CRISI ECONOMICA LICEO PANSINI NAPOLI FEBBRAIO 2014

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1 CRISI ECONOMICA LICEO PANSINI NAPOLI FEBBRAIO

2 OBIETTIVO Iniziare un percorso per: a. Acquisire una visione d insieme sincronica/diacronica b. Acquisire un «vocabolario di base» per inquadrare i concetti c. Individuare dei «nodi» fondamentali da sciogliere con i proff. di Storia e Filosofia 2

3 METODO Questa è solo una panoramica. E come voler conoscere un Paese solo volandoci sopra: serve a capirne i contorni, ma la conoscenza è un altra cosa Comprensione dei fatti umani = Conoscenza tecnica + conoscenza delle condizioni (storia) 3

4 EVOLUZIONE E CAMBIAMENTO Nelle vicende umane non esistono situazioni «cristallizzate» perché le cose si evolvono. Non sempre una risposta giusta un giorno è giusta anche il giorno dopo. La socieconomia è un sistema complesso A seconda del contesto e dei rapporti sociali del momento storico, molti fenomeni non hanno la stessa rilevanza o svolgono una funzione come ed esempio l inflazione rispetto alla crescita economica. Questo concetto di «relatività» dei fenomeni economici vi sarà più chiaro alla fine di questo incontro. 4

5 1 PICCOLA PARENTESI LA CONOSCENZA è frutto della convergenza su di un unico fuoco da punti di vista diversi. In ambito scientifico essa è un ipotesi di lavoro cui concorre un insieme di ricerche analitiche e specialistiche. Essa è un processo di appropriazione lungo, non lineare e collettivo BISOGNA SEMPRE TENERE APERTI PIU FILE Inter/multidisciplinarietà Nuove professionalità umanistiche Approccio analitico/approccio sintetico (olistico) 5

6 CRISI: COME CI SIAMO ARRIVATI? Uscita dalla II Guerra Mondiale La società italiana si ritrovò molto povera, aveva un PIL basso: detto in termini economici, gli Italiani non avevano potere d acquisto L Italia, a differenza di GB, D, B, F, era un paese prevalentemente agricolo (50% della popolazione dipendeva da reddito prodotto dall agricoltura), quindi fondava il suo PIL sul settore primario e quindi non in grado di riprodurre velocemente ricchezza incrementando i ritmi produttivi. Si trattava infatti di un agricoltura sostanzialmente povera, cioè di sussistenza e latifondista al Sud e solo in Pianura Padana la mezzadria (diffusa al centro) cedeva il posto ad una conduzione più capitalistica della terra. 6

7 2 PICCOLA PARENTESI PIL = Valore dei beni (merci e servizi) prodotti in un Paese destinati al consumatore finale SETTORI PRODUTTIVI = PRIMARIO - estrazione diretta di ricchezza) : agricoltura, foreste, miniere, caccia e pesca. SECONDARIO - lavorazione dei prodotti del settore primario TERZIARIO (servizi) QUATERNARIO (o terziario avanzato) non riconosciuto da tutti gli economisti comprende i servizi ad altissimo contenuto tecnologico. 7

8 3 PICCOLA PARENTESI RENDITA è fissa. Non dipende dalla produzione. Quindi il proprietario non è interessato a migliorare la produzione. Vive in città e fa un altro mestiere (i latifondisti in città svolgono professioni liberali). (vedremo dopo la rendita finanziaria). PROFITTO è variabile. Dipende dalla quantità degli investimenti e dall organizzazione del lavoro. Il proprietario ha interesse a condurre il fondo secondo criteri di produttività e svolge questo come sua attività prevalente. La mezzadria sistema di ripartizione tra proprietario e colono degli oneri di investimento e del profitto 8

9 SITUAZIONE POSTBELLICA Siamo sempre nel secondo dopoguerra/ricostruzione (1945/1948) Impianto industriale sostanzialmente intatto solo 8% del patrimonio industriale distrutto (quasi tutto al Nord in quanto il fascismo non ebbe alcun tipo di impatto sullo sviluppo industriale del Sud). Grossa disoccupazione nel Mezzogiorno dovuta al sistema della rendita in agricoltura. Ceto medio fortemente colpito dalla guerra e molto impoverito. 9

