ISTITUTO SCOLASTICO COMPRENSIVO FABRIANO SCUOLA ELEMENTARE STATALE ALLEGRETTO DI NUZIO. Gli alunni delle classi 4ª sez. b e 4ª sez.

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1 ISTITUTO SCOLASTICO COMPRENSIVO FABRIANO SCUOLA ELEMENTARE STATALE ALLEGRETTO DI NUZIO Gli alunni delle classi 4ª sez. b e 4ª sez. c presentano il progetto anno scolastico

2 classe 4ª sez. b classe 4ª sez. C 2

3 Il fabbro batte sul ferro. Un tempo la carta si diffuse ovunque. Gli antichi hanno messo il fiume Giano sullo stemma di Fabriano. C è il fiume; sul fiume un ponte; sul ponte un fabbro che batte sull incudine. I nostri padri, fin dal 13 secolo, scelsero il Lavoro piuttosto che la Potenza (la carta di Fabriano in tutto il mondo). Il toponimo si è prestato a varie interpretazioni, secondo alcuni deriverebbe dal fondersi delle parole Faber in Jano il fabbro sul Giano. Gli storici maggiori affermano che il vocabolo FABRIANO trae origine dalla forma oggettivale del gentilizio romano FABERIUS, proprietario del fondo su cui si eresse la città stessa. 3

4 Fabriano, uno dei comuni più estesi d Italia con i suoi 269,61 Km 2 di superficie, è posto a m 325 s.l.m. in una pittoresca ed ampia vallata attraversata dal fiume Giano. E circondata da colline, al di là delle quali si ergono il monte Fano (m 890), il monte Maggio (m 1361), il monte S. Vicino (m 1435), il monte Cucco (m 1567), oltre il quale svetta maestoso il monte Catria (m 1702). 4

5 DALL EPOCA ROMANA ALL ALTO MEDIOEVO La storia di Fabriano si perde nel tempo (preistoria). È certo, tuttavia,che il primo vero nucleo FABRIANESE fu dovuto al convergere nella nostra zona (410 d. C.) delle popolazioni degli antichi MUNICIPI ROMANI DI TUFI- CUM ED ATTIDIUM, spintevi in un ampio arco di tempio, per sfuggire alle invasioni barbariche. I profughi ATTIDIATI E TUFICANI avevano posto il loro primo insediamento sull altura di CASTELVECCHIO. Si formano così dal VII al X sec. Due nuclei fortificati: CASTRUM VETUS ( CASTELVECCHIO ) e inseguito CA- STRUM NOVUM o (POGGIO) ; oggi sono rimaste rispettivamente la chiesa di S. CATERINA D ALESSANDRIA con il monastero dei francescani e la chiesa di S. MARGHERITA con l attiguo monastero delle suore di clausura. I due CASTRUM si svilupparono fino a formare un centro unico, popoloso e forte. Nel XII ( circa nel 1165 ) Fabriano diventa LIBERO COMUNE. 5

6 (basso medioevo) Nel 1065 castrum fabriani si costituisce libero comune, convivono pacificamente boni homines e semplici homines (artigiani). Si formarono così, intorno ai due castelli cinti da mura, cinque borghi abitati da artigiani e contadini ricchi (rustici): -A Est quartiere S. Biagio con Porta Pisana; -A Ovest quartiere del piano o Poggio con Porta Del Piano; -A Nord borgo S. Niccolò con Porta Del Borgo; -A Sud S. Venanzio con Porta Cervara; -Piccolo borgo LA PORTELLA con Porta del Mercato ( oggi via Damiano Chiesa) Sorsero nuove chiese S. VENANZIO, S. NICCOLO, S. BE- NEDETTO, S. BIAGIO, S. CRISTOFORO fuori le mura. Nella Platea Magna (piazza alta) fu costruito il palazzo del popolo, oggi del Podestà (1255), la fontana maggiore o Sturinalto (1285), la chiesa di S. Francesco alle Logge, la Torre Civica e molti palazzi. Fu necessaria la costruzione di nuove mura terminate da Alberghetto Chiavelli, arricchite da sedici torrioni. Il lavoro artigianale si espresse nella Platea Magna, Platea Mercatale (piazza bassa) in cui si ebbero 38 officine di fabbri (non a caso il fabbro è proprio il simbolo di Fabriano). Lungo le rive del Giano sorsero 40 gualchiere, dalle quale quali uscì la prima carta fatta a mano con filigrana, ancora oggi apprezzata in tutto il mondo. Si formarono corporazioni o università delle arti con i loro regolamenti e statuti. In questo periodo Fabriano si arricchirà di privilegi (XIII sec.): un proprio parlamento, una propria milizia, il diritto di eleggere i propri magistrati. 6

