SENZA PAROLE GP A BU DHA BI

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1 n novembre 2010 SENZA PAROLE GP A BU DHA BI Montezemolo accusa, Domenicali fa autocritica, Dyer è sotto processo. Ma l harakiri Ferrari che ha regalato il Mondiale a Vettel non ha scusanti

2 Registrazione al tribunale Civile di Bologna con il numero 4/06 del 30/04/2003 Direttore responsabile: Massimo Costa Redazione: Stefano Semeraro Marco Minghetti Marco Cortesi Collaborano: Carlo Baffi Leopoldo Canetoli Antonio Caruccio Valerio Faccini Alfredo Filippone Dario Lucchese Claudio Pilia Guido Rancati Produzione: Marco Marelli Fotografie: Photo4 Actualfoto Studio Mazzi Photo Pellegrini MorAle Realizzazione: Inpagina srl Via Giambologna, Bologna Tel Fax info@inpagina-bo.it 2

3 Arrivederci al

4 GP ABU DHABI IL FATTO La foto simbolo del GP che ha deciso una stagione: Fernando Alonso ai box per rispondere alla sosta di Webber 4

5 IL FATTORE UMANO 5

6 6 GP ABU DHABI IL FATTO

7 Chris Dyer: il maggiore imputato per la scelta della strategia di Abu Dhabi Stefano Semeraro Che beffa, che amara ironia. Il pilota più veloce del mondo bloccato nel traffico. Costretto a sporcarsi le gomme e rallentarsi l anima dietro un avversario meno performante, ma imprendibile grazie anche allo sciagurato design del circuito arabo, mentre il rivale vero gli scappava davanti come una lepre. Umiliato da una scelta sbagliata. Sì, perché è verissimo che quest anno il mondiale, alla fine, se lo è preso la macchina più veloce, guidata da un driver di sicuro talento come Sebastian Vettel. Ma è anche vero che a decidere le sorti del campionato più pazzo degli ultimi anni è stato il Fattore Umano. Il cuore, non i pistoni. Il cervello, prima dell aerodinamica. Se fosse stata semplicemente una questione di macchina, di aerodinamica e di motore, la Red Bull avrebbe dovuto chiudere il discorso mesi fa: Vettel e Webber primo e secondo, a distanza abissale dagli inseguitori. Invece, i Tori si sono complicati la vita, oltre che con i problemi di affidabilità della vettura, anche con gli errori di Vettel. E con la gestione (difficile) di due piloti che incarnavano sogni, favole diverse, opposte, inconciliabili. Se avessero appoggiato Webber appena si era delineata la sua temporanea leadership, probabilmente avrebbero messo prima in cassaforte il titolo. Non l hanno fatto, e si sono ritrovati in finale di partita con il vantaggio di poter disporre di due pedine pienamente in grado di tenere sotto scacco il re avversario: ogni scelta ha il suo rovescio. Quando la Ferrari si è accorta di aver sbagliato macchina, sono stati i cuori e i cervelli di Maranello a correre ai ripari, ed è stata la grinta, la forza d animo, l abilità suprema di Fernando Alonso a tenere unita la squadra, a spronarla alla remontada. Webber è stato bravo a non demoralizzarsi per tre quarti di campionato davanti alle angherie gentili riservategli da Chris Horner, Helmut Marko e compagnia; ha ceduto alla fine, ma resistendo quanto bastava a fare da (volontario? involontario?) perno alla vincente strategia Red Bull ad Abu Dhabi, porgendo alla fine cortesemente il collo nell occasione del pit stop suggerito ai tecnici del muretto. Felipe Massa invece, si è sgretolato davanti alla manifesta superiorità del compagno di squadra, non è stato usato e non ha saputo quasi mai (l eccezione è Hockenheim) farsi usare per completare la strategia di squadra. La polemica sui giochi di squadra è sempre stata ipocrita e strumentale. La Ferrari li ha adottati palesemente in pista, la Red Bull li ha camuffati dietro quella strategia più grande, a priori, che si chiama marketing. Il Mondiale doveva vincerlo Vettel, il pulcino cresciuto in batteria, Webber è stato solo la buccia di banana su cui ha rischiato di scivolare la comunicazione di Herr Mateschitz. I valori sportivi fanno immagine, no? E stato peraltro un campionato a ciapa no, una gara a chi sbagliava di più, e alla fine a ciccare l ultima mossa, il match point servito su un piatto d argento, è stata la Ferrari, con la sua sciagurata strategia ad Abu Dhabi. Alonso, piazzandosi terzo in qualifica, aveva fatto il 90 per cento del lavoro. Bastava non rovinarlo. Purtroppo non siamo riusciti a supportarlo come meritava, ha ammesso onestamente il suo ingegnere di pista Andrea Stella, insieme con Chris Dyer l imputato del giorno. Lui ha dato il massimo tutto l anno, noi dobbiamo rivedere le nostre scelte. La sconfitta grava tutta sulle spalle del muretto Ferrari, sulla decisione assurda ma molto umana di voler marcare Webber, quando in realtà, visto che era Alonso in testa al Mondiale, avrebbero dovuto essere quelli della Red Bull a marcare la Rossa. Ma gli italiani nello sport, è una legge quasi matematica, vincono solo quando pensano di perdere. Quando devono rimontare con umiltà. Non siamo un popolo di front runner, come dicono gli inglesi, ma di difensori e di contropiedisti. Purtroppo non è la prima volta che al muretto della Rossa vengono prese decisioni sbagliate, da quando sono emigrati o svaniti alcuni furbetti, o geni, stranieri. E una considerazione amara, che fa male. Ma è la verità da cui bisogna ripartire, chiedendo scusa ad Alonso, il valore umano da cui anche la migliore scuderia del mondo non può, oggi, pensare di prescindere, se vuole risollevarsi e tornare a vincere Se per vincere ti serve il 4 posto; sei 4 e il tuo rivale 5 si ferma ai box, ed è più veloce di te, che fai? È entrato Felipe per cercare di stargli davanti e non c è riuscito. Così sono entrato io. Fossi rimasto fuori di più avrei rischiato di rimanere dietro a Webber. Purtroppo è andata così FERNANDO ALONSO 7

