NUOVA SERIE Anno XVIII Numero 2 Marzo 2015 FINALMENTE ANCHE IN ITALIA Immigrati e profughi nelle famiglie?

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1 NUOVA SERIE Anno XVIII Numero 2 Marzo 2015 FINALMENTE ANCHE IN ITALIA Immigrati e profughi nelle famiglie? Quante volte mi sono detto che bisogna sognare, realizzare, parlare e aspettare, avendo fiducia nelle persone, nelle comunità, nelle istituzioni civili e nella Chiesa. Dal 1991, come Agimi, operiamo e riflettiamo sull evento immigrazione. Lo abbiamo vissuto coinvolgendoci a tutti i livelli: spirituale, sociale, culturale, organizzativo, economico. Ciò ci ha consentito anche di essere operativi e critici con noi stessi, anzitutto, ma anche con le istituzioni e con la stessa comunità ecclesiale. I campi profughi con più di 1000 persone ed in particolare il primo con gli albanesi ad Otranto, con 1000 uomini tra i quali oltre 200 minori, è stata la prima e più negativa esperienza. E quando il Tribunale dei minori ci ha chiesto di prendere in affido tanti minori, siamo stati subito folgorati dall idea che non serviva un campo o un centro, ma forse erano adatte 12 comunità affidate ad associazioni di volontariato, a cooperative, a servizi sociali comunali, a comunità religiose maschili e femminili, a famiglie: all interno dei centri abitati e non in periferie emarginate. Siamo poi passati ad una esperienza particolarmente significativa, quando nel 1997, sette famiglie sono giunte ad Otranto su un gommone e si voleva rimandarli tutti indietro. Abbiamo vinto la battaglia e ci sono state affidate. Le abbiamo accolte in un piccolo centro a Melpignano con delle innovazioni che ci sembravano molto promettenti e forse azzardate, per l epoca e forse ancora oggi: le mamme furono rese responsabili dell organizzazione della cucina, delle pulizie della casa, della lavanderia e di quanto occorreva per il vivere insieme; i bambini, novità assoluta per l epoca, furono iscritti tutti nella scuola statale, superando pregiudizi psicologici, pedagogici e legislativi; i papà furono responsabilizzati per l accompagnamento dei propri figli a scuola, oltre che per altre faccende necessarie all esperienza. Non sono mancate le critiche e le osservazioni, certamente in regola a stare alle abitudini diverse e, perché no, anche relative alla legislazione e alle esigenze sindacali di noi popolo più avanti (continua)

2 IMMIGRATI E PROFUGHI NELLE FAMIGLIE? (continua) Non ci siamo fermati, e quando dal Canada è pervenuta una richiesta, attraverso la Caritas Italiana, di presentare singoli e nuclei familiari disposti ad emigrare in quello stato, abbiamo appreso e sperimentato con soddisfazione che la politica canadese per l immigrazione prevedeva un contributo giornaliero per le famiglie canadesi che accoglievano nella loro casa immigrati disposti ad entrare in un progetto sociale di apprendimento delle lingue, di apprendistato lavorativo e successivo inserimento nelle stesse aziende familiari, eventualmente, e/o nel mondo del lavoro, entro il limite di due anni. Non so se abbiamo dovuto fare marcia indietro anche nei nostri sogni, ma dal 1997 abbiamo scelto di realizzare una comunità plurima (minori e adulti, singoli e famiglie) di ogni popolo, cultura e religione, sino ad un massimo rigorosamente osservato di non più di 20 accolti. Gli ospiti devono accettare di collaborare alle esigenze della comunità: conditio sine qua non per essere ammessi e continuare a stare nel centro AGIMI EUROGIOVANI in Maglie. Il sogno rimaneva sempre legato all accoglienza nelle famiglie. Esperienza in parte realizzata nei riguardi di alcuni minori. Perché in Italia è nata solo la Bossi-Fini e gli interventi successivi che hanno peggiorato la situazione: CARA, CIE e quant altro, con modalità e principi ispiratori e regole attuative per noi errate e controproducenti, visto l aumentare di atteggiamenti contrari agli immigrati e profughi e stranieri in genere? L orientamento ultimo dei piccoli gruppi, abbandonati a se stessi e non coinvolti, se non marginalmente, non ci convincono, con tutto il rispetto di chi se ne sta facendo carico, ma con ridotto e quasi assente accompagnamento. E finalmente apprendiamo che il Comune di Torino, pare stia applicando agli immigrati e richiedenti asilo la prassi dell accoglienza nelle famiglie. Torino ha già grande esperienza in merito nel settore dell assistenza ai disabili affidati a famiglie e anche a singole persone, capaci e disponibili ad un servizio sociale che, secondo il nostro modesto parere ed esperienza, potrà e dovrà diventare un salto di qualità nella vita civile del popolo italiano, della società, delle comunità ecclesiali, e renderà un grande servizio a favore di un futuro veramente umano e cristiano in Italia e in Europa. Siamo dei sognatori e ve ne chiediamo scusa. don Giuseppe per AGIMI

