Regolamentazione della condotta e regolamentazione strutturale :il caso Telecom Italia e l esperienza dei paesi dell OECD.

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1 Regolamentazione della condotta e regolamentazione strutturale :il caso Italia e l esperienza dei paesi dell OECD. (Prossima Pubblicazione su Economia e Politica Industriale ) (Dicembre 2006) Alfredo Del Monte Università di Napoli Federico II 1. Introduzione L attuale dibattito in Italia relativamente al settore delle telecomunicazioni si è soffermato su due problematiche, i rapporti Italia-Agcom e le politiche di regolamentazione più idonee per favorire lo sviluppo dei settori innovativi. Obiettivo del nostro lavoro è quello di analizzare questi aspetti guardando sia all esperienza passata dell Italia sia a quella dei paesi dell OECD. La promozione della concorrenza nei settori a rete che operano in modo verticalmente integrato è, a partire dagli anni 80, fra i compiti che i vari governi si sono posti. La tipologia di intervento riguarda il corretto mix fra regolamentazione ex ante e politiche di tutela della concorrenza. L introduzione della concorrenza in un settore ove fino a quel momento aveva dominato un unico gestore (spesso di natura pubblica) può avvenire in due modi: il primo è quello di regolamentare i comportamenti delle imprese dominanti conduct regulation permettendo la presenza di una o più imprese nella fase a monte e a valle, il secondo è quello di intervenire sulla struttura del settore, operando una separazione proprietaria fra le fasi a monte e a valle e permettendo alle imprese di essere presenti nell una o nell altra fase, structure regulation. Il problema di attualità oggi è se è il momento di passare anche in Italia da una conduct regulation ad una structure regulation. Nelle pagine successive tale problematica verrà affrontata tenendo conto di come negli anni passati la regolamentazione abbia inciso sulla profittabilità e sulla politica degli investimenti e dell innovazione dell operatore storico.il secondo paragrafo analizza la dinamica della redditività di Italia (da ora in poi TI)dopo la privatizzazione e effettua un raffronto con altri operatori storici europei.nel terzo paragrafo vengono esaminate le strategie industriali che si aprono oggi alla TI alla luce degli attuali problemi che coinvolgono la società.in particolare si esamineranno le implicazioni da un punto di vista aziendale della vendita della rete mobile e della rete fissa relativa all ultimo miglio.le implicazioni di quest ultima scelta per quanto riguarda la promozione della concorrenza nei servizi innovativi di telecomunicazione vengono invece analizzate nei paragrafi successivi. Dopo una breve disamina, nel paragrafo quarto,della posizione dell operatore storico nei vari mercati europei delle TLC si mostra,nel paragrafo quinto,con riferimento ai paesi dell OECD,che la concorrenza fra piattaforme è più efficace,nello stimolare il grado di penetrazione dei servizi di larga banda,della concorrenza basata sulla regolamentazione dell accesso alla rete dell operatore storico. I vantaggi e svantaggi della separazione della rete, con riferimento ai servizi di larga banda, vengono esaminati nel paragrafo sei. Nel paragrafo sette si analizzano i fattori che hanno portato nel Regno Unito alla decisione di operare una separazione della rete fissa. L ottavo paragrafo conclude. 2. Efficienza e performance della dopo la privatizzazione 1

2 Il 27 Ottobre 1997 si apre il processo di totale privatizzazione di TI con la vendita del 35,26% del capitale. Lo stato incassa miliardi di lire e rimane in TI con una quota del 3,5% e la clausola della golden share. La TI controlla la Tim ( Italia Mobile) possedendo il 63,01% del capitale della stessa. Nel 1997 nasce in Italia l Autorità per la Regolamentazione delle unicazioni (AGCOM) con l obiettivo di introdurre la concorrenza nei servizi a rete fissa, favorendo l accesso dei concorrenti alla rete di TI. Inizia quindi la diminuzione della quota di mercato di TI Italia nel settore della telefonia fissa, un mercato che cresce molto lentamente. Si sviluppano d altronde altri mercati ed in particolare quello della telefonia mobile e della trasmissione dati. Grazie alla tipologia di nuovi servizi che utilizza la rete fissa, come internet, il fatturato di TI, che proviene dai servizi da rete fissa, diminuisce più lentamente del mercato del servizio voce (Tab. 1). Tab. 1 Questo è indubbiamente un risultato positivo dal momento che si assiste dal 1997 ad una diminuzione del valore medio della tariffa per minuto nel settore della telefonia fissa grazie all attività dell Agcom (Del Monte, 2005). I ricavi ed i profitti della controllata Tim crescono invece rapidamente con effetti positivi sul bilancio di TI che viene a godere dei dividendi distribuiti dalla Tim. Al momento della privatizzazione quindi TI è un azienda finanziariamente solida, con una quota del 100% del mercato nella telefonia fissa e una quota del 79% tramite la controllata Tim, del mercato della telefonia mobile. D altronde così come altri incumbent nel settore della telefonia TI già prima della privatizzazione aveva iniziato una politica di espansione all estero con l obiettivo di aumentare i ricavi in mercati in espansione. 1 L ammontare totale di tali partecipazioni estere era oltre tremila cinquecento milioni di euro al momento della privatizzazione. La strategia di acquisizione sia in Italia che all estero non sempre si è rivelata fortunata ed alcune partecipazioni sono state dismesse nel corso degli anni, registrando minusvalenze, per far fronte all indebitamento che TI ha accumulato dopo la privatizzazione. Le difficoltà attuali di TI derivano proprio da questo elevato indebitamento che ha condizionato le scelte degli azionisti di controllo per quanto riguarda le strategie da seguire. Vediamo quindi i fattori che hanno determinato la crescita di tale indebitamento. Dopo la privatizzazione si costituisce un gruppo di azionisti, di cui capofila è la famiglia Agnelli che controlla il 6,62% della società. Con il nuovo gruppo di controllo la situazione di indebitamento di TI non si modifica sostanzialmente rispetto alla gestione passata. Il 28 febbraio 1999 la società Tecnost, controllata da Olivetti, lancia un offerta pubblica di acquisto e di scambio al termine della quale controllerà il 52% di TI. Olivetti, dopo aver ceduto Infostrada e Omnitel a Mannesmann e altre attività ad altre imprese è una holding finanziaria con ampie risorse di liquidità ma del tutto insufficienti ad acquistare il 51% di TI il cui valore era circa miliardi di lire (30464 milioni di euro). Tenuto conto della liquidità derivante dalla vendita di Infostrada e Omnitel, Tecnost e Olivetti si indebiteranno per circa milioni di euro. Successivamente Olivetti viene fusa con Tecnost per accorciare la catena di controllo. A sua volta la Bell, di Roberto Colaninno e soci, controlla l Olivetti con il 22% del capitale. A questo punto ha inizio la rapida crescita del debito di TI. L indebitamento totale passa dal 45,3% dell attivo del 1999 al 55,5% del 2000 con una variazione fra i due anni di 8225 milioni di euro TI aveva partecipazioni finanziarie in moltissimi paesi sia di controllo (in Sud America con il controllo dell Entel Bolivia e di una concessione della durata di 15 anni; in Brasile, in Spagna con il 70% di Retevision, ed in Serbia) sia con sostanziali quote di minoranza in paesi dell America Latina, India, Europa. 2. Questo aumento è ascrivibile alle seguenti operazioni: a)acquisizioni per 9640,6 milioni di euro (partecipazione di controllo in Seat Pagine Gialle) 6416 milioni di euro milioni di euro per acquisizioni e aumento di capitale di partecipazioni all estero; b)operazioni di buy back sulle azioni di risparmio della Capogruppo (661 milioni di euro); c)acquisizione della licenza UMTS di TIM(2417 milioni di euro); d)dividendi distribuiti (3048 milioni di euro) 2

