Provincia di Livorno

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1 Provincia di Livorno Unità di Servizio Pianificazione, Difesa del Suolo e delle Coste Unità organizzativa Risorse marine e Georisorse RIPRISTINO MORFOLOGICO DEL SISTEMA DUNALE E RETRODUNALE DEL GOLFO DI FOLLONICA nel tratto compreso tra Torre del Sale e Carbonifera (Comune di Piombino) RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO Dott. Geol. Enrico Bartoletti FUNZIONARIO Dott. Geol. Alessandro Bini GRUPPO DI PROGETTAZIONE NEMO srl Dott. Nat. Leonardo Lombardi Dott. For. Michele Giunti Dott.. Biol. Viviana Cherici Dott. Arch. Andrea Meli IRIS sas Ing. Amb. Maurizio Bacci Ing. Amb. Stefano Corsi Dott. Agr. Arnaldo Galleri PROGETTO ESECUTIVO ALLEGATO AGGIORNAMENTO QUADRO CONOSCITIVO ottobre 2010

2 Indice Indice 1. INTRODUZIONE INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO E DINAMICHE IN ATTO NELLA LINEA DI COSTA INQUADRAMENTO GENERALE INQUADRAMENTO STORICO ASSETTO MORFOLOGICO DISSESTI AREALI IN ATTO INQUADRAMENTO NATURALISTICO DELL AREA COSTIERA DI STERPAIA INTRODUZIONE INQUADRAMENTO VEGETAZIONALE E FLORISTICO INQUADRAMENTO FAUNISTICO PIANIFICAZIONE TERRITORIALE, VINCOLI ED UTILIZZO ANTROPICO DELL AREA COSTIERA DI STERPAIA COMPATIBILITA AMBIENTALE, VANTAGGI E LIMITI DEGLI INTERVENTI PROGETTATI REGOLAMENTAZIONE DELLE ATTIVITÀ DI USO DELLA FASCIA COSTIERA E PROCESSO DI PARTECIPAZIONE INTRODUZIONE IL PROCESSO DI PARTECIPAZIONE PROPOSTA DI BUONE PRATICHE PER UNA FRUIZIONE TURISTICA SOSTENIBILE DELL AREA DI STERPAIA Attraversamento degli ambienti dunali Accesso animali d affezione sulla spiaggia Pulizia della spiaggia e raccolta dei rifiuti Danneggiamento flora e fauna Accesso mezzi meccanici Illuminazione delle strutture balneari e servizi Verde di arredo delle strutture balneari e servizi Localizzazione strutture balneari, servizi, ecc Acquisizione certificato di Bagnino sostenibile Interventi di chiusura invernale dei blowout in corrispondenza degli stabilimenti balneari BIBLIOGRAFIA ii

3 Indice INDICE FOTO FOTO 1 HABITAT DUNALE DI INTERESSE REGIONALE E COMUNITARIO DUNE COSTIERE CON JUNIPERUS SP. PL. (COD. 2250) NELLA PORZIONE ORIENTALE DELL AREA DI INTERVENTO FOTO 2 HABITAT DUNALE DI INTERESSE REGIONALE E COMUNITARIO DUNE MOBILI DEL CORDONE LITORALE CON PRESENZA DI AMMOPHILA ARENARIA (DUNE BIANCHE) (COD. 2120) NELLA PORZIONE CENTRALE DELL AREA DI INTERVENTO (INDIVIDUATO ANCHE COME BIOTOPO DUNALE DA PROTEGGERE) FOTO 3 MOMENTI DELLA FASE DI PARTECIPAZIONE ALLE CELTE PROGETTUALI: SOPRALLUOGO IN CAMPO CON OPERATORI BALNEARI E INCARICATI DELLE PULIZIE DELLA SPIAGGIA (SX), DISCUSSIONE SULLE PROPOSTE PROGETTUALI (DX) INDICE FIGURE FIGURA 1 LOCALIZZAZIONE DELL AREA DI INTERVENTO NEL CONTESTO REGIONALE E PROVINCIALE: PORZIONE DEL GOLFO DI FOLLONICA COMPRESO TRA LE LOCALITÀ DI TORRE DEL SALE E CARBONIFERA (COMUNE DI PIOMBINO) FIGURA 2 CARTA GEOLOGICA DELL AREA COSTIERA DI STERPAIA CON DEPOSITI DI SPIAGGIA ATTUALE NELLE AREE INTERESSATE DAGLI INTERVENTI E DEPOSITI LACUSTRI E TORBOSI, TERRENI IDROMORFI E ALLUVIONALI RECENTI NELLE AREE RETRODUNALI (DA QC DEL PIANO STRUTTURALE D AREA DELLA VAL DI CORNIA) FIGURA 3 STRATEGIE PAESAGGISTICHE DI GOVERNO DEL TERRITORIO RELAZIONI TRA PAESAGGI PROTETTI (FASCE DI RISPETTO FLUVIALE, CONNESSIONI, ECC.) PTC PROVINCIA DI LIVORNO (2008) FIGURA 4 PIANO STRUTTURALE D AREA DELLA VAL DI CORNIA: DELIMITAZIONE UTOE 7.3 INTERESSATA DALL INTERVENTO IN OGGETTO iii

4 Introduzione 1. INTRODUZIONE Nell ambito degli interventi di difesa costiera e riqualificazione degli ambienti dunali della Provincia di Livorno, il settore occidentale del Golfo di Follonica è interessato dal presente progetto definitivo di Ripristino morfologico del sistema dunale e retrodunale del Golfo di Follonica nel tratto compreso fra Torre del Sale e Torre Mozza. Si tratta dell intervento n 14 dell Elenco Interventi prioritari di recupero e riequilibrio del litorale approvato con Del.C.R. 47/2003 così come modificato con nota prot. n 124/133569/ (atti Provincia prot. n del 15/11/2005) a firma congiunta del Settore Tutela del Territorio della Regione Toscana e l Ufficio Regionale per la Tutela del Territorio e così come modificato dal Tavolo Tecnico del Protocollo d intesa fra Provincia di Livorno, Comune di piombino e Circondario della Val di Cornia nella seduta del 12/10/2007. La Provincia di Livorno ha approvato i progetti preliminare e definitivo rispettivamente in data 14 maggio e 22 settembre Figura 1 Localizzazione dell area di intervento nel contesto regionale e provinciale: porzione del Golfo di Follonica compreso tra le località di Torre del Sale e Carbonifera (Comune di Piombino). L obiettivo del progetto è il ripristino morfologico del sistema dunale e retrodunale del tratto di spiaggia in oggetto. La conservazione in buono stato del sistema dunale è un punto fondamentale della gestione integrata della costa, perché costituisce di fatto la naturale riserva di sabbia per la spiaggia, svolge un importante azione di difesa dall ingresso delle inondazioni marine e dai venti salmastri e, non per ultimo, per il fondamentale ecosistema ad essa legato. L intervento seguirà le seguenti strategie: 1. ripristino e consolidamento della duna nei tratti critici; 2. protezione della duna dalle azioni esterne di tipo atmosferico o derivanti dalla pressione antropica; 3. tutela e valorizzazione del sistema dunale con l apposizione di idonea cartellonistica informativa e/o l inserimento all interno di percorsi naturalistici. 4