3 L albero della vita realizzato dal monaco Pantaleone in Otranto sarà il simbolo che rappresenterà l ltalia durante l esposizione mondiale. EXPO MILANO Pag. 3 PADIGLIONI SANTA SEDE E CARITAS INTERNATIONALIS "Non di solo pane" è il tema del padiglione vaticano. La Chiesa cattolica sarà presente ad Expo2015 con molteplici modalità. L'esperienza del nutrimento, in tutte le sue valenze, è il cuore della vita cristiana: è momento di crescita umana e spirituale, di relazione e solidarietà, aiuto e cura, lavoro e sviluppo. E il tema del cibo è occasione di riflessione ed educazione sulla fede, la giustizia, la pace, i rapporti tra i popoli, l'economia, l'ecologia. La Santa Sede è presente in Expo ufficialmente come Paese espositore con un proprio Padiglione. Un giardino da custodire, un cibo da condividere, un pasto che educa, un pane che rende presente Dio nel mondo i capitoli nei quali si organizza il percorso espositivo basato su diversi linguaggi artistici, dai più tradizionali a quelli innovativi. Per conoscere i dettagli della presenza della Santa Sede in Expo, per restare continuamente aggiornati e conoscere tutti gli eventi e le riflessioni in merito sono stati attivati dei canali specifici di comunicazione: un sito internetexpoholysee.org e un profilo Caritas Internationalis, organismo che raccoglie tutte le Caritas del mondo, è presente ufficialmente in Expo come Civil Society Participant. Lo spazio espositivo dedicato sarà una grande edicola che metterà al centro una importante opera d'arte contemporanea. A guidare la visita il messaggio Dividere per Moltiplicare. Spezzare il pane che declina la campagna mondiale che Caritas ha lanciato contro il dramma della fame. Il blogexpoblogcaritas.com racconta storie, dialoga con i navigatori, aggiorna in tempo reale sulle attività. Attivo anche il profilo

4 CHIESA ITALIANA VERSO FIRENZE 2015 QUALE UMANESIMO? Pag. 4 DERIVA ANTROPOLOGICA e UMANESIMO CRISTIANO 1. Uteri in affitto, mercato eugenetico, bambini e mamme venduti al mercato delle nascite in provetta. 2. Le principali rivoluzioni in atto passano soprattutto da una revisione, della natura e del ruolo della donna ai pungenti temi della procreazione, della maternità, dell identità sessuale, del gender, delle 'nuove famiglie', della filiazione, della fecondazione eterologa o dell utero in affitto. 3. Foto postata sui social network: due uomini, a torso nudo, festeggiano commossi la nascita di un bambino appena nato. Si tratta di una coppia omosessuale che ha ottenuto un bambino grazie all utero in affitto. 4. Il rapporto unico tra madre e figlio è stato spezzato. L amore materno cancellato. L utero in affitto ha fatto sì che la nascita di un bambino o di una bambina da progetto è diventato un prodotto che si fa nei laboratori e si vende al mercato. In nome di certi diritti la nascita viene derubricata, la mamma negata, e il ruolo femminile disumanizzato. Certe ideologie stanno destrutturando l umano, stravolgendo l identità e il ruolo della donna che da soggetto sta diventando sempre più oggetto, merce a disposizione del totalitarismo genetico. 5. Utopie che stravolgono il ruolo e l identità femminile, temi che potrebbero stravolgere il genere e le relazioni umane". Nell Invito al V Convegno Ecclesiale Nazionale si fa esplicito riferimento all Umanesimo «classico», radicato nella «città di Firenze» «tra il XIV e il XVI secolo» e caratterizzato da un «intima connessione tra la dipendenza dell uomo da Dio e la sua capacità creativa»: connessione poi interrotta attraverso «un processo di differenziazione interna all umanesimo, che ha separato [ ] artificialmente creaturalità e creatività, teorizzando la libertà della seconda nella negazione della prima». A fronte di questa frattura, protrattasi nei secoli, la Chiesa cattolica ripropone il «cristianesimo quale principio sintetico dell umanesimo», «la persona di Gesù Cristo e l esperienza cristiana quali fattori decisivi di un nuovo umanesimo». PARTECIPA ALLA PREPARAZIONE DEL SINODO E DEL CONVEGNO

