IL SISTEMA DI GOVERNANCE DELLE PARI OPPORTUNITÀ NELL ASSE II DEL POR SARDEGNA
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- Caterina Crippa
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1 REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione IL SISTEMA DI GOVERNANCE DELLE PARI OPPORTUNITÀ NELL ASSE II DEL POR SARDEGNA La Misura 2.3 e gli esiti in termini di pari opportunità Angela Rita Carrusci Referente Misura 2.3 POR Sardegna Mikela Esciana Assistenza Tecnica Beni Culturali Sardegna, Misura 1.2 PON ATAS 9 maggio
2 Valorizzazione del principio di Pari Opportunità nel POR Sardegna 1. Quadro generale Il persistere di elevati tassi di disoccupazione giovanile e femminile rappresentano un costo sociale ed economico, inoltre il mancato utilizzo di questo capitale umano contribuisce a dequalificare un ampia fascia delle risorse umane disponibili, con il rischio di pregiudicare e abbassare il potenziale di crescita dell intero Paese 1. Sono soprattutto i divari che si misurano nelle condizioni sperimentate dalle donne e dagli uomini nel Mezzogiorno rispetto al lavoro, qualunque sia l indicatore che si assuma (occupazione, disoccupazione, carriere, posizioni decisionali, trattamenti salariali, lavoro sommerso e non retribuito) che ci dicono che l equità di genere è cruciale per l equità dello sviluppo. Analizzando la dimensione di base del mercato del lavoro risulta evidente che le donne si caratterizzano rispetto agli uomini per una partecipazione minore e per la difficoltà nel trovare una occupazione, nonostante i vantaggi conseguiti nell istruzione e la sempre più elevata propensione femminile per attività autonome e imprenditoriali. I problemi del mercato del lavoro femminile in Italia si possono così sintetizzare: basso tasso di occupazione e differenze molto marcate tra nord e sud; crescita contenuta in valore assoluto dell occupazione per tutti gli anni 90 (sebbene più favorevole alle donne); differenziale marcato e persistente nei tassi di disoccupazione per sesso; persistenti anche i divari salariali di sesso; bassa presenza femminile nei livelli più elevati; bassa incidenza dell occupazione totale nei servizi con effetti di contenimento rispetto alla potenziale espansione dell occupazione femminile; elevata presenza delle donne nei lavori atipici (nord), alta presenza delle donne nel lavoro sommerso e sottopagato specie nel mezzogiorno (settori tessile e abbigliamento in particolare); esclusione delle giovani donne dal mercato anche se con alta scolarizzazione (sud). Una gran parte della riserva di produttività del Mezzogiorno è costituita da risorse femminili lontane dal mercato del lavoro e dai luoghi decisionali: l allargamento della fascia di esclusione sociale è uno dei fattori che perpetuano il ritardo della cultura della modernità e della legalità necessarie al decollo di un nuovo sviluppo e una corretta amministrazione delle risorse pubbliche. Un maggiore coinvolgimento femminile consente una migliore consapevolezza delle necessità delle famiglie, degli anziani e dei minori. Una riduzione generalizzata della segregazione di genere e dei fenomeni di esclusione ha un importante ricaduta in termini di sicurezza e di condizioni di legalità. Su questo settore è necessario adottare un approccio alla programmazione che segua:: a) un criterio di metodo. L obiettivo è quello di non limitare gli interventi di pari opportunità alla realizzazione di misure specifiche a favore delle donne, ma tendere a mobilitare nel senso delle pari opportunità, esplicitamente il complesso delle azioni generali. b) una strumentazione. Si tratta di sviluppare una metodologia di valutazione dell impatto di genere e dotarsi di ulteriori strumenti che permettano di misurare, monitorare, valutare in senso proprio. c) un area di priorità. Si tratta di agire: - in settori strategici, risorse territoriali, reti per lo sviluppo locale e dal lato dell offerta su competenze femminili specifiche che vanno sostenute con azioni mirate. Settori più favorevoli alle pari opportunità sono: biotecnologie, beni culturali, agriturismo, informatica, sistemi multimediali, servizi alla persona, alla comunità, al territorio, servizi finanziari. Inoltre si tratta di promuovere, consolidare e sostenere l imprenditorialità femminile dall autoimpiego, alla piccola impresa, alla impresa sociale, al ruolo femminile nell impresa familiare, di sostenere il ruolo imprenditoriale delle donne e di sviluppare reti di imprese femminili in un quadro di sviluppo locale. 1 Documento di Programmazione Economica e Finanziaria
3 - Facilitare l accesso al lavoro. Il riferimento è al complesso dei servizi e delle politiche relativi alla formazione in senso ampio (orientamento, formazione, nuovo rapporto tra formazione e lavoro, in particolare formazione continua). - Agire sulla conciliabilità di lavoro professionale e vita familiare. Le politiche di promozione del lavoro femminile sono fondate sulla constatazione che le donne sono contemporaneamente impegnate sul fronte del lavoro per il mercato e su quello familiare e di cura. L approccio europeo fa riferimento ad un complesso di servizi e politiche family friendly, nella prospettiva di assicurare a tutti (donne e uomini) qualità del tempo di lavoro e di vita personale. Snodi sensibili per sistemi territoriali family friendly sono: politiche e piani dei tempi e degli orari, rafforzamento e diversificazione dell offerta di servizi di base ad alta valenza sociale (cura, prevenzione, scuole, asili, ecc.), accessibilità, basso costo, prossimità dei servizi offerti, sistemi di orari di lavoro flessibili favorevoli ai dipendenti, interventi sulla organizzazione del lavoro e contemporaneamente sul rafforzamento delle competenze. - Nel settore pubblico, come noto, c è maggiore equilibrio nella partecipazione al lavoro tra donne e uomini. La attuazione della riforma e la riorganizzazione del lavoro, con il necessario superamento dei vecchi modelli culturali e degli schemi dominanti fino ad oggi nel pubblico, possono creare nuove opportunità di valorizzazione delle risorse umane, di riconoscimento delle competenze femminili, di promozione femminile ai livelli della dirigenza, di nuovi sistemi per la conciliazione lavoro-famiglia. 3
