STRUTTURE FAMILIARI NEL TARDO MEDIOEVO ITALIANO. per. Franca Leverotti

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1 STRUTTURE FAMILIARI NEL TARDO MEDIOEVO ITALIANO per Franca Leverotti (UNIVERSITA' DI TORINo) Il problema delle Jonti. Un primo problema ehe si presenta a ehi studia la struttura familiare del basso medioevo italiano sembra la searsita delle fonti, una searsita originaria, ehe non dipende semplieemente da problemi di eonservazione; un seeondo problema e legato ad un loro eongruo utilizzo: essendo fonti di origine fiseale il plafond di popolazione ehe esse registrano e quello minimo, e le alterazioni delle eta, soprattutto in particolari fasee, un dato pressocehe eomune. Le fonti eomunemente usate sono estimi e eatasti, giuramenti della popolazione masehile, eensimenti della popolazione indetti al fine di ripartire le tasse del sale e dei eavalli (eioe per la distribuzione delle truppe nel territorio) o per valutare l' autosufficienza granaria, registrazioni degli uomini abili atti alle armi o da utilizzare per i lavori pubblici (turni di guardia, fortifieazioni, manutenzione delle strade). Si tratta pereio di fonti fiseali ehe eontengono dati demografiei diversi: ora unieamente i eapofarniglia, ora gli uomini abili dai 16 ai 70 anni, ora le singole famiglie senza i bambini di eta inferiore ai quattro anni, e, solo a partire dall'inizio del Quattrocento, troviamo i primi dettagliati eensimenti ehe riportano la eomposizione dei nuclei familiari eon le eta di tutti i membri e i rapporti di parentela. Fonti non fiseali, quali le visite pastorali, ehe eensiseono le sole anime da eomunione, sono eonservate in Toseana a partire dalla fine del Trecento, ma limitatamente alle zone di Lueea e di Fiesole. Revista d'historia Medieval lo, pp

2 STRUTIURE FAMILIARI NEL TARDO MEDIOEVO ITALIANO Sembra pero di poter affermare, in base a sondaggi condotti su fonti demografiche di ambito padano, che la mancanza di rilevamenti, contenenti descrizioni di nuclei farniliari, e solo apparente, ed e legata ad un fattore storiografico: essendo inconcepibile fino a un trentennio fa una ricerca sulle strutture familiari, le indagini condotte dagli storici non si sono orientate in questa direzione, limitandosi a rilevare i1numero medio dei componenti la farniglia, a costruire pirarnidi delle eta ripartite per sesso, ad analizzare la distribuzione degli artigiani nel territorio e le relazioni tra ampiezza della proprieta e tipo di coltivatori (braccianti, mezzadri). L'ignoranza delle potenzialita di alcune fonti fiscali quanto alla storia delle strutture farniliari ha fatto SI che un' importante iniziativa diretta a censire le fonti demografiche italiane, degli anni trenta di questo secolo, non le segnali, né le descriva.1 Se una attenta ricognizione sulle fonti demografiche gia note rivelasse, anche per altre zone italiane, elementi utilizzabili per lo studio delle farniglie, si intravvede allora la possibilita di nuove ricerche fondate su tante piccole campionature, che porterebbero modeste integrazioni rispetto ai dati presentati in queste pagine e limitati alla Toscana, ma consentirebbero utili confronti in grado di estendere o circoscrivere i1 modello toscano della farniglia. Tra Tre e Quattrocento:la famiglia alla prova delle ondate di mortalita. Fonti fiscali, cronistiche, pubbliche, provvedimenti amministrativi e finanziari, variazioni dei prezzi, date delle vendemmie e delle mietiture permettono di seguire passo passo la grave congiuntura di inizio Trecento e le ricorrenti ondate di carestie e mortalita che mettono a dura prova la tenuta demografica dell'italia. Limitatamente all'area della Toscana fiorentina e del contado lucchese, particolarmente ricca di fonti, possiamo stabilire queste percentuali di crollo 1 Si fa riferimento in particolare all' opera tuttora insostituibile: Fonti archivistiche per lo studio dei problemi delta popolazione fino al 1848, Roma sgg.; ma si veda anche Atti del congresso intemazionale per gli studi sulta popolazione (Roma settembre 1931), Roma

3 FRANCA LEVEROITI della popolazione rurale: 9,9 TAB. 1 -Fuochi Andamento Teste Periodo ( ) ,8-47,2 ( ) dibocche -38,7 bocche, teste ,8-73,39 e fuochi -70,6-79,9 nei contadi toscani. LocalitA Nota () = dati non omogenei nell'areo eronologieo ex LEVERam, Popolazione,famiglie, insediamento, p dati qui elaborati sono tratti da studi diversi,2 che abbracciano, proprio per la diversa conservazione e produzione di fonti, periodi cronologici non perfettamente coincidenti e riguardano popolazioni di aree rurali di diversa consistenza. Per un piu immediato raffronto si e preferito percio fare riferimento non ai valori assoluti, ma alle percentuali di calo. La domanda che ci si pone a questo punto e come ha reagito la farniglia toscana alle crisi di mortalita legate alle ricorrenti pestilenze e carestie; e soprattutto come reagisce alla crisi economica connessa, in Toscana in particolare accentuata e aggravata nel Trecento dall'aumento dei prezzi e dalla pressione fiscale determínate da una serie ininterrotta di guerre che ridisegneranno le circoscrizioni degli stati comunali e porteranno alla meta del Quattrocento alla costituzione nell'italia centro-settentrionale di pochi stati regionali. Prendiamo in esame il contado lucchese delle Sei Miglia, cioe il territorio che cinge a forma di anello la citta di Lucca,una zona particolarmente 2 Per le Sei Miglia e il Valdiserehio pisano F. LEVERam, Popolazione,famiglie, insediamento. Le Sei Miglia lucchesi nel XIV e XV secolo, Pisa, Paeini, 1992 (Percorsi, 2), p. 47; e C.M. DE LA RONC!ERE,Prix et salaires ii Florence au XIV siecie, Rome, Ecole franeaise de Rome, 1982, pp , ehe rielabora i dati di FiumÍ per Prato, Volterra e San Gimignano e di Herlihy per Pistoia. 235

