Settimanale d informazione. Un esempio di vita luminosa: Chiara Luce

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1 33 pellegrinaggio a piedi Jesi-Loreto Venerdì 17 giugno Partenza dalla chiesa di Sant Antonio a Minonna. Questa camminata-pellegrinaggio a Loreto era stata ideata da don Bruno Gagliardini e rappresenta una forte occasione di condivisione e di preghiera. Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi La durata dei processi è tra i problemi più scottanti per l Italia, anche in rapporto alle altre nazioni e ai richiami dell Ue L attuazione della giustizia per tutti è fondamento di libertà Accade spesso che alcune esortazioni del presidente Napolitano trovino concordanza con quelle del presidente della Cei Angelo Bagnasco o, comunque, con quelle di personaggi di alto livello del mondo cattolico. Si nota, insomma, come i due organismi che, stando alle indagini demoscopiche, ricevono maggior fiducia dai cittadini la presidenza della repubblica e la Chiesa si trovano spesso in perfetta armonia quando si tratta di evidenziare problemi importanti e, magari, scottanti. Normalmente, le stesse indicazioni esortative collimano o si integrano. Comunque convergono, non contrastano. Anche nei giorni scorsi è accaduto che, se da una parte Napolitano ha espresso preoccupazioni ed esortazioni di fronte all acceso dibattito (mi si perdoni l eufemismo!) in parlamento, ecco che anche Bagnasco è sceso in campo ricordando che scopo della politica è la giustizia, vale a dire riconoscere a ciascuno il suo, il proprio diritto insieme al proprio dovere. Già. Perché non è una novità che da decenni dobbiamo prendere atto che, di fatto, in Italia la magistratura non raggiunge il suo scopo di dare a ciascuno il suo di fronte ad un torto ricevuto o ad un reato commesso. Abbiamo diecimila giudici (sono pochi? Sono molti?), ma essi non riescono a dare una risposta al cittadino in tempi accettabili (due-tre anni). Oggi la media dei tempi di risposta è intorno agli otto anni. Settimanale d informazione Il vescovo Gerardo incontra i giovani in Cattedrale, sabato 16 aprile dalle 15,30 alle 18 La vera prima riforma della giustizia italiana, dunque, non è quella dei codici, ma quella organizzativa, quella di fare in modo che i tribunali possano accorciare drasticamente i tempi della sentenza. Siamo al 156 posto nel mondo, secondo la Banca mondiale, in ordine alla durata dei processi. La Francia ci riesce in 331 giorni, la Germania in 394 e il Giappone in 515. Noi ci troviamo oltre i 2000 giorni. E abbiamo un arretrato di cinque milioni di processi civili e di tre milioni di processi penali. Per cui, anche sulla base delle esortazioni e delle minacce di Bruxelles - non rispettiamo minimamente i diritti dell uomo per ridurre i tempi bisogna agire su tre fronti: semplificare radicalmente le procedure e in modo tale che né accusa né difesa possano menar il can per l aia; ristrutturare le cancellerie dei tribunali; adeguare alle esigenze il numero dei giudici in pianta organica. Ma nessun governo ha mai posto mano a questo aspetto della riforma, il più elementare e quello veramente urgente. Invece, il dibattito del parlamento in questi gironi, tutt altro che mettere mano ad una riforma epocale, punta, sì, a ridurre le lungaggini dei processi, ma prescrivendoli perché, si dice: dopo tot anni il processo sia chiuso anche senza verdetto. Di fatto si annulla la possibilità di punire o di avere giustizia. È come se io volessi andare a Roma in treno in due ore. Dopo due ore scendo, ma sono a Foligno. Ho rispettato i tempi, ma non ho raggiunto lo scopo. Il dibattito in corso sia sul processo breve che sulla prescrizione breve, dopo alcuni anni previsti, tronca ogni procedura. E migliaia di processi si fermeranno a Foligno, non arriveranno mai a Roma, cioè non si concluderanno mai con una sentenza. Addirittura si sta proponendo di poter interrogare, durante il dibattito, un numero ad libitum Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi Un esempio di vita luminosa: Chiara Luce Sabato 16 aprile dalle ore 15,30 alle ore 18 il vescovo Gerardo incontrerà tutti noi giovani della diocesi di Jesi in Cattedrale. Prendendo spunto dal documento per il decennio dei Vescovi Italiani, don Gerardo tratterà l educazione alla Vita Bella del Vangelo, per aiutarci nel nostro cammino di crescita. Sarà un modo stimolante ed interessante per stringere nuovi legami tra la Chiesa ed i giovani e per rafforzare quelli già esistenti. In un mondo privo di figure di riferimento ed esempi morali, dove a regnare è la mera ricerca della bella vita, la diocesi jesina allunga la mano verso il mondo dei giovani proponendoci un cammino innovativo, ma forte della secolare eredità evangelica, quello che conduce alla Vita Bella. È giusto offrire ai giovani una prospettiva positiva che infonda nuova fiducia nel concetto di Comunità ed una rinnovata speranza nel futuro. Ma la vera novità di quest iniziativa è che essa è fatta per i giovani e dai giovani. L intero incontro sarà infatti organizzato da noi ragazzi che quest estate ci uniremo al Santo Padre a Madrid, dal 16 al 21 agosto, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù. Il nostro incontro comprenderà momenti di preghiera e di riflessione guidati dal vescovo e altre attività di condivisione fra i ragazzi. Inoltre, nel corso di questo primo appuntamento, i partecipanti cominceranno a conoscere la figura di Chiara Luce Badano, la giovane proclamata beata lo scorso settembre che ha vissuto una vita breve ma molto intensa. Questo sarà infatti il primo passo verso l abituale incontro della veglia di pentecoste, l 11 giugno, che vedrà la partecipazione dei genitori di Chiara. Speriamo davvero che quest iniziativa coinvolga il più possibile i giovani e tutti coloro che vorranno venire, certi di trovarci sempre pronti ad accoglierli. L evento di sabato viene svolto in occasione della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù, che cade il 17 aprile, Domenica delle Palme e che rappresenta da ventisei anni il giorno in cui tutti i giovani del mondo si riuniscono intorno al proprio Pastore. Periodicamente le Gmg prevedono, nel periodo estivo, l incontro con il Papa in diverse parti del mondo e dopo Sidney, in Australia, quest anno toccherà alle diocesi spagnole ospitare i pellegrini. Intervista ad alcuni ragazzi Chiara è già stata alla GMG Vocedella ANNO LVIII- N. 14 euro 1 Jesi, domenica 17 aprile 2011 Che cos è per te la GMG? È un appuntamento che si svolge ogni due tre anni in una qualche parte del mondo, quando il Papa invita i giovani di tutti i paesi a condividere alcuni giorni di attività, riflessione e confronto, per aiutarsi a vicenda nel cammino di crescita. Nel 2008 infatti ero stata a Sydney ed è per questo che non potevo mancare all appuntamento di Madrid! Che cosa ti ha dato quest esperienza? Mi è piaciuta molto e a livello spirituale mi ha dato davvero tanto. È un esperienza che ti dà tanto entusiasmo per affrontare meglio la vita di tutti i giorni. Si impara a vedere le cose da un altra prospettiva, più ampia mondiale! Che cosa ti aspetti dal viaggio a Madrid? Mi aspetto che questa esperienza mi dia la forza per migliorarmi e rendere così più forte la mia fede, che durante l anno ha alti e bassi per tutte le cose che si hanno da fare nella vita di tutti i giorni.. Per Simone è la prima GMG Cosa credi che sia la GMG? Penso che sia una bella esperienza, in cui conosci tante persone, vedi tanti posti e che spiritualmente sia un esperienza molto forte, che crea un legame profondo con le persone che incontri Perché hai scelto di partecipare alla GMG? Perché voglio crescere nel mio cammino spirituale e sono convinto che trovarmi in un luogo con milioni di ragazzi come me e pregare, riflettere, confrontarsi sia un esperienza che ti segna e che debba fare sia chi crede che chi non. Sicuramente darà le risposte alle domande che tutti noi ragazzi ci poniamo e poi ci sarà un clima di serenità e armonia che è difficile trovare in altri luoghi Cosa ti aspetti da questa esperienza? Mi aspetto di tornare alla vita normale e rapportarmi con le situazioni comuni di ogni giorno in un altra maniera, con più consapevolezza della mia fede e vivendo nella luce del vangelo perché la differenza è tutta lì, nella luce! Il cammino per madrid È iniziato a settembre e ci porterà fino ai primi giorni di ago- C è ancora tempo! clicca su www. giovanijesi.it sto quando partiremo per la GMG 2011 Da quella domenica di settembre i mesi sono scorsi veloci, ma l appuntamento nel frattempo è entrato un po nelle nostre vite. Una domenica pomeriggio al mese ci incontriamo presso il seminario per fare ancora un altro passo nel nostro cammino verso la JMJ di Madrid. Se nei primi incontri ci siamo più soffermati sulla storia di questo evento e sulle testimonianze di chi vi ha già partecipato, andando avanti abbiamo cominciato ad affrontare a poco a poco il messaggio che Papa Benedetto ha scritto per la JMJ dal titolo Radicati e fondati in Cristo, saldi nella Fede. Abbiamo conosciuto le figure di alcuni santi spagnoli e stiamo anche imparando un po di questa lingua che sicuramente ci tornerà utile in quei giorni d agosto. Mese dopo mese, incontro dopo incontro, siamo già più di settanta inscritti, ma c è ancora posto! A cura dei Giovani della Pastorale Giovanile Diocesana di testimoni, così la prescrizione è assicurata perché il dibattito si trascinerà facilmente oltre i limiti sanciti. Se le attuali proposte della maggioranza andranno in porto, gli 80mila risparmiatori ingannati dalle banche per il fallimento Parmalat non avranno il minimo risarcimento. Insomma, i processi - tanti processi - diventeranno brevi solo perché, dopo qualche anno, bene o male, verranno prescritti. In barba alla giustizia. Poiché tutto questo avviene per permettere a Berlusconi di schivare qualche processo, c è da chiedersi se non valga la pena di reintrodurre l immunità per tutti i deputati a suo tempo voluta dai padri della nostra costituzione ed eliminata in seguito a tangentopoli. Sarebbe il male minore. Vittorio Massaccesi vitt.massa@teletu.it

2 2 17 aprile 2011 Cultura e società Voce della jesi e l unità d italia La Repubblica Romana VI Gli ultimi mesi del 1848 furono segnati da grossi avvenimenti che si ripercossero in tutto lo Stato Pontificio. La forte tensione creatasi esplose a Roma il 15 novembre con l assassinio di Pellegrino Rossi, consigliere e primo ministro del Papa. Il succedersi di vivaci manifestazioni patriottiche convinsero il Papa a lasciare la capitale e a trovare rifugio nella fortezza napoletana di Gaeta. A Roma venne costituito un governo provvisorio, che indisse per il 21 e 22 gennaio del 1849 le votazioni in tutto lo Stato per l elezione dell assemblea nazionale. Fra i dodici rappresentati del popolo eletti nella provincia di Ancona, tre jesini: Clitofonte Onofri, Pericle Mazzoleni e Antonio Colocci. Nella capitale, il 9 febbraio, l assemblea degli eletti proclamò la Repubblica Romana e un mese dopo ne affidò la guida ad un triumvirato composto da Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini. Il 12 febbraio, a Jesi, si riunirono i soci del Circolo Popolare Jesino, di cui era presidente Aurelio Ceruti e di cui facevano parte, tra gli altri, Vincenzo Salvoni e Marcello Marcelli Flori. Gli intervenuti decisero all unanimità di aderire alla Repubblica Romana. Il 16 febbraio si fece festa con illuminazione, addobbi, balli e un ricco rinfresco per il quale fu necessario trasportare in Municipio le sedie del teatro. Ma si trattava di una breve parentesi. La guerra contro l Austria, infatti, iniziata l anno prima da Carlo Alberto e sospesa con l armistizio di Salasco, riprese il 20 marzo, ma senza successo. A Novara infatti - ed Jesi, in piazza della Repubblica, dal 15 al 17 aprile Salone delle eccellenze agroalimentari Capricci di gola è la prossima iniziativa del comune di Jesi per far conoscere e valorizzare i prodotti di qualità della cosiddetta filiera corta. La mostramercato ospiterà circa 30 produttori locali e nazionali che daranno vita ad un appuntamento con il gusto nel centro della città di Jesi in piazza della Repubblica. In occasione della mostra, gli ambulanti del mercato del sabato saranno a piazzale Mezzogiorno. Il presidente dell associazione Terramia di Alba Adriatica, Ettore Ciabattoni, che propone l evento ha spiegato che «il progetto Capricci di gola ospiterà sapori marchigiani e nazionali, unendo le migliori Dop dal Piemonte alle isole, offrendo un particolare appuntamento con il gusto in cui passeggiando al centro si possano incontrare i sapori di una volta». L assessore al turismo e allo sviluppo economico del comune, Daniele Olivi, ha di Giuseppe Luconi erano trascorsi appena tre giorni - Carlo Alberto fu definitivamente sconfitto dall esercito di Radetzky. In quella sfortunata battaglia, allineati con i piemontesi, si batterono anche diversi jesini ed uno di essi, Settimio Scorcelletti, «fece volontario sacrificio della sua vita alla patria». Anche per la Repubblica Romana non si profilavano giorni facili. Il 25 aprile, per ristabilire l ordine e la libertà fra le popolazioni, sbarcò a Civitavecchia un primo contingente di truppe francesi. Due giorni dopo, giungeva nella capitale la Legione Italiana di Garibaldi, seguita a quarantotto ore dai Cacciatori delle Alpi di Luciano Manara. Il 30 aprile, presso Porta San Pancrazio, avvenne il primo scontro tra i francesi e le forze repubblicane. A quella battaglia presero parte anche una trentina di volontari jesini. Dopo alcune ore di violenta sparatoria, i francesi, contrattaccati dalla legione di Garibaldi, furono costretti a ripiegare e a ritirarsi. La prima battaglia era vinta, ma i francesi, tutt altro che disposti a cedere, attesero i rinforzi, preparandosi ad investire Roma con un nuovo e più massiccio attacco. Poi tornavano di nuovo in campo gli austriaci, che il 6 maggio passavano la frontiera, scendendo per la Romagna verso le Marche, ristabilendo il vecchio ordine delle cose. Il 24 maggio, a Jesi, sugli edifici pubblici tornavano gli stemmi pontifici. Nello stesso giorno 1 esercito austriaco, forte di 12 mila uomini, si accampava alle porte di Ancona, assediandola. Dopo venticinque giorni di lotta, i patrioti furono costretti a cedere le armi. Era il 19 giugno. Capitolata Ancona, rientrò a Jesi la compagnia dei volontari che, agli ordini del conte Vincenzo Salvoni, era accorsa in aiuto degli assediati. Anche Roma era destinata a cedere alle forze soverchianti dei francesi, i quali finirono con l avere il sopravvento. Ogni resistenza divenne insostenibile e il 2 luglio i francesi occuparono la capitale. Per la Repubblica Romana era la fine. (6 continua) Nel disegno, lo scontro tra francesi e garibaldini a Porta San Pancrazio. accolto favorevolmente la proposta di Terramia che dal 2008 organizza manifestazioni simili senza gravare sui bilanci comunali, offrendo alle aziende l opportunità di farsi conoscere con i propri prodotti e con dimostrazioni e permettendo ai visitatori di parlare con i piccoli imprenditori presenti e di acquistare dalle aziende. «Questa manifestazione si inserisce nel Teatro dei Profumi e dei sapori ha detto Olivi presentando il progetto non è un evento spot ma è inserito nel piano dello Sviluppo Sostenibile che desidera mettere in rete i produttori, valorizzare la qualità e l enogastronomia a chilometri zero». L esposizione si svolgerà nei giorni venerdì 15, sabato 16 e domenica 17 aprile in Piazza della Repubblica a Jesi dalle 10 alle 20. Nella foto da sinistra la direttrice della Pinacoteca Loretta Mozzoni, Daniele Olivi e Ettore Ciabattoni. Poste Italiane premia le poesie in omaggio alle donne Pensieri al femminile Iscra Bini, Maria Lauriola, Cristian Pierandrei sono gli autori degli scritti giudicati ex aequo i più belli e creativi da un apposita commissione composta dai poeti emiliani Eugenio Ribecchi, Pier Luigi Carenzi, Doriana Riva, Gian Carlo Maggi e Rocco Marchianò. I riconoscimenti sono stati consegnati il 7 aprile all ufficio postale di Jesi Centro dal direttore della Filiale delle Poste di Ancona, Doriano Bolletta. Un iniziativa che ha riscosso un grande successo, tant è che sono stati lasciati diverse decine di pensieri al femminile nell ufficio postale di Jesi Centro nell ambito dell iniziativa 8 marzo in poesia dedicata alla Festa della Donna. Nelle giornate precedenti la ricorrenza nell ufficio postale di via Mura Occidentali era stato allestito un contenitore all interno del quale erano a disposizione del pubblico biglietti contenenti poesie e scritti dedicati alla figura femminile composti dai poeti della commissione. Versi che sono serviti da stimolo alla scrittura da parte della stessa clientela che ha partecipato attivamente all iniziativa, esprimendo la propria creatività. La Festa della Donna assume ogni anno un particolare significato per la realtà postale della provincia di Ancona che si caratterizza nelle Marche come la Filiale con un alta percentuale di donne, che ricoprono soprattutto ruoli di responsabilità nelle diverse funzioni. Su un totale di 103 direzioni cui fanno capo i 122 uffici postali della provincia di Ancona circa il 67% sono ricoperti da una donna ed è femminile anche il 77% del personale amministrativo e di sportello. La presenza delle donne in Poste Italiane garantisce da sempre un forte apporto qualitativo tanto che sono frequenti, da parte della clientela, le attestazioni di stima e di simpatia per la particolare attitudine ai rapporti interpersonali e la grande e riconosciuta professionalità. Postine, Per la festa della Mamma La Fraternità dell Ordine Francescano Secolare di Jesi (San Francesco d Assisi) invita a partecipare alla Mostra-mercato che si svolgerà dal 27 aprile al 4 maggio. La mostra propone lavori realizzati a mano da alcune sorelle della fraternità e che possono trasformarsi in un dono ad una persona cara, magari in occasione della festa della Mamma. L esposizione sarà aperta presso il palazzo dei Convegni di corso Matteotti dalle 9,30 alle 12 e dalle 15 alle 20. Per ulteriori informazioni e per vedere le foto dei lavori realizzati nelle altre mostre, è possibile visitare il nuovo sito internet della fraternità org nella pagina eventi, che sarà attivo dai prossimi giorni. Il Signore ti dia pace sportelliste, impiegate, figure specializzate, dirigenti: le donne sono attive a tutto campo. Voce della si complimenta con la collaboratrice Iscra Bini della quale pubblica la poesia che ha ottenuto il riconoscimento. Donne Sono gambe e parole sono giovane prole sono armonia e perfezione sono vecchie signore sono voci al balcone sono la nave e il timone sono coraggio e passione sono in piedi al lampione sono nuvole in cielo sono sguardo oltre il velo sono curiosità e mistero sono abbraccio sincero sono il meglio dell uomo sono il dolore e il perdono sono specchio e poesia sono sogno e fantasia sono sigaretta tra le labbra sono tramonto e sono alba sono sorelle, amiche, nonne sono madri, sono Donne. Ordine Francescano Secolare Fraternità di Jesi S. Francesco d Assisi ercato Mostra i vostri regali per la festa della mamma Lavori realizzati a mano Presso il Palazzo dei Convegni Corso Matteotti Jesi (AN) Orario di apertura: mattino dalle 9,30 alle 12 pomeriggio dalle 15 alle 20 Iscra Bini da mercoledì 27 aprile a mercoledì 4 maggio 2011