4 2. Quadro normativo Gli articoli 21 e 23 della Carta dei diritti fondamentali dell unione Europea vietano qualsiasi discriminazione fondata sul sesso e sanciscono il diritto alla parità di trattamento fra uomini e donne in tutti i campi, compreso in materia di occupazione, di lavoro e di retribuzione. L articolo 141, paragrafo 3, del trattato fornisce ormai una base giuridica specifica per l adozione di provvedimenti comunitari volti ad assicurare l applicazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento in materia di occupazione e di impiego, compreso il principio della parità delle retribuzioni per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore. L articolo 141, paragrafo 4 del trattato, allo scopo di assicurare l effettiva e completa parità tra uomini e donne nella vita lavorativa, stabilisce che il principio della parità di trattamento non impedisce agli Stati membri di mantenere o di adottare misure che prevedono vantaggi specifici volti a facilitare l esercizio di un attività professionale da parte del sesso sottorappresentato oppure a evitare o compensare svantaggi nelle carriere professionali. Gli stati membri dovrebbero mirare innanzitutto a migliorare la situazione delle donne nella vita lavorativa. L attenzione particolare da rivolgere alle pari opportunità uomo donna costituisce un obbligo, sulla base del trattato di Amsterdam, coerentemente con quanto previsto dall art. 41 2, paragrafo 2c del Regolamento generale dei Fondi Strutturali per il periodo (Regolamento CE n del 1999). E importante porre in evidenza come un forte sviluppo delle pari opportunità per donne e uomini, per il nostro Paese, le sue prospettive e il suo ruolo nella costruzione europea, coincida con una visione forte della modernità e dello sviluppo ad alta valenza sociale. L'articolo 1 del Regolamento generale sui Fondi Strutturali, insieme ai tre obiettivi prioritari definisce due principi trasversali che devono essere tenuti in considerazione nella definizione degli obiettivi specifici e nell'individuazione degli interventi di ciascun Asse: la sostenibilità ambientale e la promozione delle pari opportunità. Nel perseguire i suoi obiettivi la Comunità, per il tramite dei Fondi Strutturali, contribuisce a promuovere uno sviluppo armonioso, equilibrato e duraturo delle attività economiche, lo sviluppo dell'occupazione e delle risorse umane, la tutela e il miglioramento dell'ambiente e l'eliminazione delle ineguaglianze, nonché la promozione della parità tra uomini e donne. La Commissione e gli Stati membri assicurano che l'azione dei Fondi sia coerente con le altre politiche ed azioni comunitarie, in particolare in materia di occupazione, parità tra uomini e donne, politica sociale e formazione professionale, politica agricola comune, politica comune della pesca, trasporti, energia e reti transeuropee, e che si integri con le esigenze di tutela ambientale nella definizione ed esecuzione dell'azione dei Fondi. La Direttiva 2006/54/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, riguardante l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego afferma che la parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione non può limitarsi a misure di carattere normativo. L Unione Europea e gli stati membri dovrebbero invece continuare a favorire il processo di sensibilizzazione al problema della discriminazione in maniera retributiva e un cambiamento d approccio pubblico coinvolgendo, per quanto possibile, tutte le forze interessate a livello pubblico e privato. Per quanto riguarda la programmazione comunitaria per il periodo , l art. 16 del Regolamento generale sui Fondi Strutturali (1083/2006) inserisce Parità tra uomini e donne e non discriminazione fra i principi di intervento che disciplinano l azione dei Fondi. L articolo specifica che gli Stati membri e la Commissione provvedono affinché la parità tra uomini e donne e l'integrazione della prospettiva di genere siano promosse nel corso delle varie fasi di attuazione dei Fondi. 2 una valutazione ex ante della situazione in termini di parità tra uomini e donne per quanto riguarda le opportunità sul mercato del lavoro ed il trattamento sul lavoro, inclusi gli obblighi specifici di ciascun gruppo; una stima dell'impatto atteso della strategia e degli interventi, in special modo per l'integrazione delle donne e degli uomini nel mercato del lavoro, per l'istruzione e la formazione professionale, per l'attività imprenditoriale delle donne e per la conciliazione tra vita familiare e vita professionale. 4
5 Inoltre, gli Stati membri e la Commissione adottano le misure necessarie per prevenire ogni discriminazione fondata sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, le disabilità, l'età o l'orientamento sessuale durante le varie fasi di attuazione dei Fondi, ed in particolare nell'accesso agli stessi. 5
6 3. Documenti di Programmazione Il QCS per le regioni obiettivo 1 ha stabilito che due principi da tenere in considerazione nella definizione degli obiettivi specifici e nell'individuazione degli interventi di ciascuno dei VI assi in cui è suddiviso. I principi trasversali sono: sostenibilità ambientale e promozione delle pari opportunità. Obiettivo del QCS è realizzare il principio di eguaglianza e massimizzare l'impatto del principio di pari opportunità, integrandolo nella programmazione trasversale (su tutti gli assi prioritari) e nelle misure specifiche di intervento (Asse III, Policy field E). Proprio per rafforzare l'efficacia del principio di pari opportunità e garantirne l'applicazione, il QCS riserva il 10% delle risorse del FSE a queste misure specifiche. Il QCS ha previsto inoltre il monitoraggio dell'applicazione del principio di parità di genere lungo tutte le fasi di attuazione. Gli eventuali cambiamenti alla strategia sono stati proposti facendo riferimento all'impianto metodologico per la Valutazione dell'impatto Strategico (VISPO) predisposto dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La valorizzazione delle risorse femminili e la diffusione della cultura di parità si è affermata come importante principio trasversale dell azione di policy (e non solo di azioni specifiche aggiuntive), in grado non solo di realizzare un obiettivo di eguaglianza, ma anche di esprimere un opportunità di crescita per il benessere generale. L'impatto che il QCS può avere sulle pari opportunità di genere è stato ampliato realizzando l integrazione del principio di parità nella programmazione non solo attraverso misure specifiche, ma soprattutto, attraverso un deciso intervento trasversale di mainstreaming in tutti gli Assi e in tutte le Misure. Va evidenziato, infatti, che in ambito Obiettivo 1 i possibili impatti potenziali indiretti che le politiche di sviluppo del territorio possono avere nei confronti di uomini e donne sono da considerare come elementi di particolare valenza strategica. Requisito essenziale di tale integrazione è il coinvolgimento delle autorità competenti in materia, in particolare a livello regionale. Ai fini della definizione d'impatto, rilievo particolare assume la riserva del 10% delle risorse del FSE destinate all'asse risorse umane in favore delle azioni specifiche volte all'applicazione del principio di parità di genere. Analogo rilievo va riconosciuto alla fissazione di un obiettivo quantificato a livello di QCS nel campo della promozione della parità fra uomini e donne e del mainstreaming di genere. La politica di coesione economica e sociale, perseguita tramite i Fondi Strutturali , ha adottato un approccio duale al tema delle pari opportunità, prevedendo infatti di affiancare alle azioni mirate a favore delle donne, anche azioni trasversali su tutti i programmi, attraverso una strategia di integrazione del punto di vista di genere in interventi non specificamente rivolti alle donne ( mainstreaming di genere). 6