4 STRUTIURE FAMILIARI NEL TARDO MEDIOEVO ITALIANO ferti1e di pianura e media co1lina, estesa circa 250 kmq, abitata nel da famiglie. Le fonti registrano, fino alla meta del XV seco10, carestie negli anni: , , , , 1353, 1369, 1409, , 1420, 1423; carestie che accompagnano, seguono o precedono numerose epidemie: 1340,1348,1362-3, ,1383-4, , , 1418, , territorio nei primi decenni del Trecento e devastato dal1e scorrerie pisane, che cessano solo ne quando Pisa riesce a piegare la resistenza di Lucca. f i _, 50 ii L_, "-'--"L_,.~ ~ _ 10 \ dul" 1353,,~ ClCÑnpoDulti do';" 1411./) _ Grazie ad un censimento della popo1azione effettuato in occasione delle cerche di vino nel novembre 1353 e riguardante una parte del1e Sei miglia 1ucchesi, e all'estimo del , si e potuto ricostruire la media dei componenti per nucleo fami1iare a meta Trecento e all'inizio del Quattrocento; il campione e costituito rispettivamente da 941 e 1089 famiglie. La media risu1ta rispettivamente 4,2 a meta Trecento e 4,4 all'inizio del Quattrocento; apparentemente nulla sembra cambiato nell' arco di un seco10: la famiglia rurale-tipo del1e Sei Miglia sembrerebbe composta da una coppia 236

5 FRANCA LEVERaITI con un paio di figli. Ma, se passiamo a considerare non il numero medio di componenti per famiglia, benslla struttura delle singole famiglie, riportata nel precedente grafico, e evidente che le cose sono assai diverse. Ad una famiglia numericamente piu ricca, ma a struttura semplificata, succede una famiglia ancora di modeste dimensioni, ma articolata e complessa. Ai molti isolati si contrappone infatti la rilevante presenza delle famiglie che hanno da cinque a sei componenti, in un momento, questo del primo Quattrocento, che presenta ancora gravi episodi epidemíci. Se organizziamo i dati fomiti dalle fonti fiscali toscane secondo il metodo Laslett, con qualche mínimo correttivo, e confermato, in tutta la regione, il progressivo passaggio da una famiglia nucleare a una famiglia tendenzialmente allargata che solo le ricorrenti ondate di mortalita e di carestia impediscono di vedere compiutamente realizzata, come mostra la seguente tabella. TAB. 2 - Struttura dellefamiglie in aleuni eontadi toseani (in %). - 0,5 12,7 18,1 13, ,7 55,8 4,6 69,7 6, ,9 90,9 0,1 4,9 0,8 7,82 1,2 13,7 53, ,2 72,5 84, ,7 5,7 84, ,8 0,2 6,9 6,2 12,4 64,8 16, ,8 11, ,7 8,2 19,5 27, ,3 59,3 8, Contado Contado lucchese Contado ,1 79,3 14,3 10,2 4,9 6,4 9,4 Tipo di famiglia orizzontali senza legami noti - pralese Fonti: ASL, Estimi e tableau 83 in D. HERLIHY - CH. KLAPISCH, Les Toscans et leursjamilles.une étude du catasto florentin de 1427, Paris 1978, trad. it., Bologna il Mulino 1988, p ex LEVERanl, Popolazione,jamiglie, insediamento, p

6 ~ ~ ti) 1:l ,6 11, ,2 22,8 1,22 56,3 24,4 14,7 12,4 11,0 64,8 64,5 9,7 53,1 10,9 1,16 1,5 20,316,2 25,1 8,2 8,8 0,84 4,86, ,14,6 67,1 7,47,0 59,7 12,7 19,5 11,4 27,9 1480* ,99 65,7 1470* 14,8 12,3 14, ,3 8,5 1,23 59,3 59,4 7,8 19,6 26,0 1458* 1,0 1,52 59,9 9,8 52,3 35,8 12,5 0,93 2,91,2 20,1 1427Contado 68,3 1,84,6 17,2 7,6 9,912,8 3,3 64,5 4,9 23,0 79,3 10,2 57,5 58,4 69,1 14,3 0, , ,4 5,2 1470* 20,9 54,7 10,4 0,95 22,1 67, ,5 flor. * 8~ ~9,8 o ~ CittA di Prato TAB ,9 0,86 20,6 74, ,1 9,1 1,9 3 -Contado Composizione 11,6 Firenze di Prato degli aggregati toscani (XN-XV secolo) in %. ~ Numero ex Insieme * Sondaggio IIERuJ y KwISCH, mediosudei un decimo 1 Toscani degli eaggregati le loro p o ~

