STUDIO NEI SETTORI TESSILE-ABBIGLIAMENTO CUOIO-CALZATURE E OREFICERIA IN ROMANIA P.O.R. CAMPANIA 2000/2006 FONDO FESR MISURA 6.
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1 RTIGIANATO STUDIO NEI SETTORI TESSILE-ABBIGLIAMENTO CUOIO-CALZATURE E OREFICERIA IN ROMANIA P.O.R. CAMPANIA 2000/2006 FONDO FESR MISURA 6.5 AZIONE A1 CENTRO STUDI PER L ARTIGIANATO CASARTIGIANI CONFEDERAZIONE AUTONOMA SINDACATI ARTIGIANI
2 STUDIO NEI SETTORI TESSILE-ABBIGLIAMENTO CUOIO-CALZATURE E OREFICERIA IN ROMANIA edito dal Centro Studi per l Artigianato di CASARTIGIANI Napoli Piazza Garibaldi n Napoli tel - fax in CAMPANIA ROMANIA P.O.R. CAMPANIA 2000/2006 FONDO FESR MISURA 6.5 AZIONE A1 EUROPA BALCANICA OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO E DI CRESCITA impaginazione e grafica artemisiacomunicazione.com
3 CENTRO STUDI PER L ARTIGIANATO DI CASARTIGIANI NAPOLI Saluto on. Antonio Bassolino, Presidente Regione Campania Saluto con grande piacere questa nuova iniziativa di CASARTIGIANI, che offre un supporto davvero utile e prezioso alle 24 imprese del settore tessile, dell abbigliamento ed accessori, selezionate per la prima missione d internazionalizzazione verso i Balcani. L Artigianato rappresenta una componente importante e decisiva del sistema produttivo campano, forte di radici e tradizioni antichissime. Un comparto che oggi si compone di una rete di imprese di piccole dimensioni, sempre più impegnate a coniugare l alta qualità e la grande tradizione con la capacità di innovare e di cogliere con il necessario dinamismo nuove opportunità di crescita. Globalizzazione, internazionalizzazione, competitività, allargamento a nuovi mercati nazionali ed internazionali hanno richiesto e richiedono una sempre maggiore capacità di aggiornamento e di rinnovamento. Nuove competenze e nuove strategie diventano necessarie per proseguire nello sviluppo di un settore ad alto tasso di concorrenza come l Artigianato. In questi anni la Regione Campania ha seguito questo percorso con grande attenzione. Abbiamo investito consistenti risorse finanziarie per sostenere la crescita del comparto, puntando sulla formazione, sull innovazione e sulla promozione del Made in Campania sul mercato italiano ed estero. Continueremo a guardare con la massima attenzione ad un settore che, oltre ad esprimere le nostre tradizioni, la nostra cultura e la nostra storia, è diventato una realtà produttiva sempre più consolidata e determinante per lo sviluppo della nostra Regione e per un nuovo protagonismo della Campania nel mondo. 3
4 STUDIO NEI SETTORI TESSILE-ABBIGLIAMENTO CUOIO-CALZATURE E OREFICERIA IN ROMANIA Prefazione on. Andrea Cozzolino, Assessore alle Attività Produttive e all Agricoltura della Regione Campania L apertura ai mercati internazionali è un fattore essenziale per la crescita dell economia della nostra regione. Potenziando le politiche verso l estero diamo possibilità alle imprese campane di espandersi e di svilupparsi. È chiaro che per allargare la gamma degli acquirenti del made in Italy non si può puntare sul prezzo dei prodotti: da un lato, bisogna esaltare le caratteristiche particolari della nostra tradizione, la qualità e l originalità del design, che ci contraddistinguono dai Paesi concorrenti e che possono permettere alle nostre imprese di essere competitive. Dall altro, per evitare sprechi, risulta decisivo saper scegliere i mercati su cui investire. La Romania, così come gli altri paesi dell est europeo, rappresenta in questo senso una scelta vincente: il suo imminente ingresso nell Unione Europea ne fa un interlocutore fondamentale per le nostre piccole e medie imprese Artigiane campane. Alla luce di queste considerazioni il progetto organizzato da CASARTIGIANI Napoli assume un importanza decisiva: le 24 Pmi coinvolte dovranno cogliere questa occasione per crescere e rafforzarsi. Ma a loro spetta anche il compito di creare le basi per una solida presenza delle aziende della nostra regione nel Paese. Gli Artigiani sono gli ambasciatori della nostra regione sui mercati internazionali. Espressione più genuina della cultura campana, con le loro opere contribuiscono a rafforzare la nostra identità ed a permetterne la diffusione in tutto il mondo. 4