7 4. Il POR Sardegna La strategia della Regione Sardegna segue lo schema dei 4 pilastri dell'orientamento europeo per l'occupazione: miglioramento delle capacità d'inserimento professionale, sviluppo dell'imprenditoria, potenziamento delle capacità di adattamento, rafforzamento delle politiche per le pari opportunità. Le priorità delle politiche attive del lavoro sono centrate sulle strategie di empowerment del capitale sociale e di prevenzione della disoccupazione di lunga durata. In questo schema, la formazione professionale risulta l'asse centrale delle strategie di sviluppo del capitale sociale. Al suo interno, le politiche atte a valorizzare le risorse femminili e a favorire i processi di crescita della fiducia e del benessere sociale rivestono un ruolo centrale. Le azioni trasversali richiedono un maggiore sforzo per la individuazione di strategie di intervento orientate a perseguire il principio delle pari opportunità. Le politiche di sviluppo locale si orientano verso azioni complessive per il superamento del divario strutturale, sociale ed economico. L'obiettivo è quello di creare le condizioni economiche per lo sviluppo imprenditoriale, la crescita produttiva, il miglioramento della qualità dell'ambiente, la coesione e la cooperazione sociale. All'interno di questo quadro, integrare il punto di vista di genere comporta sforzi innovativi rilevanti, in quanto, ad eccezione delle azioni dirette destinate a sostenere la crescita dell'imprenditorialità femminile, la valutazione delle ricadute sulla riduzione delle disuguaglianze di genere avviene in modo indiretto. Nei documenti di programmazione della Regione Sardegna, POR e Complemento di Programmazione, il principio di pari opportunità è stato assunto con coerenza, sia nell'analisi del contesto socio-economico, che nelle strategie d'intervento conseguenti. L'analisi ex ante mette in evidenza le luci e le ombre della condizione occupativa femminile. Nel corso dell'ultimo decennio, l'occupazione femminile è cresciuta poco nonostante l'universo femminile regionale abbia manifestato un forte dinamismo nel raggiungimento di livelli di istruzione superiore e nella riduzione dei tempi delle carriere scolastiche. La disoccupazione è diminuita ancora più lentamente, segno delle gravi difficoltà del mercato del lavoro ad assorbirne l'offerta. Permane ancora un forte divario tra i tassi di attività maschile (61,5% nel 2002) e quello femminile (34,2%), nonostante la crescita dell'occupazione si opponga a un decremento dell'occupazione maschile. Al quadro numerico poco confortante, si contrappone un progressivo miglioramento di ordine qualitativo dell'occupazione femminile. La crescita dell'imprenditoria femminile appare come un elemento di innovazione aggiuntiva: prevalgono attività legate alla prestazione d'opera per conto delle amministrazioni locali, quali servizi esternalizzati, attività consulenziali e attività legate alla formazione. Per l'attuazione delle pari opportunità, i documenti di programmazione disegnano una strategia articolata su azioni utili a far crescere l'occupabilità femminile, identificate in percorsi formativi mirati e di qualità; introduzione di strategie innovative per conciliare tempi di vita lavorativa e familiare; azioni volte a favorire l'accesso alle carriere e ai vertici decisionali e dirigenziali. Nella precedente esperienza della programmazione comunitaria (POP 1994/96), le politiche di pari opportunità si sono fondate prevalentemente su azioni sostenute dal FSE. È questo infatti il Fondo che ha mostrato maggiore efficacia nel combattere il nodo strutturale della disoccupazione femminile. Grazie alle esperienze pregresse, sono soprattutto queste ultime a trovare più facile collocazione nelle misure del FSE, sia pur integrate con interessanti interventi innovativi nel FEOGA e nel FESR. Nella fase di revisione di medio periodo, si è provveduto a rafforzare l'attenzione sull'applicazione e integrazione del principio di pari opportunità in tutti gli interventi messi in atto dal POR Sardegna, provvedendo in primo luogo a formalizzare il ruolo e i compiti dell'autorità per le Politiche di Genere. L'Autorità per le Politiche di Genere è l'organismo preposto alla corretta ed efficace integrazione del principio di pari opportunità trasversalmente in tutte le misure degli Assi e assicura, altresì, la 7
8 conformità degli interventi con la politica e la legislazione comunitaria in materia di pari opportunità e mainstreaming di genere. L'Autorità per le Politiche di Genere è rappresentata dalla Referente per le Pari Opportunità presso l'autorità di Gestione (AdG) che si avvale del supporto del team della rete di animatrici Pari Opportunità che operano presso i vari assessorati regionali, nonché della Task force, la struttura tecnica prevista nell'ambito del PON ATAS del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Fig. 1: La governance delle pari opportunità del POR Sardegna Autorità per le Politiche di genere Animatrici di Pari Opportunità Task Force Pari opportunità Assessorati dell Amministrazione Regionale Enti Strumentali della Regione L'Autorità per le Politiche di Genere interviene in tutte le fasi di attuazione del Programma e svolge un ruolo consultivo, propositivo e promozionale in materia di pari opportunità nei confronti dell'autorità di Gestione del POR Sardegna; inoltre, svolge una utile funzione di raccordo con i diversi soggetti istituzionali che a vario titolo intervengono nell'attuazione di politiche per le pari opportunità (ad es. Consigliere di Parità, Comitati e Organismi istituzionali per le Pari Opportunità presenti a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale). In particolare: - In fase di programmazione: formula gli orientamenti per la programmazione; individua le azioni da promuovere; interviene nell'elaborazione dei criteri di ammissibilità e di selezione dei progetti; assiste alla stesura e alla revisione in itinere dei documenti di programmazione e dei documenti tecnici; - In fase di attuazione: interviene nella fase di predisposizione degli atti amministrativi e dei bandi; svolge azioni di sensibilizzazione e informazione