Iter del provvedimento
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- Francesco Giuliani
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1 Confindustria - Area Relazioni Industriali, Sicurezza e Affari Sociali DPR n. 177 del 14 settembre 2011 Regolamento per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, ai sensi dell articolo 6, comma 8, lettera g), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive modificazioni Iter del provvedimento Il DPR 177/2011, in parziale attuazione di quanto previsto dagli artt. 26 e 27 del D.Lgs n. 81/2008, disciplina il sistema di qualificazione delle imprese che operano in ambienti sospetti di inquinamento o confinati. In via generale, la legge rimette alla Commissione Consultiva permanente la definizione delle modalità attraverso cui verificare l idoneità delle imprese, innanzitutto individuando settori e criteri per la definizione di un sistema di qualificazione (art. 27 del Dlgs 81/08), da recepire con apposito decreto. In attesa del decreto le modalità con cui verificare l idoneità tecnicoprofessionale sono disciplinate dallo stesso articolo 26: acquisizione del certificato di iscrizione alla camera di commercio e acquisizione dell autocertificazione dell impresa appaltatrice o lavoratore autonomo del possesso dei requisiti di idoneità tecnico- professionale ai sensi del DPR 445/2000. Nei primi mesi dell anno in corso, la Commissione aveva individuato, tra i settori che richiedono una qualificazione, quelli operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati. Il Ministero del lavoro, alla luce del ripetersi di alcuni infortuni occorsi in silos e cisterne, dopo aver sollecitato la Commissione consultiva per l indicazione di criteri per la definizione del sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, ha provveduto direttamente ad elaborare un proprio testo, su questo sentendo la Commissione Consultiva. Dopo i passaggi istituzionali (parere della Conferenza Stato Regioni e del Consiglio di Stato e poi firma del presidente della Repubblica) il provvedimento è stato pubblicato nella GU n. 260 dell 8 novembre 2011.
2 Il decreto entra in vigore il prossimo 23 novembre. Nell ambito della Commissione consultiva, Confindustria ha condiviso l importanza del tema ma ha evidenziato le numerose criticità presenti nel documento, sottolineando che il D.Lgs 81/2008 regola già in modo dettagliato la materia e che molti obblighi previsti dal presente decreto sono solamente formali e non danno alcuna garanzia di prevenzione e tutela. Il testo del provvedimento in esame presenta molte delle integrazioni e modifiche proposte da Confindustria, evidenziate nel corso della nota illustrativa. Permangono, tuttavia, diverse criticità tra cui: l indicazione di una percentuale minima di personale esperto: Confindustria ha chiesto l eliminazione di questa previsione perché eccessivamente penalizzante per le aziende, proponendo di prendere in considerazione solamente l esperienza specifica del preposto. Abbiamo anche evidenziato la difficoltà di riuscire a maturare tale esperienza nel futuro; il riferimento alla certificazione dei contratti, contrastata dalle parti sociali, poiché incoerente con la garanzia di maggior tutela nel campo della salute e sicurezza; la durata minima delle attività di informazione, da parte del committente, non inferiore ad un giorno: Confindustria ha evidenziato che una durata predefinita della formazione - indipendente dalle caratteristiche del luogo di lavoro, dai rischi e dalla tipologia di lavoro da effettuare nell ambiente confinato - oltre a non apportare alcun vantaggio dal punto di vista della salute e sicurezza, introduce oneri gravosi a carico delle aziende. Struttura del provvedimento Nel merito, il DPR 177/2011 introduce alcune misure di tutela della salute e sicurezza sul lavoro che si vanno in parte ad aggiungere a quanto già previsto dagli articoli 66 e 121 e dall allegato IV del D.Lgs 81/2008. L articolo 1 definisce finalità ed ambito di applicazione del decreto.
