La Catena di Custodia secondo gli standard del Forest Stewardship Council, FSC

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1 La Catena di Custodia secondo gli standard del Forest Stewardship Council, FSC Guida sintetica ad uso delle imprese Volume 1: Lo Standard FSC-STD v.2 A cura della Segreteria nazionale del Gruppo FSC-Italia Seconda Edizione - Febbraio 2009 FSC-SECR Forest Stewardship Council A.C. Il marchio della gestione forestale responsabile

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3 Indice Nota editoriale... 4 Abbreviazioni e acronimi usati nel testo Il Forest Stewardship Council, FSC Il Gruppo FSC-Italia La certificazione secondo gli standard FSC La certificazione della buona gestione forestale La certificazione della Catena di Custodia La Catena di Custodia: introduzione, iter e standard di riferimento L iter di certificazione Gli standard di riferimento Impostazione di un sistema di gestione della Catena di Custodia: indicazioni pratiche ed operative sulla base degli standard FSC Lo standard FSC-STD versione Parte I: requisiti generali Gestione della qualità Scopo del sistema di Catena di Custodia: i gruppi di prodotti Acquisto di materiali e materie prime Ricezione e stoccaggio Controllo dei volumi Vendite e spedizioni Parte II: sistemi per il controllo delle dichiarazioni FSC Sistema a trasferimento transfer system Sistema a percentuale percentage system Sistema a crediti credit system Parte III: etichettatura Parte IV: requisiti supplementari Terzisti coinvolti nella Catena di Custodia Componenti minoritarie Bibliografia Allegato 1 Enti di certificazione accreditati FSC operanti in Italia Allegato 2 Check list per l individuazione degli standard FSC per la Catena di Custodia da utilizzare eventualmente in aggiunta a FSC-STD vers. 2 e relativi addenda Allegato 3 Il database internazionale delle aziende e dei prodotti certificati

4 Nota editoriale La presente guida é stata realizzata dalla Segreteria nazionale del Gruppo FSC-Italia a titolo di aggiornamento rispetto la precedente edizione del dicembre Tale aggiornamento si è reso necessario a seguito dell entrata in vigore, a partire dal 1 gennaio 2008, di una nuova versione degli standard FSC per la Catena di Custodia. La guida è intesa come strumento di supporto alle aziende che si avvicinino per la prima volta alla certificazione FSC, ma anche a quelle che si trovino nella necessità di aggiornare il proprio sistema di gestione ai nuovi standard e, più in generale, a tutti coloro che desiderino approfondire la conoscenza di queste tematiche. Ai fini della certificazione della Catena di Custodia l unico riferimento ufficiale è comunque rappresentato dagli standard approvati dal Forest Stewardship Council A.C., disponibili gratuitamente all interno di: Si ringrazia il dr. Lucio Brotto per la collaborazione nella revisione dei testi. 4

5 Abbreviazioni e acronimi usati nel testo ASI CB c.d. cfr. cit. CoC com. pers. DdT es. FM FSC FSC-Italia GDO GFTN GFS GPP ha ISEAL ndr Ns. par. P&C pp. SFM SLIMF STD TM Tot. vers. Accreditation Services International certification body, ente di certificazione così detto confronta citato Chain of Custody, Catena di Custodia comunicazione personale Documento di Trasporto esempio Forest Management, Gestione Forestale Forest Stewardship Council Forest Stewardship Council-Italia Grande Distribuzione Organizzata Global Forest and Trade Network Gestione Forestale Sotenibile Green Public Procurement ettaro International Social and Environmental Accreditation and Labelling alliance nota di redazione nostra paragrafo Principles and Criteria, Principi e Criteri pagine Sustainable Forest Management, Gestione Forestale Sostenibile Small and Low Intensity Managed Forests, Foreste di piccole dimensioni ed a bassa intensità di prelievo standard Trademark Totale versione 5

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7 1. Il Forest Stewardship Council, FSC Il Forest Stewardship Council (FSC) è un organizzazione internazionale non governativa e senza scopo di lucro (non-profit) creata nel 1993 e che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali (Greenpeace, WWF, Legambiente, Friends of the Earth, Amnesty International, etc.), comunità indigene, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano legno, grandi gruppi della distribuzione (B&Q, Castorama, Home Depot, Ikea, etc.), ricercatori e tecnici, che operano insieme allo scopo di promuovere in tutto il mondo una corretta gestione delle foreste e delle piantagioni forestali. Ci si riferisce, con ciò, a una gestione che si ispiri a tre grandi famiglie di valori, ambientali, sociali ed economici, quindi a una gestione che: tuteli l'ambiente naturale, sia utile per la gente (lavoratori e popolazioni locali) e valida dal punto di vista economico, in linea con i principi dello sviluppo sostenibile affermati nei summit di Rio de Janeiro (1992) e di Johannesburg (2002). Per riuscire nella propria missione, FSC ha definito, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, un sistema di certificazione volontario e di parte terza (indipendente), operativo a livello internazionale e specifico per il settore forestale e i prodotti legnosi. Più in dettaglio, sono stati definiti 10 Principi & 57 Criteri (P&C) di buona gestione forestale, norme per la rintracciabilità dei prodotti forestali e per l'uso di un marchio internazionale registrato, finalizzato ad identificare i prodotti forestali (legnosi e non): tutti i prodotti contrassegnati con il marchio FSC sono certificati come provenienti da foreste che rispettano i Principi e Criteri di buona gestione forestale riconosciuti a livello internazionale. In questo senso la certificazione FSC costituisce anche un valido strumento di mercato per promuovere la buona gestione delle risorse forestali. Le foreste sono controllate e valutate in maniera indipendente da una serie di organismi di certificazione accreditati (quadro 1.1), il cui operato è costantemente monitorato per assicurarne la competenza e la credibilità. Dal punto di vista istituzionale, FSC è un ente di accreditamento con potere decisionale centralizzato in merito all accreditamento degli standard di gestione forestale locali/nazionali e delle procedure per l applicazione delle norme FSC a livello nazionale. L FSC non effettua, pertanto, attività di certificazione, ma delinea i principi, i criteri e le procedure di certificazione della buona gestione forestale e della rintracciabilità (Catena di Custodia) e attraverso un programma di accreditamento volontario per gli enti di certificazione assicura che su scala locale vengano rispettati i suddetti principi e che le valutazioni effettuate dagli enti accreditati siano internazionalmente riconosciute. L autorità decisionale del FSC è costituita dall Assemblea Generale che raccoglie gli oltre 790 membri ed è divisa in tre Camere, con potere di voto equamente distribuito tra interessi ecologici (1/3), sociali (1/3) ed economici (1/3) e suddiviso in modo da bilanciare gli interessi dei Paesi del Sud del mondo rispetto a quelli del Nord. Possono diventare membri dell'fsc tutte le organizzazioni e le persone fisiche interessate alla gestione delle risorse forestali e al settore del legno che condividano le finalità e gli obiettivi dell Organizzazione (FSC, 2008). Quadro 1.1 Accreditamento degli enti di certificazione secondo il FSC L accreditamento degli enti di certificazione secondo gli standard FSC è compito di un apposita organizzazione indipendente, denominata Accreditation Services International, ASI. Il programma di accreditamento degli enti di certificazione (FSC CB Accreditation Programme) prevede attività di controllo e di monitoraggio periodicamente condotte da ASI presso gli enti di certificazione, ivi compreso l affiancamento nel corso di verifiche ispettive condotte presso aziende certificate. In questa maniera viene garantita 7

