1 Premessa. Inquadramento metodologico Inquadramento territoriale Inquadramento idrologico Il regime pluviometrico...
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- Rosangela Tortora
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2 INDICE 1 Premessa. Inquadramento metodologico Inquadramento territoriale Inquadramento idrologico Il regime pluviometrico Scelta della rete di misura Analisi regionalizzata delle precipitazioni. Breve riassunto Curve segnalatrici a tre e a due parametri per sottoaree omogenee I livelli di marea La marea astronomica e la marea meteorologica Variazioni del livello marino dovute a subsidenza ed eustatismo Storiografia degli eventi di marea ed innalzamento del livello medio marino 15 4 Descrizione dello stato di fatto Acque bianche Acque nere Descrizione degli interventi di progetto
3 1 Premessa. Inquadramento metodologico. La presente relazione riporta lo studio di proprietà dell Università Ca Foscari di Venezia eseguito da Favero & Milan Ingegneria del luglio 2011 per conto dell Università Ca Foscari. La presente relazione riguarda lo studio delle problematiche idrologiche (regime pluviometrico e livelli di marea) afferenti al sito del complesso edilizio di Santa Marta, a Dorsoduro Venezia, per la progettazione preliminare di una Residenza universitaria. Nella redazione delle presente relazione, sono stati approfonditi i seguenti punti: a) Inquadramento territoriale ed idrologico; b) definizione dei dati pluviometrici, descrizione della metodologia di regionalizzazione e descrizione delle curve segnalatrici di possibilità pluviometrica di riferimento; c) analisi dei parametri di marea; d) analisi e verifica dello stato di fatto; e) definizione di scelte progettuali preliminari da attuare al fine di una progettazione compatibile con l assetto idrologico esaminato. 2
4 2 Inquadramento territoriale. Gli edifici oggetto di progettazione, sono situati all interno del complesso Universitario di Cà Foscari della Facoltà di Chimica in zona Santa Marta a Venezia. L area in cui si inseriscono gli edifici confina a nord con Calle Santa Marta, a est con la proprietà dello IUAV (Istituto Universitario di Architettura di Venezia) a sud con la zona Portuale e ad ovest con gli edifici residenziali del quartiere di Santa Marta ed è individuata nella Figura 1 a fianco. Prima del polo universitario Ca Foscari, i cui edifici hanno destinazione d uso ad aule didattiche, laboratori di ricerca e studi dei professori, nella zona sorgeva il complesso industriale dell ex Cotonificio Veneziano. A ridosso dello stabilimento, ma completamente distinti dai settori di produzione, si trovavano i magazzini ed i depositi. 3
5 Rio S. Nicolò Figura 1. Inquadramento geografico con evidenziata l area di intervento. 4
6 3 Inquadramento idrologico. Per la verifica del reticolo fognario esistente come per l analisi delle scelte progettuali, lo studio di seguito esposto prende in considerazione prevalentemente due aspetti idrologici fondamentali: il regime pluviometrico; i livelli di marea. Nella presente sezione verranno quindi approfonditi ambo i punti, evidenziando in particolare l analisi degli eventi, sia come registrazione storica sia come elaborazione statistica, configurandosi di fatto quale punto di partenza fondamentale per la progettazione. Per quanto riguarda l analisi delle piogge si farà riferimento al più recente studio commissionato dall Ing. Mariano Carraro, Commissario Delegato per l emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito parte del territorio della Regione del Veneto nel giorno 26 settembre 2007 mentre per quanto riguarda l analisi delle maree si è fatto riferimento a quanto messo a disposizione dall Ufficio Idrografico del Magistrato alle Acque di Venezia. I contenuti di quanto riportato nel presente capitolo pertanto non costituiscono elaborazioni autonome ma legittime citazioni di studi/documenti terzi. 