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1 Fatto a mano Reportage dalla provincia di Ravenna al seguito della più antica tradizione dell artigianato artistico e tipico. Quattro percorsi seguendo i quali si scopre che la raffinata arte decorativa dei ceramisti di Faenza si incrocia con lo splendore delle tessere sapientemente lavorate dai mosaicisti di Ravenna, che nelle botteghe degli stampatori romagnoli si mantiene viva la tipica stampa a ruggine e dovunque, dall Appennino alla costa, dal lavoro di mani sapienti e instancabili nascono opere uniche, di ferro o di legno, create ricamando su tessuti antichi o intessute con erbe di palude, ma anche incise sui metalli preziosi. Il testo offre spunti di approfondimento, suggerimenti bibliografici, notizie utili sulle località toccate dai percorsi e sugli eventi dedicati all artigianato. Ravenna intorno, Verde, Azzurro, Oro Fatto a mano fatto a mano Maestri e luoghi dell artigianato artistico e tipico nella provincia di Ravenna Camera di Commercio della Provincia di Ravenna

2 Fatto a mano Pubblicazione a cura dell Assessorato al Turismo della Provincia di Ravenna e della Camera di Commercio della Provincia di Ravenna Progetto grafico Agenzia Image Art direction Massimo Casamenti Impaginazione Alice Lucci Coordinamento Tiziano Fiorini Coordinamento editoriale Set Studio di Giovanni e Laura Vestrucci Stampa Grafiche MDM, Forlì gennaio 2004 Comitato editoriale CCIAA CNA Confartigianato Provincia di Ravenna Unione Europea Repubblica Italiana

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4 Presentazione Prosegue e si consolida con questa Guida l intensa collaborazione fra la Camera di Commercio e la Provincia di Ravenna. Nel caso specifico viene posta una nuova tessera nel complesso lavoro di valorizzazione dell offerta integrata del territorio. Qui è di scena l artigianato artistico (mosaico, ceramica, tela stampata, preziosi, artigianato della fantasia, ecc.) che ci prende per mano alla riscoperta dei laboratori divenuti anche occasione per rivisitare le nostre tradizioni, la nostra cultura, i nostri valori, anche nella loro valenza sotto il profilo turistico. Ringraziamo le Associazioni artigiane Confartigianato e CNA che, dopo aver proposto l iniziativa, ci hanno assistito nella sua realizzazione. Grazie anche all autrice, Laura Vestrucci, per l intelligente creatività con cui ha realizzato la Guida. Francesco Giangrandi Presidente della Provincia di Ravenna Gianfranco Bessi Presidente della CCIAA di Ravenna Questo viaggio all interno delle botteghe artigiane rappresenta la certificazione di qualità dell artigianato della nostra terra. Straordinario è il risultato che scaturisce dalla fusione tra la materia sulla quale operano i Maestri artigiani e la genialità con cui essi esprimono la loro manualità. La CNA e la Confartigianato sono grate alla Camera di Commercio e alla Provincia di Ravenna per avere accolto la proposta di realizzare questa pubblicazione ed esprimono il loro apprezzamento a Laura Vestrucci, autrice di grande rigore ed al tempo stesso emotivamente coinvolta. Il ringraziamento più sincero va, infine, a tutti gli artigiani. Essi rappresentano una testimonianza diretta e indiretta di qual è stato il cammino dell uomo verso la civiltà ed a tutt oggi costituiscono un solido elemento su cui può poggiare l economia e la società moderna. Riccardo Ferrucci Presidente provinciale CNA Lorenzo Tarroni Presidente provinciale Confartigianato

5 Fatto a mano Camera di Commercio della Provincia di Ravenna Progetto narrativo e testo: Laura Vestrucci [...] Un creatore può fare solo una cosa, può solo continuare, ecco quello che può fare. (da Picasso di Gertrude Stein, Adelphi)

6 Indice 5 6, 7 8, 9 34, 35 66, 67 82, Introduzione Cartografia Capitolo Primo Ravenna, di mosaico vestita Capitolo Secondo Passaggio a Faenza Capitolo Terzo Una ruggine da non perdere Capitolo Quarto Memoria d antico Appendice Luoghi da vedere Eventi e sagre Bibliografia