3 Voce della arte 17 aprile Rassegna internazionale di musica sacra Virgo lauretana Torna a Loreto, all interno della Basilica della Santa Casa, la 51esima edizione della Rassegna di musica sacra Virgo Lauretana dal 27 aprile al primo maggio. Cinque giorni all insegna della polifonia sacra per far rivivere le atmosfere medievali e barocche, con la partecipazione di ben 14 cori e 500 cantori professionisti provenienti da ogni parte del mondo. Virgo Lauretana si riconferma così una delle manifestazioni più importanti nel suo genere a livello internazionale. Da segnalare per l edizione 2011 la straordinaria partecipazione di Domenico Bartolucci, direttore artistico della Rassegna e direttore perpetuo della Cappella Sistina, nominato Cardinale da Papa Benedetto XVI durante il concistoro dello scorso 20 novembre. «La polifonia va fatta conoscere non solo ai musicisti e cultori, ma alla comunità ecclesiale nel suo insieme si legge nel discorso della teologia della musica sacra La Citazione a cura di Riccardo Ceccarelli di Papa Benedetto- per la quale costituisce un inestimabile patrimonio spirituale, artistico e culturale». La rassegna è stata presentata dal Cardinale Domenico Bartolucci direttore artistico della Rassegna Virgo Lauretana e direttore perpetuo della Cappella Sistina Monsignor Valentino Miserachs preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra Padre Giuliano Viabile Rettore della Basilica di Loreto e vicedirettore artistico della Rassegna Virgo Lauretana Don Lamberto Pigini presidente della Rassegna Virgo Lauretana Tragica assenza Se non c è alcuna verità, se la ragione non è l organo della verità, allora c è solo il potere degli uomini sugli altri. Robert Spaemann, filosofo tedesco, Avvenire, 7 aprile 2011, p. 30. Stagione Sinfonica al Pergolesi Il 16 aprile e il 5 maggio Prossimi appuntamenti con la stagione sinfonica del Pergolesi: sabato 16 aprile, ore 21, Concerto Barocco con musiche di Haendel, Bach, Haydn e Mozart; soprano Gemma Bertagnolli e direttore Marco Mencoboni. Giovedì 5 maggio, ore 21, Turn out the stars a Bill Evans Tribute in collaborazione con l Associazione SpazioMusica-Marche Jazz Network; musiche di B. Evans con il Martin Wind Quartet, direttore Massimo Morganti. Il concerto di Gualazzi Il concerto Reality and Fantasy di Raphael Gualazzi vincitore di Sanremo Giovani 2011, si terrà il prossimo 30 aprile al Teatro Pergolesi, in esclusiva regionale, nell ambito della Rassegna Controcanto 2011_V edizione. L evento è promosso dalla Provincia di Ancona, Comune di Jesi, Arci Ancona, con la collaborazione della Fondazione Pergolesi Spontini. La direzione artistica di Controcanto è a cura di Mauro Binci. La voce del violoncello : ultimo concerto degli Amici della Musica con Beethoven e Brahms Istintivo ottimismo e oscuri presagi Ultimo concerto, il 2 aprile, della Stagione Cameristica Amici della Musica e occasione anche per redigere un bilancio finale di quanto è avvenuto. Risulta sicuramente positivo per quanto riguarda i contenuti. Sono stati ascoltati solisti di solida reputazione, strumenti diversi, pagine di autori classici e contemporanei, a volte inedite. Ad alcuni concerti è stata premessa dagli interpreti una breve presentazione. Benissimo. La musica da camera non si trova facilmente dietro l angolo. Se, in più, si provvede a spiegare magari sommariamente e a commentare, il concerto può diventare anche un interessante lezione di musica. Qualche appunto alla rassegna è tuttavia necessario. Occorrerebbe provvedere per tempo a far conoscere il calendario, indicando programmi, luoghi, date e orari. Non meno importante è trovare migliori forme di coinvolgimento, favorire l accesso di giovani e studenti, distribuire magari qualche manifesto in più, soprattutto là dove c è interesse per la musica ed è possibile trovare risposte all iniziativa. Del resto, quando un prodotto è buono appare più che lecito sostenerlo e pubblicizzarlo. Con il titolo La voce del violoncello il concerto di chiusura della stagione ha Sarà presentato sabato 16 aprile, alle ore17.30, presso il Teatro S. Francesco di Jesi, il libro di Giovanni Falsetti Piaceri Sconosciuti. L evento è organizzato dalla compagnia teatrale El Passì e dalla scuola musicale G.B.Pergolesi. L autore Giovanni Falsetti, maceratese, insegna filosofia e storia in un liceo di Perugia ed ha collaborato con la cattedra di Estetica della facoltà di Filosofia all Università degli Studi di Perugia, dove risiede. Collabora, come autore e saggista, con diverse riviste italiane ed estere, come Gradiva e In forma di parole. Al suo attivo ha diverse pubblicazioni: Convivio dei presentato due virtuosi venuti dall Est. Alla Volkova è pianista di solida formazione, solista in diverse formazioni cameristiche e titolare della cattedra di Musica da Camera al Conservatorio di Pesaro. Ha in repertorio soprattutto autori russi e sovietici. Suo partner è stato Volodymyr Zubytskyi, di Kiev. Compiuti gli studi in Russia e, a pieni voti, al Conservatorio di Pesaro, ha iniziato un attività concertistica intensa, ma ha continuato a perfezionarsi frequentando masterclasses e corsi di alta specializzazione. Fa parte, anche lui, di orchestre e complessi cameristici, esibendosi spesso come solista. Due soli grandi nomi apparivano nel programma; Beethoven e Brahms, con opere della piena maturità dei due poveri (Flaminia, Pesaro, 1998), poemetto civile vincitore di vari premi nazionali; Il forestiero e i monti azzurri (In forma di parole, Bologna, 2004), numero monografico della rivista-libro In forma di parole diretta da Gianni Scalia e distribuita da Feltrinelli dedicato agli scritti di Giovanni Falsetti; Una ventata di follia (Robin Edizioni, Roma, 2005), romanzo d esordio vincitore del primo premio Città di Cava de Tirreni, XXIII Edizione per l anno 2006, e risultato finalista alla X Edizione del Premio Letterario Internazionale Maestrale-San Marco- Marengo d oro per l anno Piaceri autori, ma diversissime per significato. Appartiene al periodo di più fertile produzione la Sonata per violoncello e pianoforte op. 69 di L.v. Beethoven. Qui palesemente il grande titano della musica esprime l istintivo ottimismo che, pur attraverso tempeste e assalti, improntava il suo carattere. Vi appare un oasi di serenità. Il primo movimento è luminoso, attraversato da qualche abbandono lirico. Più incisivo e dinamico il secondo, con tratti di una vivace cantabilità vagamente zigana che si dissolve e acquieta di nuovo nell ultimo. Non si tratta di un opera definibile di circostanza. Fu dettata invece da uno stato di grazia, o, probabilmente, dalla gioia derivata dal superamento di una crisi. Una tensione drammatica, se non addirittura tragica, attraversa invece la seconda composizione, cioè la Sonata per violoncello e pianoforte op. 99. J. Brahms aveva cinquantatré anni quando la scrisse e già era stato assalito, soprattutto a causa della perdita dei suoi più cari amici, da crisi di un profondo sconforto tormentato da quegli oscuri e sinistri presagi che lo avrebbero accompagnato fino alla morte, poco più di dieci anni dopo. La composizione si direbbe una parabola del dolore. L incipit è aggressivo, aspro, inquieto. Una sofferta rassegnazione sembra poi prendere il sopravvento, sopraffatta però nel successivo, appassionato movimento e di nuovo riscattata, ma con amara consapevolezza, nell ultimo. Le due opere, dense di significati e magistralmente eseguite, sono state salutate da applausi così fervidi che Alla Volkova ne è rimasta meravigliata: Non ci aspettavamo tanto calore, ha esclamato in un ottimo italiano. Un accoglienza comunque ben meritata, dalla quale trarre anche buoni auspici per il futuro. Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Nella foto: Alla Volkova, Volodymir Zubytskyi e, al centro, il M Giuseppe di Chiara, Direttore Artistico della Stagione Concertistica Amici della Musica. Jesi, teatro San Francesco: il 16 aprile alle 17,30 il libro di Giovanni Falsetti È la storia della sua giovinezza e di quella di molti altri La mostra di Guido Morichelli, artista marchigiano Pennellate come sfumature sonore sconosciuti narra le vicende di Davide, un ragazzo inquieto che ha perso da poco suo padre, ama la letteratura e la poesia, crede nella libertà e nella vera amicizia. È la storia della sua giovinezza e di quella di molti altri ragazzi nell Italia contemporanea. La storia delle avventure di una comitiva eterogenea di giovani sradicati, tra provincia e metropoli, natura selvaggia e labirinti di cemento, viaggi, esperienze lisergiche, conflitti di classe e divergenze politiche; tra il desiderio di libertà e la sua perdita per mano dell eroina. I mille volti dei protagonisti e le loro insicurezze si specchiano in quelle della società in cui vivono e l autore ci accompagna nella metamorfosi di Davide descrivendo la spregiudicatezza e la profondità d animo di un ragazzo combattuto tra speranze e disillusioni, realtà e immaginazione. Che siano su acrilico o su tela, le pennellate informali di Guido seguono una magia; un impronta, un controcanto, sogni velati che riescono a disegnare una muta danza anche attraverso tecniche mescolate o alternate ad oli. Spontaneità esuberante, ma che si tiene raccolta, visitando un quotidiano nel quale spesso emergono esperienze, silenzi ed onde sonore. L ascolto musicale di cui fruisce questo artista, è inaspettato; a volte, ciò che arriva si unisce alla fantasia per poi tratteggiare mescolanze di colori, accostate a serate musicali di vario genere. Guido Morichelli, di formazione classica inizialmente, poi tanta pratica commerciale fin oltre la prima metà della vita, ha intrapreso questo sentiero artistico completamente da autodidatta, tardivamente, nel suo territorio di origine, le Marche. Con un inizio figurativo, la sua ricerca presto si è evoluta verso un piano informale, più consono al suo temperamento che lo ha aiutato a muoversi con intraprendenza e leggerezza nei viaggi e con le persone, riuscendo ad addentrarsi in una migliore conoscenza delle cose che muovono il mondo. Attirato al confronto con gli altri, ha seguito mostre un po dappertutto; poi lui stesso si è lanciato esibendo i propri lavori, sia in occasioni collettive che personali. Elisabetta Rocchetti Ancona, Numana, Sirolo, Potenza Picena, Recanati, Fano, Falconara Marittima, Civitanova Marche, sono le località nelle quali Guido Morichelli si è messo in gioco dal 2006, con il patrocinio degli Assessorati alla Cultura locali. Giunto finalista alla Mostra Concorso Marguttiana d Arte nell agosto 2007, Morichelli ha da poco esposto al Palazzo dei Convegni dal 26 marzo, al 3 aprile. L evoluzione delle idee, affinate alla rielaborazione del passato, rischiano di creare un richiamo a coloro che sono da sempre alla ricerca di una innovazione.

4 4 17 aprile 2011 attualità Voce della Quale futuro in un mare che inghiotte speranza? di Remo Uncini Le immagini che ogni giorno la televisione ci pone davanti agli occhi sono di quei giovani arrivati, poi ripartiti e poi fuggiti per andare verso un futuro che neanche loro sanno. Siamo forse in un tristissimo tramonto della civiltà che ha avuto bagliori di luce? Oppure ci troviamo al letto di una società malata che attende l ultimo soffio? Definirla un epoca dello scontro di civiltà non può bastare. La nostra società è una che consuma di più di quello che produce con una sproporzione folle. Distrugge più di quello che la natura può ricreare e disperatamente è aggrappata alla ricerca di mezzi di conservazione della vita, seminando morte sulla terra. Altro che scontro di civiltà! Delirio di distruzione, terrore della morte, disincanto del presente è l immagine del nostro tempo. Gesù ci fa un invito pressante a stare nel mondo ma a non essere del mondo (Gv 17,16). Gesù chiede al Padre di non togliere i suoi fratelli dal mondo ma di difenderli dal mondo. Questo deve spingere sempre di più la Chiesa alla custodia dell uomo nella difesa dell uomo storico in sintonia con Gesù: «Quando ero con loro, conservavo nel Tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi E dico queste cose finché sono ancora nel mondo perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia» (Gv 17,12) Gesù è portatore di tenerezza! Li ho custoditi - dice - Gesù. Ciò vuol dire che stare nel mondo è difender dal mondo i piccoli e gli indifesi. E difesi non da sbarre, non da muraglie, dai mari che inghiottono ma dalla speranza che accoglie dove c è posto per tutti. E la vita ha un senso solo se scopriamo di essere portatori di dinamiche d amore e di salvezza. Dire questo non è predicare verità astratte ma è trasmettere verità evangeliche che non può essere questo mondo a trasmetterle se noi non siamo disponibili ad essere dei testimoni e a ragionare fuori della logica del mondo. Il Maestro non ha trasformato profondamente la nostra vita con le parole, ma con il dono di se stesso. Non ha arretrato davanti al rischio di usare parole ripugnanti, che scandalizzavano e mettevano di fronte alla propria responsabilità. Non si può permettere che l esistenza umana sia gettata. La vita non può avere un valore in base alla sua provenienza. L esistenza dell individuo è ferma, sicura, irremovibile quando in qualche modo accoglie in se l assicurazione misteriosa di Dio: tu non ci saresti se il mondo non avesse bisogno della tua esistenza: la mia, la vostra, la loro! Questo significa cingersi i fianchi della verità e stare bene in piedi perché l altro che arriva non può più mettere paura, perché è un fratello che cerca. Nel primo capitolo del libro di Geremia, il profeta che più fortemente affronta i tempi difficili, il Signore gli fa dire: prima di formarti nel grembo materno ti conoscevo tu dunque cingi i fianchi, alzati e dì loro tutto ciò che dirò. (Ger 1,5-11) Allora non è irreale che anche noi ci alziamo e ci cingiamo i fianchi per combattere le paure, le sicurezze che dobbiamo condividere, e dire loro quello attraverso i suoi profeti il Signore ci ha detto PROGETTO EUROPEO PER L EOLICO Raccogliere dati scientifici per verificare se esistono le condizioni per realizzare impianti di energia eolica offshore nel mare Adriatico. È questo l obiettivo del progetto europeo Powered, il più importante finanziato dal Programma Transfrontaliero Ipa Adriatico e che può contare su un finanziamento europeo di 4 milioni e 400 mila euro. Tredici i partner di Powered : per la parte italiana, il Ministero dell Ambiente, le Regioni Abruzzo (che svolge anche il ruolo di capofila del progetto), Molise, Puglia e Marche, l azienda regionale Veneto Agricoltura, la Provincia di Ravenna, l Università Politecnica delle Marche, il Consorzio Cetma, la Micoperi Marine Contractors. Il Montenegro a l Albania partecipano con i rispettivi Ministeri dell Economia, mentre per la Croazia la partnership è assicurata dal Comune di Komiza. Ogni partner sarà responsabile di un Work package (Wp), cioè di un aspetto operativo del progetto. Non si tratterà di realizzare impianti eolici, come ha spiegato l assessore regionale all Ambiente, Sandro Donati, ma di determinare scientificamente se esistono o meno le condizioni meteorologiche in primo luogo venti adeguati logistiche e normative per investire nel mare Adriatico su questa tipologia di energia rinnovabile e pulita, costruendo anche i presupposti per lo sviluppo di una nuova filiera produttiva capace di creare nuova occupazione qualificata. di Riccardo Ceccarelli terrelementari terrelementari L erba del vicino Il proverbio dice che l erba del vicino è sempre più verde. Ovvero sempre più bella e viva di quella del nostro giardino. Per dire al contrario che tutti siamo portati a lamentarci della nostra condizione e a vedere la condizione degli altri come migliore della nostra. Questo il proverbio, ma in terre elementari erba significa erba, letteralmente. E di questa stagione l erba è incontrastata protagonista del paesaggio urbano ed extra urbano. Però di erba si parla soprattutto dentro le città, in quanto l erba troppo alta, l erba incustodita (leggesi erbaccia) diventa al primo sole caldo della stagione argomento di opinione pubblica. Una mattina, nello scambiare le battute di rito incrociando uno dei miei due affezionati lettori (Roberto) siamo stati ambedue attratti da cespuglioni d erba incolta. Con un occhiata di complicità abbiamo evitato il prevedibile commento negativo e di rimprovero. Tanto non serve a tagliare l erba. Abbiamo anche evitato il prevedibile accenno a che cosa si dovrebbe fare per rimediare. Tanto non serve a tagliare l erba. Ci siamo soltanto stretti la mano (metaforicamente) nel dirci che queste prevedibili faccende stagionali di relativa importanza (l erba alta non uccide né inquina, ci risulta) danno modo di esercitare lo Parole e paesi che affondano sempre più con gli immigrati Sta venendo in superficie una drammatica realtà: in Europa si è bravi a parlare di solidarietà e di accoglienza, solo a parole però. Bravi nelle enunciazioni di principio sull accoglienza, sulla libera circolazione, sulla manodopera necessaria allo sviluppo economico, sulla necessità dell integrazione; si discute sul multiculturalismo, salvo poi metterlo in dubbio o rifiutarlo, come nei mesi scorsi da parte della Germania o dell Inghilterra. Per quest ultima vedi il discorso del premier inglese David Cameron del 5 febbraio alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza ( Il Foglio, 8 febbraio, p. IV). Governare la sicurezza ed il terrorismo, la diversità delle culture che non si riconoscono ed il fenomeno delle migrazioni, non è affatto facile. A parole diventa una esercitazione accademica per tutti, nella maggioranza e nell opposizione. Continua ad esserlo nelle opposizioni quando le maggioranze debbono prendere decisioni concrete. È una triste realtà in un singolo paese come l Italia, è caos in un Europa con una crescente sordità per questi problemi. Gli accordi raggiunti trovano subito cavilli per non essere osservati o quantomeno trovano tempi lunghi. Nella pubblica opinione si confondono clandestini e migranti per lavoro, quanti vogliono trovare nuove possibilità di vita migliore e quanti fuggono da persecuzioni e da guerre. Le migrazioni ci sono state sempre nella storia. A volte più contenute, altre volte su vasta scala. I confini naturali o artificiali non hanno retto a lungo. Governarle non è stato mai facile. Ormai non è più il caso di piccoli gruppi che si muovono. A determinarle sono le grosse cifre dell incremento demografico, come quello che avviene e avverrà in Africa, oltre ai conflitti e alla fame. Le soluzioni non sono a portata di mano. Sono problemi immensi. Quello della pace e della fine delle guerre, e quello di uno sviluppo che dia pane e speranza per tutti. Se fosse patrimonio di ogni cultura e di ogni politica la pari dignità di ogni essere umano, come è scritto in tante solenni dichiarazioni sottoscritte, con quanto essa comporta: diritto alla vita, alla pace e al futuro per tutti e per ciascuno in qualsiasi parte del mondo, non ci sarebbero situazioni d emergenza. Ma così non è. Non c è dignità riconosciuta per ogni uomo. La pace è sempre lontana. La guerra e non il diritto, ma soprattutto rapporti di forza guidano i popoli; il diritto internazionale è osservato solo quando fa comodo; la violenza viene praticata e predicata come soluzione più giusta e più facile; gli interessi economici e la prevaricazione diventano norma e legge; della giustizia, al di là delle parole che la invocano, in concreto non se ne avverte neanche spirito civico: nel senso che preoccupandosene si comincia ad entrare nella dimensione del rispetto per le cose salendo agli animali fino alle persone. Un esercizio quasi spirituale, se non fosse che l erba è molto concreta e che parlarne in questo modo costa poca fatica. È vero ci siamo detti con lo stesso sguardo di complicità parlare dell erba da tagliare ha il sapore delle discussioni inutili per non affrontare quelle importanti. È vero. Faccende importanti urgono alle frontiere (territoriali e sociali) e aspettano che ce ne occupiamo nel modo che sappiamo fare. Che possiamo fare. Che vogliamo fare. Quella mattina lì, io e il mio lettore abbiamo dimostrato a noi stessi che l attenzione alle cose concrete quelle che cadono subito sotto i sensi o troppo sotto i riflettori mediatici spesso distraggono l attenzione verso altre cose o altri eventi o altre persone, etc etc. L essere attenti e sensibili verso le cose più importanti, per aumentare il proprio spirito civico, non aumenta con il sole di primavera. Diciamo che in altro modo questa attenzione e questa sensibilità nasce tutti i giorni e tutti i giorni si coltiva fino a cambiare le cose concrete. Così come si taglia l erba: al momento giusto, nel modo giusto, con la giusta considerazione. Silvano Sbarbati notiziebrevi la necessità. In situazioni come queste è più che ovvio che avvengano migrazioni verso paesi che appaiono meno problematici e più tranquilli. E per questo si rischia anche la vita. Quando non c è più niente da sperare, si mette in forse anche la vita, si rischia tutto per tutto. E di questo si approfittano altri esseri umani, scafisti o mercanti che, impuniti, di umano non hanno più nulla. Muoversi a livello mondiale, europeo o nazionale, su questi scenari, non è agevole. Molto facile è fare demagogia, specie se si è all opposizione e si ha la memoria corta. Vanno trovate soluzioni ai vari conflitti, inventati sviluppo e futuro per le nuove generazioni per quanto è possibile nei paesi di origine, ed insieme programmare le necessità di occupazione nei vari paesi proprio per rispetto della dignità di quanti dovranno arrivare e trovare per essi condizioni umane e non subumane. Il lavoro è della politica e di quanti sono chiamati a dare risposte a questi problemi. Da tener presente che comunque l accoglienza verso ogni uomo in difficoltà è il primo dovere per politici e non. Questa è la cultura dell accoglienza che non riesce a concretizzarsi in un Europa che sta affondando con gli immigrati. Nonostante le chiacchiere di ieri e di oggi. E se, immaginandolo soltanto, provassimo anche noi, costretti dalla fame o dalle guerra, a salire su un barcone Traumi post terremoto Il terremoto dell Aquila ha provocato vittime in tutti i modi, per esempio, secondo la Protezione Civile, i bambini e gli adolescenti colpiti sono circa , di cui quasi 6mila di età tra 0 e 9 anni e tra i 9 e i 19 anni. Secondo una ricerca dell Ospedale Pediatrico Bambino Gesù sono ancora molti i minori che rivivono ogni giorno quel trauma. Oltre il 5% dei bambini aquilani da 3 a 14 anni presenta ancora disturbi legati all ansia, come mancanza d attenzione; oltre il 7% degli adolescenti da 6 a 14 anni soffre di sindrome post-traumatica da stress, che si manifesta con paura intensa, senso d impotenza e orrore, rivivere in maniera persistente il dramma, difficoltà di addormentarsi, ipervigilanza. Un dato che è il triplo rispetto alle altre province abruzzesi. Sul versante scolastico si registra un decremento di 700 alunni nel numero di iscrizioni per l anno scolastico rispetto a quello precedente e la riapertura di soli 5 asili nido rispetto ai 12 aperti prima del terremoto. Questo il decalogo per la protezione dei bambini e degli adolescenti nelle emergenze, sempreché, ovviamente, il lavoro sia fatto di concerto tra tutti gli operatori a livello nazionale, Protezione Civile, personale sanitario, volontari, operatori sociali, psicologi, scuole e comunità locali: Soccorso, Cura, Famiglia, Gioco, Scuola, Informazione, Ascolto, Privatezza, Partecipazione e Prevenzione. Per informazioni ecco l indirizzo Internet: savethechildren.it/it/homepage Storie di ordinaria demenza Mi sono promesso di non fare polemica (neppure politica) dalle pagine di questo giornale, ma un editoriale di Antonio Socci mi fa cambiare idea, perché ha ragione di dire pubblicamente, come si deve che «i cattolici sono indignati: si sentono bersagliati ingiustamente e si sono stancati di subire in silenzio». L episodio che ha fatto indignare è stato l incredibile invettiva contro la Chiesa fatta dalla Littizzetto a Che tempo che fa, domenica 3, su Rai 3, quando, riguardo agli sbarchi degl immigrati, ha urlato ai vescovi: «Dicano qualcosa su tale questione». I vescovi, a suo parere, stanno sempre a rompere «e adesso stanno zitti fate qualcosa! Cosa fanno?». A parte il fatto che proprio la scorsa settimana il Segretario generale della Cei, monsignor Crociata, ha convocato una conferenza stampa per informare che 93 diocesi hanno messo a disposizione strutture capaci di ospitare 2500 immigrati, caricando sulla Chiesa tutte le spese (questo la Littizzetto non lo dice ). L improvvisata teologa, volendo citare il Discorso della montagna (dice lei), urla ai vescovi e alla Chiesa: «Ero nudo e mi avete vestito, ero malato e mi avete visitato, avevo sete e mi avete dato da bere Il discorso della montagna lì non vale perché sono al mare?». I versetti citati non c entrano col Discorso della montagna ma, a parte questa prova d ignoranza, perché iterare la stupidità insultando preti, suore e un mare di volontariato che, nei poveri e negli emarginati, si prendono cura del Cristo crocifisso?! A cura di Oreste Mendolìa Gallino

