Quaderni del Planetario:

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1 Comune di Bologna Settore Istruzione U.O. Laboratori per la didattica Quaderni del Planetario: Scienza e stelle nell Istituto Penale Minorile di Bologna Anna Basilisco; Angela Turricchia N 3- Anno scolastico Anna Basilisco- insegnante di lettere per la scuola media inferiore. Ist. Comprensivo N. 1 G. Dozza- Bologna Angela Turricchia- insegnante presso il Laboratorio per la Didattica Planetario- Settore Istruzione- Comune di Bologna

2 Alla base del programma politico dell Amministrazione Comunale di Bologna sta una idea di città educativa fondata anche sulla consapevolezza dell accrescersi delle difficoltà che le ragazze e i ragazzi, oggi, devono affrontare. Crescono, infatti, nelle città, i meccanismi di esclusione e di emarginazione e colpiscono in particolare sia i giovani sia i nuovi cittadini che vengono da altre culture. Poter sentire come propria la città in cui si vive è sempre più difficile. Per fortuna, Bologna possiede da sempre una rete sociale di solidarietà preziosissima che ne ha costruito l identità e costituisce patrimonio collettivo. E tuttavia, a volte, questa rete diventa troppo stretta e non riesce ad aiutare chi si sente differente, estraneo e/o straniero. La realtà dei ragazzi sottoposti a provvedimenti penali ci è ben presente. Per questo riteniamo necessario e urgente mettere in campo interventi educativi e progettuali mirati sulla loro condizione con l obiettivo di offrire loro la speranza di essere riconosciuti come persone che hanno desideri, bisogni e diritti. In questa direzione si è mossa l esperienza che questo testo vuole comunicare e che ha avuto luogo presso l Istituto penale minorile Pietro Siciliani. E frutto di un lavoro di rete e cioè del coinvolgimento dell istituzione scolastica statale con una delle agenzie educative che il Comune di Bologna ha progettato e realizzato nei luoghi più significativi della città: il laboratorio per la didattica Planetario. E un esempio di buona pratica che ci proponiamo di valorizzare e sviluppare. Assessora Scuola, Formazione e Politiche delle Differenze Maria Virgilio

3 Presentazione Non è agevole cogliere le cause del disagio giovanile ed ancora meno quelle della devianza rapportata all unicità dell esperienza di vita e delle dinamiche della singola persona e conseguentemente è molto complesso mettere a punto modalità di intervento che incidano positivamente sui comportamenti. L assenza inoltre del senso di partecipazione, di aggregazione del gruppo, di progettualità individuale non facilitano il percorso degli insegnanti che scelgono di svolgere attività didattica, anche se forti delle giuste competenze educative-formative e con buone capacità di relazione, nei luoghi di reclusione per i giovani coinvolti in vicende penali. Questo quaderno è la testimonianza di una esperienza, in cui traspare anche l apporto emozionale, che ha portato alla realizzazione di una unità di apprendimento all interno dell Istituto Penale Minorile Pietro Siciliani dall insegnante Angela Turricchia del Laboratorio per la didattica Planetario del Comune di Bologna in stretta collaborazione con l insegnante Anna Basilisco dell Istituto Comprensivo n.1. Entrambe, supportate dalla Direzione dell Istituto, hanno creduto in primo luogo che tutte le materie, anche le più complesse come l astronomia, possano essere proposte ed approfondite anche in questo contesto. Sembrava quasi inopportuno parlare a lungo del cielo, là dentro dove il cielo e lo spazio infinito sembrano dolorosamente lontani e questa lontananza ancora più pesante perché la giovane età rende forse più difficile l attesa e l esercizio della pazienza. Ed invece si può parlare di cielo e non solo in modo letterario ma affrontandone le complessità e le leggi fisiche in modo scientificamente corretto anche se con la consapevolezza che solo quando i concetti di regola, di metodologia, di obiettivo saranno interiormente acquisiti, solo allora i ragazzi potranno finalmente toccare.. il cielo. La Responsabile della U.I. Rete scolastica Dott.ssa Grazia Russo 1

4 1. Quadro istituzionale L'esperienza di cui si parla in queste pagine nasce da una collaborazione tra l Istituto Comprensivo n.1 di Bologna, che ha al suo interno la sezione legata al carcere minorile, e il Laboratorio per la didattica Planetario (Settore Istruzione- Comune di Bologna). L Istituto Penale Minorile di Bologna accoglie al suo interno ragazzi di diverse età, per periodi diversi e di provenienza diversa. Vi sono ragazzi che si fermano per periodi brevi, altri per periodi molto più lunghi a seconda della pena che devono scontare, a seconda se siano o meno in attesa di processo. Si verificano pertanto momenti di maggiore o minore presenza di persone, che possono scegliere o meno di partecipare alle attività proposte dall Istituzione carcere stesso. Qualunque sia il tipo e la durata della pena che un ragazzo deve scontare, è però riconosciuta...la valenza educativa che anche un evento penale deve garantire, favorendo la continuità dei percorsi di crescita, di maturazione individuale e di socializzazione della persona in età minore. Si rileva inoltre la necessaria complementarità tra gli Enti e i Servizi interessati ed il coordinamento delle reciproche attività. 1 Nella nostra regione è sviluppata una consistente rete di servizi educativi, di aggregazione che consente di dare risposte integrate nel territorio di appartenenza, ai bisogni espressi dall utenza che transita nei Servizi del Centro della Giustizia minorile; ed è importante promuovere le condizioni che consentono la partecipazione degli Enti locali e il coinvolgimento degli organismi pubblici, privati, dell'associazionismo e del volontariato per iniziative educative, culturali ricreative e sportive nei servizi dell'amministrazione della Giustizia. 1 Dal Protocollo di Intesa tra il Ministero di Grazia e Giustizia e la regione Emilia Romagna. 3

