COMUNE DI LAURIANO. VARIANTE GENERALE e DI ADEGUAMENTO al PTC della Provincia di Torino

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1 COMUNE DI LAURIANO REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI TORINO VARIANTE GENERALE e DI ADEGUAMENTO al PTC della Provincia di Torino VARIANTE n. 7 AL PRG VIGENTE approvato con DGR n del 18 /12 /2000 quale Variante al Piano Regolatore Generale Intercomunale (PRGI) ALL. 9G - Relazione illustrante le indagini e le rappresentazioni cartografiche riguardanti le caratteristiche geomorfologiche ed idrogeologiche del territorio GEOLOGO INCARICATO Dott. Geol. Michelangelo DI GIOIA Via Pietrino Belli TORINO Tel michelangelodigioia@fastwebnet.it COLLABORATORE Dott. Geol. MARCO BALESTRO Via I Maggio CIRIE Tel marco.balestro@gmail.com URBANISTI INCARICATI Arch. Flavia BIANCHI Arch. Claudio MALACRINO Studio Tecnico Associato SEDE LEGALE: Via Principi d'acaja, TORINO P.IVA Il Sindaco SEDI OPERATIVE: B&M Architetti Associati Via Principi d'acaja, TORINO Tel./fax Collettivo di Architettura Via S. F.sco da Paola, TORINO Tel./fax tin.it Il Responsabile del Procedimento Il Segretario Comunale Giugno 2010

2 1 PREMESSA 1.1 GENERALITÀ La presente relazione espone i risultati dello studio condotto per l aggiornamento degli elaborati geologici, nell ambito della variante generale di adeguamento al PTC della Provincia di Torino. L indagine è stata volta ad approfondire il livello di conoscenza dei fattori geologici (processi geomorfologici e di dinamica fluviale, assetto litostratigrafico, caratteristiche geoidrologiche e idrogeologiche ecc.) che connotano il territorio comunale. Alla definizione del quadro conoscitivo e all elaborazione del documento di sintesi che fornisce le prescrizioni per l utilizzazione urbanistica del territorio sotto il profilo geologico-ambientale, si è pervenuti attraverso: - l esame della documentazione geologico-tecnica allegata al vigente Piano Regolatore Generale Intercomunale; - l esame degli studi geologici puntuali eseguiti per interventi di edilizia pubblica e privata; - un analisi aerofotogeologica condotta su foto aeree recenti. Tutti gli elementi rilevati con la fotointerpretazione sono stati in un secondo tempo verificati e calibrati con rilievi di campo ; - la consultazione delle carte tematiche elaborate a cura della Banca Dati Geologica Regionale, nonché dei dati forniti dalla stessa Struttura e riguardanti le Informazioni residenti nell archivio Processi-Effetti, relativamente al territorio comunale, e la recente cartografia IFFI. Sia durante lo sviluppo delle indagini, sia nella redazione degli elaborati tematici (cartografie di analisi e di sintesi) si è fatto costante riferimento alla normativa regionale che regola la materia, che qui si richiama : - L.R. 5/12/77 n. 56 : Tutela ed uso del suolo e s.m.i. ; - Circolare del P.G.R. n 7/LAP del 6/5/1996 avente all oggetto: L.R. 5/12/77 n 56 e s.m.i.. Specifiche tecniche per l elaborazione degli studi geologici a supporto degli strumenti urbanistici e successiva Nota Tecnica Esplicativa del Dicembre 1999; - Deliberazione della Giunta Regionale 15 luglio 2002 n : Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI). Deliberazione del Comitato Istituzionale dell Autorità di Bacino del Fiume Po in data 26 aprile 2001, approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 24 maggio Indirizzi per l attuazione del PAI nel settore urbanistico. Gli elaborati di sintesi, che riportano la pericolosità geologica del territorio comunale e la sua idoneità all utilizzazione urbanistica, sono stati redatti in conformità a quanto prescritto nella citata Circolare 7/LAP. Ha collaborato allo studio il Dott. Geol. Marco Balestro. 1