7 FRANCA LEVEROITI TI fenomeno sembra estendersi a tutta la seconda meta del secolo come e evidente dalla tabella 3 elaborata da Herlihy e Klapisch. Limitatamente alla Toscana e evidente che tra Tre e Quattrocento la famiglia ha perso la sua individualita incentrata su! semplice nucleo coniugale per aprirsi verso il basso oltre che lateralmente. TI fenomeno appare ancora piu accentuato se ricordiamo, insieme allo sfilacciamento e alla semplificazione legata alla mortalita, la forte mobilita contadina di questo periodo, una mobilita a carattere assai diverso in citta e nelle zone agrarie. Come e ben rilevabile per le realta cittadine di Firenze e Prato (v. tabella precedente), sono i senza famiglia che arrivano in cittli. Viceversa nei contadi e presente anche una forte mobilita circolare di singoli o di famiglie nucleari, che si spostano da un contado all' altro; mobilita, incentivata e promossa da esenzioni fiscali quinquennali o decennali, che spesso ha esiti di ritorno nel luogo di origine, si che gli estimi fiorentini, a fianco degli stanti e degli usciti, individueranno anche le categorie dei tornati, cioe dei nuovi venuti, e dei ritrovati, ovvero di quegli "originari" emigrati, che, essendo rientrati, tentavano fraudolentemente di spacciarsi per forestieri, per godere dei privilegi fiscali concessi aijorenses. Questa mobilita, che ovviamente coinvolgeva di preferenza le singole persone, o i nuclei familiari semplificati, o numericamente ridotti, e presenta anche caratteristiche sociali diverse, nel senso che i grossi borghi sembrano attirare le persone agiate e respingere i poveri, come ha mostrato C. De la Ronciere, ha l' effetto di conservare un plafond demografico minimo, ma solido nelle zone a intensa mezzadria come il pratese (vedi tabella 1), dove le nostre fonti registrano percio percentuali di calo molto ridotte. Non tanto la vicinanza col mercato urbano, ma la penetrazione della proprieta fondiaria fiorentina, organizzata in poderi, affidati a famiglie di lavoratori con contratto mezzadrile, insieme a condizioni fiscali privilegiate,3 sembra ayer favorito la tenuta demografica del pratese e promosso un secolo dopo, da quest' area satura, un intenso flusso migratorio verso il pisano, contemporanemente alla diffusione in questa zona della proprieta fiorentina. L'uniformita di un calo demografico, che si presupporrebbe omogeneo in tutta la Toscana, avrebbe avuto esiti differenti nei diversi contadi in 3 S.K.COHN JR., «Insurrezioni contadine e demografia: il mito della poverta nelle montagne toscane ( »>, Studi Stand, 36 (1995), pp

8 STRUITURE FAMILIARI NEL TARDO MEDIOEVO ITALIANO relazione all' organizzazione agraria, alla presenza del contratto mezzadrile, alla fiscalita. L' altro elemento che si individua in queste tabelle, per quanto offuscato dai vuoti provocati dalla mortalita e dal disordine legato alla mobilita, e il passaggio da una famiglia nucleare a una famiglia tendenzialmente allargata, con un costante aumento delle famiglie multiple a struttura verticale, che suggerisce una tendenza della famiglia a comporsi agnaticamente. Se questo e l' esito, certamente influenzato o comunque intrecciato alle vicende economiche e al crollo della popolazione, sembra opportuno tomare a riflettere su questo cambiamento per cercare di capire che cosa c'e dietro a questa trasformazione, e per valutare l'incidenza di fattori culturali e demografici, legati al tipo di lavoro, alla ricchezza, all' organizzazione del potere, anche perche questo processo di "complicazione" della famiglia corre ininterrotto per tutto il Quattrocento, come mostra la tabella 3. La verticalizzazione delle famiglie e la loro maggiore complessita, che si va rafforzando nella seconda meta del Quattrocento, presente sia nel contadodi Firenze che in quello pratese, e stata individuata anche nel pisano, come mostra la seguente tabella.4 TAB. 4 - Ampiezza media del fuoco. 7,8 6,1 7,1 7,3 5,5 6, ,6 4,8 4,7 5,2 5,6 * I 10 popoli o comunelli qui considerati sono: Casciavola, Marciana minore, Montione, Navacchio, Pettori, Ripoli, S. Casciano, S. Prospero, Titignano, Visignano. (Per ii , Ch. KLAPISH-ZUBERUna carta del popolamento toscano negli anni , Milano 1983) 4 A. MENZIONE,Tendenze della famiglia contadina nella Toscana nord-occidentale del Quattrocento, in G. DA MOLIN(a cura di), Lafamiglia ieri e oggi. Trasformazioni demografiche e sociali dal XV al XX secolo, Bari, Cacucci, 1992, vol. 1, pp , pp. 60 e

