Nel giorno in cui una nuova

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1 Anno III - Numero 76 - Martedì 31 marzo 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Nel giorno in cui una nuova inchiesta si abbatte sul Pd, la direzione nazionale del partito va avanti sulla legge elettorale, secondo il diktat di Renzi. Ma è un voto amputato, perché la minoranza dem, come ampiamente preannunciato, non ha partecipato alla votazione finale, dopo aver invece assistito ai lavori della direzione. L unanimità finale ai piedi del segretario, quindi, è solo di facciata. E il comportamento della minoranza potrebbe dar luogo ad ulteriori conseguenze, fermo restando che già ieri sono volate altre parole grosse, ad iniziare da Stefano Fassina, che ha parlato di un consenso da parte dei renziani di qualsiasi ora nei confronti del segretario che neppure nel partito comunista della Corea del Nord. Nessuno ieri ha di nuovo evocato il termine scissione, ma è chiaro che la parolina più o meno magica continua ad aleggiare dalle parti di largo del Nazareno. Tra l altro Matteo Renzi, nel parlare e soprattutto sparlare dell intero panorama politico italiano, ha avuto parole poco tenere anche nei confronti di Maurizio Landini e del nuovo soggetto messo su dal leader dei metalmeccanici della Cgil. Che pure, fin qui, si è dimostrato molto più filo segretario del partito di Susanna Camusso. Insomma, Renzi a quanto pare ha voluto mettere l ultima parola la sua anche sull iniziativa di Landini, forse spaventato dalla presenza in piazza di sabato scorso a Roma. Ma dicevamo della nuova inchiesta Esteri Uragano Le Pen, altro che calo Pasquini Peruzzi a pag 6 Economia Famiglie in crisi, sostegni al palo Moriconi a pag 9 PARTITO DEMOCRATICO ANCORA PIÙ SPACCATO NELLA DIREZIONE CHE APPROVA L ITALICUM IL MURO SI SGRETOLA E intanto una nuova inchiesta, a Ischia, mette in luce i rapporti d interessi con le coop che da ieri interessa il Pd e le coop rosse: tangenti per 330 mila euro, l assunzione come consulente del fratello e almeno un viaggio in Tunisia: sarebbe stato questo, per la procura di Napoli, il prezzo pagato dal gigante delle coop Cpl Concordia per la corruzione del sindaco di Ischia, il democratico Giuseppe Ferrandino, finito in carcere nell ambito dell inchiesta partenopea su presunte mazzette pagate per portare metano nei comuni dell isola campana. Sono 10 le ordinanze cautelari chieste e ottenute dal pm Henry John Woodcock, che hanno colpito i vertici della CPL Concordia, cooperativa rossissima emiliana del settore energia e gas. I reati contestati, a vario titolo, vanno dall associazione per delinquere alla corruzione (anche internazionale), dalla turbata libertà degli incanti al riciclaggio, fino ad arrivare alla emissione di fatture per operazioni inesistenti. Otto le persone finite in carcere. Oltre al sindaco democratico, agli arresti pure Roberto Casari, per quarant anni alla guida della coop (e in pensione dal 30 gennaio scorso) e altre figure di primissimo piano della CPL. Servizi alle pag 2 e 4 IL FUTURO DEL CAVALIERE BERLUSCONI STUDIA DA SINDACO DI MILANO? A pagina 3 OGNI GIORNO UNA NUOVA VERITÀ SUL COPILOTA DELLA STRAGE, MA ORA È TROPPO Di quel matto di Andreas ne basta uno di Igor Traboni Ogni giorno ce n è una nuova, anche più di una, su Andreas Lubitz, il pilota demente che ha portato altre 149 persone a morire contro una montagna delle Alpi francesi. Uno stillicidio senza fine di notizie, che vengono fuori soprattutto dalle maglie assai poco fitte della magistratura francese, ma anche dagli organi di informazione internazionali (quelli tedeschi no, vanno adagio piano: i panni sporchi si lavano in famiglia e invece questo 28enne senza cervello ha offuscato la precisa e impeccabile immagine teutonica). Lubitz era pazzo, non era capace di pilotare, l avevano già scartato perché fragile psichicamente, stava per diventare cieco, anzi no stava per diventare papà e non voleva, aveva un certificato medico e mille altri misteri nascosti nella sua cameretta da bravo ragazzo. Oggi magari ci racconteranno che su quell aereo c era entrato di nascosto, che aveva fatto a fette un collega copilota pur di salire lui su quella scatola di ferro, acciaio e morte. Ecco, i tedeschi non riescono a farsene una ragione, ma anche i francesi dovrebbero stare un po più attenti e farci sapere una volta per tutte quei passeggeri oramai sono nostri fratelli, e soprattutto quei poveri bambini della scolaresca tedesca di ritorno dalla Spagna sono nostri figli e nipoti come sono andate le cose. Finitela con questo centellinare le notizie: uno scoop qua, una mezza verità là, e tutto a favore di telecamere e taccuini. Finitela, prima possibile, perché i pazzi sono dietro l angolo, ogni angolo, anche quelli del cielo in cui vanno e vengono gli aeroplani. Ieri, per dire, un pilota italiano (tra i migliori del mondo, e diciamolo) ha postato su facebook una bella foto mentre allegro e spensierato se ne sta nella cabina di pilotaggio: altro che matti, siamo felici di volare e far volare. Bene, benissimo. Ma tra tanti volti sorridenti, speriamo non venga mai fuori un altro Andreas: la chiamano emulazione, vanagloria di finire per un giorno in tv da protagonista. E qui, davvero, i giorni stanno diventando troppi. di Francesco Storace Questa mattina mi chiamano alla cassa. Presso l organismo dell ordine degli avvocati di Roma si svolgerà un inutile tentativo di mediazione - l anticamera della causa civile - promosso dal marito del ministro della pubblica amministrazione, Madia, il produttore Mario Gianani. Costui, che ha incassato svariati quattrini dalla regione Lazio per diversi suoi film, pretende 870mila euro sull unghia da me. Non so in quale taglio. Purtroppo avrò un impegno istituzionale con la giunta delle elezioni della Pisana; ma ci saranno in mia difesa Marco Di Andrea e Monica Nassisi. Ed è un bene che ci siano gli avvocati, perché davvero gliene avrei dette quattro alla controparte di casta. Costoro, Madia s family, non si rendono davvero conto di quanto è grave il loro atteggiamento. Di regime. Pretendono di tappare la bocca a chi dice la verità. 1) Ma è vero o no che per ben due anni consecutivi hanno chiesto e ottenuto finanziamenti regionali per le loro pellicole? 2) E vero o no che in aula, in consiglio regionale, l assessore alla cultura Lidia Ravera ha detto che se fosse dipeso da lei, quei soldi non glieli avrebbe dati? 3) La Madia, ministro della Repubblica di un governo il cui premier si scaglia ogni giorno contro i cosiddetti sprechi delle regioni, non ha trovato di meglio che tacere di fronte alla denuncia sull opportunità delle domande di finanziamento presentate da suo marito alla regione. Attualità Ulivi da salvare: la Puglia insorge Capasso a pag 11 L'INCREDIBILE PRETESA DI 870MILA EURO... ALLA CASSA Stamane mediazione sul caso regione Lazio Madia's family MALASANITÀ E BUROCRAZIA NEL LAZIO L ELIPISTA NON C È, MUORE UN BAMBINO Vignola a pag 5 4) Di più: nemmeno il coraggio della querela per diffamazione in sede penale. No, scelgono quella civile perché forse il loro fine è farmi tacere. Invano. Perché davvero non mettono paura a nessuno. 5) Tace, ancora più imbarazzato Zingaretti, che si trova un consigliere regionale di opposizione che è pagato per controllare come lui spende i quattrini che amministra; la sua assessore alla cultura che si lava le mani del finanziamento; e lui che non pronuncia una parola all indirizzo del ministro Madia per chiederle quando finisce questo gioco davvero infantile. Dalla nostra abbiamo la grande forza della verità, che squaderneremo comunque in tribunale, anche se dovesse essere davvero e incredibilmente la sede civile. Se ci sarà realmente la causa, la accompagneremo raccontando agli italiani come si comporta un ministro di questo paese. E ci auguriamo che Renzi si sbrighi a dare una risposta esaustiva che finora gli ha sollecitato - attraverso un interrogazione - solo il vicepresidente del Senato Gasparri. Auspico che anche altri parlamentari vogliano sollevare quella che è una vera e propria questione etica. Non è pensabile che tutto possa filare liscio. Proviamo ad immaginare, a parti rovesciate, se io fossi stato governatore del Lazio e i film finanziati fossero appartenuti ad una società di produzione detenuta dal marito di una ministra di centrodestra. Sarebbe caduto giù il mondo, le richieste di dimissioni si sarebbero sprecate. Stando alla Ravera, invece, si sono sprecati solo i soldi.

2 2 ATTUALITA DIREZIONE DEL PD SENZA IL VOTO FINALE, MA CON TANTE POLEMICHE, DA PARTE DELLA MINORANZA Passa l Italicum che vuole Renzi di Igor Traboni La Direzione del Pd ha approvato ieri sera la relazione di Matteo Renzi che ha proposto di non modificare l'italicum nella terza lettura alla Camera. La minoranza non ha partecipato al voto, che è stato dunque all unanimità dei presenti. "Sulla legge elettorale - aveva detto Renzi prima di passare alla conta - ci giochiamo la fiducia dei cittadini. Qualcuno ha detto che non si può mettere sul testo: ne parleremo a livello parlamentare. Ma permettetemi di mettere tra di noi la fiducia sulla legge elettorale perché rappresenta la capacità di rispondere a quello che non siamo stati capaci di fare finora. Credo che entro il 27 aprile ha poi proseguito il segretario con una delle sue solite promesse - l'italicum dovrà essere in Aula come calendarizzato, e a maggio dobbiamo mettere la parola fine a questa discussione. Se vogliamo far sì che il 41% sia un investimento sul futuro, è giunto il momento di decidere, continuare a rimandare non serve a nessuno. Considero un clamoroso errore riaprire la discussione al Senato, è un azzardo che ci espone a molti problemi, non si spiega politicamente alla Camera, riapre un accordo di coalizione già chiuso e, soprattutto dà il senso di una politica come un grandissimo gioco dell'oca". Renzi ha poi parlato anche dell attuale panorama politico italiano: Beppe Grillo non è più uno spauracchio, è diventato sciacallo", ha detto ad esempio riferendosi al post del leader del M5S che paragonava il premier al copilota della Germanwings. Il presidente del Consiglio ne ha avute anche per il leader del Carroccio e il segretario della Fiom. "Salvini e Landini sono due fenomeni televisivi. Ma, se la politica non ha attinenza con la realtà, produce personaggi che sono solo soprammobili da talk tv. La coalizione sociale ha detto a proposito di Landini, che pure è più vicino a Renzi della Camusso.- è una grande sfida culturale: non la sottovaluto per niente. Ma per me non rappresenta il futuro della sinistra e - spiacerà a qualcuno di voi - non rappresenta neanche il passato della sinistra, il tentativo di intestarsi una tradizione che non appartiene a quel mondo sarà respinto dalla realtà". Ma la direzione di ieri si è giocata tutta sulla querelle interna con la minoranza Pd, aperta con un piccolo giallo, circa la partecipazione o meno di Pippo Civati: dato per assente anche dalla riunione, in realtà poi Civati ha partecipato all incontro, ma non al voto finale Gianni Cuperlo, altro leader della minoranza, dal canto suo ha detto: "E una questione tutta politica, che non riguarda i posti. Io dico che possiamo coltivare ancora la fiducia reciproca tra noi", sottolinea Cuperlo. "Il mio appello si unisce a quello di Roberto Speranza. Fidati del tuo partito Matteo e dei tuoi parlamentari, ne uscirai rafforzato e ne uscirà rafforzata anche la democrazia. Su un tema così decisivo come la legge elettorale la prima fondamentale unità si deve cercare e trovare all''interno di questa nostra comunità. Qualche modifica è ancora possibile, ad esempio partendo dalla riduzione del numero dei nominati con una aumento dei collegi che sarebbe più ragionevole. Se si va avanti con lo scontro finisce che "ci facciamo del male e penso che siamo ancora in grado di evitarlo". Duro anche Stefano Fassina: "Negli interventi di alcuni di noi, evitiamo che il Pd abbia un tasso di conformismo superiore al Partito comunista nord-coreano. Non mi pare che in quindici mesi di segreteria di Matteo Renzi, noi abbiamo mai ascoltato un renziano della prima, della seconda o dell''ultima ora, che abbia mai espresso un dubbio sulle posizioni del segretario". Per le rime gli ha risposto Dario Parrini, segretario toscano del Pd: Nella nostra direzione non