10 COSA DOBBIAMO CAPIRE? PERCHE LA SITUAZIONE nonostante tutto ERA FAVOREVOLE PERCHE E COME L ITALIA, devastata dalla guerra e con una politica distrutta da vent anni di dittatura, DIVENNE IN VENT ANNI UNA DELLE MAGGIORI POTENZE INDUSTRIALI DEL MONDO PERCHE oggi siamo tra le economie piu colpite dalla crisi e con maggiori difficoltà a ripartire. 10

11 PROBLEMI 1. MANCANZA DI LIQUIDITA Nel secondo dopoguerra, in Italia non c era liquidità, cioè né gli industriali né le banche avevano risorse sufficienti per fare forti investimenti per far ripartire l industria. Un industria è un impresa in cui il capitalista rischia i suoi soldi per produrre una merce da rivendere. Si assume un «rischio di impresa» in cambio di un probabile guadagno futuro (D-M-D 2 ). CAPITALE INDUSTRIALE Una banca è un impresa in cui un soggetto raccoglie il risparmio in cambio di un interesse: (in sostanza fa un debito verso i propri clienti pagandoglielo con un tasso di interesse x) e lo «investe» prestandolo ad altri e chiedendo loro un tasso di interesse superiore x 2. Il suo guadagno è dato dalla differenza tra i due tassi di interesse, quello che la banca dà al risparmiatore che le affida i soldi e quello che riceve dal cliente che «compra» da lei i soldi. CAPITALE FINANZIARIO 2. MANCANZA DI MERCATO In Italia non c era mercato perché i contadini al Sud non avevano nemmeno gli occhi per piangere e il Nord da solo non avrebbe potuto assorbire la produzione necessaria a far ripartire le fabbriche a pieno regime (il «mercato» non era sufficientemente sviluppato) 11

12 COSA SERVIVA? a. Soldi liquidi, da poter investire b. Manodopera a basso prezzo c. Un mercato ampio Le soluzioni furono a. Piano Marshall b. Emigrazione interna c. Intervento dello Stato e accordi di Comunità Economia Europea VEDIAMOLI 12

13 A. GUERRA FREDDA E PIANO MARSHALL Conferenza di Teheran (28 novembre 1º dicembre 1943) Conferenza di Potsdam (17 luglio-2 agosto 1945) Conferenza di Yalta (4 e l'11 febbraio 1945) Accordi USA-URSS-F-GB su futuro assetto europeo da cui derivò poi la divisione del Mondo in due blocchi contrapposti quindi USA hanno interesse a stabilizzare l Europa per: 1.Prevenire rivolte sociali e politiche 2.Riavviare l acquisto di merci americane in Europa. Per cui PIANO MARSHALL (l URSS fece la stessa cosa ad Est) Cioè Ingenti trasferimenti di capitali a fondo perduto per rilancio dell economia e dei consumi in Europa 13

14 B. EMIGRAZIONE Il lavoro è una «merce» cioè qualcosa che si può acquistare o vendere. Per questo risponde alla «legge del mercato»: il suo prezzo è determinato dal rapporto tra domanda e offerta. Se c è molta offerta (cioè uomini che voglio vendere la loro forzalavoro) il suo costo scende e quindi il prezzo pagato per i salari è più basso. In Italia, la grande disoccupazione al Sud voleva dire che il costo del lavoro per l industria poteva essere molto basso. I finanziamenti del Piano Marshall davano all industria la liquidità necessaria all acquisto di materie prime, salari e ammodernamento impianti. 14

15 C. CREAZIONE DI UN MERCATO Si agì su due fronti: sviluppo del mercato interno e ricerca di mercati esterni. 1.Lo Stato intervenne finanziando molto il settore terziario al Sud creando cioè un «reddito» per una classe piccolo borghese sino ad allora poco sviluppata. 2.Con la «Cassa per il Mezzogiorno» nel 1950 lo Stato si diede lo strumento per stimolare lo sviluppo del settore secondario per far nascere al Sud imprese industriali finanziate con soldi pubblici e non da capitali privati (che non c erano). 3.Nel 1955 lo Stato, con la riforma agraria, spezzò il regime del latifondo dividendo la terra tra coltivatori diretti (piccoli proprietari) dando avvio allo sviluppo del settore primario al Sud (ma le cose andarono storte, i poderi erano piccoli e i contadini non avevano soldi per poterli migliorare). 4.Accordi europei per il libero mercato (da 1954 CECA e nel 1957 CEE-MEC) garantirono all Italia di poter avere un mercato ampio in Europa, grazie al fatto che da noi i salari erano più bassi e, quindi, la produzione delle merci costava di meno. 15