5 All interno di questo quadro regionale è stata stipulata una convenzione tra IPM 2, Provincia e Comune di Bologna che disciplina il rapporto al fine di offrire un servizio di informazione, consulenza ed orientamento al lavoro che valorizzi i bisogni dei detenuti e nel contempo sia di supporto agli operatori penitenziari che operano all interno della struttura carceraria 3. Il Planetario, in quanto struttura di supporto alla didattica, ha sempre fornito collaborazione alle scuole di diverso ordine preparando percorsi didattici, lezioni, progetti legati soprattutto ad Astronomia e a Fisica e, soprattutto negli ultimi anni ha rivolto il proprio interesse alle scienze in senso lato attraverso la partecipazione a progetti nazionali ed internazionali 4. 2 IPM= Istituto penale minorile 3 Dalla Convenzione tra Comune di Bologna e Ministero di Grazia e Giustizia 4 Il Planetario è uno dei Laboratori per la Didattica e fa capo al Settore Istruzione del Comune di Bologna ed ha coordinato a laivello nazionale il progetto L Europe des Découvertes che ha portato alla preparazione di suggerimenti didattico-pedagogici per insegnanti e alla pubblicazione del volume con lo stesso titolo- ed Le Pommier -agosto

6 2. Attività scolastiche in IPM In carcere, proprio per garantire che venga continuato il percorso di crescita, di maturazione individuale dei ragazzi è attivato un corso EdA (educazione degli adulti) del Centro territoriale permanente dell Istituto comprensivo n 1 Giuseppe Dozza sia di scuola media inferiore che di alfabetizzazione. Per la scuola media sono previsti gli insegnamenti di: italiano storia e geografia, matematica e scienze, informatica e lingua straniera. Considerando la presenza di ragazzi provenienti da realtà geografiche composite 5 e i diversi livelli di scolarità presenti, gli insegnanti che lavorano in IPM hanno ritenuto opportuno avvalersi, come nella scuola pubblica esterna al carcere, di esperienze provenenti dal territorio, provenienti quindi dalla realtà extrascolastica locale per consentire un arricchimento dell offerta formativa proposta. In particolare Anna Basilisco scrive nel suo piano di lavoro annuale approvato dal Collegio dei docenti dell Istituto Comprensivo di appartenenza: Il percorso educativo-didattico senza tralasciare l insegnamento curricolare, è teso ad instaurare prioritariamente un clima positivo dal punto di vista comunicativorelazionale, favorendo l ascolto e l accoglienza. I ragazzi, infatti, esprimono un forte bisogno di relazioni e di punti di riferimento, data la precarietà estrema della loro condizione, lo stato di incertezza e di confusione, il senso di abbandono. Ciò implica il sostanziale superamento della didattica curricolare rigidamente intesa e l adozione di metodologie orientate a creare situazioni educative che valorizzino le abilità già possedute dagli allievi ed il ruolo tutoriale dell insegnante come guida e sostegno. 5 In alcuni momenti sono stati presenti ragazzi provenienti da Albania, Cina, Nord Africa, Sud- America, Romania, ex Jugoslavia 5

7 Inoltre, in considerazione delle altre iniziative già previste all interno del carcere (teatro, laboratorio di Terra Verde, Sala Borsa ragazzi) e della necessità di tutti i ragazzi di usufruire delle varie esperienze, sarebbe opportuno realizzare un percorso educativo complessivo nel quale vi sia una integrazione tra l esperienza scolastica e gli altri percorsi. Si auspica, pertanto di favorire una reale condivisione, anche nei ragazzi, del percorso formativo scolastico. Anna, nel tentativo di interessare i ragazzi e di fornire stimoli culturali innovativi rispetto a quelli della scuola tradizionale, ha ricercato persone ed Enti di sua conoscenza e che potessero coinvolgere maggiormente l interesse dei ragazzi. In particolare la scelta di un argomento legato al cielo e alla scienza e quindi molto lontano dall ambiente della quotidianità è stato motivato dal fatto di avere già seguito, durante il suo lavoro precedente nella scuola elementare, una esperienza analoga con una classe di bambini. L interesse dimostrato dai bambini in quella occasione la ha portata a pensare alla possibilità di un analogo possibile coinvolgimento dei giovani ragazzi del carcere di fronte ad una esperienza di stelle e di scienze. Come insegnante del Planetario alla proposta fattami da Anna, ho ritenuto significativo il mio coinvolgimento in questa esperienza in quanto esperienza rivolta a fasce deboli della società (vedere esperienze con disabili già svolte 6 ). Il mio ruolo di insegnante in un servizio pubblico mi ha sempre fatto ritenere prioritario questo a qualunque altro intervento e in questa scelta sono sempre stata appoggiata dal coordinatore dei Laboratori 7. In questi anni il lavoro all interno del Planetario ha sempre avuto una forte caratterizzazione laboratoriale che si è venuta ulteriormente evidenziando con l ideazione e progettazione di percorsi scientifici per Istituti scolastici di diverso 6 Le esperienze svolte con ragazzi disabili sono visibili nel sito dove è visibile la maggior parte della produzione didattica del Planetario. 6

8 ordine e grado e per l ideazione di laboratori per mostre di carattere astronomico a livello nazionale 8. Per laboratorio intendo un ambiente in cui ragazzi ed insegnanti possano eseguire esperimenti scientifici come comunemente intesi, ma anche un ambiente che costituisca un punto di riferimento, in particolare per insegnanti, dove discutere, progettare percorsi, trovare supporti di materiali e di competenze relativi alla didattica delle scienze. La possibilità di una sperimentazione di un progetto scientifico all interno del carcere è apparsa come un ulteriore momento di verifica della validità di ipotesi didattiche e metodologiche di lavoro già utilizzate nel Planetario con fasce di età assai diverse. Abbiamo ritenuto importante un incontro preliminare tra operatrice del Planetario e i ragazzi in modo da verificare la reciproca disponibilità ad un lavoro comune tenendo conto della difficile situazione che si può verificare all interno delle pareti del carcere stesso. 7 Coordinatori dei Laboratori per la Didattica sono stati il dott. Pierpaolo Sacchetto, e la dott.ssa Grazia Russo. 8 L insegnante del Planetario ha ideato i Laboratori didattici per la mostra Dal cielo all Universo: il messaggio della luce ; attualmente gli stessi laboratori saranno presenti alla Mostra Futuro Remoto della Città della Scienza di Napoli. 7