7 Introduzione Fatto a mano. È una precisazione che aleggia intorno all artigiano; nessuna conversazione con lui termina prima che questo inciso, a mo di attributo, venga pronunciato. La mano distingue il lavoro, gli attribuisce un valore, quasi un marchio di qualità, esorcizza le nostre paure di massificazione del desiderio di bellezza e di bontà. Ciò che è bello e buono deve essere fatto a mano. L uomo artigiano, però, non separa la mano dall idea, anche il più fedele osservante dei canoni di una qualche tradizione di manifattura non ammetterà mai che la sua mano abbia eseguito senza creare. La fisiologia stessa del corpo umano può sostenere questa stretta adesione della mano alla mente che crea. Fatto a mano. E siamo anche risospinti indietro, fino all infanzia dell umanità e alla nostra stessa, quando ogni conquista si è ottenuta grazie alla manipolazione di qualche materia e oggetto. Un flashback addirittura inevitabile quando il manufatto ci viene presentato con un pedigree di ineccepibile valore storico. Ma subito, e senza nostalgie, ritorniamo al nostro tempo, difficile, complesso, eppure affascinante, se è vero che oggi si può ancora parlare con persone orgogliose del loro lavoro fatto a mano. Mi ha colpito, come una freccia lanciata durante una breve intervista, rilasciata in occasione delle sfilate di alta moda parigina, nella stagione autunnale 2002, la riflessione dello stilista Christian Lacroix sulla mano, intesa come veicolo di modernità nella creazione artistica. Questo reportage lo conferma, ed è esso stesso una pagina aperta sulla modernità dei mestieri più antichi dell uomo. Laura Vestrucci 5

8 Ferrara > Simbologia della cartina: Conselice mosaico ceramica tele stampate artigianato minore Bologna Massa Lombarda Sant Agata sul Sa Bagnara di Romagna Solarolo Castel Bolognese Riolo Terme Faenza Casola Valsenio Villa Vezzano Brisighella San Martino Firenze

9 Venezia Alfonsine Sant Alberto terno Lugo Fusignano Bagnacavallo Villanova Mezzano Piangipane Cotignola Ravenna Russi S. Stefano S. Zaccaria Castiglione Cervia Cesenatico Rimini Gambettola

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11 Ravenna, di mosaico vestita Guida ai laboratori del mosaico in provincia di Ravenna

12 Ravenna, di mosaico vestita Guida ai laboratori del mosaico in provincia di Ravenna 10 Si viene a Ravenna almeno una volta nella vita e da ogni parte del mondo. A Ravenna, come a Parigi, come a Londra, come a Roma. Si viene richiamati dal fascino di presenze inequivocabilmente uniche. Sono le decorazioni musive conservate nelle basiliche e nei mausolei, in alto, sopra gli altari, sulle pareti absidali e nei perimetri geometrici delle dimore tombali. Si viene e si guarda, il capo alzato verso le volte e le cervici impegnate in semirotazioni. Si guarda e si ascolta la competente parola della guida che racconta, spiega, rivela. Oppure, si guarda e si legge la dettagliata descrizione delle guide cartacee. Durante il tour ci accompagna la discreta, ma costante presenza dei souvenir shop che sono per il turista come un segno distintivo del luogo, meta di flussi turistici di notevole intensità. E, senza l affanno di accalcarsi nei quartieri più frequentati come tappe del tour, incontriamo i laboratori di riproduzione degli antichi mosaici bizantini o di realizzazione di mosaici moderni che ci offrono l incontro ravvicinato con i mosaicisti, artigiani e artisti, maestri e discepoli. Se, spinti dal desiderio di portare via con noi un ricordo delle meraviglie basilicali, vorremo acquistare una tavoletta musiva realizzata dalla mano esperta del mosaicista, sarà possibile, anche, domandargli ragione artistica del suo lavoro che conserva il segreto del rapporto tra i materiali,