16 4 PICCOLA PARENTESI WELFARE Da Grazie allo sviluppo del boom, in Italia nasce il welfare: Complesso di politiche pubbliche messe in atto da uno Stato che interviene, in un economia di mercato, per garantire l assistenza e il benessere dei cittadini, modificando in modo deliberato e regolamentato la distribuzione dei redditi generata dalle forze del mercato stesso Scuola (1962 scuola media unificata e scolarizzazione di massa), i sistemi sanitario e pensionistico si rafforzano, le tutele sindacali del lavoro si fanno forti, fiscalità favorevole nelle zone depresse, ELEFANTIASI DEL TERZIARIO finanziata dallo Stato, 16

17 SI RIPARTE C erano, dunque, le condizioni per lo sviluppo del Nord ma il Sud (pericolosamente) si avviava ad un destino ancora peggiore: Grandi masse di contadini si spostarono dal Sud nelle città del Nord e consentirono salari bassi. Lo Stato intervenne per creare reddito al Sud e, inoltre, i soldi arrivavano dalle «rimesse degli emigranti» (anche dai Paesi europei o dagli USA). Questo mise a disposizione una certa ricchezza da spendere nel Sud. Si creò al Sud un MERCATO PASSIVO, IN CUI NON SI PRODUCEVA RICCHEZZA cioè PROGRESSO SENZA SVILUPPO. Non si sviluppò una classe imprenditoriale autonoma e il Sud restò dipendente dall intervento dello Stato (assistenzialismo). ATTENZIONE questa slide è fondamentale. Tenetela a mente. 17

18 UN ULTIMO PROBLEMA: L INFLAZIONE Parallelamente lo Stato riduce l inflazione. Cos è? La quantità di moneta circolante in uno stato deve essere proporzionata (si dice «è garantita») dalla ricchezza di una nazione. Se c è equilibrio, la moneta mantiene il suo valore. Se ne circola troppa, la moneta perde «potere d acquisto» perché in base alla legge della «domanda e dell offerta» - se c è troppa offerta di un bene, il suo valore si riduce (ricordate la forzalavoro?). Durante la guerra e soprattutto nel caos successivo all armistizio dell 8 settembre 1943, per non far morire di fame la gente, fu stampata una quantità enorme di moneta, sia dallo stato che dagli alleati (le AM-lire) con l effetto di una inflazione spaventosa. A fine guerra si intervenne riducendo drasticamente la quantità di moneta in circolazione (tramite una forte «stretta creditizia») La moneta fu stabilizzata con questa inflazione: 1947, 62%; 1948, 5,7%; 1949, 1,46% 18

19 5 PICCOLA PARENTESI L inflazione fa bene o fa male? Fa male perché se c è troppa moneta in giro, essa perde valore ed uno Stato ha difficoltà ad acquistare materie prime o beni dall estero. Fa bene perché se la moneta perde valore, gli stranieri acquistano volentieri merci di quello Stato (avendo una moneta più forte) e questo fa bene a industria e turismo Essa deve essere in equilibrio: si ritiene che un tasso di inflazione del 2-3% sia positivo perché stimola gli acquisti e mantiene viva l economia (inflazione moderata). Se è troppa nuoce e produce disoccupazione, calo dei consumi (inflazione galoppante). Il contrario è la DEFLAZIONE che è vista come un grande male perché paralizza l economia. Ricordate questa slide perché oggi l Italia e l Europa sono a rischio deflazione, cioè troppo pochi soldi in giro, le banche non dànno crediti alle industrie e agli artigiani (stretta creditizia). 19

20 IL BOOM ECONOMICO Questa situazione, unita a fattori internazionali come ad es. la Guerra di Corea (che richiedeva ingenti lavorazioni di metallo di qualità e sistemi di precisione) o interni come l alta qualità della tradizione delle nostre manifatture (nasce ora il Made in Italy) che trasferiscono inventiva e qualità ai nostri prodotti, porteranno l Italia a quattro anni di fuoco: tra il 1959 ed il 1962, i tassi di incremento del reddito raggiunsero valori da primato: il 6,4%, il 5,8%, il 6,8% e il 6,1%. «Il settore industriale, nel solo triennio , registrò un incremento medio della produzione del 31,4%. Assai rilevante fu l'aumento produttivo nei settori in cui prevalevano i grandi gruppi: autovetture 89%; meccanica di precisione 83%; fibre tessili artificiali 66,8%» (wikipedia). Nasce la grande industria italiana (chimica, metallurgica, meccanica, tessile, ottica ) e per la prima volta in Italia arriva a compimento la «rivoluzione industriale» perché per la prima volta il PIL del settore secondario supera quello del settore primario. 20