9 Sono stata subito messa al corrente della situazione cui mi sarei trovata entrando nel carcere e il primo incontro è stato volutamente molto breve e di semplice presentazione. Si è svolto all interno di una stanza ampia, al primo piano del carcere, in presenza di una guardia carceraria che ha seguito tutto l incontro. 3. Perché scienze e la sua metodologia laboratoriale nella scuola carceraria minorile. In questa situazione la collaborazione tra Anna, insegnante della classe, ed Angela, insegnante del Planetario, ha permesso la realizzazione del rapporto tra scuola ed extrascuola auspicato prima ed ha permesso di utilizzare competenze esterne per la preparazione e la sperimentazione di un mini percorso che avvicinasse i ragazzi alla scienza. Perché proprio la scienza e l extra-scuola rispetto a tutte le attività che possono essere proposte? Scrive Sebastiana Lai 9 In particolare i progetti extra-scuola dovrebbero sfruttare le condizioni del tempo didattico in modo più radicale che non nelle attività normali della classe, mettendo in campo ipotesi di lavoro più aderenti ai percorsi di apprendimento degli alunni/alunne, dove nei percorsi labirintici della loro ricerca si accompagnino il rischio e il piacere della scoperta. Restano molte domande aperte sul come realizzare delle condizioni di insegnamento/apprendimento in situazioni così frammentarie e brevi come sono gli incontri previsti dai progetti esterni alla scuola. La scelta quindi di una attività scientifica che preveda una parte di laboratorio è stata basata sulla nostra ipotesi/speranza di attivare quello che Sebastiana Lai chiama rischio e il piacere della scoperta. 9 Sebastiana Lai Trasposizione Didattica: Astronomia e matematica 8

10 Inoltre la scienza in IPM assume un ruolo particolare proprio grazie al suo linguaggio universale, capace di superare i limiti dovuti ad una non piena padronanza della lingua italiana. Per chi ha problemi di linguaggio l uso di immagini, di simbolismo matematico costituisce un momento di sicurezza nello svolgimento di una attività e favorisce il superamento del teorizzare senza fare fare senza capire. Il lavoro di tipo scientifico che è stato proposto pone in evidenza la capacità di collegare e valorizzare reciprocamente i momenti dell osservare-capire- fareprogettare. Il laboratorio scientifico racchiude in sé infatti una parte pratica-manuale e una parte invece concettuale. La fusione di questi aspetti permette di costruire una conoscenza duratura e soprattutto armonica che inserisce il faccio quindi capisco in una conoscenza più complessiva dei concetti. La metodologia del laboratorio favorisce l apprendimento significativo dei saperi e offre all insegnante la possibilità di osservare l agire dell alunno, senza che l attività sia recepita da quest ultimo come una verifica e un giudizio sulle sue conoscenze o carenze. (M. Polo, 2000). Gli obiettivi dell educazione scientifica sono in parte comuni ad altre aree disciplinari e, in carcere più che mai, assumono una valenza educativa per stimolare i ragazzi a porsi criticamente delle domande costruttrici di atteggiamenti: a. lo sviluppo di atteggiamenti nei confronti del mondo, come la tendenza a porre proprie domande, ad osservare, a scoprire; l intraprendenza inventiva soprattutto per quanto riguarda la formulazione di ipotesi e spiegazioni, l autonomia del giudizio accompagnato a disponibilità a considerare le opinioni altrui e di confrontare queste e le proprie con i fatti; b. l acquisizione di abilità cognitive generali, quali, per esempio, la capacità di analisi delle situazioni e dei loro elementi; la capacità di collegare i dati 9

11 dell esperienza in sequenze e schemi che consentano di prospettare soluzioni ed interpretazioni; la capacità di formulare ragionamenti ipotetico-deduttivi; c. lo sviluppo di uno stretto rapporto tra il fare ed il pensare. In aggiunta a questo è importante ricordare che in un lavoro di laboratorio si opera per piccoli gruppi e quindi rende indispensabile la cooperazione con gli altri che, se pure è una condizione del vivere in comunità, non è così ovvia all interno di un ambiente come il carcere. 10

12 3. Il percorso proposto Di seguito le osservazioni emerse dal primo incontro 10 : 2/04/2004 primo incontro di un ora. 5 persone presenti di cui: due slavi, un cinese, due rumeni. Di questi due non parlano assolutamente l italiano e non lo capiscono. L ambiente in cui lavoriamo è grande e soleggiato, si presta bene ad una attività sul Sole. All uscita, che avviene passando tra le celle (hanno lo spioncino come quelle che si vedono in televisione!) un ragazzo passa ad Anna un compito; mi dice successivamente che si tratta di E. un ragazzo che si sta preparando per l esame di ammissione al secondo anni di una scuola media superiore. Il progetto pensato inizialmente (Allegato 1), proprio a seguito delle osservazioni successive al primo incontro, è risultato irrealizzabile; si è dovuto subito pensare ad una modificazione che prevedesse l uso di una strumentazione diversa e con momenti di consolidamento direttamente interne alla lezione e soprattutto una 10 in corsivo note personali dell insegnante del Planetario e che costituiscono osservazioni a caldo al termine della giornata di lavoro in carcere. Alcune di queste sono state utilizzate dalla Direttrice del carcere in sede di un Convegno per mettere in luce dinamiche che si possono creare all interno di un IPM. 11

13 maggiore parte pratica per irretire l interesse degli allievi. Inoltre, la presenza di persone che non parlavano l italiano non permetteva di pensare di introdurre un percorso basato essenzialmente su lezioni parlate. Si è pertanto pensato di modificare il percorso rivolgendosi maggiormente ad una parte di sperimentazione in modo da costituire anche una situazione intermedia tra un lavoro soltanto manuale e un lavoro invece soltanto teorico. A seguito di questo incontro, si sono previsti quattro interventi di durata di tre ore l uno durante i quali sarebbero stati affrontati temi diversi utilizzando anzitutto esperienze sperimentali per poi giungere ad un approccio della parte più teorica. L ipotesi comunque è stata quella di scegliere esperimenti che potessero essere considerati significativi per una modificazione del pensiero anche da un punto di vista storico (da qui la scelta di Galileo e di Volta ) per poter eventualmente avere un momento di approccio successivo a tematiche di respiro culturale più ampio. Possiamo dire che il lavoro che è stato impostato ha avuto come argomento conduttore quello dell energia naturale (Sole) per giungere invece ad un discorso di energia collegato all esperienza di Volta per poi tornare al discorso del Sole. La scelta di conservare legami a stelle, universo è dettata dal fatto che questo è un argomento di fascino per gli studenti e quindi questo può essere un elemento importante per interessarli ulteriormente. 12