5 AGIMI A GALLIPOLI PRANZO DI SOLIDARIETA Pag. 5 Anche quest anno la generosità di Attilio Caroli e l iniziativa di don Salvatore Leopizzi hanno permesso agli operatori e agli ospiti di alcuni dei centri operativi della solidarietà operanti nel basso Salento di incontrarsi per un momento di conoscenza e di solidarietà. Durante il pranzo organizzato presso l hotel Bellavista in Gallipoli ci hanno rivolto il loro saluto il Vescovo di Nardò-Gallipoli e il sindaco di Gallipoli. I rappresentanti degli accolti nei centri hanno sinteticamente presentato alcuni aspetti dell accoglienza nel basso Salento. Hanno espresso la loro soddisfazione per il clima familiare e le scelte strutturali che caratterizzano la maggior parte delle esperienze: attenzione particolare alle unità familiari. Come AGIMI ringraziamo gli organizzatori e sollecitiamo iniziative del genere che incoraggiano ed aiutano a migliorare quanto si fa in nome della solidarietà umana e della carità cristiana.

6 Pag. 6 SEGNI DI SPERANZA ANCORA UNA SORPRESA Samira, mamma di Sajjad e Mobina, ormai nostra ospite per la terza volta, comincia non solo a parlare l italiano ma a darci prova delle sue grandi e diverse capacità: ha cucito 3 grembiulini per Sajjad che frequenta la scuola dell infanzia a Maglie, veste splendidamente se stessa e Mobina con poche cose e comincia a tessere tappeti persiani su telai costruiti da se stessa e con l aiuto di Syed. Vogliamo sognare con lei: UN CORSO PER RAGAZZE ITALIANE CHE VOGLIANO IMPARARE A TESSERE TAPPETI: sono aperte le iscrizioni! KESETE BERHAME, uno dei 4 ragazzi eritrei che abbiamo accolto, aveva grande disposizione alla musica e non ha faticato nel costruirsi uno strumento tradizionale nel suo paese per intrattenerci con la musica e con il canto, allegro e malinconico, giovane ma impregnato di saggezza. E stata per noi di Agimi una grande soddisfazione e fonte di intima gioia osservarlo mentre costruiva lo strumento con mezzi assolutamente rudimentali e poi partecipare alla sua gioia nell usarlo. Prima di lasciarci per raggiungere i parenti in Germania, così ci ha confidato, i suoi occhi si sono riempiti di gioia nel donarcelo e il nostro cuore è stato inondato di commozione. AUGURI RAGAZZI.

7 Pag. 7 FRATERNITA San Giuseppe In molti paesi del Salento la festa di san Giuseppe è sì la festa del papà, ma principalmente detto giorno si caratterizza come momento di forte, sentita e ricostruita fraternità. Già gli anni passati, insieme con i nostri ospiti abbiamo visitato le TAVOLE DI SAN GIUSEPPE: tradizione antichissima di sconosciuta origine, conservata in molti paesi del nostro Salento e rivisitata con qualche elemento moderno sino ai nostri giorni. La Tavola di san Giuseppe è una tradizione che riunisce le famiglie ed in particolare ricostruisce la fraternità. Là dove circostanze diverse hanno potuto rovinarla o addirittura frantumarla. A fare da santi si invitano parenti e vicini. Seduti attorno alla tavola tradizionale, dopo essersi confessati, riconciliati ed aver partecipato anche all Eucaristia, si consumano, meglio, si assaggiano i 13 piatti diversi preparati per la circostanza. Ad AGIMI EUROGIOVANI in questo anno abbiamo preferito trascurare per una volta la tradizione e vivere invece nella semplicità la convivialità propria dell umanità. Abbiamo invitato alcuni sacerdoti della diocesi, alcuni parenti di don Giuseppe, nostro presidente, alcuni volontari e gli ospiti della comunità per fare gli auguri a don Giuseppe, ma principalmente a vivere ancora una volta il grande valore della fraternità universale. Il lavoro instancabile di Ada, di Samira, di Syed, di Lucetta, di Brigida e di altri che hanno voluto collaborare ha raggiunto risultati eccellenti anche dal punto di vista estetico, oltre che gastronomico. Un grazie sincero e grande grande a tutti.