3.1 Il regime pluviometrico. Come anticipato le analisi a seguire sono il risultato di uno studio commissionato dall Ing. Mariano Carraro che nasce dall esigenza di individuare delle curve segnalatrici di possibilità pluviometrica di riferimento per l area nelle province di Venezia, Padova e Treviso colpite dalle avversità atmosferiche del settembre del Si fa quindi riferimento allo studio Analisi regionalizzata delle precipitazioni per l individuazione di curve segnalatrici di possibilità pluviometrica di riferimento condotto da NORDEST INGEGNERIA S.R.L. (alcuni brani delle relazioni tecniche vengono riportati in toto per rendere maggiormente comprensibile la procedura computazionale che è stata seguita) per conto del Commissario, e da quest ultimo resi disponibili gratuitamente ai fini dell impiego di parametri univoci all interno di qualsivoglia studio idrologico/idraulico che riguardi le Province coinvolte. 5
7 3.1.1 Scelta della rete di misura. I dati disponibili per un analisi pluviometrica nel territorio veneto derivano da due reti di misura: alla rete storica del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale (SIMN), avviata nei primi decenni del 900, si è infatti affiancata alla fine degli anni 80 la rete regionale del Centro Sperimentale per l Idrologia e la Meteorologia di Teolo (ora Centro Meteorologico di Teolo CMT) dell Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV). Le due reti sono differenti per collocazione delle stazioni, per strumentazione e per periodi di misura. Nello studio citato si è optato di utilizzare i dati del CMT, alla luce delle seguenti considerazioni: la rete CMT misura dati dalla fine degli anni 90 ad oggi, mentre i dati del SIMN sono stati pubblicati in forma cartacea solo fino al 1996; le durate di maggior interesse sono quelle fino a 24 ore, vista la tipologia di opere da dimensionare e le caratteristiche dei bacini idraulici: in tale intervallo i dati SIMN sono affidabili solo nei massimi annuali per 1, 3, 6, 12 e 24 ore consecutive, mentre le informazioni del CMT sono aggregati su una scansione minima di 5 minuti e consentono pertanto una ricognizione affidabile dei valori di precipitazione anche per eventi brevi ed intensi; tra una serie di dati più lunga, quella SIMN, ma priva degli ultimi anni, e una serie di dati breve ma aggiornata, quella CMT, la seconda appare preferibile, anche alla luce dei ripetuti eventi calamitosi odierni e delle evidenze di un cambiamento climatico in atto. Per ogni stazione sono stati considerati i valori massimi annui misurati su intervalli temporali di 5, 10, 15, 30 e 45 minuti consecutivi e di 3, 6, 12 e 24 ore consecutive. I valori sono stati forniti dal CMT a partire da serie validate, eliminando i valori relativi ad eventuali anni in cui il funzionamento della strumentazione fosse stato inferiore al 95% del totale teorico di oltre letture annue ogni 5 minuti. 6
8 3.1.2 Analisi regionalizzata delle precipitazioni. Breve riassunto. Lo scopo di un analisi pluviometrica consiste nel determinare una stima dell altezza di pioggia puntuale h(t) di durata d ed assegnato tempo di ritorno T. Il tempo di ritorno è definito come l intervallo temporale entro cui una certa altezza di precipitazione viene eguagliata o superata mediamente una volta e misura quindi il grado di rarità di un evento. La stima h(d,t) viene generalmente espressa da curve segnalatrici di possibilità pluviometrica, che per vari parametri T di riferimento (per esempio 2, 5, 10, 20, 50, 100, 200 anni) esprimono la precipitazione attesa h t (d) in funzione della durata d. Di norma, la stima delle altezze di precipitazione avviene mediante regolarizzazione statistica, individuando cioè una distribuzione teorica di probabilità che bene si accorda con i valori osservati. A tal proposito, la letteratura