14 Di seguito la proposta degli incontri: 1. Incontro 28 aprile 2. Incontro 7 maggio 3. Incontro 10 maggio 4. Incontro 12 maggio costruzione di un cannocchiale- Materiale necessario: tubi, lenti, seghetti, schotch, forbici.. Uso del cannocchiale costruito: materiale di Galileo sulla Luna. Energia nel Sole... concetto di energia... corrente elettrica. Lettura di Volta per ragazzi e costruzione della pila come detto da Volta. Sole e radiazione: inverso del quadrato della distanza. Esperienze con calamite... dal testo di alla scoperta del cielo. Materiale da introdurre: computer, viedeoproiettore, binocolo. Materiale da introdurre: computer, videoproiettore e fotocopie su Galileo. Materiale da introdurre: computer, videoproiettore e fotocopie su Galileo. Materiale da introdurre: computer, videoproiettore. Eventuali filmati, diapositive usati devono essere appositamente preparati. 5. L ambiente reale di lavoro Il laboratorio in cui si svolge l attività non è sempre lo stesso, ma può variare da una volta all altra: dipende da quale stanza è libera e da quali problemi interni si sono verificati nelle giornate precedenti. La giornata si volge in due parti: una prima di lavoro con quello che viene definito il gruppo classe, poi un 13

15 intervallo in cui i ragazzi escono nel corridoio, ed infine una seconda parte in cui c è di nuovo lezione. L ambiente in cui ci troviamo a lavorare è quella che viene chiamata la biblioteca, un locale a piano terra da cui non si vede il Sole e che guarda su un ampio corridoio dove sostano ragazzi transitanti per pochi giorni o che rifiutano l inserimento in qualsiasi attività presente nel carcere. Questo porta ad una situazione di movimento, di rumore continuo, di passaggio davanti alla porta di altri ragazzi in qualche modo interessati a ciò che avviene all interno. Da questa postazione si rivelerà impossibile osservare il Sole, in più le sbarre alle finestre renderanno l esperienza eseguita di difficile utilizzo. Durante la lezione entrano nel laboratorio soltanto i ragazzi della classe, ma nell intervallo si mescolano a questi anche i ragazzi che passano nel corridoio e si crea un gruppo misto. Sarà questa la stanza in cui verranno svolti tutti i laboratori, per cui dopo l intervallo saranno presenti spesso anche ragazzi esterni alla classe dando origine al formarsi di gruppi che in qualche modo disturbano l andamento canonico del lavoro creando un dislivello culturale tra i presenti e dinamiche relazionali complesse La realtà si è configurata decisamente più complicata del previsto e proprio per affrontare questa situazione ho deciso di elaborare l esperienza attraverso la scrittura di un diario di bordo che ha permesso successivamente un confronto con l insegnante e gli educatori dell IPM (brani nei vari allegati numerati come gli interventi, in parte invece costituiscono parte integrante di questa pubblicazione). 14

16 Figura 1- Una fotografia dall'interno della "biblioteca". E' visibile l'inferriata alla finestra che dà sul corridoio di cui abbiamo parlato. All interno della biblioteca le esperienze pratiche sono state svolte facendo sedere i ragazzi intorno ad un unico tavolone su cui si sono appoggiati i materiali di uso. Nella seconda parte della mattinata spesso si è utilizzato un secondo tavolo suddividendo i ragazzi presenti in due gruppi: una parte che continuava il lavoro più scientifico, l altra parte che svolgeva un lavoro di recupero linguistico. Il numero degli studenti, decisamente piccolo (5 ragazzi), che faceva pensare a un buon svolgimento del lavoro a piccoli gruppi, si e invece spesso rivelato un momento di difficoltà per tre motivi: 1. la presenza di ragazzi con livelli culturali estremamente eterogenei e quindi che rispondevano a stimoli cognitivi diversi. 2. la necessità per alcuni ragazzi di risultare al centro dell attenzione e quindi al centro del processo cognitivo escludendo così personalità meno emergenti, seppure interessate all attività. 3. lo scatenarsi di dinamiche di leaderismo e gregarismo all interno del gruppo classe ; questo fenomeno è risultato particolarmente evidente in alcuni momenti, 15

17 soprattutto nel momento in cui si è introdotto l uso del computer per osservare alcune presentazioni power point appositamente preparate. Avrebbe potuto essere un momento comune per tutti, anche per chi ha problemi di lingua, ma l interesse e le domande poste da alcuni ha reso impossibile ad altri di seguire l intervento. 5. Lo svolgimento dell esperienza Considerando il contesto assai particolare in cui si è operato si è deciso di affiancare accanto alla descrizione dell attività laboratoriale e delle modificazioni apportate in itinere anche le osservazioni personali di Angela e che hanno costituito il diario. Queste ultime fanno capire le reali condizioni di lavoro e le dinamiche che si scatenano all interno del gruppo classe e che mettono in gioco non soltanto capacità professionali dell adulto, ma anche e soprattutto la capacità di gestire una complessità che presuppone una disponibilità al cambiamento e alla flessibilità. 1. Incontro: 28 aprile Sole e costruzione di un cannocchiale- Materiale necessario: tubi, lenti, seghetti, schotch, forbici. Materiale per l introduzione: computer, videoproiettore, binocolo. Prima tappa all entrata: ricerca dell autorizzazione da parte della guardia all ingresso, consegna carta di identità, ricerca del foglio di materiali vari. Dopo questa prima fermata si entra nella stanza degli educatori. La borsetta deve essere lasciata qui con 16

18 cellulare rigorosamente spento. Recupero tutti i materiali che Biagio 12 era venuto a prendere al Planetario. Seconda tappa: il cancello del carcere vero e proprio. Qui viene scritto tutto il materiale: tanto entra, tanto esce. Lascio fuori il seghetto, la macchina fotografica che dovrò poi chiedere successivamente. Mi viene immediatamente detto che non siamo nell aula prevista, ma in quella che viene chiamata biblioteca: una stanza alta, cupa e disadorna. Noto subito che non c è Sole, alle pareti sono appesi lontanissimo dei neon: faremo anche fatica a cercare il fuoco delle lenti. Attività prevista: osservazione di un semplice cannocchiale e dei suoi componenti per costruire un secondo cannocchiale. I ragazzi hanno a disposizione dei tubi e delle lenti di cui una convergente e una divergente. Si deve: calcolare la distanza focale della lente per comprendere quale deve essere la lunghezza del tubo che costituisce il corpo del cannocchiale; scegliere il tubo di lunghezza appropriata oppure tagliare il tubo alla lunghezza appropriata; montare la lente convergente ad una estremità del tubo, mentre quella divergente deve essere montata all estremità di un altro tubo. Si comincia: sono presenti 5 ragazzi due soltanto sono quelli della volta scorsa; di questi due non si interessano: uno si sdraia sul tavolo e dorme, uno gioca col computer. Si comincia a lavorare sono tutti terribilmente impacciati e legati. 12 Biagio è uno degli educatori che lavora all interno dell IPM e che ha seguito i vari momenti di evoluzione dell esperienza. 17