8 un azione di verifica dell operato degli enti di certificazione, onde appurarne la professionalità ed il rispetto degli standard. Atteggiamenti non conformi alle regole del FSC, ovvero manifesti casi di violazione delle norme di accreditamento possono comportare l adozione di azioni da parte del FSC, nei confronti degli enti di certificazione, fino ad arrivare, nei casi più gravi, alla sospensione od alla revoca dell accreditamento. Una lista completa ed aggiornata degli enti di certificazione accreditati FSC è consultabile presso il seguente link: Un estratto di tale lista, contenente esclusivamente gli enti di certificazione che normalmente operano in Italia è riportata nell Allegato 1 al presente documento ed è comunque consultabile presso il sito web del Gruppo FSC-Italia ( alla sezione Web Links/ Enti di certificazione accreditati. E utile ricordare che FSC partecipa, come ente di normazione, all International Social and Environmental Accreditation and Labelling (ISEAL) Alliance, un associazione di organizzazioni che si occupano di definizione di standard, certificazione ed accreditamento con particolare attenzione alle tematiche sociali ed ambientali. Fanno parte di ISEAL, tra gli altri, IFOAM, organizzazione che si occupa di agricoltura biologica, e FLO, che si occupa invece di Commercio Equo e Solidale. Fonte: ASI, 2008; ISEAL, Ns. elaborazione. 1.1 Il Gruppo FSC-Italia Il Gruppo FSC-Italia 1, creato nel 2001 ed ufficialmente riconosciuto a livello internazionale nel 2002, è l iniziativa nazionale italiana del Forest Stewardship Council. Ha sede a Legnaro (PD), presso il Dipartimento TeSAF dell Università di Padova. L attività del Gruppo FSC-Italia è finalizzata alla salvaguardia ed al miglioramento dell ambiente e delle risorse forestali in Italia e nel mondo, attraverso la gestione ed utilizzazione delle foreste e dei prodotti forestali secondo lo schema FSC. Per riuscire in tale scopo, il Gruppo si dedica a numerose attività, quali: la definizione di standard di buona gestione forestale in conformità ai principi e criteri del FSC internazionale ed adatti alle diverse realtà forestali del territorio italiano; la fornitura di assistenza tecnica e di informazioni agli interessati alla certificazione FSC; la promozione del marchio FSC e vigilanza ai fini del corretto uso del medesimo; l aiuto allo scambio di conoscenze e di informazioni tra i soggetti coinvolti nella gestione forestale e nel settore della lavorazione del legno; la promozione di studi e di progetti pilota sui temi della gestione forestale sostenibile, della certificazione e del mercato dei prodotti forestali certificati; il confronto con altre certificazioni forestali in merito al processo di mutuo riconoscimento tra gli schemi, etc. Attualmente conta 60 membri (FSC-Italia, 2008), ripartiti nelle stesse tre camere previste da FSC a livello internazionale, con l aggiunta di una Camera degli Osservatori: Camera Ambientale (10 membri), Camera Economica (36), Camera Sociale (10) e Camera degli Osservatori (4). FSC-Italia è una delle circa 60 Iniziative Nazionali che compongono, assieme agli Uffici Regionali (Africa, Cina e Russia), al Centro Internazionale di Bonn e a FSC Development il network internazionale del Forest Stewardship Council 2. 1 Per maggiori informazioni: 2 Per maggiori informazioni sul network FSC e per visualizzare i contatti delle diverse Iniziative Nazionali: 8