degli enti attuatori per la declinazione, in sede progettuale, delle priorità di pari opportunità fissate nei bandi; contribuisce alla definizione degli indicatori di pari opportunità per il sistema di monitoraggio regionale; garantisce ai responsabili di misura il supporto per l'applicazione trasversale del principio di pari opportunità; contribuisce alla redazione del Rapporto Annuale di Esecuzione per la parte relativa all'attuazione della priorità trasversale e delle misure per le pari opportunità; infine, contribuisce alla definizione di azioni specifiche nell'ambito del Piano di Comunicazione del POR e nella elaborazione documentale specifica del sito WEB del POR Sardegna e del sito nazionale della Rete pari opportunità promossa dal Dipartimento, nell'ambito del PON ATAS. - In fase di valutazione: verifica il perseguimento degli obiettivi posti in sede di programmazione nel corso dell'attuazione del POR; predispone dei modelli valutativi in collaborazione con il valutatore indipendente; contribuisce all' analisi dei progetti, applicando i modelli di valutazione indicati nella VISPO. Di particolare rilievo risulta la scelta dell'adg del POR Sardegna di dare una rilevanza procedurale all'attuazione del principio di pari opportunità, assegnando all'autorità per le Politiche di Genere il compito di intervenire nella fase di elaborazione dei bandi, attraverso un parere preventivo, che si configura come obbligatorio, anche se non vincolante, al fine di suggerire aggiustamenti e correttivi nel caso in cui la gestione del programma si discosti dagli obiettivi dichiarati. 8
9 Si evidenzia, inoltre, che di recente si sono definite le medesime funzioni per l'autorità per le Politiche di Genere anche nell'ambito della Iniziativa Comunitaria Interreg III A Italia - Francia Isole A partire dal 1 gennaio 2004 è operativa presso l'autorità di Gestione del POR Sardegna, la Task force del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, incaricata di fornire supporto all'amministrazione regionale volto alla predisposizione di strumenti e modalità per la selezione degli interventi ed alla realizzazione di un monitoraggio sull'attuazione del principio di pari opportunità. L'assetto prescelto si sta mostrando adeguato a consentire un effettivo rispetto della priorità trasversale nei diversi assi e misure, nonché l'esercizio di un costante monitoraggio e orientamento, secondo una prospettiva di genere. Le funzioni dell'animatrice di pari opportunità si realizzano quindi orizzontalmente, su tutti gli assi e misure, e verticalmente, in tutte le fasi del processo. L'individuazione di indicatori di genere per la valutazione dell'integrazione delle pari opportunità tra le donne e gli uomini nel complesso delle politiche e azioni comunitarie si può avvalere di numerosi contributi elaborati, sia a livello comunitario, che, attraverso il modello VISPO (Valutazione Impatto Strategico Pari Opportunità), a livello nazionale. All'interno di tale scenario, la Regione Sardegna, nel primo triennio di programmazione, ha definito le basi per la costruzione di un sistema di indicatori, mostrando attenzione, sin dal momento della formulazione delle strategie del POR, al modello VISPO proposto dal Dipartimento. Gli indicatori di Programma presenti nel Complemento sono infatti strettamente correlati alle quattro variabili/obiettivo VISPO. Nel corso del triennio, il lavoro sugli indicatori si è arricchito di nuove analisi. Le animatrici di pari opportunità in collaborazione con il valutatore indipendente, hanno elaborato un primo modello di lettura analitica degli impatti attesi dalle singole misure del POR e delle aspettative sulla realizzazione di determinate azioni specifiche che assume a riferimento una bozza di "Linee guida" predisposta dal Dipartimento per le pari opportunità nel marzo Applicando lo schema dell'approccio duale alla lettura del disegno programmatico dei Fondi Strutturali della Regione Sardegna, possiamo collocare le azioni mirate nelle progettualità sostenute dal Fondo Sociale e le azioni trasversali negli altri Fondi, FESR, FEOGA e SFOP. Più recentemente l'attività delle animatrici di pari opportunità ha contribuito a rileggere da un punto di vista di genere gli interventi programmati in questi ultimi Fondi. Il riferimento al rispetto del principio di pari opportunità è stato introdotto anche per misure relative alle politiche di sviluppo regionale. Nella concreta applicazione della metodologia VISPO, per le azioni trasversali possiamo raggruppare tre livelli di impatti: - misure in cui il richiamo al principio di pari opportunità è circoscritto alla pertinenza di criteri di selezione del bando; - misure in cui il rispetto delle pari opportunità si amplia fino comprendere i criteri di ammissibilità; - misure in cui il rispetto delle pari opportunità nello sviluppo dell'occupazione assume un peso strategico nell'attribuzione complessiva del punteggio. Coerentemente con le disposizioni comunitarie, per la promozione della parità tra uomini e donne l'adg del POR Sardegna, non si è limitata a realizzare misure specificamente rivolte alle donne, ma ha invece mobilitato sull'obiettivo della parità il complesso delle azioni poste in essere nell'ambito del Programma. L'impostazione data alla attuale programmazione del Programma Operativo Regionale assume, pertanto, come prioritario il dual approach, in cui all'attuazione di politiche di pari opportunità (politiche dirette), si affiancano anche politiche di mainstreaming (politiche indirette) Tale approccio viene attuato attraverso l'adozione di: 9
10 - Misure ad impatto diretto, (Azioni Mirate) ovvero di misure rivolte unicamente e specificamente alle donne (nel POR Sardegna la misura 3.11), e di misure che seppur rivolte indistintamente a donne e uomini, prevedono esplicitamente il perseguimento di obiettivi specifici a favore di donne (le Misure 3.3, 3.4, 3.10, 4.6, 5.2). - Misure ad impatto indiretto, (Azioni Trasversali) ossia di azioni che, seppur rivolte indistintamente ad imprese, uomini o donne, creano degli effetti sulla situazione occupazionale, lavorativa delle donne. Pertanto il tema delle pari opportunità è adottato come trasversale in tutto il Programma (Misure cofinanziate dal FESR, FEOGA e SFOP). Fig. 2. L approccio duale nel POR Sardegna Azioni Mirate Azioni Trasversali Misure FSE 3.10 (azioni formative, non formative, aiuti alle imprese) 3.11 (azioni formative, non formative, incentivi PMI e lavoro autonomo) 4.6 azioni formative 5.3 azioni formative 6.4 azioni formative Pertinenza di criterio di selezione P.O. FESR misure 1.3, 1.4, 1.5, 1.7, 3.12, 3.13, 4.1, 4.2, 4.3, 4.4, 4.5, 5.1, 5.2, 6.2 FEOGA misure 4.9, 4.10, 4.11, 4.12, 4.13, 4.14, 4.15, 4.16, 4.17, 4.18, 4.19, 