5 CENTRO STUDI PER L ARTIGIANATO DI CASARTIGIANI NAPOLI Prefazione dott.. Luciano Luongo Presidente Casartigiani Napoli Casartigiani Napoli ha inteso partecipare con entusiasmo alla preziosa e singolare possibilità offerta dalla Regione Campania di attivare un processo di internazionalizzazione in maniera diretta ed autonoma, concorrendo al pubblico Bando di cui alla misura 6.5 del POR 2000/2006 fondi FESR Azione A1. L Associazione datoriale che ho l onore di presiedere ha accettato quindi l invito rivoltole dalla Regione ad una sua Responsabilizzazione sul tema dell internazionalizzazione. I nostri migliori dirigenti ed esperti supportati da un valido staff di professionisti e di strutture correlate a Casartigiani, come il prestigioso Centro Studi, hanno fatto si che il progetto da noi proposto, sulla difficile ma interessante area balcanica, trovasse accoglimento da parte del nucleo di valutazione regionale. Consci del ruolo e della responsabilità attribuitaci, abbiamo da subito messo in campo eccellenti risorse professionali ed imprenditoriali affinché l Artigianato di qualità, migliore espressione della nostra regione, trovi in Romania interessanti sbocchi di penetrazione commerciale. Il riconoscimento, infine, giuntoci dal Ministero delle Attività Produttive, che plaude alla scelta del nostro investimento su un territorio prossimo all ingresso in Europa, ci è di sprono a dare il massimo impegno affinché fecondi rapporti tra l imprenditoria campana e quella romena trovi concreto consolidamento. 5
6 STUDIO NEI SETTORI TESSILE-ABBIGLIAMENTO CUOIO-CALZATURE E OREFICERIA IN ROMANIA in CAMPANIA ROMANIA P.O.R. CAMPANIA 2000/2006 FONDO FESR MISURA 6.5 AZIONE A1 EUROPA BALCANICA OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO E DI CRESCITA 6
7 CENTRO STUDI PER L ARTIGIANATO DI CASARTIGIANI NAPOLI La Romania nell area dell Europa Orientale Prof. FRANCESCO BALLETTA Direttore del Dipartimento di Analisi dei processi economico-sociali, linguistici, produttivi e territoriali dell Università degli Studi Federico II di Napoli Presidente del Centro Studi di Casartigiani Napoli Gli avvenimenti che hanno caratterizzato la vita politica ed economica della Romania hanno avuto una influenza non solo sull evoluzione dell area dell Europa Orientale, ma su tutto il continente. Le caratteristiche geografiche, demografiche ed economiche del paese hanno determinato la storia della regione. Geograficamente la parte montuosa dello Stato non costituì un freno alle invasioni esterne dei popoli barbari, che condizionarono la crescita economica locale. La Romania non si affaccia sul mare aperto, per cui vi è una limitazione nei trasporti e negli scambi commerciali; limitazione che è compensata dalla presenza del fiume Danubio che ha costituito una importante via di trasporto, specie per i prodotti necessari alla industria pesante; è stata una rotta per le invasioni militari, per cui, nei secoli, la presenza del bacino fluviale ha influito sulla politica del paese. Ancora oggi il fiume costituisce una importante via di collegamento con l Ungheria, la Serbia, la Moldavia e l Ucraina, ma è anche una fonte per la produzione di energia elettrica e per la fornitura di acqua necessaria all agricoltura e alle industrie. La vita civile della Romania ha risentito l influenza di diverse civiltà, sicuramente di quella occidentale, ma anche di quella moscovita e ottomana. Solo con l esperienza comunista, del periodo , la conseguenza della varietà della civiltà, con culture e politiche spesso divergenti, furono attenuate. A questo unico vantaggio del collettivismo, tuttavia, si attuò uno statalismo voluto dalla Unione Sovietica, incentrato sulla pianificazione e la burocratizzazione. Nonostante i mutamenti politici che si ebbero al governo del paese, a dominare furono sempre le direttive che arrivavano da Mosca. La politica collettivista fu diretta, in primo luogo, alla meccanizzazione dell agricoltura. Ciò significò la nazionalizzazione delle terre con la scomparsa della modesta classe borghese, che si era formata nel periodo fra le due guerre mondiali, e la costituzione di una folta schiera di operai che si trasferirono dalle campagne nelle città industriali.