9 1.2 La certificazione secondo gli standard FSC Come detto in precedenza, FSC ha sviluppato un sistema di certificazione volontaria e di parte terza specifico per il settore foresta-legno, che comprende due filoni complementari: certificazione della buona gestione forestale (Forest Management, FM); certificazione della rintracciabilità dei prodotti forestali (Catena di Custodia, CoC). Nel prossimo paragrafo si da una descrizione di estrema sintesi della prima tipologia, mentre nel paragrafo successivo e, soprattutto, nei prossimi capitoli ci si concentra esclusivamente sulla Catena di Custodia La certificazione della buona gestione forestale Nel caso della certificazione della buona gestione forestale l oggetto della valutazione é la gestione delle foreste e delle piantagioni forestali, a partire dalle prime fasi di pianificazione forestale, passando attraverso gli aspetti selvicolturali (interventi per favorire la rinnovazione, diradamenti, cure colturali varie, difesa fitosanitaria, ecc.), fino ad approdare alla martellata, all abbattimento ed all esbosco. Le regole di base per la certificazione sono rappresentate dai 10 P&C di buona gestione forestale FSC, che coprono sia gli aspetti ecologici, sia quelli sociali ed economici della sostenibilità (tabella 1.1). I 10 P&C hanno valore internazionale, ma devono essere calati su scala locale, con riferimento alla specifica realtà forestale. FSC tenta di stimolare l applicazione della certificazione forestale su scala locale cercando di decentralizzare il proprio lavoro e di incoraggiare la partecipazione locale. Per perseguire questi obiettivi FSC prevede la costituzione di gruppi di lavoro nazionali (FSC National Working Groups), agenzie regionali o nazionali (FSC National or Regional Offices), comitati consultivi (FSC Advisory Boards) e/o la nomina di responsabili nazionali (FSC Contact Persons). E compito di questi gruppi periferici (nazionali) definire, con la partecipazione ed il coinvolgimento di tutti gli stakeholders, standard locali, ispirati ai 10 P&C internazionali. Pur essendo stati pensati prevalentemente per le foreste gestite con finalità produttive (prodotti legnosi), comprese le piantagioni, i P&C del FSC possono riguardare anche foreste orientate alla produzione di prodotti forestali non-legnosi, nonché di altri beni e servizi. Il decimo Principio è dedicato in maniera specifica alle piantagioni forestali, alla luce della crescente importanza in termini soprattutto quantitativi che esse rivestono nelle dinamiche del settore forestale e nella composizione dell offerta mondiale di legno. La certificazione della buona gestione forestale può avere per oggetto una singola proprietà forestale, oppure un gruppo di proprietà. In questi casi si parla, rispettivamente, di: certificazione individuale: certificazione di una singola proprietà forestale (una foresta, una piantagione, etc.) facente capo ad uno stesso proprietario; certificazione di gruppo: certificazione di un gruppo di proprietà forestali appartenenti al medesimo Paese, che, sotto la guida e la gestione di un unico soggetto gestore, ottengono un unico certificato collettivo, con conseguente attuazione di economie di scala e, quindi, riduzione dei tempi e dei costi del processo di certificazione. 9

10 Particolare attenzione, inoltre, è dedicata alle Foreste Piccole ed a Bassa Intensità di Prelievo (Small and Low Intensity Managed Forests, SLIMFs). Si tratta di proprietà di ridotte dimensioni e presso le quali i prelievi di legno sono, per la loro stessa natura, estremamente contenuti. In questo caso sono previste procedure di certificazione semplificate, per venire incontro alle esigenze e peculiarità dei piccoli proprietari, con conseguenti benefici anche in termini di tempi e costi della certificazione. Tabella 1.1 Principi e Criteri di buona gestione forestale secondo il FSC Principio Descrizione sintetica 1. Rispetto delle norme La gestione forestale deve rispettare tutte le leggi effettivamente applicabili in vigore nel Paese interessato, i trattati e accordi internazionali sottoscritti dal Paese e i principi e criteri definiti dal FSC. 2. Proprietà e diritti d uso La proprietà e i diritti d uso della terra e delle risorse forestali devono essere chiaramente definiti, documentati e stabiliti su basi legali. 3. Diritti delle popolazioni Devono essere riconosciuti e tutelati i diritti legali e consuetudinari della indigene popolazione indigena relativi al possesso e alla gestione della terra e 4. Relazioni con la comunità locale e diritti dei lavoratori 5. Benefici derivanti dalle foreste delle risorse forestali. Gli interventi di gestione forestale devono mantenere e migliorare il benessere economico e sociale di lungo periodo dei lavoratori forestali e delle comunità locali. Gli interventi di gestione forestale devono incoraggiare l uso dei diversi prodotti e servizi della foresta per assicurare l efficienza economica e il più ampio spettro di benefici ambientali e sociali. 6. Impatti ambientali La gestione forestale deve conservare la diversità biologica e i conseguenti benefici collegati alla tutela della risorse idriche, dei suoli, degli ecosistemi fragili, del paesaggio; così facendo devono essere mantenute le funzioni ecologiche e l integrità della foresta 7. Piano di gestione Deve essere predisposto, realizzato e aggiornato un piano di gestione forestale, appropriato alla scala e all intensità degli interventi. Nel piano devono essere chiaramente definiti gli obiettivi di lungo periodo della gestione e le modalità per raggiungerli. 8. Monitoraggio e valutazione 9. Mantenimento delle foreste di grande valore ambientale 10. Piantagioni Deve essere effettuato un monitoraggio, appropriato alla scala e all intensità degli interventi, per valutare le condizioni della foresta, le produzioni forestali, la sequenza delle decisioni, le attività di gestione e i relativi impatti sociali e ambientali. L attività di gestione delle foreste caratterizzate da grandi valori ambientali deve consentire di mantenere o migliorare gli elementi che contribuiscono a definire tali valori. Le decisioni riguardanti le foreste di grande valore ambientale devono essere sempre considerate nel contesto di un approccio precauzionale. Le piantagioni devono essere programmate e gestite in accordo con i precedenti Principi e Criteri e con il seguente principio: le piantagioni possono e devono risultare complementari alle foreste naturali e agli ecosistemi circostanti, devono procurare benefici sociali ed economici alla comunità e contribuire al soddisfacimento della domanda mondiale di prodotti forestali. NOTA: Ogni principio è corredato da una serie di criteri di gestione forestale sostenibile, non riportati integralmente in tabella per ragioni di sinteticità. Fonte: FSC-Italia,