13 > µουσειον: la derivazione del termine mosaico ha suscitato gli interessi di numerosi studiosi (A.Furietti,M.Grapaldo, G.Scaligero,G.G.Voss): c è chi cita di aver trovato scritto museum, chi riporta musiacum, chi museacum, altri mosiacum. E c è chi vi ha visto la radice di un vocabolo semita, soprattutto quando la parola viene usata come aggettivo e potrebbe legarsi al termine semita Mosè, quindi pertinente a Mosè. (Ipotesi presentate ne Il Mosaico di I. F. Roncuzzi, Ed. Longo) le tecniche del loro utilizzo e la luce che, infiltrandosi tra gli alabastri nei siti originali, permette ancora il miracolo della bellezza senza tempo. Si può a ragione definire senza tempo la bellezza delle opere musive in virtù dei materiali difficilmente corruttibili che le costituiscono. Una sorta di eterna pittura, opera delle Muse come ci suggerisce l etimologia della parola se si ritiene di farla risalire al greco µουσειον. Se, tuttavia, il mosaico si sviluppò in tempi più lunghi rispetto alla pittura vera e propria, dobbiamo forse accettare come motivazione la difficile reperibilità dei materiali di base. Inoltre la preparazione tecnica del mosaicista era una condizione di partenza per il risultato finale che era legato non solo alla scelta dei materiali adatti all opera, ma anche alla preparazione del fondo su cui le diverse tessere avrebbero trovato dimora definitiva. La tessera fu sempre un elemento primario della composizione, un modulo riproducibile in dimensioni imprevedibilmente diverse, visto che si giunse a collocarne anche sessantatre nello spazio di un centimetro quadrato (come nell opus vermiculatum realizzato nelle più belle ville romane). Tra una tessera e l altra l interstizio aveva la funzione di collegare ogni singola unità nel contesto globale, era una sorta di facilitatore del risultato finale. Ma il fondo sul quale si giocava la partita tra tessera e interstizio era addirittura il protagonista della creazione musiva. La sua composizione, infatti, avrebbe determinato la tenuta del mosaico nel tempo. L impresa di portare un mosaico a parete, un mosaico come quelli parietali che ancora oggi ammiriamo nelle basiliche ravennati, richiede un fondo fatto ad arte. A Ravenna, a Firenze, a Roma furono diversi i tentativi e le soluzioni per ottenere un valido e duraturo sostegno ai mosaici. Gli impasti classici o empiricamente creati, i leganti e i chiodi di rame o di bronzo, ma anche di ferro e fili di ferro intrecciati a reticolato ebbero, e hanno tuttora, la funzione di trattenere la composizione musiva, di fissarla alle pareti a tempo indeterminato. E bisogna aggiungere che i mosaici di Ravenna sono assai diversi da quelli di Venezia o di Roma. Nelle chiese e nei palazzi della Serenissima e della Capitale i mosaici risultano lisci e piatti 11

14 12 per effetto delle tessere usate quasi uniformi e molto regolari. Nel mosaico ravennate, invece, le tessere hanno ciascuna una forma diversa e vengono collocate con inclinazioni e profondità variabili. La superficie risulta, così, scabrosa e ruvida, tale da trattenere o riflettere la luce secondo la posizione dell osservatore, comunque ribassata rispetto alle pareti absidali o basilicali. Un attenta osservazione, possiamo chiamarla studio, dei mosaici ravennati durante i restauri ha consentito di constatare come nei vari periodi di epoca bizantina le tessere fossero diverse per forma e spessore secondo l idea architettonica che guidava il loro utilizzo. Se nel periodo di Teodorico le scene e le figure vengono progettate per coprire grandi superfici esse sono però come contenute in uno spazio definito e l esecuzione del mosaico risulta molto curata e raffinata, in primis nel taglio dei materiali, smalti e ori, che vengono tagliati spesso a cuneo e smussati per reagire meglio all accostamento. Il re Teodorico era, poi, assai esigente e voleva egli stesso conoscere i particolari più tecnici dell esecuzione. Di certo gli artisti all opera per sua commissione erano stimolati a dare il meglio di sé. E ci sono ancora particolari rintracciabili come totalmente autentici del loro lavoro in monumenti come la bellissima Sant Apollinare Nuovo. Qui, ad esempio, in un particolare della lunetta sopra