3 1.2 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO Il territorio comunale di Lauriano ha un estensione globale di kmq, e confina con : Verolengo (TO) a N, Monteu da Po (TO) a E, Cavagnolo (TO) a SE, Tonengo (AT) a S, Casalborgone (TO) a SW, San Sebastiano da Po a W. Analogamente ad altri comuni che si affacciano sul margine collinare del Monferrato, Lauriano comprende due settori morfologici distinti e soggetti a differenti tipologie di dissesto idrogeologico: - il settore di pianura, localizzato nella porzione settentrionale dell ambito comunale, risulta caratterizzato da una morfologia pianeggiante o debolmente ondulata per la presenza di terrazzi legati alla dinamica fluviale del Po, e soggetto parzialmente a fenomeni di allagamento in occasione delle piene più gravose; - il settore collinare, che costituisce la maggior parte di territorio, presenta viceversa la morfologia tipica dei rilievi collinari del Monferrato, caratterizzata da una serie di dorsali e crinali, separate da valli più o meno incise, con versanti ad acclività variabile. E interessato da numerosi dissesti gravitativi dovuti principalmente alle scadenti proprietà geotecniche dei litotipi argillosi ivi presenti. Il settore di pianura risulta caratterizzato in prevalenza da depositi alluvionali quaternari olocenici, costituiti prevalentemente da ghiaie sabbiose localmente intercalate a lenti sabbioso-limose. Sono presenti altresì termini più fini, essenzialmente limosi, legati alle fasi di deposizione da parte dei rii collinari. I rilievi collinari sono invece rappresentati da litotipi terziari con termini variabili da argille scagliose ad alternanze di marne e arenarie calcaree. Diffusi un po ovunque, ed in particolare nelle fasce che raccordano i fondovalle principali con i pendii collinari, si trovano estesi affioramenti di depositi eluviocolluviali costituiti prevalentemente da terreni argilloso-limosi. La rete idrografica di superficie oltre che dal Fiume Po è costituita dal Torrente Leona, che interessa il territorio comunale solo per il tratto immediatamente a monte della confluenza nel Po, il Rio Abramo (denominato anche Rio Grosso e Rio Grande) e il Rio del Piano defluenti attraverso il concentrico abitato di Lauriano, nonché il Rio Novarese che segna il confine sud-occidentale del Comune. E presente anche un canale artificiale (Canale Gazzelli). 2

4 2 CARTA GEOLOGICO-STRUTTURALE (TAV. 1G) Dal punto di vista geologico strutturale il territorio di Lauriano si colloca nel Monferrato Occidentale, ovvero nel dominio strutturale che rappresenta la zona di congiunzione del sistema Collina di Torino - Monferrato (Figg. 2.1 e 2.2, tratte da Piana e Polino, 1995). Fig. 2.1 Fig

5 La Carta geologico-strutturale è stata elaborata riportando integralmente sulla C.T.R. in scala 1: limiti e distinzioni dei più recenti fogli geologici a disposizione. Si è fatto riferimento in particolare al Foglio 157 Trino in scala 1: pubblicato dall APAT (Agenzia per la Protezione dell Ambiente e per i Servizi Tecnici) e al Foglio 156 Torino Est tratto on-line dal sito internet dell APAT. I fogli citati rappresentano i più recenti aggiornamenti della Carta Geologica d Italia alla scala 1: Il Foglio 156 alla data attuale non è stato peraltro ancora pubblicato in forma cartacea. 3 CARTA LITOTECNICA (TAV. 2G) La carta litotecnica è stata elaborata sulla base delle distinzioni indicate nella carta geologico-strutturale e accorpando le formazioni con simili caratteristiche litotecniche. La descrizione di tali caratteristiche tiene anche conto di osservazioni effettuate direttamente su affioramenti temporanei (scavi per la realizzazione di fabbricati, in particolare nel settore di pianura). Sono brevemente descritte anche le caratteristiche litotecniche delle coltri di copertura dei litotipi del substrato. Le coltri sono diffuse un po ovunque nel settore collinare; in alcuni casi raggiungono spessore metrico. Si tratta quasi sempre di terreni limoso-argillosi a consistenza da bassa a medio-bassa, con proprietà geotecniche scadenti o molto scadenti, generalmente soggette a fenomeni di dissesto gravitativo, che in alcuni casi raggiungono dimensioni considerevoli. 4 CARTA DELL ACCLIVITÀ (TAV. 3G) La carta è stata realizzata mediante elaborazione automatica del D.T.M. della Regione Piemonte, derivato dalla C.T.R. (1:10000), e con passo della maglia di 50x50 metri. Sono state adottate dieci classi di pendenza (da 0 a oltre 35 ) che sembrano ben rappresentare le peculiarità del territorio. Poiché il passo della griglia originaria è di 50x50 m, l elaborazione è caratterizzata da una imprecisione di fondo, specialmente nell evidenziare i settori fortemente acclivi ma di modesta estensione (che spesso non compaiono), o riguardo le numerose isole pianeggianti (perimetrazione imprecisa), pertanto l elaborato ha una valenza più che altro indicativa e di analisi generale del territorio. In questo caso la corrispondenza tra modello e territorio è da ritenersi comunque più che accettabile. A lato della carta sono rappresentati quattro modelli tridimensionali: due viste prospettiche, altimetria ed acclività, con punto di vista da NNE verso SSW. 4