8 Pag. 8 ACCOGLIENZA e INTEGRAZIONE Due coppie, quattro bambini, tre volontari: una sintesi felice di AGIMI EUROGIOVANI

9 Pag. 9 Diffondiamo la Speranza Collabora con noi Nella denuncia dei redditi, senza alcuna spesa da parte tua, puoi aiutarci a portare avanti questo luogo di fraternità e di pace che è stato AGIMI per ormai più di 20 anni. Ti proponiamo pertanto di fare anche tu un gesto di collaborazione con chi non ha agganci di nessun genere se non la generosità nostra e di tanti volontari che offrono del loro tempo e delle energie culturali e spirituali. Apponi e proponi di apporre sui moduli della dichiarazione dei redditi la firma per il 5x1.000 a beneficio di AGIMI CF AGIMI - CENTRO ALBANESE DI TERRA D'OTRANTO C.F COLLE DEI MARTIRI OTRANTO(LE)

10 OSCAR ROMERO, VESCOVO MARTIRE Il 23 maggio, papa Francesco lo proclamerà beato Pag. 10 Oscar Romero è stato barbaramente ucciso il 24 marzo 1980 sull altare mentre celebrava l Eucaristia: avrebbe detto nella consacrazione le parole di Gesù FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME, cioè offrite la vostra vita per i fratelli, come ho fatto Io. Fu ucciso da un sicario su mandato di Roberto D'Aubuisson, leader del partito nazionalista conservatore ARENA (Alianza Republicana Nacionalista). Nell'omelia aveva ribadito la sua denuncia contro il governo di El Salvador, che aggiornava quotidianamente le mappe dei campi minati mandando avanti bambini che restavano squarciati dalle esplosioni. L'assassino sparò un solo colpo, che recise la vena giugulare mentre Romero elevava l'ostia nella consacrazione. "Pongo sotto la provvidenza amorosa del Cuore di Gesù tutta la mia vita e accetto con fede in lui la mia morte, per quanto difficile sia. Né voglio darle una intenzione, come lo vorrei, per la pace del mio paese e per la fioritura della nostra Chiesa... perché il Cuore di Cristo saprà darle il fine che vuole. Mi basta per essere felice e fiducioso il sapere con sicurezza che in lui sono la mia vita e la mia morte, che malgrado i miei peccati in lui ho posto la mia fiducia e non rimarrò confuso e altri proseguiranno con maggiore saggezza e santità i lavori della Chiesa e della Patria".

11 OSCAR ROMERO, VESCOVO MARTIRE 2 Pag. 11 La persecuzione attanagliava tutta la Chiesa salvadoregna: dopo soli due anni da quando egli fu eletto arcivescovo di San Salvador vennero uccisi diversi preti, catechisti e fedeli. La Chiesa era ritenuta il maggior nemico dagli squadroni della morte, perché schierata dalla parte dei diritti dei poveri. "Non tutti, dice il Concilio Vaticano II, avranno l onore di dare fisicamente il loro sangue, di essere uccisi per la fede; però Dio chiede a tutti coloro che credono in lui uno spirito del martirio, cioè tutti dobbiamo essere disposti a morire per la nostra fede, anche se il Signore non ci concede questo onore. In memoria del vescovo Romero In nome di Dio vi prego, vi scongiuro, / vi ordino: non uccidete! Soldati, gettate le armi... Chi ti ricorda ancora, / fratello Romero? Ucciso infinite volte / dal loro piombo e dal nostro silenzio. Ucciso per tutti gli uccisi; neppure uomo / sacerdote che tutte le vittime / riassumi e consacri. Ucciso perché fatto popolo: / ucciso perché facevi / cascare le braccia ai poveri armati, / più poveri degli stessi uccisi: per questo ancora e sempre ucciso. Romero, tu sarai sempre ucciso, e mai ci sarà un Etiope / che supplichi qualcuno / ad avere pietà. Non ci sarà un potente, mai, / che abbia pietà / di queste turbe, Signore? nessuno che non venga ucciso? Sarà sempre così, Signore?» (David Maria Turoldo) Giovanni Paolo II non presenziò al funerale, ma delegò a presiedere la celebrazione Ernesto Corripio y Ahumada, arcivescovo di Città del Messico. Durante le esequie l'esercito aprì il fuoco sui fedeli, compiendo un nuovo massacro. Il 6 marzo 1983 Giovanni Paolo II rese omaggio a Romero, venerato già come un santo dal suo popolo, sulla sua tomba, nonostante le pressioni del governo salvadoregno.