ci sono oratori a comando, non mi sono mai permesso di dirlo a Fassina e chiederei a Fassina di non dirlo agli altri. Interveniamo tutti liberamente seguendo i nostri pensieri e la nostra testa. Ma di una relazione di chiusura, di un errore politico", ha parlato il deputato Cesare Damiano, che ha aggiunto: "Come Area Riformista abbiamo chiesto di utilizzare lo spazio da qui alla fine di aprile per continuare il confronto. Abbiamo posto un solo problema oggettivo: quello del meccanismo elettorale che, oltre a costituire un futuro Parlamento con soltanto il 40% di eletti con le preferenze, farà si che i partiti più piccoli avranno deputati esclusivamente nominati". IL SENATORE DI FI TORNA SUI SOLDI DELLA REGIONE LAZIO ALLA SOCIETÀ DI CUI FA PARTE ANCHE IL MARITO DELLA MADIA Gasparri e i contributi alla Wildside: chiarezza Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, torna sulla vicenda dei contributi dati dalla Regione Lazio alla Wildside, società di cui fa parte anche il marito del ministro Madia, per la realizzazione di alcuni film. L'esponente di Forza Italia ha già presentato un'interrogazione, rimasta finora lettera morta, per cui Gasparri reitera la richiesta: "Esigo una risposta dal Presidente del Consiglio all'interrogazione da me presentata riguardante i contributi della Regione Lazio ai film prodotti dal marito del ministro Madia. Non è possibile - rimarca l'ex ministro Gasparri - che il governo parli in ogni occasione di trasparenza, di superamento di conflitto d'interesse, di lotta agli sprechi delle Regioni e poi non ci fornisca in Parlamento elementi su una vicenda così grave. Alla Regione Lazio molti hanno preso Mario Calabresi, direttore de La Stampa di Torino, autore di vari libri di successo, tenuto in grande considerazione da Matteo Renzi e altri settori del Pd come pure dal mondo cattolico che guarda a Comunione e Liberazione, da mesi indicato come probabile nuovo direttore del Corriere della Sera, ora si tira fuori dalla corsa a numero uno del primo quotidiano italiano. Non sarò io il direttore del Corriere della Sera, ha affermato lo stesso Mario Calabresi contattato da Prima Comunicazione, mensile leader le distanze da questa cospicua erogazione, mentre la società beneficiaria dei contributi cerca la rissa legale (e qui Gasparri fa riferimento al tentativo di mediazione Il ministro Madia con il marito Mario Gianani proposto dalla società di produzione, una richiesta che sfiora il milione di euro, nei confronti di Francesco Storace, direttore del Giornale d'italia, che per primo ha scoperchiato il pentolone di questa vicenda, ndr). "Pretendo una risposta, che deve essere immediata tanto più che investe un esponente del governo. Il silenzio a del settore, per avere la conferma o meno di una notizia che girava da venerdì sulla sua decisione di rimanere alla Stampa. Sì, è vero - ha detto Calabresi - ho detto a John Elkann, che mi ha chiesto di rimanere alla Stampa, che sarei stato felice di continuare a lavorare in questa editrice dove siamo riusciti a far ritornare il bilancio in pareggio, dove siamo molto impegnati nell operazione Stampa-Secolo dove abbiamo un piano di sviluppo digitale che mi affascina moltissimo. E dove mi hanno sempre garantito una grande libertà editoriale. A questo punto il principale candidato a diventare direttore del Corrierone è l attuale condirettore Luciano Fontana originario di Frosinone, da sempre vicino agli ambienti dell attuale partito democratico, con un percorso professionale che non dispiacerebbe neppure alla minoranza del partito - il cui identikit è stato grosso modo tracciato non più tardi di eri dal presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo, a margine dell inaugurazione della mostra sulla Grande Guerra. questo punto diventa complicità in una vicenda che attiene la gestione di rilevanti risorse pubbliche", conclude il senatore di Forza Italia. PROBABILE A QUESTO PUNTO LA SOLUZIONE INTERNA, CON L ATTUALE VICE LUCIANO FONTANA Corsera: Calabresi rinuncia alla direzione Abbiamo partecipato alla sottoscrizione di questa lista di maggioranza (per il rinnovo del Cda di Rcs, ndr) perché abbiamo avuto l impegno degli altri a che la scelta del nuovo direttore del Corriere risponde a tre criteri precisi, ha detto Bazoli: una scelta di qualità, che assicuri indipendenza del Corriere nella sua linea tradizionale. Oltre a Fontana e Calabresi, nella rosa dei candidati a succedere a Ferruccio de Bortoli, c era anche Carlo Verdelli. Ipotesi più fantasiosa, invece, quella legata a Enrico Mentana. Ig. Tr. Il senatore Maurizio Gasparri Via Giovanni Paisiello n Roma Tel Fax redazione@ilgiornaleditalia.org Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d Italia Sito web Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel mail: daniele.belli@hotmail.it Autorizzazione del Tribunale di Roma n 286 del

3 3 ATTuALITA LA PARTITA DI MILANO NEL 2016 POTREBBE VEDERE IN LIZZA IL LEADER DI FORZA ITALIA Berlusconi studia da sindaco Pronta una vera e propria bomba nella lotta per la successione al mediocre Pisapia. Secondo i bene informati il Cav ci sta pensando, si vota proprio quando avrà finito di scontare la pena della sospensione dai pubblici uffici di Robert Vignola Finora è stato solo premier oppure capo dell opposizione, oltre che leader incontrastato e indiscusso del suo partito. Ma ora bisognerà incominciare a immaginare Silvio Berlusconi sindaco. La suggestiva tentazione deve evidentemente aver trovato cittadinanza all interno di Forza Italia, ai piani alti, se ieri è emersa con tutta la sua poderosa carica esplosiva dalle colonne del Correre della Sera. Per carità: ancora è presto. Eppure all ombra della Madonnina non è un mistero che le grandi manovre in vista delle elezioni comunali siano già partite. Secondo numerosi analisti, osservatori e sondaggisti per un centro-destra capace di presentarsi unito la partita potrebbe essere facile, praticamente un calcio di rigore. Tutto merito (si fa per dire) di Giuliano Pisapia, il sindaco arancione che i milanesi li ha fatti diventare arancioni sì, ma di rabbia, con sfumature rossastre sulle gote di coloro che devono ammettere di averlo votato. Non a caso il diretto interessato ha già rassicurato tutti, a centro-destra come a centrosinistra: non si ripresenta, non ci pensa neppure. E se ovviamente il suo schieramento è in preda alle convulsioni, con un riposizionamento sulla linea renziana da pensare in pochi mesi, trovando pure il nome giusto per far dimenticare l esperienza amministrativa ancora in corso,l attuale opposizione si ritrova nella non facile situazione di non poter proprio fallire l appuntamento elettorale. Non è un mistero che uno che ha sempre studiato da sindaco di Milano è Matteo Salvini. Prima d ora considerato troppo giovane, adesso è considerato persino troppo forte: i suoi scudieri più fedeli non vogliono che scenda dal Carroccio del vincitore, che sia insomma distratto dalla corsa milanese quando invece potrebbe puntare alla candidatura a premier. E al vertice di Forza Italia, invece, starebbe secondo i bene informati avvenendo l esatto contrario. Tan5to che le frasi dette alla convention azzurra di sabato scorso a Milano da Berlusconi sono rilette attentamente, passate ai raggi x e finalmente capaci di suonare come una implicita ammissione: ci sto pensando. A Milano tutto è iniziato e da Milano tutto potrebbe ripartire, aveva detto il Cav. E ancora: Nel 2016 dovremo riconquistare il Comune con un candidato sindaco che sarà la sintesi della nostra storia. Certo, una sintesi quasi ingombrante qualora portasse proprio il nome di Silvio. Tuttavia, gli addetti ai lavori fanno notare anche un altro particolare: la sospensione per due anni dai pubblici uffici legata alla sua condanna sarà scontata in maniera definitiva praticamente poche settimane prima dell appuntamento elettorale meneghino. Semplici coincidenze? SUL POPOLARE SITO LA REGISTRAZIONE DEL DOMINIO PER LA PAGINA ELETTORALE DEL SINDACO DI VERONA, EFFETTUATA A FEBBRAIO Dagospia sgambetta Tosi: Aveva deciso un mese prima La faida veneta ieri si è arricchita di nuovi spunti. Tutto merito di Dagospia, che si è confermato maestro nello svelare retroscena agli italiani. E, con un colpo di scena, ha piazzato sulla sua seguita pagina virtuale la verità: militanti e osservatori politico settimane e settimane di psicodramma sotto il cielo della Lega mentre invece era già tutto deciso. Se, infatti, il divorzio tra il sindaco di Verona e il suo vecchio partito è datato 14 marzo, già il 17 febbraio era stato registrato il dominio del sito internet attualmente utilizzato per la campagna presidenziale del Veneto. La ricostruzione di Dagospia su quelle ore va ancora più a fondo. Il 16 febbraio Tosi aveva riunito il Consiglio veneto e imposto il blitz contro Salvini e contro Zaia su liste e candidature, dopo essersi lavorato ai fianchi le segreterie regionali. E il 17, appena 24 ore dopo, dava via libero ad Alessandro Scardino per registrare il sito Tosipresidente.it. Lo stesso Scardino che aveva curato la presentazione di Ricostruiamo il Paese al PalaBam di Mantova (ottobre 2013), in cui Tosi diceva di voler gettare le basi alla sua candidatura alle Primarie del centrodestra. Gli stati maggiori della Lega hanno ovviamente battuto il ferro già caldo. A partire da Matteo Salvini. Tosi è acqua passata. Sceglieranno i veneti il prossimo 31 maggio chi è meglio fra Alfano e Zaia. Io non ho dubbi. Smentite piuttosto piccate sono invece giunte dal quartier generale del sindaco di Verona, che ha accusato il leader del suo ex partito di dire balle e definito bufala quella pubblicata da Dagospia. Il contratto per affiggere i miei spazi elettorali è stato siglato questa mattina. L affermazione secondo cui io avrei prenotato gli spazi per i manifesti elettorali già da due mesi, quindi, è l ennesima balla di Salvini; si vede che la paura fa novanta se stanno addirittura diffondendo notizie false. Tant è vero che per gli spazi di pubblicità elettorale occupati da gigantografie e quant altro di Zaia, che hanno praticamente monopolizzato il Veneto intero, stanno spendendo una cifra colossale, non meno di mezzo milione di euro finora e presumibilmente un milione di euro alla fine di aprile, termine del periodo del contratto di affissione. Oltre a questa balla, da quelle parti stanno montando e fanno circolare anche la bufala del sito Tosipresidente pronto da un mese che, come chiarito dal proprietario che ha registrato quel dominio internet, Alessandro Scardino, non è nella mia disponibilità. Che esista, però, è un dato incontrovertibile: registrato e poi usato a sua insaputa? R. V. L EX SENATORE È INDAGATO PER RICETTAZIONE ED ESPORTAZIONE ILLECITA DI OPERE D ARTE Sequestrata parte della biblioteca di Dell Utri Sono di Marcello dell utri i ventimila volumi antichi compresi alcuni libri di eccezionale rarità - sequestrati ieri dai carabinieri a Milano. Gli inquirenti indagano l'ex manager e politico con l'accusa di ricettazione ed esportazione illecita all'estero di opere d'arte. Il sequestro è avvenuto in parte negli spazi della Biblioteca di Dell utri, appassionato bibliofilo, in via Senato, attualmente chiusa, e in parte presso un magazzino allestito come un deposito, presso l'opencare in via Piranesi, sempre nel capoluogo lombardo. Dei ventimila volumi circa 3000 farebbero parte del 'sancta sanctorum', la collezione privata di Marcello Dell'utri, tenuta nelle sue pertinenze e completa di libri rari anche risalenti al XV Secolo. Il sequestro operato ieri è partito da un'indagine condotta oltre un anno fa dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico di Monza, che in questi mesi hanno poi compiuto ulteriori accertamenti sulla provenienza dei volumi. L'indagine è nata dalla vicenda del saccheggio della storica biblioteca dei Girolamini, nel centro antico di Napoli, dalla quale furono sottratti migliaia di libri, molti dei quali di inestimabile valore. Secondo il pm di Milano che ha coordinato l'inchiesta, Luigi Luzi, non sono però stati trovati collegamenti tra quella clamorosa inchiesta e i volumi ora sequestrati all'ex senatore di Forza Italia. All'indagato sono contestate le ipotesi di reato di collocazione e rimozione illecita di beni culturali, di uscita o esportazione illecita di beni culturali e di ricettazione.