21 LA CRISI DEL 1973 La congiuntura (cioè una fase economica breve tra due fasi più lunghe) esaurisce la sua spinta alla fine degli anni 60. La crescita rallenta perché alcuni mercati cominciano a saturarsi e il lavoro comincia ad avere un costo maggiore (conquiste sindacali, welfare, tenore di vita alto ). Nel 1973, un fatto sconvolge il Pianeta Tutta l economia occidentale si basa sul prezzo basso del petrolio, da cui dipende quasi il 100% dell energia. L estrazione e il commercio del petrolio era in mano a sette compagnie occidentali (5 USA, 1 GB, 1 GB/NL) I paesi dell OPEC (Organization of the petroleum Exporting Countries) in concomitanza dell acuirsi della crisi mediorientale, schierati a favore della Palestina, prendono in mano la situazione e alzano del 50% il prezzo del petrolio e tagliano del 25% le esportazioni. Il contraccolpo in occidente è terrificante 21

22 AUSTERITA ECONOMICA Taglio ai consumi, inizio ricerca nuove fonti alternative. Gli effetti delle contromisure si sarebbero visti nel lungo periodo Nel breve ci fu una pesante crisi industriale e dei consumi. Comincia il rapido processo di DEINDUSTRIALIZZAZIONE con enormi perdite di capacità produttive da parte dei Paesi più fragili del sistema 22

23 ANNI 70/ 80 DEBOLEZZA DELL ITALIA 1. Sistema fortemente dimidiato tra Nord e Sud 2. Diffusa corruzione e contiguità malavitosa del ceto politico meridionale chiamato a gestire gli ingenti flussi di denaro per l assistenzialismo 3. Dopo il terremoto del 1980 impetuoso sviluppo delle mafie (oltre miliardi di lire di soldi pubblici assorbiti dalle mafie e riciclati nei traffici di droga e armi) 4. Assenza di un industria autosufficiente tanto al Sud (solo capitali o statali o stranieri, il caso Alfasud) quanto al Nord (salvataggio di imprese «decotte» da parte dello Stato) 5. Debolezza del sistema finanziario italiano 6. Impressionante ripresa dell inflazione «galoppante» 7. Grande instabilità politica («anni di piombo») 23

24 6 PICCOLA PARENTESI ANDAMENTO INFLAZIONE ITALIANA INFLAZIONE GALOPPANTE: PERCHÉ? 1. Per favorire le esportazioni, lo stato svaluta la moneta (mettendone in giro una grande quantità) così dall estero è conveniente acquistare in Italia. 2. Si mantengono alti i salari e gli stipendi per favorire i consumi Ma il rimedio è peggiore del male: l industria non regge il peso dell aumento del costo delle materie prime (dovendo pagare con la lira svalutata, per noi i prezzi esteri sono proibitivi). Il potere di acquisto è bassissimo, i consumi e risparmi calano LO STATO SI INDEBITA 24

25 DEBITO PUBBLICO Quando lo Stato ha bisogno di soldi (come accade, lo abbiamo visto, negli anni 70 e 80) ha due possibilità: 1.Aumenta le tasse 2.Aumenta l emissione di TITOLI DI STATO (BOT, CCT, ) che vengono acquistati o da cittadini o da banche sia nazionali che straniere. Il debito pubblico aumenta in maniera impresionante negli anni Ottanta 25

26 26

27 LA GLOBALIZZAZIONE All inizio degli anni 90 era radicalmente mutato lo scenario del Pianeta con il maturarsi di tre processi di enorme portata: 1. la caduta del blocco sovietico (il che voleva dire immensi mercati che improvvisamente si aprivano ai capitali sia dell Occidente che dell Oriente); 2. l avanzare di nuove economie estremamente aggressive e forti di costi di produzione bassissimi ( le cosiddette Tigri asiatiche, Taiwan, Singapore, Hong Kong e Corea del Sud, cui si affiancavano minacciosamente due giganti fino ad allora dormienti come Cina e India); 3. lo smaterializzarsi del concetto di denaro e di sistema finanziario dovuto all affermarsi delle comunicazioni e delle transazioni in tempo reale. 27