4.20, 4.21 FEOGA misure 4.7, 4.8 Pertinenza di criteri di selezione P.O. e criteri di ammissibilità FESR misure 2.1, 2.2, 2.3, 6.1 Da un primo esame dei bandi pubblicati al 2004, risulta che l'81% dei bandi fa riferimento nei criteri di selezione alle pari opportunità; di questi, per il 64% delle misure avviate vi è una corrispondenza tra i criteri previsti nel Complemento di Programmazione e quelli contenuti nei bandi, mentre per il 17% il criterio è stato inserito anche laddove non previsto dal Complemento di Programmazione. Le misure del Complemento di Programmazione che perseguono degli obiettivi specifici in un'ottica di genere sono presenti soprattutto negli interventi cofinanziati dal FSE ed essenzialmente nell'asse III, in cui si mira a favorire la presenza delle donne nel mercato del lavoro attraverso l'attivazione di una formazione mirata e di alta qualificazione, la promozione della partecipazione delle donne alle attività di orientamento e di formazione, nonché l'incentivazione all'imprenditorialità femminile. Nel Complemento di Programmazione la Misura rivolta unicamente e specificamente alle donne è la misura 3.11, che si propone di incentivare il tasso di attività femminile, attraverso interventi che favoriscono la creazione di lavoro autonomo e di impresa e lo sviluppo di carriera. Il potenziamento di azioni specifiche a favore delle donne sono presenti inoltre nell'asse V, sempre al fine di incrementare la presenza femminile nel mercato del lavoro, attraverso la promozione della conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa, mediante il potenziamento di strutture e servizi a supporto delle esigenze delle famiglie. Infatti, alla base della strategia adottata nell'ambito dell'asse V vi è la convinzione che il soddisfacimento dei bisogni delle famiglie, degli anziani, dei minori consentirà un maggiore coinvolgimento delle donne in tutti i settori economici. 10
11 L'attuazione del principio di pari opportunità come priorità trasversale ha visto l'adg fortemente impegnata sia in fase di programmazione, che in fase di attuazione del Programma. Infatti, a partire dai documenti programmatici e successivamente nei bandi, si è voluto indirizzare la progettazione operativa in un'ottica di genere attraverso l'introduzione di criteri di selezione delle proposte progettuali. L'introduzione del principio di Pari Opportunità nei vari bandi di gara si è rivelato alquanto complesso, oltre che ambizioso, soprattutto in considerazione del fatto che il Programma, caratterizzato dall'essere cofinanziato da più Fondi Strutturali, prevede il raggiungimento di obiettivi rivolti maggiormente allo sviluppo dei sistemi locali e a sostegno del sistema produttivo, piuttosto che alle persone. La stessa normativa comunitaria ha specificato, nei vari regolamenti dei Fondi Strutturali (Reg.1260/99, Reg. 1783/99 e Reg. 1784/99), tra gli obiettivi da perseguire l'abolizione delle ineguaglianze e la promozione delle pari opportunità fra uomini e donne, in particolare mediante il sostegno a progetti concepiti e realizzati da donne e il contributo alla parità tra uomini e donne in ambito occupazionale. In coerenza con quanto previsto dagli orientamenti comunitari, nel Complemento di programmazione attualmente in vigore, il richiamo al rispetto delle pari opportunità è stato inserito, seppure con diverso grado di intensità e consistenza, in tutte le azioni previste dal Programma. Nel documento di programmazione il riferimento alle pari opportunità è stato esplicitato: - nei criteri di ammissibilità, in cui si è richiesto il rispetto delle priorità trasversali; - nei criteri di selezione delle operazioni; - nell'individuazione dei soggetti destinatari; - nella valutazione ex ante, in cui si analizza la pertinenza dei criteri di selezione con gli obiettivi - specifici del programma. In realtà, nonostante nel documento di programmazione non sempre si sia fatto esplicito riferimento all'adozione di un criterio di selezione in chiave di genere, è importante evidenziare come l'autorità per le Politiche di Genere sia intervenuta successivamente nella fase di predisposizione dei bandi di gara e di attuazione degli interventi, puntando in particolare: - sull'incremento della presenza femminile nei vertici decisionali, di coordinamento e direzione; - sullo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali per la valorizzazione del territorio, in particolare che favoriscano la partecipazione delle donne; - sulla promozione di servizi di conciliazione tra vita lavorativa e familiare. Nel complesso, si è prevista l'assegnazione sia di un punteggio premiante per i progetti che evidenziano l'integrazione del rispetto delle tre priorità trasversali, sia di un punteggio specifico per i progetti che indicavano la priorità pari opportunità. Nell'ambito di intervento del FEOGA, la scelta adottata è stata quella di favorire la creazione, il consolidamento e lo sviluppo di impresa e di lavoro autonomo per le donne, prevedendo l'introduzione di un punteggio o di un criterio premiale in grado di creare una preferenza verso progetti presentati da donne (criterio dei beneficiari), come ad esempio nelle iniziative di valorizzazione delle risorse locali e di diversificazione delle attività agricole. Negli interventi cofinanziati dal FESR e dallo SFOP, si è puntato soprattutto a generare una crescita dell'occupazione femminile, attraverso l'utilizzo di criteri quantitativi che premiavano i progetti sulla base della percentuale di donne assunte, specie nei livelli medio- alti. Gli interventi del FSE, in particolare quelli formativi, sono stati invece selezionati sulla base di criteri qualitativi, in cui si è richiesto oltre all'inserimento di moduli formativi in materia di pari opportunità e la valorizzazione delle competenze femminili nelle docenze, anche l'organizzazione di servizi di supporto alle destinatarie in chiave di conciliazione. 11