5 Introduzione Nel dettaglio la relazione di progetto esecutivo si compone di due documenti: AGGIORNAMENTO DEI QUADRI CONOSCITIVI E VALUTATIVI DEL PROGETTO DEFINITIVO. 1. ANALISI GEOMORFOLOGICA E DINAMICHE IN ATTO NELLA LINEA DI COSTA. 2. ANALISI NATURALISTICA E STATO DI CONSERVAZIONE DEGLI AMBIENTI DUNALI E RETRODUNALI. 3. ANALISI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E VERIFICA COMPATIBILITA URBANISTICA. 4. REDAZIONE DI LINEE GUIDA PER BUONE PRATICHE PER LA GESTIONE SOSTENIBILE DELLE ATTIVITÀ BALNEARI. 5. CONDUZIONE DI UN PROCESSO DI PARTECIPAZIONE 6. VERIFICA DELLA COMPATIBILITÀ AMBIENTALE DEGLI INTERVENTI PREVISTI. PROGETTO ESECUTIVO DEGLI INTERVENTI INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE DELLA FASCIA DUNALE MEDIANTE: TECNCHE DI INGEGNERIA NATURALISTICA, RAZIONALIZZAZIONE DELLA FRUIZIONE TURISTICA E CONTROLLO DELLE SPECIE ESOTICHE DI FLORA (RELAZIONE DESCRITTIVA E DISCIPLINARE DESCRITTIVO E PRESTAZIONALE In considerazione delle problematiche di conservazione degli ambienti dunali e retrodunali di Sterpaia è risultato indispensabile associare alla realizzazione degli interventi di riqualificazione (chiusura aperture nel sistema dunale, realizzazione di fascinate e di strutture frangivento, realizzazione accessi attrezzati alla spiaggia, eliminazione specie esotiche su dune, ecc.) anche buone pratiche e norme comportamentali, indirizzate ai gestori degli stabilimenti balneari, ai fruitori dell area ed agli Enti competenti alle operazioni di pulizia della spiaggia. Si tratta di due azioni complementari ed in grado di migliorare l efficacia complessiva delle azioni di riqualificazione e difesa del sistema costiero di Sterpaia. In fase di progetto esecutivo le norme comportamentali sono state integrate con indicazioni per la chiusura invernale delle aperture nel sistema dunale in corrispondenza delle strutture balneari. 5

6 Inquadramento geomorfologico e dinamiche in atto nella linea di costa 2. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO E DINAMICHE IN ATTO NELLA LINEA DI COSTA 2.1 INQUADRAMENTO GENERALE La pianura costiera della Val di Cornia è delimitata a Nord dai monti di Campiglia M.ma ed a Nord Est dalle colline di Suvereto e dal rilievo di monte Peloso, a Est dalle colline di che si estendono dalla loc. i forni fino ai rilievi di Vignale e Riotorto, a Ovest dal Promontorio di Piombino ed a Nord Ovest e Sud dalle coste sabbiose rispettivamente di Rimigliano e del Golfo di Follonica. Da un punto di vista prettamente geologico strutturale l intera pianura del Fiume Cornia si è impostata su di un Graben riferibile al periodo Neogenico o quaternario facente parte della tettonica parossismale che ha interessato tutto il margine tirrenico della catena appenninica. Durante tale fenomeno le depressioni costiere come la pianura del cornia sono state invase dal mare il quale ha depositato sedimenti costituiti da sabbie argillose e arenarie poco cementate. All inizio del quaternario antico l attuale pianura del cornia era sommersa dal mare formando un ampio golfo che raggiungeva le località de i Forni e che costeggiava i rilievi del campigliese cosicché il promontorio di Piombino risultava essere un isola posta a breve distanza dalla costa. Gli apporti solidi del Fiume Cornia e la concomitante formazione di cordoni sabbiosi hanno ridotto l originario golfo in un sistema di stagni di vaste dimensioni sopravvissuti fino all inizio del nostro secolo. I sedimenti della bassa pianura del Fiume Cornia sono pertanto il risultato di questa particolare situazione paleogeografica ed il loro spessore valutato intorno ai 100 m è il risultato di un fenomeno di subsidenza tettonica che si è verificato nella zona. La zona di pianura del cornia che si affaccia sul Golfo di Follonica non presenta alcun livello di Panchina pleistocenica, bensì spessori variabili dai 50 ai 100 m di alternanze di ghiaie e/o sabbie e limi e/o argille. Ciò può trovare una spiegazione nel fatto che tali depositi siano stati erosi durante l ultima variazione eustatica e sostituite da depositi lagunari e palustri e fluviali collegati al trasporto solido del Fiume Cornia. In sintesi, le escursioni eustatiche, gli apporti solidi del fiume Cornia ed i lenti movimenti di subsidenza tettonica, hanno trasformato nel tempo l assetto geologico determinando nell intera area, dapprima un ambiente mare basso e successivamente, dopo lo sviluppo di esili cordoni dunali, un ambiente prettamente palustre caratterizzando in tal modo tutto il periodo dell olocene fino al secolo scorso. 6

7 Inquadramento geomorfologico e dinamiche in atto nella linea di costa Figura 2 Carta geologica dell area costiera di Sterpaia con depositi di spiaggia attuale nelle aree interessate dagli interventi e depositi lacustri e torbosi, terreni idromorfi e alluvionali recenti nelle aree retrodunali (da QC del Piano strutturale d area della Val di Cornia). 2.2 INQUADRAMENTO STORICO Il prosciugamento della pianura di Piombino e dei paduli minori ad essa associati fu intrapresa nel 1828 mediante la chiusura della Foce del Puntone, dove avvenivano gli scambi tra mare e laguna e con l apertura di una nuova foce, in loc il Capezzuolo a ridosso delle ultime propaggini del promontorio di Piombino, dove il fondo roccioso permise di armare la bocca in modo da evitare l ingresso delle acque marine in laguna. Il corso del Fiume Cornia, rettificato, fu fornito di nuovi e robusti argini, una rete dei fossi secondari venne riordinata e il Fosso Cosimo a partire dal 1834, venne impiegato per drenare i paduli minori che si trovavano a quote superiori del livello del mare. Nel 1900 fu deviato l ultimo tratto del F. Cornia in direzione di Torre del Sale con lo sbocco nella cassa di colmata del residuo stagno di piombino, 1500 m a nord della stessa torre. Contemporaneamente fu risistemata e rinforzata l arginatura del fiume a partire dalla loc. I forni ( comune di Suvereto). la cassa di colmata in quell epoca era di circa 844 ettari. I lavori di bonifica terminarono intorno agli anni Nel 1957 il Fiume Cornia fu immesso direttamente in mare alla bocca di Torre del sale e il prosciugamento della zona poté ritenersi concluso, ad eccezione di piccolissime aree che sono state riempite con terreni di riporto o con impianti idrovori o peggio con materiali di risulta della lavorazione delle acciaierie di Piombino. Ad oggi è rimasto un piccolo lembo di area palustre, in loc. Orti-bottagone che testimonia quello che doveva essere l ambiente palustre fino a poco meno di un secolo fa. 7