11 1.2.2 La certificazione della Catena di Custodia Nel caso della certificazione della Catena di Custodia, invece, l ente di certificazione accreditato valuta la rintracciabilità del prodotto legnoso nel corso delle diverse fasi di trasformazione e commercializzazione, dall arrivo dei tronchi in segheria, fino alla produzione di semi-lavorati (componenti per mobili, per infissi, etc.) o addirittura del prodotto finito (porte, mobili, pavimenti, etc.). Il termine Catena di Custodia è la traduzione letterale dell espressione anglosassone Chain of Custody, che secondo la definizione data da FSC identifica percorso seguito da materie prime, prodotti semilavorati, prodotti finiti e co-prodotti dalla foresta, fino al consumatore, o (nel caso di materiali di raccolta o di riciclo o di prodotti che li contengano) dal sito di raccolta, fino al consumatore, includendo ciascuna fase di lavorazione, trasformazione, manifattura, stoccaggio e trasporto nella quale il passaggio alla fase successiva della catena di fornitura comporti un cambiamento nella proprietà (indipendentemente dal possesso) dei materiali o dei prodotti 3 (FSC, 2007). Esiste, pertanto, una relazione di funzionalità e complementarietà rispetto alla certificazione della gestione forestale: mentre quest ultima ha il compito di garantire che le foreste siano gestite secondo Principi e Criteri di buona gestione forestale previsti ed approvati da FSC con il consenso delle parti, la certificazione della Chain of Custody assicura che il legno (o altri prodotti a base di legno, come la cellulosa, o persino prodotti forestali non legnosi) presente in un determinato prodotto provenga effettivamente da una foresta certificata come gestita in modo responsabile. L esito ultimo di un simile processo è una procedura di labelling, vale a dire di etichettatura dei prodotti interessati, mediante l applicazione del logo FSC secondo modalità espressamente previste e disciplinate, al fine non solo di favorire la distinzione del materiale certificato da quello non certificato, ma anche di comunicare al pubblico, in maniera evidente e sicura, la provenienza del legno ed il valore aggiunto del prodotto. Solamente se vi è continuità nella catena di certificazioni è possibile vendere un prodotto come certificato FSC e, eventualmente, etichettarlo come tale (figura 1.1). E sufficiente che solo uno degli anelli della catena non sia coperto da certificazione perché tutto il flusso si interrompa. Oltre alla tracciabilità del legno certificato, gli standard FSC per la Catena di Custodia prevedono regole particolari per l uso del logo (sul prodotto e al di fuori del prodotto), per il coinvolgimento di terzisti, per l uso di legno vergine non certificato eventualmente usato in prodotti con il marchio FSC (c.d. legno controllato), per l uso del legno e della carta riciclati, e altre ancora che saranno analizzate in dettagli e con esempi nel corso dei prossimi capitoli. In aggiunta alla certificazione individuale della Catena di Custodia, è prevista anche la possibilità di certificazioni di gruppo e multisito, che sono tuttavia trattate in guide a parte. Esiste inoltre uno standard dedicato al settore dell edilizia e delle costruzioni, denominato Certificazione di progetto : anche ad esso sarà dedicata attenzione con una guida separata. 3 Traduzione a cura della Segreteria nazionale del Gruppo FSC-Italia. 11

12 Figura 1.1 La catena di custodia Foresta certificata Segheria certificata (COC) Cartiera certificata Broker/commerciante certificato Grossista certificato Mobilificio certificato Stampatore certificato (COC) Mobili e arredi Legno certificato in edilizia Libri, riviste, brochure, quaderni, cataloghi, calendari certificati Carta per uso domestico certificata Consumatori finali Fonte: Ns. elaborazione. 12

13 2. La Catena di Custodia: introduzione, iter e standard di riferimento Poiché la presente guida vuole costituire uno strumento di supporto per chi intenda conseguire la certificazione FSC della Catena di Custodia, si ritiene utile iniziare da due domande precise, alle quali si offre risposta: perché certificarsi FSC? Chi è tenuto a certificarsi FSC? Alla prima domanda si è, di fatto, già risposto nel capitolo precedente. Essere in possesso di una valida certificazione FSC è condizione necessaria per poter vendere un prodotto come certificato FSC. Il semplice fatto di acquistare materie prime e prodotti certificati da fornitori in possesso di una certificazione FSC non è infatti sufficiente. Per quanto riguarda la seconda domanda, ricordando che la certificazione FSC è comunque una certificazione volontaria, si può affermare che deve certificarsi chi acquistando materie prime (ad esempio tavolame o cellulosa) o semilavorati (ad esempio antine, cornici, bobine di carta, ecc.) certificati FSC desideri rivenderli ancora come certificati. Ciò a prescindere che tali materiali siano trasformati o meno, purché ne sia acquisita la proprietà. E possibile quindi affermare che è tenuto a certificarsi chi: acquisisca la proprietà di un determinato materiale/prodotto certificato; e intenda rivenderlo con o senza trasformazione ancora come certificato FSC. Per usare la terminologia degli standard FSC, la certificazione della Catena di Custodia è richiesta per organizzazioni che intendano 4 : produrre e vendere materiali o prodotti certificati FSC; o produrre e promuovere prodotti certificati FSC; o commercializzare materiali o prodotti con dichiarazioni FSC laddove per produrre si intende qualsiasi azione volta a manipolare, trasformare o mescolare input oppure di operare qualsiasi modifica all imballaggio dei prodotti/materiali acquistati o della relativa etichettatura, così da creare un nuovo prodotto 5, per vendere si intende emettere fatture di vendita contenenti dichiarazioni FSC tali da mettere il cliente in condizioni di considerare i materiali e i prodotti come certificati e di promuoverli come tali 6, per promuovere si intende presentare e proporre tale prodotto ai clienti attraverso pubblicità o forme di comunicazione adottate nel business-to-business 7 e per commercializzare acquistare e vendere un prodotto senza apportare alcuna modifica o variazione alle caratteristiche dello stesso 8. Se ne deduce che la certificazione è dovuta, stante quanto sopra affermato, non solo a prescindere dal fatto che i materiali/prodotti siano trasformati, ma anche a prescindere dal mero possesso fisico degli stessi, purché se ne acquisisca la proprietà. Quindi, ad esempio, anche un grossista che si limiti ad acquistare un prodotto e a rivenderlo tal quale è tenuto se desidera mantenere la certificazione FSC del prodotto stesso a certificarsi. Analogamente, un broker/commerciante di legname o di cellulosa che acquisisca la 4 Cfr. FSC-STD vers. 2, pag. 6. Traduzione a cura della Segreteria nazionale del Gruppo FSC-Italia. 5 Ibidem. 6 Ibidem. 7 Ibidem. 8 Ibidem. 13