15 > Tessere d oro: si legge nel testo di Isotta Fiorentini Roncuzzi Il Mosaico, materiali e tecniche dalle origini a oggi, Ed.Longo, Ravenna 1990:... i maestri vetrai bizantini applicavano sopra una lastra di vetro di un certo spessore, detta supporto, dopo averla inumidita leggermente, la foglia metallica d oro. Sopra di essa distendevano un sottile strato di vetro polverizzato e rimettevano nel forno. Al calore la polvere di vetro formava una sottile pellicola vetrosa detta cartellina che proteggeva l oro. La cartellina non risultava abbastanza trasparente, non si univa completamente al supporto, non era uniforme in ogni punto. Si staccava facilmente lasciando la foglia oro allo scoperto. L unico pregio era la non uniformità. È questa la caratteristica principale dell oro bizantino. la porta di Ravenna spiega la professoressa Isotta Fiorentini Roncuzzi possiamo riconoscere la mano del mosaicista che vi lavorò direttamente creando l opera di getto e in un solo tempo, su un disegno che era rappresentato nella sua mente come idea trasferita direttamente sulla superficie: un idea di luce, di colore, di trasparenza e di opacità per un risultato di profondità prospettica. Quando, all epoca di Giustiniano, le decorazioni musive diventano addirittura monumentali, inserite in uno spazio architettonico che dilata sapientemente lo spazio, il lavoro del mosaicista assume la responsabilità di ricoprire spazi enormi ed egli è consapevole di dover operare per soddisfare un punto di osservazione assai lontano e ribassato rispetto alla superficie su cui realizza l opera musiva. La tessera perde il gusto per la forma che aveva caratterizzato altri periodi, è di taglio più grossolano, ha dimensione maggiore. Non è, qui, importante la definizione delle forme, perché esse quasi si dissolvono nella distanza e nella monumentalità del contesto basilicale, e assistiamo al trionfo delle sfumature di colori e dei fondi dorati. Essi, costituiti con tessere d oro ottenute con un sapiente dosaggio dei componenti chimici della foglia metallica, impegnano il mosaicista a risolvere non pochi problemi come quello del rapporto occhio-visione, in sequela di rigorose leggi fisiche. Bisognava evitare il fenomeno dell abbagliamento diminuendo la riflettività della superficie d oro e, nel contempo, si doveva annullare l effetto uniforme della tonalità. L abilità del mosaicista si esprimeva anche in sapienti passaggi di zone prive del metallo dorato collocate proprio al limite di alcune figure quasi a creare una linea continua incolore che attenuava l effetto della luce riflessa dall oro e definiva meglio la visione del disegno. Ma le tessere dorate avevano anche la funzione di sottolineare l importanza di un particolare, di un volto, di un edificio. Un esempio per tutti può essere la rappresentazione a mosaico della Gerusalemme celeste, 13