7 RINASCIMENTO Dal comune aristocratico si giunse al comune delle arti, succederà poi la Signoria. Tra le famiglie più potenti emersero i Chiavelli, di stirpe Germanica, che nel 1378 trasformarono il libero comune in Signoria assoluta. Per 60 anni i Chiavelli governarono saggiamente e Fabriano raggiunse il massimo splendore: furono edificate chiese e monasteri; si affermò la scuola pittorica fabrianese, la biblioteca e sorsero tante industrie. La signoria però divenne tirannide e per questo motivo alcuni uccisero i maschi dei Chiavelli durante unaa messa nella chiesa di S. Venanzo (strage dei Chiavelli). 7

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9 Nel XIII sec., per il crescente sviluppo demografico, si erano costituiti 5 borghi o quartieri e una nuova cerchia di mura, che si e- stendeva fino alla riva sinistra del fiume Giano, con 5 porte: 4 grandi ed una piccola. Se ne trovano ancora dei tratti risalenti all epoca dei Chiavelli, ben conservato il torrione di S. Lorenzo. Costruita nel 1283 dal Podestà del Comune di Fabriano Mazzucco di Pisa. Era chiamata S. Martino o Porta Saracena. Ora è rimasto solo il nome al quartiere, dato che la vera porta d ingresso alla città fu demolita agli inizi del XX sec. 9

10 (o Porta Palestro) Era chiamata Cervara perché, secondo una leggenda, da quella porta era entrata in città una cerva inseguita da alcuni cani. In seguito fu chiamata Porta Bersagliera perché il 14 settembre del 1860 vi passarono dei bersaglieri dell esercito del generale Cialdini. La porta fu demolita nel 1930 per agevolare il traffico. Fu detta borgo perché fuori di questa porta, cominciava un piccolo borgo che ora non esiste più: sono rimaste solo la chiesa di S. Cristoforo e la chiesetta di S. Maria di Civita. Anche questa porta fu demolita nel 1900 per agevolare il traffico. 10

11 (Porta Magenta o Porta Romana) Questa porta, chiamata comunemente Porta del Piano, fu ricostruita nel 1735 e poi inesorabilmente demolita nel (Piazza Alta) 11 Piazza del Comune o Piazza Alta è sicuramente il centro più importante di Fabriano. Su di essa gravitano imponenti e superbi palazzi; non per nulla i Fabrianesi la chiamano Il Salotto della città. Un tempo la Piazza era una piccola vallata su cui scorreva un torrentello, il Rivo, che scendeva dalla parte alta della città (zona Serraloggia), si immetteva da

12 porta Cervara lungo la piazza fino a congiungersi col fiume Castellano, oggi Giano. Antiche costruzioni della Piazza del Comune Palazzo del Podestà (1255) Fontana Sturinalto (1285) Palazzo dei Chiavelli (XII secolo) - Municipio Chiesa di S. Francesco alle logge (1292) Torre Civica e Palazzo Vescovile (1300, ricostruiti nel 1542) con stile diverso rispetto alla forma originaria) Gli edifici dei nobili erano in pietra o pietra e mattoncini, alcuni raggiungevano i tre piani di altezza, le finestre erano ampie e molto alte, sormontate da decorazioni e stucchi; i portoni ad arco erano grandi e larghi per fare entrare i cavalli con la carrozza; erano muniti di grosse bussarelle di ottone o ferro. In questi palazzi abitavano conti, marchesi, commercianti ricchi e banchieri. 12

13 (Piazza Bassa) Portico dei Vasari (Madonna col Bambino di Allegretto Nuzi) Piazza bassa si chiama così perché situata in basso rispetto Piazza Alta. Alla sua sinistra vi scorre il fiume Giano (prima Castellano). Proprio per la sua vicinanza al fiume Giano, vi sorsero moltissime botteghe di artigiani, 38 officine di fabbri, vasari, 40 gualcherie di cartai, conciatori di pelli, lanaioli, sellari. Le abitazioni degli artigiani e dei mercanti erano in mattoni, strette ed alte; l una attaccata all altra; le finestre erano piccole strette e non troppo alte. Erano sormontate da una trave in legno resistente. Anche il portone era stretto, basso, di legno, con la bussarella. Accanto al portone c erano ancora piccole finestrelle con grate in ferro; i bagni erano situati all esterno. 13

14 La Cattedrale di Fabriano é dedicata a S. Venanzio. L origine è sicuramente legata ad un tempo poco successivo alla fondazione di Fabriano (1046). Un certo Rodolfo di Corridonia offrì casa ed orto per la fabbrica della chiesa su castel poggio (1046). Nel 1435 all interno della Cattedrale vi fu la strage della famiglia Chiavelli, prima signoria di Fabriano. Fu elevata basilica nel 1963 da Papa Giovanni XXIII. 14