6 5 CARTA DELL IDROGRAFIA ED IDROGEOLOGICA (TAV. 4G) La carta mette in evidenza i limiti dei vari bacini idrografici, relativi ai rii principali ed ai rii minori. Sono indicate anche quattro classi di permeabilità riferite a complessi litologici omogenei dal punto di vista della permeabilità. Si riportano inoltre i punti di misura della falda (pozzi, pozzetti geognostici, sondaggi) e le relative soggiacenze, riferite per quanto possibile al massimo livello misurato (per alcuni pozzi sono disponibili più misure) e a periodi di elevata alimentazione della falda (pozzetti geognostici). Sono state individuate tre classi di soggiacenza: maggiore di 4 m, tra 3 e 4 m e minore di 3 m. Come si osserva esiste un alto della superficie della falda immediatamente a Nord della ex S.S. 590, peraltro già evidenziato in un'altra carta idrogeologica redatta dallo scrivente negli anni 90. Il valore minimo di soggiacenza misurato è pari a 1.9 m nell ambito dello stabilimento Caseificio Pugliese-Conrado (attualmente l area è edificata per la presenza di un nuovo capannone). Nell area dello stabilimento Luxottica i vari dati indicano invece una soggiacenza variabile da 2.3 a 4.3 m. Non è semplice valutare la massima escursione della falda, in assenza di una serie di misure continuative. Si può comunque affermare, per i motivi sopraesposti, che la carta della soggiacenza prodotta può essere un valido riferimento per valutazioni di minima soggiacenza. Valutazioni di maggior dettaglio potranno essere effettuate nell ambito di progetti specifici. 6 CARTA S.I.C.O.D. (TAV. 5G) Il censimento delle opere idrauliche, richiesto dalla D.G.R. 15 Luglio 2002 n , è stato condotto secondo quanto specificato nel relativo manuale, sia per la compilazione del database, sia per la realizzazione della cartografia. Il database con l indicazione delle caratteristiche delle opere idrauliche e l archivio fotografico sono forniti in un CD allegato. In carta sono anche indicate le opere di consolidamento note per la sistemazione di dissesti nell ambito di territorio comunale. 7 CARTA GEOMORFOLOGICA E QUADRO DEL DISSESTO (TAVV. 6GA - NORD E 6GB SUD) Nella Carta geomorfologica e quadro del dissesto alla scala 1:5.000, sono rappresentati: gli elementi geomorfologici generali (quali il reticolo idrografico, gli orli di terrazzo, le tracce dei canali abbandonati, le nicchie di distacco e le contropendenze di origine gravitativa, i calanchi); gli elementi di dinamica fluviale connessi allo stato attuale dell alveo (configurazione dell alveo, delle sponde e delle barre fluviali, battute di 5

7 sponda, direzioni di deflusso e i principali depositi ghiaioso-sabbiosi fuori alveo); il limite delle aree inondate durante l evento del mese di novembre del 1994 e durante l evento dell ottobre 2000; il quadro del dissesto ai sensi della D.G.R. 15 luglio 2002 n , comprendente la classificazione delle frane e dei dissesti legati alla dinamica fluviale e torrentizia (areali e lineari). Ciascuna frana riporta una numerazione che fa riferimento alla scheda descrittiva. La carta è stata elaborata sulla base dei dati acquisiti mediante rilievi sul terreno e fotointerpretazione (volo Alluvione 2000 della regione Piemonte), integrati con le informazioni pre-esistenti, fra le quali: gli allegati geologici al PRG vigente Banca Dati Geologica della Regione Piemonte e dati disponibili sul WebGis l Inventario dei Fenomeni Franosi Italiani (I.F.F.I.) pubblicazioni scientifiche varie relazioni tecniche reperite presso l Ufficio Tecnico del Comune di Lauriano e/o precedentemente redatte dallo scrivente. Per quanto concerne il quadro del dissesto si precisa che: la perimetrazione delle frane tiene conto di tutti i dati disponibili: in molti casi la perimetrazione del dissesto rappresenta l inviluppo delle perimetrazioni dedotte sul terreno con quelle ipotizzate da foto aerea e quelle dell IFFI; in altri casi si è semplicemente fatto riferimento alla perimetrazione più cautelativa; le frane sono censite in base al meccanismo di movimento prevalente, ma, avendo riscontrato nella quasi totalità dei casi una componente di moto lento, tutti i dissesti sono indicati come attivi ; i fenomeni lineari lungo il reticolo idrografico minore sono stati censiti come fenomeni ad intensità media/moderata (EmL) e EbL (intensità elevata), in quei casi dove si osservano sulle sponde processi erosivi più intensi. Si sottolinea che i fenomeni di trasporto solido sono sempre di intensità media/moderata, non paragonabili a quelli osservabili ad esempio in ambiente alpino. Nella pagina seguente per completezza si riporta uno stralcio della carta PAI, tratta dall Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici - Delimitazione delle aree in dissesto. 6