8 Inquadramento geomorfologico e dinamiche in atto nella linea di costa 2.3 ASSETTO MORFOLOGICO L area corrispondente alla fascia costiera prospiciente il Golfo di Follonica è suddivisa in due parti dalla foce del fiume cornia. Si tratta di una fascia dunale, geologicamente giovane e quindi poco sviluppata; morfologicamente presenta quote altimetriche variabili mediamente intorno ai 2 m slm. ed una larghezza di circa 30 m. Tendenzialmente si rileva come per l intero Golfo di Follonica, il sistema dunale presenti caratteri di maggior grado maturità andando da Ovest verso Est. Prevalentemente per l intera zona si tratta per lo più di accumuli di sabbia in minima parte assestati con un sistema vegetazionale poco sviluppato. L intero sistema dunale, se si esclude il tratto relativo alla Sterpaia, presenta per tutto il suo sviluppo dei caratteri costanti: - un canale allacciante parallelo alla linea di riva che raccoglie tutte le acque di scolo delle aree retrostanti e che sversa il proprio carico idrico sui fossi principali (Acquaviava, Corniaccia e valnera). tale canale è denominato Cervia (già Razzajo) nella parte est del cornia e Fosso Tombolo nella parte ovest; - Tra la duna ed il canale allacciante è presente una fascia fortemente depressa che mantiene ancora oggi caratteristiche morfologiche e vegetazionali di area umida per una larghezza di circa m. Al fine di elaborare una descrizione più puntuale l intera area è stata suddivisa come segue: Foce fosso Tombolo- foce Cornia sviluppo 2,3 Km. La parte occidentale, (più vicina a Piombino) è caratterizzata da un esile fascia di battigia oltre la quale risulta assente ogni minimo accenno ad un qualunque stadio evolutivo di sistema dunale. Trattasi più semplicemente di accumuli sabbiosi retrostanti la battigia e sui quali si è sviluppata una vegetazione neppure troppo rigogliosa. Le quote altimetriche medie si aggirano intorno ad 1-1,2 m slm. Parallelamente alla linea di riva è stata realizzata una viabilità su massicciata che presenta delle quote altimetriche intorno ai 2,5 m slm. Tale viabilità, oltre circa 800 m è interrotta da una cancellata a servizio delle industrie adiacenti Oltre la strada, si rileva il Fosso Tombolo, che drena tutte le acque delle aree a monte, aree che degradano leggermente verso la costa e che rappresentano da un punto di vista morfologico ed ambientale, l ultimo settore delle casse di colmata del vecchio padule di Piombino. Le quote altimetriche variano da circa 2-2,5 m slm a circa m dalla costa a circa 0,6-1,3 m slm a ridosso del fosso Tombolo. Foce Cornia - Foce Acquaviva sviluppo 1,5 Km. Trattasi di una tratto di costa fortemente antropizzato, per la presenza della centrale termoelettrica ENEL e del suo porto per l attracco delle navi cisterna di olio combustibile. 8

9 Inquadramento geomorfologico e dinamiche in atto nella linea di costa Solo 700 m conservano ancora gli aspetti originali, presentando una duna con quote altimetriche di circa 2,5-3 m slm interessando una larghezza di circa 30 m. L area retrostante la duna, presenta quote altimetriche mediamente intorno ai 0,5 m. Lo stesso dicasi per i terreni a monte del fosso Cervia. Foce Acquaviva - Ponte S.Martino sviluppo 1,5 Km. In questo tratto di costa presenta caratteri morfologici simili a quelli del tratto precedente. Si rileva nella parte est, nella zona retrodunale delle quote altimetriche variabili da -0,1 a 0,8 m slm. In questo tratto, si rilevano alcuni punti in cui la duna risulta fortemente erosa dall azione del mare e dove si evidenziano situazioni di collasso dove persino alcuni alberi risultano oramai con l apparato radicale pressoché scoperto. Ponte S.Martino - fosso Corniaccia sviluppo 2,3 Km. questo tratto,di costa fa parte dell area della sterpaia. Morfologicamente si distingue dalle altre zone in quanto altezza max non supera i 2,5 mslm e l altezza media si aggira intorno ai 1,8 mslm. In questa zona non è presente la fascia retrodunale con caratteri marcati di area palustre, ad anche da un punto di vista vegetazione risulta essere un area a se stante. La duna della sterpaia, così come il resto della zona è stata da anni sottoposta ad una abuso edilizio che ne ha determinato una spinta parcellizzazione del territorio; ancora oggi si possono notare specie nella duna i segni negativi di una massiccia presenza antropica anche se, è doveroso precisare, non sono stati create infrastrutture di particolare impatto ambientale che abbiano provocato danni irreversibili all ambiente. Fosso Corniaccia - La Scogliera sviluppo 1,6 Km. Anche in questo tratto la duna raggiunge al massimo la quota altimetrica di 3 m slm, mediamente però si aggira intorno ai 1,8 mslm, e presenta uno spessore medio di circa 30/40 m, ma in alcun punti tale spessore si riduce notevolmente.. La zona retrodunale fino al fosso cervia e oltre lo stesso, presenta quote altimetriche poste tra lo 0 e 0,6 m slm, presentando caratteristiche morfologiche ed vegetazionali, riferibili ad ambienti palustri. Questa area infatti risulta coincidere con il vecchio padule di Torre Mozza, bonificato solo da qualche decennio. La Scogliera - Torre Mozza sviluppo 1 Km. questo tratto di costa presenta un sistema dunale leggermente più sviluppato, arrivando a quote altimetriche superiori al max di 4,2 m slm., ciò dicasi anche per quanto concerne il proprio spessore di sviluppo. Le zone retrodunali hanno delle quote altimetriche si aggirano intorno a 0,5 m slm e risultano essere, specie ne periodo invernale, delle aree semi-palustri con ristagno d acqua. Anche questa zona faceva parte del padule di Torre Mozza. 9