statistica ha sviluppato una varietà di metodi per la scelta della distribuzione più idonea alle differenti tipologie di dato e per l inferenza dei parametri di una distribuzione a partire da un campione di misure. Il metodo che si è deciso di adottare, in quanto le applicazioni ne confermano la migliore efficienza, consiste nel metodo cosiddetto GEV. In questa sede si omette la trattazione matematica del metodo di calcolo e delle tecniche di interpolazione spaziale della grandezza indice e si introducono direttamente i risultati dello studio Analisi regionalizzata delle precipitazioni per l individuazione di curve segnalatrici di possibilità pluviometrica di riferimento condotto da NORDEST INGEGNERIA S.R.L. ovvero i parametri delle curve segnalatrici di possibilità pluviometrica. Individuate le altezze di pioggia attese per ciascuna delle durate considerate è necessario elaborare le curve segnalatrici di possibilità pluviometrica, cioè le formule che esprimono la precipitazione h in funzione della durata t. Le formule più diffuse in letteratura sono le seguenti: (1) h a t b c t (2) h a t n caratterizzate rispettivamente da 3 o 2 parametri che devono essere ottenuti per taratura. La formula (2) non consente una buona interpolazione dei dati per tutte le durate considerate: è bene pertanto riferirsi di norma all espressione (1) con tre parametri. 7
9 3.1.3 Curve segnalatrici a tre e a due parametri per sottoaree omogenee. Le curve segnalatrici possono essere calcolate con riferimento ad una singola stazione, oppure, come in questa sede, per sottoaree omogenee. A tale scopo, NORDEST INGEGNERIA S.R.L. ha effettuato un indagine delle medie dei massimi annuali mediante metodologie matematiche che producono dei raggruppamenti ottimi di una serie di osservazioni (dette tecniche di cluster analysis), in modo tale che ciascun gruppo risulti omogeneo al proprio interno e distinto dagli altri. I risultati hanno evidenziato che si delineano 3 macrogruppi, uno relativo all area nordorientale, uno relativo alla zona sud-occidentale e uno costituito da due sottozone: l area costiera e lagunare da lesolo a Chioggia e l entroterra cittadellese. Una volta individuati i macrogruppi, le curve segnalatrici sono state calcolate valutando per ciascuna durata la media dei massimi di precipitazione delle stazioni del gruppo, calcolando poi le altezze di precipitazione per i vari tempi di ritorno e per le varie durate e producendo infine la stima dei parametri a, b e c per ottimizzazione numerica. Si ricorda che nell applicazione della curva segnalatrice h a t b t c i tempi t devono essere espressi in minuti e il risultato è restituito in millimetri. Per un applicazione univoca dei risultati del presente studio, si è ritenuto utile assegnare ciascun comune a una specifica zona omogenea tra quelle precedentemente individuate. Tale attribuzione deve essere effettuata tenendo conto delle caratteristiche geografiche, idrografiche e amministrative di ciascun territorio comunale. Il criterio oggettivo qui proposto prevede l utilizzo dei cosiddetti topoieti, o poligoni di Thiessen. 8
10 Figura 2. Possibile ripartizione dei comuni tra le quattro zone omogenee individuate dall ipotesi B. L area oggetto di studio si inserisce quindi nella zona omogenea Sud Est - zona costiera e lagunare e nell ipotesi B (Mira appartenente al raggruppamento costiero lagunare) le Stazioni a cui si è fatto riferimento per l individuazione di curve segnalatrici di possibilità pluviometrica sono: Sant Anna di Chioggia (CH), lesolo (IE), Mestre (ME), Mogliano Veneto (OG), Valle Averto (VV), Mira (MM). 9
11 Figura 3. Curve segnalatrici a tre parametri 10