12 5. Asse II Nell'Asse II Risorse Culturali, il principio di pari opportunità viene perseguito indirettamente sia attraverso la promozione di una imprenditorialità nel settore della conservazione, gestione e valorizzazione dei beni culturali, sia attraverso la creazione di un sistema articolato di offerta di attività culturali e di spettacolo, per mezzo di azioni che incidono sulla qualità delle strutture e i servizi per il pubblico. Le azioni progettuali avviate si collocano nelle due linee di intervento del disegno programmatico dei Fondi Strutturali: azioni mirate, con misure specifiche in favore delle donne, e approccio trasversale che considera la parità come un orientamento generale applicabile all'insieme delle misure proposte. Fig.5. Valorizzazione delle Pari opportunità nell Asse II del POR Sardegna 2.1 Misure/Bandi itinerario turistico religioso 2.1 sviluppo e potenziamento del parco Grazia Deledda ASSE II Criteri di selezione relativi all impatto delle pari opportunità Specifici Realizzazione degli interventi e/o dotazione di servizi a supporto della migliore conciliazione tra la vita familiare e professionale. Sviluppo e valorizzazione delle competenze femminili, incremento dell occupazione femminile. Presenza della componente femminile nei livelli decisionali, di coordinamento e direzione Specifici Ricaduta occupazionale femminile in base al principio di pari opportunità. Presenze della componente femminile nei livelli decisionali, di coordinamento e direzione. Percentuale di lavoratrici fra lo 0 e il 25% del numero totale di occupati. Percentuale di lavoratrici fra il 26 e il 50% del numero totale degli occupati. 2.1 itinerario delle città regie 2.1 itinerari di archeologia nuragica e prenuragica negli altipiani della Sardegna Specifici Ricaduta occupazionale femminile in base al principio di pari opportunità. Presenza della componente femminile nei livelli decisionali, di coordinamento e direzione. Percentuale di lavoratrici fra lo 0 e il 25% del numero totale di occupati. Percentuale di lavoratrici fra il 26 e il 50% del numero totale degli occupati. Specifici Ricaduta occupazionale femminile in base al principio di pari opportunità. Presenza della componente femminile nei livelli decisionali, di coordinamento e direzione. 12
13 2.1 archeologia, percorsi religiosi e museali, recupero dei centri storici abbandonati a fini culturali e turistici 2.2 parco storico letterario Giuseppe Dessì 2.3 strutture e servizi per attività culturali e di spettacolo CARAS 2.3 Restauro e ristrutturazione funzionale di immobili storici sede di archivi biblioteche e servizi culturali 2.4 Formazione Percentuale di lavoratrici fra lo 0 e il 25% del numero totale di occupati. Percentuale di lavoratrici fra il 26 e il 50% del numero totale degli occupati. Generale Valorizzazione delle pari opportunità Specifici Ricaduta occupazionale femminile in base al principio di pari opportunità. Presenza della componente femminile nei livelli decisionali, di coordinamento e direzione. Percentuale di lavoratrici fra lo 0 e il 25% del numero totale di occupati. Percentuale di lavoratrici fra il 26 e il 50% del numero totale degli occupati. Generale Valorizzazione delle pari opportunità Specifico Sarà data particolare rilevanza al principio di pari opportunità, relativamente alle ricadute di occupazione femminile e per ciò che riguarda la presenza della componente femminile nei livelli decisionali, di coordinamento e direzione. Valutazione del Criterio di pari opportunità Generale Valorizzazione delle pari opportunità Generale Coerenza con gli obiettivi globali e con le priorità trasversali. 13
14 5.1 Misura 2,3 Nella pubblicazione dal titolo Il Principio di Pari Opportunità nel POR Sardegna 3 si individuano 5 azioni progettuali, considerate "buone prassi" trasferibili, una riferibile ad un azione mirata e quattro legate ad un approccio trasversale verso le pari opportunità. La prima (comprende la linea A e B della Misura 3.11) è un azione progettuale del FSE mirante direttamente a elevare l'occupabilità femminile. Le altre progettualità intervengono in ambiti complementari alle politiche di pari opportunità, considerato il carattere specifico di ciascun intervento. Esse presentano pertanto una ricchezza di modalità attraverso cui il principio di pari opportunità è stato valorizzato. Per quanto riguarda le azioni mirate, ii principio delle pari opportunità si applica più direttamente ad una misura rivolta alle risorse umane. Nei due progetti della misura 3.11, infatti, le destinatarie sono le donne disoccupate e inoccupate. La misura si articola in due linee d'intervento: A Servizio informazione e tutoring imprese femminili (FSE); B Prestito d'onore per la creazione di imprese femminili (FSE). Per le linee di azione trasversali, invece, le progettualità ricadono in ambiti differenziati: imprenditorialità agricola; ammodernamento delle strutture ricettive; strutture di spettacolo; monitoraggio dei siti inquinati. In particolare, per quanto riguarda le strutture di spettacolo il progetto di cui si parla è CARAS 2002: creazione di una rete di strutture di spettacolo e attività culturali, finanziato dal FESR. L'obiettivo del progetto CARAS 2002 è la creazione di una rete di strutture di spettacolo nel territorio regionale, a supporto di un circuito di spettacoli e di attività culturali finalizzato ad allungare la stagione turistica. Sono state realizzate opere di recupero, ampliamento e riqualificazione di immobili, spazi all'aperto per l'allestimento di spettacoli dal vivo e immobili destinati ad attività culturali. Il principio delle pari opportunità è stato perseguito attraverso l'inserimento, tra i requisiti di selezione, della rilevanza del principio delle pari opportunità relativamente alla presenza della componente femminile nei livelli decisionali, di coordinamento e direzione. È stato possibile raggiungere il risultato di 212 occupati, di cui 112 donne, 21 delle quali posizionate nei livelli decisionali e di coordinamento. Fig. 3. Impatti del progetto CARAS 2002 AMBITI TEMATICI D INTERVENTO Empowerment femminile Impatti del Progetto Rete di Strutture di Spettacolo VALORIZZAZIONE PARI OPPORTUNITA Rappresentanza femminile nei ruoli direzionale e di coordinamento nella gestione delle strutture realizzate 3 Bimestrale del Centro Regionale di Programmazione della Regione Autonoma della Sardegna La Programmazione in Sardegna, ANNO XXXVI Edizione Speciale - Numero 2 - Novembre
15 Fig. 4. Scheda del progetto CARAS 2002 Assessorato Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo, Sport Titolo Azione POR Asse II Risorse Culturali Misura 2.3 Strutture e servizi per attività culturali e di spettacolo Fondo di cofinanziamento FESR Bando CARAS 2002 Circuito Artistico Regionale Attività Culturali e di Spettacolo Beneficiari finali Comuni di Dorgali, S. Teodoro, Budoni, S. Teresa, Aglientu, Luogosanto, Palau, Villasimius, Castiadas, Pula, Isili, Quartu S.E, Macomer, Arzachena, Monti. Data inizio fine Dicembre Dicembre 2006 Data di pubblicazione del Bando sul BURAS 29 marzo 2002 Descrizione dell azione e obiettivi Creazione di una rete di strutture di spettacolo e attività culturali nel territorio regionale a supporto di un circuito di spettacoli e di attività culturali finalizzato ad allungare la stagione turistica. Attività realizzate Acquisizione, recupero, ampliamento e riqualificazione di immobili, spazi all aperto per l allestimento prevalentemente di spettacoli dal vivo, con relativa dotazione funzionale adeguata alle esigenze connesse al loro funzionamento. Eventuali