IL PROCESSO DI ANTROPIZZAZIONE DEL LITORALE JONICO LUCANO IN RELAZIONE ALLO STATO DI CONSERVAZIONE DELLA MORFOLOGIA COSTIERA

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1 IL PROCESSO DI ANTROPIZZAZIONE DEL LITORALE JONICO LUCANO IN RELAZIONE ALLO STATO DI CONSERVAZIONE DELLA MORFOLOGIA COSTIERA Maurizio Lazzari 1 & Giovanni Palmentola 2 1 CNR-IBAM, C/da S. Loja Zona Industriale Tito scalo (PZ), tel. 0971/427326, fax 0971/427333, m.lazzari@ibam.cnr.it 2 Università di Bari, Dipartimento di Geologia e Geofisica, Via Orabona 4, Bari Riassunto Nel presente lavoro vengono presentati i risultati di un progetto d interesse nazionale inerente i depositi eolici delle coste italiane ed il flusso di sedimenti spiaggiaduna. Attraverso l analisi multitemporale di dati cartografici e foto aeree e rilevamento geomorfologico sono stati censiti i cordoni dunali non interessati da attività antropica. I dati censiti sono stati vettorializzati e georeferenziati in un geodatabase, appositamente strutturato per omogeneizzare le informazioni raccolte sul territorio nazionale. Nel contempo è stato stimato il tasso di antropizzazione della fascia costiera jonica lucana, nel periodo compreso tra il 1949 ed il 1997, a cui è dovuta l attuale frammentazione morfologica dell originario cordone dunale. Abstract This paper focuses on the main results obtained by a national research project on aeolic deposits and beach-dune sediment flow on Italian coasts. Through the multitemporal analysis of cartographic data, aerial photos and geomorphological survey dune belts have been tabulated. Data have been implemented in a geodatabase purposely structured to homogenize the information surveyed on whole national territory. Meanwhile, the anthropization rate has been estimated for jonian lucanian coastline between the 1949 and 1997, to which the actual morphological fragmentation of original dune belt seems to be due. Introduzione Nel presente lavoro vengono presentati alcuni dei risultati più significativi ottenuti durante le attività di ricerca sviluppate nell ambito del progetto nazionale PRIN2002 I depositi eolici delle coste italiane e il flusso di sedimenti spiaggia-duna 1, con particolare riferimento al litorale jonico lucano. In particolare, il progetto ha avuto come obiettivo principale il censimento e la classificazione delle dune costiere, nonché la valutazione dello stato di conservazione dei cordoni dunali in relazione all antropizzazione delle aree litorali. Il settore studiato è quello del litorale jonico lucano che si sviluppa per circa 45 km nel settore occidentale del Golfo di Taranto ed è caratterizzato da un ampia piana costiera, la Piana di Metaponto, impostata sulle aree di delta e depositi alluvionali dei 1 Responsabile del progetto: Prof. G. Fierro Università di Genova, Coordinatore locale U.O. Università di Bari: Prof. G. Palmentola. 115

2 principali corsi d acqua della Basilicata con foce nel Mar Jonio (rispettivamente da NE verso SW, i fiumi Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni). Tra il corso dei fiumi Bradano e Sinni la piana si approfondisce verso l interno per circa 4 4,5 km, ma la sua ampiezza tende a ridursi sia a NE del fiume Bradano che a SW del Sinni. Il litorale lucano presenta spiagge prevalentemente sabbiose, di ampiezza variabile da 10 m a 100 m, delimitate verso l interno da cordoni dunali, con andamento parallelo alla linea di costa. L area occupata dai sistemi dunali, ampia circa 1 km, è caratterizzato da specie vegetali psammofile e da lembi residui della originaria foresta planiziale costiera. La presenza dei cordoni dunali ostacola il deflusso della acque superficiali interne portando alla formazione di aree acquitrinose e paludose, tra cui quelle di Pantano Stornara, Santa Pelagina, Pantano di Policoro, il Lago di Salinella (quest ultimo formatosi in corrispondenza di un alveo abbandonato del fiume Bradano). Le aree paludose e acquitrinose presenti tra i corsi dei fiumi Sinni e Bradano sono state oggetto di interventi di bonifica a partire dal 1931 sia per fini di igiene (aree malariche) sia per recuperare territori da destinare all agricoltura [1]. Tali aree rivestono un rilevante interesse ambientale (Fig. 1) ed al loro interno sono stati individuati siti di interesse comunitario (SIC), quali il Bosco Pantano di Policoro e la Foce Sinni (Policoro), la Foce Agri (Policoro, Scanzano Jonico), la Foce Cavone (Pisticci, Scanzano Jonico), la Foce Basento (Bernalda, Pisticci) e la Foce Bradano (Bernalda). Figura 1 Ubicazione dell area di studio ed indicazione delle aree protette lungo il litorale ionico lucano (mod. da Vita et al., 2007). Figure 1 Geographic location of the study sector and protected areas along the Jonian coastline (mod. by Vita et al., 2007). 116