12 Si riportano di seguito anche le curve segnalatrici a due parametri afferenti all analisi consultabile gratuitamente in rete, fornita dalla Struttura Commissariale per l emergenza concernente gli eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito parte del territorio della Regione del Veneto nel giorno 26 settembre L equazione di riferimento è del tipo: h a t n I dati ottenuti dall analisi probabilistica esposta non possono essere interpolati adeguatamente da una curva a due parametri per l intero range di durate da 5 minuti a 24 ore. E opportuno invece individuare intervalli più ristretti di durate, entro i quali la formula bene approssimi i valori ottenuti con la regolarizzazione regionale. Di seguito pertanto si riportano i parametri delle curve segnalatrici tarate su intervalli di cinque dati, per i vari tempi di ritorno. Il parametro indica l errore medio relativo dell approssimazione. I tempi t devono essere espressi in minuti. Il risultato è in millimetri. Lo ietogramma utilizzato nei calcoli per la verifica del reticolo fognario esistente è lo ietogramma rettangolare, generalmente il più usato nei calcoli di dimensionamento e verifica di reti di fognatura bianca. La tabella seguente riporta infine per varie durate di pioggia l altezza di precipitazione totale in millimetri e l intensità di pioggia espressa in millimetri all ora calcolate secondo gli ietogrammi rettangolari dei quali, a titolo esemplificativo, ne vengono riportati tre nella figura seguente. 11
13 Tabella 1. Altezza di precipitazione totale e intensità di pioggia espresse rispettivamente in millimetri e millimetri all ora per varie durate di pioggia, per la zona omogenea SE. TEMPO DI PIOGGIA ALTEZZA DI PRECIPITAZIONE INTENSITA' minuti millimetri millimetri/ora 5 17, , , , , , , , ,60 35 Figura 4. Ietogrammi rettangolari relativi a piogge di durata rispettivamente di 180, 60 e30 minuti caratterizzate da un tempo di ritorno di 50 anni, per la zona omogenea SE. 12
14 3.2 I livelli di marea La misurazione del livello medio marino è sempre stata di enorme importanza per l Ufficio Idrografico del Magistrato alle Acque di Venezia; il punto di riferimento di tale misurazione mareografica è sempre stato, la stazione di Punta della Salute in Canale della Giudecca (dal 1923) denominato ZMPS. Figura 5. Misuratore del livello di marea La misura dei livelli di marea venne riferita al livello medio del mare del 1897; il mantenimento di questa origine ha permesso di svincolare le misure del livello marino dai movimenti relativi del suolo veneziano rispetto alla posizione media della superficie marina che dal 1897 ad oggi, si è elevata per l effetto combinato dei fenomeni di eustatismo e subsidenza. Lo zero della rete altimetrica dello Stato coincide con il l.m.m. del 1942 dedotto dal mareografo di Genova; esso è stato riportato nel 1968 tramite livellazione da Conegliano Veneto (TV) a Venezia ad opera del Comitato Interministeriale per la difesa di Venezia e rispetto allo zero del caposaldo mareografico di Punta della Salute risultò più alto di 23,56 cm. La convenzione vuole che sia denominata Acqua alta il fenomeno per cui il livello del mare supera a Venezia il valore di 80 cm sopra lo zero mareografico di Punta della Salute; quando esso supera il valore di 110 cm viene definito alta marea eccezionale. L onda di marea è influenzata dalle componenti contingenti (astronomica e meteorologica). L innalzamento del livello marino dalle componenti non contingenti (subsidenza, variazioni climatiche). 13