modalità organizzative adottate nell attuazione del progetto. Risultati conseguiti È stato possibile raggiungere il risultato di 212 occupati, di cui 112 donne, 21 delle quali nei livelli decisionali e di coordinamento, in quanto il bando prevedeva, tra i requisiti di selezione, la rilevanza del principio delle pari opportunità con relativo punteggio. La griglia di valutazione redatta dalla Commissione di valutazione dei progetti ha previsto, infatti una premialità, per le proposte che prevedevano la presenza della componente femminile nei livelli decisionali, di coordinamento e di selezione. Modalità con cui è stato valorizzato il principio di pari opportunità a) L invito a presentare proposte ha previsto la non ammissibilità delle domande prive di coerenza con le priorità trasversali: tra i parametri utilizzati dalla Commissione in sede di valutazione, era inclusa la ricaduta sull occupazione (sino a 20 punti). b) Nella sezione del bando Documentazione richiesta è stato previsto di specificare nel Piano di Gestione economico- finanziaria il ritorno occupazionale, sia in sede di realizzazione, che in sede di gestione, tenendo conto del principio delle pari opportunità. c) E stato richiesto di dare indicazione, nella scheda sintetica della proposta, del numero, del profilo e delle mansioni dei dipendenti della struttura proponente. d) E stata richiesta la compilazione di una tabella nella quale i proponenti dovevano specificare gli interventi che perseguono le priorità trasversali (pari opportunità; società dell informazione, ambiente e occupazione) 15
16 Ambiti tematici sui quali è intervenuta l azione Empowerment femminile Eventuale integrazione dell azione con le altre priorità della programmazione - sviluppo locale/sviluppo sostenibile - società dell informazione Costo dell azione ,97 Euro Area territoriale di riferimento Regionale 16
17 6. Progetto in evidenza La Regione Sardegna ha voluto sostenere le indicazioni di sviluppo e di crescita provenienti da una maggiore domanda di attività musicali teatrali e di arti figurative, attraverso il progetto pluriennale CARAS, fondato su una strategia di intervento collegata all attuazione di diverse azioni cronologicamente e logicamente collegate fra loro. La parola CARAS oltre ad essere un acronimo (Circuito Artistico Regionale Attività Culturali Spettacolo), ha uno specifico significato nel dialetto sardo: essa infatti significa facce, volti, e proprio in virtù del suo significato, è stata utilizzata per un progetto ambizioso e ben strutturato che punta a rivalutare il teatro, la musica e più in generale le attività culturali caratteristiche della cultura regionale. Al fine di evidenziare l importanza data dall Amministrazione regionale a questa attività progettuale, è stato realizzato un apposito logo per l iniziativa CARAS. Registrato presso la Camera di Commercio di Cagliari, molto significativo. Esso infatti raffigura un sipario costituito dalle bisere stilizzate di due mamutones. Il progetto CARAS ha lo scopo di creare una rete di strutture destinate allo spettacolo ed alle attività culturali da localizzare in modo omogeneo nelle varie parti del territorio regionale, favorendo quindi la messa in opera degli spettacoli e delle attività culturali. A tal fine e in linea con quanto previsto dal CdP, la strategia posta alla base del progetto si sviluppa mediante l attuazione di tre linee di azioni successive nel tempo: - restauro, riqualificazione e valorizzazione di immobili di valore storico destinati ad attività culturali; - sostegno alla creazione di centri servizi specializzati nell organizzazione e nella promozione di attività culturali e di spettacolo; - promozione ed organizzazione di eventi ad elevata valenza culturale. La prima fase del progetto pluriennale CARAS ha riguardato, di fatto, interventi infrastrutturali, con i quali andare a recuperare gli immobili che destinati a contenere attività culturali. L iniziativa oggetto di analisi costituisce la naturale evoluzione delle politiche regionali, poste in essere negli anni addietro nel settore delle attività di spettacolo; ci si riferisce in particolare alla LR n. 30 del 1993 Disposizioni in materia di attività culturali e sociali, mediante la quale la Regione, con fondi propri, finanziava il recupero funzionale di strutture destinate ad accogliere attività culturali. A conferma della continuità tra le vecchie politiche e quelle finanziate con il POR, e nello specifico con la Misura 2.3, è proprio il fatto che alcuni progetti sostenuti dalla Regione con il primo bando della Misura 2.3 riguardavano il completamento delle opere i cui lavori erano iniziati mediante il finanziamento della Legge Regionale 30/1993. Il progetto è stato attuato fino ad ora mediante due bandi facenti riferimento alla prima linea di azione, che hanno finanziato interventi di restauro e recupero di immobili da destinare allo svolgimento di attività teatrali e musicali. Il disegno strategico che si intende realizzare attraverso l attuazione delle singole azioni che compongono il progetto CARAS risulta essere in linea con i principi sanciti dal QCS; in entrambi i bandi riferiti al progetto in questione si colgono infatti elementi di continuità con la strategia delineata in ambito di POR e CdP. Nello specifico, visto il carattere di forte dispersione sul territorio del patrimonio culturale sardo e la conseguente assenza di nodi prioritari di intervento su cui agire direttamente, il principio di concentrazione risulta essere assicurato dalla precisa individuazione dei soggetti che possono beneficiare dei finanziamenti. Altro elemento caratterizzante il progetto CARAS è la gestione degli interventi. In tal senso, per ogni proposta progettuale presentata sono stati richiesti, pena l esclusione, un analitico piano di gestione ed un articolato studio di fattibilità dell iniziativa. Attraverso lo studio di fattibilità la Commissione di valutazione, nominata per analizzare le diverse proposte pervenute in seguito alla pubblicazione dei bandi, ha potuto verificare la concretezza dell idea progettuale e la conseguente possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati in sede di programmazione, dall Amministrazione regionale. Grazie al piano di gestione, la stessa Commissione è stata in grado di valutare nel dettaglio l economicità dell intervento. Infatti, nonostante lo studio di fattibilità fornisca, attraverso la break 17