10 Inquadramento geomorfologico e dinamiche in atto nella linea di costa Il fosso Allacciante Cervia, nel tratto verso est, scorre a circa 70/80 dalla linea di riva. Torre Mozza - Baia Toscana sviluppo 1 Km. a mano a mano che ci si avvicina al Follonica il sistema dunale risulta più sviluppato e relativamente più antico in quanto è possibile valutare aspetti morfologici che delineano più fasi d accumulo. In questo tratto la duna presenta picchi di quota altimetrica che si aggirano intorno ai 6,2 m slm. Qui la duna si presenta più antropizzata rispetto ai tratti fino ad ora analizzati e sono visibili, oltre che manufatti sparsi nella parte sommitale della duna, si rilevano alcuni muretti sulla battigia a pochi metri dalla linea di riva. Tali muretti, (presumibilmente abusivi) determinano un fattore di squilibrio per l assetto morfologico della spiaggia, in quanto determinano una superficie riflettente sulla quale l onda scaricandosi, né aumenta la capacità erosiva. 2.4 DISSESTI AREALI IN ATTO Il depauperamento delle risorse idriche Il complesso sedimentario costituito da uno spessore di sedimenti alluvionali di circa 100 metri costituiti da alternanze di livelli limo argillosi e livelli di ghiaia è un importante serbatoio naturale di acqua dolce necessario solo in parte a soddisfare le esigenze idriche della Val di Cornia. La circolazione idrica di tipo confinato possiede la propria area di ricarica nella parte nord dove giacciono grandi accumuli di materiale ghiaioso conglomeratico. Lo sviluppo sociale, economico, ma soprattutto industriale della città di Piombino e dell'intera val di Cornia a partire dei primi del 900, ha accresciuto, di pari passo la domanda di acqua dolce; il forte sviluppo dell'industria pesante ha portato all'apertura, nel 1953, del campo pozzi ILVA in una zona posta in prossimità della costa. Ad oggi nella pianura costiera si contano più di 1000 pozzi ed il consumo di acqua supera i 40 milioni di m 3 /anno. CONSUMI IDRICI IN VAL DI CORNIA Anno 2002 (milioni di m 3 /anno) idropotabili industriali Domestici, irrigui, altro ,5-18 Da Getas Petrogeo Srl Pisa,

11 Inquadramento geomorfologico e dinamiche in atto nella linea di costa Dal 1961 e nel 1987, in 26 anni l'abbassamento piezometrico della falda confinata si è distribuito per l'intera area esasperandosi laddove erano presenti i campi pozzi del comune di Piombino, delle Acciaierie e della Magona. L'abbassamento della superficie piezometrica, è la dimostrazione del sovrasfruttamento della risorsa idrica, in quanto il prelievo è maggiore della naturale ricarica. La società Getas, stima in 3,5 milioni di m 3 /anno il deficit tra entrate e uscite nell acquifero della Val di Cornia. Tale risultato, ha dimostrato ancora una volta come l'uso irrazionale delle risorse idriche provoca tutta una serie di dissesti i quali sono fortemente amplificati nelle pianure costiere. Il problema più vistoso anche in val di Cornia è l'intrusione del cuneo salino, che consiste nell'ingressione dell'acqua di mare nei vari orizzonti ghiaiosi sede di acquiferi di acqua dolce, aumentando di conseguenza i costi per l'approvvigionamento idrico. I pozzi confinati utilizzati in agricoltura emungono la stessa acqua semi salmastra mettendo a dura prova le varie coltivazioni, senza poi parlare della diminuzione della fertilità del suolo della pianura a causa della deposizione di sali quali il cloruro di sodio. A tale proposito la situazione della salinità della falda freatica in prossimità della fascia costiera risulta abbastanza grave in quanto la zona delle acque saline (tenore di Cl - >di 1000 mg/l) comprende gran parte della pianura superando notevolmente verso nord, la base geodetica. Le acque salmastre (tenore di Cl - tra 100 e 1000 mg/l) interessano la parte centrale della falda freatica della pianura mentre le acque dolci (tenore di Cl - <di 100 mg/l) sono in prossimità dell abitato di Venturina. La subsidenza Alcune campagne di livellazione topografica effettuate dall IGMI e dall Istituto di Geodesia e Fotogrammetria dell Università di Pisa su capisaldi di riferimento hanno messo in evidenza un abbassamento del suolo ampiamente diffuso nell intera pianura che, in alcuni punti supera il cm/anno. Si è rilevato infatti che, in concomitanza con lo sfruttamento massiccio delle falde confinate, a partire della fine del secolo scorso, un crescente fenomeno di subsidenza ha interessato tutta la pianura costiera; in particolare nel periodo si aggirava intorno a 1 mm/anno, mentre tra il 51-87, lo stesso tasso di velocità ha raggiunto valori superiori al centimetro all anno. Bartolini et alli nel 1989 analizzando alcuni sondaggi ENEL posti in prossimità del Golfo di Follonica ha potuto appurare che il contributo alla subsidenza dovuto a fattori geologicostrutturali possa essere stimato in circa 0,03 mm/anno. Tale risultato dimostra come il contributo all abbassamento del suolo per cause naturali sia (per i tempi umani) pressoché nullo. 11

12 Inquadramento geomorfologico e dinamiche in atto nella linea di costa Studi successivi (Sbrilli 1992, Getas Petrogeo Srl Cigri SpA, 1994) hanno dimostrato come il fenomeno sia dovuto interamente agli eccessivi emungimenti nelle falde confinate dell intera pianura del Cornia. Tali studi ha messo in relazione emungimenti e abbassamenti del suolo, dimostrando mediante modelli matematici che i secondi sono strettamente legati ai primi, riuscendo a valutare virtualmente lo sviluppo areale del fenomeno dopo una opportuna calibratura su punti noti. I valori di massima velocità di abbassamento del suolo si rilevano in una zona posta in prossimità della costa (circa 2 Km a nord), a monte della loc. la Vignarca; valori di circa 0,5 cm/anno interessano però l intera fascia dunale tra Torre del Sale e ponte S. Martino. L'ulteriore fenomeno indotto, quello dell'abbassamento del suolo arealmente distribuito, determina a sua volta tutta una serie di dissesti, primo tra tutti l'abbassamento del fondo dei torrenti dei canali e del Cornia stesso, provocando un ingressione dell'acqua marina lungo le varie aste di drenaggio. Tale fenomeno determina una salinizzazione della falda freatica con conseguente salinizzazione dei campi almeno nelle parti superficiali. Il fenomeno della subsidenza ha inoltre interessato negativamente anche un tratto della ferrovia Pisa-Roma, nel quale sono stati necessari in passato interventi di consolidamento del terreno. Altro aspetto messo in evidenza e quasi sempre trascurato è la forte interazione che sussiste tra subsidenza ed erosione costiera. Il fenomeno interessa molto anche la fascia dunale e nella zona di Torre del Sale e Ponte S. Martino, si riscontrano i valori maggiori di abbassamento che si aggirano intorno a circa 5 mm/anno. L erosione costiera L intera unità fisiografica del golfo di Follonica, risulta oramai da più di un secolo soggetta ad un lento ma progressivo e costante (pur con una certa ciclicità) processo erosivo. I primi monitoraggi del fenomeno utilizzando le cartografie dell epoca individuano un arretramento della linea di riva che inizia nel 1846 e che si protrae fino al Dal 1883 al 1940, si rileva invece un sostanziale avanzamento della linea di riva per l intera costa, ad eccezione della parte occidentale di Ponte d oro con tassi di circa 1,7 m /anno. Ciò è da riferirsi oltre al fatto che dal 1899, il fiume Cornia venne immesso completamente nell ultima cassa di colmata anche dal fatto che in quel periodo vennero prelevati dalla battigia notevoli quantitativi di sabbia, tanto che nel 1927, il genio civile di Livorno né vieta provvisoriamente l estrazione per non pregiudicare l integrità presso ponte d oro degli argini di recinto del padule sottoposto a colmata. Come si vede, i fattori non naturali dell erosione del golfo di Follonica risalgono a tempi lontani. 12