16 la città d oro che l Evangelista Giovanni descrive nel libro dell Apocalisse e che possiamo ammirare nella basilica di San Vitale a Ravenna. 14 Le succinte note, quasi pennellate, che fin qui hanno voluto introdurci a qualche segreto dell arte musiva sono uno stimolo ad intraprendere il percorso vero e proprio attraverso l opera dei maestri mosaicisti che nella città di Ravenna vivono e operano esportando il frutto della propria sapienza un po ovunque nel mondo. I mosaici parietali nelle basiliche e nei monumenti costruiti in epoca teodoriciana e bizantina sono il giacimento al quale la città ha attinto vigore portando motivo ad una schiera di giovani di studiare l arte del mosaico e di protrarre il tempo della formazione artistica dilatandola fino a diventare la scelta professionale definitiva. Si è creato, dagli anni 50 del Novecento ad oggi, un flusso quasi ininterrotto di relazioni tra docenti e allievi, con scambi e collaborazioni attraverso le scuole che hanno assolto il compito di trasmettere i fondamenti della conoscenza del giacimento musivo. E dalle scuole senza soluzione di continuità si giunge ai laboratori, luoghi spesso riposti, così bene integrati nell edilizia urbana residenziale che non è sempre facile individuarli tra le altre postazioni professionali. Ma c è anche chi ha scelto di allontanarsi dal centro introducendo l attività di composizione del mosaico nelle aree dedicate agli artigianati che si avvicinano al limite che li separa dalla produzione seriale. Assai spesso questo accade per risolvere problemi di spazio: il capannone artigianale delle nostre periferie è una struttura che consente al mosaicista di impegnarsi anche nella realizzazione di grandi opere. In un loft artigianale ho incontrato il mosaicista Liborio Puglisi, originario di Enna e approdato a Ravenna nel 1968 grazie ad una borsa di studio per il restauro del mosaico per il quale aveva già frequentato tre anni di scuola nella sua città. Dopo un periodo di attività svolta nella centrale via Cavour, Puglisi ha deciso di separare il laboratorio, dove egli realizza sia riproduzioni delle famose scene della

17 tradizione bizantina sia soggetti nuovi da lui ideati, dal negozio, in viale Baracca n. 5. Nel laboratorio, situato ora in via Faentina n. 218/x, il mosaicista tiene anche corsi di mosaico sia professionali sia per appassionati dell arte. I gruppi di turisti che vogliono una dimostrazione del procedimento di costruzione del mosaico possono ottenerla prendendo un appuntamento telefonico. Di Puglisi dobbiamo segnalare l ideazione di un kit per il mosaicista hobbista. Tra le sue opere di recente realizzazione, la rotonda realizzata a Riccione nel 1999 è incentrata sulla simbologia dei quattro elementi materiali, aria, acqua, terra e fuoco. 15 Per associazione di provenienza dell artista artigiano, possiamo spostarci nel centro città e precisamente in via di Roma, al n. 30/a, dove ha sede lo studio laboratorio di un altro siciliano trapiantato a fare mosaici a Ravenna. Enzo Scianna, di Palermo, si trasferì a Ravenna negli anni 70 del Novecento, proveniente dall esperienza della pittura e da un tour che lo condusse in molte regioni italiane e in paesi europei. A Ravenna ha poi sviluppato la sua passione per il mosaico al punto da lasciare la pittura. Ma di essa restano, forse, tracce nelle sue opere che si distinguono per la forza espressiva. Nell esposizione, che precede il locale laboratorio in via di Roma, si trovano proposte

18 16 > Cooperativa Mosaicisti di Ravenna: le origini si fanno risalire all anno 1924 quando venne istituita la Scuola del Mosaico dell Accademia di Belle Arti di Ravenna per desiderio e grazie all impegno del direttore V. Guaccimanni. Nel primo dopoguerra la scuola, premuta da numerose commesse esterne, riconobbe di non avere le risorse umane per fronteggiarle, sicché si costituì il Gruppo Mosaicisti dell Accademia delle Belle Arti che ebbe come direttore il Salietti. La convenzione tra scuola e bottega prevedeva che fossero assunti solo studenti provenienti dalla stessa Accademia. Successivamente, nel 1976, la bottega si slegò dall Accademia e si costituì l attuale Cooperativa. di arredo, mosaici moderni spesso in collaborazione con artisti contemporanei e non mancano le riproduzioni dei famosi temi della tradizione bizantina. Rimaniamo su questo argomento, ovvero la riproduzione dei grandi mosaici del passato conservati a Ravenna e per approfondirlo restiamo nell area urbana del centro storico dove lavorano mosaicisti che si distinguono anche per la realizzazione di copie. Dire anche non è privo di importanza, perché tra tutti coloro che dedicano la loro professionalità al mosaico è difficile trovare chi non abbia, in qualche modo e dopo il periodo della propria formazione, rivolto la propria attenzione al patrimonio conservato tra le mura monumentali. Allo stesso modo si può affermare il contrario, perché è altrettanto difficile trovare chi non abbia in qualche misura tentato la strada della ricerca personale, realizzando una produzione artistica originale forse meno nota di quella riproduttiva. Le due anime del mosaicista, quella artigianale e quella artistica, in definitiva sempre convivono e possono alternativamente ottenere visibilità attraverso le scelte che il mosaicista stesso opera durante il proprio curriculum. Abbiamo un esempio di questo nell incontro con la Cooperativa Mosaicisti di Ravenna che ha sede in via Fiandrini, nel basso edificio che fronteggia l ingresso all area monumentale di San Vitale. Questa, presso la Cooperativa, è una tappa da prevedere e da prenotare per ottenere anche notizie di interesse storico che l attuale presidente, Marco Santi, può documentare. Le realizzazioni curate dai mosaicisti soci dell attuale cooperativa esprimono tre fondamentali direttrici che nel settore possono essere separatamente seguite, ma qui, grazie alle diverse competenze della equipe, convivono egregiamente: la fattura di copia dei mosaici bizantini conservati in Ravenna, la creazione di mosaici moderni, su cartoni di artisti, il restauro eseguito in diverse località italiane ed estere. Le copie o riproduzioni degli originali eseguite dalla Cooperativa Mosaicisti, così come quelle che ogni altro mosaicista esegue nel suo laboratorio, hanno il grande merito di far conoscere il patrimonio di valore inestimabile fuori dai confini municipali. Sebbene da numerosi decenni il mondo si sia mosso verso Ravenna per conoscere il giacimento musivo, tuttavia è stato grande