8 STUDIO NEI SETTORI TESSILE-ABBIGLIAMENTO CUOIO-CALZATURE E OREFICERIA IN ROMANIA Un altro pilastro della politica collettivista fu la creazione dell industria pesante, la cui crescita fu legata a piani per l espansione della produzione energetica e della metallurgia. I settori maggiormente coinvolti furono l estrazione del carbone e la produzione del ferro e dell acciaio. Una rivoluzione nella direzione del socialismo si ebbe sostituendo il mercato con la pianificazione economica pubblica, che prevedeva, prevalentemente, la produzione di beni strumentali a danno della produzione agricola e dei beni di consumo. Neanche nel settore dell industria pesante si ebbero, comunque, i risultati sperati, cioè delle produzioni capaci di tenere testa alla concorrenza dei paesi occidentali, perché prevaleva la crescita quantitativa a scapito della qualità dei prodotti. Preoccupati, principalmente, della piena occupazione della forza lavoro disponibile, le industrie producevano a costi elevati realizzando perdite consistenti, che venivano ripianate con la finanza dello Stato. Il fallimento della piena occupazione, i bassi salari pagati agli operai, la inefficienza del capitale investito e la difficoltà di introdurre innovazioni tecniche capaci di fare crescere la produttività, assieme ad altre ragioni di politica interna e internazionale, nel 1989, si ebbe la caduta del socialismo, simbolizzato con la caduta del muro di Berlino. Le difficoltà in cui versava l economia socialista, fin dagli anni Settanta, aprirono la strada alla introduzione, in Romania, dai paesi dell Ovest europeo, prima solo prodotti di largo consumo, di cui aveva gran bisogno la popolazione, poi macchinari ed alta tecnologia. Più tardi, negli anni Ottanta, sempre per soddisfare le richieste del mercato e per favorire le innovazioni tecniche, fu consentito l arrivo dei primi capitali stranieri, per cui sorsero diverse imprese private che si affiancarono alle imprese di stato. Le difficoltà di pagare i nuovi prodotti, per l assenza di un mercato libero, contribuirono al crollo del comunismo. Caduto il muro di Berlino, in Romania, si ebbe una rapida diffusione del desiderio di libertà di pensiero, libertà politica e libertà economica. Ma la transizione dal vecchio regime economico autoritario centralizzato ad un sistema basato sul mercato non fu facile. Né fu facile la creazione di istituzioni democratiche e liberali accompagnate alla integrazione nella Unione Europea. L improvvisa apertura dei mercati trovò impreparata la popolazione, che non aveva i concetti basilari dell economia capitalistica l impresa, la società, la concorrenza, il marketing, ecc., per conseguenza, nei primi anni successivi alla caduta del muro, l economia, fu in crisi, accompagnata dalla crisi politica, dallo scontento e dalla disillusione. Nel periodo della transizione, fu necessario eliminare le grandi industrie del collettivismo, produttrici di beni di qualità scadenti e troppo costosi per sostenere la concorrenza prima europea e poi mondiale. Con la chiusura delle grandi imprese, diverse 8
9 CENTRO STUDI PER L ARTIGIANATO DI CASARTIGIANI NAPOLI migliaia di lavoratori furono licenziati, senza avere la possibilità di nuova occupazione. Solo quando i più coraggiosi cominciarono ad aprire nuove imprese e quando arrivarono gli investimenti stranieri cominciò la ripresa dell economia. Nell ambito del processo di globalizzazione, la riduzione di molte barriere territoriali e doganali, l affermarsi di nuove tecnologie, la standardizzazione nei processi produttivi, l incremento dei commerci e la riduzione dei costi di trasporto, hanno accresciuto la concorrenza