5 Voce della regione 17 aprile Conclusi a fine marzo gli incontri di Storia dell Arte in Pinacoteca con una sempre numerosa partecipazione di pubblico Arte e architettura nelle Marche dopo il Risorgimento Hanno fatto registrare anche quest anno una buona affluenza di pubblico gli incontri di Storia dell Arte in Pinacoteca: sei appuntamenti a cadenza settimanale, ogni mercoledì, che si sono protratti da metà febbraio a fine marzo. Purtroppo numerosi altri eventi culturali, anche eccezionali come le manifestazioni per l unità d Italia, si sono affollati nello stesso periodo, non lasciando spazio e riflessioni e commenti immediati. Si può tentare almeno di ricordare in sintesi le conferenze proposte. I temi presentati hanno trattato aspetti particolari dell arte relativi alla nostra città e alla nostra regione, diversi dei quali, come era opportuno, attinenti all epoca post risorgimentale. Alla prolusione di Loretta Mozzoni che il 16 febbraio ha illustrato i due quadri di Antonio Guardi recentemente acquisiti dalla Pinacoteca, ha fatto seguito, il 23 febbraio, la conferenza di Simona Cardinali che ha presentato le opere di Orfeo Tamburi e di Filippo De Pisis, da poco tempo anch esse entrate in possesso della Galleria. La relatrice ha parlato dell ambiente artistico che influenzò i due pittori. Per Tamburi fu Roma, dove l artista jesino entrò in contatto con Scipione e Mafai e poi Parigi dove si avvicinò a Corot e Cézanne. Interpretò e tradusse queste esperienze in una grafia nervosa e incisiva; essenziale e intrisa di indefinibili malinconie nei ritratti. Simili umori si ritrovano in De Pisis (vero nome, Filippo Tibertelli), poeta anche prima di formarsi pittore. Più lirici sono tuttavia i suoi soggetti che rimandano anche suggestioni metafisiche o richiamano esperienze futuriste. Si direbbe, la sua, un arte in dissolvenza, estremizzata. Nelle ultime tele, realizzate quando, malato, era chiuso in una casa di cura, De Pisis tracciò solo pochi labili segni. Alla relazione di Romina Quarchioni, che il 2 marzo ha illustrato gli affreschi del ciclo dell Eneide realizzati a Palazzo Pianetti negli anni del più fulgente neoclassicismo dal pesarese Placido Lazzarini e da Carlo Paolucci, hanno fatto seguito, il 9 marzo la conferenza di Giuseppe Capriotti su Travestimenti risorgimentali: pittura marchigiana per l unità d Italia, poi quella di Michele Polverari che il 16 marzo ha trattato Monumenti a Vittorio Emanuele II, Cavour e Garibaldi e infine quella di Stefano Santini che il 23 marzo, ricordando ugualmente il 150 anniversario dell Unità d Italia, ha esposto una relazione su Il Commissario Straordinario per le Marche Lorenzo Valerio. Un cenno almeno a queste due ultime. REGIONE ad Ancona arriva la mostra itinerante Le mouvement sculpté - Il Movimento scolpito Dal Louvre al Museo Tattile Omero, copie di celebri sculture in mostra Le celebrazioni post risorgimentali All indomani dell Unità d Italia, ha premesso Michele Polverari, vi fu in tutto il paese un gran fiorire di celebrazioni che si concretizzarono in opere pubbliche dedicate ai protagonisti del Risorgimento. Monumenti equestri, busti, statue, lapidi commemorative apparvero ovunque. A queste opere altre simili si aggiunsero in memoria di personaggi illustri. Avvenne anche nelle Marche. A Pesaro Carlo Marocchetti, torinese, realizzò il monumento a Rossini da collocare di fronte al Conservatorio. Un altro, dello scultore Ugolino Panichi, fu eretto a Recanati per Giacomo Leopardi. Urbino pensò a Raffaello, per il quale commissionò nel 1883 un monumento a Luigi Belli. Un esame molto attento ha fatto Michele Polverari del Monumento a Cavour, realizzato per Ancona da Aristodemo Consoli. Venne eretto nel 1868 in una zona allora periferica della città. A commissionarlo furono la provincia e i comuni per la cifra, astronomica per quei tempi, di lire. Presenta alcuni particolari interessanti. L indice della mano destra è rivolto a una tavola sulla quale è scritto Italia unita. Dettaglio realistico è la cartella appoggiato sul retro, ai piedi di Cavour. Alla base si trovano due bassorilievi: l uno ricorda la proclamazione del Regno d Italia, con lo statista collocato al centro; l altro il Congresso di Parigi del 1856; un soggetto, questo, liberamente tratto da una fotografia. La statua si trova ora in zona centrale della città, molto frequentata e di traffico intenso, ma è guardata distrattamente da quanti le passano accanto, divertiti più che altro dai piccioni irriverenti che vi si posano sopra. Un decoroso restauro sarebbe necessario. È il trattamento che invece ha avuto il monumento a Vittorio Emanuele II, dello scultore Nicola Cantalamessa, la cui collocazione ad Ascoli Piceno, nel 1882, fu al centro di discussioni e dibattiti. Molto più modesto del precedente il costo dell opera: lire, solo le spese vive. Poco più alta la cifra chiesta dal romano Ettore Ferrari per la realizzazione, a Macerata, del monumento a Garibaldi: lire. Altre opere sarebbero state commissionate a questo scultore, esponente politico repubblicano, Grande Maestro della Massoneria: come il monumento a Vittorio Emanuele II a Venezia, collocato di fronte al famoso Hôtel Danieli e quello a Giordano Bruno a Roma, per la cui inaugurazione venne organizzata una grande festa massonica a Campo dei Fiori. Altre opere dedicate agli eroi del Risorgimento Ettore Ferrari realizzò a Roma. Loreto, Rovigo, Vicenza, Montevideo. Qui però un non ben riuscito monumento a Garibaldi venne rifiutato. Si trova oggi a Catania. Accanto ad altri scultori che lasciarono opere nelle regione il relatore ha ricordato in particolare il marchigiano Ercole Rosa, che lavorò molto a Roma (è suo il monumento ai fratelli Cairoli), ma che era nato a San Severino. Fu Direttore dell Accademia delle Belle Arti in Urbino e realizzò, tra diverse altre opere risorgimentali, anche il monumento a Vittorio Emanuele in Piazza Duomo a Milano. Parigi - Hong Kong - Ancona: questo è il viaggio che hanno compiuto 18 opere appartenenti alla mostra itinerante Le mouvement sculpté - Il Movimento scolpito promossa dal Museo del Louvre di Parigi. Sarà possibile fruirla nelle Marche al Museo Tattile Statale Omero del capoluogo regionale, dedicato alle persone non-vedenti. Le opere, copie e rilievi in gesso e resina di celebri sculture che spaziano dal II a.c. al XIX d.c., riflettono il mutamento estetico della civiltà europea nei secoli e sono divise in cinque categorie che mostrano altrettanti diversi movimenti del corpo: lo sforzo, la corsa, il ballo, il riposo e la caduta. Tra le più celebri: Il Milone di Crotone, Il soldato che tende l Arco, Il Mercurio che allaccia i La rivoluzione urbanistica di Lorenzo Valerio Più circoscritto è stato l argomento dell ultima conferenza dedicata ad un unico personaggio: Lorenzo Valerio. Fu Commissario Generale Straordinario per le Marche, attivissimo a Jesi dove realizzò una vera e propria rivoluzione urbanistica. In soli quattro mesi firmò ben ottocento decreti, prevalentemente espropri di edifici religiosi da trasformare in strutture civili. Pochi ne furono lasciati inutilizzati. Il convento di S. Floriano, dei Minori Conventuali, dal 1860 in poi passò al Comune di Jesi subendo modificazioni alla struttura interna e diventando Pinacoteca e scuola elementare. Espulso l ordine dei Fatebenefratelli, la loro sede diventerà Ospedale Civile. Il Convento di S. Agostino a lungo sarà adibito ad altri usi; negozi, magazzino, deposito di merci. Il Convento di S. Anna venne abbandonato dalle Suore benedettine; sconsacrata la sua chiesa dove erano conservate opere di autori diversi. Espropriato e messo in vendita, il convento sarà successivamente acquistato dal marchese Raffaele Mereghi che lo ristrutturò secondo uno stile di tardo ottocento. Altro bene espropriato fu il Convento di S. Francesco al Monte, dei Padri minori riformati. Stessa sorte subì il Convento dei Cappuccini situato all Isolato Carducci. Al centro della città il Monastero della SS. Trinità, con a lato la chiesetta di S. Martino, venne in parte demolito e adibito a scuola e palestra. Del Monastero delle suore Clarisse della SS. Annunziata, che si trovava ugualmente lungo il corso, resta solo il disegno. Al suo posto venne costruito il Palazzo delle Poste con, a lato, l Istituto P. Cuppari. Anche il Convento di S. Maria del Soccorso, detto delle Monnighette, fu demolito e non più ricostruito. Lorenzo Valerio passò come un sandali, Lo schiavo ribelle. La mostra, inaugurata a Parigi nel 2008, dal 2009 ha girato il continente asiatico ospitata in diversi musei di Taiwan e della Cina, per approdare in Italia, nella città di Ancona, grazie alla salda collaborazione che lega il Museo Omero e il Museo del Louvre. Già in passato, infatti, i due musei hanno collaborato per varie iniziative come la Mostra D après l Antique, ospitata nel 2005 alla Mole Vanvitelliana, e il progetto de Il Satiro Danzante di Mazara del Vallo, ospitato nel 2007 al Museo del Louvre di Parigi, in occasione della mostra dedicata a Prassitele. Fatto eccezionale è che queste opere rimarranno per cinque anni ad Ancona, ma il periodo potrà essere prolungato e la speranza è che restino stabilmente al Museo Omero. Rosa Coscia turbine sulla città, cancellando quanto più possibile delle tracce del dominio secolare precedente. Intervenne nell amministrazione civile e nella sicurezza. Istituì tre licei, tre scuole tecniche superiori, quattro magistrali, una scuola d agraria, un collegio militare. Aveva idee chiare riguardo ai marchigiani dei quali diceva: Hanno molti pregi, qualche difetto e mancanza di iniziativa. E inoltre: Hanno bisogno di istituti di credito. Non conoscono la loro forza. Non possono ricorrere sempre allo stato. All esproprio dei conventi e dei monasteri si aggiunse quello degli arredi e delle opere d arte di cui essi erano dotati. Impressionante il numero. Costituiranno i musei, luoghi di conservazione dei beni e delle testimonianze di un identità culturale. Si dovrà però ricorrere ad una casa ecclesiastica per la loro amministrazione, in mancanza di un personale preparato a gestirli e a renderli fruibili. Anche libri e documenti scientifici furono espropriati. Molti confluiranno alla biblioteca dell università di Urbino. Poiché era stabilito che in soli quaranta giorni gli edifici religiosi dovessero essere abbandonati e successivamente ristrutturati, la città in breve tempo mutò aspetto e attività. Ben trentuno conventi vennero trasformati in carceri, scuole, magazzini, brefotrofi, ricoveri per vecchi, sedi militari e caserme. I religiosi vennero sostituiti da impiegati, gli enti pubblici occuparono gran parte del suolo pubblico. Ed è questo l aspetto che, salvo la più recente espansione urbanistica, ancora oggi la nostra città conserva. Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Nella prima foto Loretta Mozzoni e Stefano Santini, nella seconda Michele Polverari, nella terza Simona Cardinali, e nella quarta il complesso San Floriano in piazza Federico II a Jesi.

6 6 17 aprile 2011 psicologia e società Voce della educare Sul tornio dello Spirito (5) GIOVANI E VITA SPIRITUALE Prendo spunto dalla riflessione scritta sul quaderno personale di alcuni giovani durante un esperienza spirituale. «Per noi giovani, la vita spiri tuale è innan zitutto l incontro con una perso na, Gesù Cristo. E questo vale per me come per chiunque altro, per un giovane di oggi come per uno del secolo scorso» scrive Marco. Tra i giovani di oggi e quelli di ieri ci sono differenze? Non nel significato profondo, ma nelle modalità, a iniziare dalla constatazione che tutti facciamo: vivere questo incontro, soprattut to nella quotidianità, oggi può es sere più difficile. Per i gio vani essere perennemente im mersi nella società dei consumi, che tende a sostituire le loro esi genze naturali con nuove esigenze artificialmente inculcate, estranee alla loro vera natura, che fino a un secondo prima di aver ascoltato una certa pubblicità non avrebbero nemmeno preso in considerazione, è davvero devastante. Forse ancor più di quanto non lo sia un esplicita avversione al cristia nesimo, contro cui abbiamo pur sempre l arma della ragione. «È una cosa di cui mi accorgo conti nuamente: le migliaia di stimoli, che ogni giorno giungono alla mia testa dalle fonti e dai mezzi di comunicazione più disparati pos sono essere accomunati in una parola sola: superficialità. Tutto punta all esteriorità, al suscitare un emozione immediata, al vivere una gran quantità di eventi ed esperienze che non lasciano nulla dentro di noi, in modo da lasciare subito spazio libero al successivo. E tutto questo ci al lontana dall idea che l uomo ab bia anche la sua dimensione inte riore e spirituale, senza la quale non potrebbe nemmeno essere definito uomo, che si costruisce nel silenzio, nell essenzialità, nel la pazienza, nell umiltà, nel ra gionamento. Tutto il contrario in somma» racconta Marta. E qui si arriva al vero senso della domanda iniziale: co me fa oggi una ragazza o un ragazzo a vivere la sua vita spirituale? Pensando a quello che nella loro vita può aiutarli in que sta direzione, vengono in mente innanzitutto tre punti fondamentali. Tempi forti A volte per ricomin ciare da capo, a volte per approfondire, a volte per confermare che si è sulla strada giusta: in ogni caso, è davvero indi spensabile ritagliare ogni anno dei periodi da dedicare esclusiva mente alla vita spirituale. «Credo che il ritenere di non averne biso gno, - scrive Giovanni - di poter fare da solo, senza momenti in cui fare il punto, altro non sarebbe da parte mia che un esercizio di superbia o di pigrizia, magari abilmente mascherato da un altro dei grandi inganni della nostra epoca, il famigerato non ho tempo! Come si può non aver tempo per ciò che nella vita è più essenziale?» E Miriam afferma: «Nella mia esperienza ho avuto modo di vivere soprattutto due tipi di momenti forti: quello degli esercizi spirituali, che su queste pagine non ha certo bisogno di presentazioni, e quello delle routes spirituali in stile scout. Queste ultime, spesso aperte an che ai non-scout e proposte ma gari in periodi forti dell anno co me la Pasqua o il Natale, sono momenti in cui alla riflessione, al la preghiera e alla cura della litur gia si affiancano anche il cammi no fisico e la vita frugale all aper to, visti come utili mezzi per preparare l individuo all incontro con il Signore, superando quei ti pici ostacoli visti in precedenza». Tutte queste possibilità, e chissà quante altre, rischiano però di ri dursi ad una di quelle semplici esperienze che non toccano davvero la loro vita, se non aiutiamo i giovani a trovare degli impegni concreti da riportare nella vita di tutti i giorni. Quotidianità «Non posso vivere spiritualmente di sole esperienze straordinarie, l attenzione alla mia parte spirituale deve essere presente nella quotidianità». È Giacomo che racconta. Nella semplicità dell accostarsi ai sacramenti, alla preghiera sia comunitaria che individuale, del seguire la guida spirituale, dell ascolto della Parola. «Un primo salto di qualità per me è accorgermi, o meglio ricordare, che tutte queste cose non sono solo un abitudine o un dovere, ma un vero e proprio bisogno, come lo è per il mio corpo la ne cessità fisica dell alimentazione. Solo che per la vita spirituale mi accorgo spesso che funziona in modo opposto: meno ci si nutre, meno si sente il bisogno di nutrirsi... come quando mi accorgo che è passato troppo tempo dall ultima confessione eppure non riesco a fare un serio esame di coscienza, non ci sono più abituato... mentre dopo un esperienza forte di spiritualità, in cui mi sono nutrito a fondo della Parola di Dio, sento subito il bi sogno di nutrirmene ancora». Il cammino interiore, così narrato dagli stessi giovani, diventa pian piano consapevolezza che la presenza di Dio nella loro vita non è un simbolo, un qualcosa di astratto, ma è qualcosa che ha un efficacia reale nel trasformarla. Il mondo efficientistico in cui sono im mersi i giovani rende spesso difficile credere che la pre ghiera serve, funziona... eppure altrettanto spesso basta sapersi guardare intorno per vederne i segni positivi!... ed essenzialità! È la segreta capacità di distinguere ciò che è essenziale da ciò che non lo è, di saper rinunciare al superfluo per concentrarsi sull importante. Questa, che è stata tra le grandi intuizioni della spiritualità fran cescana e non solo, può essere oggi un punto di partenza per la vita spirituale dei giovani e di noi adulti, oltre che il migliore antidoto alla superficia lità e al materialismo della nostra società. Applicandola davvero nella vita, se necessario con ostinato impegno,»sono sicuro che non smetterò mai di accorgermi che l impor tanza dedicata alla mia anima in fondo non è mai abbastanza». Questo è il segreto della riuscita! Suor Anna Maria Vissani Più o meno un mese fa le cronache ci avevano raccontato un episodio avvenuto in una scuola media. Mi ero preso un appunto, pensando di riprenderlo in uno dei nostri incontri settimanali, per rifletterci insieme. Quindi stava lì, in attesa. La settimana scorsa un altro episodio, impensabile, l ha svegliato dal suo riposo e l ha richiamato in causa. Due fatti, dunque, molto vicini ma enormemente lontani. Vediamoli. Il primo. Siamo in una terza media. Fra gli alunni ce n è uno disabile, affetto dalla Sindrome di Down. Lo chiamiamo Andrea. Questi giorni si sta organizzando la gita scolastica e la preside (il preside? - non ricordo se fosse un uomo o una donna) va in classe per dare ai ragazzi le disposizioni necessarie. Tra queste, dice anche che Andrea non potrà andare alla gita tanto lui non capisce. Quindi, dato che lui oggi non è a scuola, chiede agli alunni della classe di non parlargliene neppure. Non gli devono dire niente. Sembra tutto tranquillo. Quando una ragazzina alza la mano e dice: Se Andrea non può venire alla gita, non ci vado neanche io. Silenzio. Poco dopo un altro alunno alza la mano e dice la stessa cosa. Poi un altro, poi un altro ancora. E tutta la classe si dichiara solidale con colui che tanto non capisce. È un loro compagno. Nessuno andrà alla gita se non ci potrà andare anche Andrea. Al vento i ragazzi, nostri maestri Il secondo. Siamo in parlamento. (Avevo scritto Parlamento con la P maiuscola, ma poi mi sono corretto: vediamo, se riusciamo a rimetterla ). In parlamento, dicevo. A un certo punto, in uno di quei dibattiti che sanno tanto di bagarre da osteria, un onorevole (onorevole?) - di professione medico, neuropsichiatra infantile - rivolgendosi verso una sua collega che è affetta da una grave disabilità fisica, urla: Sta zitta, handicappata del c!. Ascoltandole, mi sono subito chiesto se non sia stata la fantasia di qualche giornalista ad aver inventato due storie così incredibili. Perché se la prima fosse vera, c è veramente da mettersi le mani fra i capelli al pensare che nel XXI secolo ci sia ancora un dirigente scolastico (= un educatore ) che ragiona così. E se fosse vera la seconda, mi chiedo come sia possibile che abbiamo messo il governo del nostro paese nelle mani di esseri così indegni! Ma, forse, anche loro devono seguire gli esempi del loro capo-e-padrone che il giorno dopo, in una riunione di lavoro, ha chiuso raccontando una delle sue ultime barzellette, su una mela da brevettare, la cui volgarità farebbe arrossire di vergogna il più disinibito tra noi. Ma riprendiamoci! Perché accanto allo sconforto che ci assale nell ascoltare e nel di Federico Ca r d i n a l i vedere il comportamento di certi adulti, c è da gridare di gioia nel vedere che ragazzini di tredici quattordici anni sanno esprimere tanta vicinanza e solidarietà con un loro compagno meno fortunato di loro. Ragazzi che hanno saputo dare una lezione a chi lezioni dovrebbe darne a loro. A tutti noi, gli adulti. Insegnanti, educatori e politici. Lezioni di vita. Lezioni di senso civico. Lezioni di rispetto e solidarietà umana. Tante volte noi adulti ci lamentiamo dei nostri ragazzi e ci diciamo che sono superficiali, incapaci di riflettere e di ragionare sulle cose della vita. Li vediamo attenti solo ai loro telefonini e alle playstation. Prigionieri di Messenger o di Facebook. Li vediamo presi dagli zaini firmati e dall ossessione per i capelli o per una maglietta alla moda. Non sarà che noi adulti, persi nei nostri pregiudizi, non sappiamo come fare per ascoltare i nostri ragazzi, quello che loro veramente pensano e quello che per loro ha valore nella vita? È vero, i nostri occhi sono spesso appesantiti dalla fatica del vivere. I problemi di lavoro, certe ingiustizie sociali, gli spettacoli di miseria umana che i nostri rappresentanti sempre più frequentemente ci offrono questo e altro ancora rischiano di toglierci la speranza. La speranza che tante cose possano cambiare, che il mondo possa davvero andare meglio. Guardiamoli, allora, i nostri figli. Bambini capaci di sorridere e di farci sorridere. Ragazzi capaci di sognare e di spendere tempo ed energie per dare una mano a chi ne ha bisogno. Ragazzi - come gli alunni di quella scuola media - capaci di essere solidali con un loro compagno al di là e al di sopra degli insegnamenti dei loro insegnanti. Certo, loro hanno bisogno di noi, della nostra cura e della nostra attenzione. Ma perché non proviamo a guardarli, lasciandoci sorprendere da loro? Lasciamo fuori i nostri schemi mentali, irrigiditi dalla stanchezza per tante delusioni accumulate. Io mi auguro che quel preside sappia far tesoro della lezione che i suoi alunni gli hanno saputo dare. Così come mi auguro che i nostri rappresentanti si sveglino dalla trance in cui sembrano miseramente caduti, addormentati dal pifferaio magico di turno. Il mio desiderio, così come credo il vostro, è di poter ritornare a scrivere la parola Scuola con la S maiuscola. E la parola Parlamento con la P che l istituzione più alta di una democrazia merita. Questi giorni per noi cristiani sono giorni speciali. È la settimana santa. Nel silenzio e nella riflessione proviamo ad ascoltare la lezione di vita che tanti nostri ragazzi ci sanno dare. Ci sia di aiuto per ritrovare, anche noi, la speranza. Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per (redazione@vocedellavallesina.it o cardinali@itfa.it) o per posta a Voce della - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, JESI MOVIMENTO ECCLESIALE DI IMPEGNO CULTURALE GRUPPO E. STEIN JESI Venerdì 15 aprile 2011 ore BIBLIOTECA DIOCESANA "CARD. PETRUCCI" VIA SANTONI, 1 JESI prof. Piergiorgio Camaiani (DOCENTE DI STORIA MODERNA - UNIVERSITÀ DI FIRENZE) «Ne valeva la pena un libro su Arturo Paoli» Al vento già rispose l eco dopo avermi visitato l anima Poesia. Al vento le parole scritte senza penna che viaggiarono senz aria profughe dal cuore Al vento sospirerò ché mi restituisca i versi TUTTI SONO INVITATI L angolodellapoesia vagabondi e torni al riparo da malintesi mia poesia Lei cui detti nome figliolanza vanto Dal vento si diparta, con spiegate ali Torni quando in ciel muoveran aria solo stormi. Maria Giannetta Grizi Rosora: incontro con Bustamante Pérez Testimonianza di un cuore forte Parlando con un Angelo: dall 11 al 21 aprile una serie di iniziative per presentare il libro di Luis Enrique Bustamante Pérez. L evento è organizzato da Gruppo Detego, Comune di Rosora, Parrocchia S. Michele Arcangelo di Rosora, Accademia delle Muse, con il contributo di Vittoria, La tana del Lele, Gruppo Bondoni. Il giorno 11 aprile è prevista l accoglienza di Enrique e della sua famiglia; il 14 aprile, alle ore 10.15, presso l Aula Magna Scuola secondaria, l autore incontrerà i ragazzi della Scuola Secondaria di 1 Grado di Angeli. Il 16 aprile, alle ore 17.30, a Palazzo Luminari di Rosora, presentazione del libro Parlando con un angelo. Seguirà Buffet offerto dalla Comunità di Rosora. Il 17 aprile, alle ore 18: Voce al testo Gracias a la vida, con il Gruppo Detego, a Rosora -Chiesa parrocchiale San Michele Arcangelo. Infine il 19 aprile, alle ore 18, presso la sala parrocchiale di Rosora: Ricordi dell Autore e della sua famiglia a Rosora. Luis Enrique ha vissuto alcuni anni della sua infanzia nel paese di Rosora, distinguendosi già all epoca sia nella poesia che nel teatro. Ha realizzato i suoi studi universitari presso la facoltà di Economia dell Università San Agustín di Arequipa-Perú e frequentato la facoltà di Ciencias Económicas dell Università di Granada-Spagna. Ma se una vita capricciosa si ostina un giorno a voltarti le spalle quando hai soltanto 20 anni, lottare per la sopravvivenza e aggrapparti al tuo mondo diventano allora un compito titanico. Parlando con un Angelo è la prima opera di rilievo sia in Perù che in Spagna di questo giovane scrittore; è la testimonianza di un cuore forte, che ha saputo reagire alle difficoltà del suo percorso di vita. Grazie alla scrittura di questa novella, Enrique ha già ottenuto molti riconoscimenti nel suo Paese. Attualmente ha ripreso gli studi presso la Facoltà di Economia dell Università Nazionale di Sant Agostino in Arequipa Perù. Quest opera è un ulteriore occasione di vita per chi l ha scritta, mentre per chi la leggerà sarà un utile strumento per comprendere il valore dei propri talenti che possono manifestarsi anche nei momenti più tragici della propria esistenza. Un inno alla vita per nulla scontato, utile a ciascuno di noi. t.t.