4 4 ATTuALITA TANGENTI A ISCHIA, IN MANETTE IL SINDACO DEMOCRATICO FERRANDINO Coop rosse, un altra inchiesta imbarazza il Pd Mazzette e presunti legami con la camorra, arresti eccellenti - L ex socialista Simone chiama in causa D Alema, che però non è neppure indagato e respinge con decisione qualsiasi addebito degli amministratori Pd costretti a trovarsi un avvocato sta diventando imbarazzante e con pochi lembi d Italia risparmiati. Ora si arriva nel golfo di L elenco Napoli: tangenti per 330 mila euro, l assunzione come consulente del fratello e almeno un viaggio in Tunisia: sarebbe stato questo, per la procura di Napoli, il prezzo che sarebbe stato pagato dal gigante delle coop Cpl Concordia per la corruzione del sindaco di Ischia, il democratico Giuseppe Ferrandino. Finito in carcere nell ambito dell inchiesta partenopea su presunte mazzette pagate per portare metano nei comuni dell isola campana. Un meccanismo oliato in cui spunterebbe perfino l ombra della camorra. Compare anche il nome di Massimo D Alema che comunque non è indagato e limitatamente ad una intercettazione agli atti, in cui Francesco Simone (finito anche lui in manette), consulente della Concordia, ex socialista e già segretario di Bobo Craxi, a tirar fuori il suo nome. Sottolineando la necessità di investire nella sua fondazione Italianieuropei (spunterebbero 3 bonifici da 20 mila euro). Dalle carte emerge che la CPL ha acquistato alcune centinaia di copie del suo libro ( Non solo euro, ndr), nonché migliaia di bottiglie di vino riconducibile all azienda che l ex premier gestisce con la moglie. Immediata la replica di D Alema, che si indigna per l uscita del suo nome nell ambito dell inchiesta, ammettendo i rapporti con la coop, ma bollandoli come del tutto trasparenti. Sottolineando di non aver mai ricevuto alcun tipo di regalo o beneficio personale. Lasciando intendere che la vicenda che ha investito l ex ministro delle Infrastrutture Lupi (che s è dimesso anche se non indagato) non è neanche minimamente paragonabile a quella che ora lo tira in ballo. Tra l altro, dalla stessa Cpl sono partite altre donazioni a vari esponenti di sinistra (dall ex ministro Kyenge alla lista Zingaretti al Comitato Ambrosoli) ma tutte regolarmente registrate alla Tesoreria della Camera dei Deputati e quindi senza alcuna ombra di illecito. Sono 10 le ordinanze cautelari chieste e ottenute dal pm Henry John Woodcock, che hanno colpito i vertici della CPL Concordia, cooperativa rossissima emiliana del settore Giuseppe Ferrandino, sindaco di Ischia energia e gas. I reati contestati, a vario titolo, vanno dall associazione per delinquere alla corruzione (anche internazionale), dalla turbata libertà degli incanti al riciclaggio, fino ad arrivare alla emissione di fatture per operazioni inesistenti. Otto le persone finite in carcere. Oltre al sindaco democratico, agli arresti pure Roberto Casari, per quarant anni alla guida della coop (e in pensione dal 30 gennaio scorso) e altre figure di primissimo piano della CPL. Con i dirigenti della cooperativa rossa che avrebbero fatto, secondo l accusa, sistematico ricorso ad un modello ispirato alla corruzione che li ha portati ad accordarsi non solo con i sindaci, gli amministratori locali e i pubblici funzionari, ma anche con esponenti della criminalità organizzata casertana. Tradotto, il clan dei Casalesi. In cambio dei favori di Ferrandino per l assegnazione dei lavori di metanizzazione dell Isola, la Concordia avrebbe stipulato due fittizie convenzioni (entrambe da 165 mila euro) con l Hotel Le Querce di Ischia, di proprietà di famiglia del sindaco. A fronte della messa a disposizione di alcune stanze durante le stagioni estive per i dipendenti della società modenese. Altre utilità ottenute dal primo cittadino sarebbero state l assunzione del fratello Massimo quale consulente dell azienda e, per l appunto, almeno una vacanza in Tunisia. Per gli inquirenti sarebbe stato proprio grazie all interessamento del sindaco e alla complicità dell architetto Arcamone (arrestato), che l appalto di metanizzazione del Comune di Ischia e di quelli di Lacco Armeno e Casamicciola Terme è stato affidato alla CPL. Che avrebbe provveduto al pagamento attingendo a fondi neri costituiti mediante l emissione di fatture per operazioni inesistenti con una società tunisina (la Tunita sarà) riconducibile a Simone. Sempre secondo l ipotesi accusatoria, l azienda rossa si sarebbe aggiudicata i lavori con l appoggio dei Casalesi capeggiati dall ex boss Michele Zagaria, oggi collaboratore di giustizia. I pm non hanno dubbi, Ferrandino, già presidente (dal febbraio scorso) dell Anci Campania, l associazione dei comuni italiani, era diventato una sorta di factotum al soldo della coop. Il fatto non sussiste": si è così espresso il giudice del processo contro i 24 esponenti politici del Consiglio regionale della Valle d'aosta Maurizio D'Abrusco, dopo una camera di consiglio durata poco più di due ore. Il gup del Tribunale di Aosta ha fissato in 40 giorni il termine per il deposito delle motivazioni. Parliamo "IL FATTO NON SUSSISTE": ASSOLTI GLI IMPUTATI CHIAMATI IN CAUSA PER L USO IMPROPRIO DEI SOLDI AI PARTITI Fondi regionali: 24 assoluzioni in Valle d Aosta della legislatura avviata nel 2008 e conclusasi nel 2012: gli esponenti politici erano imputati al processo per l'utilizzo dei fondi dei gruppi. Questo verdetto chiude così la prima tranche dell'inchiesta che vedeva coinvolti esponenti di Pd, Union Valdotaine, ex Pdl, Alpe e Federation autonomiste. La Procura aveva chiesto condanne per 30 anni di carcere e oltre 600mila euro di multa. Il Procuratore Marilinda Mineccia, titoolare dell'inchiesta sui costi della politica, ha così commentato la vicenda: "Bisognerà capire, bisognerà leggere le motivazioni. Il giudice ha dato un'interpretazione univoca per tutti, quella che per il mio ufficio è stata ritenuta situazione di reato evidentemente in radice dal giudice è stata ritenuta o non reato o mancanza dell'elemento soggettivo". I capi di imputazione per i 24 politici erano peculato, finanziamento illecito dei partiti e indebita percezione di contributi pubblici per 1,5 milioni. Dopo la sentenza sono arrivate le prime reazioni. Secondo il segretario del Pd Fulvio Centoz "finisce un calvario personale e umano, finisce con il riconoscimento della correttezza dell'operato di chi era stato coinvolto nell'inchiesta". L'avvocato Enrico Grosso, legale di Massimo Lattanzi, ex consigliere regionale del Pdl e attuale coordinatore di Forza Italia in Valle d'aosta ha così commentato: "Il giudice ha compreso le nostre ragioni e che le spese sostenute dai consiglieri regionali erano quasi tutte giustificate". Da quanto si apprende la Procura pare intenzionata a proporre ricorso. L NCD STA CON IL CENTROSINISTRA MA ADESSO CON AREA POPOLARE - VUOLE ESSERE LA STARTUP DEL CENTRODESTRA Alfano: poche idee ma confuse Fanno da stampella al governo di centrosinistra, eppure gli alfaniani hanno quella che definiscono una grande ambizione: non quella di creare un grande partito che nasca dalla somma di Ncd e udc, ma di fare la startup del centrodestra del futuro. Le startup magari si costruiscono in un garage, pero'' poi arriva la grande societa'' e investe in quella startup o poi magari arriva un grande moto popolare e investe in quella startup". Così il presidente di Ncd Angelino Alfano, in un periglioso paragone tra politica e futuro, ieri in conferenza stampa per presentare ufficialmente presenta Area popolare, di cui e'' stato da pochi giorni firmato lo statuto. "Io e il segretario Cesa ha aggiunto Alfano- abbiamo costituito dal notaio un''associazione, chiamata Area popolare. Non un partito, ma un''associazione aperta al contributo di altri" per "promuovere la nascita di un''area popolare e moderata nel nostro Paese che possa in prospettiva sfidare al ballottaggio il Partito democratico". Alfano ha detto di sognare "una startup che metta in moto qualcosa di più grande, un polo alternativo al Pd. Quello che stiamo facendo avrà una scintilla molto importante alle prossime elezioni regionali. Girando per l''italia, nelle 7 regioni in cui si vota, abbiamo visto crescere un''esigenza che ci domanda ''ma quand è che create un grande movimento popolare, moderato, alternativo alla sinistra, di centrodestra, che sia nelle condizioni in prospettiva di sfidare il Pd?''. Noi abbiamo cominciato a farlo subito". E, a proposito di imminenti regionali, Alfano ha poi aggiunto: in Veneto "non abbiamo fatto ancora un accordo con Tosi, ma questa settimana potrebbe essere importante se non decisiva. In Veneto ha cercato di spiegare il ministro - abbiamo dato disponibilità a Forza Italia di unirsi a noi. Se vorrà cogliere questa occasione, potremo fare del Veneto il punto di riscossa di un''area moderata che si distingue dalla Lega, sganciata dall''estrema destra e al tempo stesso in competizione con la sinistra. Ci vuole un gesto di grande forza da parte di Fi che speriamo arrivi, altrimenti riteniamo di avere l'energia necessaria per costruire un polo alternativo alla destra e alla sinistra".

5 5 DA ROMA E DAL LAZIO SANITÀ OSTAGGIO DELLA BUROCRAZIA, IN CIOCIARIA SABATO SCORSO UNA TRAGEDIA ASSURDA Frosinone: muore a tre anni, chiarezza sull elipista Il bimbo era rimasto vittima di un incidente stradale: già grave, è stato necessario trasportarlo ad Alatri. Sul caso, Storace presenta un interrogazione: Con l elisoccorso all aeroporto militare si sarebbe recuperato tempo prezioso di Robert Vignola La burocrazia uccide. Ne ha amaramente avuto conferma una famiglia che, coinvolta in un grave incidente stradale, non ha potuto giovarsi del sistema di emergenza con elisoccorso a causa delle croniche carenze strutturali della sanità pubblica su quel territorio. A denunciarlo, con forza, è Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra. La mancanza dell approvazione della convenzione fra l Aeroporto militare di Frosinone e l Ospedale Spaziani del capoluogo ciociaro ha avuto risvolti tragici: sabato scorso si è verificato un gravissimo incidente sulla Statale dei Monti Lepini che ha visto coinvolta una famiglia, marito, moglie e bimbo di tre anni. Quest ultimo, in condizioni gravissime, è stato dapprima portato allo Spaziani poi trasferito in elicottero al Gemelli dove, purtroppo, non ce l ha fatta. Questo perché allo Spaziani, pur essendo stata prevista nel progetto, non è stata realizzata l elistazione per le emergenze. Al di là della incredibile incompletezze progettuale dell ospedale frusinate, però, ci sarebbe stata comunque la possibilità di contare su un alternativa valida. Se solo, di nuovo, la burocrazia non si fosse messa di mezzo. È ancora Francesco Storace, infatti, a svelare che da dicembre 2014 è stata siglata ma non formalizzata una convenzione che consentirebbe al nosocomio di valersi dell elisuperficie dell adiacente aeroporto militare. Di qui l esito drammatico di una vicenda davvero emblematica. La mancata formalizzazione della convenzione ha obbligato i sanitari a trasferire il bambino ad Alatri, in ambulanza, prima di trasferirlo in elicottero al Gemelli, perdendo tempo preziosissimo e irrecuperabile. E per il bambino, residente a Prossedi, non c è stato più niente da fare. Una morte assurda, che ora diventerà però oggetto di una discussione in consiglio regionale. Ho presentato un interrogazione al presidenze Zingaretti per sapere chi stia ostacolando il lavoro del Direttore generale dell Ares 118 nell attivare definitivamente questa convenzione che potrebbe, come in questo caso, contribuire alla salvezza di numerose vite, ha concluso Storace. Nella speranza che non abbiano a ripetersi tragedie solo perché non vengono messi nero su bianco degli accordi: l emergenza non aspetta le carte bollate e la luttuosa lezione dello scorso fine settimana dovrebbe averlo drammaticamente insegnato. IL TAR ANNULLA LA DELIBERA PER LA PEDONALIZZAZIONE DELL AREA Piazza del Foro Traiano, altro schiaffo alla giunta Il Tar del Lazio si conferma una bestia nera per l accoppiata Marino-Improta. E manda alle ortiche un altro piano della giunta capitolina: la seconda sezione del tribunale amministrativo regionale ha infatti annullato la delibera della Giunta sulla pedonalizzazione di piazza del Foro di Traiano. Erano stati i residenti della zona a presentare ricorso. E i giudici amministrativi lo hanno accolto spiegando che: "Non sono percepibili le ragioni che hanno condotto alla concreta individuazione dell'area tra quelle da ricomprendere nel perimetro della pedonalizzazione in precedenza avviata risultando quindi tale scelta del tutto avulsa da quel necessario contesto istruttorio e motivazionale che deve presidiare l'esercizio della potestà discrezionale riconosciuta all'amministrazione Comunale". Ovviamente la sentenza ha dato la stura ad una serie di commenti politici, soprattutto dal versante delle opposizioni. Giuseppe Cangemi (consigliere regionale di Ncd) attacca: "Bocciata pure la pedonalizzazione. Il Tar del Lazio continua a schiaffeggiare Marino che non ne azzecca una. Con la sentenza sull'area pedonale a piazza del Foro Traiano siamo alla quinta sentenza contro un provvedimento di una Giunta incompetente guidata dal peggior sindaco che Roma abbia mai avuto. Quanto sono costati all'amministrazione in spese legali questi pasticci amministrativi? E soprattutto quanti pronunciamenti del Tar dobbiamo aspettare prima che questo primo cittadino da strapazzo si decida a levare le tende?". Sulla stessa lunghezza d'onda il capogruppo di Forza Italia in Regione, Antonello Aurigemma: "Marino e Improta sembrano voler superare ogni record. Oggi arriva l'ennesima bocciatura da parte del Tar, stavolta sul progetto di pedonalizzazione del Foro Traiano perché, come precisano i giudici, non si capisce in che modo tale pedonalizzazione possa garantire la migliore funzionalità dell'impianto viabilistico e della mobilità. Sostanzialmente, una vera e propria stroncatura. Marino e Improta, giorno dopo giorno stanno ribadendo tutta la loro inadeguatezza e incapacità. Quest'amministrazione si dimostra lontano da tutto e da tutti, e anche le iniziative spot che ha messo in campo, come quella della pedonalizzazione, risultano essere un flop". R.V. L ASSESSORE E L INCHIESTA DELLA PROCURA Metro C, Improta insiste Non sono indagato Insiste, Guido Improta. L assessore alla mobilità ieri è tornato sulla spinosa questione del suo coinvolgimento giudiziario nell inchiesta sulla Metro C, ancora una volta per tirarsene fuori. "Confermo di non essere iscritto nel registro degli indagati. Ciò è risultato con chiarezza dalla certificazione rilasciata in mattinata dalla Procura della Repubblica di Roma, nonché dal colloquio avuto dal mio legale, avvocato Giampiero Biancolella, con il sostituto procuratore dottor Erminio Amelio". E continua. "Il mio legale si era recato in Procura per dichiarare la mia disponibilità ad essere ascoltato oggi stesso, o nella giornata di domani (ieri e oggi per chi legge, ndr), per rendere tutte le informazioni che gli inquirenti avrebbero ritenuto utili - spiega Improta - Non ravvisando la stessa Procura della Repubblica tale necessità, ho ribadito la mia disponibilità a fornire anche in futuro, ove necessario, documenti o chiarimenti in merito all attività di indirizzo politico da me svolta. Ho ripercorso in questi giorni di processo mediatico con i miei legali tutti gli atti relativi alla linea C della metropolitana di Roma adottati fin dal mio insediamento e posso confermare che non sono state poste in essere condotte censurabili". Tutto bene, anzi benissimo. Occorrerebbe solo ricordare ai solerti consiglieri del Pd, oltre che ai commissari tanto bravi nel frenare l onda di corruzione nel loro partito a Roma, che neanche il ministro Lupi era indagato. Ma è stato dimesso senza tanti fronzoli. Le dimissioni dei non indagati valgono solo per gli altri? Misteri della fede (di centro-sinistra). R.V.