12 Pag. 12 ATTIVITA ALL EUROGIOVANI Associazione di Volontariato Via Veneto, Lecce (LE) TEL FAX info@tuteliamo.it PROGRAMMA FORMAZIONE ASSOCIAZIONE TUTELIAMO 2015 ATTIVITA DI SENSIBILIZZAZIONE, PROMOZIONE E FORMAZIONE VENERDI 20 MARZO 2015 (Evento Aperto) Alla luce della Convenzione internazionale di New York (1989) e di Strasburgo (1986) il minore è da considerarsi un soggetto di diritto autonomo e come tale portatore di interessi ed istanze personali cui dare voce. Obiettivo dell incontro è individuare quando in un procedimento di separazione e divorzio si rende necessario l ascolto del minore e quando in tali controversie è richiesta la nomina del curatore speciale in rappresentanza dello stesso. LA TUTELA DEL MINORE NELLA CRISI FAMILIARE: L ASCOLTO COME FUNZIONE DI PROMOZIONE DELLA PERSONALITA DEL MINORE Ore Registrazione partecipanti Ore 15.45: Apertura Lavori SALUTI: Sac. Giuseppe Colavero INTRODUCE E COORDINA I LAVORI: Avv. Maria Grazia ZECCA Componente Consiglio Direttivo Tuteliamo - Lecce Ore 16.00: Prof.ssa Maria MANCARELLA - Dipartimento di Storia Società e Studi dell Uomo - Università del Salento - Ascolto del minore: Competenze e Formazione Ore Avv. Luca MONTICCHIO, Avvocato esperto in Diritto Minorile Il conflitto di interessi nel processo civile. Gli elementi comuni tra gli artt. 320 e 321 c.c. e l art. 78 cpc Ore 17.00: D.ssa Maria Rita VERARDO Giudice Tribunale per i Minori di LECCE Ascolto del minore e Specializzazioni dei giudici Ore 17.30: Apertura Dibattito Ore 18.00: Saluti EVENTO GRATUITO Comitato organizzatore eventi formativi: Avv. Maria Grazia ZECCA, Avv. Marta NOVEMBRINO, Avv.Marianna NERETINO, Avv. Sara PARENTE, Avv. Maria Grazia PALAMA, Avv. Rita PRESICCE, Avv. Paola GATTO, Avv. Stefano SINISI

13 . Pag. 13 ATTIVITA ALL EUROGIOVANI Dalla parrocchia di san Giorgio in Melpignano Don Luciano Rametta, padre spirituale nel Seminario Regionale Pugliese a Molfetta, ha guidato il Ritiro spirituale dei giovani della parrocchia di san Giorgio Martire in Melpignano, in preparazione immediata alla celebrazione del Sacramento della Confermazione. Prima della celebrazione eucaristica i giovani frequentanti la prima classe della Scuola Media Superiore hanno incontrato il nostro presidente don Giuseppe ed hanno chiesto informazioni circa l attività di accoglienza agli immigrati che si svolge nel nostro Centro Agimi Eurogiovani. Hanno conosciuto gli ospiti e si sono meravigliati per la diversità di provenienza, di religione, di cultura, di lingua e di tradizioni. Le ore trascorse sono state caratterizzate da approfondimenti liturgicospirituali, dalla celebrazione del sacramento della Confessione e da significati momenti di silenzio. L EUCARISTIA ha concluso l esperienza. * * *