9 FRANCA LEVERaITI Le fonti a nostra disposizione, poche e scarsamente omogenee, non permettono risposte certe, anche perche fotografano le famiglie in un dato momento di un ciclo di sviluppo, ciclo che possiamo solo ipotizzare; d' altra parte la scelta di alcuni singoli casi da studiare in un arco di tempo lungo almeno quattro-cinque generazioni non appare inficiata soltanto dalla possibilita di disporre delle fonti opportune, ma in particolare dal fatto che le vicende familiari del campione potrebbero essere anomale rispetto al gruppo o al ceto in cui queste famiglie si collocano. Ovviamente non esistono tra strutture familiari e i fattori gia richiamati (mentali, economici, demografici, politici...) rigide relazioni di causa-effetto, ma convergenze che forse possono spiegare in parte i cambiamenti; le ripercorremo piu come avvio alla ricerca, che per un tentativo di risposta. Aspetti demografici. C. Klapisch, in una ricerca che aveva per oggetto la citta di Prato e il suo contado tra 1371 e 1427, richiamava tra le cause della "patriarcalizzazione" della famiglia pratese motivi psicologici: i1terrore provocato dalle mortalita sembra favorire la permanenza in famiglia;5 economici: in un momento di scarsita di braccia e salari elevati non si poteva allontanare preziosa manodopera; ma individuava anche cause di carattere demografico, in particolare l' abbassamento dell' eta al matrimonio: per riempire i vuoti demografici ci si sposava tutti e ci si sposava presto (nell371le donne a 16 e gli uomini a 24 anni), realizzando la formazione di famiglie larghe, anche nellivello economico piu basso: la nuova coppia non metteva su casa per conto proprio, ma restava a vivere con i genitori. TIfenomeno era evidente nell'invecchiamento e mascolizzazione dei capojamiglia, incremento del numero medio dei componenti proprio mentre la popolazione subiva ancora un declino, stabilita del numero medio dei bambini per nucleo domesti-. co, integrazione delle vedove nei nuclei domestici dei lorofigli, raddoppio dei nuclei domestici comprendenti tre, quattro generazioni.6 Riduzione s Su questo tema ha scritto pagine molto significative E. LE Roy LADURIE,/ contadini di Linguadoca, Bari, Laterza, 1970, a proposito della ricostituzione delle stirpi nel sud della Francia. 6 COSICH. ICLAPIsCH-ZUBER, Declino demografico e struttura dellafamiglia:l'esempio di Prato (jine XIV sec.-.fine XV sec.), in G. DUBY - J. LE GoFF, Famiglia e parentela nell'/talia medievale, Bologna, il Mulino, 1981, pp , p

10 SlRUTIURE FAMILIARI NEL TARDO MEDIOEVO ITALIANO dell' etaal primo matrimonio e sviluppo del patrilocalismo avrebbero percio favorito il costituirsi nel pratese di famiglie complesse. Nel volume sul catasto toscano del Herlihy e Klapisch mettevano in relazione la precoce etadella donna al matrimonio (18 anni) non solo con un naturale bisogno di riempire i vuoti creati dalle epidemie -1' etasi sarebbe alzata per entrambi i sessi nel corso del secolo a seguito della ripresa demografica-,7 ma anche con variazioni del tasso di mascolinita, legate a una mortalita differenziata durante la peste.8 Nel corso del Quattrocento, viceversa, la differenza di eta tra coniugi si sarebbe ridotta a causa del sensibile ritardo alle nozze delle donne; anzi, con il cessare della mortalita, si sarebbe rallentata la spinta a matrimoni precoci in entrambi i sessi, come mostra la seguente tabella.9 TAB. sec.xv. 5 - Eta stimata al matrimonio in diverse parti della Toscana nel ne 21,8 24,4 28,5 21,0 19,5 27,7 27,218,4 22,2 25,6 24,0 17,3 26,4 17,9 25, centri 1427 ecampagn di Thttele Piccoli Prato florentino Contado Campagne di Prato nord-occid. Toscana Campagne di Prato 7 Confenna il consistente rialzo delle eta al primo matrimonio, nella Toscana rurale nordoccidentale, nel1481 (rispettivamente 22 anni le donne e 28 gli uornini) la ricerca di A. MENZIONE, Tendenze dellafamiglia contadina nella Toscana nord-occidentale del '400, in G. DA MOLIN(a cura di), Lafamiglia..., cit., vol.i, pp Per una lucida critica di questa ipotesi rimandiamo a A. M!!NzIONE,«Scherni di matrimonio e moratlita dei sessi :una transizione fra Medioevo ed eta moderna», Societií e Storia, 12 (1981), pp E' da rilevare che l' eta al primo matrimonio di uornini e donne (rispettivamente 29 e 22), rilevata da Menzione ( campione di 200 unita), e un' eta rea1e, perche ricostmita attraverso lo spoglio dei rogiti notarili e della gabella dei contratti. TI matrimonio aliora non era un avvenirnento temporalmente definito, ma un processo in piu tappe e questo rende difficile deterrninare l' esatta etaal matrimonio (il campione utilizzato da Herlihy-Klapisch per tutta la Toscana soggetta a Firenze e di sole 600 unita). 242

11 FRANCA LEVEROITI TAB. 6 - Capifamiglia uomini e capifamiglia sposati o vedovi e proporzioni sul totale degli uomini e sul totale degli uomini sposati o vedovi, secondo ['eta (Toscana nord-occidentale, 1481). e , uomini 41,0 52,0 75,7 30,2 91,7 13, ,5 31,1 53,5 78,6 37,1 78,0 7,6 91, ,316 93,6 96, ,652 90,985 84,956 96, Uomini sposati Capifamiglia o ved. sposatio o Capifamiglia della o ved. loro eta(2) della (3) ved. e (4) loro uomini eeta(3) uomini dellasposati loro uomini (1) ex MENziONE. Tendenze dellafamiglia contadina. p procrastinare le nozze non sembra pero 1egato alla volonta di raggiungere l'indipendenza economica, secondo l'ipotesi sostenuta da molti storici della famiglia, da! momento che, come evidenzia anche una ricerca sulla Toscana nord-occidentale, una larga parte degli uomini sposati di questa regione non riveste i1 ruolo di capofamiglia. TI matrimonio ritardato non porterebbe qui alla costituzione di famiglie neolocali. 243