6 6 ESTERI IL BALLOTTAGGIO ALLE ELEZIONI DIPARTIMENTALI FRANCESI CONFERMA LA TENDENZA MOSTRATA AL PRIMO TURNO Sarkozy vince, Le Pen avanza, Hollande crolla Il Front National ha conquistato numerosi cantoni e Marine guarda alla sfida per l Eliseo del 2017 di Claudio Pasquini Peruzzi Marine Le Pen aveva dichiarato la sua riluttanza nell esprimere pronostici in vista del secondo turno invitando il popolo francese a votare in piena libertà di coscienza. Domenica sera i francesi hanno deciso. L ultimo turno delle elezioni dipartimentali francesi ha portato alla vittoria l alleanza di centro destra formata dall UMP e dall UDI. I sondaggi mostrano che l asse UMP-UDI è riuscito ad ottenere 67 dipartimenti mentre il Partito Socialista ne ha mantenuti 34. Il Front National continua la sua ascesa e il suo radicamento sul territorio. Il primo dato che emerge dalle elezioni è l inizio di un sistema politico tripolare con il FN capace di rappresentare una terza via e dare la sensazione di poter effettivamente cambiare l equilibrio politico. Il Front National di Marine Le Pen non accenna a rallentare, anzi, accelera e non si ferma più. Dopo il successo storico al primo turno del 22 marzo, dove ha ottenuto il 26% nei 1912 cantoni (su 2.054) nei quali era presente, domenica il FN è riuscito a mantenere salda la posizione in cantoni (60%). Inoltre, con di voti il partito dimostra una progressione notevole rispetto al primo turno. Con solo un eletto uscente su più di 4.000, il FN ottiene 62 eletti dipartimentali che vincono, nella maggior parte dei casi, con una maggioranza assoluta. Nonostante il 45% di voti favorevoli, 198 candidati non riescono ad ottenere la candidatura. I Cantoni conquistati dal Front National sono i seguenti: Guise, Hirson, Vicsur-Aisne, Villers-Cotterêts (02), Berre-l Etang (13), Beaucaire, Vauvert (30), Le Nord-Médoc (33), Béziers-1, Béziers-2, Béziers-3 (34), Vitry-le-François-Champagne (51), Eurville-Bienville, Saint-Dizier-1 (52), Saint-Mihiel (55), Crépy-en-Valois, Noyon (60), Harnes, Hénin-Beaumont-1, Hénin-Beaumont-2, Lens, Lillers, Wingles (62), Corbie (80), Fréjus, Garéoult, La Seynesur-Mer-1 (83), Carpentras, Le Pontet, Monteux (84), Villeneuve-sur-Yonne (89) Il secondo dato è il ritorno alla vittoria di Sarkozy. Dopo i fallimenti politici e gli scandali personali che avrebbero potuto marginarlo in maniera definitiva dalla visibilità politica, Sarkozy sembra uscire dalla tempesta nebbiosa portando a casa un successo importante. L UMP-UDI si aggiudica 67 dipartimenti - mentre prima delle elezioni ne aveva 41 attestandosi al 33,97% dei consensi.. Il terzo dato politico rilevante è l incontestabile débacle subita dai socialisti dell attuale Presidente François Hollande. Il partito socialista LE RIFLESSIONI DI FRANCESCO STORACE E GIORGIA MELONI I sorrisi su Berlusconi, l attacco alla Libia, la difesa di Battisti: cosa c è da festeggiare? La vittoria dell Ump salutata in Italia come la riscossa europea del centro-destra? Un paradosso tutto italiano, giacché proprio chi ritiene che la sovranità nazionale è un patrimonio che non è stato abbastanza salvaguardato non può che guardare a Sarkozy come a un pessimo esempio. Francesco Storace, ad esempio, ha brevemente commentato col suo salito graffiante cinguettio, taggando vuotidimemoria l analisi del voto francese emersa da alcuni settori della scena politica nazionale. "Forza Italia come Carla Bruni, amore per Sarkozy. Sarebbe lui il moderato, quello delle risatine e della guerra a esce dalle elezioni con un infortunio che richiederà cure intensive e immediate, ma probabilmente saranno insufficienti. Il Presidente rischia di perdere tutto. Il PS, con i suoi alleati e l Union de Gauche, è riuscita ad ottenere il 22,67% dei consensi mantenendo 34 dipartimenti e perdendone ben 28, tra cui alcuni pilastri simbolici della sinistra francese come il dipartimento dell Essonne, della Corrèze e del Var. Queste elezioni rappresentano una svolta importante per il FN e il suo progetto di radicamento territoriale. Le dipartimentali sono finite ma la corsa all Eliseo è più che mai aperta. Dopo le elezioni municipali dello scorso anno, quando il FN ha eletto consiglieri e conquistato 10 città, e dopo le dipartimentali ora il FN punta dritto alle regionali di dicembre dove il sistema Gheddafi. Anche Giorgia Meloni ha avuto qualcosa da ridire. E da dire, anzi da chiedere. "Ho cinque domande da porre a coloro che oggi esultano per la vittoria di Sarkozy e parlano di modello da emulare", è l inizio di una breve ma ficcante riflessione del leader di Fdi. "Prima domanda: hanno forse dimenticato quando in mondovisione il signor Sarkozy derideva insieme ad Angela Merkel il Presidente del Consiglio italiano? Hanno forse dimenticato che il signor Sarkozy è stato uno degli artefici del commissariamento dell'italia nel 2011 e della rimozione dell'ultimo governo eletto democraticamente dal popolo italiano? Hanno forse dimenticato che il signor Sarkozy è il responsabile della scellerata guerra a Gheddafi che ha di fatto consegnato la Libia nelle mani dell'isis, perché non sopportava l'idea che l'italia avesse stretto accordi che la rendevano indipendente dal punto di vista energetico? Hanno forse dimenticato che il signor Sarkozy ha più volte difeso insieme alla signora Carla Bruni un criminale come Cesare Battisti, invitando solo qualche giorno fa l'italia a 'voltare pagina'? Ecco, alla luce di tutto questo, che cosa c'è da festeggiare?", conclude. Risposte? Nessuna Robert Vignola di voto sarà differente. Infatti, il sistema maggioritario plurinominale prevede l accesso al secondo turno per tutte le forze politiche che superano il 10% dei voti, rendendo più complesso eventuali tattiche ad excludendum. Il FN rimane al cuore di tutti i discorsi e i dibattiti politici nazionali. Nega la possibilità di un accordo con l UMP poiché lo ritiene colpevole, e ad oggi complice, di leggi che hanno portato la Francia nel baratro. Il principale avversario rimane il sistema rappresentato dall asse UMP-S sigla per descrivere l unione tra l UMP e il PS partiti ritenuti un semplice copia e incolla. Ora il Front National guarda avanti e alla domanda di un giornalista sulla possibile vittoria nel 2017 Marine risponde cosi: Possibile se il popolo lo vuole. ANCORA BOCCIATURE DA PARTE DEGLI EUROCRATI ALL ENNESIMO PIANO PRESENTATO DAL GOVERNO GRECO Tsipras si piega, ma non basta mai di Rita Di Rosa In ballo c è la faccia del governo greco oppure il rilascio dell ultima tranche di prestiti da oltre sette miliardi di euro. Indispensabile, quest ultimo, per non mandare in panne l intero apparato statale già a metà aprile. Con ripercussioni gravissime sociali circa il mancato pagamento di stipendi e pensioni (ma anche altri guasti). Eppure, per quanto pezzo dopo pezzo Tsipras si stia rimangiando la parola data agli elettori durante la vulcanica campagna elettorale del gennaio scorso, all Europa non basta mai. I tecnici della Troika avranno perso il loro nome (una richiesta lessicale del premier ellenico e del suo ministro Varoufakis) ma non la vocazione di sempre: quella di bocciare i provvedimenti che governi regolarmente eletti vogliono portare avanti, di continuare nei commissariamenti striscianti di intere nazioni, di imporre l austerity a chi non ce la fa più. Così è stato anche per l ultimo piano presentato dalla Grecia, che secondo gli eurocrati di vario livello che sono chiamati a dare giudizi (chissà perché e soprattutto per quali meriti, visto lo stato comatoso dell economia di almeno metà dei membri dell Eurozona) è impreciso e frammentato, comunicato in modo disorganico e disordinato da funzionari poco informati e inesperti. E dire che nei 18 punti trasmessi ci sarebbe già quanto basta per spernacchiare Tsipras come un traditore delle promesse fatte al popolo. A partire dal mantenimento dell Enfia, la tassa sulla proprietà equivalente all Imu italiana che il partito ormai di maggioranza relativa, Syriza, aveva assicurato di voler sostituire con una tassa rivolta esclusivamente ai grandi patrimoni immobiliari. O l Iva, già gonfiatasi anno dpo anno e programma di risanamento dopo programma di risanamento: Varoufakis ha arrestrato la sua trincea, è pronto ad alzarla ma non sui beni alimentari e comunque solo nei luoghi di maggiore attrazione turistica. Eppure non basta neanche questo. In materia di privatizzazioni, si cede anche sul proto del Pireo (sul mercato finirebbero due terzi del totale, per un introito di 500 milioni). E poi, passando sulla solita lotta all evasione (evidentemente di sopravvivenza) e al mercato nero di carburanti, addirittura il ritocco alle pensioni: niente più pensioni anticipate con nascita degli esodati in salsa greca, consolidamento per contro dei cosiddetti fondi pensione. C è addirittura, a titolo di curiosità la speranza di risollevare le sorti ormai compromesse dell economia con investimenti per cercare petrolio nell area occidentale del Paese. Altrimenti? Stiamo lavorando per far restare la Grecia nell euro, ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel a margine di una conferenza ad Helsinki. Ammettere che il Grexit sia sul tavolo pare già sintomatico del fatto che ci si stia pensando, al di là della letteratura dell euro irreversibile che pure i cittadini degli stati europei sono costretti a sorbirsi, un giorno sì e l altro pure, dai grandi network tv e dalle colonne dei giornaloni OSTACOLI ALLE TRATTATIVE DI LOSANNA La difficile sfida nucleare dell Iran Apochi giorni dalla scadenza del termine per un accordo internazionale sul nucleare iraniano, tutto sembra saltare. L'Iran sta rimettendo in discussione uno degli elementi critici dell accordo: la disponibilità di Teheran al trasferimento in Russia del proprio combustibile nucleare. "L'esportazione di scorte di uranio arricchito non è nel nostro programma e non intendiamo inviarle all estero", ha affermato il capo negoziatore iraniano Abbas Araghchi. Secondo i media atlantici il fatto che Teheran insista sul mantenimento del carburante potrebbe costituire un potenziale ostacolo in un momento critico delle trattative. Anche perché uno stallo degli accordi potrebbe rafforzare gli oppositori ai trattati all'interno del Congresso americano e rafforzare l'opposizione politica di Israele ed i paesi arabi sunniti, contrari agli accordi Iran - Usa. Ancora una volta assistiamo ad un teatrino mondialista che vuole nascondere verità scomode. Americani ed iraniani da anni sono in accordo, con la Turchia, primo alleato degli Usa e di Israele, che ha permesso fin'ora all'iran di sviare le varie sanzioni. Così come sono tutti d'accordo che Teheran possegga il nucleare. Le grandi potenze già si sono accordate. In questi giorni ci sarà un trattato quadro tra l'iran e i cosiddetti 5+1 (Usa, Russia, Germania, Francia, Gran Bretagna e Cina). Il nucleare in Iran fa comodo a tutti. In primis ad Israele, che può continuare a gridare all'allarme atomica, poi agli occidentali che continueranno a fomentare lo scontro tra sciiti e sunniti, dividendo il mondo arabo, facendo prevalere i confini e l'aspetto religioso alle nazioni ed alla laicità. Al di là dei proclami utili e propagandistici, l'iran è vero che vuole la sua bomba atomica, i big del mondo lo sanno bene, ma non per utilizzarla contro il vicino Stato ebraico, ma ben sì per essere all'altezza del Pakistan sunnito, che la possiede da anni. In parole semplici, l'iran vuole diventare per gli sciiti, quello che oggi è il Pakistan per i sunniti. E senza nucleare non può diventarlo. Il resto sono, in gergo militare, "false flag", falsi problemi per indirizzare l'opinione pubblica. Tatiana Ovidi