internazionale. Molte aziende, che in passato avevano conquistato larghe fette di mercato stabile all interno del proprio Paese, devono oggi confrontarsi con nuove realtà imprenditoriali in grado di offrire beni e servizi a costi di gran lunga inferiori. È crescente, quindi, l esigenza di riorganizzare le strutture aziendali, per cercare di mantenere o ampliare la quota di mercato acquisita. Si sente parlare sempre più spesso del fenomeno di internazionalizzazione delle imprese, inteso come processo tendente all individuazione di sentieri di crescita nei mercati esteri, mediante rapporti di collaborazione-cooperazione continuativi tra aziende di diversi paesi. Le tappe da seguire sono: condurre un analisi sulle motivazioni che inducono l azienda ad avviare un processo di sviluppo all estero e avere la disponibilità di risorse finanziare, tecniche e umane al fine di poterlo sostenere. Una volta individuato il paese di riferimento, l obiettivo dovrebbe essere quello di stabilire quali siano i potenziali acquirenti del prodotto che si vuole lanciare sul mercato. Sulla base delle capacità di investimento degli imprenditori interessati, bisogna poi stabilire la strategia d ingresso da perseguire. Si può procedere mediante l apertura di una rappresentanza commerciale per l importazione e distribuzione di un determinato bene, mediante la stipula di accordi di collaborazione commerciale tra imprese locali ed estere, con l apertura di show rooms insieme ad altre aziende (magari della stessa filiera), oppure ci si può rivolgere ad aziende operanti nel mercato obiettivo e che sarebbero disposte ad distribuire anche altri prodotti. Un forte processo di integrazione si è avuto tra i paesi industrializzati aderenti all Unione Europea e quelli emergenti dell Est europeo: tra questi spicca la Romania, con una quota che tocca il 65% del commercio complessivo. A seguito della decisione di avviare i trattati di adesione della Romania all UE, e che prevede il suo ingresso per il 2007, questa percentuale è in continua crescita. Il settore tessile-abbigliamento, attivo già prima del 1989, è dotato di grande flessibilità, richiede scarsi capitali per la modernizzazione e conta un crescente numero di aziende. Essendosi adattato al nuovo sistema economico politico, ha fatto da traino al trend positivo di crescita rumeno. Nel settore delle calzature, subito dopo il 1989, si è registrata una battuta d arresto a causa della sempre maggiore concorrenza delle industrie straniere dotate di 9
10 STUDIO NEI SETTORI TESSILE-ABBIGLIAMENTO CUOIO-CALZATURE E OREFICERIA IN ROMANIA tecnologie più moderne, assieme al crollo della domanda interna e al venir meno del principale mercato di sbocco cioè i paesi dell ex Unione Sovietica. E stato necessario procedere alla ristrutturazione industriale, al fine di sostituire tecnologie e attrezzature obsolete per adeguarsi agli standard mondiali. Si è anche assistito ad un aumento delle importazioni di materie prime dall estero per la produzione di articoli di qualità migliore e all eliminazione delle tasse doganali per i prodotti di cuoicalzature a partire dal Questi elementi hanno consentito alla Romania di registrare un trend positivo della crescita economica e di guadagnare un importante segmento di mercato nell ambito dei paesi europei ed extra-europei (tra i paesi dell Europa dell est, la Romania si colloca al primo posto). Dopo la crisi del 1997, e in particolare a partire dal 2003, i principali indicatori economici per la Romania hanno mostrato un economia in continua crescita e le previsioni sono ancora migliori in conseguenza dell aumento dei consumi e degli investimenti (il