19 il contributo dei mosaicisti esecutori delle copie per incrementare questa conoscenza. L iniziativa che le riassume tutte è quella che portò all organizzazione di una vera mostra itinerante agli inizi degli anni 50 del Novecento, composta da 200 copie di mosaici ravennati eseguiti dalla stessa Cooperativa Mosaicisti. > Mostra itinerante: la collezione delle copie dei mosaici antichi fu prodotta all inizio degli anni 50 su iniziativa del Prof. Giuseppe Bovini e con il patrocinio del Rotary Club e della locale Azienda di Soggiorno e Turismo, per promuovere nel mondo la conoscenza di Ravenna e del suo patrimonio musivo. Esecuzione della copia: di ogni pezzo fu eseguito il disegno esatto e completo dei contorni su di un lucido trasparente, applicato ai mosaici originali. In secondo luogo si fece la campionatura di tutti i colori, diversamente graduati, e si ordinarono presso le Vetrerie di Murano le piastre vetrose che, dopo il taglio manuale, avrebbero dato un numero considerevole di tessere. Il metodo di esecuzione del mosaico era detto diretto su base provvisoria (un letto di calce su cui era stampato il lucido) ed era poi strappato, pulito e ricollocato nella definitiva sistemazione. Il Prof. Giuseppe Bovini scriveva nel 1962: Questo lavoro non si limita alla riproduzione esatta delle singole tessere nei loro contorni e nei loro toni cromatici, ma si estende anche al rendimento della originaria inclinazione e profondità che impresse loro il pollice degli antichi magistri musivari. La Cooperativa Mosaicisti vanta anche una autorevole esperienza nell esecuzione del cosiddetto mosaico moderno cosa resa possibile dalla capacità di creare un legame tra la tradizione e il modernismo pittorico. Le opere nate da questa esperienza si sono avvalse della collaborazione con artisti di chiara fama come Chagall, Guttuso, Campigli, Severini e altri dei quali si sono tradotti in mosaico i cosiddetti cartoni privilegiando sempre la scelta dei materiali della tradizione e le tecniche rigorosamente artistico-artigianali. Siamo giunti così alla sezione di atti- 17