12 STRUTruRE FAMILIARI NEL TARDO MEDIOEVO ITALIANO TAB. 7 - Proporzioni degli uomini capifamiglia e proporzioni degli uomini sposati nelle diverse eta: e ,095,2 41,085,0 85,093,4 52,093,3 75,796,0 13,452,9 1427' 7,615,3 (30,2) 47,1 70,3 82,5 93,5 94,5 92,9 14,6 70,5 89,6 56,5 29,9 85,8 74,1 83,9 13,7 41,5 90,9 84,9 84,2 96,5 27,3 60,1 53,5 95,0 78,6 91,6 37, ' 19,3 73,8 48,9 56,7 71,4 75,0 85,1 30,0 88,3 31, ' 1427" % vedovi degli uomini sugli uomini % eta (37,5) uomini sposati sposati dei o ved. capüamiglia della o ved. loro sugli 1427" 1427 % dei 1481 Toscana nord-occidentale 1481 della loro eta ex MENZIONE, Tendenze dellafamiglia contadina, p. 73. Come spiegare dunque questa complessita della famiglia quattrocentesca? Possiamo concludere con Herlihy e Klapisch «il existe donc une conjoncture favorable au renforcemente ou al' expression des solidarites verticales a l'interieur du groupe domestique», certamente piu evidente nel momento in cui si veniva allungando la speranza di vita con il cessare delle ondate epidemiche, o in situazioni, come quella della Toscana fiorentina descritta nel catasto del , dove erano molti vecchi ed era praticato un matrimonio precoce? La spiegazione legata alla congiuntura demografica e alla struttura per eta della popolazione non sembra esaustiva, anche perche la famiglia complessa e numerosa persiste nei momenti di rialzo dell'eta al primo matrimonio. Altre sembrano essere le motivazioni che spingono le famiglie di nuova formazione a non separarsi dalla famiglia di origine. 244

13 FRANCA LEVEROITI La proprieta della terra. Certamente in un momento di penuria di braccia e di salari particolarmente alti trattenere i figli in casa voleva dire garantire un adeguato sfruttamento della terra e un' oculata gestione delle botteghe. Certamente vi e correlazione tra famiglie, numerase e complesse, e ricchezza.1o Ma la struttura familiare e rigidamente correlata alla ricchezza? Che relazione c'e tra complessita delle famiglie rurali e proprieta della terra? In base ai dati catastali del la struttura della famiglia contadina sembrerebbe omogenea nelle diverse categorie di mezzadri, piccoli proprietari, affittuari, artigiani e senza professione dichiarata, anche se le famiglie di mezzadri erano piu ricche di figli rispetto alle altre. TAB. 8 - Tipologia del gruppo domestico rurale secondo la categoria sociale. Insieme Affituari dichiar. Propr. Artigiani Comm. 16, , ,4 53,1 12, ,8 52, ,25,0 13,9 4, ,5 21, ,4 52,0 7,5 56,0 12,5 21,1 100, ,7 12,1 2,9 19,6 52, ,0 Mezzadri prof. 22,8 12, , Senza Fonte: Catasto del ; soltanto la popolazione rurale, escluse le citta. Gli aggregati senza abitanti, semplici dichiarazione di beni, non sono inclusi in questi totali ex HE1u.mY-KLAPIsCH, 1 Toscani e le loro famiglie, p Sono le conclusioni di R. DoNDARINI, «La famiglia contadina in alcune zone del contado bolognese alla fine del Trecento», in Strutturefamiliari, epidemie, migrazioni nell'italia medievale 245

