GERMANIA SUCCESSIONI: VALIDITÀ IN ITALIA DEL PATTO SUCCESSORIO

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1 GERMANIA SUCCESSIONI: VALIDITÀ IN ITALIA DEL PATTO SUCCESSORIO Si espone la seguente fattispecie: una cittadina tedesca residente in Italia acquista un immobile con atto ricevuto in Italia e regolarmente registrato e trascritto. Successivamente la medesima stipula in Germania, con atto ricevuto da un Notaio tedesco, un "contratto successorio" con il quale istituisce erede universale una fondazione dalla stessa precedentemente costituita in Germania. La medesima muore in Italia e il patto successorio viene regolarmente pubblicato con atto della Pretura Tedesca. La Fondazione intende vendere l'immobile in Italia. Si chiede se il contratto successorio, che regola la successione de quo, possa essere ritenuto valido titolo per la delazione dell'eredità anche per il nostro ordinamento, e con quali modalità la fondazione possa, una volta divenuta erede, mediante accettazione con beneficio di inventario, procedere alla vendita dei beni ereditati, ovvero se nel nostro ordinamento, stante il divieto di cui all'art. 458 c.c., il contratto successorio de quo non possa essere ritenuto valido titolo per l'acquisto mortis causa in quanto contrario all'ordine pubblico In relazione al quesito posto, vengono in considerazioni diversi profili. Il primo è relativo alla legge applicabile alla successione, che appare risolutivo circa gli effetti 1 / 5

2 del contratto successorio nel nostro ordinamento. L art. 46, comma 1, della legge 31 maggio 1995, n. 218 (Riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato ) prevede che «La successione per causa di morte è regolata dalla legge nazionale del soggetto della cui eredità si tratta, al momento della morte». Occorre, tuttavia, tenere presente che il nostro sistema di diritto internazionale privato contempla anche l istituto del rinvio (rinvio ad un altro ordinamento che può essere all'ordinamento italiano, c.d. "rinvio indietro"; ovvero ad un terzo ordinamento straniero, c.d. "rinvio oltre"). L art. 13 l. 218/1995 stabilisce, infatti, che quando "è richiamata la legge straniera, si tiene conto del rinvio operato dal diritto internazionale privato straniero alla legge di un altro Stato: a) se il diritto di tale Stato accetta il rinvio; b) se si tratta di rinvio alla legge italiana". Poiché nel caso di specie la de cuius è cittadina tedesca, va, quindi, verificato se la legge tedesca, a sua volta, non operi un rinvio a quella italiana. Ai sensi dell art. 25 delle disposizioni introduttive al codice tedesco, la successione è regolata dalla legge nazionale del defunto al momento della morte (Einführungsgesetz zum Bürgerlichen Gesetzbuche - Art 25 Rechtsnachfol ge von Todes wegen Die Rechtsnachfolge von Todes wegen unterliegt dem Recht des Staates, dem der Erblasser im Zeitpunkt seines Todes angehörte). La successione è, pertanto, regolata dalla legge tedesca, che espressamente ammette il contratto successorio regolato dagli artt e ss. BGB, il quale può, quindi, essere considerato valido titolo per l acquisto ereditario in favore della fondazione beneficiaria dell istituzione di erede. 2 / 5