7 Voce della vita ecclesiale 17 aprile LA CHIESA LOCALE IL DIARIO DEL VESCOVO GERARDO Giovedì 14 aprile Ore 9.30: Collegio dei Consultori Ore 18.30: Formazione Diaconi e Aspiranti Diaconi Ore 21: Via Crucis con Comunità Capi Scout Venerdì 15 aprile Ore 18: Assemblea Soci del Consultorio La Famiglia Ore 19: Ritiro con i giovani Unitalsiani Sabato 16 aprile : Incontro Giovani per la Giornata Mondiale della Gioventù Domenica 17 aprile Ore 10.15: Chiesa San Giovanni B, Benedizione delle Palme e processione verso il Duomo Ore 10.30: Cattedrale, S. Messa Ore 21: Sacra Rappresentazione della Passione del Signore Lunedì 18 aprile Ore 12.30: Incontro con volontari e ospiti della Caritas Ore 17: MEIC: Lectio Divina e S. Messa Martedì 19 aprile ore 15 in poi. Il Vescovo riceve in Duomo (cappella San Floriano) senza appuntamento per colloqui, confessione, direzione spirituale Mercoledì 20 aprile Ore 18.30: S. Messa Crismale Giovedì 21 aprile Ore 19: S. Messa nella Cena del Signore Venerdì 22 aprile Ore 16: Confessioni: Il Vescovo è a disposizione in Cattedrale Ore 18.30: Cattedrale, Commemorazione della Passione del Signore Ore 21: Via Crucis Sabato 23 aprile Ore 10-12: Confessioni, il Vescovo è a disposizione in Cattedrale Ore 16: Confessioni, il Vescovo è a disposizione in Cattedrale Ore 22.30: Cattedrale, Veglia pasquale Domenica 24 aprile Ore 8.30: S. Messa nella Chiesa dell Ospedale Ore 11: Incontro con la Comunità di San Sebastiano Ore 12: S. Messa al Santuario della Madonna delle Grazie Ore 18: Cattedrale, Vespri, segue S. Messa Esercizi spirituali annuali Dal 28 giugno al 2 luglio si svolgeranno gli esercizi spirituali annuali sul tema: Prega il Padre tuo nel segreto. L inizio è previsto per le ore 18 del martedì 28 con la celebrazione della Santa Messa e la conclusione con la preghiera del Vespro del sabato 2 alle ore 17. L esperienza si svolgerà al centro di spiritualità di Castelplanio, ma si potrà vivere anche non restando sempre al Centro. Per informazioni e prenotazioni si può chiamare il numero Pa r o l a d i Dio Commento In questo anno si celebrerà nelle nostre Marche il Congresso Eucaristico Nazionale nella città di Ancona. È questo il motivo che mi ha condotto a scegliere questa parte del racconto della Passione e morte di Gesù. Mi soffermerò proprio sulle espressioni dell istituzione della SS. Eucaristia: Prendete, mangiate: questo è il mio corpo; e: Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. Prendete, mangiate: questo è il mio corpo. Siamo di fronte non alla cena pasquale, come alcuni autori hanno tentato di spiegare, ma ad una cena o pasto di Gesù con i suoi discepoli, che si conclude con il canto dell inno, unico elemento a cui si ispirano gli interpreti che la/lo collegano alla Pasqua ebraica. Di fatto la cena pasquale ebraica si consuma nella sera in cui Gesù è già in croce e sta morendo e precisamente mentre si stanno uccidendo gli agnelli per la cena pasquale ebraica. Gesù quindi anticipa l ultima cena al giorno che precede quella ebraica: un conto è 17 aprile settima domenica delle palme So fa r e d e l l a v i t a u n d o n o per g l i a lt r i, c o m e Gesù? Dal Vangelo secondo matteo (mt 26,20-29) Venuta la sera, Gesù si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell uomo dal quale il Figlio dell uomo viene tradito! Meglio per quell uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l hai detto». Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. Io vi dico che d ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio». il clima pasquale e un altro la cena pasquale. I gesti vanno interpretati nella loro essenzialità e semplicità secondo la tradizione del culto a Dio del tempo. Perciò i gesti e le parole, nei due ambiti del pane e del vino, formano un tutt uno. La preghiera di benedizione sul pane, prima che sia spezzato e distribuito ai commensali, rientra nelle usanze dei pasti ebraici. La novità del gesto di Gesù, che in mezzo ai discepoli compie il rito usuale del padre di famiglia, sta nelle sue parole che commentano e spiegano il pane spezzato e distribuito. L invito a mangiare il pane esprime la decisione di Gesù di far partecipi i discepoli della sua mensa. Ma, al di fuori d ogni usanza conosciuta, Gesù annuncia, con semplicità e chiarezza, che il pane spezzato e condiviso è il suo corpo. Tale invito a partecipare alla stessa mensa sfocia in quello di condividere la sorte della sua stessa persona: Gesù si dona come pane, come cibo che nutre, sigillando tale dono con la sua passione e morte in croce. È il dono della vita, anticipato, per restare sempre con i suoi. Posso chiedermi: Sono capace di fare della mia vita un dono per gli altri, come ha fatto Gesù? CHIESA DELL ADORAZIONE in piazza della repubblica a jesi Continua l adorazione del sabato L esperienza dell Adorazione ininterrotta dalle ore 9.30 alle ore 24 portata avanti nei Sabati di Quaresima ha visto la partecipazione di un discreto numero di persone, che si sono avvicendate durante le ore della giornata e, soprattutto, dalle ore 21 alle ore 24. Tenuto conto che il tempo da Pasqua a Pentecoste, liturgicamente, è ancora molto importante e significativo, si è pensato di continuare l esperienza anche in questi sabati maggio e 4 giugno fatta eccezione per il sabato 30 aprile (nel quale si svolgerà la Veglia Mariana nel Santuario della Madonna delle Grazie), e sabato 11 giugno (nel quale si svolgerà la Veglia di Pentecoste in Cattedrale). Questo nuovo turno di Adorazione sarà l occasione per invocare lo Spirito Santo sulla nostra Chiesa e su tutti i problemi che si trova ad affrontare. Sul tavolinetto, in fondo alla Chiesa dell Adorazione, ci sarà sempre a disposizione il foglio su cui ognuno può indicare il proprio orario di disponibilità. Stiamo inoltre costruendo il sito internet dell Adorazione, dove trovare tutti gli appuntamenti, le iniziative, sussidi... è in sviluppo ma ogni giorno si arricchisce di novità. L indirizzo è Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. La benedizione del calice di vino fa parte del rituale della cena pasquale ebraica, dove, alla fine del pasto, chi presiede la mensa alza la coppa di vino e recita il ringraziamento a Dio e l invocazione per la città di Gerusalemme, per il tempio e per la venuta del Messia. Anche in questo caso la novità del gesto di Gesù è rivelata dalle parole straordinarie che accompagnano l invito, da lui rivolto a tutti, a berne: perché questo è il mio sangue dell alleanza. L espressione fa riferimento a Mosè quando conclude l alleanza con Dio sul monte Sinai (Es 24,8) e si rivolge al popolo, commentando così il rito del sangue: «Ecco il sangue dell alleanza, che il Signore ha concluso con voi sulla base di queste parole». Il sangue è il simbolo della vita ed è usato nei riti di purificazione e consacrazione, perché rappresenta il massimo impegno di fedeltà e di condivisione. Qui il sangue dell alleanza è quello di Gesù, versato come quello dei giusti uccisi nella lunga storia d infedeltà d Israele. La morte violenta di Gesù sanziona l alleanza definitiva, perché in essa si attualizza l estremo impegno di Dio per una comunità che abbraccia la moltitudine degli uomini. Quella che è la speranza d ogni ebreo nel giorno del Kippùr (=grande perdono), quando il sommo pontefice entra con il sangue delle vittime nel santuario, ora è donato a tutti nel sangue di Cristo nel suo massimo gesto di fedeltà e d impegno. Posso chiedermi in questi giorni della passione e morte di Gesù: come partecipo alla santa Messa? P. Silvio Capriotti ofm La storia della Diocesi Incontro al Museo La nascita della diocesi di Jesi e la cristianizzazione dello spazio urbano è il tema della conversazione che il dott. Alessandro Biagioni terrà nel pomeriggio di sabato 16 aprile alle ore 18 presso la sala Valeri del museo diocesano. L incontro è proposto dal Museo diocesano e dalla sede di Jesi dell Archeoclub d Italia. Inoltre, domenica 17 aprile dalle ore 16 alle 17 il dott. Biagioni sarà disponibile per una visita guidata alla chiesa di Santa Maria del Piano di Jesi la cui storia risale al secoli VII-IX, periodo della probabile fondazione della abbazia benedettina, come testimoniato dal sarcofago che è la più antica testimonianza di scultura cristiana nella, dai capitelli e da altri frammenti. La chiesa è sorta, forse, sopra le fondazioni di un tempio pagano ed è la più antica chiesa di Jesi. Settimanale di ispirazione cattolica fondato nel 1953 Piazza Federico II, Jesi An Telefono Fax redazione@vocedellavallesina.it c/c postale Direttore responsabile Beatrice Testadiferro Proprietà Diocesi di Jesi Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del Composizione grafica Giampiero Barchiesi Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola Spedizione in abbonamento postale Abbonamento annuo 35 euro - di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro Tutti i diritti riservati Esce ogni mercoledì Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Comitato di redazione: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Quaranta, Antonio Lombardi Ai sensi dell articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. 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8 8 17 aprile 2011 pastorale Voce della L Associazione Volontari del Vangelo si incontra il 17 aprile al Divino Amore Un impegno per la santità personale Nella primavera dello Spirito Santo, dal Concilio Ecumenico Vaticano II ( ), sono nate tante strade spirituali per elevarci verso la santità. Anche nella nostra diocesi continuano a crescere movimenti o associazioni private di fedeli che articolano stili di vita coerenti con il messaggio evangelico. Ultimi arrivati, in ordine cronologico, sono I volontari del Vangelo fondati da padre Fedele Salvatori ofm cappuccino, attualmente al convento San Pietro Martire di Jesi con incarico di cappellano dell ospedale Murri di Jesi. Per la terza volta, domenica 20 marzo, come di consueto ormai, si sono incontrati gli aderenti e simpatizzanti dell associazione Volontari del Vangelo presso la parrocchia del Divino Amore di Jesi. L associazione, nata sotto la guida del padre Fedele Salvatori, il 24 giugno 2002 è stata riconosciuta con Decreto del Vescovo di Gubbio mons. Pietro Bottaccioli, dopo dieci anni che operava nella diocesi eugubina. L associazione non propone solamente un accompagnamento spirituale, ma prevede varie forme di vita impegnata. La natura dell associazione è aperta a uomini o donne, sposati o celibi, laici consacrati, religiosi o chierici. Per gli aderenti si prevede che si impegnino a seguire Cristo, collaborando alla costruzione del Regno, perché il Padre sia glorificato nella loro vita, seguendo il Santo Vangelo. Loro modello è la risposta di Maria, in intima unione con la Trinità. Le finalità che gli stessi aderenti si prefiggono sono impegnarsi nella santità personale, nello spirito dei consigli evangelici e in fraternità, ridestando e incrementando la dimensione contemplativa, come prima e fondamentale dimensione della Chiesa. Inoltre si devono porre al servizio delle comunità ecclesiali per annunciare il Vangelo e aiutare i giovani a scoprire in profondità la comune vocazione cristiana e la vocazione personale. L offerta formativa e spirituale è aperta a tutti i fedeli cristiani. L incontro del 20 marzo, a partire dalle ore 11 del mattino con la Santa Messa, con la condivisione del pranzo al sacco e la conclusione con la catechesi di padre Fedele e testimonianze significative, rappresenta una lieta novità per la nostra diocesi. Con la presenza del padre Fedele a Jesi come cappellano dell ospedale, l associazione ha scelto di effettuare gli incontri a Jesi, portando una ventata di novità per la diocesi. Tra l altro domenica erano presenti 200 persone sia di Jesi che provenienti da tutta la regione e oltre, con diversi consacrati, dimostrando che la stessa proposta sta riscuotendo successo. «Senza una vita sacramentale intensa ha spiegato padre Fedele - con i sacramenti della riconciliazione e dell Eucarestia al centro, non si potrà giungere a quelle vette di santità che il Vangelo ci mostra. Ma questi sacramenti, momenti di Grazia particolare, non possono essere slegati da un intensa formazione culturale e spirituale per ricevere quel benefico aiuto che sana le ferite avute nella nostra vita, macchiata dal peccato». L aiuto spirituale dei Volontari del Vangelo, prevede una serie di tappe spirituali/formative: dalla consegna del Tau (tappa iniziale), all affidamento a Maria Vergine, fino ad accettare le varie forme di vita. Tali fasi non sono obbligatorie, il fine rimane la ricerca della Verità in Gesù, che viene proposta a tutti. Padre Fedele tra l altro impressiona per la chiarezza espositiva, la profondità spirituale e la forza con cui presenta e fa sentire vivo quel Gesù che non vuole essere solo un simbolo culturale ma è Amore che ci attende nelle nostre strade. Un invito a tutti i fedeli che vogliono conoscere meglio questa proposta spirituale a partecipare domenica 17 aprile (gli incontri si svolgono ogni terza domenica del mese), presso la Chiesa del Divino Amore di Jesi, dalle ore 11 in poi. Si può assistere agli approfondimenti spirituali e alle testimonianze, anche solamente il pomeriggio, dalle ore 14,30 alle 17. Nella foto padre Fedele Salvatori. 2 Anniversario marzo 2011 Mons. Giannino Polita «Anche noi, dopo aver compiuto opere assai buone per dono tuo, troveremo il nostro riposo in Te nel sabato della vita eterna e anche allora Tu riposerai in noi allo stesso modo con cui Tu operi in noi, e sarà quel riposo Tuo per noi come per noi sono queste Tue opere». (Sant Agostino, Le Confessioni) In suo ricordo è stata celebrata una Santa Messa nella chiesa di San Giuseppe, domenica 3 aprile. settima parte San Massimiliano Kolbe 14 agosto agosto 2011 Un aspetto che caratterizza la sua attività di Guardiano, è la sua comprensione verso i frati ammalati. Egli, ammalato fin da giovane, sa apprezzare in tutta la sua importanza il dono della salute ed esorta gli altri a curarla, con grande larghezza di vedute e anche con un po di ironia, come ci mostra questo brano di lettera, inviato ad un confratello malato: «Come va la tua salute? Cerca di mangiare molto Per l Immacolata dobbiamo utilizzare ogni mezzo, purché lecito, e questo pare sia molto efficace contro le tue indisposizioni. Inoltre, non ridurre il sonno, fai un pisolino al pomeriggio e, soprattutto, non impressionarti di nulla, non affannarti, non tormentarti, ma affida fin da principio all Immacolata tutte le preoccupazioni e i grattacapi, compresi quelli più complicati, e abbi fiducia che Ella saprà trasformarli in un bene maggiore. Fra 100 anni, ma sicuramente anche prima, tutti i nostri fastidi saranno curati». I princìpi ai quali ispira la sua azione educatrice, richiama molto da vicino lo stile di san Giovanni Bosco: «il sistema del bastone non mi convince Ho riflettuto molto sul fatto che Gesù nel formare i suoi apostoli, non si basava sulle punizioni, ma piuttosto li formava con il cuore Nell educazione naturale le lodi sono considerate come sprone e incitamento a continuare il lavoro su se stessi». L esperienza di Guardiano ha offerto a Padre Kolbe anche l opportunità di svolgere la delicata missione di Direttore Spirituale. Propone i grandi ideali, quali la consacrazione all Immacolata e l impegno totale a favore delle anime, ma si preoccupa di insegnare prudenza e fiducia, mettendo in guardia contro il rischio degli scrupoli. Più che fermarsi sul proprio passato o sui propri peccati, Padre Kolbe invita i giovani frati ad abbandonarsi con fiducia in Dio e ad obbedire con fedeltà. Cercò di coltivare nelle anime un sano realismo: la vita, è vero, è fatta di lotte, di dubbi, di paure e anche di qualche sconfitta, ma al di sopra di tutto ci deve essere la fiducia nella vittoria dell Immacolata. Non tollera la mancanza di buona volontà, la falsità nel comportamento e, in questi casi, non esita ad allontanare i giovani religiosi dal convento. Dal 19 settembre 1939 al 14 agosto 1941, giorno della morte di Padre Kolbe, la vita di san Massimiliano, di tutta la comunità religiosa e di tutta la Polonia, conobbe grosse difficoltà. Ma furono proprio queste difficoltà che hanno reso grande la figura di Padre Kolbe: come mistico e come martire della carità. Il periodo si apre con l ingresso delle truppe tedesche a Niepokalanov e l arresto di Padre Kolbe insieme ad altri 35 confratelli. Questo primo periodo di prigionia durò poco più di due mesi, fino all 8 dicembre 1939, festa dell Immacolata Concezione di Maria. La liberazione, tuttavia, non significò vita facile. Negli scritti, comunque, non si trova alcuna espressione di lamentela per l ingiusto affronto subito durante il suo arresto, ma solo gratitudine all Immacolata per la liberazione, avvenuta proprio il giorno della sua festa. È estremamente significativo un biglietto di ringraziamento, fatto pervenire alla mamma del comandante del secondo campo di concentramento: «Gentile Signora, mentre ero internato nel campo di concentramento di Amtitz, ebbi la fortuna di conoscere suo figlio. In quel luogo egli era comandante di compagnia e io dipendevo da lui, insieme con alcune decine di religiosi. Egli destava la nostra meraviglia per l alto livello della sua cultura e per un profondo senso di giustizia. Non so dove sia il suo attuale recapito; perciò, per suo tramite, gentile Signora, intendo ringraziarlo cordialmente di tutto e fargli sapere che tutti noi, dopo tre settimane di permanenza a Schilberg, il 9 dicembre abbiamo felicemente raggiunto il nostro convento. L Immacolata Vergine Maria lo ricompensi per ogni cosa». A cura di don Gianfranco Rossetti Alberta Vitali ved. Battistoni In ricordo di zia In questi giorni di grandi commemorazioni di eroi e di avvenimenti che hanno cambiato la storia del nostro paese voglio rivolgere il pensiero ad una persona che non ha fatto la storia, perlomeno non la storia che si legge sui libri, una persona che non lascerà traccia per avere fatto grandi imprese ma che lascerà un segno profondo nei cuori di coloro che hanno avuto la gioia e la fortuna di conoscerla. Zia Alberta ci ha lasciati con la stessa dignità e la stessa discrezione con cui è vissuta. Seria e scherzosa, austera e ironica, doti di coloro che hanno visto tante cose, che hanno superato tante difficoltà. Guardandola e ammirandola nella sua età avanzata tante volte mi sono chiesta come una donna apparentemente così fragile fosse riuscita a vivere a volte in condizioni di grande disagio. La risposta me la sono data sempre subito. Tutto quello che ha fatto l ha fatto per amore, per quell infinito e incrolla- Ricordo VOCE DELLA VALLESINA Per i ricordi delle persone care bile amore e rispetto che ha portato sempre per il suo Cesare e per quel sentimento che non conosce limiti che è l amore per il proprio figlio, Giorgio. Tutti noi abbiamo ascoltato i racconti della sua vita nei cantieri dove lavorava il marito e dove anche lei viveva per stargli accanto e, ricca di quella generosità che si impara quando non si ha niente, appena poteva, dava una mano a quelli che avevano anche meno di loro. Tutti noi abbiamo ascoltato increduli il racconto, per noi quasi una favola, della volta in cui sono stati costretti a dormire con l ombrello aperto perchè pioveva sopra il loro letto o della volta che di notte si è alzata dal letto per far uscire un topo che grattava nella porta e non li faceva dormire. A mamma non raccontavo niente perchè non volevo che si preoccupasse. Così concludeva questi racconti e tanti altri che conserveremo nei nostri cuori come un grande tesoro. Gli anni in Argentina, in Sicilia e in Sardegna ha tenuto lontani da Jesi lei e la sua famiglia e per noi, allora bambini, loro erano gli zii e il cugino che vedevamo a Natale e in estate. Poi la pensione ce li ha restituiti e ce li ha fatti conoscere e amare più da vicino. Con lei vorrei ricordare tutte quelle persone care che non ci sono più e che lei aveva amato così tanto da desiderare, più di ogni altra cosa, di incontrare di nuovo nella vita senza fine per non lasciarli mai più. Cara zia, abbracciali tutti anche da parte nostra. Francesca La santa Messa del trigesimo sarà il 20 aprile alle 18 presso la chiesa di San Francesco di Paola a Jesi. 5 Anniversario Aveneto Catani Melè Resterà sempre nel ricordo di quanti gli hanno voluto bene e di chi lo ha conosciuto, stimato e apprezzato per l animo generoso e buono. La moglie Gina, i figli Giuliano e Stefano, i nipoti e i familiari Anniversario Ida Lupi ved. Cardinali Sei ancora con noi, sei sempre con noi. Ogni giorno più vicina, ci parli, ci consigli, ci conforti, ci incoraggi. Non morirà mai l amore di chi tu hai immensamente amato. Augustina e Mariella