14 SlRUTIURE FAMILIARI NEL TARDO MEDIOEVO ITALIANO La complessita e l' estensione della famiglia rurale lucchese e pisana,l1 zone oye la mezzadria e assente, o arriva piu tardi, comune anche a nuclei familiari nullatenenti, e stata messa in relazione con la complessita dei rapporti di conduzione che i contadini stringevano con le famiglie proprietarie. Si tratta di situazioni economiche che non emergono dalle fonti estimali e catastali, ma sono ben rappresentate nei ricchi archivi notarili della Toscana, e fortemente radicate, se nel Valdarno del XVII secolo si ritrovano famiglie di mezzadri e di proprietari coltivatori con la stessa ampiezza, seppure non con la stessa struttura: tra i mezzadri prevalgono i legami orizzontali e tra i contadini, proprietari o fittabili, quelli verticali. L' esempio della Toscana nord-occidentale suggerisce che non e tanto la proprieta della terra a influire sulla dimensione e sulla struttura della famiglia rurale; spesso sono i contratti agrari stipulati con il proprietario della terra, o con piu proprietari, che la plasmano, basta pensare alla famiglia mezzadrile costretta a modellarsi su! podere, pena l' espulsione, o alla famiglia contadina lucchese e pisana, le cui dimensioni sembrano trovare alimento nella combinazione di contratti di affitto molteplici, con i quali la famiglia si legava a tanti proprietari diversi. In altri casi il numero degli animali sembra costituire lo spartiacque nel mondo contadino, come rivela un'indagine sul Polesine di Ferrara nel1476 che mostra "una stretta connessione tra la dimensione della famiglia colonica e l' ampiezza del seminativo", ma anche una sostanziale differenza tra le famiglie dei labor atores, ovvero coloni con contratto parziario, ma proprietari di attrezzi e animali, e i bracenti, lavoratori senza animali e attrezzi: gli uni vivevano in aggregati multipli, gli altri in aggregati semplici. 12 La varieta dei contratti toscani che legano gli uomini alla terra e stata oggetto di studi piu e meno recenti, studi che attendono ora di essere messi (a cura di R. Comba, G. Piccinni, G. Pinto), Esi, Napoli, 1984, pp , p. 214, che parla di "stretto legame Ira dimensioni fami1iari e risorse disponibili". Anche nella lucchesia, ove farniglie numerosi sono presenti un tutte le fasce sociali, nelle c1assi con reddito piu alto le farniglie hanno un numero di componenti superiore a dodici. 11 Ollre a Leverotti e Menzione si veda CH. KJ..ApISCH-ZUBER - M.DEMONET,«"A uno pane e uno vino". La farnille rurale toscane au début du XV siecle», Annales, 27 (1972), pp E. GUlDOBONl,«Aggregati domestici nei villaggi del basso Po alla fine del Quattrocento: i1 Polesine di Ferrara», in Strutturefamiliari. epidemie..., cito, pp

15 FRANCA LEVEROITI in relazione con le diverse realta familiari.13 Resta invece sconosciuta la comunita contadina. con le sue regole, le sue tradizioni di vita comunitaria, il complesso dei beni comunali, le solidarieta tra vicini; di essa e del suo contributo all' economía della famiglia rurale non possiamo non tenere conto nello studio dei nuclei contadini. Doti, emancijjazioni, norme di trasmissione della terra: l' esempio lucchese. Nel caso delle Sei Miglia lucchesi, che presentano le medesime tendenze della Toscana fiorentina verso una complessita della famiglia, matrimoni precoci per i due sessi erano prevalenti tra le famiglie dell'inizio del Trecento (tab.2); questo vuol dire che 1'aumento di famiglie complesse nel corso del Tre-quattrocento non dipende soltanto dal fatto che si anticipano le nozze per riempire i vuoti creati dalle pestilenze. Anche 1'ipotesi che la precocitao il ritardo alle nozze fosse favorito dal vivere in una certa struttura familiare sembra smentito dal confronto dell' eta alla prima paternitaelaborata sulla base dell'estimo del A 24 anni di etaera padre il35% degli uomini viventi in famiglie multiple e allargate, a 25 anni il35% dei maschi che vivevano in fraternite (ovvero residue di famiglie multiple) e il 29% di coloro che erano a capo di una famiglia coniugale. Tra i 32 e i 34 anni di etadiventavano padri il 38% delle nucleari, il39% delle allargate e il44% delle multiple, ma solo il17% delle fraternite. L' omogeneita dei comportamenti familiari presenta un secondo scarto se consideriamo il primo nipote sposato in famiglie multiple: l' 11% si sposava a 17 anni, il 65% a 23 e il22% a 34 anni. Possiamo allora concludere che, se ci si sposa e si fa figli alla stessa eta indipendentemente dal tipo di famiglia in cuí si vive, la complessitafamiliare sembra pero favorire modelli matrimoniali piu precoci. Inoltre, il confronto tra numero dei figli e classe di ricchezza di queste famiglie conferma che 13 Ci riferiamo in particolare a M. LUZZATI, «Contratti agrari e rapporti di produzione nelle campagne pisane <!alxm al XVI secolo», in Studi in memoria di Federigo Melis. Giannini, 1978, vol.i, pp ; e 11contratto di mezzadria nella Toscana medievale, vol. 1, Contado di Siena, secc.xili-/348. a cura di G. Pinto - P. Pirillo, Firenze, 1987; vol. n, Contado di Firenze. sec.xili, a cura di O. Muzzi e M.O. Nenci, Firenze, 1988; e vol. m, Contado di Siena. / , a cura di G. Piccinni, Firenze

16 STRUlTURE FAMILIARI NEL TARDO MEDIOEVO ITALIANO nuclei numerosi (9-11 membri) sono presenti in tutte le fasce di reddito, ma nelle classi di reddito piu alte sono dominanti le famiglie composte da 6-8 componenti e sono numerose anche quelle che superano i 12 membri. Questo sembrerebbe evidenziare l' esistenza di una correlazione tra reddito e dimensione della famiglia. TAB. 9 - Eta alla prima paternita nel contado lucchese secondo il tipo difamiglia (Estimo, ). - eta%eta 44 % , , , ,5 % 4 fratellanze classidi 23 multiple sposatoin media allargate nucleari famiglie casi famiglie fam. multiple primonipote ex LEVERam, Popolazione,jamiglie, insediamento, p Fonti amministrative toscane testimoniano la tendenza, gia nel primo Quattrocento, a ritardare le nozze, tendenza inutilmente contrastata dai governi che consideravano la crescita della popolazione un aumento di ricchezza. Disposizioni senesi (1404 e 1411) e fiorentine (1421), ad esempio, limitavano ai soli sposati l' accesso alle cariche pubbliche; nel1454 il comune lucchese emanava un bando in cui vietava l' accesso alle cariche pubbliche ai maschi non sposati di eta compresa tra i 27 e i 50 anni. Durante i1 248