15 3.2.1 La marea astronomica e la marea meteorologica La marea astronomica è causata dall attrazione gravitazionale che i corpi celesti principalmente Luna e Sole, esercitano sulla massa d acqua. La marea astronomica descrive una curva tipicamente semidiurna con due massimi e due minimi nelle 24 ore. La massima ampiezza, coincide anche con la massima regolarità di marea (maree sizigiali). Sulla base di questa scomposizione, il massimo contributo positivo rispetto allo ZMPS dovuto alla componente astronomica a Venezia è di 80 cm. La componente meteorologica della marea è dovuta principalmente a gradienti di pressione e alle caratteristiche del vento durante una perturbazione. Nel bacino dell Adriatico la direzione e l intensità del vento di Scirocco (longitudinale lungo l Adriatico con direzione sud-est ) determinano un accumulo di massa acquea e un conseguente innalzamento della superficie liquida nella parte nord di questo mare. Questa condizione è favorita dal fetch (lunghezza libera dello sviluppo di una perturbazione) su cui insiste questo vento dominante. Si ritiene utile menzionare che per quanto riguarda le perturbazioni da vento di Bora (direzione nord-est), seppure le intensità di questo vento dominante siano più elevate rispetto al vento di Scirocco, la perturbazione risulta limitata dal ridotto fetch e quindi il sovralzo liquido della Laguna Veneziana risulta minore rispetto a quello dovuto a Scirocco. Un fenomeno particolare è quello della bora scura e si realizza nell associazione alla bora sull alto Adriatico, dello scirocco sul basso e medio Adriatico. Questa associazione di venti può dar luogo ad una scontratura o convergenza di correnti marine provocate dallo stress sul mare di venti da NE (bora) e da SE (scirocco) che provoca innalzamenti del mare non trascurabili (il terzo massimo storico di 158 cm 01/02/1986 sullo ZMPS). Le condizioni peggiori per l insorgere di maree meteorologiche si instaurano in autunno ed in inverno per il passaggio di perturbazioni atlantiche che entrano nel mediterraneo e scavano minimi depressionari sull Alto Adriatico Variazioni del livello marino dovute a subsidenza ed eustatismo La riduzione dell elevazione del territorio lagunare rispetto al medio mare, rappresenta uno dei principali problemi della Laguna di Venezia da decenni. 14
16 Questa riduzione è il risultato di diverse cause, riportate brevemente di seguito: - Subsidenza naturale: provocata non solo dallo spontaneo costipamento (diminuzione di volume) dei sedimenti incoerenti (in particolare limi, argille e torbe) causato dal peso di quelli sovrastanti, ma anche dai movimenti del substrato roccioso; - Subsidenza antropica: legata ad una concomitanza di cause quali l emungimento d acqua a scala locale per uso agricolo e potabile e la salinizzazione dei sedimenti per intrusione salina negli acquiferi; - Variazioni climatiche (Eustatismo): variazione del livello medio marino provocato dall espansione termica dei mari, scioglimento della massa d acqua allo stato solido dovuto alle emissioni di gas serra ecc Storiografia degli eventi di marea ed innalzamento del livello medio marino La serie delle osservazioni dei livelli di marea a Venezia, si estende con continuità per 134 anni ( ) e rappresenta una delle più lunghe serie mareografiche nel Mediterraneo. L Ufficio Idrografico, oggi APAT - Servizio Laguna di Venezia, aggiorna sistematicamente le elaborazioni sul livello medio marino annuale proponendo di volta in volta analisi e confronti di particolare interesse per la salvaguardia della città e della sua laguna. A partire dalle osservazioni giornaliere di marea, l APAT calcola, per ogni mese dell anno, le medie decadali quali medie dei livelli massimi e minimi osservati nel corso della decade secondo la seguente formulazione: dove h1, h2, hn rappresentano le altezze massime e minime di marea registrate durante la decade di riferimento. La media mensile viene poi calcolata quale media pesata delle tre decadi del mese corrispondente e, infine, la media annuale del livello della marea viene a sua volta calcolata anch essa come la media pesata dei livelli medi mensili assumendo come peso il numero dei giorni del mese cui ciascun valore appartiene. Non si commettono errori apprezzabili se si assumono coincidenti il livello medio annuale della marea e il livello medio marino annuale (IOC-UNESCO, 1985). La Tabella 2 riporta i valori in centimetri del livello medio marino annuale calcolato per Venezia secondo la procedura innanzi descritta. 15