8 Estratto dall Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici del PAI Delimitazione delle aree in dissesto. 7

9 8 CARTA DI SINTESI DELLA PERICOLOSITÀ GEOLOGICA E DELL IDONEITÀ ALL UTILIZZAZIONE URBANISTICA (TAVV. 7GA NORD E 7GB SUD) 8.1 PREMESSA In conformità alle specifiche tecniche di cui alla Circolare del Presidente della Giunta Regionale N 7 LAP del 6 Maggio 1996,, nonché alla relativa Nota Tecnica Esplicativa (Dicembre 1999), ed alla recente D.G.R. 15 Luglio 2002 n , contenente la Legenda Regionale della Carta del dissesto dei P.R.G.C. redatta in conformità alla Circolare P.G.R. N. 7/LAP/96 e successiva N.T.E./99, è stata redatta la Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dell idoneità urbanistica alla scala 1:10 000, relativamente all intero territorio comunale. L'elaborato consiste nella zonizzazione del territorio in aree a differente livello di pericolosità geologica (ovvero la valutazione in termini probabilistici dell'instabilità potenziale in funzione della tipologia, della quantità e della frequenza dei processi che vi si possono innescare), e di rischio geologico (ovvero della probabilità che un evento naturale si verifichi in modo da arrecare danno all'uomo e alle attività antropiche). 8.2 CLASSI DI PERICOLOSITÀ GEOLOGICA E DI IDONEITÀ ALL UTILIZZAZIONE URBANISTICA La consultazione dell'elaborato consente di individuare direttamente la propensione all'utilizzazione urbanistica di un'area qualsiasi del territorio comunale, secondo le tre classi di pericolosità geomorfologica (I, II e III) e alcune sottoclassi, alle quali corrispondono differenti livelli di idoneità all utilizzazione urbanistica. Nel caso specifico del Comune di Lauriano hanno quindi trovato applicazione le classi II, IIIb2, IIIb3, IIIb4. IIIa e III (indifferenziata). La classe IIIa è stata a sua volta suddivisa in tre sottoclassi: IIIa1 aree in frana, IIIa2 aree inondabili IIIa3 fasce di rispetto lungo il reticolo idrografico minore. L attribuzione di una porzione di territorio ad una determinata classe di rischio è il risultato dell analisi critica dell'insieme dei dati geologici, geomorfologici e idrogeologici. Di seguito sono descritti per ogni classe, il grado di pericolosità geologica, l idoneità all utilizzazione urbanistica, e gli aspetti prescrittivi: CLASSE II PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA: moderata. - Aree edificate ed inedificate ricadenti in pianura, nella zona del concentrico, nelle zone collinari di dorsale o a bassa acclività. IDONEITA ALL UTILIZZAZIONE URBANISTICA: porzioni di territorio nelle quali le condizioni di pericolosità geomorfologica possono essere agevolmente superate 8

10 attraverso l adozione ed il rispetto di modesti accorgimenti tecnici esplicitati a livello di norme di attuazione ispirate al D.M. 11/03/88 e realizzabili a livello di progetto esecutivo esclusivamente nell ambito del singolo lotto edificatorio o dell intorno significativo. Tali interventi non dovranno in alcun modo incidere negativamente sulle aree limitrofe, né condizionarne la propensione all edificabilità. ASPETTI PRESCRITTIVI: - Interventi di manutenzione e pulizia del reticolato idrografico minore. - Raccolta e adeguato smaltimento delle acque ricadenti all'interno del lotto o dell'intorno significativo, nel rispetto del reticolo di drenaggio superficiale esistente. - Monitoraggio dei settori di versante prossimi ai centri abitati, finalizzato all'individuazione dell'eventuale insorgenza di condizioni di potenziale dissesto. - Nel settore di pianura occorrerà verificare la quota di massima escursione della falda e ad essa riferirsi per la realizzazione dei locali interrati, che dovranno essere realizzati al di sopra di essa. Tutti gli interventi dovranno essere supportati da una relazione geotecnica basata su opportune indagini geognostiche in sito (ad esempio: pozzetti esplorativi, prove penetrometriche, sondaggi). - Per le zone collinari, nell ambito del singolo lotto si dovrà privilegiare per l edificazione la porzione a minor acclività generalmente prossima alla linea di dorsale. Le superfici ad acclività crescente che si raccordano al versante sottostante dovranno essere utilizzate preferibilmente come aree a verde o per opere minori che non prevedano sbancamenti e/o riporti significativi. Tutti gli interventi dovranno essere sopportati da una relazione geologica e geotecnica basata su specifiche indagini geognostiche, finalizzate in particolare alla verifica delle condizioni di stabilità dell insieme opera-pendio e alla corretta progettazione delle opere di fondazione. CLASSE IIIb (l.s.) PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA: elevata. - Settori edificati ricadenti in aree inondabili, nelle fasce P.A.I. e lungo il reticolo idrografico minore, o su versanti instabili o potenzialmente instabili. IDONEITA ALL UTILIZZAZIONE URBANISTICA: porzioni di territorio edificate e inedificate nelle quali gli elementi di pericolosità geologica e di rischio sono tali da imporre in ogni caso interventi di riassetto territoriale a tutela del patrimonio urbanistico esistente. In assenza di tali interventi di riassetto saranno consentite solo trasformazioni che non aumentino il carico antropico quali, a titolo di esempio, interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, risanamento conservativo, ecc.; per le opere di interesse pubblico non altrimenti localizzabili varrà quanto previsto all art. 31 della L.R. 56/77. Gli strumenti attuativi del riassetto idrogeologico e i Piani Comunali di Protezione Civile dovranno essere reciprocamente coerenti. 9