timore era che i consumi sarebbero cresciuti in maniera più che proporzionale rispetto agli investimenti, cosa che invece non è avvenuta). Le difficoltà dell economia rumena, dopo la caduta del muro, durarono circa un decennio, cioè fino al 1999, poi cominciò la crescita del PIL, che, nel 2001, si avvicinò al 6 per cento e, nel successivo triennio, si mantenne sempre molto alto, cioè intorno al 5 per cento. Per il quinquennio si prevedono tassi di crescita del PIL superiori al 6 per cento, cioè maggiore della media dei paesi dell Unione Europea. Negli investimenti in aziende private e pubbliche, nel 2005, la crescita fu superiore al 10 per cento; per il successivo quinquennio fu previsto il mantenimento di un tasso fra il 7 e l 8 per cento. Alla crescita del PIL contribuì l agricoltura con saggi del 3 per cento, il settore industriale con saggi quasi doppi e i servizi con saggi del 7 8 per cento. Elevata fu prevista la crescita dei consumi interni, mentre difficile fu l esportazione di prodotti all estero. Si è assistito al fenomeno delle privatizzazioni di imprese statali e della creazione di nuove società a capitale privato: la maggior parte del commercio romeno proviene dal traffico di perfezionamento passivo, consistente nell esportazione di materie prime o semilavorati in paesi a basso costo del lavoro, che si occupano di alcune fasi della lavorazione, per poi riesportare i prodotti ad uno stadio di lavorazione più compiuto o finale. Questo processo garantisce commesse da parte dei paesi dell UE (in particolare dell Italia); lo svantaggio è che il produttore rumeno non ha realizzato nel tempo un proprio marchio e quindi, a seguito di un eventuale aumento del costo della manodopera, gli investitori stranieri potrebbero rivolgersi ad altri committenti. Grande importanza ha assunto questo tipo di commercio nei settori tessile e abbigliamento. 10
11 CENTRO STUDI PER L ARTIGIANATO DI CASARTIGIANI NAPOLI Si possono individuare diversi tipi di aziende operanti sul mercato: - aziende che operano da oltre 100 anni nei settori tradizionali, ma che investono comunque in modernizzazione e riteconologizzazione e che, grazie al loro rapporto qualità-prezzo, hanno conquistato una larga fetta nel mercato delle export. Pur essendo organizzate principalmente sulla base del sistema lohn - lavorazione per conto terzi -, sono riuscite a far crescere produzioni proprie; - aziende che investono in spazi di produzione moderni (a totale capitale rumeno, a capitale misto o a totale capitale straniero) che una volta acquisita una posizione forte nell ambito del mercato locale, prevedono di conquistare nuovi mercati e attuare una graduale transizione da un sistema al 100% lohn ad un sistema con una organizzazione propria; - piccole imprese che tenderanno a scomparire dal mercato. La Romania è un paese caratterizzato da un deficit della bilancia commerciale: nel 2005, le importazioni hanno superato le esportazioni di circa 7 punti percentuali. Tra i principali prodotti esportati si collocano, al primo posto, gli articoli di abbigliamento/materiali tessili (con il 23%) e al sesto posto le calzature con una quota del 6%. I principali destinatari delle export romene sono i paesi UE, tra i quali al primo posto si colloca l Italia con una quota del 19,42%. L Italia detiene il primato nel valore totale degli scambi commerciali con la Romania: anche per quanto riguarda le importazioni, infatti, si colloca tra i principali partner commerciali romeni (15,6%). Nel settore tessile/abbigliamento/calzature, occupa il terzo posto. Gli investimenti diretti esteri sono aumentati in maniera consistente e l Italia si colloca