3 E da notare come il flusso di dividendi, nonostante le ingenti operazioni messe in essere, cresce da 1692 milioni di euro del 1999 a 3048 del Questo è il risultato della scelta dell azionista di controllo Olivetti Tecnost che grazie a tale distribuzione può finanziare le spese per gli interessi sostenuti per il debito acceso per acquisire TI. La generosità della politica dei dividendi sarà una costante in tutti gli anni successivi. Nel periodo l ammontare di dividendi distribuiti supera di oltre 1000 milioni di euro la somma degli utili di esercizio dopo le imposte. 3 Il 28 luglio 2001 Pirelli ed edizioni Holding, attraverso la società Olimpia S.P.A., rilevano il 100% della partecipazione della finanziaria Bell in Olivetti. Con il nuovo socio inizia l attività di dismissione di molte attività per ridurre il debito di TI. Continua d altronde l attività di acquisizione nei settori della larga banda e dei media, già iniziata con la precedente proprietà, che aveva rilevato con la SEAT la TMC di Cecchi Gori. Queste acquisizioni nel loro complesso sono di un importo molto minore delle dismissioni. Nel 2001 e nel 2002 grazie alla vendita di molte partecipazioni, si veda Tabella. 1, si riduce il debito di TI. Esso, nel 2003, con la fusione della controllante Olivetti e di Italia, ha una crescita sostanziale per un ammontare di oltre milioni di euro. Il debito assunto dall Olivetti nel 1999 per acquistare TI fa così capo direttamente a lla TI. Nel 2004 il debito totale si accresce di circa 2000 milioni di euro ma nel marzo del 2005 TI lancia in borsa un offerta pubblica di acquisto per la quota residua di TIM. Il costo necessario per tale operazione porta l indebitamento da milioni di euro a milioni con un incremento di milioni di euro. Dal momento della privatizzazione al 2005 il debito di TI è più che triplicato. A fronte di questo sostanziale aumento del debito abbiamo una società che è maggiormente concentrata sul mercato nazionale che in passato. La TI ha una situazione di preminenza in Brasile mentre è in una situazione nettamente minoritaria nei mercati europei. Nei riguardi di questi ultimi si è recentemente sviluppata una politica volta ad acquisire imprese nella banda larga; la recente acquisizione di AOL in Germania dovrebbe permettere a TI di essere il secondo operatore nella larga banda in tale paese. Tentativi di sviluppo in altre direzioni, come quella dei media, non hanno finora avuto successo. TI ha visto diminuire, in termini monetari, il valore del fatturato nel settore della telefonia fissa, sia per la dinamica della concorrenza sia per la caduta dei prezzi. Solo in parte questa perdita è stata compensata dalla crescita nei servizi legati ad Internet. Rispetto al momento della privatizzazione TI,inoltre, ha il controllo del 100% della TIM, che è una società il cui fatturato è andato crescendo nel tempo ma il cui sviluppo non ha inciso sulle risorse di TI. D altrocanto la crescita nel livello di indebitamento ha avuto numerose conseguenze negative per gli azionisti non di controllo e)variazioni dell area di consolidamento (3247 milioni di euro) Il totale di tali operazioni è pari a milioni di euro. Parte di questa somma è finanziata da operazioni attive per 8580 milioni di euro (conversioni delle azioni di risparmio in ordinarie di TIM per 4413 milioni di euro e dismissioni delle attività non essenziali del gruppo per 4417 milioni di euro) ed il resto con il ricorso al debito. 3 La teoria della Finanza mostra che nel caso di mercati perfetti la politica dei dividendi non influisce sul valore dell impresa. Tale valore dipende dagli utili attesi.questo risultato è legato al teorema di Modigliani Miller secondo cui il costo del capitale in mercati perfetti non varia al crescere dell indebitamento Con riferimento alla TI due sono le osservazioni da fare. La prima è che la distribuzione di dividendi non può in ogni caso superare la somma degli utili in un arco di tempo sufficientemente lungo; altrimenti si intacca il capitale sociale. La seconda osservazione è che le imprese operano in mercati non perfetti per cui le ipotesi su cui si basano i teoremi di Modigliani-Miller non sono più valide, e di fatto esiste una relazione inversa fra valore dell impresa e grado di indebitamento. Quindi distribuire dividendi e sostituire all autofinanziamento l indebitamento non è una politica neutrale per quanto riguarda il valore della società. Una volta deciso l investimento una politica di distribuzione dei dividendi non è dannosa per l azionista rispetto ad una basata sull autofinanziamento purché l azionista sia in grado di investire le risorse ottenute ad un tasso, al netto delle imposte, maggiore o pari a quello del capitale preso a prestito moltiplicato uno meno l aliquota di imposta sulle società. In linea teorica un azionista può investire le risorse ottenute in obbligazioni della società e quindi godere su di esse di un tasso eguale al tasso pagato dall impresa sul capitale preso a prestito. Giacchè la tassazione di tale rendimento è in genere inferiore all imposta sui profitti delle società, l operazione è, coeteris paribus, conveniente per l azionista. 3