9 Voce della in diocesi 17 aprile PrimaverAC 2011: grande interesse e partecipazione per il convegno dell Azione Cattolica svoltosi la settimana scorsa con la presenza anche del Vescovo Ha seminato il desiderio di confronto tra le persone Si è svolta dal 7 al 9 aprile la sesta edizione della PrimaverAC, il convegno che l Azione Cattolica della diocesi di Jesi organizza ogni anno per riflettere e confrontarsi con la cittadinanza su tematiche importanti per l associazione ma allo stesso tempo attuali e d interesse comune. Quest anno il titolo proposto è stato Seminare domande: dal trasmettere al comunicare con particolare attenzione alle metodologie della maieutica reciproca di Danilo Dolci, sociologo, educatore e attivista della nonviolenza nella Sicilia degli anni 50. Tale tema, come ricordato dal nuovo presidente diocesano di AC, Alessandra Marcuccini, prosegue e amplia quello dell educazione già trattato nel 2010, ma continua ancora oggi ad essere e a dover essere una priorità. «L educazione alla domanda, la capacità di scegliere e riflettere personalmente credo siano importantissimi» ha affermato Alessandra Marcuccini, durante la presentazione d apertura, aggiungendo che «dovremmo educare i ragazzi ad essere sognatori creativi e credenti consapevoli, in grado di poter rendere ragione delle proprie scelte di fede». Introduzione al primo incontro di giovedì 7 è stata la lettura di una poesia di Danilo Dolci: Ciascuno cresce solo se sognato che ha permesso al prof. Francesco Cappello di raccontare la sua collaborazione e amicizia con Danilo Dolci e la sua esperienza di educatore maieuta nelle scuole superiori, dove insegna matematica e fisica. Nella sede diocesana dell AC jesina Cappello ha spiegato «come fin da piccoli abbiamo l esigenza di essere creativi, di progettare insieme» e come «questo tipo di interazione collettiva può sviluppare saggezza: interrogarsi e ascoltarsi reciprocamente permette la nascita di idee nuove». Francesco Cappello, coinvolgendo nella discussione i numerosi partecipanti all incontro, ha messo in evidenza come la maieutica reciproca possa essere utilizzata in molti ambiti diversi: sociale, politico, lavorativo e non ultimo quello della matematica e della fisica. Venerdì 8, il secondo appuntamento della PrimaverAC dal titolo Da Sogno a Progetto, ha avuto come relatore Amico Dolci, figlio di Danilo, musicista e responsabile del Centro Danilo Dolci per lo sviluppo creativo di Partinico (PA). Anche questo incontro si è aperto con la lettura di alcune poesie di Dolci e con l esecuzione al flauto di un brano da parte dello stesso relatore che ha poi raccontato l esperienza siciliana del padre, le sue scelte non-violente, l attenzione per i poveri e i deboli fino ad arrivare alla creazione del Centro per lo sviluppo creativo. Uno sguardo specifico ai primi anni di Danilo Dolci in Sicilia, tra il 1952 ed il 1972, è stato offerto dalla proiezione di uno spezzone del documentario Danilo Dolci: memoria e utopia del regista Alberto Castiglione. É stato anche dedicato ampio spazio alla maieutica reciproca teorizzata da Dolci e messa in pratica tramite laboratori maieutici che permettono di mescolare saperi e prospettive diversi per far scaturire conoscenze e idee alle quali è impossibile giungere da soli. Proprio il laboratorio maieutico è stato la giusta conclusione della PrimaverAC; infatti sabato 9 Amico Dolci ha coinvolto più di cinquanta persone, suddivise in due gruppi, in una vera e propria esperienza di maieutica reciproca molto apprezzata dai partecipanti tra i quali, oltre ad un folto numero di educatori di Azione Cattolica, erano presenti anche singoli cittadini ed alcuni esponenti dell Agesci e dell associazione Libera. A conclusione di questa PrimaverAC appare evidente come gli obiettivi principali del convegno siano stati raggiunti, non solo per l interesse e la riflessione suscitati dagli interventi, ma anche per la capacità dell Azione Cattolica di aprirsi alla città: ai tre appuntamenti ha partecipato infatti un pubblico numeroso e appartenente a diverse realtà ed associazioni cittadine, per lo più impegnate nel settore dell educazione. Vi è stata inoltre la presenza, come graditi ospiti, del vescovo Gerardo Rocconi e della delegazione regionale di AC con la responsabile uscente Graziella Mercuri e con don Giordano Trapasso, assistente regionale, ai quali si è unito il saluto della nuova delegata della regione Marche, Antonella Monteverde. Il convegno ha messo in luce le differenze tra insegnare ed educare, tra trasmettere e comunicare: la PrimaverAC 2011 ha saputo seminare domande ma soprattutto ci auguriamo abbia seminato il desiderio di confronto tra le persone e in particolare dei giovani, con la consapevolezza che un azione educativa valida possa avvenire solo all interno di relazioni autentiche nelle quali grazie all altro, per usare le parole dello stesso Dolci, «uno non è più lui, ed è più lui di prima». Diego Savelli foto Roberto Bimbo Ciascuno cresce solo se sognato di Danilo Dolci C è chi insegna guidando gli altri come cavalli passo per passo: forse c è chi si sente soddisfatto così guidato. C è chi insegna lodando quanto trova di buono e divertendo: c è pure chi si sente soddisfatto essendo incoraggiato. C è pure chi educa, senza nascondere l assurdo ch è nel mondo, aperto ad ogni sviluppo ma cercando d essere franco all altro come a sé, sognando gli altri come ora non sono: ciascuno cresce solo se sognato. La Santa Pasqua si avvicina e tutti i cristiani hanno momenti di riflessione profonda sulla vita, morte e Resurrezione di Gesù. Il fondamento della religione cristiana è tutto nel messaggio che andremo a rivivere durante la Settimana Santa. Da cinque anni a Jesi abbiamo uno strumento in più che ci può aiutare in questa riflessione profonda e autentica, lontana dal frastuono del consumismo, dalle mille distrazioni piacevoli o meno che ci assillano tutti i giorni, è Comunità Parrocchiale della Basilica Cattedrale Il Vescovo di Jesi Comunità Parrocchiale San Pietro Apostolo SETTIMANA SANTA 2011 Giornata Diocesana dei Giovani - Sabato 16 aprile Davanti a Gesù: la vita bella del Vangelo Cattedrale: dalle alle Incontro Diocesano dei Giovani con il Vescovo Gerardo Solennità delle Palme (celebrazioni vigiliari) - Sabato 16 aprile San Pietro Apostolo Cattedrale ore S. Messa ore S. Messa Solennità delle Palme- Domenica 17 aprile San Pietro Apostolo S. Messa ore 8-45 San Giovanni Battista Benedizione delle Palme ore e S. Messa Pontificale del Vescovo Processione fino alla Basilica Cattedrale attraverso C.so Matteotti, P.za Repubblica, P.za Indipendenza, V. Pergolesi, P.za Federico II (è gradita l esposizione di drappi rossi alle finestre sul percorso) Nella Settimana Santa Anima il canto per le celebrazioni del Vescovo la Corale Pergolesiana (schola Cantorum della Cattedrale di Jesi) con la direzione della Mo Magdalena Lutka LA RAPPRESENTAZIONE DELLA PASSIONE E MORTE DI GESU Questa rappresentazione, giunta ormai alla quinta edizione, è nata dal sogno del suo ideatore Giorgio Massera, si è andata concretizzando quasi per gioco sotto la spinta del nostro caro parroco don Bruno Gagliardini, dall appoggio del vescovo Gerardo Rocconi e dell Amministrazione Comunale, ma tutto sommato è diventato un momento importante per la città di Jesi. Nel corso degli anni abbiamo cercato di migliorare, di perfezionare le scenografie e i ruoli delle comparse. Certo il tutto non è facile, siamo tutti dilettanti e volontari e quello che ci sostiene è l entusiasmo e la consapevolezza che riportare in auge la formula della Catechesi popolare, attraverso la sacra rappresentazione, possa essere di aiuto a tutti coloro che hanno bisogno anche di momenti visivi per approfondire la propria fede. Vi invitiamo quindi a partecipare numerosi alla SACRA RAPPRESENTAZIONE DELLA PASSIONE E MORTE DI GESU DOMENICA 17 APRILE ALLE ORE AL PARCO DEL VENTAGLIO DI JESI Mercoledì Santo 20 aprile Basilica Cattedrale ore 9 S. Messa del giorno San Pietro Apostolo ore 16 S. Messa del giorno Basilica Cattedrale ore S. Messa Crismale presieduta dal Vescovo Giovedì Santo 21 aprile S. Pietro Apostolo ore 16 S. Messa della Cena del Signore Cattedrale ore 19 Celebrazione Pontificale del Vescovo della S. Messa in Coena Domini Cattedrale ore 21 Adorazione eucaristica Venerdì Santo 22 aprile (Giorno di digiuno e astinenza) S. Pietro Apostolo ore 15 Celebrazione della Passione del Signore Cattedrale ore Celebrazione della Passione del Signore presieduta dal Vescovo Gerardo Cattedrale ore 21 Via Crucis per le Vie del Centro con proposta di digiuno comunitario Sabato Santo 23 aprile Cattedrale Possibilità di accostarsi al sacramento della Riconciliazione dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19 Veglia Pasquale Cattedrale ore Solenne Celebrazione Pontificale del Vescovo Gerardo - inizio sul sagrato della Cattedrale Domenica di Pasqua: Risurrezione del Signore 24 aprile San Pietro Apostolo ore 9 S. Messa Solenne Cattedrale ore S. Messa Solenne Cattedrale ore S. Messa Solenne Cattedrale ore 18 Vespri Capitolari solenni Cattedrale ore S. Messa Pontificale del Vescovo info@duomojesi.it Delegazione ASSONAUTICA Autoscuole Corinaldesi s.r.l. Autoscuole Scuola Nautica Corsi di recupero punti per patenti Corsi di Formazione Professionale CQC per merci pericolose A.D.R. per Autotrasportatori Studi di consulenza Automobilistica e nautica Jesi, Via Mura Occidentali, 31 - tel c.a. - fax Jesi, Via Gallodoro, 65 - tel fax Jesi, Via Gallodoro, 65 - tel sede Consorzio Autoscuole Corinaldesi. - Jesi, Via Marx, Zipa - operazioni collaudi Senigallia, via R. Sanzio, 71 - tel Altre sedi: Falconara M.ma (Corinaldesi - Adriatica - Falconarese) - Ostra - Marina di Montemarciano - Marzocca di Senigallia Point AUTOMOBIL CLUB d ITALIA