13 Inquadramento geomorfologico e dinamiche in atto nella linea di costa Le cause che hanno determinato nel tempo il fenomeno erosivo nel golfo di Follonica sono molteplici ed hanno un origine sia naturale che antropica; la difficoltà sta nel dare ad ogni causa il giusto peso. Complessivamente possiamo annoverare tra le cause i seguenti fattori: - l epoca post-glaciale che stiamo vivendo è caratterizzata dalla riduzione del carico specifico dei corsi d acqua (regime di biostasia) che determina una riduzione dei materiali solidi trasportati alla foce; - deficit sedimentario causato dall utilizzo del trasporto solido del Fiume Cornia e dei torrenti minori per la realizzazione delle bonifiche; - estrazione dei materiali inerti sia direttamente sulla battigia che dal letto del Fiume Cornia fino all entrata in vigore della L.R. 36/80; - il fenomeno della subsidenza che sviluppatosi al centro della pianura influenza negativamente anche il sistema dunale, determinando anche per questo un abbassamento delle quote altimetriche, alimentando così l arretramento della linea di riva; - negli ultimi decenni si è rilevato una riduzione dell apporto pluviometrico nel bacino idrografico che alimenta il Fiume Cornia; a conferma di ciò, una indagine granulometrica (Aiello-Bartolini-Pranzini Conedera-Taccini) su alcuni campioni di spiaggia mette in evidenzia una elevata classazione della sabbia. Ciò lascia supporre che il litorale costiero in esame sia sostanzialmente una spiaggia fossile che non riceve più importanti apporti dall entroterra. - la costruzione di alcune infrastrutture a mare sia di grandi che di piccole dimensioni, come per es. il porto di Torre del Sale della Centrale ENEL o i pennelli dei fossi Acquaviva e Carbonifera, hanno agito negativamente sulla dinamica costiera determinato una non omogenea ripartizione dei sedimenti lungo l intero sviluppo costiero. Da alcuni anni il Dip. Scienze della Terra dell Università di Firenze su incarico della Provincia di Livorno effettua una sorta di monitoraggio della linea di riva della provincia. L ultimo rilievo della linea di riva del Golfo di Follonica è stato effettuato nell Anno 2005 seguendo lo stesso metodo utilizzato nelle precedenti campagne topografiche effettuate, mediante poligonale di precisione realizzata su stazioni sui trigonometrici I.G.M.I.: Settore 43 - Dalla Foce della Cornia vecchia al limite meridionale del molo (716 m) Il settore più occidentale del Golfo di Follonica ha subito un evoluzione strettamente condizionata dagli interventi di ampliamento del porto di Piombino tanto da venirne di fatto inglobato. Oggi si trova protetto da una scogliera parallela e completamente separato dalla dinamica costiera, tanto che si è ritenuto di non effettuare il rilievo della nuova linea di riva. 13

14 Inquadramento geomorfologico e dinamiche in atto nella linea di costa Questo settore, in cui si trovava la vecchia foce del Fiume Cornia, subì un rapido processo erosivo quando questa venne spostata. Fra il 1954 e il 1976 la linea di riva arretrò mediamente di 17.3 metri. La costruzione di una scogliera parallela prima del 1981 è responsabile del rapido avanzamento della linea di riva (+63.8 metri) che si registra fra il 1976 e il In pratica si venne a determinare un tratto di litorale estremamente protetto con apertura verso Est. Da questa apertura entrarono ingenti quantità di sedimenti fino a che il varco non fu completamente chiuso. Questa situazione ebbe ripercussioni estremamente negative sulle spiagge poste ad ovest (Settore 44) ed impose il dragaggio della zona di maggiore sedimentazione in modo da tenere aperto un varco per il ricambio idrico nello specchio acqueo racchiuso dalla scogliera e in cui defluiscono ancora i canali collegati alla vecchia foce del Cornia. L evoluzione costiera nel tratto riparato dalla scogliera non è ancora terminata e l effetto di richiamo dei sedimenti dalla spiaggia vicina è ancora evidente. Settore 44 - Dal limite del molo alla foce della Cornia nuova (3.278 m) Si tratta di un ampio settore privo di difese costiere se si esclude la piccola protezione posta alla foce di un fosso di scolo. Questa comunque era molto efficiente negli anni 70, quando determinò un notevole protendimento della spiaggia protetta, mentre oggi costituisce un riparo assai modesto. Questo settore, in protendimento fra il 1938 e il 1954 (+3.1 metri), subì una rapida erosione fra il 1954 e il 1976 (-43.1 metri; m/anno) prevalentemente a seguito della costruzione della scogliera parallela presente nel settore 43. L erosione proseguì con un ritmo accelerato anche fra il 1976 e il 1981 (-12.0 metri; m/anno), mentre nell ultimo periodo analizzato ( ) si è notevolmente attenuata (-0.23 m/anno) a seguito dell intasamento della bocca dell insenatura. Complessivamente questo tratto di costa ha perso più di 55 ettari di arenile e non è pensabile che tutto il materiale sia fluito dietro alla scogliera. Il deficit di questo settore deve essere messo anche in relazione alla riduzione dell input fluviale del Cornia, riduzione che si è fatta sentire in modo più evidente sulle spiagge più direttamente alimentate da questo fiume. Un elemento di elevata vulnerabilità in questo tratto di costa è soprattutto la mancanza pressoché totale della duna. Tale situazione determina da una parte la mancanza di un serbatoio di materiale sabbioso da cui la natura attinge nei periodi di erosione e dall altra tale lacuna determina una acclività molto bassa della battigia. Questi due fattori determinano una situazione di vulnerabilità nei confronti dell azione del mare. In questo tratto si notano molti alberi oramai seccati lambiti costantemente dal mare, ed altri ancora agonizzanti in sui cui il mare arriva in condizioni climatiche avverse. 14