17 FRANCA LEVEROITI Quattrocento si nominano commissioni con l' incarico di favofíre nuovi matrimoni, si promulgano leggi suntuarie volte a contenerne le spese; Firenze istituisce anche un Monte delle doti, nel 1425, allo scopo di facilitare la dotazione delle figlie.14 Questo ritardo alle nozze convive pero nel Quattrocento con l' abitudine a rimanere nella casa paterna anche dopo il matrimonio, dando vita a famiglie ampie e complesse, completamente diverse da quelle del primo Trecento marcatamente neo-iocali. «Ogni volta che si sono verificate trasjormazioni projonde delle strutture economiche e sociali vi e stato parallelamente un processo di adattamento delle strutture della parentela e quando un gfuppo sociale ha tentato di modificar e realtil e situazione economica, ha dovuto per riuscirci mutare anche i meccanismi della parentela». Queste considerazioni di G. Delille possono essere un punto di partenza per alcune osservazioni, che vogliono rispondere alla domanda: come la farniglia risponde alla congiuntura economica tardomedievale per tutelare la propria sopravvivenza; ovvero con quali mezzi le famiglie sono riuscite a ritardare il matrimonio dei figli, garantendosi in questo modo manodopera gratis, e a trattenere in casa le coppie sposate evitando cosl di frazionare il patrimonio? Si entra qui nel campo del diritto, un campo a nostro avviso che merita ulteriori approfondite ricerche, soprattutto per il tardo Medioevo. Quando si parla di diritto familiare si insiste in genere sulle norme di successione, norme comuni a gran parte dell'italia centro-settentrionale, oye vige il principio che le figlie siano dotate al momento delle nozze o dell' ingresso in convento, e il patrimonio venga diviso tra tutti i figli maschi legittimi in uguali porzioni ( lasciti di consistenza di gran lunga inferiore vengono fatti ai figli naturali riconosciuti). In realta le cose non sono cosl semplici e le numerose redazioni statutarie che si succedono nel Tre e Quattrocento, insieme ai trattati sulle doti elaborati a fine Quattrocento, meriterebbero studi piu accurati, anche per illoro pregnante contenuto economico. Nella sezione civilia degli Statuti decine di rubriche sono dedícate al diritto successorio, alle doti, alla legittima che la moglie poteva rivendicare sul patrimonio del marito, fino alla quarta parte, ma non si sono finora confrontate sistematicamente le diverse stesure Tre-quattr'ocentesche per G. PINTo, «La politica demografica delle cittid>,in Strutturefamiliari. epidemie..., cit., p

18 STRUTIURE FAMILIARI NEL TARDO MEDIOEVO ITALIANO individuare eventuali modificazioni. Le stesse norme suntuarie meriterebbero, nell'ottica sia di uno studio del disciplinamento sociale, sia del contenimento delle spese familiari, un'indagine, anche comparativa, che non fosse semplicemente una esteriore descrizione dell'abbigliamento, ma ne tracciasse le trasformazioni, ancorandole allo sviluppo politico, econornico e sociale dei singoli stati. Esiste poi, sempre nel campo del diritto familiare, un istituto, l' emancipazione, che e stato del tutto trascurato, se si eccettua il tema noto delle emancipazioni dei figli dei mercanti e un libro di vent' anni fa di uno storico americano, T. Kuehn, su Firenze e il suo contado. Sarebbe invece opportuna una ricerca incentrata sulle singole re alta cittadine, che confrontas se le norme sulle emancipazioni contenute negli statuti e quelle previste dallo jus mercantile: norme ovviamente divergenti, anche perche l' emancipazione mercantile aveva lo scopo di tutelare i figli e, attraverso i figli, mettere la famiglia al riparo dai rivolgimenti econornici; non solo: estremamente utile sarebbe individuare le modificazioni e le integrazioni presenti nelle diverse redazioni statutarie. Nelle Sei Miglia lucchesi, ad esempio, le modifiche della struttura familiare si accompagnano a cambiamenti nelle regole di emancipazione dei figli. In un momento di notevoli e imprevedibili alterazioni econorniche, essendo la riproduzione sociale della famiglia legata in particolare alla conservazione del suo patrimonio, si interviene proprio sul diritto civile. A Lucca pero non si cambiano le regole di successione: le donne sono dotate al momento di entrare in convento o quando si sposano, i figli maschi ereditano il patrimonio in parti uguali alla morte del padre; cambiano invece le regole di emancipazione dei figli: proprio a queste si accompagnano o fanno seguito le trasformazioni della famiglia contadina in Lucchesia. A 25 anni, raggiunta la maggiore em, il giovane, ormai emancipato, poteva lasciare la casa del padre avendo diritto ad una quota del patrimonio, che gli Statuti lucchesi del 1308 stabilivano pari alla meta dei beni del padre, da dividersi ovviamente in ragione del numero dei fratelli. L'itidipendenza econornica cosi raggiunta, per quanto minima, favoriva il costituirsi di famiglie nucleari indipendenti, predominanti ne11335, come mostra la tabella 2. Ai problerni econornici legati alle guerre, alle pestilenze, alle carestie si sarebbe risposto cambiando le regole sull'emancipazione; negli Statuti del 1372 infatti si precisa che un figlio, che richiedesse l' emancipazione in 250