7 7 STORIA COSÌ IL MONDO GUARDAVA IL DUCE / 13 - ANCORA UN VIAGGIO NELLA STAMPA INTERNAZIONALE: STAVOLTA PARLIAMO DI QUOTIDIANI E RIVISTE TEDESCHI L onorevole Mussolini ha un programma e lo realizza Ha portato la disciplina nelle nuove idee e perciò la maggioranza del Paese si è schierata al suo fianco. La minoranza è costretta a riconoscerlo di Emma Moriconi Prosegue il nostro cammino nella storia e oggi vediamo, tra l'altro, cosa scrive la Deutsch Allgemeine Zeitung commentando i successi riportati da Benito Mussolini in ambito internazionale. "Il giornale - scrive Luigi Vicentini - dichiara che tali vittorie son dovute al genio politico del Primo Ministro italiano il quale accoppia alle energie ampie vedute sovrane. La grandezza della Rivoluzione fascista non consiste nel terrore provocato dalla sua nascita ma nella universalità e nella larghezza delle vedute politiche del suo capo Mussolini che lo distinguono da tutti gli altri uomini di Stato d'europa. L'on. Mussolini, continua il giornale, ha un programma e lo realizza. Tale programma è semplice ed è per questo che viene compreso nel paese. Mussolini ha portato la disciplina nelle nuove idee e perciò la maggioranza del paese si è schierata al suo fianco. La minoranza è costretta a riconoscerlo". Insomma la linea è quella che abbiamo già visto in numerosissime testate europee. E la Deutsch Allgemeine Zeitung conclude: "è così che il Fascismo ha condotto l'italia verso il risanamento nazionale ed economico. L'Italia farà da sé; Mussolini per primo p riuscito a realizzare questo. La Germania si tiene in disparte, noi restiamo spettatori ma teniamo conto del fatto che l'on. Mussolini comprende l'importanza che la lotta della Germania per la sua esistenza sul reno e sulla Ruhr ha per l'europa ed anche per l'italia". Come sono cambiati, i toni, rispetto a pochi mesi prima... ora pare che l'europa intera sia sulle spine per piacere a Mussolini e all'italia, il giudizio e il posizionarsi del Bel Paese sulla scena internazionale non sono più l'ultima ruota del carro. Restiamo ancora nella sconfitta Germania e vediamo cosa scrive Fritz Mittelmann, deputato al Reichstag e uomo di punta della politica tedesca in quei primi anni Venti del Novecento: "È merito dell'attuale Presidente dei Ministri italiano di aver strappato dall'orlo dell'abisso proprio all'ultimo momento la sua Patria. L'Italia, nonostante abbia vinto la guerra, ha dovuto sopportare convulsioni interne violente, come la Germania. Anche in Italia il comunismo aveva preso solido piede durante la guerra nelle fabbriche e nelle campagne, tanto da poter sfruttare il momento dell'armistizio per affermarsi ed imporsi per ogni dove in tutto il paese. Ai governanti dell'epoca mancò il coraggio e la forza necessaria ad opporsi a questo movimento. Fu allora che cominciò l'opera creatrice di Mussolini. La storia del Fascismo comincia dallo sciabolamento degli invalidi di guerra per opera della Guardia Regia in Piazza Barberini a Roma e coll'assassinio di un consigliere municipale a Bologna, freddato in piena seduta con un colpo di revolver socialista per dimostrare praticamente come si sopprimono le minoranze. Questi due esempi mostrano la completa instabilità della situazione italiana di allora; essi dimostrano che il Governo era completamente in mano al radicalismo della Destra e della Sinistra. Un solo ed unico giornale in Italia osò in quel tempo lottare col Governo. Fu il giornale di Mussolini, che in quel momento era l'estrinsecazione del giusto e diritto senso morale della parte pensatrice della Patria". In effetti ciò che scrive è la verità, come raccontiamo spesso ai nostri lettori nel nostro speciale domenicale dedicato alla Grande Guerra. Ma vediamo cosa scrive, ancora, del "personaggio Mussolini", cui ormai tutto il mondo guarda con interesse: "Chi è Mussolini? Un semplice insegnante, dotato d'una grande intelligenza e d'un carattere di ferro, un uomo che, come affermano i suoi amici, sin dalla prima gioventù, non ricercò altro che far trionfare il buono ed il giusto per l'umanità. Fu questo grande amore per l'umanità che lo condusse al socialismo e che lo fece lottare contro quelli che egli considerava i nemici dell'umanità". La sua vita intera viene scandagliata, si ripercorrono le sue origini semplici e povere e ci si stupisce che tanta intelligenza sia annidata nella mente e nello spirito del figlio d'un fabbro ferraio. "è così che si fece espellere uno dopo l'altro dai vari paesi d'europa. Ma egli restò fedele, anche nella miseria, al suo ideale. La guerra, che egli ha fatto, purificò questo suo socialismo internazionale elevandolo al vero sentimento di patriottismo nazionale. Durante la neutralità dell'italia, Mussolini si mostrò favorevole alla Francia, e ci fu qualcuno, allora, in Germania, che ritenne tale attitudine non essere completamente disinteressata; noi dobbiamo affermare, al contrario, che il contegno di Mussolini e la condotta del suo giornale sia alla fine della guerra, sia durante l'armistizio e soprattutto al momento degli incidenti di Fiume e della Dalmazia, fu tanto nettamente e rettamente antifrancese, che oggi sarebbe ridicolo voler supporre che tra Mussolini e la Francia sia mai esistito altro legame che la comunità di interessi politici esistenti fino dal 1914". Ancora: "Mussolini è un uomo d'ordine, che nell'ora più difficile ha avuto il coraggio di tradurre in azione tutta l'energia accumulata in lui e di salvare la sua Patria dalla rovina". Insomma anche la Germania è interessata al progresso dell'italia, essa rappresenta, a quel momento storico, uno Stato rispettabile e rispettato, che incute anche timore, tant'è che il quotidiano tedesco ci tiene a rimarcare che "la Germania e l'italia non hanno alcuna opposizione di interessi. Il solo punto che le differenzia sta nella questione del Tirolo meridionale. Ma essa sarà risolta colla buona volontà e colla sincerità in modo soddisfacente, in modo che troverà l'accordo anche dei tirolesi del sud". EGLI NON POTEVA DICHIARARSI PER LE POTENZE CENTRALI PERCHÉ SENTIVA TROPPO ROMANAMENTE ED ERA INNANZITUTTO IRREDENTISTA Il fascismo è figlio del più ardente amor di Patria Secondo la Woche, la sua politica intrinseca ha radici in questo sentimento che si può paragonare alla rivoluzione mazziniana Ancora Germania, con la rivista Woche: "Il fascismo in Italia è figlio del più ardente amore di Patria. Anche la sua politica intrinseca ha le sue radici in questo sentimento che si può paragonare alla rivoluzione mazziniana che trovò la sua vita nella Giovane Italia quando ancora le province italiane erano divise dai diversi Stati e languivano sotto il giogo straniero. Mussolini nel 1914 si staccò dai socialisti e fondò il giornale Il Popolo d'italia nel novembre dello stesso anno, poiché il suo partito era contrario alla partecipazione dell'italia alla guerra mondiale. Durante i 14 mesi di neutralità egli scrisse giornalmente un articolo di fondo per 'mobilizzare' gli spiriti per la guerra e per svergognare quelli che stavano per la neutralità. Egli fu il più appassionato e il più ardito campione dell'entusiasmo bellico. E quando al 24 maggio 1915 fu dichiarata la guerra contro l'austria continuò a scrivere giornalmente un articolo di fondo nel giornale per ottenere che venisse dichiarata guerra alla Germania. Al settembre lasciò la direzione del giornale in altre mani e corse come semplice soldato nelle trincee del carso a mettere in pratica la sua opinione sostenuta nella stampa. Il suo entusiasmo bellico ha fondamento in questa idea della quale egli era fortemente convinto, cioè che il compimento dell'unità nazionale, la posizione spettante all'italia sul mare e quindi l'importanza dell'italia e la sua corrispondente influenza sull'europa non potessero mai avverarsi se le armi italiane di fronte alla gigantesca lotta dei popoli stavano a guardare. Egli non poteva dichiararsi per le potenze centrali perché sentiva troppo romanamente ed era innanzitutto irredentista. Egli credeva che Trieste e Trento sarebbero divenute italiane per sempre, non come involontario dono, ma colla conquista fatta colla forza delle armi e strappate quindi all'austria col valore dei nostri eserciti. Come sempre in Italia in ogni avvenimento, e quindi anche nella rivoluzione guidata da Mussolini, ha grande parte il ricordo storico dell'impero Romano che dominava sul mondo intero. Questo è il sogno del nazionalismo italiano che col fascismo dovrebbe scorrere insieme come correnti di un fiume nello stesso letto perché la forza di entrambi scaturì dai cuori della giovane generazione per restaurare almeno la signoria dell'italia nel Mediterraneo e nell'adriatico". È estremamente significativo che a scrivere queste parole sia un quotidiano di una delle Nazioni sconfitte nel primo conflitto mondiale. Il nostro incontro con la stampa tedesca non si esaurisce qui, sull'argomento torneremo nella prossima puntata di questo speciale. emoriconi@ilgiornaleditalia.org

8 8 ECONOMIA IL RAPPORTO UNIVERSITÀ CATTOLICA 2014: LA PRECARIETÀ PROFESSIONALE È DANNOSA PER IL NOSTRO ORGANISMO La crisi nuoce gravemente alla salute di Chantal Capasso La crisi economica non solo è dannosa per le nostre tasche ma anche la per la nostra salute. La precarietà nell arrivare a fine mese comporta agli individui un continuo stato di malessere, ansia e frustrazione. Questi stati d animo vengono, nel tempo, somatizzati dal nostro organismo che si debilita, e nella peggiore dei casi trasformarsi in gravi malattie. Il quadro drammatico è stato presentato dal Rapporto Osserva Salute (2014), nella sua dodicesima edizione, che ha analizzato lo stato di salute della popolazione e della qualità dell'assistenza sanitaria nelle Regioni italiane, presentata a Roma all'università Cattolica e pubblicata dall'osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, coordinato da Walter Ricciardi, direttore del Dipartimento di Sanità pubblica dell'università Cattolica - Policlinico Gemelli di Roma. Dall analisi è emerso un aumento dei casi di tumore prevenibili, che colpisce maggiormente le donne, quale il tumore al polmone, che tra il 2003 e il 2013 incrementato del 17,7%, così anche per quello alla mammella, aumentato, purtroppo, del 10,5%. Mentre gli uomini vengono colpiti dal tumore al colon retto, che ha registrato nello stesso periodo, un aumento del 6,5%. A peggiore la nostra salute è anche il nostro stile di vita, la sedentarietà comporta l aumento degli italiani in sovrappeso, con il 45,8% dei casi, per chi supera i 18 anni di età. Si legge nel rapporto che: Il deficit di risorse destinate alla prevenzione rischiano di far vacillare la salute degli italiani, già sotto l'attacco della congiuntura economica negativa che sta colpendo ormai da anni anche il nostro paese: la precarietà che sta ormai divenendo una condizione strutturale mette a rischio la tenuta dei servizi sanitari offerti ai cittadini e anche la salute reale e percepita degli individui (sempre più numerosi sono gli studi che dimostrano ad esempio che essere lavoratori precari mina il benessere psicofisico della persona)". Spiega Walter Ricciardi, coordinatore del Rapporto Osserva salute 2014, che: Restano quelli di sempre i punti deboli della salute degli italiani, sintetizzabili nei pessimi stili di vita che restano tali, probabilmente anche in correlazione a condizioni di vita sempre più precarie e difficili nel quotidiano. Un dato esemplificativo tra tutti, la sedentarietà che aumenta in maniera significativa per entrambi i generi: da 34,6% a 36,2% negli uomini e da 43,5% a 45,8% nelle donne. Alla lettura del rapporto si evince il necessario ed urgente bisogno di incentivare l'offerta di servizi di prevenzione e di politiche