19 Sembrano in prestito poi, pian piano W. comincia a lavorare e dopo tutti quanti lo seguono. Figura 2- Un momento di costruzione del cannocchiale e a destra, un momento di osservazione. Problemi didattici: la costruzione dura circa 40, ma hanno solo eseguito manualmente l esperienza, non hanno capito le cose concettuali. Hanno osservato, anche se ovviamente si vedono le sbarre ma realizzano che guardando da una parte si vede ingrandito, dall altra invece rimpicciolito. W. tenta di spiegare questo rovesciando il tubo del cannocchiale ed osservando nei due modi diversi. Accendiamo il computer dove ho preparato alcune immagini sul Sole. Sono interessatissimi. La presentazione power point è seguita con attenzione, ma i ragazzi hanno grosse difficoltà di comprensione del linguaggio. Osservazioni: Per la prossima volta occorre individuare parole chiave da utilizzare e rielaborare e su cui costruire ulteriori attività. 18

20 Intervallo. Nell intervallo si discute su che cosa fare dopo. Propongo le immagini del viaggio in astronave che ho su computer e che utilizzo in genere al Planetario con bambini delle prime classi elementari per avvicinare i ragazzi che parlano poco l italiano. La cosa funziona, ma ben presto di fronte al computer rimangono solo due ragazzi le domande sono diventate di livello culturale troppo alto 13. Osservazioni: Il percorso didattico non ha potuto essere svolto in pieno a causa del cambiamento di aula. Si sono notati atteggiamenti di tipi diversi: 1. i ragazzi disinteressati (in particolare uno che però poi mi è stato detto successivamente essere la prima volta che entra nello spazio classe, prima si era sempre rifiutato); 2. i ragazzi interessati che però di fronte ad un lavoro manuale si sono sentiti a disagio (ma che hanno poi cercato di lavorare con impegno: il commento di uno: Si vede!!! E stato caratteristico). Poca manualita degli studenti stessi; 3. un gruppo che mi ha prima voluto valutare: Anna dice che mi hanno accettato solo dopo avermi visto assolutamente rilassata nei loro confronti. 2 Incontro: 7 maggio L attività è stata notevolmente modificata rispetto all ipotesi fatta per tener conto delle osservazioni emerse dal primo incontro. Si è ritenuto importante utilizzare il computer e le presentazioni power point proprio cercando di ovviare le 13 Parte del diario di bordo che riguarda l intervallo e le dinamiche che si sono instaurate sono visibilu negli allegati. 19

21 problematiche della volta precedente. Le presentazioni sono brevi (contengono al massimo 10 diapositve) e pochissime parole che vengono riprese più e più volte. Il materiale approntato per questa lezione è notevole come quantità, ma si sta lavorando con concetti complicati; la sequenza logica è quella sotto indicata, ma si prevede fin da adesso che i tempi siano eccessivi per questo lavoro. Ci si propone di presentare: 1. un power point sull energia del Sole e su come si pensa essere formato all interno (Allegato 6). 2. Diagramma di flusso che usi il concetto di energia come concetto portante e che quindi conduca i ragazzi dall energia del Sole all energia prodotta dall uomo. 3. Esempio di pile ad acqua e frutta e loro funzionamento. 4. Pila come produttore di energia: misura di che cosa mette fuori la pila (uso del tester) 5. Lettura del brano di Volta (allegato 7) 6. Costruzione della pila di Volta 7. Ulteriore diagramma di flusso dall energia elettrica all energia solare. Svolgimento: L attività è risultata contemporanea ad altre due esperienze che si stavano svolgendo contemporaneamente nel carcere: - la preparazione di una festa - la presenza di una volontaria che fa lezione individuale ad E. La lezione inizia in ritardo: la gestione degli spazi non è così semplice come appare, anche perché in queste stanze devono essere presenti degli agenti la cui presenza, per quanto invisibile, non lo è poi così tanto. 20

22 Tre i ragazzi presenti: due partono immediatamente interessati; d altra parte visto che due sono le persone che non parlano l italiano è importante che anche loro mi capiscano. In questa situazione la scelta di preparare un power point appare buona: le immagini sono chiare; i concetti fisici sono complicati. W. utilizza i termini usati in italiano interno= dentro esterno= fuori. Lo scrive sul foglio, chiede cose che non capisce. Figura 3 - Un momento della prova del funzionamento di un orologio. Esperienza di far funzionare un orologio con due mele e dei cavetti. L esperienza li conquista, passano il resto del tempo a provare, cambiano gli elettrodi, cambiano la frutta (ho anche due kiwi). Cosa si può fare con questo: una bomba? Se abbiamo finito la batteria del lettore CD e abbiamo due frutti, possiamo farlo funzionare lo stesso? W. si propone di farlo vedere quando esce dal carcere! T. chiede agli assistenti due bicchieri con l acqua (il tutto viene 21

23 passato attraverso le sbarre della finestra che da sul corridoio!) e la meraviglia è che funziona anche con l acqua. W. rileva che allora sono i materiali dei due cavetti e il liquido. Ma e se sono sue persone? Si prova non funziona!!! Quindi. S. ci vuole del liquido! Provano con due frutti diversi, l orologio parte sempre! Osservazione: Introduco il concetto di circuito e la cosa importante è che capiscono da soli che se il circuito non è chiuso non si legge nulla!! 3 incontro: 10 maggio Nel precedente incontro non è stato affrontato il problema di Volta e quindi gli argomenti della lezione precedente sono stati spostati a questo incontro. 1. costruzione della pila a colonna di Volta con monete da 20 centesimi e da 5 centesimi 2. uso del voltmetro 3. discorso di nuovo sull energia 4. passaggio da energia prodotta ad energia solare e stelle 5. planetario portatile: si vedono le stelle. E presente Carla una volontaria che collabora con Anna. La prima parte della lezione funziona, anche se a fatica. In realtà il planetario portatile non funziona, si è scollato per cui sostituisco questa parte con il discorso della spettroscopia. Ho lampade colorate e per J. ed E. due CD di astronomia. 22