11 CLASSE IIIb2: a seguito della realizzazione delle opere di riassetto saranno possibili nuove edificazioni, ampliamenti o completamenti CLASSE IIIb3: a seguito della realizzazione delle opere di riassetto sarà possibile solo un modesto aumento del carico antropico. Da escludersi nuove unità abitative e completamenti. CLASSE IIIb4: anche a seguito della realizzazione di opere di sistemazione, indispensabili per la difesa dell esistente, non sarà possibile alcun incremento del carico antropico. ASPETTI PRESCRITTIVI: - Interventi di manutenzione e pulizia del reticolato idrografico minore. - Raccolta e adeguato smaltimento delle acque ricadenti all'interno del lotto o dell'intorno significativo, nel rispetto delle linee di impluvio esistenti. - Gli interventi di riassetto territoriale volti alla eliminazione o minimizzazione delle condizioni di rischio dovranno consistere in: sistemazioni idrauliche (adeguamento delle sezioni d alveo, opere di protezione spondale, ecc.); sistemazioni di versante (drenaggi superficiali o profondi, regolarizzazione, opere di sostegno, ecc.); monitoraggio finalizzato alla verifica del persistere delle condizioni di efficienza delle opere di sistemazione realizzate. - Per le aree in classe IIIb2 nell ambito di pianura a Nord della ex S.S. 590 occorrerà procedere alla realizzazione di un rilevato che consenta di sopraelevare la quota di appoggio dei manufatti fino a portarla al medesimo livello della S.S.. Interventi edificatori interrati, utilizzabili per attività varie che non prevedano la presenza continuativa di persone, sono consentiti, a condizione che siano realizzati al di sopra del livello di massima escursione della falda e che siano protetti dall ingressione delle acque di piena mediante la realizzazione di muri-argine, approfonditi in modo tale da evitare che le acque di esondazione possano essere soggette a fenomeni di sifonamento. - Per il settori in classe IIIb4 in località Piazzo è già in atto un sistema di monitoraggio finalizzato alla definizione delle caratteristiche dei dissesti, alla loro evoluzione e al grado di rischio a cui sono soggetti gli edifici presenti. Per il settore in classe IIIb4 posto più a Nord si proporrà la richiesta di un monitoraggio. Per le aree in classe IIIb4 sono da considerarsi prioritari gli interventi di riassetto. - Tutti gli interventi dovranno essere sopportati da una relazione geologica e geotecnica basata su specifiche indagini geognostiche, finalizzate in particolare alla verifica delle condizioni di stabilità dell insieme operapendio, alla definizione puntuale del rischio idraulico e alla corretta progettazione delle opere di fondazione. Si richiama il rispetto del D.M. 14/01/

12 Osservazioni e prescrizioni specifiche La scelta di proporre la sopraelevazione del piano campagna nell area posta ad Ovest della zona industriale deriva dalla necessità di migliorare le condizioni di deflusso delle eventuali acque di piena in fascia C del F. Po. La nuova configurazione geometrica, a realizzazione ultimata del rilevato e dell eventuale sistema arginale, consentirà di indirizzare le acque di piena in modo armonico verso la direttrice principale di deflusso, coincidente con la traccia di paleoalveo presente immediatamente a Nord. Si eviteranno quindi rigurgiti e ristagni idrici lungo il lato occidentale del rilevato attuale, sul quale sono presenti edifici industriali, che ha un andamento trasversale al deflusso idrico. Risulta evidente che l intervento di sopraelevazione deve avvenire in modo organico e unitario su tutta l area in riferimento ad un cronoprogramma degli interventi gestito e controllato dal Comune. A realizzazione avvenuta del rilevato la superficie dello stesso risulterà priva di rischi di inondazione e potrà essere utilizzata a fini urbanistici. In tale ambito di pianura, per i settori in classe IIIb2, è prevista la realizzazione di locali interrati, in quanto sussistono condizioni tali da consentirne l edificazione: trattandosi di aree dove risulta necessaria la soprelevazione del piano campagna, ne deriva che eventuali locali interrati sarebbero realizzati per buona parte all interno dei terreni che costituiscono il rilevato stesso. Sulla base di quanto rappresentato in Tav. 4G, in particolar modo delle classi di soggiacenza indicate, si prescrive di localizzare il piano di base dei locali interrati alla profondità massima di 1 m dal p.c. originario, in modo da mantenere condizioni di sicurezza rispetto al livello di massima escursione della falda. Per quanto riguarda il rischio di ingressione da parte delle acque di esondazione si prescrive di realizzare un muro argine di protezione, approfondito fino a eliminare il rischio di processi di sifonamento, e di impermeabilizzare tutti i muri perimetrali nonché la platea di base. Gli accessi ai locali interrati dovranno essere progettati in modo tale da impedire l ingressione delle acque di piena. I locali interrati dovranno infine essere adibiti ad esclusivo deposito, senza la collocazione di impianti tecnologici e senza permanenza continuativa di persone. E stata inserita la classe III indifferenziata per delimitare tutti i settori di versante che non sono interessati in modo evidente da fenomeni franosi, ma che sono classificabili come potenzialmente instabili. Per tali ambiti l analisi della semplice morfologia non consente di definire in modo univoco il grado di stabilità: la presenza o meno di condizioni geologiche in grado di determinare situazioni di dissesto può essere accertata solo attraverso studi specifici supportati da indagini geognostiche e geotecniche. Per tale motivo non si può escludere che all interno della Classe III (indifferenziata) esistano settori di limitata estensione con una pericolosità geologica di moderata entità. CLASSE IIIa (l.s.) la classe IIIa è stata suddivisa in tre sottoclassi: IIIa1 corrispondente alle aree in frana IIIa2 corrispondente alle aree inondabili IIIa3 corrispondente alle fasce di rispetto lungo il reticolo idrografico minore (settori inedificati). PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA: elevata. 11