socio-sanitarie ad hoc che riducano la probabilità dei cittadini di ammalarsi e fronteggino i bisogni sanitari di una popolazione sempre più anziana, con l'insorgenza sempre maggiore di più malattie croniche nello stesso individuo. Nonostante l analisi non presenti dati incoraggianti, sempre secondo il Rapporto nell ultimo decennio è migliorato lo stato di salute degli italiani che risulta complessivamente buono, con un aumento, nei 10 anni trascorsi, della speranza di vita per entrambi i generi ed una diminuzione del tasso di mortalità infantile, pur con differenze non da poco tra Nord e Sud. CREDITO Bankitalia chiude altre 22 strutture in varie città Il Consiglio superiore della Banca d'italia ha dato il via libera al piano di riassetto della rete territoriale, da attuarsi nei prossimi tre anni che prevede il potenziamento dei compiti delle Filiali di maggiori dimensioni, l'accentramento di 3 divisioni distaccate di vigilanza e la chiusura di 19 succursali "con operatività ormai molto ridotta". Nel complesso, dunque, sono 22 le strutture interessate. La Banca spiega che "alla fine del 2018 la rete sarà costituita da 39 filiali, rispetto alle 58 attuali. Erano 97 nel Tra il 1999 e il 2013 le altre tre principali banche centrali dell Eurosistema hanno pure ridimensionato l'estensione delle loro reti territoriali: da 154 a 50 filiali la Bundesbank, da 211 a 127 la Banca di Francia, da 52 a 15 la Banca di Spagna. Per quanto riguarda il personale, la nota ufficiale di Bankitalia afferma che con la riorganizzazione nessun dipendente della Banca d Italia perderà il proprio lavoro. La Banca ha dato la propria disponibilità alle Organizzazioni Sindacali perché siano definite misure che vengano incontro alle esigenze delle 360 persone (su oltre dipendenti dell Istituto) che lavorano nelle strutture in chiusura o in accorpamento". Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l Innovazione dell Agricoltura del Lazio

9 89 ECONOMIA ITALIA E CRISI: ANCORA NESSUNA TRACCIA DEL PROVVEDIMENTO INSERITO TRE MESI FA NELLA LEGGE DI STABILITÀ Che fine ha fatto il piano contro la povertà? La povertà in Italia è un'emergenza perché è aumentata con la crisi e quindi c'è bisogno di risposte": sono parole del ministro Poletti che risalgono a circa un mese fa, quando durante la trasmissione Coffee Break di La7 aveva promesso che entro giugno sarà pronto un piano nazionale per contrastare questo fenomeno. Il ministro aveva parlato di un sussidio contro la povertà assoluta giudicando insostenibile l'ipotesi del progetto di reddito minimo proposta dal M5S e da Sel. L'intento era quello di eliminare le forme più gravi di povertà. L'idea di 5 Stelle era rivolta alle famiglie con reddito non superiore ai euro l'anno. Dopo le rassicurazioni del ministro, però, nulla si vede ancora all'orizzonte: nessuna notizia trapela in merito e come denuncia L'Avvenire di ieri, "resta ancora lettera morta una delle due misure specificamente concepite finora per supportare i nuclei familiari alle prese con gli effetti dei lunghi anni della crisi economica". Il quotidiano si riferisce al bonus per le famiglie numerose inserito nell'ultima Legge di Stabilità di ormai ben tre mesi fa. Occorre adesso un Secreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per sbloccare la norma ed è dal 1 gennaio che si attende questo adempimento. È ancora L'Avvenire a riferire come uno scambio di comunicazioni dei giorni scorsi all'interno della commissione Affari sociali alla Camera da cui si evince come i deputati Sberna e Capelli (Per l'italia - Cd) hanno chiesto al dicastero del Lavoro lumi su questa misura che prevede lo stanziamento di 45 milioni di euro da destinare a buoni per l'acquisto di beni e servizi in favore di nuclei con almeno 4 figli minori. Si tratta di una piccola cosa, in effetti, anche perché destinata alle famiglie il cui reddito non superi gli euro l'anno, a conti fatti parliamo di famiglie il cui reddito non sia superiore ai 700 e spicci euro al mese. Chi ne percepisce 710, insomma, resta fuori. Alla richiesta dei deputati ha risposto l'ufficio legislativo del ministero assicurando che "in accordo con l'inps" si sta cercando di "garantire, nel più breve tempo possibile, il sostegno economico". Sembra che i ritardi siano dovuti alla riforma dell'indicatore Isee dello scorso gennaio, del resto si sa che in Italia, se si fa eccezione per le tasse e per le cartelle Equitalia, arriva tutto in ritardo, a cominciare dai treni per finire con l'expo. In attesa che la macchina burocratica italiana con fatica e cigolando si metta in moto, le famiglie povere continuano a fare la fame. L APPROFONDIMENTO Famiglie disagiate, un quadro sconfortante La situazione in Italia non è per niente rosea: sono oltre 10 milioni le persone che vivono in condizioni di povertà relativa, un dato che è pari al 16,6% della popolazione, un'enormità. Se poi consideriamo che, tra questi, oltre 6 milioni (corrispondenti quasi al 10% dell'intera popolazione) sono in condizioni di povertà assoluta, la faccenda si fa davvero preoccupante. I dati che riferiamo sono quelli diffusi dall'istat lo scorso anno nel suo report sulla povertà in Italia in cui rilevava come tra il 2012 e il 2013, a fronte di una situazione stabile circa l'incidenza di povertà relativa, fosse invece aumentata quella relativa alla povertà assoluta, specialmente al Sud e in maniera predominante nelle famiglie con tre o più figli, specialmente se uno o più figli sono minori. Più povere sono le famiglie in cui la persona di riferimento ha un titolo di studio medio - basso, ma la povertà aumenta anche tra le coppie di anziani e nelle famiglie in cui sono presenti anziani. Negli ultimi tre mesi del 2014 si è registrata una deflazione per le famiglie più povere di circa -0,2% mentre per quelle con livelli di acquisto più elevati c'è stato un rialzo minimo pari a +0,3%: secondo l'istat la media si attesta dunque a +1%, il che produce un effetto redistributivo del potere di acquisto, spiegando che "tra il primo e il quarto trimestre, le famiglie che spendono meno hanno visto la variazione dei prezzi passare da +0,4 a -0,2%, quelle che spendono di più da +0,5 a +0,3%". Il fatto che siano state le famiglie che spendono meno a vedere i prezzi scendere (sebbene di pochissimo) dipende dal fatto che i beni di loro consumo sono energetici ed alimentari la cui incidenza sul bilancio delle famiglie con bassa capacità di spesa è decisamente maggiore rispetto alle altre. I NOSTRI SOLDI BORSA E SPREAD SALGONO Piazza Affari sale, spinta da Stm (+2,37%), Unicredit (+1,84%), Bpm (+1,75%), Fca (+1,66%) e Ferragamo (+1,64%). Non riesce a fare prezzo Yoox (+7,87%), congelata per eccesso di volatilità dopo le ipotesi di fusione, peraltro non smentite, con Net-a-Porter. Scivola Wdf (-8,21%) dopo la cessione del 50,1% agli svizzeri di Dufy da parte dei Benetton. Deboli Moncler (-0,32%), Tod's -0,29%) e Mediolanum (-0,07%). Prosegue in avvio di settimana il rialzo dello spread tra Btp e Bund tedesco che segna 117 punti (erano 114 venerdì scorso). Il rendimento del titolo decennale italiano sale all'1,37%. CRISI E FIDUCIA, SEGNALI DIVERSI La fiducia delle imprese è in ''deciso miglioramento'' a marzo e sale a 103 dal 97,5 di febbraio toccando il livello più alto da luglio Lo comunica l'istat nelle prime elaborazioni diffuse con la nuova base. La crescita riguarda tutti i settori. La manifattura passa a 103,7 da 100,5 segnando un record da giugno La fiducia dei consumatori segnala un aumento a marzo e sale al 110,9 dal 107,7 di febbraio (quando aveva segnato il livello più alto da giugno 2002). A crescere è soprattutto la componente economica rispetto a quella personale. Ma c è il rovescio della medaglia: la crisi ''non può certo dirsi conclusa' e le famiglie sono ancora attanagliate da una morsa che non lascia respiro'', secondo Federconsumatori e Adusbef, che giudicano ''inverosimili i dati diffusi dall'istat in merito alla fiducia dei consumatori''. BENZINA AL GALOPPO Prezzi del greggio in calo, prezzi internazionali dei carburanti giù (soprattutto per la benzina) o statici (il gasolio auto) ma i prezzi al distributore in Italia crescono. Ha iniziato l'eni venerdì scorso, poi nell'ultimo week end nci sono stati rincari da parte di Tamoil (+1 cent/litro sulla verde) e Q8- Shell (+1,5 cent sulla benzina e +1 cent sul diesel). Stamattina è toccato a TotalErg (verde +1,5 cent). In base all elaborazione di Quotidiano Energia, il prezzo medio nazionale in modalità selfservice della benzina oscilla, a seconda dei diversi marchi, fra 1,574e 1,599 euro/litro (no-logo 1,539). Per il diesel si registrano prezzi medi fra 1,435 e 1,452 euro/litro (no-logo a 1,411). Quanto alla modalità servito, per la verde i prezzi medi nazionali variano fra 1,629 e 1,726 euro/litro (no-logo a 1,570), per il diesel fra 1,487 e 1,578 euro/litro (nologo a 1,441) e per il Gpl fra 0,629 e 0,660 euro/litro (no-logo a 0,617). E intanto, come accade ogni anno, si preannunciano ulteriori rincari per la settimana di Pasqua, tanto per appesantire tutti gli italiani (sempre meno) che trascorrono queste festività fuori casa. IL MINISTRO POLETTI: E UN NUMERONE, MA I PRIMI SINTOMI CI SONO La favola del milione di posti in più Le opposizioni lo zittiscono anche sui 79mila già sbandierati dal governo Senza freni, Giuliano Poletti la spara grossa: intervenendo ad un convegno della Confapi, il ministro del Lavoro ha detto che quest'anno per le assunzioni "ci sono 1,9 miliardi di sgravi e questo potrebbe portare fino a un milione di posti di lavoro, che è un numerone ma i primi sintomi ci sono, aggiungendo poi che il numero o numerone - è contenuto nella relazione tecnica della legge di stabilità". Poletti si è poi augurato che il budget per il bonus assunzioni possa essere rifinanziato. "Potrei dire che me lo auguro perché noi abbiamo una previsione importante: parliamo di un milione di contratti nuovi o convertiti, quindi credo che sarebbe un grandissimo successo se si ottenesse questo obiettivo". Ma le ultime sortite di Poletti e del suo mentore Matteo Renzi convincono poco o niente l opposizione: "Come si sa, con le bugie non si va lontano. E sui nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato sbandierati da Renzi e Poletti ormai l'imbroglio è stato svelato. Ci mette il timbro anche l''ufficio parlamentare di bilancio", ha detto Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, documentando così il suo pensiero: "Diversi i punti critici. 1) Il governo fa confusione nel diffondere i dati (pubblica solo quelli sull''attivazione di nuovi contratti e non quelli sulle cessazioni) e il furbo nel fare i confronti (dovrebbero essere anno su anno, ma Renzi e Poletti utilizzano l'orizzonte temporale di volta in volta più utile al loro scopo). 2) Le nuove assunzioni sono frutto delle decontribuzioni e non certo del contratto a tutele crescenti del Jobs act, che è entrato in vigore il 7 marzo 2015, mentre i dati si riferiscono a gennaio e febbraio. 3) Come ha sottolineato l''ufficio parlamentare di bilancio, i contratti in più di Renzi e Poletti non sono altro che conseguenza del fatto che molte imprese hanno rinviato le assunzioni che avrebbero dovuto fare nel quarto trimestre 2014 all'inizio del nuovo anno, per usufruire della decontribuzione in vigore dal ) I posti fissi in più non sono nuova occupazione, bensì occupazione sostitutiva, in quanto si tratta, nella quasi totalità dei casi, di riconversioni di vecchi contratti. 5) Ultimo, ma non ultimo: per la decontribuzione delle nuove assunzioni il governo ha stanziato solo 1,9 miliardi, con un limite di euro per ogni unità. Ma quando le risorse finiranno, cosa succederà?.