al quinto posto. La presenza degli investitori italiani è diffusa su tutto il territorio romeno, con la tendenza a concentrarsi nelle contee del Nord Ovest del paese: questo soprattutto grazie ad infrastrutture adeguate e alla manodopera specializzata e a basso costo. Anche se c è la predisposizione alla creazione di grandi società e diffusissimi sono gli accordi con produttori locali per la fornitura o l assemblaggio di macchine o beni strumentali, i settori economici prevalenti restano quelli tradizionali (tessile abbigliamento calzature). Nel quadro del futuro sviluppo economico della Romania trovano grande spazio gli investimenti stranieri nel settore industriale e maggiormente artigianale. L Italia, che è già presente sul territorio, può ulteriormente rafforzare la sua presenza con altre imprese, forti dell esperienza della produzione di alta qualità, capaci di sostenere la concorrenza in un mercato sempre più globalizzato. 11
12 STUDIO NEI SETTORI TESSILE-ABBIGLIAMENTO CUOIO-CALZATURE E OREFICERIA IN ROMANIA 12
13 CENTRO STUDI PER L ARTIGIANATO DI CASARTIGIANI NAPOLI Indice 1. Quadro di base del paese e presentazione dei settori tessile/abbigliamento e cuoio/calzature pag Analisi di mercato pag Caratterisiche dell Offerta pag Sisterma distributivo pag Strategie di ingresso sul mercato pag Focus sul sttore orafo pag
14 STUDIO NEI SETTORI TESSILE-ABBIGLIAMENTO E CUOIO-CALZATURE IN ROMANIA
15 CENTRO STUDI PER L ARTIGIANATO DI CASARTIGIANI NAPOLI 1. Quadro di base del paese e presentazione dei settori tessile/abbigliamento e cuoio/calzature 1.1 Informazioni generali sul Paese SUDDIVISIONE AMMINISTRATIVA DELLA ROMANIA Popolazione Abitanti: (Fine 2005) Popolazione urbana: 55% Gruppi etnici: Romeni 89,5%, Ungheresi 6,6%, Tedeschi 0,3%, rom e altri 3,6% Lingue: Religione: Romeno (lingua ufficiale), ungherese, tedesco, rom. Cristiano/ortodossa 87%, protestante 6,8%,cattolica 5,6%. 15
16 STUDIO NEI SETTORI TESSILE-ABBIGLIAMENTO CUOIO-CALZATURE E OREFICERIA IN ROMANIA Geografia Superficie: Posizione: Paesi confinanti: Topografia: Fiumi: Capitale: kmq. (totale); (escluse le acque interne). La Romania è situata nell Europa Sud - Orientale, a Nord della Penisola Balcanica, sul Danubio inferiore, in riva al Mar Nero ed intorno all arco dei monti Carpazi. A est Moldavia e Ucraina, a nord Ucraina, a ovest Ungheria, Serbia e Montenegro, a sud Bulgaria I monti Carpazi circondano l altopiano centro/settentrionale della Transilvania; vaste pianure a sud e est delle montagne: pianura 36%, colli ed altipiani 33%, montagna 31% Molti fiumi sgorgano dai Carpazi e sfociano direttamente nel Danubio o nei suoi affluenti. Il Danubio attraversa km del territorio del paese e sfocia nel Mar Nero, al confine orientale, con un Delta di kmq (il più grande dell Europa), di cui kmq sul territorio della Romania. Altri grandi fiumi sono: Mures, Prut, Olt, Siret, Arges; dei 3500 laghi, solo 300 oltrepassano 1 kmq. Bucarest, oltre abitanti Ordinamento Forma istituzionale: Repubblica Capo dello Stato: Presidente Traian Basescu, in carica dal Capo del Governo: Primo ministro Calin Popescu Taricianu, in carica dal Divisione amm.: 41 contee (Judet), 1 municipalità (Bucarest). Trasporti Rete ferroviaria: Trasporti aerei: Porti principali: km 11 aeroporti internazionali e 16 aeroporti per il trasporto interno. Attualmente sono in fase di ristrutturazione diversi aeroporti. Costanza (Mar Nero), Braila (Danubio). 16