14 proprietà del materiale pur senza averne mai il possesso fisico ed essendo addirittura sprovvisto di magazzini o altre strutture di stoccaggio è tenuto a certificarsi. Di contro, non sono tenuti alla certificazione coloro non acquisiscano la proprietà dei materiali/prodotti, anche laddove essi ne entrino eventualmente in possesso ai fini della trasformazione, come ad esempio nel caso dei terzisti, per i quali devono tuttavia essere rispettate le condizioni descritte nel paragrafo Analogamente non sono tenute alla certificazione organizzazioni che semplicemente provvedano a svolgere attività di intermediazione tra venditore e acquirente, creando contatti tra le due parti o provvedendo al trasporto di materiali/prodotti, sempre senza acquisirne la proprietà. Infine, non sono tenute alla certificazione le organizzazioni quali negozi, punti vendita della grande distribuzione organizzata (GDO), supermercati, ecc. che, rappresentando sempre e comunque l ultimo anello della Catena di Custodia, vendono al consumatore/utente finale il prodotto finito, senza manipolarlo o trasformarlo in alcun modo e senza modificarne, manometterne o manipolarne l eventuale imballaggio e l etichettatura. 2.1 L iter di certificazione Una volta chiarito perché certificarsi e chi sia tenuto a farlo, resta da capire come ottenere la certificazione. Ricordando che la certificazione della Catena di Custodia secondo gli standard FSC è una certificazione volontaria e di parte terza, se ne può anzitutto ricordare l iter generale, richiamando il ruolo dei diversi attori coinvolti (figure 2.1 e 2.2). In termini generali si chiama organizzazione l entità (azienda o altro soggetto) che voglia conseguire la certificazione. Per fare ciò, essa deve attenersi a quanto previsto da uno o più standard di riferimento: nel caso specifico gli standard per la Catena di Custodia definiti da FSC (ente normatore). Una volta che l organizzazione si sia attivata per mettere in atto quanto richiesto dagli standard, può procedere a inoltrare la domanda di certificazione a uno degli enti di certificazione accreditati secondo gli standard FSC. Come visto in precedenza nel box 1.1, tali enti sono soggetti a verifiche e controlli periodici compiuti da ASI (ente di accreditamento), per conto di FSC, al fine di garantirne la professionalità e le capacità operative. Nello scegliere l ente, dunque, l azienda dovrà verificare che esso sia accreditato FSC. A seguito della richiesta di certificazione sottoposta dall organizzazione, l ente di certificazione prescelto provvede alla nomina di un gruppo di verifica al quale viene assegnato l incarico di svolgere la verifica ispettiva (audit). La numerosità del gruppo e la durata della verifica dipendono dalla complessità dell organizzazione da valutare: un elevato numero di siti produttivi ed una organizzazione molto articolata possono richiedere l intervento di più valutatori o più giorni in campo per concludere l osservazione di tutti i reparti e di tutti i soggetti coinvolti. La verifica vera e propria può, eventualmente, essere preceduta da una verifica preliminare, volta a rilevare se l organizzazione sia pronta a sottoporsi all audit o se sia opportuna una preparazione più approfondita. In fase preparatoria l organizzazione può, se lo ritiene opportuno, avvalersi del supporto di consulenti esterni, cui viene affidato il compito di accompagnarla sino alla verifica ispettiva 9. 9 I consulenti e i tecnici che possono essere contattati a tale scopo sono numerosi. All interno del sito web del Gruppo FSC-Italia è disponibile la sezione Un aiuto per certificarsi? che raggruppa per regione tutte le persone che abbiano partecipato a corsi di formazione organizzati dallo stesso Gruppo FSC-Italia. L elenco, disponibile al link: non è evidentemente esaustivo, ma costituisce una possibile base di riferimento per le organizzazioni che siano alla ricerca di un supporto in fase di preparazione alla certificazione. 14