3 Sul piano oggettivo, il DPR trova applicazione ai lavori svolti in ambienti sospetti di inquinamento o in presenza di gas negli scavi (art. 66 e 121 del D.Lgs n. 81/2008) e riguarda anche, in generale, gli ambienti confinati di cui all allegato IV del DLgs 81/2008 (vasche, canalizzazioni, tubazioni, serbatoi, recipienti, silos, etc.). A questo proposito, sembra improprio parlare di settore con riferimento agli ambienti confinati, trattandosi di lavorazioni comuni a più settori differenti. Il decreto è rivolto, infatti, non solo alle imprese e lavoratori autonomi che operano in questo settore, ma anche a tutti i lavori in ambienti sospetti di inquinamento e confinati, andando quindi oltre, rispetto a quanto previsto dall art. 27 in tema di qualificazione imprese. Si va, infatti, a qualificare una tipologia di attività e non un settore, come richiesto dalla normativa. Sul piano soggettivo, va evidenziato che il sistema di qualificazione in esame non si applica solo alle aziende committenti, ma anche ai lavoratori autonomi ed alle imprese cui quali le lavorazioni vengono appaltate. Il provvedimento dispone procedure di particolare rigore nel caso di affidamento lavori (art. 1, commi 3 e 4). Sono rivolti, infatti, solo al datore di lavoro committente (che affidi nell ambito dei luoghi di lavoro di cui ha la disponibilità giuridica - lavori, servizi e forniture ad una impresa appaltatrice o a lavoratori autonomi): gli aspetti specifici inerenti le interferenze (art. 2, comma 2 e art. 3, commi 1 e 2) il sistema di verifica dell idoneità delle imprese, introdotto dall art. 26, comma 1, lettera a) del DLgs n. 81/2008 (fino all approvazione del più generale provvedimento che disciplina il sistema della qualificazione delle imprese). Solo in questa ipotesi, quindi, il DPR trova integrale applicazione (v. art. 1, comma 4). Una volta definito il campo di applicazione del provvedimento, l articolo 2 elenca i requisiti necessari della qualificazione, il possesso dei quali costituisce condizione essenziale per lo svolgimento di attività negli ambienti confinati. Tra questi evidenziamo i seguenti: almeno il 30% del personale deve avere un esperienza almeno triennale relativamente ai lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati e deve essere assunto con contratto di lavoro a tempo indeterminato o con altre tipologie di contratti, preventivamente certificati ai sensi del Dlgs 276/2003. Anche i lavoratori che svolgono le funzioni di preposto in tali attività dovranno avere esperienza triennale;
4 adeguata formazione ed informazione di tutto il personale impiegato nell attività lavorativa in ambienti sospetti di inquinamento o confinati (compreso il datore di lavoro, se impiegato in queste attività). La formazione dovrà essere seguita da verifica dell apprendimento e dovrà essere previsto un aggiornamento. Il DPR in esame, inoltre, rimanda ad uno specifico accordo Stato Regioni (da emanarsi entro 90 giorni dall entrata in vigore del DPR), l individuazione dei contenuti e delle modalità di formazione; addestramento relativo alle procedure di sicurezza di tutto il personale che effettua l attività lavorativa in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, riferito anche al datore di lavoro; divieto di ricorso al subappalto, se non espressamente autorizzato dal datore di lavoro committente e certificato ai sensi del DLgs 276/2003. Questa disposizione opera unicamente in caso di affidamento da parte del datore di lavoro a impresa appaltatrice o lavoratore autonomo. Evidenziamo che i primi testi in discussione prevedevano il divieto assoluto di subappalto. Oltre ai requisiti della qualificazione, il DPR (articolo 3) prevede anche alcune procedure di sicurezza, da adottarsi sia prima dell accesso (comma 1) sia durante l intera attività (comma 3): unicamente in caso di affidamento dei lavori in appalto o ad un lavoratore autonomo, prima dell accesso nei luoghi confinati o negli ambienti sospetti di inquinamento, il datore di lavoro-committente informa tutti i lavoratori ivi impiegati dall impresa appaltatrice (incluso il datore di lavoro, se impiegato nelle stesse attività) su tutti i rischi esistenti, sulle procedure di emergenza, etc. L attività informativa deve avere durata non inferiore ad un giorno. Si tratta di una previsione obbligatoria non presente nella bozza di documento analizzate in Commissione consultiva, dove rivestiva carattere facoltativo; unicamente in caso di affidamento dei lavori in appalto o ad un lavoratore autonomo, il datore di lavoro - committente deve individuare un proprio rappresentante che vigili con funzioni di indirizzo e coordinamento sulle attività svolte. Si tratta di un soggetto che, oltre ad avere adeguate competenze in materia di salute e sicurezza sul lavoro, deve essere formato, informato ed addestrato, come previsto dall art. 2 del DPR. La disposizione (art. 3, comma 2), nel richiamare gli obblighi di informazione, formazione e addestramento dell articolo 2, cita le
5 lettere c) ed f). In realtà, gli obblighi richiamati sono contemplati dalle lettere d) ed f), riguardando la lettera c) il possesso dell esperienza triennale. Sarà nostra cura evidenziare la contraddizione e l eventuale precisazione. Questo importante passaggio inerente la presenza di un rappresentante del datore di lavoro ha subito diverse modifiche. Inizialmente, infatti, era richiesta la presenza del rappresentante del datore di lavoro in tutte le fasi di lavoro, così introducendo un gravoso onere a carico del datore di lavoro. A seguito delle nostre richieste di modifica, il testo analizzato in Commissione prevedeva solamente la disponibilità del rappresentante senza alcun riferimento all attività di vigilanza. Quest ultima funzione volta a precisare il ruolo del rappresentante - è stata introdotta nella versione finale del DPR in esame; durante tutte le fasi lavorative nei luoghi confinati o negli ambienti sospetti di inquinamento, deve essere adottata ed efficacemente attuata una specifica procedura diretta ad eliminare o ridurre i rischi propri delle attività negli ambienti confinati. La Commissione consultiva sta lavorando a questa procedura, con il proposito di approvare una buona prassi entro l anno. Evidenziamo la portata dell art. 3, comma 4, secondo cui il mancato rispetto delle previsioni del DPR determina il venir meno della qualificazione necessaria per svolgere attività che comportano l accesso in ambienti confinati o sospetti di inquinamento. Il possesso del requisito della qualificazione, quindi, rappresenta un elemento obbligatorio per operare all interno di ambienti confinati o sospetti di inquinamento e non un semplice requisito di preferenza nella partecipazione a gare ed appalti o alla concessione di finanziamenti (D.Lgs n. 81/2008, art. 27, comma 2
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