3 Relativamente alle modalità dell acquisto dell eredità, nel caso in cui nel patrimonio ereditario siano compresi beni immobili, l accettazione e l acquisto di questi ultimi sono, tuttavia, regolati dalla legge del luogo in cui essi si trovano (EGBGB - Art 3 Sachnormverweisung; Einzelstatut (1) Verweisungen auf Sachvorschriften beziehen sich auf die Rechtsnormen der maßgebenden Rechtsordnung unter Ausschluss derjenigen des Internationalen Privatrechts. (2) Soweit Verweisungen im Dritten und Vierten Abschnitt das Vermögen einer Person dem Recht eines Staates unterstellen, beziehen sie sich nicht auf Gegenstände, die sich nicht in diesem Staat befinden und nach dem Recht des Staates, in dem sie sich befinden, besonderen Vorschriften unterliegen ). L eredità si acquista, quindi, mediante accettazione ai sensi dell art. 459 c.c. (laddove, invece, se si fosse applicato il diritto tedesco, l eredità sarebbe stata acquistata direttamente in capo all erede designato, senza necessità di accettazione e fatta salva la facoltà di rinuncia). L ultimo profilo da analizzare riguarda l applicabilità o meno, al caso di specie, dell art. 473 c.c., che impone il beneficio d inventario per l accettazione dell eredità da parte di una fondazione. A tal fine, occorre valutare se la norma che impone l accettazione con beneficio di inventario sia una norma di diritto successorio o se, piuttosto, sia una norma relativa alla capacità degli enti. Nonostante la previsione dell obbligo di accettare l eredità con beneficio d inventario da parte 3 / 5

4 degli incapaci sia inserita tra le disposizioni in tema di successione, la funzione della norma è quella di tutelare il patrimonio dei soggetti diversi dalle persone fisiche e dalle società. Si ritiene, infatti, che scopo della norma sia quello di evitare una loro eventuale responsabilità ultra vires hereditatis derivante dalla confusione del proprio patrimonio con quello del defunto (Saporito, L'accettazione dell'eredità, in Rescigno (a cura di), Successioni e donazioni I, Padova, 1994, 197). Ne deriva, in tal modo, che il legislatore, nel conflitto tra gli interessi dei creditori ereditari e quelli delle persone giuridiche e degli enti non riconosciuti, ha mostrato di dare la preferenza alla tutela di questi ultimi (Zabban, in Zabban, Pellegrino, Delfini, Delle successioni, in Comm. Ipsoa, Milano, 1993, 48). La regola che impone l obbligo di accettare con beneficio d inventario non è, poi, norma posta a tutela dei creditori ereditari, i quali, qualora intendano evitare la confusione dei patrimoni, possono chiedere la separazione dei beni dell erede da quelli del defunto. Trattandosi, quindi, di presidio a tutela della formazione del patrimonio degli enti, la regola sulla necessaria accettazione con beneficio d inventario non sarebbe necessariamente applicabile all ente straniero il cui ordinamento non preveda come obbligatoria l accettazione in tale forma, essendo la vicenda attratta piuttosto dalle proprie regole nazionali relative al compimento di atti negoziali. Nel nostro ordinamento, come è noto, l art. 25 della legge di diritto internazionale privato (l. 218/1995) adotta, per le società, un criterio misto, accogliendo in parte la teoria dell incorporazione, c.d. Grundungstheorie (ed individuando, quindi, come criterio di collegamento il luogo in cui è stato perfezionato il procedimento di costituzione art. 25, primo comma, prima parte), in parte quella della sede effettiva, c.d. Sitztheorie (determinando l assoggettamento alla legge italiana allorché la sede dell amministrazione sia situata in Italia, ovvero se in Italia si trova l oggetto principale di tali enti art. 25, primo comma, seconda parte). Nel caso di specie, dunque, la fondazione è soggetta, in linea di principio, alla legge tedesca, e x art. 25, comma 1, prima parte, d.i.p. 4 / 5

5 Quanto alla legge tedesca, manca una regola specifica sul diritto applicabile alle persone giuridiche, in mancanza della quale si fa ricorso al criterio della Sitztheorie e, pertanto, a quello della legge del luogo in cui l ente ha la propria sede. Poiché nel diritto tedesco non è prevista l accettazione con beneficio d inventario, nel caso di specie appare sufficiente un accettazione dell eredità pura e semplice da parte della fondazione di diritto tedesco (analogamente, per l ipotesi simile di eredità devoluta ad incapaci, si è esclusa la necessità di accettazione con beneficio di inventario laddove l incapace fosse soggetto ad una legge diversa da quella italiana e che non imponeva l accettazione con beneficio d inventario; sul punto, Petrelli, Formulario notarile commentato, III, 3, Stati europei, Milano, 2003, 603 e 793). Daniela Boggiali e Antonio Ruotolo 5 / 5