4 1)Il patrimonio netto in termini monetari è andato diminuendo per tutto il periodo , per poi crescere del 10% nel 2005, dopo l operazione di fusione -Tim.. In termini reali il patrimonio netto ha valore pressoché invariato nel 1999 e nel 2005 (Tab. 1). 2)La capitalizzazione si è ridotta,anche in conseguenza della bolla speculativa del 2001, fino al 2003 per poi risalire nel La capitalizzazione segue l andamento del patrimonio netto, ma a differenza di quest ultimo, resta molto aldisotto dei valori del )Il valore delle immobilizzazioni materiali si è dimezzato dal 1999 al Questo risultato, nel periodo è dipeso dalla vendita di attività (immobili) non legate alla gestione caratteristica; negli anni successivi la riduzione del valore delle immobilizzazioni materiali e immateriali è probabilmente dovuta ad una diminuzione dell attività di investimento nella rete, e ciò potrebbe aver influenzato negativamente l efficienza dei servizi di telecomunicazione offerti su rete fissa. 4)Le immobilizzazioni materiali e immateriali rappresentano nel 2005 il 17,6% di tutte le immobilizzazioni, contro il 66,3% del Tab. 2 Un aumento dell indebitamento non necessariamente comporta un peggioramento della redditività dell azienda, nel caso esso serva a finanziare progetti profittevoli. Vediamo dunque la dinamica della redditività di TI nel periodo I primi indicatori utilizzati riguardano l efficienza economica e la redditività della gestione dei servizi prodotti connessi la rete fissa. Il primo indicatore utilizzato è il rapporto tra risultato operativo e capitale dedicato ai servizi in rete fissa. Il risultato lordo (valore della produzione meno i costi di produzione) misura il reddito ottenuto da TI in tale gestione. Le attività impiegate per ottenere tale reddito sono prevalentemente le immobilizzazioni materiali più le immateriali più le rimanenze (capitale specifico). Questo rapporto mostra una dinamica crescente, con un valore che quasi raddoppia nel 2005 rispetto al Analogo andamento si ottiene allorché consideriamo il margine operativo lordo. Questi lusinghieri risultati della gestione caratteristica in senso stretto sono frutto della politica di riduzione dei costi di produzione che, con indubbia efficacia, è proseguita in modo ininterrotto dal Appare quindi che il livello della redditività di TI, che è influenzato dall attività di regolamentazione grazie al controllo dei prezzi e del comportamento dell incumbent, non solo non è diminuito ma è aumentato sostanzialmente nel tempo. Appare quindi non fondata l opinione che il crescere dell indebitamento di TI sia dovuto ad un eccessiva severità dell AGCOM nei confronti dell incumbent. Tutt al più si potrebbe dire il contrario. Il calcolo della redditività dà risultati diversi allorché prendiamo in considerazione tutte le attività della TI e calcoliamo il ROI come rapporto fra utile prima delle imposte e totale attivo. L indicatore che mostra la redditività della gestione, comprendente i profitti finanziari e straordinari e le attività finanziarie relative a investimenti finanziari in società delle TLC, mostra una tendenza al peggioramento fra il 1999 ed il Il ROI mostra una perdita di efficienza di TI con riferimento al complesso delle attività. In realtà sono gli investimenti in attività finanziarie ad avere una redditività così bassa da più che compensare il favorevole andamento della redditività della gestione dei servizi legati alla rete fissa. Tab. 3 Graf. 1 Il ROE invece, con l eccezione del 2001 e 2002, mostra una sufficiente redditività del capitale proprio che ha un valore massimo nel Questo andamento dicotomico della TI che vede una 4

5 redditività ed efficienza elevata nella produzione dei servizi legati alla rete fissa, ed una redditività molto bassa per il complesso delle attività, viene confermata allorchè si confronta la TI con altri incumbent europei (ex monopolisti). TI è, su 10 società, (Tabella. 3) al secondo posto dopo Swiss come valore del margine operativo lordo ed al terzo come margine di EBITD. Essa è invece all ultimo posto come rendimento della attività e delle azioni. Nel Grafico 1 abbiamo evidenziato la relazione fra rendimento delle attività (RA) e margine operativo lordo (MOL) nelle imprese di unicazione indicate nella Tabella. 2. Il Grafico mostra che le imprese che sono caratterizzate da un maggior valore del MOL, sono anche quelle che hanno più elevati rendimenti delle attività. TI, invece, si caratterizza per un comportamento opposto. Pur avendo, per quanto riguarda il MOL, un valore elevato essa ha il valore più basso per quanto riguarda il RA. Questa anomalia, come abbiamo visto, è il risultato del modo con cui si è andato sviluppando il processo di privatizzazione di TI con gruppi di controllo con risorse non adeguate alle necessità di una grande impresa di telecomunicazione, e scarsa capacità progettuale. 3. Evoluzione del progresso tecnico e strategie aperte per la Abbiamo visto che TI,pur essendo una società redditizia per quanto riguarda la gestione dei servizi di TLC deve affrontare il problema di un elevato indebitamento. In tale situazione potrebbe apparire conveniente dismettere ulteriori attività per ridurre o eliminare l indebitamento. La vendita della Tim certamente cambierebbe la situazione finanziaria di TI tenuto conto del valore potenziale della stessa. Giacchè TI ha pagato circa milioni di euro per ottenere, tramite OPA, quasi il 45% della TIM, si desume che il valore della Tim potrebbe essere fra i ed i milioni di euro. Il punto è comprendere,anche alla luce del recente progresso tecnico se è conveniente questa strategia da un punto di vista industriale. L evoluzione del progresso tecnico dà la possibilità che una stessa infrastruttura sia utilizzata per il trasporto della voce, del video, e dei dati anche utilizzando l IP. In particolare le reti di nuova generazione NGN (Next Generation Networks), che adottano la tecnologia internet, permettono l offerta di tre tipologie di servizi: a) la connessione fisso mobile utilizzando lo stesso terminale; b) i servizi televisivi in tempo reale o differito (IPTV) e di tipo interattivo (VOD); c) soluzioni informatiche per le aziende e la pubblica amministrazione offerte in rete. Un operatore verticalmente integrato nel fisso e nel mobile ha quindi la possibilità di offrire quattro servizi, voce fissa, voce mobile, banda larga e IPTV. Questa possibilità può limitare la tendenza dell operatore storico a veder ridotti gli effetti della sostituzione del mobile a fisso, rendere più difficile l entrata di prodotti wi-fi, fidelizzare i clienti e limitare il loro turnover, pretendere, offrendo una gamma di servizi a maggior valore aggiunto, prezzi più elevati. E vero che le nuove tecnologie richiedono elevati investimenti nella rete ma in tal modo l operatore storico può reggere meglio alla concorrenza. Esistono già in Gran Bretagna da parte di BT offerte che permettono grazie a tecnologia senza fili, Bluetooth e wifi,di utilizzare in ambiente domestico o nelle sue adiacenze il normale terminale fisso come mobile e di fare una chiamata come da rete fissa. Anche in Italia TI intende fare offerte o analoghe o che permettono di usare il mobile come terminale anche per chiamate su rete fissa a prezzi da rete fissa. 4 D altrocanto operatori mobili come Vodafone intendono offrire un servizio che permette che lo stesso terminale riceva la telefonata in fisso o mobile. Il nuovo servizio consentirà di associare il proprio numero di casa a quello dello cellulare in modo che l utente possa usare lo stesso terminale (telefono cellulare) sia per chiamare che essere chiamato su fisso. Allorchè l utente si trova in casa il 4. In tal caso l Autorità non può limitarsi a negare alla TI la possibilità di offrire un nuovo servizio in quanto ciò le darebbe un vantaggio rispetto agli altri concorrenti ma deve individuare le procedure regolamentari affinché altri operatori possano fornire un servizio analogo, anche se non necessariamente identico. 5