13 - Settori inedificati ricadenti in aree in frana, inondabili, o nelle fasce di rispetto dei rii minori. IDONEITA ALL UTILIZZAZIONE URBANISTICA: porzioni di territorio inedificate che presentano caratteri geomorfologici o idrogeologici che le rendono inidonee a nuovi insediamenti (aree dissestate, in frana, potenzialmente dissestabili, aree alluvionabili da acque di esondazione ad elevata energia). Per le opere infrastrutturali di interesse pubblico non altrimenti vale quanto già indicato all art. 31 della L.R. 56/77. ASPETTI PRESCRITTIVI: - Per queste aree l uso agricolo dovrà prevedere il mantenimento dell efficienza delle linee di drenaggio esistenti, la manutenzione delle piste agricole specie in relazione al drenaggio e lo smaltimento delle acque meteoriche. - Per la salvaguardia dell equilibrio idrogeologico occorre: il rispetto delle linee di impluvio, il divieto di intubamento e il divieto di effettuare sbancamenti. CLASSE III ind.(indifferenziata) PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA: elevata (con possibili ambiti di modesta estensione a pericolosità moderata). - Aree potenzialmente instabili del settore collinare IDONEITA ALL UTILIZZAZIONE URBANISTICA: Porzioni di territorio inedificate che presentano caratteri geomorfologici o idrogeologici complessivamente analoghi alla Classe IIIa con locali aree prive di significative condizioni di instabilità, non individuabili allo stato attuale. Nell ambito di tali settori, l analisi di dettaglio necessaria ad identificare eventuali situazioni locali meno pericolose, potenzialmente attribuibili a classi meno condizionanti (Classe II o IIIb) può essere rinviata ad eventuali future varianti di piano, in relazione a significative esigenze di sviluppo urbanistico o di opere pubbliche, che dovranno essere supportate da studi geomorfologici di dettaglio adeguati. Sino ad ulteriori indagini di dettaglio, da sviluppare nell ambito di varianti future dello strumento urbanistico valgono tutte le limitazioni previste per la Classe IIIa. In tale classe è consentita la realizzazione di fabbricati ad uso agricolo a condizione che sia redatto uno specifico studio geologico-geotecnico che attesti la stabilità del settore di versante interessato e la compatibilità dell intervento con il locale assetto idrogeologico (vedi aspetti prescrittivi sottostanti). ASPETTI PRESCRITTIVI: - Nel caso di nuovi interventi costruttivi isolati ad uso agricolo dovrà essere effettuato uno studio preliminare di compatibilità geologicogeomorfologica, volto ad accertare che l'area individuata non sia soggetta o potenzialmente soggetta: a fenomeni di instabilità gravitativa del versante; ad instabilità dell'insieme opera - terreno di fondazione; a fenomeni connessi alla dinamica torrentizia; - per gli edifici sparsi che ricadono in tale classe è consentita la manutenzione e, qualora fattibile dal punto di vista tecnico, la realizzazione di eventuali ampliamenti funzionali e di ristrutturazione; le 12

14 ristrutturazioni e gli ampliamenti verranno subordinati, in fase attuativa di P.R.G.C. (a livello di permesso di costruire), all esecuzione di studi di compatibilità geomorfologica comprensivi di indagini geologiche e geotecniche mirate a definire localmente le condizioni di pericolosità e di rischio ed a prescrivere gli accorgimenti tecnici atti alla loro mitigazione (punto 6.2 della N.T.E alla Circ. P.G.R. 7/LAP/966). 8.3 FASCE DI RISPETTO SUI CORSI D ACQUA E RELATIVE Le fasce dei corsi d acqua minori (rii collinari e canali) sono poste secondo un criterio geometrico, pari a 25 m da ciascuna sponda. I settori edificati sono compresi in classe IIIb3, i settori inedificati in classe IIIa3.. Le norme specifiche relative agli edifici esistenti sono riportate sulle N.T.A. Nel caso di edificio compreso in parte in classe IIIb3 (fascia geometrica) e in parte in altra classe, occorre fare riferimento alle prescrizioni relative alla classe più vincolante. La larghezza di tutte le fasce di rispetto dal reticolo idrografico s intende sempre misurata dal ciglio superiore di sponda nel caso di rami idrici a cielo aperto; per i tratti chiusi (intubamenti) si considera la sezione a cielo aperto immediatamente a monte dell imbocco ovvero, se maggiore, quella dello scatolare (paramento esterno dei piedritti) o della tubazione (diametro esterno del tubo). Si sottolinea che, su tutto il reticolo idrografico demaniale: 1) vige l art. 96 lett. f) del RD n 523/1904 (norma nazionale) che genera una fascia di rispetto legale entro cui sono regolati gli usi del suolo; 2) le pratiche di intubamento sono regolate dall art. 115 del D. Lgs n 152/2006; 3) la realizzazione di opere idrauliche, interventi in alveo (comprese le manutenzioni) o che influiscono sul regolare deflusso delle acque sono subordinate al parere vincolante dell Autorità idraulica competente per tratto d asta nonché alle disposizioni vigenti in materia e sovraordinate al piano regolatore; 4) qualora risultino differenze tra l andamento planimetrico del demanio idrico di cui alle mappe catastali e il percorso effettivamente seguito, resta inteso che le fasce di rispetto ex-rd n 523/1904 si applicano alla linea di drenaggio attiva restando di proprietà demaniale quella individuata al catasto; 5) l eventuale modifica delle distanze minime specificate all art. 96 lett. f) del citato RD è ammessa solo in attuazione della C.P.G.R. n 14/LAP/PET/ ASPETTI PRESCRITTIVI DI CARATTERE GENERALE Agli aspetti prescrittivi su elencati per ogni classe di pericolosità ed idoneità si aggiungono i seguenti, di carattere generale: 13