24 Svolgimento Stavolta la costruzione della pila risulta particolarmente complicata; non riescono a costruire la pila, le monete cadono in continuazione, e i ragazzi hanno problemi di tipo diverso. Punto 4 - Di fronte alla parte di spettroscopia un ragazzo vive l esperienza come troppo infantile. Ma all improvviso scopre che la parte di spettroscopia è citata su un libro di testo e quindi viene rivalutata, almeno da due studenti. L attività scolastica è abbastanza strana, l impressione è che la durata dell attenzione sia al massimo di 10 minuti. La situazione didattica si è rivelata particolarmente faticosa: alla fine mi sono resa conto che E., pur avendo seguito l attività di straforo, ha capito le cose essenziali, sicuramente lo stesso vale per W. e S. assolutamente nullo invece l interesse di T. Non capisco quanto sia un modo di fare per sentirsi al centro dell attenzione o quanto invece sia un suo modo per sentirsi maggiormente curato da Anna. 4. incontro: 12 maggio E l ultima giornata: per salutarmi è prevista anche una merenda. 23

25 L ipotesi di lavoro prevede di guardare il CD 14 passi nell universo con discutendone poi assieme. La lezione è volutamente questa volta in qualche modo teorica. Una presentazione power point che chiuda l esperienza ribadendo il concetto di energia. Proposta di un foglio che debbano riempire direttamente sul computer (per avere una idea di come hanno reagito ai vari stimoli) (Allegato 8) Osservazioni: il CD 14 passi nell universo scorre troppo veloce, occorre diminuire anche la velocità del parlato. Sarebbe opportuno che le immagini scorressero più lentamente. In questa ultima giornata ho scelto volutamente una posizione da insegnante che non avevo mai adottato finora. La scelta non è risultata delle migliori, ma ritenevo importante comprendere quanto i ragazzi accettassero le cose fatte finchè il rapporto rimaneva su un piano di finta parità Conclusione L ipotesi iniziale di utilizzare la metodologia laboratoriale per arricchire l offerta formativa della scuola anche con interventi di esperti operanti sul territorio ha reso la proposta culturale generale meno passivizzante e si è rivelata positiva proprio per l approccio sperimentale per quanto riguarda l approccio cognitivo, per quanto riguarda la capacità di modificare in itinere il progetto inziale (parliamo quindi di 14 Le osservazioni del diario di bordo risultano chiarificatrici di questa posizione (Allegati vari) 24

26 una esperienza di ricerca in situazione) e per quanto riguarda la gestione delle complesso relazioni comunicativo-relazionali. L attività ha interessato i ragazzi sia sotto l aspetto operativo ma anche per le conseguente stimolazioni cognitive. I ragazzi hanno: capito oltre le parole concetti scientifici significativi; operato con le proprie mani (molti hanno una scarsa manualità); posto domande ponendosi come protagonisti in vari momenti delle attività; dimostrato, con una presenza costante e attiva, di scuotersi dalla apatia talora mostrata nei confronti dell attività scolastica; Mostrato visibile curiosità o addirittura entusiasmo per le scoperte fatte. E significativo che, in sede di esame di licenza media, un ragazzo dell IPM abbia, sia nell elaborato scritto che nella prova orale citato, tra le esperienze più significative svolte nel corso dell anno scolastico, proprio quella del laboratorio scientifico. Nell ipotesi di pensare di proporre un altro percorso di questo tipo occorre prevedere interventi ravvicinati, ma costituiti di tante piccole unità con ben identificate le parole chiave e i concetti che dovranno poi essere ripresi. 25

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28 Allegato 1- Progetto iniziale di Angela Turricchia - Planetario U.O. Laboratori per la didattica- Settore Istruzione- Comune di Bologna 2/12/2003 Il percorso prevede quattro incontri; tra gli utenti si prevede la presenza di un numero discreto di cinesi di prima generazione. Tenendo conto di questo e del fatto che all interno del carcere non si possono introdurre materiali ritengo sia preferibile, almeno per questa prima sperimentazione, utilizzare materiale di lettura e visivo. Va inoltre considerato il fatto che la stanza è piccola e i ragazzi non vedono il cielo esterno... è difficile pertanto parlare di astronomia facendo osservazioni. Obiettivo è fornire stimoli culturali attraverso letture, osservazioni, filmati... Propongo pertanto una successione dei quattro incontri così strutturati: 1- momento di conoscenza e di accoglienza dell insegnante esterno. Discussione guidata che permetta di comprendere la conoscenza che gli studenti hanno dei fenomeni celesti partendo dall idea che essi hanno del Sistema Solare. 2- Preparazione ed esecuzione, da parte degli studenti, di semplici esperimenti che permettano la comprensione delle forze fondamentali che regolano il Sistema Solare. 3- Uscita dal Sistema Solare: le stelle- Semplici esperimenti. Costellazioni: leggende di popoli diverse. Introduzione del concetto che costellazioni sono invenzioni dell uomo (scambio interculturale di esperienze, se possibile). La nostra Galassia 4- Le galassie e l Universo. Di nuovo semplici esperimenti e letture. Il materiale, opportunamente preparato, proviene dai testi di Alla scoperta del cielo. Eventuali filmati, diapositive usati devono essere appositamente preparati. 27