17 CENTRO STUDI PER L ARTIGIANATO DI CASARTIGIANI NAPOLI Va ricordato che la Romania è situata sulla giunzione di tre futuri corridoi europei del trasporto: Corridoio 4: Berlino-Praga-Budapest-Arad-Bucarest-Costanza-Istambul/Salonicco (autoveicoli e ferrovia); Corridoio 7: Costanza-Basarabi-Danubio-Reno (corridoio fluviale); Corridoio 9 (in progetto): Helsinki-Mosca/Kiev-Odessa-Bucarest/Costanza- Alessandria (autoveicoli e ferrovia). Date significative per il Paese 1859: La Romania assume la sua attuale denominazione con l unificazione delle grandi province della Valachia-Muntenia e Oltenia con la Moldavia e parte della Bucovina e Dobrogea. 1918: con l annessione della Transilvania, del Banat Crisana e di Maramures si definisce la mappa attuale del paese 1940: la Bessarabia e la Bucovina settentrionale sono cedute all URSS, la Dobrogia meridionale alla Bulgaria e la Transilvania settentrionale all Ungheria. 1941: durante la seconda guerra mondiale, la Romania, guidata dal maresciallo Ion Antonescu, appoggia militarmente la Germania contro l Unione Sovietica. 1944: Ion Antonescu è spodestato da re Michele I. Il Paese si unisce agli alleati. 1947: dopo l occupazione sovietica, il 30 dicembre è proclamata la Repubblica Popolare. Il re è costretto ad abdicare. 1965: il 22 agosto, con l approvazione della nuova costituzione, la Romania diventa Repubblica Socialista. Il presidente Nicolae Ceausescu porta avanti una politica repressiva fondando una dittatura personale. Industrie e cooperative agricole vengono statalizzate. 1989: il 16 dicembre le forze speciali sparano sulla folla durante una manifestazione antigovernativa a Timisoara. Centinaia di manifestanti rimangono seriamente feriti. Manifestazioni di protesta si verificano anche in altre città e Ceausescu proclama lo stato di emergenza. Il 21 dicembre a Bucarest forze speciali sparano ancora sulla folla. L esercito si unisce alla popolazione in rivolta. Nasce il Consiglio di Salvezza Nazionale che annuncia di voler porre termine alla dittatura di Ceausescu. È la guerra civile. Il dittatore e sua moglie vengono arrestati e accusati formalmente di genocidio. 17
18 STUDIO NEI SETTORI TESSILE-ABBIGLIAMENTO CUOIO-CALZATURE E OREFICERIA IN ROMANIA 1991: la nuova costituzione introduce il sistema del multipartitismo. 1996: molte industrie romene vengono privatizzate. I postcomunisti perdono le elezioni. 2003: il governo si schiera dalla parte degli Stati Uniti nella guerra contro l Iraq. Viene approvata la nuova costituzione. 2004: la Romania entra nella NATO. 2005: Sottoscrizione del Trattato di adesione all Unione Europea per l ingresso della Romania nel : E previsto l ingresso della Romania nell Unione Europea : Dovrebbe essere adotta come moneta l Euro. 1.2 Maggiori centri urbani La capitale, Bucarest, con i abitanti è anche la principale città del Paese. Altri centri urbani importanti, con oltre abitanti, sono: Tabella Classifica delle principali città romene per numero di abitanti CITTÀ NR. DI ABITANTI Iafli Costanza Timisoara Craiova Gala?i Cluj Napoca Brasov Ploieflti Br?ila Oradea Bac?u Pitesti Arad Sibiu
19 CENTRO STUDI PER L ARTIGIANATO DI CASARTIGIANI NAPOLI Secondo gli analisti dell Economist Intelligence Unit (EIU), Bucarest è salita di 14 posti nella graduatoria delle città più care, attestandosi al 95 posto nella più recente classifica delle capitali del mondo in funzione del costo della vita. Nel mese di febbraio 2006 Capital, prestigioso settimanale economico romeno, ha pubblicato uno studio sul costo della vita nelle principali città della Romania, oltre Bucarest. La classifica è stata realizzata tenendo conto dei parametri di costo di 23 prodotti e servizi (alimentari, bevande, trasporti pubblici, parcheggi, case e terreni, tasse locali, biglietti di cinema, ristoranti etc.) In generale, la classifica dimostra un collegamento stretto