15 dovrà essere costantemente garantita la pulizia e la manutenzione degli alvei dei corsi d acqua, naturali o artificiali, pubblici o privati, limitrofi agli insediamenti previsti, verificando le loro sezioni di deflusso, soprattutto per i tratti d alveo intubati, ed adeguando quelle insufficienti; non sono ammesse occlusioni, nemmeno parziali, dei corsi d acqua, incluse le zone di testata, tramite riporti vari; le eventuali nuove opere di attraversamento stradale dei corsi d acqua dovranno essere in linea di massima realizzate mediante ponti in maniera tale che la larghezza della sezione di deflusso non vada in modo alcuno a ridurre la larghezza dell alveo a rive piene misurata a monte dell opera: questo indipendentemente dalle verifiche di portata; gli interventi di regimazione delle acque superficiali, di pulizia e manutenzione dei solchi drenanti esistenti e di trasformazione della superficie topografica naturale mediante scavi e/o riporti devono risultare tali da migliorare, ovvero non peggiorare in modo alcuno, il ruscellamento superficiale. La relativa valutazione di merito resta di competenza dell Amministrazione comunale, fatta salva diversa disposizione in applicazione delle norme di settore sovraordinate al piano regolatore; dovrà essere costantemente assicurata la manutenzione dei muretti a secco limitrofi agli insediamenti previsti, ove presenti, verificando il loro stato di conservazione; qualora siano necessari sbancamenti artificiali delle scarpate e riporti di materiale, gli stessi dovranno essere sostenuti e drenati al fine di garantire, a breve ed a lungo termine, la stabilità dei pendii; nel caso in cui siano presenti scarpate limitrofe a nuovi insediamenti in progetto, dovranno essere garantite adeguate fasce di rispetto dall orlo delle stesse; nuove edificazioni nelle zone alla base dei versanti dovranno prevedere un adeguata fascia di rispetto dal piede degli stessi, subordinando, inoltre, gli interventi edilizi alla realizzazione di verifiche di stabilita corredate di sezioni di dettaglio. In tali zone inoltre una particolare attenzione dovrà essere posta nella regimazione delle acque superficiali che andranno captate, regimate e convogliate in impluvi naturali; il ricorso all innalzamento artificiale del piano campagna, al fine di evitare possibili coinvolgimenti dei nuovi manufatti in fenomeni di inondazione, è permesso qualora sia accertato che tale intervento non provochi innalzamenti anomali del livello idrico nel corso di fenomeni di piena, tali da provocare maggiori danni nelle aree adiacenti; si richiamano le prescrizioni del D.M. 14/01/2008 (Norme Tecniche per le Costruzioni), evidenziando l obbligatorietà di tali norme che si applicano a tutte le opere pubbliche e private da realizzare nel territorio della Repubblica ; 14

16 per gli interventi che ricadono nelle aree sottoposte a vincolo idrogeologico, rispetto delle prescrizioni della L.R. 45/89 Nuove norme per gli interventi da eseguire in terreni sottoposti a vincolo per scopi idrogeologici - Abrogazione della L..R. 12/8/81, n. 27 ; le aree in classe III devono esere inserite nel piano di protezione civile che deve contenere specifiche norme per la gestione del rischio nelle varie aree (fascia inondabile del F. Po, fasce di rispetto dei corsi d acqua minori e ambito collinare). 15