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30 Allegato 2 Diario del primo incontro (dialogo durante l intervallo) 15 Anna chiama E. per fargli vedere nella presentazione power point il suo paese. Il ragazzo si avvicina e si allontana ripetutamente, interessa o non interessa? Esce e subito dopo entrano nella zona classe altre due persone di cui uno particolarmente ingombrante sia dal punto di vista fisico che come personalità. Tutti i ragazzi mi hanno stretto la mano presentandosi, ma hanno la classica stretta molle dei ragazzini della loro età; J. ha una stretta forte, sicura, sembra essere stato invitato da E. per valutarmi. Impressione ricevuta: E. interessato all attività ha cercato qualcuno che dia la sua approvazione alla mia presenza. Gli altri ragazzi si allontanano ed inizia l interrogatorio (cerco di riscriverlo testualmente) J. perché sei venuta a lavorare qui? Angela conoscevo Anna che me lo ha proposto e io ho detto: perché no? J. Non avevi paura? Angela E di che? J. Di noi, siamo cattivi! Angela siete cattivi? Non credo esistano persone buone o cattive credo che esistano situazioni in cui uno fa certe scelte. Bah sai nemmeno io penso di essere buona! J. dipende dal significato che si dà alla parola bontà! Tu sei sicuramente più buona di me! Angela non sapremo mai se io sono più buona di te, le circostanze cui io mi sono trovata di fronte sono sicuramente diverse da quelle cui ti sei trovato di fronte tu se non altro per la diversa età-. Sai non sarebbe male rifare un altra vita e 15 E., J., sono le iniziali di due ragazzi 29

31 confrontare i risultati Applichiamo un po di metodo sperimentale, che dici, ce lo lasciano fare??? J. ride, ho l impressione di essere stata accettata. E. mette una cassetta di musica coinvolgente e ritmica. I ragazzi la seguono col corpo, Anna accenna dei movimenti, decido di interpretarlo come un invito e quindi anche io che sto muovendomi nella stanza cercando il cestino del pattume seguo il ritmo. E. mi chiede capisci le parole? ; non ho sicuramente avuto il tempo di ascoltarle, ma dico immediatamente di no, ma ne apprezzo il ritmo. Questo credo sia il momento in cui sono realmente accettata, ho passato l esame: posso stare con loro ma non ho tenuto conto delle dinamiche interne. Invito a vedere le immagini tutti quanti, ma restano soltanto J. ed E., W. si avvicina, si ferma poco, poi se ne va. Vengo sommersa da moltissime domande che denotano un livello culturale decisamente superiore a quello degli altri studenti. Ogni tanto i due ragazzi parlano tra loro nella loro lingua, che io non conosco. Ad un certo punto ho le sensazione che stiano parlando di me e esco con una frase ma cavolo! Usate la vostra lingua come un arma, io non capisco quello che dite! Che cosa state raccontando? Appena detta la frase rimango senza parole, mi avevano detto di stare attenta a quello che dico mi e sfuggita, se tentassi di migliorare la situazione sarebbe sicuramente peggio. E. mi dice noi non parliamo bene l italiano per cui quando facciamo troppa fatica mettiamo parole della nostra lingua. Accetto la mano tesa senza alcuna esitazione hai ragione, faccio così anche io con l inglese! 30

32 Allegato 3 - Diario del secondo incontro. Noto sul braccio destro del ragazzo (W.) un numero enorme di cicatrici dovute a bruciature di sigarette: cerco di nascondere la mia curiosità che mi porterebbe immediatamente a chiedere cosa è stato e come se le è fatte. Tra i tre mi sembra di evidenziare una dinamica strana: due sicuramente si trovano bene a fare questa esperienza, il terzo invece sembra seccato: l aria un po sbruffona, sembra voler presentarsi come capo però non riconosciuto. Entra all inizio E. che deve fare una attività di storia con una volontaria La stanza in cui ci troviamo (la solita biblioteca) è chiusa a chiave (noi siamo dentro) i ragazzi che sono fuori non possono entrare, quelli che sono dentro non possono uscire (per fortuna me ne rendo conto solo a metà della lezione! L idea di non potermi muovere come voglio mi lascia a disagio: realizzo solo adesso la situazione dei ragazzi: per la prima volta mi chiedo che cavolo di cose possano aver fatto per essere carcerati questa è realmente la parola che devo usare!) Meno male sono abituata a fare continui confronti con la realtà e con il concreto, riutilizzo tutti gli esempi che adopero con i bambini più piccoli, anche il contatto per far comprendere il passaggio di calore (solo dopo un po mi rendo conto che per fortuna io e W. abbiamo una temperatura delle mani decisamente diversa per questo l esperienza risulta immediata.) Con i bambini questo è molto semplice l esperienza di anni mi fa dire che le temperatura delle mani di un bambino è sempre superiore alla mia questa volta invece W. ha una temperatura inferiore A questo punto compare visto dal vetro della porta J. urlante e pieno di energia: aprono la porta è intervallo. Si precipita dentro, mi saluta stringendomi la mano e mi chiede cosa faccio. La lezione è finita si siede e comincia a disegnare in silenzio. Chiacchieriamo un attimo (se sapesse che avevo portato appositamente 31

33 un CD sulla vita nell Universo memore degli interessi che l altra volta aveva mostrato!). Vengo invitata alla festa che fanno domani se Anna va andrò anche io almeno per un ora. 32

34 Allegato 4 Diario del terzo incontro La giornata non parte bene: T. non ha assolutamente voglia di fare nulla, di nuovo dice di conoscere tutto e di sapere tutto io so è la frase che preferisce e che costituisce il leit motif di oggi. Il suo atteggiamento mi indispone anche perché al contrario di quanto dice le sue competenze sono, da un punto di vista scientifico, minimali e soprattutto perché sembra voler avere un ruolo di predominanza sugli altri due che invece hanno voglia di lavorare e realizzano la pila. cosa mi interessa a me di stelle e di colori, quando devo mangiare e, in uno dei numerosi scatti di rabbia, si allontana dal tavolo su cui stiamo lavorando. Sembra con questo chiudere le prime domande fattemi da J. Sul perché ero lì e che mi aveva rivolto la prima volta. Entra J. E tutti assieme si fa l intervallo: foto di gruppo ed altro che rimangono sulla mia macchina fotografica. E. e affascinato dalla tecnologia: ha provato a far avviare i CD ma a questi preferisce il solitario. I ragazzi chiedono di fare foto con Anna Si termina la giornata tutti attorno al mio computer: si guardano le foto che sono finalmente riuscita a far scaricare; in questa fase anche T. si avvicina. E strano, sembra che il fare foto, una esperienza che probabilmente facevano anche nella vita esterna, li attiri in modo particolare, dicono che terranno le foto per sé, per ricordarsi l esperienza. 33