15 Tela raffigurante la Madonna del Buon Gesù 15

16 La via della carta 16

17 Prima dell invenzione della carta, l uomo ha utilizzato i materiali più svariati per scrivere: lastre di pietra (tavole della Legge di Mosè), tavolette di legno, tavolette di avorio ricoperte di cera, papiri, pergamene, ma questi erano difficili da usare e scomodi da utilizzare. Intorno al 105 d.c. un cinese di nome Ts Ai Lun ebbe l idea di fabbricare la carta con fibre vegetali (vedi leggenda). Per ottenere le fibre, Ts Ai Lun fa bollire per lungo tempo, a fuoco diretto, scorze d albero, steli di canapa, reti da pesca, versa il tutto in un mortaio di pietra e con un pestone di legno riduce la massa in poltiglia fibrosa che viene impermeabilizzata (collata) con mucillagine estratta da licheni. Con una forma fatta di listelli di bambù legati con peli di cammello si prende la pasta di carta, si forma il foglio che, insieme agli altri, viene posto ad asciugare sul prato. Nel sec. VIII d.c. l arte di fare la carta viene appresa dagli arabi che apportano un importante innovazione: la tecnica della collatura con amido di riso o di grano. 17

18 L arte della carta è stata introdotta a Fabriano nella prima metà del XIII sec. Sicuramente i fabrianesi parteciparono alle prime crociate in Palestina (Asia minore) e, appresa l arte della fabbricazione della carta, la esercitarono a Fabriano al loro ritorno. INNOVAZIONI DEI MASTRI CARTAI I nostri cartai apportarono delle modifiche inventando nuove tecniche: la pila a magli multipli; la gelatina animale; la filigrana. 18

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20 Sin dal XIII sec. Gli stracci di cotone, canapa e lino venivano messi in un recipiente pieno d acqua che si chiamava maceratoio. Questi, dopo essere stati immersi per lungo tempo in acqua e calce, venivano tagliati finemente nel cassone con falce per il taglio degli stracci. Gli stracci venivano messi nella pila idraulica a magli multipli. Grazie al fiume Giano che faceva muovere la ruota idraulica, per far battere i martelli pesanti dentro i recipienti, gli stracci si riducevano in poltiglia fibrosa: il pisto p pasta di carta. Il pisto veniva gettata in tino pieno d acqua. Il lavorente immergeva il setaccio o forma nel tino e quando lo tirava su, sulla tela si formava il foglio di carta. Esso veniva adagiato dal ponitore su un feltro di lana determinando il distacco del foglio dalla tela. Il piano della tela aveva in un lato una figura o un simbolo cucito in rilievo con filo di rame o bronzo. I fogli con i feltri venivano messi in una pressa o torchio a vite. Degli uomini giravano l argano che pressava i fogli e toglieva l acqua: asciugatura. Il carniccia animale veniva sciolto in un caldaio di rame sul fuoco: si formava così la gelatina animale. Il foglio veniva immerso nella gelatina per renderlo resistente all inchiostro ( impermeabilizzazione ) e, per non farlo rompere nel tempo, veniva poi appeso in un essiccatoio, per farlo asciugare. A questo punto il foglio di carta era pronto per essere lisciato con il calandro. La filigrana è visibile osservando il foglio di carta controluce che, nella zona filigranata, risulta più traparente. 20

21 I nostri cartai, fin dal XIII sec. (1293), usavano dei semplici segni o simboli di filigana per marcare il prodotto. Gradualmente si passò a segni filigranati più complicati e rifiniti per contraddistinguere la qualità e i vari tipi di carta; carta che veniva venduta, già al tempo della signoria Chiavelli, non solo in Italia, ma in tutta l Europa. Filigrana in chiaroscuro 21

22 Stendardo di S. Maria Maddalena patrona dei cartai fabrianesi 22

23 Noi ragazzi della IVª B e IVªC siamo molto felici di aver realizzato questo fascicolo. Ci siamo divertiti a ricercare sui libri storici le notizie della nostra città e ad inserirle nel computer per raccontare la storia di Fabriano e la sua arte nei secoli. Speriamo che le nostre fatiche siano apprezzate. Vi salutiamo allegramente e grazie per la vostra attenzione. 23

24 Ci presentiamo pag. 2 Stemma di Fabriano e toponimo pag. 3 Posizione geografica pag. 4 Cenni Storici o Dall epoca romana all alto medioevo pag. 5 o Libero comune basso medioevo pag. 6 o Signoria - Rinascimento pag. 7 Monumenti pianta di Fabriano pag. 8 Cinta muraria le porte pag. 9 Porta Pisana pag. 9 Porta Cervara pag. 10 Porta del Borgo pag. 10 Porta del Piano pag. 11 Piazza del Comune pag. 11 Piazza del Mercato pag. 13 Piazza della Cattedrale pag. 14 L arte della carta a Fabriano pag. 16 Storia della carta pag. 17 La carta a Fabriano pag. 18 Visita al Museo della carta e della filigrana pag. 19 Le origini della filigrana pag. 21 Stendardo di S. Maria Maddalena pag. 22 Saluti pag

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