17 9 CRONOPROGRAMMA Come previsto al punto 4.10 della N.T.E./98 (vedasi anche l Allegato 9 Esempio di cronoprogramma ), viene qui definita in linea generale la struttura dei cronoprogrammi, intesi come meccanismo attuativo degli interventi di riassetto per l eliminazione e/o minimizzazione della pericolosità in classe IIIb. Nella stessa NTE/98 è specificato che la riduzione del rischio e/o la messa in sicurezza delle aree a fini urbanistici, dovrà essere verificata solo a collaudo avvenuto. L attuazione delle previsioni di Piano regolatore potranno avviarsi solo successivamente all avvenuta verifica, e inoltre che La procedura che porterà alla realizzazione delle opere per la mitigazione del rischio (progettazione, realizzazione, collaudo) potrà essere gestita direttamente dall Amministrazione Comunale o da altri soggetti pubblici o privati. In entrambi i casi, completate le opere e fatte salve le procedure di approvazione da parte delle autorità competenti, spetterà responsabilmente all Amministrazione Comunale verificare che le stesse abbiano raggiunto l obbiettivo di minimizzazione del rischio ai fini della fruibilità urbanistica delle aree interessate.. Le procedure di utilizzo delle aree in classe IIIb a seguito della realizzazione degli interventi di sistemazione (con riferimento alle nuove opere o nuove costruzioni indicate dalla 7/LAP), dovranno essere indicate nelle Norme d Attuazione del PRG, al fine di evitare il rischio di ripubblicazione del piano. Si precisa che in questa sede vengono proposti due schemi di cronoprogramma tipo, validi per due specifici ambiti. Gli interventi di sistemazione infatti, devono essere valutati sulla base di mirate indagini atte a caratterizzare nel dettaglio il fenomeno di dissesto, pertanto non è possibile indicare a priori gli interventi da realizzarsi, i costi ed i relativi tempi per la progettazione, realizzazione e collaudo; inoltre è solo dal quadro complessivo emerso che si potranno valutare le priorità ed individuare i soggetti coinvolti e le risorse economiche necessarie. Cronoprogramma tipo 1: - UBICAZIONE: cronoprogramma riferito alla località in classe IIIb2 posta a Sud del concentrico di Lauriano (area a PEC alla base della frana che ha origine in località Giustizia). FINALITÀ: eliminazione e/o minimizzazione del rischio in aree edificate FASE 1 (analisi): - rilievi topografici di dettaglio estesi a tutta l area interessata, finalizzati alla realizzazione di della planimetria a curve di livello e delle relative sezioni a scala opportuna (non inferiore a 1:2000); - indagini geognostiche in situ finalizzate alla caratterizzazione geologico tecnica dell area in dissesto (sondaggi a carotaggio continuo con prelievo campioni, prove SPT, posa di tubo piezometrico ed eventuale installazione di inclinometro, prove penetrometriche dinamiche); - rilievo geologico geomorfologico di dettaglio; - prove geotecniche di laboratorio su campioni indisturbati; - costruzione del modello geologico, geotecnico ed idrogeologico e verifiche di stabilità; 16

18 - individuazione degli interventi necessari (che potranno consistere in opere di sostegno e/o consolidamento, sistemi drenanti per il controllo del livello piezometrico, drenaggi superficiali, monitoraggio, ecc); FASE 2 (progettazione): - redazione dei progetti preliminari, definitivi ed esecutivi per tutte le opere e gli interventi previsti dalla Fase 1; - definizione di un piano di monitoraggio e manutenzione, per le opere e gli interventi in progetto (dovranno essere specificati tempi e periodicità, nonché i soggetti incaricati); FASE 3 (realizzazione): - realizzazione degli interventi in progetto. FASE 4 (collaudo): - il proponente provvede al collaudo delle opere realizzate e alla certificazione della riduzione del livello di rischio; - a fronte di un esito positivo dei collaudi e delle richiamate certificazioni, l Amministrazione comunale prende atto del raggiungimento degli obbiettivi del cronoprogramma, ed avvia le procedure di utilizzo delle aree in classe IIIb2, previste dalle Norme di Attuazione del PRG. Cronoprogramma tipo 2: UBICAZIONE: aree edificate del settore collinare comprese in classe IIIb4. FINALITÀ: monitoraggio del dissesto in atto e successiva riduzione del rischio in aree edificate. FASE 1 (analisi e monitoraggio): - messa in atto di un accurato sistema di monitoraggio per valutare l evoluzione del dissesto. Per l ambito di Piazzo, su finanziamento regionale, è già stato predisposto un sistema di monitoraggio, composto da inclinometri, piezometri e fessurimetri meccanici; - rilievi topografici di dettaglio finalizzati alla realizzazione di sezioni a scala opportuna (non inferiore a 1:2000); - indagini geognostiche in situ finalizzate alla caratterizzazione geologico tecnica dell area in dissesto (prove penetrometriche dinamiche ed eventuali sondaggi a carotaggio continuo); - rilievo geologico geomorfologico di dettaglio; - costruzione del modello geologico, geotecnico ed idrogeologico e verifiche di stabilità; - individuazione degli interventi necessari (che potranno consistere in opere di sostegno e/o consolidamento, sistemi drenanti per il controllo del livello piezometrico, drenaggi superficiali, monitoraggio, ecc); FASE 2 (progettazione): - redazione dei progetti preliminari, definitivi ed esecutivi per la realizzazione di eventuali opere di consolidamento. La fonte di finanziamento di tali opere non è definito in questa fase; potrebbe comunque essere di competenza regionale; - definizione di un piano di monitoraggio e manutenzione, per le opere e gli interventi in progetto (dovranno essere specificati tempi e periodicità, nonché i soggetti incaricati); FASE 3 (realizzazione): - realizzazione degli interventi in progetto. 17

19 FASE 4 (collaudo): - il proponente provvede al collaudo delle opere realizzate e alla certificazione della riduzione del livello di rischio; - a fronte di un esito positivo dei collaudi e delle richiamate certificazioni, l Amministrazione comunale prende atto del raggiungimento degli obbiettivi del cronoprogramma. Dott. Geol. Michelangelo DI GIOIA N. 145 Ordine dei Geologi del Piemonte 18

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