17 La tabella riporta inoltre le medie per decenni interi calcolate come media dei valori medi annuali. Dai dati contenuti in tabella si possono fare le seguenti osservazioni: - Il livello medio marino nel periodo di osservazione ha subito un marcato innalzamento. - La crescita di tale livello non è stata uniforme nel tempo ma è risultata più marcata durante gli anni 50 e 60 del secolo scorso, a causa dell estrazione di acque per uso industriale dalle falde sotterranee a ridosso della cinta peri-lagunare che ha accentuato la subsidenza. Tabella 2. Livello medio marino annuale calcolato per Venezia - A partire dal 2000 i valori sono tornati a crescere evidenziando estremali di 177,9 cm e 178,6 cm mai raggiunti in precedenza. 16
18 - La differenza di livello medio marino calcolato rispetto allo ZMPS nei 134 anni di osservazione è risultata di 37,8 cm. Il 4 novembre 1966, giorno tristemente noto per le alluvioni in molte città del centro-nord Italia, fu una data storica anche per Venezia, in quanto si verificò la più elevata acqua alta mai registrata da quando iniziarono le rilevazioni sistematiche. I fortissimi venti sciroccali (registrate raffiche di 52 nodi a Tessera e 58 a Brindisi e una caduta di pressione di 30 hpa in 48 ore sulla laguna veneta comportarono un contributo meteorologico rilevantissimo. A questo si aggiunse una disastrosa mareggiata che comportò lo sfondamento in più punti dei murazzi (opera di difesa che delimita la laguna dal mare). Si ebbe quindi anche una notevole persistenza dell'acqua alta, con la marea che stette 22 ore sopra quota 110 cm e circa 40 ore sopra i 50 cm. Il contributo meteorologico fu impressionante: 185 cm. Il massimo coincise con una marea astronomica di soli 9 cm; altrimenti si sarebbero potuti raggiungere livelli ancor più elevati. La marea raggiunse alle ore 1:30 del 4 novembre quota +127 cm. I fortissimi venti di scirocco impedirono il deflusso, cosicché la minima successiva fu di 116 cm. Alle ore 18:00 si raggiunsero al mareografo di Punta della Salute i 194 cm, il più alto valore mai registrato. Ingentissimi furono i danni, con gran parte della città che si ritrovò con telefoni, energia elettrica e gas fuori uso. Sui litorali la mareggiata causò inondazioni e gravissimi danni. Conseguenze peggiori furono evitate dalla rotazione del vento nella serata, che consentì il deflusso dell'acqua e attenuò la mareggiata. 17
19 Tabella 3. Eventi massimi di marea registrati dall Ufficio Idrografico del Magistrato alle Acque di Venezia Il MO.S.E. (acronimo di MOdulo Sperimentale Elettromeccanico) è un'opera, in corso di realizzazione, consistente in un sistema integrato di opere di difesa costituito da schiere di paratoie mobili a scomparsa in grado di isolare la laguna di Venezia dal Mare Adriatico durante gli eventi di alta marea superiori ad una quota concordata (110 cm) e fino ad un massimo di 3 metri. Queste opere, insieme ad altre complementari come il rafforzamento dei litorali, il rialzo di rive e pavimentazioni e la riqualificazione della laguna, dovrebbero provvedere alla difesa della città di Venezia da eventi estremi come le alluvioni e dal degrado morfologico, per il quale la laguna sta progressivamente cedendo al mare ed il livello del suolo si sta abbassando. L'opera è stata avviata nel 2003 e dovrebbe quindi limitare l altezza di marea a 1,1 m sullo ZMPS grazie al sollevamento delle paratoie che verranno realizzate alle bocche di Lido, Malamocco e Chioggia. 18