20 18 vità dedicata al restauro del mosaico che impegnò la Cooperativa già dal periodo postbellico nell intento di intervenire tempestivamente a sanare i mosaici danneggiati dai bombardamenti. > Cartoni: sotto la direzione dell attuale presidente, Marco Santi, si è realizzata la trasposizione a mosaico del cartone di Sharir (1995). L opera, di mt. 4,10 x 18, destinata al Complesso dirigenziale del Shalom Mayer Tower Ltd di Tel Aviv, raffigura l intera città di Tel Aviv, con i suoi settori, i mestieri, le istituzioni, i personaggi. L esecuzione dell opera ha richiesto l utilizzo di un elevatissimo numero di materiali organici e inorganici, marmi, smalti e ori. E in fase di realizzazione il mosaico sui cartoni dell artista calabrese Gisa D Ortona, che opera in stretta collaborazione con il coniuge, lo scultore ed esperto d arte, Michele di Raco. L opera verrà collocata nella Chiesa di Santa Lucia a Reggio Calabria e occuperà un area di 130 metri quadrati. La scelta dell artista è quella di operare secondo le tecniche tradizionali, con tessere tagliate a mano e materiali preziosi. > Restauro: il restauro eseguito nei primi anni 50 dai soci della Cooperativa Mosaicisti fu guidato dall Architetto Orlandini dell Opificio delle Pietre Dure di Firenze, il quale impostò la tecnica basata sul distacco della tessitura musiva dalle pareti e la sua ricollocazione in sito dopo averla liberata dai supporti sottostanti utilizzati dai restauratori precedenti. La tecnica del distacco venne in seguito abbandonata per i mosaici parietali per i quali si sono intraprese metodiche di documentazione e di intervento che prevedono la collaborazione attiva di ricercatori per supportare anche la scelta dei materiali più idonei al successo dell intervento. Il CNR-IRTEC di Ravenna è partner della Cooperativa Mosaicisti. All epoca il restauro era eseguito in modo separato dagli operatori della cooperativa, quasi degli operai che eseguivano il lavoro manuale assistiti, ma sporadicamente, dall intervento di studiosi come il Bovini che salivano sulle impalcature, controllavano i lavori e ne traevano spunto per elaborare qualche pezzo teorico. Il lavoro del restauro, poi, non era documentato, per cui

21 ne restano solo frammentarie testimonianze, soprattutto appunti che lo scrupolo degli operai di certo appassionati e incuriositi ci ha conservati. La Cooperativa Mosaicisti svolge corsi per l apprendimento dell arte del mosaico anche per hobbisti che ne vogliano conoscere le tecniche di base. Ci si può rivolgere in via Fiandrini per le iscrizioni. La didattica del mosaico è molto viva in Ravenna e tra i mosaicisti è facile trovare quelli che, come nella Cooperativa, organizzano corsi all interno del proprio laboratorio. In genere si tratta di brevi periodi, una settimana o quindici giorni, frequentati principalmente da allievi stranieri. Il fascino del mosaico è molto sentito in paesi come il Giappone o gli Stati Uniti ma anche nelle nazioni europee come la Germania e la Francia. Per gli hobbisti, il fatto di produrre un oggetto di mosaico e di poterlo conservare è già una motivazione sufficiente e, comunque, l esperienza è replicabile. Ancor più forte sarà la motivazione a frequentare un laboratorio, sotto la guida di un maestro mosaicista, degli studenti regolarmente iscritti ai corsi negli Istituti di formazione all arte del mosaico. Il passaggio dalla fase teorica, seppur appresa dall insegnamento di ottimi docenti e dalla pratica vissuta nei laboratori scolastici, all esperienza diretta nel laboratorio privato guidato da un maestro mosaicista, è una prova ineliminabile prima di passare alla conduzione di una propria attività nel settore. Tra gli studi-laboratorio che offrono corsi di avviamento e avanzati segnaliamo anche Belkis di Marisa Iannucci, in via dei Poggi n. 80, dove le lezioni (da settembre a maggio, settimane full time o moduli trimestrali) spaziano dal disegno e dal corso d arte al corso specifico sul mosaico e sulla scultura, che utilizza inserzioni musive. La mosaicista realizza opere legate all edilizia e all architettura sia in edifici pubblici che privati e, seppure in minima parte, si dedica al tema bizantino. 19

