intrinsecamente deviante, si diventa tali a causa del processo di etichettamento a cui il soggetto è sottoposto con successo; Non studia le cause della devianza ma il processo di etichettamento (le circostanze in cui il soggetto viene a trovarsi); In educazione questo si traduce nella profezia che si autoadempie (effetto Pigmalione) (Rosenthal e Jacobson, 1968): specifici comportamenti e attese elevate da parte dei docenti portano a risultati elevati, aspettative scarse o basse nei confronti degli studenti portano a una diminuzione del loro rendimento. L insuccesso scolastico deriva da un processo di stigmatizzazione (attenzione agli stili di insegnamento, ai modelli di valutazione, al clima in classe).

12 E. Goffman (Manville, Philadelphia, 1982), la drammaturgia e lo stigma Gioco dei ruoli e metafora del teatro: gli individui sono impegnati come attori professionisti nell interpretazione di ruoli nelle loro interazioni quotidiane ; Differenza tra luoghi di ribalta (luoghi formali di presentazione del sé) e di retroscena (dove si svolgono le attività parallele a quella ufficiale): entrambi esistono anche in classe; Quattro fasi per l attribuzione dello stigma: 1) scelta delle differenze (biologiche, psicologiche, sociali o di altro tipo) che possono essere utilizzate per discriminare gli individui; 2) attribuzione degli stereotipi negativi a queste categorie artificiali (per esempio il colore della pelle); 3) operare una distinzione tra stigmatizzati e non-stigmatizzati; 4) effettiva perdita di status per l'individuo stigmatizzato; Anno pubblicazione 1959 Anno pubblicazione 1963

13 La classe come campo di ricerca La classe è un contesto educativo (aspetti sia architettonici sia legati all interazione); La classe è un sistema sociale autonomo con regole proprie; La classe fa parte del sistema sociale ed educativo della scuola; In classe ci sono specifiche modalità di interazione e comunicazione tra insegnante e studenti; Gli studenti formano un collettivo per la presenza della cultura studentesca (Becker, 1961); La classe è un luogo di negoziazione del potere (strategie di adattamento e di sopravvivenza); La classe è il luogo dove si costruisce la conoscenza.

14 La struttura dell interazione in classe (Fele e Paoletti, 2003) 1) L insegnante fa una domanda a uno studente; 2) Lo studente risponde; 3) L insegnante fa una valutazione di quanto detto dallo studente.

15 M. Sclavi e lo shadowing Nel 1987 pubblica A una spanna da terra; Per due settimane ha seguito come un ombra (shadowing) due studentesse di 17 anni, Ha intervistato i loro professori, gli amici e ha assistito alle riunioni scolastiche; Ha proceduto per emergenze e imprevisti; Emergono aspetti della vita scolastica, gli stili, le abitudini, le pratiche educative e di socializzazione; Emergono le differenze tra i sistemi scolastici.

16 Riferimenti bibliografici Becker, H. S. (1997), Outsiders: saggi di sociologia della devianza, a cura di Mauro Croce, Torino, Edizioni Gruppo Abele. Ed. originale Becker, H. S. et al. (1961), Boys in White: Student Culture in Medical School, Chicago, University of Chicago Press. Berger, P.T. e Luckmann, T. (1997), La realtà come costruzione sociale, Bologna, Il Mulino. Ed. originale Blumer, H. (2008), Interazionismo simbolico: prospettiva e metodo, Bologna, Il Mulino. Ed. originale Fele, G. e Paoletti, I. (2003), L interazione in classe, Bologna, Il Mulino. Goffman, E. (1969), La vita quotidiana come rappresentazione, Bologna, Il Mulino. Ed. originale Goffman, E. (2003), Stigma: l identità negata, Verona, Ombre corte. Ed. originale Mead, G. (1966), Mente, sé e società, Firenze, Universitaria Barbera. Ed. originale Rosenthal, R. e Jacobson, L. (1972), Pigmalione in classe, Milano, Franco Angeli. Ed. originale Sclavi, M. (2005), A una spanna da terra: una giornata di scuola negli Stati Uniti e in Italia e i fondamenti di una metodologia umoristica, Milano, Mondadori. Ed. originale Simmel, G. (1984), Filosofia del denaro, a cura di A. Cavalli e L. Perucchi, Torino, Unione Tipografico-editrice torinese. Ed. originale 1900.

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