15 Al termine dell attività di ispezione, il gruppo di verifica redige un rapporto nel quale sono contenute tutte le non conformità/osservazioni emerse nel corso della verifica stessa e registrate su un apposita lista di riscontro (checklist). Il rapporto é condiviso con l organizzazione, che può fare commenti e osservazioni, e successivamente inviato all ente di certificazione, che a sua volta lo sottopone all esame di un apposito Comitato di certificazione o altro ente equivalente. Sulla base delle evidenze raccolte dal gruppo di verifica e delle conclusioni contenute nel rapporto, il Comitato delibera in merito al rilascio del certificato 10. In caso di non conformità rilevanti (c.d. non conformità primarie), che possono far ritenere il sistema di controllo gravemente insufficiente o inefficiente, il Comitato può richiedere all azienda azioni correttive preliminari (e vincolanti ai fini del rilascio del certificato) per la risoluzione delle non conformità o, nei casi più gravi, la ripetizione della verifica stessa. Se invece il sistema di controllo implementato appare ragionevolmente efficace e correttamente applicato, pur in presenza di non conformità minori (c.d. non conformità secondarie), il certificato é comunque emesso, stabilendo tuttavia tempi precisi per la risoluzione delle non conformità stesse. Il certificato ha normalmente validità quinquennale e in questo arco di tempo sono eseguite, da parte dell ente di certificazione, verifiche annuali di sorveglianza programmate, per confermare la capacità dell organizzazione di mantenere il sistema efficiente nel tempo. Una volta trascorsi i cinque anni, è possibile un rinnovo della certificazione, mediante una verifica di rinnovo. Figura 2.1 La certificazione FSC: gli attori coinvolti Ente normatore Ente di accreditamento Standard = norma tecnica Ente di certificazione Organizzazione = chi si vuole certificare Sistema di certificazione Sistema di certificazione e accreditamento = cert. di parte terza Fonte: Ns. elaborazione. 10 E importante sottolineare come le non conformità debbano necessariamente essere ricondotte ad un preciso requisito della norma e non possono risultare da una libera interpretazione dell ispettore. Ogni mancanza o imprecisione del sistema di controllo dell azienda, per essere meritevole di un rilievo nel rapporto, deve essere collegabile ad una precisa indicazione dello standard di riferimento. Laddove la norma non specifichi un requisito, non esiste la possibilità di giustificare una non conformità. Il valutatore ha però la facoltà di segnalare tutti gli aspetti che ritiene necessitino di una più attenta gestione, eventualmente formalizzando osservazioni che si pongono più come spunti di miglioramento che non come carenze del sistema. In questo modo la collaborazione con l ente di certificazione diventa un concreto strumento per un miglioramento continuo, conservando sempre il ruolo di ente esterno ed indipendente. 15

16 Figura 2.2 Iter di certificazione della Catena di Custodia 1. Decisione di certificarsi secondo gli standard FSC Ente di certificazione Organizzazione ed ente di c. Organizzazione 2. Presa visione degli standard, preparazione del sistema e scelta dell ente di certificazione accreditato 3. Domanda di certificazione inoltrata all ente di certificazione accreditato 4. Verifica documentazione ed eventuale visita preliminare 5. Verifica ispettiva (audit) presso l organizzazione 6. Rapporto di verifica ispettiva stilato dall ente di certificazione (segnalazione di eventuali non conformità) ESITO NEGATIVO 7. Decisione di certificazione (Comitato di certificazione o organo equivalente dell ente di certificazione) ESITO POSITIVO 8. Emissione certificato (= l organizzazione può vendere prodotti certificati FSC) 9. Verifiche di sorveglianza/mantenimento per tutta la durata del certificato Fonte: Ns. elaborazione. 2.2 Gli standard di riferimento Il principale documento di riferimento per la Catena di Custodia FSC è FSC-STD versione 2. Dal 1 gennaio 2008 tutte le nuove certificazioni della Catena di Custodia secondo gli standard FSC devono risultare conformi a quanto richiesto da tale documento. Dal 1 gennaio 2009 anche le certificazioni già in essere al 1 gennaio 2008 dovranno adeguarsi a quanto previsto dallo standard citato. Accanto ad esso trovano spazio altri standard, che lo integrano e lo completano. Una lista dei documenti normativi rilevanti ai fini della certificazione della Catena di Custodia, completa di sintetica descrizione, è riportata in tabella 2.1. Come si può vedere non tutti questi documenti devono necessariamente essere applicati da tutte le organizzazioni che intendano certificarsi: è bene pertanto verificare a priori quali standard siano rilevanti e applicabili, in considerazione delle caratteristiche dei processi oggetto di valutazione, onde evitare lavoro ridondante o, peggio, onde evitare di tralasciare requisiti importanti. Al tempo stesso è opportuno ricordare che il sistema FSC è comunque basato sul principio del miglioramento continuo, ragion per cui gli standard sono soggetti a un periodico processo di discussione e miglioramento, che porta normalmente ogni 3 anni alla pubblicazione di nuove versioni della documentazione e, quindi, alle esigenze di aggiornamento da parte delle aziende (quadro 2.1). Partecipare attivamente al processo di revisione rappresenta, del resto, un ottima opportunità di contribuire attivamente e in maniera critica all evoluzione del sistema FSC. 16

17 Tabella 2.1 Standard FSC di riferimento ai fini della certificazione della Catena di Custodia Codice Vers. Titolo originale Descrizione Chi li deve utilizzare? FSC-STD FSC standard for Chain of Custody certification FSC-STD a 1-0 FSC Product Classification (Addendum to FSC-STD ) FSC-STD b 1-0 FSC Species terminology (Addendum to FSC- STD ) FSC-ADV anno 2007 Transitory requirements for Chain of Custody control and labelling Standard principale di riferimento per la Catena di Custodia FSC. Classificazione merceologica dei gruppi di prodotti secondo la Central Product Classification (CPC) e la Standard International Trade Classification (SITC) delle Nazioni Unite. Nomi botanici e commerciali (in più lingue) delle principali specie legnose utilizzate nel mondo. Requisiti transitori per la Catena di Custodia. FSC-PRO Minor components derogation applications Deroghe per le componenti minoritarie di uno o più prodotti. FSC-STD FSC Standard for Company Evaluation of FSC Controlled Wood FSC-STD FSC Chain of Custody standard for project certification FSC-STD FSC Standard for Use of Reclaimed Material in FSC Product Groups and FSC-certified Projects Standard di riferimento per l identificazione e la valutazione del legno controllato a livello aziendale (risk assessment). Standard di riferimento per la certificazione di progetto (totale e parziale) in edilizia. Standard di riferimento per l identificazione e la valutazione del legno (o della fibra di legno) riciclato post-consumo. FSC-STD FSC On-product Labelling Requirements Requisiti per l etichettatura di prodotti certificati con il logo FSC. FSC-TMK FSC Requirements for the Promotional Use of the FSC Trademarks by FSC Certificate Holders and Non-certified Commercial Organizations Requisiti per l uso del logo FSC al di fuori del prodotto, per scopi promozionali (anche per organizzazioni commerciali non certificate) Tutte le organizzazioni che vogliano certificarsi per la Catena di Custodia Tutte le organizzazioni che vogliano certificarsi per la Catena di Custodia Tutte le organizzazioni che vogliano certificarsi per la Catena di Custodia. Possono essere esclusi i gruppi di prodotti a base di fibre/particelle di legno (es. carta). Facoltativamente (e sino la 31 dicembre 2009) le organizzazioni che producono prodotti a base di particelle/fibre di legno. Organizzazioni che intendono avvalersi delle deroghe previste per le c.d. componenti minoritarie. Organizzazioni che utilizzino anche legno vergine non certificato per produrre gruppi di prodotti che intendano vendere come certificati. Progettisti, aziende del settore edile/costruzioni che vogliano certificare un determinato progetto (es. una casa). Organizzazioni che utilizzino anche legno riciclato post-consumo per produrre gruppi di prodotti che intendano vendere come certificati. Tutte le organizzazioni certificate per la Catena di Custodia che vogliano usare il logo FSC sui prodotti. Tutte le organizzazioni che vogliano usare il logo FSC al di fuori dei prodotti per motivi promozionali. Fonte: Ns. elaborazione. 17