3 Il litorale jonico ha subito, a partire dagli anni 60, forti processi erosivi che hanno determinato rilevanti fenomeni di arretramento della linea di costa, smantellamento di ampi settori di spiaggia e di parte dei cordoni dunali, determinando quindi sostanziali alterazioni degli ambienti naturali ed arrecando danni sia in maniera diretta che indiretta alle attività economiche presenti nell area. Le cause dell arretramento del litorale jonico lucano sono molteplici e sono dovute alla sovrapposizione sia di processi di origine antropica che naturale. Numerosi studi realizzati nell area [2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11] sostengono che le cause dell arretramento del litorale sono da ricercarsi nella diminuzione dell apporto di sedimenti verso le aree di foce a opera dei corsi d acqua lucani, nelle caratteristiche delle correnti e del moto ondoso che agiscono sulle spiagge, nonché nella presenza di invasi e traverse sui principali corsi d acqua che sfociano nello Jonio finalizzati all approvvigionamento idrico di Basilicata e Puglia. La riduzione del carico solido dei corsi d acqua è stata indotta non solo dalla realizzazione di queste importanti infrastrutture, ma anche dall accresciuto peso delle attività antropiche e delle sistemazioni idraulico-forestali nei bacini imbriferi e nelle aree di pertinenza fluviale, oltre che dal prelievo di inerti dalle fasce di pertinenza fluviale, che è stato particolarmente rilevante negli anni L area di retrospiaggia è caratterizzata da cordoni dunali (che si elevano fino a 6 7 m) costituiti da sabbie addensate, che si alternano a depressioni interdunali, che hanno ospitato in passato zone acquitrinose oggi bonificate. In prossimità delle foci dei corsi d acqua, l azione del vento, del trasporto solido e delle correnti fluviali hanno portato allo sviluppo di cordoni dunali di neoformazione che ostacolano il deflusso sia delle acque interne verso mare, sia delle acque marine che penetrano nella terraferma durante le mareggiate [12]. La fascia dei cordoni dunali oggi si estende verso l interno per 1 km registrando, nel suo andamento discontinuo e frammentato, le profonde alterazioni dovute alle attività antropiche. Il paesaggio costiero si è quindi evoluto sotto il costante ed intenso controllo dell uomo, dovuto, negli ultimi decenni, allo sviluppo delle attività turistiche di massa [13, 14], basti pensare che lungo le coste del Mediterraneo annualmente afferisce circa un terzo del flusso turistico mondiale. La prospettiva di una rapida crescita economica nel breve termine ha indotto ingenti investimenti nel settore turistico, provocando un generale irrigidimento del sistema e costringendo le amministrazioni locali a continui interventi difensivi dello spazio costiero [15]. Anche la costa metapontina ha subito nel corso degli ultimi anni profonde trasformazioni nel paesaggio costiero. Il primo tentativo di utilizzo del litorale a fini balneari risale al 1938, quando il Genio Civile progetta e realizza una colonia marina. Il litorale conserva ancora una forte connotazione naturale con presenza di numerosi cordoni dunali, paludi, pozze interdunali caratterizzate da una vegetazione giunchiforme disposta a mosaico, macchia mediterraneo o associazioni psammofile tipiche delle dune costiere. Intorno al 1952 prende origine l attuale centro urbano di Metaponto Lido con il chiaro intento di dar vita ad uno sfruttamento turistico del litorale. Lo sviluppo turistico resterà sostanzialmente invariato fino al 1980, quando il Comune di Bernalda si doterà del Piano Regolatore del Lido che individua numerose aree d espansione, cosicché tra il 1982 e il 1986 si registrerà il proliferare di una serie di campeggi ubicati nelle aree demaniali boscate. L aumento della domanda spingono il Demanio marittimo e l Intendenza di Finanza ad avviare le istruttorie per la richiesta per l installazione di attrezzature per la balneazione. Tali strutture saranno localizzate sui cordoni dunali con la conseguente distruzione della vegetazione autoctona e l apertura di 117