tra il livello dei costi e lo standard di vita nelle varie città romene. E emerso che tra le maggiori 15 città romene, le più care sono: Cluj Napoca, Costanza, Arad e Ploiesti, mentre alla fine della classifica si trovano città come Iasi, Pitesti, Craiova, Braila e Galati. Secondo Capital, questo si deve al fatto che le prime in classifica godono di una favorevole posizione geografica. Cluj, Arad, Timisoara, infatti, si trovano vicino alla frontiera con l UE, Ploiesti è a meno di 50 Km da Bucarest e Costanza è il porto principale sul Mar Nero e centro turistico balneare. E sorprendente il dato secondo cui se la capitale fosse inserita nella classifica, entrerebbe solo al secondo posto, dopo la città più cara in assoluto, Cluj Napoca. Prendendo poi in esame altri parametri, quali: il costo della forza di lavoro, il tasso di disoccupazione, il grado di istruzione della popolazione attiva, l esistenza di aree industriali e il loro numero, la qualità delle infrastrutture di trasporto, la facilità di accesso alle utenze pubbliche, la distanza dai confini con l Unione Europea, il prezzo dei terreni e degli affitti, il grado di percezione della corruzione ed il tasso della criminalità, la rivista Capital ha poi stilato una classifica relativamente alle aree di maggior interesse per gli investimenti. E emersa una graduatoria, creata attribuendo ad ogni area un punteggio da 1 a 5 stelle, con i seguenti risultati: Province a cinque stelle, ideali per gli affari: Cluj, Brasov, Caras-Severin; Province a quattro stelle, interessanti e attrattive: Bihor, Salaj, Alba, Sibiu, Harghita, Prahova, Ialomita, Giurgiu, Arges; Province a tre stelle, dove si può investire ma con cautela: Iasi, Maramures, Mures, Arad, Timis, Hunedoara, Valcea, Olt, Teleorman, Braila, Calarasi, Bucuresti, Ilfov; Province di due stelle, aree che possono presentare notevoli ostacoli e difficoltà: Botosani, Suceava, Neamt, Bistrita-Nasaud, Vaslui, Covasna, Galati, Buzau, Tulcea, Costanza, Gorj, Mehedinti, Dolj, Dambovita; Province ad una sola stella, al momento, da evitare: Vrancea, Bacau, Satu-Mare. 19
20 STUDIO NEI SETTORI TESSILE-ABBIGLIAMENTO CUOIO-CALZATURE E OREFICERIA IN ROMANIA I punti di forza delle province con maggiore attrattività, sono rappresentati in particolare dalla presenza di buone infrastrutture di collegamento con i paesi dell UE e la disponibilità di personale qualificato. La presenza degli investitori stranieri, però, ha avuto come effetto collaterale l aumento dei prezzi. Le province situate in fondo alla classifica si trovano lontano dai principali assi di trasporto, e sono caratterizzate da uno sviluppo economico meno forte. 1.3 Principali indicatori economici Dopo il periodo di forte recessione che la Romania ha attraversato dal 1997 al 1999, il PIL ha cominciato a registrare un trend positivo a partire dal 2000, soprattutto grazie alla decisione del Consiglio Europeo riunitosi ad Helsinki alla fine del 1999 di avviare i negoziati per l adesione della Romania all'unione. Nel 2000 la Romania ha, quindi, registrato il suo primo aumento del PIL pari al 2,1 % mentre nel 2001 si è raggiunto il 5,7% (uno dei più alti in Europa) in virtù dell aumento degli investimenti e dell incremento dei consumi. Tale trend in crescita rappresenta un dato tangibile di un orientamento verso segni di ripresa e di ristrutturazione, che ha consentito il raggiungimento di molteplici risultati: la riduzione del deficit di bilancio, il rilancio delle esportazioni, la disponibilità e piena collaborazione con il Fondo Monetario Internazionale. Grafico Andamento del PIL nel periodo
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