6 costo della telefonata è quello della normale telefonia fissa. Questo implica che possa essere implementata la portabilità del numero da parte della TI. Esistono dunque le potenzialità di una maggior concorrenza fra operatori fissi e mobili, per cui per la TI privarsi del settore mobile non ha senso industriale. In Inghilterra la BT,che non è presente in modo rilevante nella telefonia mobile, è obbligata ad accordi con altri operatori per poter offrire anche il servizio voce mobile e ridurre la velocità con cui viene erosa la sua quota di mercato per effetto di sostituzione del mobile al fisso. Se gli operatori mobili possono, grazie allo sviluppo della tecnologia, fare concorrenza alla TI sul servizio voce in rete fissa, vi è una larga schiera di consumatori che invece è interessata alla banda larga, per cui le offerte degli operatori mobili non sono considerate interessante. D altronde, dato il basso livello di penetrazione della larga banda in Italia (13,4% degli utenti nel 2006, al di sotto della media UE del 18%) questo segmento di mercato rimane estremamente interessante per TI, anche perchè essa ha una quota di mercato molto alta e fronteggia una concorrenza non aggressiva. In tali casi il compito dell Autorità non è quello di bloccare le offerte in quanto fatte da un operatore dominante ma favorire la concorrenza fra piattaforme. Rischi alla posizione di TI nel settore della banda larga stanno sorgendo a causa di nuovi sviluppi tecnologici. Grazie alle nuove tecnologie via radio sarà possibile collegare la rete in fibre ottiche alla utenza senza dover stendere nuovi cavi per l ultimo miglio o passare per la rete pubblica commutata. 5 Oltre al Wifi l altra tecnologia che potrebbe, per molti concorrenti di TI, superare il collo di bottiglia dell ultimo miglio è la tecnologia WiMax. Questa è una tecnologia a larga banda senza fili che permette una connessione wireless fino a 7 Mbps ad una distanza di 50 chilometri di raggio dalla stazione base. Essa, oltre a godere di costi bassi come la Wifi, non ha rischi di interferenza. Attualmente non vi sono le frequenze adatte a livello nazionale (3,4-3,6 Hz) in quanto occupate dal Ministero della Difesa. Ma appena esse saranno rese disponibili gli operatori, oltre alla TI, la utilizzeranno. In linea di principio, grazie all accordo o acquisizione di un operatore mobile di un fisso (si veda il caso Vodafone-FastWeb) potrebbe nascere un nuovo operatore in grado di competere con TI, almeno in certe aree, offrendo la gamma dei quattro prodotti fisso, mobile banda larga, IPTV. Nell ultimo prodotto, l IPTV, la TI a differenza degli altri casi parte da una posizione fortemente minoritaria se si fa riferimento all intero mercato televisivo. Inoltre per poter offrire questo prodotto la TI dovrà estendere la possibilità di offrire a tutti gli utenti l ADSL2t con velocità Mbps.Tale tecnologia permette, data la compressione della tecnologia, il servizio multimediale della IPTV. TI quindi, deve aumentare gli investimenti nella rete per renderla utilizzabile per l IPTV. Ma nel caso volesse offrire anche la TV ad alta definizione (HPTV) dovrebbe effettuare investimenti nelle tecnologie in fibre VASL e FTTH. Attualmente FastWeb, che con oltre utenti è il primo operatore della IPTV, ha esteso la tecnologia in fibre FTTH solo nelle grandi città per cui è coperta una popolazione di un milione e mezza di persone. Non vi è dubbio che in Italia, giacchè non è tanto sviluppata la pay-tv vi può essere uno spazio per crescere nel settore della TV a pagamento su banda larga. E chiaro che aver sviluppato una rete in grado di ricevere l IPTV, non implica che vi sarà una domanda. Elemento chiave della domanda è la capacità di sviluppare contenuti nuovi; quelli legati allo sport e all intrattenimento,che sono ad ampia richiesta,possono essere acquistati a caro prezzo dagli attuali proprietari e quindi con margini di profitto quasi nulli per l operatore di rete. E chiaro che l IPTV dovrà sfruttare maggiormente la capacità che ha Internet di rivolgersi a più mercati. Quindi non tanto contenuti generalisti ma contenuti orientati a specifici segmenti. In ogni caso l esperienza passata di TI nel settore dei Media non è stata positiva. TI appare nei media un underdog e le prospettive di successo nel settore sono altamente incerte. In questa situazione privarsi di attività come la TIM o come la rete fissa per fare cassa appare chiaramente sbagliato in un ottica di lungo periodo.entrambe le attività sono importanti per lo.5 Il mercato dell accesso a banda larga all ingresso è stato indicato dall AGCOM come uno dei mercati rilevanti, previsti dalla Raccomandazione della Comunità Europea da regolamentare ex ante. 6

7 sviluppo dei servizi innovativi che dovrebbero compensare il declino,in termini di fatturato,dei servizi di telefonia fissa. 4. La politica delle Autorità di regolamentazione e la posizione di mercato degli incumbents nel contesto europeo La Direttiva 90/3/88 sulla concorrenza nei mercati dei servizi di telefonia, modificata dalle direttive 96/2/CE; 97/5/CE; 97/33/CE diede inizio alla costituzione di una autorità indipendente in ogni stato membro. Da un lato ebbe inizio tra il 1996 ed il 1997 un processo di privatizzazione, anche se in molti casi parziale, del mercato delle telecomunicazioni e dall altro alla nascita delle Autorità indipendenti. A partire dalla costituzione delle Autorità per la Regolamentazione delle comunicazioni il peso dell operatore storico è andato diminuendo nel tempo nell ambito dei singoli mercati. Con l eccezione della Gran Bretagna, che aveva costituito fin dagli anni 80 un autorità di regolamentazione, l operatore storico nei paesi europei, nel 1997,aveva una quota nel mercato della telefonia fissa del 100 %. Dopo sei anni questa quota era sostanzialmente diminuita anche se l operatore storico con oltre la metà del mercato mantiene una posizione di dominanza (Tab. 4) sia nella breve che nella lunga distanza. Rispetto ad altri operatori storici TI ha, nel 2003, nel servizio voce una quota del 68,8% del mercato locale e 71,6% del mercato legato alla lunga distanza. Questi valori sono inferiori a quelli di molti operatori storici. E da notare che anche in UK dove la politica di privatizzazione e di promozione della concorrenza è stata presente fin dagli anni 80, la quota di mercato dell operatore storico BT nella voce è del 70%. Tab. 4 Nella telefonia mobile (Tabella 5) il peso dell operatore storico è decisamente inferiore. In tali mercati la situazione è caratterizzata dalla presenza di più operatori con le proprie reti. La situazione è generalmente di dominanza collettiva anche se in taluni mercati come quello degli UK con quattro operatori che si dividono il mercato con quote non molte distanti fra di loro il mercato è più concorrenziale. In Italia la posizione della TIM, posseduta da TI, è in linea con la posizione degli altri operatori storici. Tab Concorrenza e regolamentazione nel settore della larga banda Un recente rapporto dell ERG (European Regulatory Group ) del 25 maggio 2005 osserva che il grado di penetrazione dei servizi di larga banda è principalmente influenzato dalla concorrenza che nasce dalla regolamentazione dell accesso piuttosto che dalla concorrenza fra le piattaforme. Per cui differenze nell efficienza della regolamentazione dell accesso spiegano differenze nell intensità della concorrenza e quindi nel grado di penetrazione. Altri autori,invece,hausman e Sidak (2005) sostengono che la conduct regulation non è adeguata a sviluppare un efficace concorrenza nel settore delle telecomunicazioni e che anche la separazione della rete rischia di non avere effetti rilevanti se il regolatore continua a sostenere prezzi per l accesso troppo bassi per incentivare i concorrenti a costruire proprie reti. Secondo questi autori lo sviluppo della concorrenza fra reti è l elemento decisivo per promuovere l innovazione e l introduzione di nuovi servizi. Per verificare tali ipotesi,con riferimento ai servizi in larga banda,abbiano utilizzato un analisi econometrica con riferimento ai paesi dell OECD. Innanzitutto abbiamo calcolato per il complesso dei paesi dell OECD alcuni indici di concentrazione nel L indice di Herfindhal è stato 7