4 varchi per la creazione di accessi agli arenili. Materiali e Metodi La metodologia utilizzata per lo sviluppo del progetto è stata fondamentalmente basata sullo studio della morfologia costiera ed, in particolare, sull individuazione dei cordoni dunali, mediante rilievi di campagna, effettuati tra il 2002 ed il 2004, ed analisi multitemporale di cartografia di base 1:25000 IGM (serie 25/V, 201 IISE, 201 IISO, 212 INO, 212 IIINE,212 IVSE) del 1949 ed ortofoto a colori del 1997 (Volo Italia). Al fine di omogeneizzare la raccolta e la sintesi dei dati nelle diverse regioni d Italia, i dati acquisiti sono stati georeferenziati (WGS84 UTM 33N) ed inseriti in un geodatabase appositamente strutturato per il progetto. Nell ambito del geodatabase sono state inserite informazioni inerenti l estensione delle dune con indicazione del loro stato di attività, della posizione e quota delle creste, della presenza o meno di vegetazione distinta per tipologia e della presenza di varchi naturali e/o antropici, oltre alla stima dell ampiezza della spiaggia antistante le dune ed alla presenza di opere antropiche, distinte per tipologia (opere aderenti e/o ripascimenti), che in qualche modo potessero influire sul bilancio sedimentario spiaggia/duna. Dal confronto dei dati storici è stato, inoltre, possibile valutare la tendenza della spiaggia in termini di avanzamento, stabilità ed arretramento e valutare l incidenza dell antropizzazione costiera attraverso la campitura dei settori interessati da urbanizzazione sparsa e concentrata. Risultati L analisi dei dati multitemporali ha permesso di acquisire informazioni sulla dinamica costiera in termini di tendenza della spiaggia e modifiche della morfologia del sistema costiero che non si discostano da quanto rilevato già in passato da studi specifici condotti dall Autorità di Bacino della Basilicata in collaborazione con l Università della Basilicata, secondo i quali i processi erosivi hanno raggiunto la massima intensità nel periodo , determinando il massimo arretramento della linea di riva (Fig. 2). In questo periodo gli invasi e le traverse del sistema di infrastrutture idrico lucano sono ormai in gran parte realizzati inducendo una drastica riduzione del carico solido dei fiumi lucani principali, ad eccezione del fiume Cavone non interessato da opere idrauliche. Nello stesso intervallo temporale si registra un picco dell estrazione dei sedimenti in alveo e nelle fasce di pertinenza fluviale, in concomitanza della realizzazione di importanti infrastrutture idriche e viarie. Il dato originale scaturisce, invece, dalla valutazione del tasso di antropizzazione della fascia costiera considerata (dalla foce del Fiume Bradano al torrente Canne Stazione Rocca Imperiale) ed, in particolare, dei cordoni dunari. Esso è definito dal rapporto tra superficie totale antropizzata (km 2 ) dei cordoni dunari nel periodo di osservazione ( ) e l arco temporale considerato (48 anni). L utilizzo del geodatabase ha permesso di stimare, mediante le carte topografiche IGM 1:25000, la superficie complessiva interessata dai cordoni dunari nel 1949 in 17 km 2 e la superficie antropizzata nel 1997, sulla base delle ortofoto 1:10000 Volo Italia, in 5,8 km 2. Da tali valori ne risulta che nel periodo di osservazione il 34 % delle aree a dune è 118