28 ESITI DELLA GLOBALIZZAZIONE Questi tre processi diedero luogo a quella globalizzazione che significava a.veloce delocalizzazione delle produzioni, b.rottura del rapporto luogo di produzione/luogo dell accumulazione, c.possibilità di sfuggire ai controlli fiscali ed ambientali spostando le produzioni in zone del Pianeta depresse, con salari bassi, senza vincoli per la tutela né dei lavoratori né dell ambiente, posti dove era possibile moltiplicare in breve tempo i profitti. 28

29 IL DUMPING SOCIALE Il dumping è la vendita sottocosto: cioè, per guadagnare nuovi mercati e battere la concorrenza ci si rimette nella vendita praticando un prezzo più basso di quanto costi produrre la merce. Il dumping sociale consiste nel contenere i costi di produzione abbassando il costo del lavoro al di sotto della soglia di accettabilità minima (sopravvivenza). Ciò che in realtà si abbassa non è il costo delle merci ma il livello sociale della popolazione che le produce (lett. dumping =scaricare rifiuti. Molto appropriato!) 29

30 EFFETTI FINANZA/INDUSTRIA In Occidente Si smobilita il sistema industriale e si punta sul quaternario (Napoli è esempio classico: fino al 1980 era la terza città industriale d Italia. Ora c è il deserto). Si punta tutto sullo sviluppo dei servizi Il capitale finanziario prende il sopravvento su quello industriale (che si trasferisce in Paesi con costi di produzione più bassi: salari bassi, assenza di costi antinquinamento, assenza di tutele sindacali, assenza di walfare.). Come? 30

31 LA BORSA Le banche non rischiano più nell investimento produttivo (rischioso) e puntano tutto sull incremento dei profitti che viene dal mero scambio nelle borse. Cos è la borsa? La borsa é il posto dove le aziende si finanziano: il loro valore è diviso in «azioni» che sono messe in vendita per ottenere liquidità. Più l azienda va bene, più vende azioni. Più le azioni sono comprate, più aumentano il loro valore e l azienda si arricchisce. Se invece gli operatori non hanno fiducia perché l azienda va male, le rivendono: il loro valore cala e l azienda si impoverisce e può anche fallire. 31

32 LA SPECULAZIONE Per incrementare i propri guadagni gli operatori di borsa assumono scelte speculative, agiscono cioè a prescindere dallo stato di salute di un azienda ma acquistano ingenti quantità di azioni (così se ne aumenta il valore) per poi rivenderle immediatamente ad un prezzo più alto di quanto avevano acquistato. Ma con la vendita, il prezzo si riabbassa e così l azienda si impoverisce e viene cannibalizzata dagli speculatori. La cosa a livello mondiale ha assunto proporzioni enormi, ciclopiche, e tali da sconvolgere l economia del Pianeta. La speculazione ha prodotto raffinati strumenti di interazioni banca/borsa che sfuggono a qualsiasi controllo degli Stati e si muovono in automatico regolati da computer che in frazioni di secondo muovono migliaia di miliardi. Un economia virtuale senza più nessun rapporto con l economia reale ha preso il sopravvento. 32

33 LA CRISI DEL 2008 Eccoci alla nostra crisi, in cui l Occidente arriva con una grande debolezza produttiva e con gli Stati in balia degli speculatori che acquistando ingenti quantità di debito pubblico condizionano la politica e la vita delle nazioni. 33

34 L AUMENTO DEI PREZZI La situazione si fece pericolosa tra il 2003 e il 2008 quando si verificò un vertiginoso aumento del prezzo del petrolio dovuto a due fattori: 1.La guerra in Iraq che interrompe un importante flusso di approvvigionamento 2.L irruzione impetuosa della Cina che con tassi di crescita del 20% annuo risucchiò una ingente parte della produzione. Contemporaneamente anche India, Brasile, ecc hanno un imponente sviluppo e richiedono sempre più petrolio (ricordate la legge della domanda e del offerta?). 34

35 LA BOLLA SPECULATIVA Si parla di «bolla speculativa» quando si mette in giro una ingente quantità di ricchezza virtuale che non ha nessun fondamento materiale (titoli spazzatura) e quando le banche si «espongono» con i «sub-prime» cioèmutui concessi senza sufficienti garanzie. Nel 2008 il giocattolo si rompe e cominciano i fallimenti delle prime grandi banche di investimento americane (Lehman Brothers) 35