8 calcolato sulle quote delle varie piattaforme tecnologiche (ADSL, cavo, fibre, ecc.) utilizzando i dati pubblicati dall OECD. Il valore dell indice di concentrazione sulle piattaforme tecnologiche è per l Italia il più elevato fra i grandi e medi paesi industrializzati. Abbiamo poi calcolato la quota dell incumbent (INC) utilizzando per i paesi della UE, i dati pubblicati dall ERG (European Regulatory Group - maggio 2005). Per quanto riguarda la maggior parte degli altri paesi le informazioni sono state reperite nei bilanci dell incumbent. Per gli Stati Uniti si sono utilizzati i dati pubblicati da ISP Planet. Dalla Tab. 6 si può notare che la quota dell incumbent è nella metà dei paesi, inferiore al 50%, mentre in otto paesi è compresa fra il 50% ed il 60%. L Italia, insieme a Islanda e Nuova Zelanda, con una quota dell incumbent del 69% si trova,fra i paesi industrializzati, ai livelli più elevati. La variabile dipendente rilevante nel nostro esercizio econometrico è il grado di penetrazione (GP),dato dal numero di utenti alla larga banda per cento abitanti. Per quanto riguarda il tasso di penetrazione l Italia si colloca al 19 posto tra i paesi dell OECD.Il reddito pro capite (RPC) espresso il dollari, è invece una variabile di controllo.il dato utilizzato è quello pubblicato dalle Nazioni Unite e si riferisce al Graf. 2 8

9 Per verificare l ipotesi avanzata dall ERG abbiamo regredito il tasso di penetrazione nei paesi dell OECD,rispetto alla variabile di controllo e ai due indicatori della concorrenza,la quota di mercato dell incumbent (indicatore di potere di mercato dell incumbent) e l indice HH,indicatore di concorrenza fra piattaforme. Avendo dati relativi a trenta paesi e per un solo anno, non abbiamo potuto effettuare una analisi econometrica particolarmente robusta. I risultati ottenuti ci sembrano in ogni caso interessanti. La matrice di correlazione evidenzia, come era previsto, una relazione fra grado di concorrenza (indicato dalle due variabili HH e INC) e grado di penetrazione. Esiste, però,un elevata relazione fra due gradi di concorrenza, 0,69, che può portare a problemi di multicollinearità 6. Tab. 6 Tab. 7 Nelle equazioni stimate (Tab 7) la costante e il livello del reddito pro capite sia in valore assoluto che logaritmico sono sempre significativi all 1%. Il coefficiente di INC non è mai significativo ed addirittura cambia segno rispetto a quello atteso allorchè si usa come variabile indipendente lrpc. Il coefficiente di HH mantiene sempre il segno atteso e diviene significativo al 10% allorchè è stimato nella forma ridotta (cioè in assenza di INC eliminando in tal modo problemi di multicollinearità). Inoltre le equazioni, allorchè è presente HH e non INC, registrano valori migliori dell R 2 corretto, rispetto al caso opposto. Si noti inoltre che il valore del coefficiente di HH a differenza di quello di INC non varia sostanzialmente nelle equazioni stimate. Anche se occorrono verifiche econometriche più approfondite, ci sembra di poter affermare che la variabile rilevante dell intensità di concorrenza sul grado di penetrazione non è tanto quella determinata dalla regolazione dell accesso alla rete dell operatore storico (concorrenza all interno della piattaforma) quanto quella relativa alla concorrenza fra piattaforme. Questo risultato è esattamente opposto a quanto affermato dall ERG (2005) A parte le implicazioni per il Regolatore sulle quali torneremo nelle conclusioni, i risultati ottenuti ci permettono di comprendere meglio quanto risulta dal Grafico 2. Nel Grafico 2 abbiamo indicato la relazione fra grado di penetrazione e livello del reddito pro capite nei paesi dell OECDE.Risulta che l Italia si trova, dato il suo livello di reddito pro capite, al di sotto della retta interpolante e quindi dovrebbe avere un livello maggiore del grado di penetrazione rispetto a quello che effettivamente ha. L Italia si colloca nel 2005 al diciannovesimo(divenuto il ventesimo nel primo semestre 2006) come grado di penetrazione fra i paesi dell OECD. Ciò può essere spiegato dal basso grado di concorrenza esistente in Italia fra piattaforme. Questo non significa che, come indirettamente mostrato dalla elevata quota di mercato detenuta da TI nella larga banda, comportamenti ostruzionistici della stessa (Frova-Pontarollo, 2004) non abbiamo influito negativamente sul grado di penetrazione. 6 L elevata correlazione tra HH e INC dipende dal fatto che se DS sono i sottoscrittori in larga banda che usano la tecnologia DSL, T, i sottoscrittori totali, INC i sottoscrittori dell incumbent la quota di mercato di quest ultimo può scriversi come IN/T=(IN/DS) (DS/T). Risulta quindi che minore è il peso della tecnologia DSL minore la quota di mercato dell incumbent. 9