5 stato interessato da interventi di urbanizzazione concentrata e/o sparsa contribuendo ad un vistoso smembramento dei corpi dunari originari. Ne consegue che il tasso di antropizzazione calcolato per i 48 anni di osservazione è pari a poco più di m 2 per anno. Arretramento Avanzamento Figura 2 Stima dell arretramento ed avanzamento della linea di riva della costa lucana tra il 1961 ed il 1997 (mod. da Vita et al., 2007). Figure 2 Assessment of the Lucanian coastline regression and advance between 1961 and 1997 (mod. by Vita et al., 2007). Discussione e Conclusioni Dai risultati quantitativi scaturiti dalle ricerche condotte lungo la fascia costiera jonica lucana è scaturito un preoccupante scenario di degrado delle dune costiere. Lo spazio litorale, infatti, è stato aggredito ed irrigidito da un urbanizzazione selvaggia che ha continuamente sottratto, nel tempo, porzioni di territorio di competenza della spiaggia, ha impedito la libera evoluzione naturale del sistema costiero ed ha spianato e/o sfondato i cordoni dunali che costituivano importanti riserve di sedimenti sabbiosi durante le violente mareggiate invernali. L intensa urbanizzazione della fascia costiera, lo sviluppo della rete stradale in prossimità del mare, la realizzazione di opere viarie connesse al turismo balneare, ecc, hanno determinato lo sventramento o addirittura lo spianamento dei cordoni dunari in molti settori dell area di studio (Fig. 3 e 4). Ciò ha contribuito a compromettere l equilibrio dei litorali, non solo perché il sistema dunale costituiva un argine naturale contro l intrusione marina, ma anche e soprattutto perché la loro demolizione ha praticamente annullato l importante ruolo che le 119

6 dune hanno nella dinamica litorale, consistente nel contributo alla conservazione dei sedimenti sabbiosi in una spiaggia nel suo complesso. Le dune, infatti, costituiscono un importante riserva di sedimenti sabbiosi, che viene rifornita nei periodi di ripascimento in quanto la duna stessa impedisce o comunque limita la dispersione della sabbia nell entroterra, e che rifornisce a sua volta la spiaggia nei momenti più critici e cioè durante le tempeste marine [16]. Figura 3 Stralcio dell area di studio compresa tra la foce del fiume Bradano e quella del fiume basento con evidenza dei diversi livelli informativi presenti nel geodatabase. Le aree più scure indicano i settori in cui i cordoni dunali sono stati completamente cancellati favorendo un urbanizzazione diffusa. In questo settore si registra anche una marcata tendenza all arretramento costiero. Figure 3 Extract of the Bradano and Basento delta rivers area with evidence of the different informative levels (geodatabase). The darker areas indicate the fields in which the dune belts have been completely deleted favouring a wide urbanization. Moreover, this sector is characterized by a marked tendency to the coastal regression too. 120

7 Figura 4 Stralcio dell area poste in prossimità delle foci dei fiumi Basento ed Agri con evidenza delle aree urbanizzate sottratte ai cordoni dunali. Figure 4 Extract of the Agri and Cavone delta rivers with evidence of the anthropic and urban areas subtracted to dune belts. La demolizione del sistema dunale oltre che accelerare il fenomeno erosivo, comporta, inoltre, il deperimento delle retrostanti biocenosi boschive in quanto i venti marini, carichi di sabbia, di salsedine e di inquinanti aerosolizzati, non più sollevati, filtrati e drenati dal diaframma protettivo costituito dalle dune e dalla vegetazione antidunale, investono direttamente i boschi litoranei. L erosione delle dune litoranee, infine, rappresenta un fenomeno praticamente irreversibile. Mentre, infatti, la spiaggia, in condizioni naturali, seppur erosa, può ricostituirsi in tempi brevi in seguito ad eventi meteomarini favorevoli e comunque in presenza di apporto di materiale sedimentario, per le dune costiere demolite, invece, il processo di ricostruzione risulta difficile ed estremamente lento. 121