36 FALLIMNENTI A CATENA Il sistema bancario mondiale rischia di saltare per aria e di travolgere l Occidente. Gli Stati intervengono salvando le banche e compensando le loro esposizioni. Noi oggi paghiamo l effetto della speculazione bancaria mentre le banche stesse sono state tutelate e sono le uniche che nella crisi hanno mantenuto i loro profitti. 36

37 EFFETTI Il primo effetto è la RECESSIONE, cioè il segno meno della crescita produttiva; Infatti si sono contratti i capitali finanziari (la ricchezza virtuale è ridimensionata e si fanno i conti con l economia reale) e ne consegue il fallimento e la chiusura delle fabbriche; le aziende che lo sopravvivono si trasferiscono all estero (dalla Romania verso est) I salari diminuiscono perché c è poca richiesta di manodopera (la Cina e le altre economie emergenti hanno costi più bassi) E smantellato il welfare (gli Stati non hanno più risorse, anzi, hanno aumentato la pressione fiscale) 37

38 PIL

39 DEBITO/DEFICIT La situazione italiana è peggiore delle altre. Si dice per il debito pubblico. Ma non è così. L Italia ha un debito pari al 127% del suo PIL Il Giappone del 250% Perché il Giappone sta meglio? 1.Perché la cosa importante non è il debito ma il deficit cioè il rapporto tra debito e produzione. Tu puoi anche avere un forte debito ma anche le risorse per pagarlo: i creditori hanno fiducia in te e tu operi liberamente. Se non hai risorse, i creditori rivogliono i soldi prima che fallisci, non si fidano e perciò ti chiedono altissimi interessi per prestarti i soldi (spread) 2.Perché il debito pubblico sta quasi tutto in mano agli stessi Giapponesi mentre noi siamo esposti agli operatori ed agli stati stranieri (anche gli USA ormai stanno nelle mani della Cina) 39

40 COME USCIRNE Le ricette sono due. 1.Una liberista, attuata dall Europa e che prevede una forte austerity (comprimere il debito pubblico e ridurre la circolazione della moneta, v. il fiscal compact europeo) 2.Una keynesiana, attuata da Obama (lo Stato interviene pompando risorse per i sottori produttivi per stimolare la crescita. Ricordate il «Piano Marshall»?) 40

41 ANOMALIA ITALIA 1. Sbilancio Nord/Sud (v. caso tedesco) 2. Corruzione della politica (è calcolata in 60 miliardi all anno la cifra sottratta dalla corruzione al Paese) 3. Le mafie, che muovono in nero circa il 3,5% del PIL 4. Evasione fiscale stimata in 130 miliardi di euro all anno 5. Assenza di investimenti nella scuola e nella ricerca il che significa perdita di brevetti e di capacità produttive 6. Massima concentrazione di ricchezza in poche mani (il 10% della popolazione possiede il 50% della ricchezza del Paese). Ricchi sempre di meno ma più ricchi, poveri sempre di più e più poveri 7. Desertificazione industriale 41

42 PROBLEMA SUD Fino al 1860 sviluppo industriale alla pari fra Nord e Sud, poi il sorpasso (rapporto SVIEMEZ 2013) Dopo il grande sviluppo degli anni compresi fra il 1952 e il 1973, grazie alla grande industria e alla Cassa del Mezzogiorno, quando il pil pro capite crebbe del 4,6% all'anno nel Sud, rispetto al 4,8 del Centro-Nord, in seguito alla brusca battuta d'arresto avvenuta dopo gli anni '70, quando i grandi impianti delle aziende più importanti del Paese cominciano a chiudere i battenti dopo aver alimentato la speranza di un nuovo futuro, il Sud comincia a perdere terreno: «Nel 1860 in realtà c'era una quantità di insediamenti industriali simile tra Nord e Sud. Poi alla fine dell'ottocento e ai primi del Novecento inizia lo sviluppo del grande triangolo industriale (Milano-Torino-Genova) e da quel momento il Mezzogiorno non riesce più a tenere il passo. L'unica fase di recupero è tra gli anni '50 e il '73. Poi comincia a perdere di nuovo e comunque il tasso di industrializzazione del Mezzogiorno resterà la metà di quello del Centro-Nord». 42

43 DIVARIO

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