10 6. Il problema della separazione della rete Il basso grado di penetrazione dell Italia nella larga banda e la denuncia di comportamenti ostruzionistici di TI sono le principali ragioni per cui anche in Italia si sta discutendo di separazione della rete fissa. Le ragioni a favore della creazione di una società separata per la gestione della rete dell ultimo miglio sono legate al fatto che esiste un incentivo da parte del proprietario della rete che opera sia all ingrosso che nel mercato al dettaglio ad adottare comportamenti, nella fornitura del servizio all ingrosso, che danneggiano i concorrenti nel mercato al dettaglio. La separazione strutturale, ma non proprietaria, ha il vantaggio di permettere un più accurato monitoraggio sia dei costi sia delle condizioni di vendita del servizio all ingrosso da parte dell Autorità di Regolamentazione. D altro canto questa separazione amministrativa rende ancora possibile il coordinamento delle attività al dettaglio ed all ingrosso e quindi limita la perdita delle economie di scopo che sono ritenute molto elevate allorché si gestisce una rete in modo unitario. Ovviamente nel caso di separazione proprietaria non vi è alcuno incentivo da parte dell operatore nel mercato all ingrosso a danneggiare gli operatori a valle in quanto riducendo la qualità dei fattori offerti si riduce la domanda del servizio all ingrosso e quindi i ricavi. Il problema è che la separazione proprietaria molto più di quella amministrativa può sacrificare sostanziali economie di scopo ed economie associate alla pianificazione delle operazioni all ingrosso ed al dettaglio,aumentando i costi per gli operatori. Vi è poi da notare che la preclusione all operatore all ingrosso ad essere presente anche nel mercato al dettaglio può escludere un concorrente che, anche per motivi storici è particolarmente efficiente, e quindi aumentare i costi dell industria ed i prezzi al dettaglio. Risulta quindi che vi è un trade-off (Vickers, 1995, Weisman, 2003) tra i maggiori costi che comporta la separazione proprietaria per la perdita di economie di scopo e di coordinamento, oltre alle spese connesse al fatto che l operatore storico deve effettuare una serie di attività di disinvestimento, ed i vantaggi connessi alla possibilità di una concorrenza più intensa nel mercato al dettaglio. Crew e altri (2005) analizzano, nel caso di concorrenza alla Cournot nel mercato al dettaglio il trade-off fra economie di scopo e livello di sabotaggio da parte dell operatore storico e concludono che se la separazione verticale fa perdere economie di scopo in misura limitata ma elimina un ammontare sostanziale di sabotaggio la separazione verticale è superiore all integrazione verticale. Questo risultato è precisato e rafforzato da Sappington (2006) che mostra che la separazione verticale determina un livello atteso del surplus del consumatore più elevato che nel caso dell integrazione verticale se le imprese che operano nel mercato al dettaglio competono alla Bertrand ed i costi delle imprese non integrate sono sostanzialmente simili. Questo risultato vale anche nel caso vi siano elevate economie di scopo ed il rischio del sabotaggio è limitato con l integrazione verticale. Un punto importante dell analisi di Sappington (op. cit.) è che i vantaggi della separazione sono tanto maggiori quanto più intensa è la concorrenza nel mercato al dettaglio. Un altro aspetto che può incidere sulla convenienza o meno alla separazione della rete è l efficienza del regolatore. Armstrong e Sappington (2006) sostengono che nel caso di un regolatore con ampie risorse, esperienza notevole e capacità di ottenere le informazioni necessarie ad impedire all operatore verticalmente integrato di agire in modo scorretto nei confronti dei rivali i vantaggi del processo di smembramento sono inferiori agli svantaggi. L opposto accade allorché il regolatore è relativamente debole, ha risorse limitate, limitata esperienza e informazione limitata. La scelta della separazione può quindi essere opportuna nel caso la concorrenza nel settore finale sia notevolmente intensa,ed il regolatore,sia perchè il meccanismo delle sanzioni non è particolarmente efficace,sia perchè non ha adeguate capacità di monitoraggio non riesce ad impedire all operatore verticalmente integrato di agire in modo scorretto.in ogni caso anche se si sceglie l ipotesi di regolamentazione strutturale non si può evitare di regolamentare il mercato a monte fissando il prezzo di accesso, Weisman (2003). 10

11 7. La separazione della rete nel Regno Unito:i motivi di una scelta Il caso del Regno Unito è interessante per discutere le varie teorie. Fino al 1998 non vi era obbligo di accesso alla rete della British (BT ). Ancora nel 1996 OFTEL ribadiva la convinzione che la condizione necessaria per un mercato concorrenziale nei servizi di telecomunicazione è la promozione di una corretta, efficiente e sostenibile concorrenza fra reti 7. Solo nel Dicembre del 1998, a seguito delle direttive UE, che incoraggiavano il regolatore a non discriminare fra imprese che costruivano la propria rete ed imprese prive di rete, OFTEL proclamò che l obbligo di accesso alla rete di BT era condizione necessaria per diffondere l uso della larga banda fra i consumatori.. Nonostante nei principali mercati geografici della Gran Bretagna nel 2004 vi fossero almeno tre imprese oltre BT che avevano proprie reti il grado di penetrazione non era particolarmente elevato e ciò spiega il cambio di strategia di OFCOM(ex OFTEL) 8. Nel luglio del 2001 OFTEL aveva imposto a BT l unbundling e la co-locazione nell ambito della propria rete. OFTEL aveva maturato la convinzione che anche se la politica fin ad allora seguita aveva favorito lo sviluppo della concorrenza fra reti,l obbligo di accesso era divenuta una condizione per la diffusione della larga banda fra i consumatori. Fino al 2004,però,il livello delle tariffe in unbundling era rimasto relativamente alto e superiore alla media UE. A metà del 2005 OFCOM dichiarò 9 che era necessario un più elevato livello di regolamentazione per rendere l unbundling effettivamente efficace. Secondo OFCOM non si erano create le condizioni per una concorrenza che beneficiasse nel lungo periodo il consumatore e che in altri paesi ha stimolato gli investimenti nelle nuove tecnologie delle comunicazioni. BT quindi è stata divisa in due di cui la società, Openreach, possiede la rete ultimo miglio di BT. Tale società ha il compito di assicurare a ISP alternativi di ricevere lo stesso trattamento di BT per quanto riguarda l uso dell ultimo miglio. In ogni caso la separazione non è proprietaria, ma è gestionale in quanto la società è di proprietà di BT ed è gestita da un Consiglio di Amministrazione indipendente formato da 5 membri di cui tre nominati dietro consiglio e accettazione dell OFCOM. In tal modo si ha una partecipazione indiretta del regolatore nella gestione che dovrebbe sopperire la necessità di una meticolosa regolamentazione ex ante del servizio all ingrosso. 10 Specialmente nella forma di un Consiglio di Amministrazione nominato dall esterno il rischio di comportamenti scorretti nei confronti degli altri operatori al dettaglio si riduce. D altronde la situazione appare anomala dal momento che restando Openreach di proprietà di BT i suoi azionisti corrono i rischi finanziari senza necessariamente poter influire su scelte strategiche. Un problema che si può porre è che il Board scelga prezzi di accesso troppo bassi inadeguati per il necessario ammodernamento della rete. Il cambiamento della strategia della OFCOM a partire dal 2004, da una strategia che di fatto puntava sulla concorrenza fra reti, ad una che rafforza la regolamentazione della condotta, appare, in base ai dati in precedenza visti, un indubbio successo. Vi è da dire però che questa strategia è stata messa in atto dopo che, come abbiamo visto,si era creata un discreto livello di concorrenza fra reti. In altri paesi ove la concorrenza fra reti era nulla o limitata la strategia basata solo sull unbundling non ha avuto eguale successo. 8. Conclusioni La nostra analisi ha affrontato anzitutto i rapporti fra l AGCOM e Italia dopo la privatizzazione evidenziando che eventuali problemi finanziari della società non sono stati causati da una strategia regolamentare eccessivamente rigida. 7 OFTEL Promoting Competition in Services Over munication Networks June Questo era in parte dovuto al fatto che gli operatori via cavo coprivano solo il 50% delle abitazioni e quindi essi potevano operare solo il alcuni mercati. 9 OFCOM munication Statement, June 23, 2005 (http. p2/statement/main:pdf) 10 Questo aspetto può far pensare che sia in atto una nazionalizzazione nascosta della rete (Hausmann e Sidak, 2005). 11