14 Pag. 14 L eredità di Zoti Emanuele 1 grazie per le parole di Paolo Borgia Il Seminario Benedetto XV di Grottaferrata (Roma), istituito per le vocazioni nelle Eparchie degli Albanesi d Italia, è stata una grande opportunità di vivificazione arbrescia nel XX secolo: qui, infatti, confluivano ragazzi da tutti i paesi, raggiungendo una ricca esperienza strapaesana ed acquisivano una consapevolezza identitaria che poi avrebbero diffuso ritornando nei loro paesi. E il caso di Papa Emanuele Giordano originario di quello sperone meridionale del Pollino che palpita e traspira della cinquecentenaria laboriosa presenza arbrescia. Sono gli anni del primo dopoguerra. Le impervie strade dell entroterra calabrese condannano queste zone montane ad un isolamento, che solo nel 1974 sarà violato con l inaugurazione della autostrada, che passa per Frascineto dove il Nostro è nato nel 1920 e dove dal 1946 è parroco nel paese adiacente Ejanina. Qui sono pochi i peccati delle persone che giusto imprecano contro i padroni ma che confidano nella volontà di Dio, nel buon tempo e nelle proprie braccia. Zoti Emanuele, allora, si dedica in profondità alla cosa di cui ha sentito la chiamata, la sua vocazione: la Parola. Apostolato, impegno eparchiale per l introduzione (preconciliare) dell arbrescio nella Divina Liturgia, traduzione dei testi sacri, insegnamento di Liturgia, Cristologia, Ecclesiologia, Lingua greca, Lingua albanese e Musica bizantina, collaborazione a riviste culturali e, nottetempo, la fatica di preparare quelle schede che poi andranno a costituire il Fjalor i Arbëreshvet t Italisë (Dizionario degli Albanesi d Italia) edito per le Edizioni Paoline nel 1963: l opera che lo ha consegnato alla storia, la lingua pan-arbrescia. Dizionari della lingua albanese non mancavano. Ce ne sono della parlata dalmata, arvanita, ecc. ma, se si esclude la monumentale opera inedita di Marco La Piana (di proprietà dell Eparchia di Piana degli Albanesi), delle parlate dell arcipelago arbrescio d Italia, nel loro insieme, mi pare che non ve ne fossero adeguate. Chi avesse voluto consultare qualche testo avrebbe dovuto affidarsi ai due Angelo Leotti (1916 e 1937) o al Gasper Qyçj. Dalla Albania il Hysen Voci ci consentiva di riempire le lacune che nel parlare colmavamo da sempre con prestiti italiani. Il suo impegno, tuttavia, pur nella vastità dell intenti ideologici, non avrebbe potuto far scaturire una così importante opera se il Nostro non avesse trascorso gli anni dei suoi studi giovanili, prima nel Seminario Benedetto XV di Grottaferrata e poi nel Collegio greco di Roma, tra giovani delle diverse provenienze arbresce ed albanesi. Qui risiede il segreto fondamento di un opera frequentata non solo dagli arbresci ma da molti valenti linguisti che operano nel mondo. Ma non si farebbe giustizia a tale fatica se non si considerassero le scelte operate da Zoti Emanueli, nel suo autonomo discernimento. Già dalla scelta dell alfabeto uniformato a quello di Manastir (un suono >< un monogramma) abbandonando al loro destino le localistiche gelosie storiche ma, avvertendo nella prefazione delle inevitabili traslitterazioni operate, egli vuole contribuire alla unificazione dei vari dialetti Arbëreshë. Notevolissimo è l accoppiamento tra parole e fonte bibliografica da cui attinge i vocaboli, le frasi, i proverbi e le altre notizie, contenute nel Dizionario; esse generalmente vi si riportano dopo le frasi e sono chiuse fra parentesi tonde. Ma lo stupendo miracolo sta nell avere riportato espressioni in uso in quel momento storico e così le cristallizza, riportando, poi, le abbreviazioni dei Paesi Italo-Albanesi, seguite dai corrispondenti nomi e dalle sigle delle Province a cui appartengono, poste pure fra parentesi tonde. A solo titolo di esempio voglio citare la parola Zllipë -ba = letargo, in uso a Santa Sofia d Epiro mentre altrove si dice: gjum i glatë = sonno lungo. Ancora più sorprendente è, poi, trovare riportate parole che si penserebbe appartenere al ristretto ambito paesano e invece sono in uso anche a più di 700 km di distanza. Diceva Papa Emanuele Giordano: Sfogliare e studiare questo Fjalor sarà, per ogni Arbëresh, un piacevole ritorno alle radici, perché vi troverà parole ed espressioni tipiche della parlate del proprio paese Voglio ora sperare che tutti gli Arbëreshë d Italia dovunque si trovino sentano a loro volta il dovere di amare la loro lingua. E di studiarla, di parlarla e di insegnarla ai loro figli. Sempre e dovunque