18 In altre parole, qualsiasi organizzazione che voglia ottenere una certificazione FSC per la Catena di Custodia deve sempre fare riferimento agli standard: FSC-STD versione 2; FSC-STD a versione 1; FSC-STD b versione 1. Non sono a rigore obbligatori, ma sono pressoché sempre utilizzati, gli standard relativi all uso del logo, tanto sul prodotto (FSC-STD , versione 2), quanto al di fuori del prodotto (FSC-TMK , versione 1). Ciò in relazione al fatto che il logo FSC è il principale veicolo di comunicazione dell ottenuta certificazione. Per tutti gli altri standard é necessario procedere a una valutazione caso per caso, in relazione alle caratteristiche dell azienda, dei gruppi di prodotti e in relazione a come si intenda operare. L Allegato 2 riporta una semplice check-list che permette di verificare quali standard devono essere presi in considerazione in aggiunta ai 3 che devono necessariamente essere presi in considerazione. Quadro Il processo di revisione degli standard FSC per la Catena di Custodia: un excursus storico Il primo documento storico per la disciplina della Catena di Custodia è la Politica per le dichiarazioni basate sulle percentuali (Policy on percentage based claims), entrata in vigore nel maggio del 2000 e abrogata alla fine del Nel Settembre 2004 il Board of Directors del FSC ha approvato il documento FSC-STD : FSC chain of custody standard for companies supplying and manufacturing FSC-certified products (Version 1-0), destinato a disciplinare la Catena di Custodia, introducendo importanti novità, quali il concetto di gruppo di prodotti, la distinzione tra FSC Puro, FSC Misto e FSC Riciclato, il sistema a crediti ecc. Un anno più tardi, nell ottobre 2005, il Centro Internazionale del FSC ha ricevuto l incarico di curare la raccolta di commenti e di provvedere alla revisione di questo stesso standard, prendendo in considerazione quanto emerso dall esperienza della sua implementazione e applicazione sul campo e risolvendo le incongruenze emerse. Sulla scorta di ciò è stato creato un apposito Gruppo di Lavoro Tecnico FSC sulla Catena di Custodia (FSC Technical Working Group on Chain of Custody) che in 24 mesi di lavoro, 3 tornate di consultazione pubblica (per 180 giorni complessivi) ha sviluppato l attuale versione 2-0 del documento FSC- STD Tale documento, approvato nel novembre del 2007, Esso tiene conto delle diverse raccomandazioni emerse dagli incontri del Gruppo di Lavoro Tecnico tenutisi tra l Ottobre 2005 e il Febbraio 2007, così come dei numerosi contributi forniti dalle parti interessate (stakeholder) con riferimento alle diverse bozze rese pubbliche e in merito al documento di discussione FSC-DIS : Review and Revision of the FSC Chain of Custody standard. A beneficio di coloro che abbiano dimestichezza con la versione 1 dello standard FSC-STD si segnala che le principali novità introdotte dalla versione 2 consistono in: estensione dello scopo e dei destinatari dello standard (si applica a tutte le attività/organizzazioni comprese tra la foresta e il prodotto finito); introduzione del transfer system ; mantenimento del sistema a soglia (ora denominato percentage system ); applicabilità del percentage system e del sistema a crediti anche ai prodotti in legno/carta riciclati; revisione delle percentuali minime di contenuto FSC nei prodotti FSC Misto (unica soglia del 70% - 50% nel caso delle fibre) ed eliminazione del contenuto minimo 10% - di materiale FSC nel sistema a crediti); eccezioni per componenti minoritarie (< 5% peso o volume); eliminazione dell eccezione per i co-prodotti rispetto alle regole per il legno controllato; indicazioni precise su chi deve certificarsi e chi può non certificarsi. Abrogata la FSC Policy on Brokers (FSC-POL ); verifica del materiale riciclato mediante l apposito standard FSC-STD ; nuova classificazione dei prodotti secondo la United Nations Statistics Division (UNSD) Central Product Classification (CPC) e la Standard International Trade Classification (SITC) attraverso il documento FSC- STD a; uniformazione dei nomi scientifici/commerciali delle specie legnose attraverso il documento FSC-STD b. 18