20 4 Descrizione dello stato di fatto. Il complesso industriale dell ex Cotonificio Veneziano nacque nel A ridosso dello stabilimento, ma completamente distinti dai settori di produzione, si trovano i magazzini e depositi. Il sistema del reticolo fognario si divide in due ambiti distinti: uno afferente al Cubo, e uno al Parallelepipedo. Entrambi si ricongiungono nella stessa vasca di depurazione posta sotto il manto erboso posto al centro dell area oggetto di studio e da li convogliano verso il canale di scolo che porta su Rio San Nicolò. Risulta chiaro che in vista del nuovo progetto, in virtù dell aumento di utenze e soprattutto delle demolizioni e ricostruzioni previste, l intero sistema verrà sostituito integralmente, rivedendo quindi percorsi e dislocamento delle vasche di depurazione. Di seguito si riporta la descrizione del reticolo fognario esistente concentrandosi maggiormente sulla rete per lo smaltimento delle acque bianche. 4.1 Acque bianche Come premessa, si specifica che è stato preso a riferimento per la descrizione della rete fognaria esistente di seguito riportata, il rilievo del reticolo fognario in Venezia S. Marta Università Ca Foscari Chimica redatto da In.T.Ec. s.r.l. nel La rete di raccolta delle acque meteoriche pare essere efficiente ed in buone condizioni e recapita direttamente nel cunicolo corrispondente ad un vecchio Rio tombinato. Tale cunicolo scorre al di sotto sia dell edificio oggetto di progetto, in corrispondenza della sua metà, sia dell attiguo fabbricato dello IUAV confluendo poi nel rio de San Nicolò di fronte la Fondamenta dei Bari. Il cunicolo attraverso cui avviene lo scarico risulta essere efficiente ed in discreto stato o quanto meno tale da non richiedere interventi di pulizia urgenti considerando anche la complessità di un intervento di tale natura. 19
21 Figura 6. Pozzetto in corrispondenza del cunicolo fognario di scarico nel Rio S. Nicolò. 20
22 Figura 7 Rio S. Nicolò ove scarica la rete di raccolta delle acque meteoriche afferente all edificio di progetto. Al succitato pozzetto giungono quindi tutte le acque meteoriche raccolte sia dal percorso pedonale sia dai pluviali come rappresentato nello schema riportato di seguito. Dai tetti Dai tetti C A Calle mezzo D Cunicolo di scarico B Calle est Figura 8. Reticolo fognario esistente. Rilievo del E possibile infatti schematizzare la rete in due tratti paralleli che convergono verso la metà dell edificio dove si colloca, come anticipato lo scarico in Laguna. 21
23 Figura 9. Reticolo fognario esistente, dettaglio delle linee A e B (calle est). Per comodità di descrizione si denominano le linee A, B, C e D rispettivamente distinguendole, seguendo la schematizzazione del rilievo del 2002, in appartenenti alla calle est e alla calle mezzo. Figura 10. Reticolo fognario esistente, percorso pedonale (calle mezzo). 22
24 Dall analisi del rilievo del reticolo fognario si ricava che tutte e quattro le linee principali sono costituite da 200 in p.e. salvo la linea A in calle est costituita da un 200 in p.v.c. Si sono studiati rispettivamente: per la linea A il tratto (da valle verso monte) che va dal pozzetto al Tratto di 60 m circa; per la linea B il tratto (da valle verso monte) che va dal pozzetto al Tratto di 57 m circa; per la linea C il tratto (da valle verso monte) che va dal pozzetto al Tratto di 101 m circa; per la linea D il tratto (da valle verso monte) che va dal pozzetto al Tratto di 36 m circa. La pendenza delle suddette linee non appare regolare infatti si hanno pendenze variabili da pozzetto a pozzetto che vanno da tratti quasi in piano o 0,1% fino a tratti dell ordine dell 1%. Tuttavia è stato possibile desumere prendendo il dislivello da monte a valle rispettivamente per la linea A una pendenza media del 0,4%, per la linea B una pendenza media del 0,2%, per la linea C una pendenza media del 0,5% e per la linea D una pendenza media del 0,7%. Per i diametri rilevati e con le pendenze calcolate le linee sono in grado di smaltire a moto uniforme con un grado di riempimento pari al 95% ed un coefficiente di scabrezza di Strickler pari a 100 m^(1/3),s un deflusso di circa 29 l/s per la linea A, 20,5 l/s per la linea B, 32 l/s per la linea C e 38 l/s per la linea D. A completamento di quanto descritto, si riporta una breve documentazione fotografica dello stato di fatto della linea acque bianche. 23