18 even analysis, un idea generale dei costi necessari per sostenere l iniziativa e dei ricavi previsti dalla gestione della stessa, è necessario conoscere nel dettaglio le voci di costo e di ricavo che concorreranno alla messa in opera del progetto, in modo da poter effettuare una valutazione il più esaustiva Elemento caratterizzante i due Bandi pubblicati rispettivamente nel 2001 e nel 2002 è stata l attenzione all applicazione del principio di pari opportunità. Per quanto riguarda il Bando CARAS 2001 tale attenzione si è manifestata attraverso l inserimento tra i criteri di ammissibilità delle proposte progettuali della coerenza dell intervento con le priorità trasversali del POR Sardegna in cui è compreso il principio di pari opportunità. Inoltre, fra i criteri di selezione era prevista la valutazione dell ipotesi gestionale in relazione agli aspetti economici e finanziari, alle componenti organizzative e logistiche, alla valutazione dei fabbisogni professionali, ad analisi di mercato e degli strumenti di promozione anche in termini di aumento del capitale umano (fino a 40 punti su un totale di 280). Su quest ultimo aspetto era previsto di dare particolare rilevanza al principio delle pari opportunità, relativamente alle ricadute di occupazione femminile e per ciò che riguarda la presenza della componente femminile nei livelli decisionale, di coordinamento e direzione. Il Bando CARAS 2002 è stato ancora più specifico del primo nel valorizzare il principio di pari opportunità. Fra i criteri di ammissibilità era stata inserita anche qui la coerenza con le priorità trasversali, mentre fra i criteri di selezione era previsto di attribuire fino a 20 punti alla Valorizzazione delle pari opportunità. Nello specifico, tale criterio è stato suddiviso in alcuni sottocriteri: presenza femminile tra gli occupati generica (fino a 5 punti); presenza femminile negli occupati nei ruoli di coordinamento e direzione (fino a 10 punti); presenza tra gli occupati di categorie svantaggiate (fino a 5 punti). Il progetto che segnaliamo fa parte del primo Bando CARAS ed è meritevole di essere analizzato perché è stato in grado, nell attuazione di sposare lo spirito di valorizzazione del principio di pari opportunità che ha caratterizzato le azioni CARAS e di farlo proprio anche nella fase di gestione della struttura teatrale su cui si è intervenuti col finanziamento del POR. Fig. 5. Scheda del progetto Teatro Civico di Sinnai Assessorato Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo, Sport Titolo Azione POR Asse II Risorse Culturali Misura 2.3 Strutture e servizi per attività culturali e di spettacolo Fondo di cofinanziamento FESR Bando CARAS 2001 Circuito Artistico Regionale Attività Culturali e di Spettacolo - Teatro Civico di Sinnai Beneficiario finale Comune di Sinnai Data di pubblicazione del Bando sul BURAS 08 ottobre 2001 Data inaugurazione teatro Dicembre 2004 Descrizione dell azione e obiettivi Creazione di una rete di strutture di spettacolo e attività culturali nel territorio regionale a supporto di un circuito di spettacoli e di attività culturali finalizzato ad allungare la stagione turistica. 18
19 Descrizione dell intervento L intervento riguarda il completamento della riqualificazione a struttura teatrale di un edificio nel centro urbano del Comune di Sinnai, su cui l amministrazione regionale è già intervenuta finanziando il primo lotto dei lavori. Con il secondo lotto, per la cui realizzazione si richiede il finanziamento a valere sulla misura 2.3, si è proceduto all ampliamento e sistemazione delle aree di servizio e all acquisizione di tutta l attrezzatura inventariabile funzionale all esercizio delle attività di spettacolo e culturali cui l opera è destinata. La realizzazione della struttura teatrale, che nell ottica di una gestione integrata dell offerta culturale, risulta essere strettamente correlata alla ristrutturazione dell antico palazzo municipale per i servizi bibliotecari e documentari, rappresenta uno dei fondamentali punti di forza della programmazione integrata delle azioni locali dirette alla riqualificazione turistica del territorio, attraverso la diversificazione di tutti quei servizi complementari che siano realmente in grado di migliorare la qualità dell offerta turistica. È proprio in tale ottica che giocano un ruolo di primaria importanza le attività culturali e di spettacolo che da tempo si sono consolidate nel territorio. Ma affinché queste possano rappresentare una reale opportunità di supporto allo sviluppo turistico locale si è ritenuto indispensabile uscire dall attuale precarietà della programmazione annuale degli eventi, legata fondamentalmente alla indisponibilità di una struttura adeguata. Il teatro Civico mira a rappresentare il punto di riferimento della produzione di spettacoli ed iniziative culturali in ambito comunale ed extra comunale, proponendosi come fattore determinante della crescita sociale e di uno sviluppo delle frequentazioni turistiche del territorio. I servizi attivabili presso la struttura riguardano, principalmente, le attività di spettacolo al pubblico (in tutte le diverse forme: teatrale, musicale, balletto, ecc), con organizzazione prevalentemente serale e nelle giornate prefestive e festive (anche con possibilità di replica dello spettacolo nella stessa serata). Negli orari antimeridiani e nelle giornate escluse dalla programmazione degli spettacoli, la struttura sarà utilizzata per l organizzazione di appuntamenti culturali, convegni ecc. Modalità di gestione e valorizzazione del principio di pari opportunità La gestione del Teatro è stata affidata, all Associazione Teatro Civico di Sinnai, con partecipazione mista, pubblica e privata, composta dal Comune di Sinnai e dall Associazione Teatrale l Effimero Meraviglioso individuata attraverso l avviso pubblico per l individuazione dell Associazione partner, come socio di minoranza concorrerà, dell Associazione per la gestione del Teatro Civico. L avviso è stato pubblicato il 16 giugno 2004 e ha valutato: A) il curriculum delle associazioni richiedenti B) la proposta di progetto di gestione futura della struttura teatrale Per entrambe i criteri, tra gli elementi di maggiore peso per la valutazione sono stati, relativamente al passato: - il grado di interazione con le altre realtà dell associazionismo locale e sociale in genere (coinvolgimento degli anziani, di persone svantaggiate, ecc.); - la capacità di azione promozionale e di interscambio con realtà esterne a quella locale; - il concreto rispetto del principio delle pari opportunità uomo donna nell organizzazione societaria e nell attuazione dei propri programmi. L affidamento della gestione all associazione l Effimero Meraviglioso è avvenuto nel mese di luglio 2004 e il teatro ha inaugurato le nuove attività l 8 dicembre Attività del Teatro nel 2006 Il direttore artistico del teatro è una donna (Maria Assunta Calvisi). N. occupati: 4 di cui 2 donne N. spettacoli realizzati nel 2006: 100 N. spettatori nell ultimo anno di attività:
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