19 FRANCA LEVERarn disaccordo col padre, avrebbe avuto solo aliquid de bonis. Negli statuti del 1446 la quota a favore del figlio emancipato si riduceva ancora, perche al padre, indipendentemente dal numero dei figli, veniva riconosciuto il diritto a un terzo del patrimonio, e la possibilita, se contrario all' emancipazione, di non dare beni. Impossibilitati a mettere famiglia per conto proprio i figli erano costretti a vivere insieme con il padre o a ritardare il matrimonio, dando luogo a quelle famiglie numero se e complesse che costituiscono la caratteristica del XV secolo. Se leggiamo illibro di Kuehn,15 tenendo presente questo cambiamento rilevato nel contado lucchese, si vedono le stesse tendenze nell'area fiorentina. Le fonti usate dallo storico del diritto americano sono i registri tenuti dal giudice della Mercanzia, presso il quale venivano registrate le emancipazioni a partire dal1355, e dall4211e stesse registrazioni conservate presso i Priori. Kuhen, che non riscontra nessi causali costanti tra pestilenze e atti di emancipazione (alcune sembrano favorirle, altre no), rileva nel Quattrocento un calo nel1e registrazioni di emancipazione degli abitanti in contado,16 che collega all' aumento della tassa corrispondente. Nello stesso periodo individua una crescita nel1'eta degli emancipati residenti nel contado e ñel distretto di Firenze, e un calo dei praemia che imputa all' "exclusion of contadini from various public-debt funds and the private and public exploitation of the rural area by predominantly urban forces".17 L' emancipazione differita, conclude Kuhen, porta a una crescita numerica del1a famiglia, al rafforzamento del control1o paterno sul1a proprieta, con conseguenti mutamenti nei meccanismi ereditari che sfociano nel fedecommesso.18 11diritto come onte. In Toscana il diritto familiare, che abbiamo preso in esame limitatamente alle emancipazioni, ha subito, a partire dal tardo Trecento, importanti modificazioni che sembrano ayer condizionato in maniera sensibile la l' T. KUEIlN, Emancipation in late medieval Florence, Rutgers University press Ibidem, p.so sg. 17 Ibidem, p Ibidem, pp. 160 sg. 251

20 STRUTIURE FAMILIARI NEL TARDO MEDIOEVO ITALIANO struttura familiare, favorendo la diffusione di famiglie rurali complesse, strutturate agnaticamente, sconosciute prima della peste Nera. L' esempio toscano suggerisce una pista di ricerca da percorrere, allargata ovviamente allo studio cronologico dei capitoli statutari, concementi doti, testamenti, retratti, sostituzioni, disposizioni suntuarie, che possono aprire prospettive e conoscenze nuove lirnitatamente alle strutture familiari. Anzi lo stesso diritto farniliare puo diventare una fonte importante per la storia della famiglia anche laddove non esistono fonti demogr~che specifiche. Prendiamo ad esempio l' Italia del sud, una zona che presenta situazioni particolari quanto alla successione e ai rapporti patrimoniali tra i coniugi, probabilmente a seguito dell'ecloga di Leone Isaurico e Costantino del 739 che prevedeva la comunione di beni tra i coniugi; qui un regime di comunione, che presenta differenze nelle due isole (in Sicilia troviamo la tripartizione del patrimonio tra marito, moglie e figli,19mentre in Sardegna i beni erano in comune alla sola coppia), convive con il sistema dotale di origine 10ngobarda.2O 1 due diversi diritti, longobardo e tripartito, avendo risvolti econornici diversi venivano usati, come lucidamente ha scritto A. Romano, da ceti sociali diversi. Burgenses e ceti medio-bassi, ovvero mercanti e piccoli e piccolissirni proprietari trovavano conveniente la comunione di beni, secondo quanto aveva gia rilevato per i ceti artigiani di Genova la Hughes;21 nobili e ottimati invece preferivano lasciare il patrimonio ai soli figli escludendo le femrnine dotate. Ovviamente non si deve pensare a sisterni rigidi: non solo le due tradizioni giuridiche potevano essere utilizzate da una stessa famiglia, a seconda delle diverse esigenze; non solo generalmente non si applica ai beni feudali il sistema della comunione, roa si possono trovare attuate pratiche compensative anche in regime di comunione, tramite ad esempio il testamento o le sostituzioni, pratiche che possono modificare il sistema paritario. 19 Ma con notevoli varianti locali illustrate da A. ROMANO,«Successioni "mortis causa" e patrimoni familiari nel regno di Sicilia (secoli XIll-XVI)>>, in La transmission du pafrimoine, Byzance et ['aire méditerranéenne, Paris, De Boccard, 1998 (College de France, Monographies 11), pp ; e dello stesso, Famiglia, successioni e patrimonio familiare nell'italia medievale e moderna, Tocino, Giappichelli, Per la compresenza dei vari diritti nell'italia del sud si veda J.M. MARTIN,«Pratiques successorales en ltalie méridionale (X-XII siécle): Romains, Grecs et Lombards», in J. BEAUCAMP G. OAGRON,La transmission du patrimoine..., cit., pp HUGHES,«Sviluppo urbano e struttura familiare a Genova nel Medioevo», in P. ABRAMS - E.A. WRlGLEY,Citta, storia, societii, Bologna, il Mulino, 1983, pp

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