10 10 DALL ITALIA TORINO PRETENDONO IL DIRITTO AD UN ALLOGGIO Case abusive: gli zingari ricorrono al Tar L abitazione era stata abbattuta dal Comune, ma la famiglia di sinti ne ha costruita una seconda. L avvocato: Il problema è che nessuno ha venduto loro un terreno edificabile, questa è una discriminazione Prima costruiscono abusivamente le casa. Poi ricorrono alla giustizia amministrativa contro l abbattimento. È quanto avvenuto a Orbassano, in provincia di Torino, dove nel 2008 il Comune aveva abbattuto la casa costruita abusivamente da una famiglia sinti su un terreno di sua proprietà, ma non edificabile. Loro, madre casalinga, padre camionista e due figli oggi adolescenti, non contenti avevano poi ricostruito una casa sulle ceneri della prima, anche questa, ovviamente, in quanto abusiva, va demolita. E lo scorso dicembre quando l'amministrazione comunale con un'ordinanza ha disposto la distruzione i sinti hanno fatto ricorso al Tar. Come mai? Come spiega l'avvocato Federica Galfione a Repubblica Torino che ne riporta la notizia, la famiglia non ha trovato un posto un cui stabilirsi perché nessuno vuole avere come vicino di casa un sinti, per quanto stanziale e italiano da generazioni. La seconda sezione del tribunale amministrativo del Piemonte, in realtà, nei giorni scorsi ha respinto il ricorso, ma l avvocato ha già intenzione di appellarsi al Consiglio di Stato. Insomma mentre ai cittadini, italiani, vengono chieste tasse perfino sull ombra o su una pedana per disabili i sinti pretendono di mantenere le loro abitazioni anche se non in regola. Così davanti ai giudici la famiglia ha rivendicato il proprio diritto a una dimora stabile per loro che fino al 2007 vivevano in un campo nomadi nel Pinerolese e avevano scelto di affrancarsi da quella situazione comprando un pezzo di terra a Orbassano, dove prima hanno piazzato una roulotte e nel giro di pochi mesi l'hanno sostituita con una casa in muratura. Il problema è che nessuno ha venduto loro un terreno edificabile, questa è una discriminazione attacca l avvocato. Che si tratti di razzismo? Forse potrebbero chiamare in causa anche questo gli zingari che vogliono aggirare le norme italiche. Il caso della famiglia di Orbassano non è l unico. Sono infatti decine i fascicolo in mano ai giudici del Tar piemontese presentati da famiglie di origine zingara che avevano cercato di stabilizzare la loro residenza ma lo avevano fatto in fabbricati abusivi. Pochi giorni fa un uomo aveva citato in causa il comune di Nichelino che si era impossessato, come prevede la legge, del terreno in cui lui aveva costruito un edificio abusivo pur lasciandogli l'uso dell'appezzamento in comodato. In quel caso il Tar aveva sentenziato che il ricorso era fondato, ma la materia era di pertinenza del tribunale ordinario e non di quello amministrativo. C è anche Alan Cassol, figlio di Albano Cassol, il giostraio morto durante la rapina alla gioielleria zancan a Ponte di Nanto, fra gli arresti nell'operazione All in lanciata all'alba di ieri dai carabinieri di Conegliano. Assieme a lui in manette sono finiti altri sei giovani, tutti nomadi, di un età compresa fra i 18 e i 26 anni. Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata ai furti presso esercizi pubblici. L'operazione è la risposta delle forze dell'ordine allo stillicidio di colpi nei locali della Marca per mettere mano ai tesoretti rappresentati da slot machine e cambiamonete. Il blitz, che ha visto coinvolti i carabinieri del comando provinciale di Treviso (soprattutto Conegliano), il Nucleo Cinofili di Bologna e Torreglia (Pd), il 14 Nucleo Elicotteristi di Treviso e il 4 Battaglione Mobile di Mestre, ha interessato tutta la provincia trevigiano ed era concentrato sul controllo di accampamenti di nomadi ed abitazioni di cosiddetti giostrai. Alla banda sono contestati, tra l Epifanie a i primi di marzo, una decina di colpi a bar e sale slot in tutta la Marca trevigiana, principalmente a Mareno di Piave, TREVISO CONTESTATA ALLA BANDA UNA DECINA DI COLPI Assalti ai videopoker, in cella il figlio di Cassol Alan ha ereditato dal padre (il giostraio morto durante la rapina a Ponte di Nanto) l attività criminale. Insieme a lui in manette altri sei nomadi Vazzola, Santa Lucia di Piave, Colfosco e Conegliano. Come riporta Vicenza Today secondo gli inquirenti, i ragazzi prima visionavano personalmente i locali da derubare e poi la notte procedevano al furto. Fondamentali, per il riconoscimento dei banditi, sono state le immagini delle telecamere di sorveglianza degli immobili assaltati. Del sodalizio facevano parte solo neo maggiorenni atletici e forzuti, caratteristica necessaria per entrare nel gruppo in quanto i colpi programmati richiedevano tutti velocità d'azione e capacità di auto-difesa per ridurre al minimo i tempi dei blitz e per evitare ogni possibile complicanza. A capo della banda pare ci fosse proprio Alan, 19 anni figlio del nomade 41enne colpito dal proiettile sparato da Graziano Stacchio, che secondo i militari avrebbe ereditato dal padre l'attività criminale. In manette, oltre a lui, Matteo zilli, 20 anni, arrestato a Lavis (Trento) dove avrebbe dovuto partecipare ad una fiera con una bancarella di zucchero filato, Nicolls Garbin, 20 anni, Michele Garbin, 23 anni, Denis Maronese, 20 anni, Nicholas Floriani, 20 anni, e Giacomo zolini, 33 anni. Durante l operazione sono state sequestrate, nel corso di una ventina di perquisizioni nei campi nomadi nella Marca, due armi giocattolo, ma del tutto uguale alle originali, alcuni televisori, dei prodotti professionali per parrucchieri e diversi sacchetti di monetine per un totale di almeno 3mila euro, anche se ogni colpo messo a segno fruttava tra i 4 e i 5mila euro. La vicenda riporta inevitabilmente a quanto accaduto a Ponte di Nanto, nel Basso Vicentino, dove Stacchio (nella foto) era finito indagato per eccesso colposo di legittima difesa. una scelta che aveva scatenato la rabbia di molti suoi concittadini (e non solo) stanchi delle continue razzie nel territorio. Barbara Fruch IN BREVE NAPOLI, AVVELENA IL FIGLIO E SI SUICIDA Tragedia nel napoletano. Anna Esposito, 32enne l altra notte ha avvelenato il figlio di 2 anni con una potente dose di antinfiammatori e poi si è suicidata usando un coltello. A trovare i cadaveri sono stati i fratelli della donna che, entrati in casa utilizzando le chiavi avute dai vicini, hanno dovuto sfondare una porta interna per accedere alla stanza dove giacevano i cadaveri di mamma e figlio. Non vi sarebbero dubbi sull ipotesi dell omicidio-suicidio avanzata dai carabinieri. La 32enne si era da poco separata dal marito, proprio a lui era destinata una lettere che è stata ritrovata accanto ai corpi insieme alle foto del loro matrimonio strappate. Secondo gli investigatori, non si è trattato di un gesto improvviso ma di un piano programmato. GENOVA, RAPINA E VIOLENZA, ARRESTATO MAROCCHINO Violenza sessuale e rapina. Per questi due reati un marocchino di 20 anni è stato arrestato dalla polizia di Genova mentre tentava di lasciare l Italia per fuggire in Marocco. A sporgere denuncia era stata la stessa vittima, una ragazza italiana, che aveva raccontato di essere stata avvicinata nella notte dallo straniero che, dopo alcune informazioni, l ha aggredita e derubata, per poi costringerla a seguirlo in un sottopasso della stazione dove è stata violentata. Decisive, nella ricostruzione degli avvenimenti, le analisi dei filmati delle telecamere di video-sorveglianza nella zona. Subito è partita una caccia all uomo che si è conclusa con la cattura dell aggressore mentre stava partendo il suo paese d origine, molto probabilmente per sottrarsi alle sue responsabilità. Il marocchino, disoccupato, è stato trasferito nel carcere di Marassi. VENEZIA, NOMADE BORSEGGIATRICE SERIALE Ha messo a segno almeno undici colpi negli ultimi due anni. Appena quindici anni ma già maestra dei borseggi, la nomade croata (residente in un campo della periferia della Capitale) è stata beccata, insieme ad altri due o tre complici. Il tutto grazie ad un passeggero di un Frecciarossa in partenza da Venezia Santa Lucia e diretto a Roma Termini che si è accorto subito di essere stato derubato del portafoglio. L uomo ha richiamato l'attenzione del capotreno e della polfer, mentre l'autrice del furto ha cercato di disfarsi del maltolto lanciando il portafogli tra i sedili del vagone del treno. Una manovra che però è stata vista dai presenti. Il bottino è stato restituito al legittimo proprietario, e la ladruncola è stata fatta scendere dal convoglio. Priva di documenti, all'inizio la 15enne aveva dichiarato un'identità pulita. Da accertamenti è emerso che la giovane era già stata fotosegnalata undici volte negli ultimi due anni, fornendo svariati alias. Inevitabile per lei una denuncia per furto aggravato in concorso e per false generalità.