15 Inquadramento geomorfologico e dinamiche in atto nella linea di costa Settore 45 - Dalla foce della Cornia nuova a Ponte San Martino (2.340 m) Il settore 45 inizia, di fatto, ad est della Centrale di Torre del Sale e non include la piccola spiaggia delimitata da due opere perpendicolari a riva posta fra la Foce del Cornia e la centrale stessa, che comunque risulta oggi più ristretta rispetto a quanto non lo fosse nel Il tratto di 2340 metri di litorale che costituisce questo settore è diviso in due parti dai moli guardiani del Fosso Acquaviva. Anche se l analisi verrà effettuata per tutto il settore, è opportuno sottolineare che la prima parte, di circa 750 metri, risulta praticamente stabile dato che i sedimenti non possono subire una dispersione laterale a causa delle opere che lo delimitano e la dispersione verso il largo è evidentemente assai modesta o bilanciata dai deboli afflussi del Cornia. Complessivamente questo settore risulta in avanzamento fra il 1938 e il 1954 (+1,6 m) ed in erosione nei periodi successivi (-4.9, -2.2 e -4.7 negli intervalli , e ). I tassi di spostamento della linea di riva, dopo la fase di avanzamento (+0.10 m/anno), si mantengono su valori di arretramento costanti di circa m/anno. I dati sopra riportati, non mettono in luce il reale stato di degrado della linea di riva. Se da una parte il tratto tra Torre del Sale e il fosso Acquaviva come già detto non desta alcuna preoccupazione, anzi, possiamo considerarlo quasi in equilibrio, il tratto dal fosso Acquaviva e S. Martino, è quello che risulta più in erosione. Per cui il dato medio di erosione estrapolato per tutto il tratto di costa dovrà essere considerato più basso nel tratto Torre del Sale - Fosso Acquaviva e più alto nel tratto più ad est. E comunque importante sottolineare da un lato, una erosione di circa 0,4 m/anno in una battigia di qualche metro assume valori allarmanti ed in secondo luogo, in questo tratto di costa l azione del mare sta già smantellando la duna, ossia, in alcuni punti possiamo asserire che è praticamente scomparsa la battigia. Fortunatamente in questo tratto si rilevano alcuni affioramenti di beach rock ossia placche leggermente immergenti verso il mare costituite da sabbie cementate che determinano una difesa naturale al fenomeno erosivo. Complessivamente fra il 1954, anno di massima espansione della spiaggia, e il 1996 si sono persi circa 10 ettari di arenile. Settore 46 - Da Ponte San Martino a La Scogliera (3.919 m) Questo ampio settore è completamente libero da ogni struttura di difesa costiera se si esclude la protezione della foce che lo delimita verso Est. Nonostante ciò la linea di riva, in particolare sul lato più orientale, si presenta estremamente irregolare, a causa di frequenti ondulazioni dovute alla presenza discontinua di un affioramento di beach-rock in prossimità della battigia. 15

16 Inquadramento geomorfologico e dinamiche in atto nella linea di costa Dopo un periodo di erosione più decisa (-3.1 metri; m/anno) fra il 1938 e il 1954, questo tratto di litorale si è mantenuto quasi in equilibrio, arretrando di un solo metro e mezzo dal 1954 ad oggi. Le oscillazioni della linea di riva in corrispondenza delle cuspidi sono di fatto più marcate degli spostamenti medi della linea di riva nei vari periodi. L attenta osservazione delle linee di riva mostra in verità una situazione differenziata all interno del settore: il tratto occidentale risulta in leggero arretramento, mentre quello orientale è mediamente in protendimento. 16

17 Inquadramento naturalistico dell area costiera di Sterpaia 3. INQUADRAMENTO NATURALISTICO DELL AREA COSTIERA DI STERPAIA 3.1 INTRODUZIONE L analisi del paesaggio vegetale, della distribuzione dei diversi habitat e delle specie di flora e fauna di maggiore interesse conservazionistico costituisce un elemento propedeutico ad una ottimale progettazione preliminare degli interventi. Tale inquadramento naturalistico consente di meglio finalizzare l intervento verso il recupero degli ambienti dunali di Sterpaia, ricostituendo interruzioni ecologiche, eliminando eventuali elementi di criticità, ma soprattutto valorizzando gli elementi naturalistici esistenti. L analisi consente anche di ridurre gli eventuali impatti della fase di realizzazione degli interventi. 3.2 INQUADRAMENTO VEGETAZIONALE E FLORISTICO Lo studio vegetazionale e floristico è stato effettuato tramite la raccolta e l analisi della documentazione bibliografica esistente, mediante sopralluoghi realizzati nell area di studio e attraverso l analisi di foto aeree. L analisi in loco è stata finalizzata ad una verifica delle tipologie vegetazionali presenti, analizzando soprattutto gli aspetti fisionomico-strutturali, la loro composizione floristica e la caratterizzazione ecologica. Le unità di vegetazione individuate sono state classificate secondo la codificazione europea Corine Biotopes (Commission of the European Communites, 1991) e sono state quindi attribuite alle rispettive unità fitosociologiche (Braun-Blanquet, 1932). L analisi della flora è stata realizzata mediante la caratterizzazione floristica di ciascuna unità di vegetazione. Gran parte delle informazioni derivano dal quadro conoscitivo naturalistico, interno al Piano particolareggiato della Costa orientale della Sterpaia, realizzato dalla stessa NEMO srl nel Tale quadro ha costituito l elemento di riferimento principale aggiornato ed approfondito, mediante indagini in campo nei mesi di aprile e maggio Altre informazioni sulle componenti biologiche derivano da lavori inerenti la vegetazione forestale (Arrigoni, 1998; Arrigoni e Menicagli, 1999) e i tipi forestali (Mondino, 1997; Mondino e Bernetti, 1998) della Toscana. Relativamente alla presenza di habitat e specie di flora di particolare interesse naturalistico è stato consultato l archivio del progetto RENATO - Repertorio Naturalistico Toscano (Università di Firenze, Museo di Stria Naturale, 2003; Sposimo e Castelli, 2005). 17