15 Pag. 15 Trashëgimi i Zotit Emanueli 2 Një haristisje për Fjalët di Paolo Borgia Seminari Benedikti XV në Grotaferatë (Romë), themeluar për thirrjet te Eparkìtë e Arbëreshëvet të Italìsë, është një rast i madh ringjalljeje arbëreshe në shekullin XX: këtu, në të vërtetë derdheshin djelme nga gjithë katundet dhe horët, këtu arrëninë një përvojë të qosme jashtëkatundare dhe mirrnin një vetëdije për njëjtësìnë çë pra atà denin të përhapnin një herë çë ktheheshin te horët e tyre. Është rasti i Papa Emanueli Giordano (Xhordano) bir i asaj thundre jugore të Pollinit çë vuan dhe dërsin për pesëqindvjeçaren pranì punëtore arbëreshe. Janë vitet e të parës paslufte. Rrugët dredha-dredha të prapatokës së Kalabrìsë dënojnë këta vende malor të jenë veçuar, ngjera të 1974 kur bie veçimi pse bëhet përurimi i autostradës, çë shkon nëpër Frasnitë ku Jini leu te 1920 dhe ku nga 1946 kle famullitar te katundi përkrahu, Ejanina. Këtu janë pak mëkatët e gjindes çë vetëm mallkojnë të zotët por çë kanë besim te vullimi i Perëndìsë, te moti i mirë dhe te krahët e vet. Zoti Emanueli, atëherë, i kushtohet në thellësì gjësë (/shërbesit) për të cilën ndiejti thirrjen, prirjen e tij: Fjalën. Apostullim, zotim eparkial për të vënë në përdorim (parakonciliar) gluhën arbëreshe te Liturgjia Hynore, përkthim i tekstevet të hjeruashëm për Eparkìnë, mësim i Liturgjìsë, Kristologjìsë, Eklesiologjìsë, Gluhës Greke, Gluhës Arbëreshe dhe Musikës bizantine, bashkëpunim me revista kulturore dhe, natën, puna për të përgatitur skeda çë pra do të venë e përbëjnë Fjalor-in e Arbëreshvet t Italisë (Dizionario degli Albanesi d Italia) botuar nga Edizioni Paoline te 1963: vepra çë e dorëzoi historìsë, gluha pan-arbeshe. Fjalorë të gluhës arbëreshe ngë na lypseshin. Kemi ata të të të folmes dalmate, arvanite, etj., por, nëse përjashtojmë të pabotuamen vepër monumentale të Markot La Piana (sot pronare ë Eparkìa e Horës së Arbëreshevet), të të folmet të arkipelagut arbëresh të Italìsë, të gjithë bashkuar, më duket se të përshtatshëm ngë kishim. Kush kish dashur të shihjë (/shikojë) një tekst dejë të kish besim te dy Angelo Leotti (1916 e 1937) o te Gasper Qyçi. Nga Shqipërìa Hysen Voci bëjë të mundur të mbuloje zbrazëtìtë çë te të folurit të përditshëm mbushnim çë kur me huazime nga lëtìshtja. Zotimi i tij, megjithatë, edhé te gjerësìa e qëllimevet ideologjik, ngë mënd t e kish bërë të burojë një vepër kështù të rëndësishme nëse Jini ngë kish shkuar vitet e mësimevet të tij rinor, më parë te Seminari Benedikti XV në Grotaferatë dhe pra te Kolegji grek në Romë, në mes të djelmevet çë vinin nga të ndryshmit vende arbëresh dhe shqiptar. Ketù gjëndet i fshehti themel i njëi vepre çë ë frekuentuar jo vetëm nga arbëreshët por nga shumë gluhëtar me vlerë çë veprojnë te bota. Por ngë i bëjmë ligjë njëi pune të tillë nëse ngë marrim parasysh zgledhjet çë bëri Zoti Emanueli, në autonomën shquarje të tij. Çë nga zgledhja e alfabetit të njësuar të Manastirit (një tingull><një monogram) tue lënë te fati i tyre xhelozìtë historike vend-me-vend (/vendçe) por, tue lajmëruar për transliterimet e panumërt bërë, ai do ndihë njësimin e shumë dialektevet Arbëreshë. Shumë i rëndësishëm ë çiftëzimi ndër fjalë dhe burim bibliografik nga i cili nxiren fjalët, fjalìtë, fjalët e urta dhe të tjerët lajme, të përmbajtur te... Fjalori; atò në përgjithësì jipen pas fjalìvet dhe janë mbyllur në kllapë rrumbullake. Por mbrakulla e çuditshme ë në të dhënit shprehje në përdorim tek ai moment historik dhe ashtù i nguros atò, tue dhënë, pra, shkurtimet e katundevet Arbëreshë,... vijuar nga embret përkatës dhe nga siglat e provincavet kujt i përkasin, vënë edhè në kllapa rrumbullake. Vetëm si shembull dua të citojë fjalën Zllipë -ba = letargo, në përdorim Shën Sofì të Epirit ndërsa te tjerë vende thuhet: gjum i glatë. Mënd te mendojmë për një huazim anglez Slip por këtù treni ngë shkon dhe treni këtù u përdor (në të tretën klasë) për të vatur e bërë shërbimin ushtarak o për të emigruar drejt Veriut, nga një popullsì e pashkollë. Edhé më të mahnitshëm ë, pra, të gjesh dhënë fjalë çë dejë të mendoje se i përkasin të ngushtit rreth katundar tënd dhe përkundra përdoren edhé më shumë se 700 km llargu. Thosh Papa Emanueli Giordano: t e shfletosh dhe t e studiosh këtë Fjalor do të jetë, për çdo Arbëresh, një të pëlqyeshëm kthim te rrenjët, sepse do t i gjejë fjalë dhe shprehje tipike të të folmevet të horëvet të veta... Dua nanì të shpresojë se të gjithë Arbëreshët të Italìsë gjithasajtën të ndodhen të ndiejnë dëtyrën t e dashurojnë gluhën e tyre. E t e studiojnë, t e flasin e t ia mësojnë bijvet të tyre. Përherë e gjithasajtën