35 Allegato 5- Diario del quarto incontro. Siamo in quattro persone: io, Anna, Carla e una altra volontaria che dovrebbe seguire in particolare T per l esame per la seconda media. Si parla un po soprattutto Anna mi pone la domanda se me la sento di dare una mano a T. e a E. per gli esami di preparazione per gli esami. Entriamo nell aula; entrano T, W, S, E. Ci si dispone come al solito attorno al tavolo per la prima parte: i ragazzi leggono i giornali. Nel momento in cui si capisce che stavolta si lavora sul computer E mi adotta (!!!). Si cambia tavolo e tutti i ragazzi si affollano attorno al computer: si tende a riprendere la posizione di ieri l altro: E davanti al video e mi lascia la sedia di lato a lui; la mia risposta è no: per un po rimango seduta sul tavolo, poi invece volutamente mi siedo di fronte a loro. La posizione intorno al tavolo è la seguente: Anna, T, E, W, C. S. è leggermente dietro tra T ed E; N resta in piedi. Quanto dà fastidio a T che Anna abbia una posizione di ascolto e non di insegnante? Si affaccia dietro i vetri della finestra J. Che chiede di entrare a vedere le foto, io dico che dobbiamo prima lavorare, E gli dice che dobbiamo studiare ( mi sembra strana questa posizione, all improvviso sembra apprezzare le cose che faccio!) Mi rendo conto immediatamente che il CD parla e scorre troppo veloce per le capacità linguistiche di W e S (occorre pensare ad un rallentamento del ppt perché possa essere usato devo parlarne all Osservatorio). Mi sposto dietro il tavolo per poter vedere le diverse impressioni, desidero vederli in faccia; infatti mi rendo conto subito che le immagini presenti sono troppo poche per W che si allontana leggendo il giornale. Gli altri si irrigidiscono: ho preso la posizione insegnante che non accettano e subito parte l attacco verbale di T ed E: le cose che si vedono sul CD sono bugie 34

36 dice E; non e vero!, solo quello che vedo e vero dice T. Piccolo vantaggio mio beh, io non ho mai visto il Sud america, ma a quello che mi dicono esiste E. perbacco ci sono io ma tu adesso sei qua!! E. continua sul discorso bugia- ipotesi scientifiche propongo l uso del dizionario, Anna interviene smascherando il gioco: bugia è una cosa voluta e che si sa che è falsa e la si dice volutamente! E. si torna a sedere Battaglia vinta. Continuiamo a scorrere il CD. E. dimostra di aver perfettamente capito la differenza fra bugia ed ipotesi scientifica perchè usa a proposito la parola ipotesi scientifica quando parlando della Luna dice che si pensa che si sia staccata dalla Terra. Lo dice sorridendo, il peggio è passato!!! Nel frattempo si è affacciato Biagio per la merenda, se ne è andato. Solo E. compila la scheda che avevo preparato ha trovato divertente la parte di spettroscopia, quella della pila e il CD (e pensare che sembrava giocare con il computer!!!) Mi affrontano sulla posizione insegnante ma tu mettevi delle note, mandavi i ragazzi dal preside il mio commento non ne ho mai avuto bisogno! fa tacere E. dopo avermi chiesto in che scuola ho insegnato; T deve dimostrare comunque il suo ruolo: decido di non accettarlo (decisione istintiva nel momento in cui mettono in dubbio la mia professionalita ma T ripiega sul fatto che voglio avere ragione, evidentemente come altri insegnanti che ha avuto.) Intervengo con ehi fanciulli.. che li fa scattare ed alzare in piedi (che cavolo, me lo avevano detto di non usare questi termini!!! ) Ribadisco con che cosa siete? Uomini? Ragazzi? Comunque persone di sesso maschile! E. dice che non ama le generalizzazioni, eventualmente fanciullo sara T. lui no. Ribadisco: ma che cosa vi 35

37 fa pensare di essere cosi diversi? La diversità e l individualità dipende dalla testa, dai sentimenti!! Intervallo!!! (devo essere sincera: Finalmente!!!! Questa porta chiusa oggi mi ha messo ansia, ma non sia mai detto che lo dimostro!): il confronto con E e T mi ha fatto ricordare i momenti peggiori del mio lavoro di insegnante: una classe con un ragazzo che minacciava una collega Rivaluto la mia esperienza professionale: l anno con la classe differenziale non dichiarata, la classe di stampisti, i ragazzi delle 150 ore serali, la ragazza incinta senza che la madre lo sapesse. Perfetto e servito tutto e di più; anche la mia testardaggine: non si scappa davanti ad una aggressione verbale bisogna affrontarla T. se ne va: con Anna si decide che ci si divide: sicuramente per T e stata una scena di gelosia non mi e chiaro se nei confronti di Anna o invece nei confronti del lavoro che sto facendo con E. L impressione e che comunque non gli sto simpatica. Adesso si fa merenda e si dice che non torno più: entrano tutti: foto a volontà. E. mi chiede quanti anni ho glielo dico e lui mi risponde che vabbe forse potevo anche chiamarlo fanciullo (credo sia una concessione enorme. Non credo abbia capito quanto mi ha fatto piacere). Entra J e di nuovo mi pone sotto esame: ho distratto da lui l attenzione di E. non lo si può fare senza pagare pegno. E lo pago con piacere: E. gli ha detto che questo è il mio lavoro (lo aveva detto Carla prima) ma cosa cavolo faro mai adesso? In che scuola vado? Gli spiego che io ho continuato a lavorare con altre classi di altre scuole: la cosa lo stupisce. Stranamente sia lui che E chiedono di fare una foto con me: la fa anche T, che però poi all uscita mi dice spero di non vederti più io gli rispondo anche io qui dentro! lo spiazzo un po. Mi rimane il dubbio: gli sarò davvero così antipatica? 36

38 (vabbe fa parte dell esperienza anche questa immagine), d altra parte ho un saluto eccezionale da parte di W. Che mi saluta dicendomi che quando torna da Milano dove andrà col padre cercherà Anna e ci verrà a salutare). All uscita dico ad Anna che per la proposta di dare una mano a T. lui forse ha problemi. Ma poi ci ripenso: se ritengono che la mia presenza sia utile sono disponibile. Non ho dubbi che E. mi abbia accettato, ma su T nutro molti dubbi sul fatto che invece la mia presenza lo irriti Non so, l intervento dovrebbe essere individualizzato. 37

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