19 3. Impostazione di un sistema di gestione della Catena di Custodia: indicazioni pratiche ed operative sulla base degli standard FSC All interno del capitolo 3 si presentano in dettaglio i contenuti dei principali standard di riferimento per la certificazione della Catena di Custodia, a partire da FSC-STD versione 2. Lo scopo non è quello di proporre una traduzione alla lettera del contenuto degli standard stessi, ma piuttosto di fornire chiarimenti e interpretazioni aderenti al contenuto del testo originale, accompagnandoli da esempi applicativi che possano tornare utili a quanti siano impegnati nella creazione/gestione di un sistema di catena di Custodia secondo gli standard FSC. Si consiglia pertanto di affiancare la lettura del presente documento con verifiche puntuali dei contenuti degli standard di volta in volta richiamati. 3.1 Lo standard FSC-STD versione 2 Come detto in precedenza, il documento FSC-STD versione 2 rappresenta un riferimento fondamentale e imprescindibile per l ottenimento della certificazione della Catena di Custodia. I requisiti indicati in tale standard costituiscono ( ) i requisiti minimi che devono essere rispettati da un sistema di Catena di Custodia per dimostrare che i materiali e i prodotti acquistati, etichettati e venduti come certificati FSC siano realmente tali e che ogni dichiarazione a essi associata sia corretta e rispondente al vero. E responsabilità dell ente di certificazione ottenere laddove ritenuto necessario ulteriori elementi di evidenza che consentano di sostanziare le proprie decisioni in merito al rilascio della certificazione 11. Il documento e gli stessi requisiti per la certificazione risulta articolato in quattro parti: Parte I: include i requisiti generali per il controllo della Catena di Custodia, che si applicano a tutte le operazioni e a tutte le organizzazioni; Parte II: presenta i tre sistemi di controllo che consentono alle organizzazioni di realizzare dichiarazioni FSC sui propri prodotti. Le organizzazioni sono tenute a scegliere, per ciascun gruppo di prodotti definito, uno tra questi tre sistemi; Parte III: contiene i requisiti e le soglie percentuali minime di contenuto di materiale certificato previste per l uso delle etichette FSC sui prodotti; Parte IV: fornisce requisiti supplementari relativi ai sistemi di controllo della Catena di Custodia da attuare in specifiche situazioni. Nel presentare i contenuti dello standard se ne asseconderà l articolazione in quattro parti Parte I: requisiti generali Nella prima parte sono descritti i requisiti generali di implementazione, controllo e gestione della Catena di Custodia, comuni a tutte le organizzazioni che intendano certificarsi. Tali requisiti coprono di fatto tutti i diversi passaggi del processo produttivo: dall ordine/acquisto delle materie prime e/o dei prodotti necessari alla produzione, alla ricezione degli stessi, alla trasformazione articolata in processi più o meno complessi, sino alla vendita e alla spedizione. Come visto in precedenza, il criterio fondamentale per determinare la necessità di una certificazione della Carena di Custodia è quello della proprietà legale dei materiali/prodotti: è possibile quindi affermare che ciascun anello della 11 Cfr. FSC-STD vers. 2, pag. 5. Traduzione a cura della Segreteria nazionale del Gruppo FSC-Italia. 19

20 Catena di Custodia inizia con l acquisizione della proprietà (acquisto) e termina con la cessazione della stessa (vendita) Gestione della qualità In termini generali sono quattro gli elementi disciplinati in questa sezione: responsabilità; procedure; formazione; registrazioni. Con responsabilità si intende che ciascuna organizzazione è tenuta a individuare e nominare espressamente una persona avente la piena responsabilità e l autorità per garantire la conformità dell organizzazione stessa rispetto a tutti i requisiti previsti dagli standard FSC. In altre parole l organizzazione deve nominare al proprio interno un Responsabile della Catena di Custodia, che provveda alla gestione della documentazione relativa al sistema, assicuri il corretto funzionamento dello stesso, si interfacci con l ente di certificazione, ecc. Non di meno, tutto il personale avente responsabilità di rilievo deve dimostrare piena consapevolezza delle procedure dell organizzazione e competenza nell implementare il sistema di gestione della Catena di Custodia. Per rendere più efficace il proprio operato l organizzazione deve stabilire, implementare e mantenere, in proporzione alla propria scala e complessità, procedure e/o istruzioni di lavoro che coprano tutti i requisiti applicabili previsti dagli standard FSC. Deve essere definito il personale responsabile per l implementazione di ciascuna procedura, unitamente alle qualifiche e/o alle misure di formazione/addestramento necessarie all implementazione. E bene precisare che FSC non stabilisce quali procedure debbano essere definite e secondo quali modalità. Non esiste, cioè, un modello standard di riferimento, in quanto la certificazione FSC può riguardare organizzazioni molto diverse per dimensioni e per tipologia di processi e di prodotti. A puro titolo indicativo e senza pretesa di esaustività si riporta in figura 3.1 quella che potrebbe essere l articolazione di un sistema documentale di gestione della Catena di Custodia, ribadendo che nei limiti dello standard ogni organizzazione ha la facoltà di organizzarsi come meglio crede. Si è ipotizzato di articolare su quattro livelli distinti la documentazione: Manuale di Catena di Custodia: è un documento di carattere generale, che descrive l organizzazione e i processi produttivi (ad esempio con un lay-out), specifica lo scopo della certificazione identificando i gruppi di prodotti, dettaglia le responsabilità per mezzo di organigrammi/mansionari che stabiliscono chi fa che cosa, definisce le modalità di gestione e registrazione dei documenti, ecc; Procedure: sono documenti di carattere operativo, richiamati dal manuale, e descriventi le modalità secondo le quali devono essere compiute le diverse attività/operazioni previste. E consigliabile prevedere una procedura per ciascuna delle principali attività caratteristiche dell organizzazione e dei suoi processi (ad esempio: acquisti; ricezione della merce e stoccaggio; trasformazione; vendite e spedizione; uso del logo FSC; formazione del personale; risk assessment per il legno controllato, ecc.). Naturalmente è bene evitare di appesantire il sistema con documentazione non strettamente necessaria. Così, ad esempio, laddove non sia previsto l uso di legno controllato non ha senso definire una procedura per il risk assessment; 20

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