8 Bibliografia [1] Vita M., Bulgaro M., Cavuoti C., Pagliaro S., Piscione A., Valanzano A. Evoluzione del litorale ionico lucano tra le foci dei fiumi Sinni e Bradano. Atti 3 Forum Nazionale Pianificazione e tutela del territorio costiero. Rimini 29 marzo 2007, Ambiente e Territorio, Maggioli editore, [2] Amatucci F., Mauro A. - Analisi comparata tra correnti litoranee e trasporto solido: il caso di studio del litorale jonicolucano. 28 Convegno di Idraulica e Costruzioni Idrauliche. Potenza settembre [3] Anselmi B., Carlin F., Grauso S., L erosione del litorale antistante il Centro Ricerche Energia Trisaia. Atti del Convegno Evoluzione dei litorali ENEA [4] Bonora N., Immordino F., Schiavi C., Simeoni U., Valpreda E. Interaction between catchment basin management and coastal evolution (Southern Italy). J. Coastal Research, (2002) SI 36, [5] Cocco E., De Magistris M.G., De Pippo T. Studi sulle cause dell arretramento della costa lucana jonica: l estrazione degli inerti lungo le aste fluviali. Mem. Soc. Geol. It., 19 (1978), [6] Cocco E., De Magistris M.A., De Pippo T. Evoluzione dinamica del litorale alto jonico (Golfo di Taranto). Atti del Convegno ENEA: Evoluzione dei litorali. Problematiche relative al Golfo di Taranto; Policoro (MT), ottobre 86, [7] Cocco E., De Pippo T., De Lauro M., Monda C. - Focus erosivi sul litorale metapontino (Golfo di Taranto). Mem. Soc. Geol. It., 41(1988), [8] Cotecchia V. - Dinamiche dell arretramento costiero con particolare riferimento al Golfo di Taranto e possibili indirizzi d intervento Atti del Convegno ENEA: Evoluzione dei litorali. Problematiche relative al Golfo di Taranto; Policoro (MT), ottobre 86,, [9] Guerricchio A., Melidoro G. Problematiche di geologia applicata lungo la fascia costiera ionica del Golfo di Taranto. Atti del Convegno ENEA: Evoluzione dei litorali. Problematiche relative al Golfo di Taranto; Policoro (MT), ottobre 86,, [10] Spilotro G., Di Bratto M., Cecilia G., Leandro G., - Evoluzione recente del litorale alto Jonico compreso tra foce Sinni e foce Bradano. Atti del Dip. Strutture, Geotecnica e Geologia Applicata, Università della Basilicata, Potenza, pubb. n.1/98(1998), [11] Spilotro G., Di Bratto M, Cecilia G. Leandro G.(2000) Evoluzione Recente del Litorale Alto Jonico Compreso tra foce Sinni e foce Bradano ( [12] Trivisani A., Petrocelli V. Riqualificazione e salvaguardia dei litorali: idee, proposte e confronti tra esperienze mediterranee. Atti del Seminario di Bernalda (MT), Regione Basilicata Provincia di Matera-Comune di Bernalda, (1999) [13] Erdmann G. The impact of tourism on coastal areas. Geojournal (1997), 42 (1), [14] Tzatzanis M., Wrbka T., Sauberer N. Landscape and vegetation responses to human impact in sandy coasts of Western Crete, Greece. Jour. Nature Conser. (2003), 11, [15] Cocca G., Cocca C. (2005) Le formazioni boschive litoranee in provincia di Matera: funzioni e problematiche gestionali. Forest, 2(1), [16] Adamoli L., Febbo D., Pirone G. Le dune di Martinsicuro nel sistema costiero dell Abruzzo. 1 ed. (1997), Edilgrafital s.p.a., Teramo. [17] Tessari U., Trivisani A., Salfi N. A., Evoluzione del paesaggio costiero metapontino. Collana Editoriale di Studi e Ricerche dell AdB Basilicata (2008) 8,

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