16 Pag. 16 CORRISPONDENZA Carissimo don Giuseppe, ho letto l'ultimo tuo AGIMI, quasi tutto, ed ho apprezzato il tuo stile che rintraccia brandelli di vita e di teologia, di sentimenti e di sogni, di critiche e di speranze. Ho detto "brandelli", poiché sono spiragli nel tessuto della vita che stai affrontando con entusiasmo e con coraggio, sicuro di fare la volontà di Dio. E vedo che ci riesci. Buon lavoro e buon cammino con i tuoi ragazzi e ragazze. E grazie del tuo editoriale che è molto di più di un augurio. Don Raffaello Carissimo don Giuseppe, ti allego la bozza del lavoro di gruppo di fine anno. Il file caso sperimentale è quello scritto da me mentre la redazione degli altri due capitoli sono a cura delle mie compagne. Non è una vera e propria tesi, ma più che altro una relazione, un discorso conclusivo, con cui tirare le fila su alcuni punti cardine del corso (teoria dei bisogni e analisi delle relazioni). Ci tenevo a condividerla con te affinché tu possa correggere eventuali fraintendimenti, errate prospettive o incomprensioni nelle quali potrei essere incappata, essendo stati per me un ambiente ed un'esperienza letteralmente nuovi. Condivido anche in senso di ringraziamento perché incontrarti mi ha aperto nuovi percorsi interiori e nuovi scenari dal punto di vista professionale. Attendo di liberarmi da questo impegno e poi conto di venire nei fine settimana o il sabato o la domenica (dal lunedì al venerdì lavoro full time) per darvi una mano in quello che serve e per come posso. Tu forse non ci credi, ma non ti dimenticherò mai per l'occasione che mi hai donato di venire in contatto con un'umanità nascosta e troppo spesso dimenticata presi come siamo dagli impegni pratici. Grazie per avermi dato l'opportunità di ridurre le solite teorie, i soliti concetti, le solite idee in corpi veri, volti veri e storie vere. Non c'è niente di più utopico della realtà per la nostra testa...greca. Grazie per avermi accolto alla vostra mensa quotidiana. I volti e i nomi che ho conosciuto attorno a quella tavola fanno parte della mia storia. E' stato un gesto di grande fratellanza e comunione. Un abbraccio alla insostituibile Ada e a tutti i ragazzi. Con affetto Stefania In questo numero Immigrati nelle famiglie? p. 1 Expo 2015 p. 3 Chiesa italiana verso Firenze p. 4 Agimi a Gallipoli p. 5 Fraternità p. 6 Segni di speranza p. 7 Accoglienza e integrazione p. 8 5 x mille p. 9 Oscar Romero p. 10 Attività all eurogiovani p. 12 Zoti Emanuele p.14 Corrispondenza p. 16 DIRETTORE RESPONSABILE: don GIUSEPPE COLAVERO - Cell Chiuso il 29/03 / REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI LECCE N. 670 DELL'11/12/1997.

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