22 > Istituti. A Ravenna si può apprendere l arte del mosaico nei seguenti corsi istituzionali: 20 ISTITUTO STATALE D ARTE PER IL MOSAICO G. SEVERINI Fondato nel 1959 si è inserito nella città come elemento di continuità con la grande tradizione dell arte musiva che ha lasciato in eredità a Ravenna opere di valore universale. Qui gli studenti dalla più semplice azione di copisti, diventano loro stessi esecutori di cartoni-progetti personali. Lo studio delle discipline ha l obiettivo di trasmettere capacità critiche e costruttive che consentano allo studente di destreggiarsi nel continuo moto di trasformazione tecnologica della società. Due corsi: Corso ordinamentale, Corso sperimentale. Corso ordinamentale: durata 3 anni con il conseguimento del Diploma di Maestro d Arte (il diplomato può intraprendere un lavoro autonomo o inserirsi in industrie e laboratori artigiani o come disegnatore in uffici di enti pubblici). Se si frequenta in seguito il Corso Biennale si consegue la Maturità d Arte Applicata (3+2) e si può accedere a tutte le facoltà universitarie. Corso sperimentale di Arte e restauro del mosaico : durata 5 anni con il conseguimento della Maturità d Arte applicata Sperimentale. Il diploma di maturità dà accesso a tutte le facoltà universitarie e ad altri corsi superiori (Accademia, Cinematografia, Scenografia, Pubblicità) e consente di inserirsi in industrie o uffici pubblici oltre che svolgere una professione artistica. ACCADEMIA DI BELLE ARTI È stato istituito un percorso formativo sul mosaico che risponde alla vocazione storica della città. Si vuole instaurare un attività musiva di arredo urbano o di intervento espressivo che rispecchi il potenziale di modernità insito nell antichissimo linguaggio dell arte del mosaico. CONSORZIO PROVINCIALE PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE Corso annuale per mosaicista-progettista: durata 6 mesi. Ore di lezione da 700 a (con i migliori mosaicisti ravennati e con valenti tecnici). Stage aziendale 150 ore. Visite guidate in località di inte-

23 resse quali Pompei, Aquileia, Tunisia. Discipline: storia del mosaico, disegno e fotografia, rilievi grafici e gestione informatizzata delle immagini, chimica e mineralogia dei materiali, marketing e autoimpresa. SCUOLA-BOTTEGA Ha sede presso il CPFP ed è stata aperta per volontà del Comune di Ravenna, del Centro stesso e con il sostegno di una Fondazione Bancaria per promuovere l arte del mosaico e il polo ravennate sia a livello della qualità della produzione sia a livello turistico e culturale. Ogni anno la scuola bottega intraprende un progetto che spesso si inserisce nel contesto dell arredo urbano o dell architettura civile. Vocazione primaria della scuola bottega è la realizzazione di copie dell antico repertorio romano, bizantino e medievale (realizzazioni della S.B: Pavimenta, mostra didattica sulle diverse tipologie del mosaico pavimentale; collezione delle copie dei mosaici di S.Giovanni Evangelista). Corsi estivi settimanali (CISIM): dedicati a principianti sono anche un occasione di avanzamento e di perfezionamento, presso il Centro Internazionale Studi Insegnamento Mosaico di Lido Adriano. Si tengono anche nel periodo non estivo con un massimo di 8 iscritti per settimana. Le iscrizioni sono accettate se pervengono una settimana prima di quella scelta per il corso. 21 SCUOLA PER IL RESTAURO DEL MOSAICO Gestita dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Ravenna: corso quadriennale (3+1) con frequenza obbligatoria al quale si accede per pubblico concorso. Il numero annuale degli iscritti è contenuto entro le nove unità, di cui sei cittadini italiani e tre stranieri di età compresa tra i 18 e i 30 anni e con diploma di scuola secondaria superiore (livello corrispondente per gli stranieri). Il bando del concorso viene pubblicato annualmente sulla Gazzetta Ufficiale. Le discipline: storiche, tecniche, chimiche, fisiche, biologiche, della documentazione, della tutela e del restauro dei beni Culturali. Laboratori: del restauro del mosaico, del restauro lapideo, di scagliola, gesso e stucco.

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