11 11 DALL ITALIA LA DECISIONE EUROPEA SULLA SOPPRESSIONE DELLE PIANTE AFFETTE DALLA XYLELLA NON CONVINCE GLI ADDETTI DEL SETTORE Tutti insieme per salvare gli ulivi pugliesi Ieri anche una Via Crucis speciale sul tema della tutela dell ambiente, mentre le istituzioni tacciono di Chantal Capasso Nella piazza principale di Lecce, tutti uniti per difendere gli ulivi. Il simbolo della Puglia, la tradizione e la sua economia è compromessa dalla Xylella, o peggio dai diktat Europei, attraverso il Commissario Giuseppe Silletti che ha ordinato l eradicazione degli alberi secolari colpiti dall epidemia. La manifestazione tenutasi nel capoluogo salentino ha visto riuniti in piazza migliaia di persone fra associazioni, gruppi civici, con l imperativo di fermare in tempo l'abbattimento degli ulivi infetti (o presunti tali) previsto dal piano operativo affidato al commissario all'emergenza Giuseppe Silletti per tentare di arginare il fenomeno del disseccamento rapido del legno, già segnalato quattro anni fa. La decisione europea sull eradicazione delle piante, sembra non essere l unica per risolvere l annoso problema. La soppressione degli ulivi non è supportata da evidenze scientifiche che garantiscono l arresto della malattia. Non sono da sottovalutare le questioni economiche sottese, in caso di adempimento della disposizione comunitaria ne gioverebbero i Paesi concorrenti produttori d olio. Gli agronomi sono sempre più convinti che esista una soluzione meno invasiva tale da permettere alle piante di rigenerarsi. No tassativo, quindi all'utilizzo di pesticidi, ma spazio alla ricerca scientifica indipendente verso un rimedio naturale. D'altra parte decine di aziende biologiche sono già pronte a dare battaglia sul fronte giudiziario all'utilizzo di molecole chimiche. Scopo della manifestazione non è stata espressione di un malcontento sterile, piuttosto ambizione e speranza in difesa dell ecosistema salentino già ampiamente compromesso. Nell affrontare il problema, grande assente risultano le istituzioni, il risentimento dei coltivatori è anche nei confronti delle scelte governative regionali fra inerzia e contraddizioni. Non possono essere taciute le polemiche sulle politiche ambientali in tema di fotovoltaico, di gasdotto, di scarichi a mare. Soprattutto il fotovoltaico, tempi addietro fu visto come nemico degli ulivi, in quanto la loro installazione da far west, poteva compromettere gli alberi secolari. Ora si aggiunge il batterio della Xylella, un problema che non costituisce una novità, da tempo i contadini e gli addetti ai settori avevano lamentato tale pericolo. Ma senza ottenere riposte certe e risolutive. Ora arriva come una spada di Damocle la decisione europea, che nemmeno il provvedimento cautelare del Tar di Lecce, che ha ritenuto fondate le rimostranze di due produttori di Oria è in grado di fermare il piano operativo di Silletti. Un problema sentito anche dalle diocesi salentine. In occasione della domenica delle Palme i vescovi hanno letto congiuntamente un messaggio che pone l accento sul flagello mortale che si è abbattuto su queste piante con il rischio che possa essere irrimediabilmente alterato l intero territorio salentino con incalcolabili conseguenze sul piano economico per intere famiglie e per numerose attività produttive. Ieri pomeriggio, come annunciato dai prelati, è stata organizzata una Via crucis da Gagliano del Capo al Santuario di Santa Maria di Leuca per infondere alla comunità il coraggio di affrontare la grave emergenza. CON LA CRISI AUMENTANO I LADRI PER FAME Disoccupati rubano cibo: Siamo disperati Beccati con formaggi e salumi per un valore di undici euro mentre uscivano da un supermercato. La coppia, denunciata per furto, si è scusata giustificandosi: Volevamo solamente mettere qualcosa nello stomaco Non avevano i soldi per comprarsi il cibo ed erano affamati. Hanno così nascosto alcuni alimenti sotto il giubbotto tentando di rubarli: ma sono stati beccati. È l ennesimo caso di ladri per fame quello che arriva da Pieve del Sacco (Padova). I protagonisti della vicenda sono due coniugi quarantenni con gravi problemi economici: lei, 40 anni, disoccupata, lui, 47 anni, muratore, da un anno è senza lavoro. Marito e moglie sono stati fermati al Prix mentre tentavano di passare alla cassa senza pagare. Quando la cassiera li ha richiamati hanno cercato di risolvere la questione dicendo che non avevano preso alcunché, ma in realtà erano stati visti mentre nascondevano sotto la giacca alcune confezioni di generi alimentari aggirandosi fra gli scaffali. Quindi è intervenuto anche il responsabile del punto vendita che nel frattempo aveva avvisato i carabinieri. Volevamo solo mettere qualcosa nello stomaco per cena. Non siamo delinquenti, siamo solo disperati si sono giustificati. La coppia non neppure ha provato a reagire si è scusata con il direttore del supermercato e ha restituito il maltolto: un pezzo di formaggio, un paio di confezioni di affettato e un bagno schiuma. Un bottino di undici euro. I due sono stati comunque accompagnati in caserma dove hanno riferito ai militari di aver commesso la leggerezza spinti dalla disperazione. I carabinieri, pur capendo la situazione di estrema difficoltà, non hanno potuto far altro che procedere con la denuncia per furto. Dispiace sentire episodi come questo ha detto l assessore ai Servizi sociali Paola Ranzato a Il Mattino di Padova purtroppo le persone in difficoltà sono numerose e sempre in aumento. Noi abbiamo sempre a disposizione dei pacchi alimentari per le emergenze, ma mi rendo conto che non sempre chi si trova in difficoltà vuole chiedere aiuto per una sorta di vergogna. Dopo il primo aiuto per far fronte all emergenza, i Servizi sociali svolgono un esame approfondito sulle effettive necessità di chi si rivolge loro, per valutare l opportunità di un contributo o altre forme di sostegno. Non abbiamo a disposizione un pozzo senza fondo sottolinea Ranzato ma le risorse per i Servizi sociali non sono mai state tagliate dal Comune, a fronte invece di tagli drastici della Regione. Molto si cerca di fare anche con i lavori di pubblica utilità, garantendo un piccolo reddito e la dignità di un lavoro. Stiamo lavorando a un ulteriore progetto per offrire nuove opportunità. Quello avvenuto a Piove del Sacco non è un caso isolato. Con la crisi il fenomeno dei furti nei supermercati ha subìto un'impennata, collezionando un enorme numero di ladri per fame. Anche le forze dell'ordine li chiamano così, perché tra coloro che all uscita del negozio vengono fermati dalla sorveglianza o bloccati dalla polizia, c'è chi ruba per mangiare. Una scatoletta di tonno o un pezzo di formaggio rappresentano una cena, un pranzo. Bottini magri che generalmente si aggirano tra i cinque e i dieci euro, ma che garantiscono un pasto a chi, senza un centesimo in tasca, non può permetterselo. Barbara Fruch LA TRAGEDIA A BISCEGLIE RIAPRE LA QUESTIONE DELL OMICIDIO STRADALE Travolto e ucciso da una moto: preso il pirata Il 15enne, sprovvisto di patente, ha azzardato un sorpasso travolgendo un uomo per poi fuggire. Individuato grazie alle immagini delle videocamere e alle testimonianze dei presenti Ha travolto ed ucciso un uomo mentre attraversava la strada ma non si è fermato per prestare soccorso ed è fuggito. La sua fuga, comunque, è durata poco: il 15enne che era a bordo della moto, già noto alle Forze dell Ordine e sprovvisto della patente, è stato individuato e denunciato in stato di semilibertà. Ora dovrà rispondere di omicidio colposo, omissione di soccorso, fuga a seguito di sinistro stradale con persone decedute e guida senza patente. Il fatto è accaduto domenica sera verso le 20, a pochi passi dalla centrale piazza Vittorio Emanuele di Bisceglie. Il giovane, alla guida di un Typhoon privo di targa, inizialmente fermo nel traffico, ha azzardato un sorpasso terminato investendo mortalmente un uomo di 57 anni, Mauro Di Lecce, titolare di un tarallificio. Dopo l impatto il 15enne, forse colto dal panico, si è rimesso in sella alla moto ed è fuggito, omettendo di prestare soccorso all uomo. Le condizioni della vittima, per i traumi riportati nell impatto e per aver battuto violentemente il capo, sono apparse gravissime agli operatori del servizio di emergenza 118 che hanno tentato invano di rianimarlo. Per lui non c è stato più nulla da fare. Sul posto, dopo la segnalazione al 112 da parte di alcuni automobilisti, sono intervenuti anche i carabinieri della locale Tenenza. Grazie ad alcune immagini riprese dal sistema di videosorveglianza cittadino ed alle testimonianze di cittadini che hanno assistito alla scena i militari sono riusciti in poco tempo ad individuare il responsabile. Il giovane, dopo essere stato interrogato in caserma, è stato denunciato. Del caso è stata informata la procura dei minori di Bari. Posti sotto sequestro la moto e il casco che il 15enne aveva nascosto dopo la fuga. L episodio riapre inevitabilmente la dibattuta questione sull omicidio stradale. Mi auguro che la proposta di legge sull omicidio stradale venga al più presto adottata per far sì che simili episodi non restino più impuniti. Altre parole, in questo momento, sono superflue ha detto il sindaco di Bisceglie, Francesco Spina A nome di tutta la cittadinanza esprimo cordoglio e vicinanza alla famiglia e ai parenti della vittima. Una tragedia che ci lascia attoniti, addolorati e pieni di rabbia. B.F.

12 12 SPORT IL CT TORNA NELLO STADIUM CHE LO HA RESO GRANDE: FISCHI O APPLAUSI, I TIFOSI SI DIVIDONO Italia-Inghilterra, è la grande notte di Conte Gli Azzurri incontrano la Nazionale dei Tre Leoni in un amichevole di lusso condita dalle polemiche di Federico Colosimo Èla grande notte di Antonio Conte, che torna a Torino con la sua Italia per affrontare l Inghilterra. In una amichevole ricca di fascino dopo il pareggio ottenuto in Bulgaria nella gara valida per le qualificazioni di Euro Un déja vu per il tecnico della Nazionale. Nello stadio che lo ha reso grande, quello che lo ha venerato per 3 stagioni salvo poi ricevere il benservito. Un addio mai digerito, una sorta di tradimento che non è ancora andato giù al popolo juventino, diviso. Che lo ha sempre protetto e difeso, anche nel momento più delicato della sua carriera da sportivo. Quello che ha rischiato di travolgerlo nella maxi-inchiesta sul calcioscommesse. Con la faccia ancora indurita dai giorni più difficili dall inizio del suo mandato, vissute tra Coverciano, lo choc dell infortunio di Marchisio e la trasferta di Sofia, il Commissario Tecnico è atterrato nel pianeta Torino. Ad attenderlo non solo sua figlia, ma una folla di 600 tifosi che lo ha applaudito all entrata dell hotel che ospita la Nazionale. E gli ha riservato tanti applausi, ai quali il trainer ha risposto con un sorriso che sembrava aver perso definitivamente. Timidi segnali di distensione, prima del giorno della verità. Dove si capirà definitivamente se lo Stadium è ancora dalla parte del condottiero. Fischi o applausi? Magari né l una né l altra cosa, ma tanta indifferenza che farà, forse, ancora più male per un uomo di sport che ha dimostrato di vivere di emozioni e motivazioni. La ferita delle ultime vicende non s è ancora rimarginata, anzi. E ancora lì che sanguina, con il tecnico che ha confessato al presidente federale Tavecchio il suo disgusto per quanto si agita intorno alla sua figura. Una vicenda difficile, caratterizzata anche dalle minacce di morte ricevute in queste ultime 48 ore su cui adesso indaga anche la magistratura. Ma non solo. Conte vive questa situazione da separato in casa con buona parte del calcio italiano. All inizio della sua avventura aveva chiesto collaborazione, ma è stato accontentato solo in parte. Tante chiacchiere e pochi fatti, cose certamente non gradite all ex coach della Juve. Il numero uno di via Allegri gli aveva promesso stage e collaborazione, ma poi s è dovuto piegare alla volontà dei club di Serie A. Conte ha ingoiato il groppone salvo poi ricevere un altra doccia gelata: le date della stagione , quella che porterà agli Europei di Francia. Con il campionato che terminerà prima, sì, il 15 maggio. Ma a farlo infuriare è stata la finale di Coppa Italia che ancora non si sa quando verrà disputata. Da qui l idea di rassegnare immediatamente le dimissioni, che sono ancora lontane. Almeno fino a maggio. Conte non intende mollare ora, ma l eventuale offerta di qualche grande club europeo potrebbe farlo vacillare. Se dovesse arrivare, il Ct non solo la valuterà, ma potrebbe anche accettarla e piantare in asso la federazione. A 12 mesi dal grande appuntamento. Ci sarà tempo per pensarci. Oggi c è l Inghilterra e l impegno non può essere sottovalutato. Se anche Bertolacci ha dato forfait, il mister può comunque concedersi un sorriso per il completo recupero di Buffon, out a Sofia causa influenza. Novità in difesa dove l unico confermato sarà Bonucci: ai suoi lati Moretti e Ranocchia. Per un tris certamente inedito. Rinnovata la fiducia a Verratti nonostante la prova opaca fornita con la Bulgaria, sulle fasce sono stati provati i 2 nuovi Abate e Santon. In mezzo al campo, oltre al baby prodigio del Psg, ballottaggio tra Parolo e Florenzi con il primo favorito. Davanti spazio alla strana coppia formata da Pellè e Eder, che dopo il grande esordio vuole continuare a stupire. Nel corso del match verrà concessa un occasione anche per Vazquez, dal quale tutti si aspettano grandi cose. E la grande serata di Conte, che tornerà a sedersi su quella panchina che gli ha fatto compagnia per 3 anni, conditi da successi importanti e indimenticabili. E la notte di Italia-Inghilterra, una sfida che per storia e tradizione non sarà mai banale. IL TRIONFO DEI NOSTRI MOTORI Formula 1 e Moto Gp: una doppietta da sogno Èstato senz ombra di dubbio il weekend dell Italia a due e quattro ruote, dei grandi ritorni sul podio e di quei magnifici successi che tanto sono mancati agli appassionati di Formula 1 e Moto Gp nelle ultime stagioni. Difficile dire se sarà un fuoco di paglia o un annata di trionfi, ma la domenica dei motori italiana è stata memorabile. Dietro il miracolo di Sebastian Vettel, corridore straordinario, tra i più forti di sempre, una scuderia finalmente compatta. La Ferrari è stata perfetta e ha centrato una vera e propria impresa. Un trionfo nel quale c è il pilota, ma anche le strategie, la macchina e il lavoro oscuro di uno staff decisamente preparato. Nuovo. E adesso? Ora bisogna andare avanti, senza accontentarsi. Sapendo che la Mercedes reagirà subito agli errori commessi nel Gp di Sepang (Malesia) e, nonostante tutto, resta sempre la grande favorita per la vittoria finale. Ma nulla, a questo punto, è impossibile. Perché il tedesco è uno che fa la differenza. Sempre e comunque. E lui l arma in più della Rossa di Maranello, un autentico fuoriclasse, tra i migliori interpreti di sempre. Da Vettel a Valentino Rossi. Un fuoriclasse che non conosce limiti, senza età. Il tempo passa, ma il Dottore non passa mai. Nel mezzo altri 2 campioni della Moto Gp, Dovizioso e Iannone, che in Qatar ha ottenuto il primo podio in carriera. E l Italia dei motori, che torna sulla vetta del mondo e sogna in grande. F.Co.

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