12 Per quanto riguarda il futuro a noi sembra che da un punto di vista industriale la vendita della TIM, non è molto logica. Ci troviamo infatti in una situazione ove il progresso tecnico presenta molti aspetti che tendono ad accentuare la sostituibilità del fisso con il mobile. D altronde il possesso di una rete mobile e la possibilità di offrire un pacchetto di più servizi può indubbiamente rallentare questa tendenza alla sostituzione e rafforzare la posizione di TI. Invece non appare che il mercato dell IPTV, pur se in crescita, permetta a TI sostanziose prospettive reddituali. Per quanto riguarda la cessione della rete dell ultimo miglio questa scelta si presta a due tipi di considerazioni :una dal punto di vista di TI e l altra dal punto di vista della strategia regolamentare. Per quanto riguarda TI la cessione della rete, coeteris paribus, in quanto accentua la concorrenza sulla larga banda non sembrerebbe nell interesse di TI. Se però tale scorporo permette alla di avere una strategia più flessibile e dinamica, e se tale strategia non troverà ostacoli dal punto di vista regolatorio, essa potrebbe anche essere un vantaggio. La condizione è che aumenti l efficienza di TI.. Per quanto riguarda la strategia che dovrebbe essere seguita dall Autorità occorre tener conto dei risultati econometrici da noi ottenuti. Esiste una relazione positiva fra grado di penetrazione della larga banda e grado di concentrazione delle tecnologie. Quanto più l offerta della larga banda è legata ad una sola tecnologia, tanto minore, coeteris paribus, è il grado di penetrazione. La presenza di più tecnologie significa infatti una maggiore concorrenza fra reti.d altronde un elevata quota di mercato nell ambito della piattaforma DSL da parte dell operatore storico può essere un indicazione di un atteggiamento ostruzionistico da parte di quest ultimo nei confronti dei rivali. Le stime econometriche fatte in questo lavoro per valutare l impatto sul grado di penetrazione della larga banda delle due forme di concorrenza sembrerebbe mostrare la maggior incisività della concorrenza fra piattaforme. L esperienza del Regno Unito, d altronde, mostra come entrambe le forme di concorrenza siano necessarie per promuovere l uso della larga banda da parte della popolazione. Questo significa che se può essere opportuno nella situazione italiana una regolazione strutturale con la separazione della rete occorre che il regolatore, sfruttando le possibilità offerte dal progresso tecnico e specie le tecnologie wireless, favorisca lo sviluppo di una concorrenza fra reti. La separazione della rete dovrebbe permettere un accesso alla rete fissa a tutti gli operatori senza particolari ostacoli, ma occorre stare attenti a non abbassare in modo eccessivo le tariffe dell unbundling per evitare che si crei un disincentivo dei rivali dell operatore storico ad investire in nuove reti Tale preoccupazione appare attualmente presente all AGCOM, la quale ha proposto (delibera 117/05/CONS) per il mercato dell accesso a banda larga all ingresso una regolamentazione del prezzo di accesso seguendo l orientamento al costo solo per i servizi all ingresso forniti ai livelli più bassi della catena impiantistica (interconnessione al parent switch). Nel caso dei servizi di interconnessione offerti ai livelli più alti della catena impiantistica (remote switch) l AGCOM ha proposto di non sottoporli al controllo, Si vuole in tal modo incentivare gli operatori alternativi ad accrescere le proprie dotazioni infrastrutturali. Ma è proprio nell ultimo miglio,il cui accesso è regolamentato,che si richiede uno sforzo per promuovere la concorrenza fra reti. 12

13 Bibliografia Armstrong M. e Sappington D.E.M., 2006, Giugno, Regulation, Competition, and Liberalization, Journal of Economic Literature, vol. XLIV, pp Commission of the European Communities European Electronic Communications Regulation and Markets 2005, Commission Staff Working Document, Annex to the (11 th Report) [COM (2006)68] Vol. I Crew M., P. Kleindorfer e J. Sumpter, 2005, Bringing Competition to munications by Divesting the RBOCs, in (a cura di) M. Crew e M. Spiegel Obtaining the Best from Regulation and Competition, Norwell, MA: Kluwer Academic Publishers Del Monte A, 2005, Successi ed insuccessi del Regolatore delle unicazioni: una valutazione del periodo , Economia e Politica Industriale, Vol.. 32 n..4, pp ERG, 2005, Broadband Market Competition Report, 25 maggio, / Frova S. e E. Pontarollo, 2004 (a cura di) La liberalizzazione zoppa: il caso della telefonia fissa, Economia Ricerche, V&P, Università, Milano Hausman J.A. e Sidak J. G., 2005, munications Regulation: Current Approaches with the End in Sight, mimeo, MIT Krattenmaker T. e Salop J., 1986, Anti-Competitive Exclusion: Raising Rival s, Cost to Achieve Power over Price, Yale Law Journal, 96 (2), Laffont J e Tirole, J. 1994, Access Pricing and Competition, European Economic Review, 38, l0 OECD 2006, The Implications of Wimax for Competition and Regulation, Directorate for Science Technology and Industry Committee for Information, Computer and Communications Policy, Working Party on munication and Information Services Policies, JT , 2 marzo OFTEL Promoting Competition in Services Over munication Networks, Giugno 1996 OFCOM munication Statement, June 23, 2005 (http. Perry, M. 1989, Vertical Integration: Determinants and Effects, in (a cura di) R. Schmalensee e R. Willig, Handbook of Industrial Organization,. Amsterdam: North Holland, pp Salop,S. e Scheffman D.,1983, Raising Rival s Costs, American Economic Review, 73, pp Sappington D.E.M., 2006, On The Merits of Vertical Divestiture, abstract, University of Florida. Vickers J., 1995, Competition and Regulation in Vertically Related Markets, Review of Economic Studies, 62, pp Weisman D. L., 1998, The Incentive to Discriminate by a Vertically Integrated Firm: A Reply, Journal of Regulatory Economics, 14. pp Weisman D. L., 2003, Vertical integration in telecommunications in (a cura di) G. Madden Traditional munications Networks. The International Handbook of munications. Economics, Vol. I, Edward Elgar, Cheltenham, UK Northampton, MA. USA 13