18 Inquadramento naturalistico dell area costiera di Sterpaia Gli elementi vegetazionale più caratterizzanti l area di Sterpaia sono costituiti dalle relitte aree dunali (perlopiù costituite da dune fossili), soggette a fenomeni di degrado, dalle aree palustri retrodunali e dal bosco mesoigrofilo. In particolare le relitte aree umide interne o retrostanti l ANPIL di Sterpaia costituiscono, assieme alla confinante Riserva Naturale Padule Orti Bottagone, un sistema di aree palustri salmastre di grande interesse vegetazionale ma soprattutto faunistico. Questo sistema risulta citato come Casse di colmata del Fiume Cornia presso Piombino nel programma di ricerca territoriale sulle zone naturali da proteggere del CNR e Min. LLPP (AA.VV., 1971) e successivamente segnalato da Tomei e Garbari (1979). L area risulta segnalata anche nella recente indagine sulle zone umide della Toscana (Tomei e Guazzi, 1993) ove è classificata come zona umida costiera salmastra 1 Torre del Sale. L area non risulta segnalata nel lavoro di Gehu et al. (1984) relativo alla vegetazione litoranea italiana ove si cita la vicina area confinante di Stagni e paludi di Bolgheri. Informazioni più generali sull area di Sterpaia sono presenti in lavori realizzati dal Comune di Piombino relativi al territorio comunale (AA.VV., 1973; Comune di Piombino, 1994a), indagini sulle lottizzazioni abusive (Comune di Piombino, 1990) o in documenti inerenti il Parco Pubblico Territoriale della Sterpaia e della Costa Orientale (Comune di Piombino, 1986; 1994b). Informazioni vegetazionali relative a Sterpaia sono presenti in un recente lavoro sul sistema dunale della Provincia di Livorno (Provincia di Livorno, 1997), mentre alcune informazioni sono presenti in Solla (1891a; 1891b). L area risulta sommariamente descritta come Fascia costiera da Torre del Sale a Torre Mozza nella zone inserite nella Toscana da proteggere (Regione Toscana, 1994) ed è inoltre citata in altri lavori (Rombai, 1977; Gazzola e Insolera, 1982). L inquadramento vegetazionale è stato realizzato mediante fotointerpretazione e verifiche sul campo al fine di individuare e cartografare le unità fisionomiche di vegetazione secondo la classificazione europea degli habitat sensu CORINE (Commission of the European Community, 1991). Le unità, già cartografate nell ambito del Piano Particolareggiato della Costa orientale della Sterpaia, rappresentano situazioni omogenee per caratteri ecologici (in particolare edafici) e per copertura vegetazionale, ove i singoli habitat sono individuati mediante il rispettivo codice Corine Biotopes: 1 Zone umide costiere salmastre: acqua con contenuto di sali superiore a 500 mg/l (Tomei e Guazzi, 1993) 18

19 Inquadramento naturalistico dell area costiera di Sterpaia Formazioni delle dune sabbiose Costa sabbiosa priva di vegetazione (14) Vegetazione psammofila rada con specie dei Cakiletea maritimae (17.2), formazioni a Agropyron junceum delle dune embrionali (16.211) ed elementi dell ordine Ammophiletalia (16.212) Vegetazione psammofila del sistema dunale relitto con specie tipiche delle formazioni a dominanza di Ammophila arenaria (16.212) e con elementi di Crucianellion maritimae (16.223) Vegetazione retrodunale densa con mosaico di elementi relitti di Ammophiletalia (16.212), formazioni a Juncus acutus (16.31) ed elementi dei Thero-Brachipodietea (16.229) Formazioni dunali a Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa (16.27) in mosaico con formazioni di sclerofille arbustive sempreverdi dei Cisto-Lavanduletalia (16.28) e dei Pistacio-Rhamnetalia alaterni (32.21) Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster, Pinus halepensis (16.29) Formazioni palustri di specie alofile, specchi d acqua salmastra Stagni e depressioni umide interdunali e retrodunali con specchi d acqua salmastra (16.31) Prati alofili saltuariamente inondati (15.5) e fruticeti alofili (15.6) con rari elementi pionieri di salicornie ed altre specie annuali (15.1) Formazioni a Tamarix sp.pl. (44.813; 83.3) su prati alofili saltuariamente inondati (15.5) e fruticeti alofili (15.6) Mosaico di canneti a Pragmithes australis (53.1), tamariceti (44.813; 83.3), prati alofili saltuariamente inondati (15. 5) e fruticeti alofili (15.6) Mosaico di canneti a Pragmithes australis (53.1) con prati alofili saltuariamente inondati (15.5) e fruticeti alofili (15.6) Corsi d acqua, canali con acqua salmastra privi di vegetazione (23.1; 89.13) Formazioni dense di elofite (canneti) a Pragmithes australis (53.1) Formazioni di Tamarix sp.pl. di origine naturale (44.813) o derivanti da impianti artificiali (83.3) Formazioni arboree mesoigrofile e termofile Boschi mesoigrofili a dominanza di Fraxinus oxycarpa (44.4) con elementi termofili dei Quercetalia pubescentis (41.73) Formazioni arboree con Fraxinus oxycarpa (44.4) alternate a elementi arborei dei Pistacio-Rhamnetalia alaterni (32.11; 13.21) 19

20 Inquadramento naturalistico dell area costiera di Sterpaia Mosaico di boschi mesoigrofili a Fraxinus oxycarpa (44.4) e tamariceti (44.813) Formazioni arboree miste a Fraxinus oxycarpa (44.4), con elementi dei Quercetalia pubescentis (41.73), alternate a specie dei Pistacio-Rhamnetalia (32.21) e Quercetalia ilicis (32.11) Formazioni miste con rimboschimenti di conifere (83.31) e boschi mesoigrofili a Fraxinus oxycarpa (44.4) Formazioni di macchia mediterranea dei Pistacio-Rhamnetalia (32.11; 32.21) Impianti di specie esotiche, rimboschimenti, formazioni antropofile di degradazione Rimboschimenti di conifere (83.31) Formazioni miste di tamariceti (44.813) e pinete (16.29) Formazioni di Tamarix sp.pl. di origine naturale (44.813) o derivanti da impianti artificiali (83.3) Formazioni fortemente antropizzate con mosaico di piantagioni di eucalipti (83.322), conifere esotiche (83.312), formazioni lineari di siepi (84), tamariceti (44.813; 83.3) e formazioni erbacee di sostituzione, a dominanza di graminacee, di scarso valore naturalistico, incolti (87.1; 87.2) Formazioni erbacee di sostituzione, a dominanza di graminacee, di scarso valore naturalistico, incolti ( ) Coltivazioni erbacee intensive (82.1) Aree edificate, strade Edifici, urbanizzato, strade asfaltate (86) Strade sterrate, piazzali sterrati (86) Scogliere Rispetto a tale sistema vegetazionale vengono di seguito descritte esclusivamente le unità riconducibili all ecosistema dunale, direttamente interessato dal progetto. FORMAZIONI DELLE DUNE MOBILI E FISSE Gli ambienti dunali di Sterpaia presentano ancora, pur in una situazione di forte riduzione quantitativa e qualitativa, relittuali habitat dunali e tipici popolamenti floristici psammofitici. I fenomeni di erosione costiera, soprattutto nella porzione più occidentale, il carico turistico estivo e le opere antropiche costiere hanno ridotto questi ambienti ad una condizione relittuale. Frequenti sono i fenomeni di erosione a carico della duna fissa, mentre la duna mobile in molte aree non esiste quasi più. 20