10 10 17 aprile 2011 PARROCCHIA DI SAN GIUSEPPE Voce della Ricordiamo don Arduino Rettaroli a quarant anni dal suo ritorno alla casa del Padre Parroco, assistente di anime e promotore di organizzazioni Il suo impegno civile e pastorale durante il periodo della Resistenza Don Arduino Rettaroli nel sociale Il proletariato ha sempre considerato il clero amico dei potenti e quindi, anche a causa della repressione vaticana contro i reduci della Repubblica Romana del 1849, i preti erano ritenuti persone poco affidabili. Verso la fine del 1943 un gruppo di fabrianesi venne ospitato nel carcere di Jesi. Fra di essi vi era un distinto signore, vecchio Carbonaro, che si meravigliava come certi detenuti avevano contatti rapidi e sicuri anche con comunità non proprio vicine come quella di Fabriano. Avendo notato che fra gli ospiti del carcere Guglielmo Brunori si muoveva con disinvoltura avendo il rispetto di tutti gli altri e ritenendolo componente di qualche organizzazione, ne chiese informazione. Il Brunori, che per il venerando sentiva un certo rispetto, confidò tranquillamente: Vede caro Marchigiani (questo era il nome del carbonaro) il Cappellano del carcere è nostro amico e suo tramite abbiamo la possibilità di attivare gli amici che ancora sono liberi. Il vecchio si alzò in piedi (era di notevole statura), squadrò Brunori dall alto in basso (questo era alto appena un metro e sessanta) e con voce grave sentenziò: «Caro amico, non ti fidare quel cappellano, ti sembrerà amico, ma ricorda che è un prete e tale sempre resterà!» Quel Cappellano, quel Prete era SSI SOCCA, era don Arduino Rettaroli che il Repubblicano mazziniano, quell organizzatore della Resistenza nelle Marche, Guglielmo Brunori continuò a considerare Amico per tutta la vita in quanto, come asseriva, don Arduino, anche se indossava la nera veste del prete gli era sempre sembrato poco cattolico, ma molto, molto cristiano. Non vi sembri strano ma il vero Repubblicano è anche lui profondamente Cristiano. Don Arduino in azione Nella primavera del 1944 in diversi erano stati condannati al Confino. Con tale provvedimento non avrebbero potuto lasciare la residenza loro affidata. Per limitare tale imposizione si cercarono delle scappatoie. Brunori incaricò Augusto Bernacchia, che siccome da ragazzo aveva frequentato la parrocchia di S. Pietro e aveva una qualche esperienza, di recarsi da don Arduino, nella parrocchia di S. Giuseppe per prelevare delle vesti da prete. Don Arduino, anziché chiedere i motivi della richiesta, conoscendo da chi era stata fatta, offrì la sua tonaca migliore. Strano a dirsi, il maggior utilizzatore di quella veste fu proprio Bruno Serrani, comunista sincero, bestemmiatore incallito, uno dei migliori comandanti Nel 1930, all inizio della sua missione apostolica a San Giuseppe, don Arduino Rettaroli trovò una borgata di artigiani e operai in una situazione socio-politica di stampo fortemente anticlericale. Ricordo un vecchio garibaldino che abitava in una casetta, poi abbattuta per l apertura di via San Giuseppe su via Garibaldi. Con la sua sgargiante camicia rossa propagandava l ideale repubblicano, ma stimava don Arduino e ne apprezzava l opera verso i poveri e le categorie più umili della zona. Nel 1937 ricevetti da lui la Prima Comunione e durante il catechismo tenuto dal vice parroco don Adolfo Carlini, egli si presentava ad ogni riunione con le tasche piene di caramelle che distribuiva a chi rispondeva esattamente ad alcune domande di religione. Alla fine dell incontro dava le caramelle anche agli altri, dopo un affettuoso pizzicotto sulle braccia. Don Arduino aveva una fede profonda che diventava dinamica attraverso la preghiera, così come spesso affermava Santa Teresa di Calcutta, ma poi questa fede diveniva attiva attraverso il servizio al prossimo. Ecco allora nel 1935 la costruzione del teatrino con lire donate da un operaio che erano state il risparmio di tanti anni di lavoro. Con il teatrino le recite filodrammatiche maschili e femminili, le riunioni dei giovani della parrocchia: nacque allora l associazione della G.I.A.C. (Gioventù Italiana di Azione Cattolica), che venne intitolata a Riccardo Montenovesi, un giovane laureando in ingegneria di Castelplanio deceduto il 18 aprile 1931 a seguito delle percosse subite dalle bande fasciste. Il primo presidente dell associazione fu Alvise Cherubini. Nel 1938 l opera più importante: la costruzione dell asilo con annessa scuola di lavoro, doposcuola e un locale destinato successivamente al circolo ACLI. A queste opere parrocchiali si aggiunsero nel periodo quelle cittadine e diocesane attraverso la Pontificia Opera di Assistenza (P.O.A.): le colonie marine e montane per tante centinaia di bambini denutriti e traumatizzati dalla seconda guerra mondiale. Vennero organizzati turni di campeggio a Sassoferrato per adolescenti, assistiti da don Anselmo Rossetti, don Mario Bagnacavalli, don Roberto Vigo e da noi giovani responsabili dei vari gruppi. Venne poi istituita a Palazzo Ripanti la mensa del povero. Il tutto con la collaborazione attiva e costante di Giuseppe Pirani, che supportava i tanti spostamenti di persone e merci con i suoi camioncini un po anneriti di carbone ed il suo aiuto finanziario, unito a quello delle famiglie Baldeschi Balleani, Latini, Albanesi e di tanti altri benefattori. Noi giovani di Azione Cattolica ci rendevamo disponibili ad ogni forma di collaborazione possibile, nel settore dello sport (la SPES nacque nel ed è partigiani. In una casa di campagna in collina si doveva svolgere una riunione di responsabili del movimento partigiano. Erano giunti quasi tutti, ma Serrani mancava. Pergoli suggerì a Brunori di cercare di rintracciarlo. Quest ultimo inforcò la bici e, percorsa la discesa, si incontrò col ritardatario. Era vestito da prete, aveva il colletto rigido slacciato e sporgente da un lato, sudava e teneva il cappello tutto all indietro, sbuffava per il caldo e la salita, ma continuava ad arrancare. Nel tragitto incontrarono un contadino che, dopo aver proferito il rituale Sia lodato Gesù Cristo, continuò: È caldo oggi reverendo. E Serrani di botto rispose Porca Ma ccia è un caldo da fa crepa. Il contadino restò sconcertato. Brunori lo riprese, ma oramai, non la bestemmia, ma la scurrile esclamazione era andata. Raccontato il fatto in quella riunione ne risero tutti ed un pensiero di scusa andò al proprietario della veste che oltre a quella aveva fornito (fino a che aveva potuto farlo) lardo, olio, farina, coperte e quanto altro necessario per i rifugiati in montagna. tuttora attiva con l appassionata dedizione di Mario Ceppi e dei suoi collaboratori); dello scoutismo, inizialmente organizzato nel 1948 da Primo Mancini, e nel tempo sempre più potenziato fino ad oggi con molti bravi dirigenti. Erano queste le opere dell A.C. nate o riattivate dopo il ventennio fascista e la guerra: il Centro Sportivo Italiano, il Centro Turistico Giovanile, il Centro Italiano Femminile, l Associazione Cristiana Lavoratori Italiani. Don Arduino, però, ci chiedeva prioritariamente di curare la nostra formazione spirituale, legata all azione concreta, così come lui legava la spiritualità alla operatività sull esempio di un maestro come don Angelo Battistoni, anch egli perseguitato e malmenato dai fascisti che lo costrinsero, pena la morte, ad abbandonare la diocesi e rifugiarsi in Vaticano. Don Arduino, con il vice parroco don Giuseppe Palmolella - assistente dei giovani dal 1939-, ci esortava ad avvicinarci a Dio attraverso la meditazione quotidiana, la comunione frequente, la direzione spirituale, per far così fruttificare a nostro beneficio e per gli altri i talenti che il Creatore ha donato a ciascuno. Questi impegni personali, uniti a periodi di esercizi spirituali a livello diocesano ed anche nazionale, imponevano certamente Chiesa di S. Giuseppe albergo a cinque stelle Il 17 gennaio 1944 a Jesi fu ucciso sulla porta di casa il triunviro fondatore del fascio a Jesi, il capo manipolo Antonio Blasetti. Il giorno dopo, mentre i fascisti venuti da fuori stavano organizzando la repressione, avvenne il primo bombardamento della città che ne fece sospendere l esecuzione. Il fascismo però non poteva far passare il delitto Blasetti come se nulla fosse avvenuto e stabilirono di fucilare alcuni detenuti del locale carcere. Fra i prescelti vi era anche Augusto Bernacchia, che faceva parte dell organizzazione antifascista. Bisognava fare tutto il possibile per fare annullare le fucilazioni. Grazie ai contatti umani di don Arduino Rettaroli, si misero in moto diversi personaggi influenti: Alberto Pellegrini della Banca del Lavoro, il Vescovo mons. Falcinelli ed altri, affinché intervenissero verso il comando fascista. Pur non riuscendo a salvarli tutti, il Bernacchia la raccontò. Albergo a Cinque Stelle così era considerata durante la Resistenza la Chiesa di S. Giuseppe in Jesi il cui parroco, come detto, era don Arduino Rettaroli. Dopo l 8 settembre 1943 gli internati nei campi di concentramento italiani si diedero alla macchia. L organizzazione partigiana anche se fosse agli albori e quindi poco ferrata cercò di far in modo che i fuggiaschi non fossero ripresi. Molti erano slavi ed appena rintracciati venivano convogliati in montagna. Altri erano prigionieri degli eserciti alleati e su richiesta di tale comando si doveva procedere ad una accurata selezione. I soldati, per la maggior parte inglesi, erano sistemati come ospiti momentanei presso varie famiglie jesine, altri di riguardo come i piloti e gli alti ufficiali erano collocati presso il sottotetto della Chiesa sotto le speciali e discrete cure del benemerito don Arduino. Tali ufficiali periodicamente secondo gli accordi che Goffredo Baldelli prendeva con gli Alleati, tramite la sua radiotrasmittente, venivano trasferiti, via mare con sommergibili a largo di Marina di Montemarciano, o via terra oltre il fronte. Queste operazioni restarono quasi sconosciute, ma se il Generale C. A. Armstrong, il Brig. Gen Stirling, il brig. O Neil, il Major Owen Richards, il Capitan Charles M. Shunstrm, il Ten. F. O. O Neil Jack, il Ten. F. O.Kirkman J. M. e tanti altri poterono tornare ad essere attivi per contribuire alla liberazione lo dobbiamo anche alla collaborazione di un certo don Arduino che permise di fare della sua parrocchia uno speciale Albergo a Cinque Stelle. Tanti anni dopo Da quei giorni della liberazione di anni ne erano trascorsi tanti. Un giorno di maggio del 1957 mio padre mi pregò di accompagnarlo a Monsano con degli amici. Coloro che dovevo portare a quel paesetto, allora di poche anime, erano il comandante Guglielmo Brunori repubblicano, tornato a lavorare come semplice metalmeccanico al Cantiere Navale di Ancona, l altro comandante partigiano il comunista Bruno Serrani, tornato a fare il commerciante di vino e, la primula rosso-nera, l anarchico Attilio Santoni, che aveva ripreso la sua attività di falegname. Arrivati a Monsano, Santoni, dei sacrifici, ma erano indispensabili alla nostra formazione cristiana e apostolica. «Gli esempi dei nostri predecessori - diceva don Arduino ci mostrano che sul piano della grazia tutto quello che è difficile e che costa sacrificio è molto bello.» Dovevamo quindi andare avanti guardando spesso indietro (Padre Bianchi della Comunità di Bose) ed anche come disse il giornalista Indro Montanelli chi ignora il proprio ieri non può costruire un buon domani. Don Arduino è stato l uomo-sacerdote che ha cercato di conoscere e aiutare singolarmente tutte le pecorelle del suo ovile parrocchiale ed oltre: ne sono degli esempi le veglie catechistiche in campagna, il catechismo decentrato per i ragazzi a San Savino e nella colonia Sassaroli della contrada Roncaglia (la stessa era anche sede di scuola serale per adulti per conseguire il diploma di quinta elementare). Il suo esempio di padre buono, comprensivo, generoso, animatore di intelligenti iniziative sociali, ci sprona ad imitarlo soprattutto oggi in un tessuto sociale sempre più carente di valori e che richiede a tutti noi impegnati nelle organizzazioni cattoliche un ritorno alle virtù (Cardinale Ravasi) per la riscoperta di un nuovo stile di vita alla luce della nostra fede. Flaviano Celli Nella prima foto in primo piano il vescovo mons. Pardini, a fianco il prefetto di Ancona, mons. Rettaroli e il vicario vescovile mons. Santoni in occasione della inaugurazione dell attuale Casa Paolo VI di Maiolati, sede della colonia montana. Nella seconda foto, da sinistra Vittorio Magnanelli all età di otto anni medicato nell infermeria della colonia di Falconara Marittima da sr Cristina Gallizio e dal suo aiutante Flaviano Celli. sempre taciturno, ma che sapeva sempre tutto, ci fece strada; oltrepassammo l arco che separa la piazzetta dal centro e diritto su una porticina laterale alla chiesa ci trovammo nella canonica dove un prete sedeva in un angolo. Quel prete era don Arduino Rettaroli che per qualche settimana doveva sostituire il parroco di Monsano don Porfiri. Se i tre personaggi che avevo portato erano tornati tutti alle loro vecchie attività, così non era stato per don Arduino. Non era più il cappellano del carcere, aveva smesso di fare lezioni di religione negli Istituti Statali, non era più il prete delle colonie marine e montane, non era il Presidente della P.O.A. (Pontificia Opera di Assistenza). Ora invece era parroco a San Paolo di Jesi, messo quasi da parte in quel paesino come un vestito vecchio, a soli 57 anni di età. Appena si accorse della pacifica invasione si trasformò, abbracciò, baciò gli intrusi come fossero i salvatori della patria. Si agitò, corse di stanza in stanza come fosse un bersagliere, alla perpetua che era lì comandò tante cose, che le faceva quasi intrecciare il cervello. In sostanza in men che non si dica quella stanza aveva cambiato fisionomia; il tavolo era stato imbandito con prosciutto, lonza, formaggio, pane fresco ed un bel fiasco di vino. Non esistevano più repubblicani, comunisti, anarchici o preti, erano quattro spassosi amici che, raccontandosi i fatti del burrascoso passato, (avevano agito compatti, senza accorgersi delle differenze di credo, per riscattare la libertà di tutti), ridevano e si divertivano di cuore. Bruno disse a don Arduino: «Dimmi un po, ti sei pentito di aver evitato la fucilazione di Bernacchia, prima chierichetto e poi gran comunista?» E Don Arduino: «No! Mi sono pentito solo di averti dato la tonaca quando vidi sotto il mio cappello quel viso rubicondo e dalla tonaca sporgere la tua abbondante trippetta. Sembravi un prete nato! Ebbi tanta paura che mi arraffassi la parrocchia». Dopo alcune ore di spassose chiacchiere, i vecchi ribelli si alzarono e, soddisfatti, presero la via del ritorno certi di non aver lasciato solo il buon prete, ma in compagnia di quel comune sommo Divino Maestro, che lo aveva guidato così bene nella sua missione terrena. Bruno Brunori Nella foto, scattata in occasione del ventennale della Resistenza ricordato in Ancona, si riconoscono a destra il rag. Adriano Bravi e dietro di lui il prof. Arnaldo Bellagamba.

11 Voce della PARROCCHIA DI SAN GIUSEPPE 17 aprile Come il chierico don Anselmo ricorda il suo parroco don Arduino Iniziò la sua missione nel 1930, nella parrocchia di San Giuseppe. Fu un padre buono, comprensivo e generoso verso tutti coloro che incontrava. Impegnato nell insegnamento della Religione all Istituto Tecnico, verso i profughi del Polesine, le colonie estive della POA -pontificia opera d assistenza-, nell interesse patriottico. Fu animatore di iniziative sociali. Una persona semplice ed umile. Con una fede profonda, che si esprimeva attraverso la preghiera e la particolare cura della formazione spirituale propria, dei suoi fedeli e collaboratori. Terminò il suo cammino a San Paolo di Jesi, nel Al ricordo della figura e dell opera di don Arduino saranno dedicate alcune iniziative a Moie, dove è nato, e nella parrocchia San Giuseppe di Jesi dove ha svolto la maggior parte del suo servizio. Il ricordo del suo amico, don Anselmo Premetto che ad 89 anni di età e a 40 (?) dai fatti, la mia memoria si è sbiadita, come una carta chimica alla luce. Cerco di ripescare tra qualche ricordo scampato dal naufragio. Don Arduino. Il cognome, probabilmente, molti non lo conoscevano. Io stesso lo scoprii più tardi: Rettaroli. Non aveva importanza. Dire don Arduino era tutto. Anche quando gli fu conferita l onorificenza di Monsignore, cioè cameriere segreto di Sua Santità, nessuno si è sognato di chiamarlo con quell appellativo; né lui se ne avvalse, se non quando gli poteva facilitare l apertura di qualche porta nei sacri palazzi (suppongo). Approdai a S. Giuseppe nel Mia madre era felicissima perché, a differenza di Mazzangrugno, sua e mia parrocchia di provenienza, la chiesa stava a due passi. Lei con passo sollecito, copriva i tre chilometri con meno di mezz ora. Cominciò subito a frequentarla, quasi quotidianamente e, spesso, conduceva anche me, dal momento che ero libero da impegni scolastici (non potei essere iscritto alla classe IV elementare perché l anno scolastico era già incominciato) e così, senza saperlo, mi feci l unico anno sabbatico della mia vita. La chiesa di S. Giuseppe era, allora, la vera incompiuta. Il pavimento di cemento grezzo, le porte con abbondanti spifferi, la casa era in costruzione. Nella rigida stagione (autunno-inverno) don Arduino la raggiungeva da S. Filippo, avvolto in un faraiolo (mantello) nero. Apriva la chiesa e iniziava la giornata del prete. Mia madre, che era molto mattiniera, mi testimoniava che lo trovava sempre inginocchiato a pregare. La prima foto! Sulla preghiera di Don Arduino, forse posso scattare qualche flash. Mi arruolò presto tra i serventini (chierichetti) più assidui. Mi avevano preceduto, ed era esemplare, Gigetto Lucaboni, del quale divenni amico, e Mario Spinaci, che aveva una bella voce. A questi era riservato il compito di intonare il Padre che sei nei cieli, il canto di tutti i ragazzi, a conclusione del catechismo domenicale. Veramente innamorato del SS. Sacramento, in occasione delle Quarant ore, la nuda chiesa veniva arricchita tutta di addobbi di damasco rosso (o tale a noi sembrava) per essere resa più calda, accogliente, raccolta e, in tal modo creare l atmosfera di preghiera. Gli adoratori erano organizzati in modo che il Signore non rimanesse mai solo. E per i serventini disponeva due genuflessori ai lati dell altare, con coperte e cuscini rossi: Un posto privilegiato. Per poter fare, anche loro, (come si diceva) l ora. Consolidò con passione la devozione al S. Cuore di Gesù introducendo la pratica dei primi venerdì del mese e la comunione riparatrice come mezzo potente di chiamata dei peccatori alla salvezza, secondo le visioni di S. Margherita Alaquoque. E la consacrazione D. Arduino in un momento della mia vita È all insistenza di Flavio Celli che debbo questi ricordi di un tempo ormai lontano; non volendo ricadere nel ricordino funebre, che ritengo di aver scritto io stesso, ormai tanti anni fa, ho scelto il sentiero della memoria. Credo di poter affermare che, dopo Dio, debbo a don Arduino la fortuna per me, e Dio voglia che lo sia anche per altri, se sono prete. In realtà l approccio alla vocazione si verificò, alla fine della prima metà del secolo scorso, a S. Giuseppe, grazie a don Giuseppe Palmolella e questo non solo per me ma anche per don Gianni Polita e don Oliviero Paladini, e in parte penso anche per padre Bruno Fioretti. Tutto ciò avvenne in un tempo totalmente diverso dal presente, con un tipo di rapporto e di approccio tra sacerdote e ragazzi oggi irripetibile. Ma perché don Arduino finì per essere così determinante? Una mia particolare situazione può servire ad evidenziare un volto di lui che non era solo quello, in apparente prevalenza, di attivo e organizzatore ma di sacerdote paterno e attento alla singole situazioni. In terza liceo si accorsero che leggevo Così parlò Zaratustra di Nietzsche. Non so se per questo fatto o per altre ragioni il Rettore mi consigliò di dare l esame di Maturità. Mi assicurò che ne avrebbe parlato lui con il Vescovo che, con grande merito, mentre era irremovibile nel pretendere l esame di quinto Ginnasio, per non rischiare di precludere ai giovani seminaristi un eventuale altro avvenire, (avevo amici in teologia di altre diocesi che entrati in seminario in quarta elementare erano per lo stato analfabeti) non permetteva assolutamente delle famiglie al S. Cuore, invitandole ad erigere nel luogo più frequentato della famiglia (la cucina), l altarino con l immagine del S. Cuore e una lampadina sempre accesa. Lui stesso presiedeva la cerimonia di consacrazione delle singole famiglie. Con molta probabilità i più ricordano il don Arduino instancabile, sempre sulla breccia per le numerose emergenze e urgenze: insegnamento della Religione all Istituto Tecnico, profughi del Polesine, colonie estive della Poa - Pontificia opera d assistenza, impegno patriottico, nonché le lunghe file che puntualmente l attendevano allo scadere delle intense giornate, chi per un aiuto, chi per un posto di lavoro, chi per una raccomandazione Penseremmo, istintivamente, a un don Arduino che, chiusa finalmente la porta, preso un boccone un buona notte, Gesù e, finalmente riposo. Non era così. Don Arduino, per poter reggere, non derogò mai ai suoi impegni di sacerdote - uomo di preghiera. Spesso a giornata inoltrata, restava ancora l esame di maturità. Al momento delle presentazione della iscrizione il Vescovo affermò di non ricordare di aver mai dato il permesso e alla fine dovetti affrontare due esami di terza liceo uno in Seminario e l altro al liceo pubblico. Venuto in vacanza e portatomi con altri seminaristi a servire una Messa al Vescovo, in una festa, non so quale, delle Suore che allora erano all Ospedale Civile, al termine il Vescovo rifiutò di consentirmi di baciargli l anello e quando il giorno successivo mi recai in Episcopio il domestico mi disse che il Vescovo non intendeva ricevermi. E qui entrò in scena don Arduino. Mi mediò l incontro portandomi con se a Staffolo dove c era una festa nella Colonia Estiva che, come al solito, stava gestendo e ricordo, tutto resta chiaro nella mente, il Vescovo mi ricevette in una stanza della canonica, mi disse. voltati verso il muro e non rispondere nulla a quanto ti dirò. Il discorso non fu lungo ma intenso e duro, per quanto mi riguardava io lo ritenevo anche ingiusto. Ma tacqui. All uscita ero stato posto nella condizione di dover rifare la domanda di ammissione in Seminario in I Teologia. Le strade della vita diventavano in quel momento di nuovo due: un grande amore per la fisica teorica o continuare la strada che avevo sognato fin da bambino? E qui don Arduino ha detto le parole che mi condussero a scrivere, sulla macchina da scrivere della Parrocchia, la secondo Avevo conosciuto don Arduino sui banchi di scuola al Cuppari ; io studente del corso inferiore, lui in cattedra, insegnante di religione. In classe, con don Arduino c era dialogo, si chiacchierava: anche troppo, magari; lui fingeva di non badarci, ma non più di tanto. Lo avevo rivisto nel novembre del 1951, quando Jesi aveva ospitato, nei locali della villa del seminario, gli alluvionati del Polesine. In quanto presidente della Pontificia Opera di Assistenza (in seguito Opera Diocesana di Assistenza), don Arduino si era trovato a dover fare in modo che gli alluvionati potessero beneficiare del necessario - vitto, indumenti e alloggio - per tutto il periodo della loro permanenza nella nostra città. Ed erano quasi duecentocinquanta. Io ero andato su, alla villa, per un servizio giornalistico sui profughi. E don Arduino mi aveva arruolato subito: c era bisogno di volontari che dessero una mano al centro di raccolta. Così un tassello: la recita del Breviario (liturgia delle ore), allora molto più lungo dell attuale. Cercava di combattere la sonnolenza recitando l ufficio camminando avanti e indietro tra lo studio e la cucina. Quando, però, la situazione diventava critica, chiamava aiuto. Allora ero chierico. Prendeva un altro breviario e mi invitava a recitarlo insieme. Non raramente gli accadeva di passare al gloria Patri prima del tempo, a metà salmo. Allora intervenivo: don Arduino, non è ancora finito! Ah! E avanti. La preghiera in certi momenti diventava anche fatica. Non lo nascondeva. A proposito, gli era familiare una battuta: «Quant è piacevole la recita dell ufficio, specialmente al lunedì!» (il lunedì era il giorno della settimana in cui la salmodia era notevolmente più breve). Ho ancora davanti un ultima immagine. Un don Arduino stanco, che saliva, a testa bassa (era il suo portamento abituale) verso il duomo con una vistosa corona del rosario in mano. Gli avevano chiesto la rinuncia alla parrocchia di S. Giuseppe. Aderì, ma non tardò a pentirsi. Stanco, ma non domo. Tornò a fare il parroco a S. Paolo di Jesi. Come parroco morì il 22 marzo In quell ufficio, nel 1971, mi fu concesso di succedergli. Molto indegnamente. Don Anselmo Rossetti Nella prima foto don Arduino in abiti da monsignore; nella seconda il gruppo dei bambini con le due maestre, suore dell Ordine della Sacra Famiglia del Piemonte dell asilo parrocchiale a San Paolo di Jesi dell anno scolastico Il pacificatore tra il vescovo Pardini e don Attilio Arruolato per aiutare gli sfollati del Polesine domanda di ammissione. Il Vescovo in fondo con affetto e simpatia mi fece sapere che era preoccupato per la mia salute: pesavo quarantacinque chili, la metà di quelli di oggi e mi volle con sé un mese in villeggiatura a Castelplanio sottoponendomi alla cura dell uovo sbattuto quotidiano, secondo la mentalità del tempo, alternando ironiche domande di filosofia, che non era certo il suo forte, a partite impegnative di bocce contro canonici che venivano a turno trovare il Vescovo. D. Arduino seguiva il tutto paternamente da lontano preoccupandosi di farmi seguire anche da qualche medico di sua conoscenza. A.P. Nella foto da sinistra Giancarlo Giacani, don Attilio Pastori, Luciano Dore, don Giannino Polita, Flaviano Celli, don Oliviero Paladini e Primo Mancini. m ero trovato, da un momento all altro, in organico, casualmente, così come ci si erano trovati Giorgio Trillini, Mario Gianfelici, Corrado Pirani, Racchini, Franco Bugatti, Dino Baccani Poi, dopo il capitolo Polesine, per qualche tempo avevo collaborato all organizzazione delle colonie estive, di cui don Arduino era animatore responsabile già dal 1945 (e lo fu per dieci anni). «Tutto era crollato. - mi aveva detto un giorno, ripensando ai difficili inizi delle colonie - La salute pubblica, per i disagi della guerra appena terminata, era fortemente scossa; tanto è vero che dal dispensario jesino dove si fecero visitare i seicento bambini assistiti in quel primo anno, risultò che quasi il dieci per cento aveva infiltrazioni ai polmoni, sia pure nella maggioranza di lievissima entità». Giuseppe Luconi