25 Cunicolo di scarico Figura 11. Reticolo fognario esistente, percorso pedonale e posizione del cunicolo di scarico. Figura 12. Dettaglio del pozzetto del cunicolo di scarico. 24
26 Cunicolo di scarico Figura 13. Reticolo fognario esistente, percorso pedonale (calle est). Figura 14. Reticolo fognario esistente, percorso pedonale (calle est). 25
27 Figura 15. Reticolo fognario esistente, dettaglio dei pluviali esistenti. Figura 16. Facciata est, percorso pedonale di proprietà IUAV. 26
28 4.2 Acque nere Le acque nere afferenti all edificio Parallelepipedo vengono trattate da un sistema di vasche di depurazione prima di essere scaricate in Laguna. All interno del cunicolo, di cui si è parlato al paragrafo precedente, confluiscono pertanto anche le acque in uscita dalle vasche di trattamento, quindi le acque di fognatura nera dopo essere state trattate dal sistema a fanghi attivi. Su una delle quattro vasche esistenti vengono recapitate le acque raccolte dai laboratori che vengono quindi stoccate per essere smaltite come rifiuto speciale senza subire alcun trattamento. Le vasche sono collocate al di sotto dell area a giardino e la depurazione avviene per mezzo di fanghi attivi ovvero attraverso processi batterici di nutrimento dei composti organici accelerato da un sistema a soffiante che accelera la depurazione fornendo loro maggior ossigeno. Figura 17. Vasche di depurazione delle acque nere. A differenza della linea acque bianche, sono state segnalate contropendenze e problemi di inefficienza della rete di acque nere, che pertanto verrà riprogettata cercando di dare la maggiore pendenza possibile compatibilmente alla quota di ingresso in vasca di depurazione. La nuova linea di fognatura nera, visto che nell edificio di progetto sono previste delle cucine (2 fuochi ed un lavello), dovrà prevedere anche delle vasche condensa grassi che sono necessarie inoltre per non inficiare il sistema di depurazione. 27
29 5 Descrizione degli interventi di progetto. Il progetto prevede la realizzazione di 478 posti alloggio che, sommati ai 136 già previsti dal progetto definitivo per l edificio denominato Parallelepipedo, ammontano ad un totale di 614 posti alloggio. E prevista la realizzazione di mini alloggi comprensivi di un bagno interno e una minicucina elettrica per poter garantire la possibilità di potersi preparare personalmente dei pasti senza dover ricorrere sempre a strutture esterne. E evidente che, data la nuova disposizione volumetrica del progetto, sarà redatta una nuova definizione del sistema fognario, un nuovo dimensionamento delle vasche di depurazione che sarà determinato nelle successive fasi di progetto. Il progetto prevede di limitare il più possibile l uso di pavimentazioni non drenanti in modo da ridurre la portata delle acque meteoriche agli scarichi ed in aggiunta è previsto il recupero delle acque piovane per lo scarico dei WC in modo da diminuire il consumo di acqua. Pertanto parte delle acque meteoriche verrà raccolto e riutilizzato, mediante una vasca di accumulo e rilancio. Per tale ragione la rete delle bianche dovrà essere intercettata prima dello scarico e convogliata in tale vasca; ciò è un altro fattore che andrà a favorire un minor contributo delle acque meteoriche allo scarico. Per quanto riguarda la problematica dei livelli di marea la zona risulta essere ad una quota altimetrica sufficiente a scongiurare l ingresso dell acqua in caso di maree eccezionali; tale affermazione poi acquista maggior forza considerando i livelli di marea che si instaureranno con il MOSE in funzione. 28
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