21 Inquadramento naturalistico dell area costiera di Sterpaia La individuazione delle formazioni di psammofite e la loro descrizione è di estrema importanza anche in considerazione della loro estrema fragilità nei confronti del condizionamento antropico. Tali formazioni costituiscono infatti uno degli habitat oggi più rari sia in Italia (Querini, 1969; Arrigoni, 1981) che a livello comunitario (AA.VV., 1992; Albanese, 1991; Doody, 1991; Salman, 1991), ospitano numerosi habitat di interesse regionale (di cui alla LR 56/2000 e succ. modif.) e comunitario (di cui alla Direttiva 92/43/CEE e succ. modif.) e costituiscono un importante target di conservazione del piano d azione per la tutela della biodiversità della Regione Toscana in corso di realizzazione. Nell ambito dell area di studio i migliori esempi di ambiente dunale si localizzano lungo la costa tra Carlappiano (ad ovest) e Mortelliccio2 (ad est), con particolare riferimento al tratto centrale ove è presente un tipico ambiente dunale con specie annuali di anteduna, ammofileti e agropireti, formazioni di duna fissa e ginepreti. In questa zona la duna mostra quindi una serie completa costituita da: arenile eventuale sistemazione di protezione ante duna (Cakile maritima, Euphorbia peplis, Xantium italicum, Sporobolus pungens, Agropyron junceum) formazioni erbacee psammofile di duna mobile (Ammophila arenaria, Eryngium maritimum, Anthemis maritima, Medicago marina, Helichrysum stoechas, Lagurus ovatus) formazioni erbacee psammofile di retroduna (Crucianella maritima, Pancratium maritimum, Centaurea sphaerocephala, Matthiola sinuata) junceto retrodunale (Juncus acutus) formazioni a ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa con Rhamnus alaternus, Pistacia lentiscus) duna fissa con pinete e sottobosco di macchia mediterranea ( pineta su macchia con Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Cistus salvifolius, Cistus monspeliensis, Phillyrea angustifolia) formazioni arboree mesoigrofile retrodunali paludi salmastre retrodunali Nell ambito della stesso tratto sono inoltre presenti dune con densa copertura di Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa frammisto a specie tipiche di macchia. Un ulteriore tratto situato ad ovest di Luna beach ospita dune mobili con interessanti presenze floristiche quali Echinophora spinosa ed Eryngium maritimum, specie non comuni nell area si Sterpaia. 21

22 Inquadramento naturalistico dell area costiera di Sterpaia I sistemi dunali più alterati presentano in generale il seguente profilo: arenile; intervento di protezione (metodo Ingannamorte, barriera di scope, ecc.) fronte della duna fissa (massimo 2 m) con Carpobrotus acinaciformis o Tamarix sp.pl. relitte cenosi psammofile dense sulla sommità della duna fissa con graminacee cespitose; pinete degradate; formazioni arboree mesoigrofile retrodunali; paludi salmastre E stato verificato come la realizzazione degli interventi di protezione della duna (metodo Ingannamorte, barriere di scope, ecc.) ha influito positivamente sulle formazioni retrostanti. Nei tratti di duna fortemente degradati le specie psammofile non sono più disposte nella tipica zonizzazione a fasce parallele alla costa secondo gradienti ecologici (vegetazione azonale) ma costituiscono invece un relitto mosaico ambientale frammisto a specie di minore importanza ecologica e spesso antropofile. Nei tratti più degradati la flora psammofila è sostituita o affiancata da specie quali Carpobrotus acinaciformis (particolarmente abbondante fino a totalmente dominante in loc. Carbonifera), Pittosporum tobira, Tamarix sp.pl., ecc. Ove la duna è fortemente degradata anche le formazioni vegetali retrostanti sono spesso in stato di deperimento, con una forte degradazione dei ginepreti costieri, dei giuncheti retrodunali ed in alcuni casi anche delle pinete dunali (quest ultime fortemente danneggiate dalle mareggiate di fine novembre primi dicembre 2008). Vegetazione annua delle linee di deposito marine (Cakiletea maritimae) Cod. Corine: 17.2; Cod. Habitat: 17.2; Cod. Natura 2000: 1210 Vegetazione effimera nitro-alofila delle linee di deposito marino Syntaxa fitosociologico: Cakiletea maritimae Rada vegetazione terofitica e alo-nitrofila colonizzante la prima fascia sabbiosa prospicente la battigia ed insediandosi quindi a ridosso della zona afitoica su substrato sabbioso salso e ricco di materiali organici. Tra le specie caratteristiche sono presenti: Cakile maritima, Poligonum maritimum, Xantium italicum, Euphorbia peplis. Si tratta di una delle formazioni di psammofite più rare nella fascia costiera di Sterpaia che maggiormente è stata condizionata dai fenomeni di degradazione della duna mobile. Specie caratteristiche di questo syntaxa si rinvengono non di rado all interno di formazioni dunali di degradazione anche in stazioni di pochi metri quadrati in prossimità degli interventi di protezione (metodo Ingannamorte o altri). 22

23 Inquadramento naturalistico dell area costiera di Sterpaia Dune mobili embrionali mediterranee Cod. Corine: ; Cod. Habitat: ; Cod. Natura 2000: 2110 Dune mobili embrionali mediterranee con vegetazione psammofila Syntaxa fitosociologico: Ammophiletea Si tratta delle prime formazioni della fascia dunale costituite da graminacee consolidatrici quali Agropyron junceum, Sporobolus pungens, Calystegia soldanella, Medicago marina, Anthemis maritima, Pancratium maritimum. In particolare tale habitat costituisce il limite interno della spiaggia e la prima formazione delle dune. Tale habitat è presente in modo estremamente raro e frammentato costituendo, assieme alla precedente, una delle formazioni vegetali che maggiormente ha subito il danneggiamento ad opera dei processi di erosione della costa. Formazioni a dominanza di Agropyron junceum sono presenti nelle stazioni di fascia dunale meglio conservate in corrispondenza di RivaVerde. Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche) Cod. Corine: ; Cod. Habitat: ; Cod. Natura 2000: 2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria Syntaxa fitosociologico: Ammophiletea Fascia dunale ricca di psammofite costituite perlopiù da erbe perenni radicate profondamente ed in grado di stabilizzare le aree di duna. Tra le specie più diffuse si segnalano: Ammophila arenaria, Sporobolus pungens, Pancratium maritimum, Euphorbia paralias, Eryngium maritimum, Medicago marina, Anthemis maritima, Silene colorata, Centaurea sphaerocéphala, Lagurus ovatus. Costituisce l habitat più caratteristico ed ecologicamente evoluto della fascia dunale ove la specie Ammophila arenaria costituisce l elemento peculiare ed edificatore. Si presenta in modo particolarmente esteso a Riva Verde. Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae Cod. Corine: ; Cod. Habitat: ; Cod. Natura 2000: 2210 Syntaxa fitosociologico: Crucianellion maritimae Si tratta di cenosi diffuse nella prima fascia di retroduna, caratterizzate dalla presenza di Crucianella maritima, Pancratium maritimum, Anthemis maritima, Helychrisum stoechas, distribuite nell area mediterranea centrale ed occidentale. Si tratta di formazioni estremamente frammentate presenti quasi esclusivamente nella zona costiera prospicente Riva Verde. 23

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