12 12 17 aprile 2011 jesi Voce della La catechesi di don Giuliano Fiorentini per la Milizia dell Immacolata Nel sì libero e gioioso della Vergine di Francesca Procaccini Il Concilio Vaticano II ha riproposto al popolo di Dio la lettura integrale della Bibbia, che per secoli era rimasta patrimonio quasi esclusivo del clero. In questa prospettiva si colloca la relazione tenuta il primo aprile, nella chiesa di S. Giuseppe di Jesi, dal parroco don Giuliano Fiorentini per l annuale consacrazione all Immacolata. Il tema, molto ampio e decisamente suggestivo, riguardava la presenza di Maria nell Antico e nel Nuovo Testamento. La catechesi, ben articolata e ricca di riferimenti biblici, non può essere facilmente riassunta. Pertanto qualsiasi taglio rappresenta inevitabilmente un impoverimento e quindi una mutilazione di un discorso, illuminante e godibile solo nella sua interezza. Per comprendere il ruolo di Maria nel piano della salvezza non si può prescindere dall AT, dove troviamo una preparazione morale, una tipologica e una profetica. a. Preparazione morale. Maria è presentata nella LG al n. 55 come colei che «primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza». Dio ha guardato l umiltà della sua serva (Lc. 1.48) e l ha scelta per essere la madre del Messia. Maria è presentata, inoltre, come colei nella quale la fede di Abramo trova compimento. Entrambi hanno creduto totalmente nel Signore. b. Preparazione tipologica. Vi sono nell AT delle donne che, viste alla luce di tutta la Rivelazione, possono essere considerate prefigurazioni di Maria, cioè appartenenti alla sua stessa tipologia. Pensiamo a Sara, Anna, Giuditta, Ester, ecc., ma pensiamo soprattutto alla figlia di Sion. Questa espressione, come l altra equivalente figlia di Gerusalemme, sta a significare non una persona, ma il Madonna Immacolata con san Francesco e san Giuseppe del 1562, custodita al Museo Diocesano e proveniente dalla chiesa Collegiata di Montecarotto. popolo d Israele nel suo insieme e in particolare quella parte fedele da cui uscirà il Salvatore. Gioisci, esulta, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te (Zac 2,14); Gioisci, figlia di Sion, esulta Israele e rallegrati con tutto il cuore figlia di Gerusalemme!...Re d Israele è il Signore in mezzo a te Sof 3,14-17). Nella figlia di Sion l evangelista Luca riconosce Maria, perché è lei la vera dimora di Dio in mezzo al suo popolo, è lei la via mediante la quale l umanità è stata redenta. c. Preparazione profetica. Maria è presente nell AT anche in alcune profezie riguardanti il Messia. Gn 3,15: Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno ; Is 7,14. Ecco la Vergine concepirà e partorirà un figlio che chiamerà Emmanuele. Mich 5,1-5: E tu, Betlemme di Efrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele. Secondo l evangelista Matteo, queste due ultime profezie annunciano non solo la madre del Messia, ma anche il luogo della sua nascita. Maria nel Nuovo Testamento Nel NT abbiamo il compimento del piano della salvezza, dove accanto al Cristo compare la Madre, inserita intimamente nel mistero del Figlio. Se la prima parte della Lectio magistralis di don Giuliano è stata caratterizzata da numerose citazioni bibliche, la seconda può essere definita una summa di tutti i passi in cui è presente l Immacolata, un lavoro di grande spessore dal quale si possono estrapolare solo alcuni punti essenziali. Dopo aver commentato, con una rigorosa esegesi, il noto verso di S. Paolo della lettera ai Galati: Nato da donna (Gal 4,4-5), si è soffermato sui brani evangelici che parlano della Vergine Maria. In riferimento all annunciazione ha sottolineato il rapporto fra l antica alleanza di Dio con il popolo d Israele e la figura della Vergine arca della nuova alleanza. «Un punto nodale nella storia della salvezza - ha detto il relatore è rappresentato dal fatto che non è più l assemblea del popolo eletto ad essere interpellata, ma è una persona singola, la Vergine di Nazaret, nel cui grembo Dio ha stabilito di rivestire la nostra carne È il sì libero e gioioso di Maria, vera figlia di Sion, che rende possibile dal lato umano l attuarsi di questo evento: Maria è la Kecharitomène, cioè oggetto ab eterno della grazia di Dio». Un parallelismo significativo emerge fra la traslazione dell arca da parte di Davide (2 Sam 6) e il viaggio di Maria per visitare Elisabetta (Lc 1,39 ss). A somiglianza di Davide, Maria si alza e parte verso la continua a pag. 13 Esperienze di formazione sull affido familiare Genitori e single disponibili Sabato 26 marzo si è svolta nella sede di Villa Borgognoni a Jesi, la seconda parte del seminario di approfondimento dell affido familiare sul tema Figli di chi?... Oltre i 18 anni... come vivere il distacco. Organizzato dall associazione Ecco Tuo Figlio e dagli Ambiti Sociali Territoriali XI-XII-IX-XIII, l appuntamento si è svolto parlando delle dinamiche di cooperazione tra assistenti sociali, comunità e famiglie, spiegandone la gestione che non va orientata solo alla fase dell accoglienza, ma va estesa alle famiglie di origine e affidatarie. Gli incontri si sono svolti ad Osimo, a Jesi e in Ancona. Altri incontri sul tema dell affido si sono svolti a Pianello, a Moie e a Staffolo organizzati dall Ambito Territoriale Sociale IX in collaborazione con l ASUR Z.T.5, l Oikos e il Consultorio La Famiglia di Jesi. Il seminario di Jesi ha riportato i resoconti di un lavoro comunitario per valutarne insieme gli effetti in questo momento di crisi sociale. Il servizio degli assistenti sociali mira all incremento dell interesse verso l argomento, fa un elenco dettagliato delle domande di affido ed appoggio, sia da parte delle coppie che dei single e valuta le spese e le disponibilità dei comuni. Il dott. Riccardo Borini, coordinatore dell Ambito sociale IX, ha illustrato il progetto dell Ambito n. 9 Questa casa non è un albergo soffermandosi anche sulle casistiche generali dei minori presso le varie comunità e sul tema dell educazione in genere. In seguito Eugenio Lampacrescia, pedagogista e docente di Psicopedagogia del Linguaggio e della Comunicazione presso l Università degli Studi del Molise, ha raccontato della sua esperienza nell infanzia quando i suoi genitori si sono ritrovati a sostenere, per otto anni, un ragazzino. Oggi ad Eugenio questa storia ha permesso di approfondire con una attenzione più sentita interrogativi sia etici che giuridici. Forse siamo un po figli di tutti ed è necessario vivere il momento di vicinanza ma anche quello di distacco con la giusta cognizione emotiva. A seguire, la psicologa e presidente dell associazione La voce dei bambini Albarosa Talevi ha illustrato le leggi e come si disciplina l affido (valido fino a 18 anni): consensuale e giudiziario. Le competenze si distinguono in ambito civile, penale ed amministrativo. Cosa riguarda quest ultimo? Il ragazzino, dai dodici anni in poi, è ritenuto responsabile e può essere affidato alla comunità. Nel caso in cui fosse opportuno andare oltre l età dei 18 anni, si aprirebbe un procedimento amministrativo o penale che proroga l incarico fino al ventunesimo anno di età. Naturalmente questo sollecita un progetto e un sostegno consistente di denaro. Da una recente indagine e seguendo le osservazioni del giudice e magistrato minorile Carlo Alfredo Moro del 2003, risulta che stanno aumentando le violenze ed i figlicidi, oltre ad un rafforzamento dell opinione pubblica adulcentrica. L affido rimane comunque un istituto a servizio del bambino e del ragazzo che, superato il periodo di difficoltà, può rientrare nella famiglia di origine e continuare a trovare in seguito un punto di riferimento in quella acquisita. È previsto un altro incontro per il 16 aprile ad Ancona presso il CSV - Via della Montagnola 69/a. Per ulteriori informazioni visitare il sito dell Associazione Ecco tuo figlio all indirizzo: Elisabetta Rocchetti Jesi: a San Giovanni Battista, il 19 aprile alle 18,30, lo Stabat Mater con due associazioni locali Nella chiesa frequentata da Pergolesi Tra le iniziative artistiche, culturali e religiose che caratterizzeranno le imminenti festività pasquali ne segnaliamo una che in se stessa racchiude, compendia e risalta i tre aggettivi d apertura. Quasi all inizio della Settimana Santa, che culminerà con i riti e le celebrazioni della Santa Pasqua, due associazioni del territorio daranno vita ad un interessante appuntamento musicale: le associazioni Regina della Pace e Organistica proporranno l esecuzione di quello che, giustamente, viene considerato il capolavoro in assoluto di G. B. Pergolesi, il componimento musicale che ancora oggi, a distanza di oltre tre secoli dalla prima esecuzione, esprime al meglio la sacralità della vicenda contenuta nel testo scritto da Jacopone da Todi: lo Stabat Mater. Quello in programma alle ore 18,30 di martedì 19, nella chiesa di S. Giovanni Battista, sarà uno Stabat Mater particolare; prima dell inizio del concerto, infatti, il parroco mons. Attilio Pastori introdurrà il pubblico all ascolto con alcuni cenni relativi alla musica ed al testo. Con l occasione don Attilio non mancherà di sottolineare una curiosità storica che lega il musicista a quella chiesa, l unica ad essere stata frequentata da Pergolesi che sia rimasta tale e quale nel corso degli ultimi tre secoli. Una chiesa, dunque, vista e frequentata dal compositore jesino. Altra particolarità per questo evento sta nel fatto che tutte le parti orchestrali previste da Pergolesi (piccolo complesso d archi e basso continuo) saranno sostenute dall organo; il tutto sarà eseguito nella cantoria nella riduzione e revisione per due voci femminili e organo a quattro mani. Protagonisti del pomeriggio musicale: Elisabetta Amici (soprano), Valeria Pastore (contralto), Fabiola Frontalini e Diego Pucci (organo a quattro mani). Lo Stabat Mater era stato commissionato a Pergolesi da una Confraternita partenopea nel 1735, a pochi messi dalla morte del musicista (1736); doveva sostituire la precedente versione di Alessandro Scarlatti, riproposta ormai da un ventennio. Quest ultimo aveva suddiviso l intera composizione in 18 numeri musicali, Pergolesi condensò il tutto in 12 momenti; numeri o brani che saranno eseguiti: due dal soprano solo, tre dal contralto solo e sette duetti per entrambe le voci. È quanto si potrà ascoltare martedì 19 aprile nel fascinoso ambiente di S. Giovanni Battista. Sedulio Brazzini Nella foto da sinistra Fabiola Frontalini, Elisabetta Amici, Valeria Pastore e Diego Pucci 923 DAL 1923 T e l. - w w w. m a t t o l i. i t

13 Voce della società 17 aprile Bambini ed emergenze: le esercitazioni di protezione civile a Moie e Poggio San Marcello seguite con tanto entusiasmo Alle prove hanno partecipato oltre 500 alunni Incendio e terremoto: sono possibilità che è necessario conoscere per prevedere, per imparare comportarsi correttamente e intervenire adeguatamente. Per questo sabato 2 aprile le scuole dell Istituto comprensivo C.Urbani di Moie- Castelplanio-Poggio S. Marcello hanno effettuato una esercitazione di evacuazione emergenza incendio e terremoto, organizzata dall assessorato alla protezione civile dell Unione dei Comuni della Media. Vi hanno partecipato il gruppo cinofilo di Jesi, il distaccamento dei Vigili del fuoco di Jesi, il comitato locale CRI, i gruppi della protezione civile dell unione dei Comuni, il gruppo radioamatori di Jesi. Le prove sono state effettuale a Poggio S. Marcello e Moie e vi hanno partecipato oltre 500 alunni di scuola primaria e secondaria di primo grado. «Queste esercitazioni, che vengono eseguite in tutte le scuole almeno due volte in ogni anno scolastico, sono molto importanti per essere pronti in caso di emergenza. ha detto il dirigente Nicola Brunetti - Tutto il personale scolastico, docenti, collaboratori, personale di segreteria, nonché gli alunni, devono imparare a gestire in modo corretto situazioni critiche, come il terremoto o l incendio, che purtroppo possono verificarsi. Questa giornata particolare è inoltre un occasione importante, per gli studenti, per comprendere in maniera tangibile quanti volontari lavorano per la nostra sicurezza.» Sono stati presenti alle esercitazioni l assessore alla protezione civile dell unione dei Comuni Tiziano Consoli, sindaci e assessori dei comuni e circa cinquanta volontari. L intervento dei vari gruppi ha entusiasmato particolarmente gli alunni, interessati a comprendere la funzione dei vari apparati di soccorso. Il comandante dei vigili del fuoco di Jesi Serafino Mandolini, coadiuvato dai volontari, al termine dell esercitazione, ha chiarito agli alunni e al personale il comportamento corretto da tenere in caso di emergenza ed evidenziato gli errori commessi. Sicurezza e prevenzione sono dunque aspetti Un trasporto eccezionale a cura della ditta Pasquinelli di Jesi La gigantesca fresa per scavare un tunnel L imponente macchina organizzativa messa a punto dalla Pasquinelli trasporti spa di Jesi incaricata di curare il trasporto della fresa più grande esistente al mondo dal porto di Ravenna a Pian del Voglio lungo l autostrada Bologna Firenze ha preso l avvio nei giorni scorso. Fondamentale la collaborazione di dieci pattuglie della Polizia Stradale che hanno scortato l eccezionale automezzo di oltre 60 metri di lunghezza ed 8,70 di larghezza che poggia su 25 assi trainati da due motrici. Particolarmente complicato è risultato l avvio del viaggio di Martina che ha dovuto percorrere i primi tratti di strada lungo le vecchie consolari prima di arrivare a Casalecchio di Reno e poi raggiungere la variante di valico dell autostrada del Sole. Per questo trasporto molte strade sono state chiuse al traffico, gran parte della segnaletica è stata temporaneamente eliminata, si sono scelte le ore serali e notturne al fine di ridurre al massimo le difficoltà al traffico ordinario. Il viaggio di Martina non è stato complicato soltanto in quest ultima fase poiché la Pasquinelli di Jesi ha ritirato il carico a Schwanau in Germania, ha imbarcato il mostruoso pezzo su chiatte che hanno percorso il fiume Reno fino a Rotterdam; da qui su, una motonave, molto importanti della vita scolastica, tanto che le scuole devono essere dotate di un apposito documento relativo alle modalità di affrontare le emergenze: il Piano di evacuazione - Pianificazione delle procedure di emergenza. Esso ha l obiettivo di consentire agli operatori scolastici di effettuare agevolmente le prove relative all emergenza, utilizzando tutte le risorse umane, assegnando ad ogni addetto uno o più compiti. Vi devono essere inoltre indicati tutti i luoghi in cui possono verificarsi le situazioni di pericolo (laboratori, palestre, biblioteche, magazzini, centrali termiche, ecc.), le strutture e gli impianti di sicurezza (scale ed uscite di sicurezza, estintori, idranti, ecc.) nonché i luoghi sicuri o aree protette in cui possono trovare rifugio gli studenti e il personale della scuola. Una scuola sicura è un obiettivo indispensabile e prioritario da raggiungere, affinché nell emergenza non accadano tragedie che purtroppo, troppo volte hanno visto come vittime i più giovani. Tiziana Tobaldi Nelle foto alcuni momenti dell esercitazione nelle scuole di Moie La catechesi di don Giuliano Fiorentini per la Milizia dell Immacolata Nel sì libero e gioioso della Vergine Maria segue da pag. 12 stessa regione montagnosa della Giudea, verso la quale bisogna salire. Nella casa di Elisabetta le due donne, entrambe in attesa di un figlio, esultano nello Spirito. Al saluto di Elisabetta: Beata te che hai creduto, Maria risponde con il Magnificat, canto di lode e di ringraziamento al Signore. Il Magnificat non è una semplice trascrizione delle parole di Maria, ma diventa preghiera della Chiesa che si identifica con la Vergine e con questo canto loda Dio nella liturgia delle Ore. Don Giuliano, analizzando i versetti del Magnificat, ha osservato: «Maria parte ha raggiunto il porto di Ravenna. La fresa, dal costo di 56 milioni di euro e con un peso di tonnellate, una volta rimontata (e ci vorranno circa 3 mesi) sarà utilizzata dalla ditta che sta eseguendo i lavori per il raddoppio dell autostrada del Sole al fine di poter procedere alla perforazione delle gallerie nelle due direzioni di marcia, impiegando 556 giorni alla velocità di 10 metri al giorno. Indubbiamente la Pasquinelli spa trasporti ha dimostrato una grande professionalità acquisita nei lunghi anni dal titolare e dalle sua equipe. Una professionalità che i figli del compianto Ennio Pasquinelli hanno saputo mettere in atto per un trasporto durato molti mesi di preparazione e non sempre di facile soluzione. da una situazione personale per poi allargare l orizzonte a tutto l Antico Israele e anche al Nuovo Israele, la Chiesa. Il tempo della Chiesa è il tempo del Compimento. Nella sua formulazione questo canto è pure una profezia: Dio completerà ciò che ha iniziato con la sua venuta in mezzo a noi». Rileggendo il versetto di Luca: Maria, da parte sua, conservava tutte queste cose, ponendole a confronto nel suo cuore (Lc 2,19), si comprende che Maria non è solo fonte del vangelo di Luca, ma è anche testimone ed interprete degli eventi che riguardano il Figlio. La donna rivestita di sole La bellezza di Maria Vergine e Madre, che emerge dai vangeli, culmina nell immagine della donna vestita di sole (Ap 12). Il relatore, seguendo l interpretazione ecclesiale e comunitaria osserva: «La donna è la chiesa che ha sperimentato la prova e ancora la sperimenta nella persecuzione. Ella, infatti, deve fuggire nel deserto mentre il dragone si avventa contro di lei e poi corre a fare guerra al resto dei discendenti di lei. Ma ella sperimenta pure la protezione di Dio e la vittoria finale, in forza della vittoria dell agnello (v. 6.11). Dalla donna del Genesi, che schiaccia la testa al serpente, alla donna dell Apocalisse, che trionfa sul Male.» Francesca Procaccini Notizie della settimana di Laura COGNIGNI Ventiduesima edizione di Poggio in Fiore Il centro storico di Poggio San Marcello si trasformerà in un giardino all aperto per accogliere i visitatori che il 16 e il 17 aprile sceglieranno di passeggiare tra i vicoli del castello ben allestiti con piante fiorite, da appartamento, bonsai, fiori recisi o piante grasse e da orto. In una colorata esposizione si potranno scegliere le piante per rinnovare il giardino o per la casa e gustare i prodotti della buona cucina paesana. Il Comune e la Pro Loco con il patrocinio della provincia di Ancona daranno vita a Poggio in fiore arte, natura, ambiente e cultura, una manifestazione che unisce tutte le forze del comune nell allestire gli spazi espositivi di piante, fiori e artigianato artistico e gli stand gastronomici. Elettronica e radioamatori Per la prima volta ad Osimo il 16 e 17 aprile si terrà la manifestazione Fiera dell elettronica, informatica e radioamatori. L evento organizzato dalla Afi 2006, associazione formata da operatori del settore, con il patrocinio del Comune di Osimo, della Provincia di Ancona e della Confcommercio delegazione di Osimo e con collaborazione di Dino Latini. Sono attesi oltre 50 espositori provenienti da tutta Italia, ospitati nella struttura del Palabaldinelli, in via Striscioni, con uno spazio espositivo di circa 2000 mq, che proporranno una vasta gamma di prodotti di informatica, telefonia mobile e fissa, hardware e software, ricezione satellitare, materiale radiantistico, hobbistica, DVD e games, materiali di consumo, tutto a prezzi da hard discount! A supporto della manifestazione è attivo il sito www. elettronicaosimo.it dove poter reperire tutte le informazioni del caso. La staffetta della memoria La cooperativa Sociale Costess, in collaborazione con sindacati, ANPI, Istituti di storia di Toscana, Emilia Romagna e Marche e con l adesione di comuni, pro loco e numerose realtà dell associazionismo sociale, culturale e sportivo, promuove In bicicletta sulla Linea Gotica La staffetta della memoria. Dal 25 aprile al Primo Maggio una staffetta di ciclisti percorrerà un itinerario individuato sui luoghi della seconda guerra mondiale e della Resistenza in Italia centrale, per testimoniare in tal modo l importanza dei valori inscritti nelle due feste e soprattutto nella Costituzione italiana. Proprio una copia della Costituzione gli staffettisti recheranno con sé, chiedendo a chiunque incontreranno una simbolica firma in calce a tale documento. Informazioni sull iniziativa, programma e inno della staffetta sono nel sito: Castelplanio (An) - Via Roma, 117 Tel r.a. - Fax