14 Graf. 1 - Relazione fra rendimento delle attività e MOL in alcune imprese di unicazioni RA y = 0,386x - 0,5627 R 2 = 0,2777 SPA MOL 14

15 Grafico 2-Il grado di penetrazione della larga banda come funzione del reddito procapite nei paesi dell'oecd (Anno 2005) 30,00 Grado di penetrazione 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 Italia 0, Reddito Procapite Tab. 1 - Dinamica di alcune voci di Bilancio della SPA 1999= * Valore della ,9 94,7 93,4 88,1 91,4 90,4 produzione Risultato ,1 108,7 110,4 112,9 115,5 116,1 operativo** Immobilizzazioni ,6 181,0 153,7 347,7 343,19 569,0 finanziarie Immobilizzazioni ,2 74,8 67,2 62,7 58,4 55,38 materiali Indebitamento ,2 136,8 131,7 227,5 237,9 310,0 Patrimonio netto ,9 86,4 59,6 89,0 91,5 119,6 Capitalizzazione ,2 79,23 64,79 44,09 56,57 59,42 Valori a prezzi 99 Risultato ,4 101,8 101,2 100,5 100,4 100,9 operativo a prezzi 99* Indebitamento a ,2 128,1 120,8 202,4 206,8 264,1 prezzi 99* Patrimonio netto ,1 80,9 54,7 79,2 79,5 101,8 a prezzi 99* *Si è utilizzato come indice di deflazione quello del reddito nazionale lordo 13 ** Il risultato operativo lordo è dato dalla differenza fra valore della produzione e costi di produzione comprensivi degli ammortamenti ma non degli oneri finanziari. Esso differisce dall EBIT in quanto non vengono sottratte/aggiunte minusvalenze, plusvalenze, svalutazioni di attività, etc. 12 I dati di Conto Economico risentono del fatto che l esercizio 2005 comprende gli effetti economici del ramo d azienda di TIM per i primi due mesi del Dal primo marzo 2005, per la scorporazione della TIM, questo effetto cessa. L apporto ai ricavi della Tim per i primi due mesi del 2005 è di 1270 milioni di euro per cui il valore della produzione al netto di tale effetto diminuisce rispetto al Ci rendiamo conto che utilizzare come tasso di deflazione quello del reddito nazionale lordo è errato allorchè è applicato al fatturato in quanto i prezzi dei servizi di telecomunicazione, in media, sono cresciuti meno del tasso di inflazione. Ci sembra invece corretto applicare questo indice a variabili relative a profitti, investimenti e patrimonio netto. 15

16 Tab. 2 - Dinamica di Indicatori di redditività della SPA Indebitamento/Attivo 0,45 0,55 0,62 0,54 0,69 0,68 0,69 Patrimonio 0,457 0,393 0,395 0,248 0,264 0,263 0,266 netto/attivo Risultato 0,091 0,075 0,099 0,092 0,067 0,066 0,053 operativo/attivo ROE 0,141 0,137 0,0095-0,150 0,162 0,127 0,177 Risultato 0,181 0,219 0,257 0,288 0,308 0,325 0,349 operativo/capitale investito per attività operativa* Margine risultato 0,201 0,202 0,227 0,233 0,253 0,250 0,246 lordo ROI 0,114 0,099 0,018-0,038 0,028 0,050 0,058 Fonte: Bilanci Italia, ns eleborazione 16

17 Tab. 3 - Indicatori di redditività ed efficienza in alcune imprese di telecomunicazioni europee 2005 Margine di utile netto Margine operativo Margine di EBITD Rendimento delle attività Rendimento sulle azioni Portugal Tel. 10,45 17,27 33,87 4,37 35,98 Telefonica S.A. ADR 12,74 22,59 40,33 7,25 35,77 Italia 10,26 24,51 41,61 3,53 11,16 KPN 12,18 19,67 43,35 6,27 23,63 Deutsche T. 10,09 12,79 36,98 4,75 12,4 France T. 12,97 23,01 37,31 6,11 29,98 Swiss T. 23,26 27,79 41,74 16,82 36,28 British T. 7,93 12,87 27,57 5,93 132,88 Telenor 13,26 16,98 37,94 8,47 17,18 Telekom Aus. 9,53 14,16 40,14 5,33 14,87 Fonte: 17

18 Tab. 4 - Quote di mercato dell operatore storico nella telefonia fissa (Locale) nel 1997 e nel 2003 TeleKom Austria Belgium Sonera France Deutske Telekom Ote Eircom Italia Kpn Telefonica British AT B FIN F D GR IRL IT NL E UK , Quote di mercato dell operatore storico nella telefonia fissa (Lunga distanza) nel 1997 e nel 2003 TeleKom Austria Belgium Sonera France Deutske Telekom Ote Eircom Italia Kpn Telefonica British AT B FIN F D GR IRL IT NL E UK , , , ,6 Fonte: Rapporti sui Mercati delle Comunicazioni Elettriche (vari anni-ue) 18

19 Tab. 5 - Quote di mercato dell operatore storico nella telefonia mobile nel 1997 e nel 2005 TeleKom Austria * Belgium * Sonera * France Deutske Telekom Ote* Eircom* Italia Kpn Telefonica British O B FIN F D GR IRL IT NL E UK , ,9 49,9 51,4 46,3 31,8 37, ,5 19

20 Tab. 6 - Matrice di correlazione GR HH RPC INC GR 1 HH -0, RPC 0,6431 0, INC -0,3399 0,6918-0, Tab. 7 - Stima dei risultati dell analisi di regressione (variabile dipendente-grado di penetrazione della larga banda)* Costante HH RPC INC lrpc ** R 2 corretto 11,9718-9, , , ,7 (2,55) (-1,10) (4,33) (-0,32) 10, , , ,27 (2,32) (4,18) (-1,57) 11, ,1933 0, ,60 (2,65) (-1,92) (4,74) -64, , , , ,38 (-3,75) (-1,76) (0,69) (5,17) -57, , , ,6 (-3,31) (-0,85) (4,69) -58,34689 (-3,96) -10,03069 (-1,86) 7,81027 (5,52) 52,3 * I valori del t dei coefficienti è indicato in parentesi **logaritmo del reddito procapite 20

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