14 14 17 aprile 2011 pagina aperta Voce della JESI - IL PALAZZO E DINTORNI Ancora amministrazione tartaruga Mi apostrofa un amico: «Tu hai accusato l amministrazione di passo da tartaruga denunciando i tempi biblici nel portare a termine tanti progetti. Soprattutto alcuni che, iniziati, camminano con una lentezza da scandalizzare. Ne elenchi alcuni, ma ti sei dimenticato di richiamare l attenzione sull appezzamento di terreno ex demaniale, ex Crt di via del Verziere» «Calma, calma. rispondo morbidamente alterato Io ho denunciato un metodo troppo pigro e ho fatto solo alcuni esempi. Hai voglia ad elencare le tante opere sospese, semi-abbandonate, dimenticate o che procedono con il solito passo della tartaruga!». Però, tra me e me, appena rimasto solo, mi son detto che, certo, l ex terreno di via del Verziere, sdemanializzato mille anni fa, acquisito dal comune dopo un iter infinito, preziosissimo in considerazione delle possibilità offerte a favore di un quartiere popolare e bisognoso di strutture sociali, dopo tante vicissitudini e incertezze, è ancora semi abbandonato. Ci giocano i monelli (e va bene!) e ci dormono gli immigrati o chi per essi (e va bene sì e no). Dico Va bene sì perché che volete quando penso che bisogna alloggiare i pellegrini e tanti sono senza tetto Però hanno ragione gli abitanti della zona di ribellarsi. Quanti progetti negli Il Gruppo Micologico Jesino Federico II con sede in Jesi, in via Rincrocca 4, organizza con il patrocinio della Provincia di Ancona, del Comune di Jesi e dell Asur 5, la terza mostra naturalistica di funghi, erbe e fiori spontanei primaverili. La mostra si terrà sabato 16 e domenica 17 aprile 2011 presso i caratteristici locali di Palazzo Ripanti, sede dell Associazione Nazionale Carabinieri, sita a Jesi in Piazza Federico II, 8. L inaugurazione della mostra avverrà sabato 16 aprile alle 10 alla presenza delle autori- ultimi cinque anni circa? Nessuno è andato in porto. Eppure, tempo fa, se ben ricordo, è saltata fuori la disponibilità di ben euro pronti per ristrutturare l edificio e far diventare il parco che è oro colato per la zona - un vero parco a disposizione del quartiere. Le lamentele sono tante che proprio in questi giorni qualcuno ha proposto di abbattere l edificio perché fatiscente (ma è vero? Non mi pare), perché rifugio poco consigliabile, perché i ragazzi che ci scorazzano non sono garantiti Chissà che fine ha fatto il progetto Maschiamonti, nonostante che proprio per questo progetto sembrava che fossero pronti tanti euro!? Comunque prima di demolire la palazzina io ci penserei centomila volte perché Jesi ha bisogno di locali per soggetti con handicap, per incontri vari (giovani soprattutto) con iniziative legate al volontariato E chi più ne ha, più ne metta. Ma non si può proprio continuare a lasciarlo così! Come dar torto a quelli del Verziere? O ci si vuol dire che bisogna andare con la pachidermica lentezza del parco del Vallato per non creare uno stato di belligeranza tra gallodoresi e verzieresi? Et censeo sancti Nicolai monumentum liberandum esse v.m. Mostra Naturalistica Primaverile Meraviglie della Natura I funghi, le erbe e i fiori spontanei tà cittadine e provinciali. Due interessanti relazioni si svolgeranno nel corso della mostra: la prima sabato alle 18 su Erbe Spontanee: usi, costumi e tradizioni a cura di Laura Colasanti, esperta botanica e la seconda domenica 17 aprile alle 18 su Marzuoli spignoli e spugnole: delizie nel piatto a cura del micologo e presidente del GMJ Fabrizio Fabrizi. Il presidente Fabrizi si augura che tutti gli amanti della vita all aria aperta possano, partecipando alla mostra, avvicinarsi alla natura e scoprire il mondo dei funghi, delle erbe e dei fiori spontanei, fatto di immagini, profumi, colori e sensazioni. Un occasione inoltre, visitando la mostra, per apprezzare le stupende bellezze storiche della città di Jesi. Ospedale: inaugurato al Murri il Centro di Salute Mentale Verso la cittadella sanitaria È stato inaugurato all ospedale Murri di Jesi il nuovo Centro di Salute Mentale, trasferito nella nuova sede dopo aver operato per decenni lungo corso Matteotti. Tanti i cittadini presenti, le autorità civili, militari, religiose intervenute: un segno di grande attenzione verso un servizio tanto delicato, che si occupa del disagio psichico e della promozione della salute. Nel programma della manifestazione che si è svolta giovedì 31 marzo gli interventi di Maurizio Bevilacqua, direttore della Zona Territoriale 5, Fabiano Belcecchi, sindaco di Jesi, Massimo Mari, direttore del Dipartimento di Salute Mentale Jesi, Francesco Comi, presidente della quinta Commissione regionale Sanità, Federico Tardioli, presidente Fondazione Carisj. Presenti alla cerimonia anche gli assessori del Comune di Jesi Bruna Aguzzi, Gilberto Maiolatesi, i consiglieri comunali Maria Celeste Pennoni e Mario Sardella, i consiglieri regionali Enzo Giancarli e Giancarlo Busilacchi, il vescovo della Diocesi di Jesi mons. Gerardo Rocconi, Sandro Barcaglioni, sindaco del comune di San Paolo di Jesi, il capitano Carmelo Grasso, comandante della Compagnia Carabinieri Jesi, il capitano Vittorio Angelini, comandante della Guardia di Finanza Jesi, Enrico Lancellotti, comandante Vigili Urbani Jesi, Vito Inserra, presidente Marche delle associazioni dei familiari dei malati psichiatrici, Enrica Matteucci presidente Athena, Sabina Zucchi presidente Agalma, Tito Augelli presidente Tutela della Salute, Piero Rosalba e Maria Luisa Quaglieri dello Iom Jesi, il Tribunale del Malato, rappresentanti sindacali, tanti cittadini e operatori della sanità jesina di ieri e di oggi. «Questo è un momento importante per la nostra città e per la struttura sanitaria. ha detto il sindaco Belcecchi È stato recuperato uno spazio storico importante. Ambienti nuovi, più ampi e spaziosi, consentiranno al personale sanitario di svolgere al meglio la propria professione.». Il presidente della 5a Commissione regionale Sanità Comi ha espresso la sua soddisfazione e un pensiero di gratitudine a tutti gli operatori della direzione sanitaria per aver realizzato in tempi brevi il nuovo servizio: «Nelle Marche circa il 2% della popolazione ha bisogno di attenzione e servizi adeguati per la salute mentale. In un momento di carenze di risorse, qui a Jesi è stato realizzato un modello sperimentale di integrazione prevenzione che comprende strutture residenziali, ambulatori, servizi che possono essere un punto di riferimento per qualificare l offerta marchigiana.» Soddisfatto anche il direttore della Zona Territoriale 5 Maurizio Bevilacqua, per il quale «l attenzione verso il disagio mentale resta in primo piano». Questo trasferimento, seppure non direttamente collegato al nuovo ospedale Carlo Urbani, permette importanti sinergie organizzative all interno del Dipartimento di Salute Mentale, che si trova così ad avere le sue tre principali strutture (degenza, centro riabilitativo diurno, centro salute mentale) molto ravvicinate e quindi più agevolmente gestibili per quanto riguarda il personale. Al tempo stesso, si va costruendo e completando la cittadella sanitaria, una concentrazione di servizi ed eccellenze, con ampi spazi di inclusione. Per operatori e pazienti si tratta di un passo avanti significativo in termini di spazi funzionalità e ambienti che consentono anche l accesso diretto allo splendido parco del Murri. Tiziana Tobaldi Foto Vincenzoni La Carifac a Rimini Ha aperto ufficialmente i battenti la filiale di Rimini della Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana (Carifac), in via Alessandro Gambalunga 69. «Questa nuova apertura spiega Paolo Mariani, Direttore Generale Carifac è una tappa importante del percorso di crescita che abbiamo avviato dopo l entrata nel Gruppo Veneto Banca. Il nostro obiettivo è servire la zona centrale della dorsale adriatica, dalla Romagna al sud delle Marche, ed estendere la nostra area di influenza nella zona appenninica, soprattutto in Umbria. Rimini è una città economicamente vivace, non solo grazie al turismo. Contiamo di raggiungervi presto risultati importanti e di estendere nel tempo la nostra presenza anche all entroterra romagnolo». Con quella di Rimini l Istituto raggiunge le 62 filiali, dislocate nelle Marche, in Umbria e nella città di Roma. La Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana è stata fondata nel 1845 per iniziativa popolare. Grazie alla conoscenza dei territori dove opera e all appartenenza al Gruppo Veneto Banca (realtà dinamica e in crescita al dodicesimo posto in Italia per masse amministrate), fornisce ai propri clienti un servizio attento alle loro esigenze, proponendo prodotti e servizi innovativi e competitivi.

15 Voce della sport e tempo libero 17 aprile chiaravalle: in bici, nei luoghi del Risorgimento Da tutta Italia per la Strada Giusta Sarà un iniziativa marchigiana, precisamente del comune di Chiaravalle, a ri-unire, a distanza di cento cinquant anni, l Italia e gli italiani con un intrigante bici staffetta. Ma non saranno solo i marchigiani a compierla dato che, ai sei percorsi programmati, si stanno iscrivendo attraverso il portale - persone da più parti della penisola, che scelgono di partire da luoghi diversi da quello di origine o di residenza. Il progetto, dall importante valore storico e culturale, è stato presentato prima a Roma e poi a Chiaravalle, rispettivamente il 10 e il 17 marzo, dagli attori principali dell evento: il sindaco Daniela Montali, il vicesindaco Antonio Moscatelli e il presidente dell associazione ciclistica amatoriale Bicipiù Massimo Cerioni, entrambi ideatori dell iniziativa, l assessore alla Cultura Lorenzo Fabbri, il titolare dell azienda marchigiana General Building, sponsor e unico finanziatore dell evento, Marco Maracci. La manifestazione - che registra anche la collaborazione della Fondazione Chiaravalle-Montessori con la funzione di valorizzare i luoghi slow-look, cioè i luoghi da gustare lentamente - è strettamente collegata agli eventi culturali che ogni città incontrata lungo il percorso porrà in atto. Scendendo nei dettagli, saranno più di quaranta le mete all interno delle tappe principali, per un totale di chilometri, in un itinerario a più segmenti che coinvolge tutte le regioni italiane. La bici-staffetta partirà il 26 aprile da Marsala, città simbolo del processo di unificazione grazie allo sbarco dei Mille. Da qui i ciclisti, in circa venti tappe, raggiungeranno Firenze il 5 maggio. Il secondo itinerario partirà il 14 maggio da Trieste, con destinazione Milano, in sei tappe. Sarà poi la volta di Olbia-Cagliari-Genova, in sei tappe a partire dal 2 giugno; ancora, di Bari-Reggio Emilia, in sette tappe, dal 4 CALCIO giugno. Infine Aosta-Torino, passando per Ivrea, dal 15 giugno. L arrivo a Torino vedrà, con la tappa finale, i partecipanti di tutti e cinque gli itinerari convergere verso un unico punto, per una manifestazione pubblica alla presenza delle autorità. Testimone di ogni tappa principale della staffetta sarà la Carta d identità, un documento su cui il sindaco del capoluogo di ogni Regione raggiunta apporrà il timbro della città. Un gesto che vuole esprimere la scelta consapevole e responsabile a continuare insieme sulla strada dell unità, su La strada giusta. Il documento verrà poi consegnato al presidente della Repubblica. «Questa iniziativa parte da un concetto di fondo: l Unità d Italia è un fatto culturale. La cultura diffusa nell Italia è il fondamento della nostra unità nazionale, è un patrimonio che appartiene a tutti, indipendentemente da altri fattori - ha commentato il sindaco di Chiaravalle - La bici-staffetta costituisce uno strumento che richiama l ecologia, un mondo più vivibile, stili e tempi di vita di maggiore qualità, a portata di tutti. Valorizza la bicicletta, un mezzo sempre popolare e affascinante, che in tutta Italia unisce, consente di raggiungere tappe Serie D Circa venticinque minuti di ritardo per cominciare quest incontro ad Atessa in Abruzzo. La Jesina in trasferta è stata frenata dalle forze dell ordine locali per ragioni di pericolo, visto che la nostra tifoseria protestava per dieci euro di costo biglietti. Dopo varie discussioni, si cominciava: senza paure! Ma con un gol, segnato dalla punta D Orazio al 25. Brutto momento per il nostro portiere Niosi, che però da quella delusione in poi si importanti, di contattare tante persone, di parlare; stimola a riflettere insieme sull Unità con modalità diverse. L iniziativa diventa così condivisione. È un momento democratico dal basso; è espressione di libertà, di scelta responsabile nella costruzione di quell Unità che davvero noi vogliamo». «L idea di sponsorizzare l iniziativa è partita da una chiacchierata informale - ha spiegato Clarissa, figlia dell imprenditore dell azienda sponsorizzatrice dell evento - La bicicletta si sposa benissimo con l idea delle energie rinnovabili perché entrambe hanno un contenuto etico che è quello del rispetto dell ambiente. Entrambe innalzano il livello di qualità della vita dell uomo perché permettono un risparmio considerevole di emissioni di gas serra nell ambiente. Sarà senz altro coinvolgente perché chiunque potrà unirsi e compiere un piccolo tratto. Saranno distribuite delle t-shirt e dei gadget. Il messaggio che vogliamo dare come azienda sponsorizzando l iniziativa è riuscire a sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di un rinnovamento della politica nel rispetto dell ambiente. Una politica che vada a incentivare l utilizzo della bicicletta, l utilizzo delle energie rinnovabili, in vista di quelle convenzioni internazionali che l Italia ha sottoscritto e che deve impegnarsi a rispettare». Fotoservizio Paola Cocola Nella foto da sinistra Lorenzo Fabbri, assessore alla cultura di Chiaravalle; Massimo Cerioni, presidente di BiciPiù-Fiab; Daniela Montali, sindaco di Chiaravalle; Antonio Moscatelli, vicesindaco e assessore ai lavori pubblici. mette i panni della festa: parate determinanti fino in fondo con grande bravura e continuità, mentre i leoncelli giocano con grande impegno per il pari, segnato (finalmente) da Negro e difeso strenuamente con tutta l anima. Una Jesina che riesce a strappare il quinto posto di classifica in solitario. Grande gioia e soddisfazione esprime mister Fenucci nei commenti finali: l 1-1 era il traguardo di questa partita e tale è rimasto. Vir gran fondo Colline del Verdicchio in tricolore Protagonisti anche i cicloturisti A Serra de Conti fervono gli ultimi preparativi per accogliere i partecipanti alla Gran Fondo Colline del Verdicchio, di domenica 17 aprile. La grande manifestazione ciclistica arriva subito dopo Vinitaly, una delle più importanti rassegne enologiche del mondo. E anche alla fiera di Verona si è parlato della manifestazione, sostenuta dal Sistema Turistico Provinciale, proprio per la sua peculiarità di legare il nome di un vino allo sport e al turismo, in una simbiosi che vuole promuovere le eccellenza del territorio. Un progetto al quale hanno aderito, con entusiasmo, tutti i comuni attraversati dalla pedalata, i quali collaborano attivamente all organizzazione della manifestazione coadiuvati dal Gruppo Sportivo Pianello. E fra i tre percorsi proposti c è anche il cicloturistico-gourmet, riservato a coloro che amano pedalare gustando paesaggio e sapori. La nostra tradizione culinaria sarà, poi, sfoggiata nel menu del pranzo che seguirà la pedalata. Il pacco gara offerto a tutti gli iscritti contiene prodotti tipici locali e vino Verdicchio della cantina Moncaro di Montecarotto. La manifestazione Raduno delle Fiat 500 e tour dei Castelli di Jesi Piccole auto indimenticabili ha anche un risvolto sociale con il Trofeo Diversamente abili. Dal punto di vista agonistico la Gran Fondo si annuncia particolarmente interessante, a cominciare dai punti messi in palio per il Campionato italiano della Federazione Ciclistica. Seguirà la corsa Luigi Bielli, il selezionatore della squadra azzurra alla ricerca di corridori da convocare per il Campionato Europeo e per il Mondiale. La Colline del Verdicchio, inoltre, è una delle prove della World Cup per amatori (Amatours), oltre che del campionato regionale. La Gran Fondo Colline del Verdicchio è inserita anche nel circuito Marche in Bici e sarà proposta in diretta streaming sul sito Itinerario della seconda guerra mondiale in Italia In bicicletta verso la Linea Gotica Venerdì 15 aprile alle a Jesi, presso la sala convegni dell Ostello di Vila Borgognoni, si terrà la presentazione della guida cicloturistica In bicicletta sulla Linea Gotica. Itinerario cicloturistico lungo uno dei luoghi simbolo della seconda guerra mondiale in Italia (autori D. Pela - A. Meschini. Edizioni Costess New Media). La guida (astuccio con libro, schede cartacee e cd) propone un itinerario in cui si coniugano storia, natura e cultura, lungo un percorso che dal Tirreno (Marina di Massa) giunge all Adriatico (Pesaro), attraversando uno dei tratti più suggestivi della catena appenninica. Oltre alle indicazioni consuete, la guida si caratterizza per segnalazioni relative a peculiarità naturalistiche e culturali, legate dal filo rosso delle storia e della memoria della seconda guerra mondiale, con particolare riferimento alle drammatiche vicende del , periodo in cui l Italia fu campo di battaglia e l esercito tedesco costruì la Linea Gotica. L itinerario è proposto in sette frazioni, più alcune deviazioni per raggiungere luoghi di particolare interesse. Nel cd, oltre agli indirizzi e ai link ai siti utili per il turista, una serie di files scaricabili: le GPS tracks e 20 files audio mp3 con i testi degli approfondimenti storici. La guida è disponibile in italiano e in inglese. Per l occasione la guida potrà essere acquistata a Euro 10,00 anziché Euro 14,00 (prezzo di copertina). Al termine sarà offerto ai presenti un aperitivo. Domenica 3 aprile si è svolto l ottavo Raduno delle Fiat 500 organizzato dalla Pro Loco Castelplanio con il patrocinio del Comune, al quale hanno preso parte circa cento vetture. Il ritrovo era fissato nello spazio antistante il centro commerciale L Oceano, in località Pozzetto di Castelplanio. Dopo la colazione offerta a tutti i partecipanti e una gimkana di assaggio, il variopinto e strombazzante corteo è partito per un giro turistico nei Castelli di Jesi seguendo l itinerario Pozzetto - Poggio San Marcello - Castelplanio - Moie di Maiolati Spontini - Castelbellino - San Paolo di Jesi. In quest ultima località c è stata una sosta per l incontro con la popolazione e la Pro Loco San Paolo di Jesi, oltre che per l aperitivo di rito e il tradizionale cin cin con il verdicchio del posto. Successivamente, l allegra brigata ha imboccato la via del ritorno con gran finale presso un ristorante di Moie di Maiolati Spontini per un eccellente pranzo e tanti premi ai concorrenti offerti da aziende del territorio che, grazie alla loro disponibilità, rendono ancora possibili queste attività del tempo libero. Adriano Santelli

16 C.E.I. Conferenza Episcopale Italiana Casa accoglienza Providence Home, Calcutta. Per saperne di più CoN l 8xmIlle alla ChIeSa CattolICa avete Fatto molto, Per tanti. Con il tuo modello CUD puoi partecipare alla scelta dell 8xmille anche se non sei tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi. Basta firmare due volte la scheda allegata al CUD: nella casella Chiesa cattolica e, sotto, nello spazio Firma. Poi chiudere solo la scheda in una busta bianca indicando sopra cognome, nome e codice fiscale e la dicitura Scelta per la destinazione dell otto e del cinque per mille dell Irpef e infine consegnarla alla posta. Per ulteriori informazioni puoi telefonare al Numero Verde Sulla tua dichiarazione dei redditi o sul modello CUD Il cinque per mille si affianca anche quest anno all 8xmille. Il contribuente può firmare per l 8xmille e per il cinque per mille in quanto uno non esclude l altro, ed entrambi non costano nulla in più al contribuente.

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