8 GP ABU DHABI IL CAMPIONE PIÙ GIOVANE SCALA REALE 8

9 Dopo la vittoria ottenuta sotto la pioggia di Monza nel 2008 che lo fece diventare il più giovane vincitore di un GP, Sebastian Vettel ha scalato in fretta i gradini della gloria ed ora è anche il campione del mondo con meno primavere 9

10 GP ABU DHABI IL CAMPIONE PIÙ GIOVANE Massimo Costa Campione del mondo a 23 anni e 134 giorni. Nessuno ci era riuscito prima. Sebastian Vettel conquista anche questo record. Meglio di tutti, meglio di Lewis Hamilton che soltanto due anni fa aveva vinto il campionato a 23 anni e 301 giorni. Sono loro il volto nuovo della F.1, un volto vincente, puro. Due talenti veri. Vettel quest anno ne ha combinate di tutti i colori. Basti pensare che pur disponendo della miglior macchina presente in F.1 ed avere totalizzato dieci pole, non si è mai affacciato al comando della classifica generale se non dopo Abu Dhabi. Tanti gli errori ed errorini che hanno spesso fatto scuotere la testa agli osservatori. Quando mai crescerà questo pilota che, nel suo ruolino di marcia, poteva vantare una incredibile e indimenticabile vittoria con la Toro Rosso nel 2008, a Monza, sotto la pioggia. Successo che era stato preceduto da un altrettanto stupefacente pole, sempre con pista bagnata. Vettel è la Red Bull. Perché ha dato la prima vittoria e la prima pole (finora rimaste uniche) alla Toro Rosso a Monza, la prima vittoria e pole alla Red Bull a Shanghai 2009 ed ora il primo mondiale piloti al marchio di Dieter Mateschitz contribuendo assieme a Mark Webber a conquistare anche il titolo costruttori. Tutto lui ha fatto. Un vero ciclone. Che dopo l incidente di Spa, culmine di una infinita sequela di sbagli, ha messo la testa a posto. Da Monza in avanti non ha più commesso clamorosi errori pensando anzi a vedere il traguardo. Quarto nel GP d Italia, quello meno adatto alle caratteristiche della Red Bull, secondo a Singapore, primo a Suzuka, ritirato per rottura del motore a Yeongam quando era comodamente primo, primo a San Paolo. Il mondiale sembrava un affare tra Fernando Alonso e Mark Webber. Ad Abu Dhabi le sue speranze erano ridotte al lumicino, il suo compito doveva essere solamente quello di permettere al compagno di squadra australiano di superarlo e vincere il titolo. Ma qualcosa è cambiato dopo la qualifica. Webber non si è aiutato classificandosi al quinto posto, lontanissimo da Vettel, Alonso era solo terzo e dopo la prima curva, già quarto. Al 15 giro, Alonso e Webber erano fuori dalla zona punti e Vettel campione del mondo. Incredibile come le cose cambino rapidamente in F.1. Vettel ha condotto una corsa da vero leader non incappando in crisi di nervosismo. Dai box non gli hanno comunicato nulla della classifica iridata. Per non fargli perdere la concentrazione. E lui non sapeva come erano posizionati Webber ed Alonso. Solamente quando ha superato la linea del traguardo, via radio il suo ingegnere gli ha urlato che era campione del mondo. E stato come ricevere un pugno allo stomaco, una secchiata d acqua, uno shock insomma. Per quello Vettel appariva incredulo appena sceso dalla macchina, non aveva avuto maniera di assorbire il fatto che era entrato nell olimpo della F.1. La FIA e Bernie Ecclestone saranno contenti. Un volto giovane, fresco, simpatico, intelligente, non poteva essere che la miglior soluzione finale. La più inattesa. 10

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12 GP ABU DHABI IL CAMPIONE PIÙ GIOVANE Helmut Marko, Adrian Newey e Christian Horner fanno festa al neo campione del mondo Vettel è la Red Bull. Perché ha dato la prima vittoria e la prima pole (finora rimaste uniche) alla Toro Rosso a Monza, la prima vittoria e pole alla Red Bull a Shanghai 2009 ed ora il primo mondiale piloti al marchio di Dieter Mateschitz contribuendo assieme a Mark Webber a conquistare anche il titolo costruttori 12

13 Dieter Mateschitz si coccola il suo pupillo La carriera 2010 F.1 con Red Bull 1-5 vittorie e 10 pole 2009 F.1 con Red Bull 2-4 vittorie e 4 pole 2008 F.1 con Toro Rosso 8-1 vittoria e 1 pole 2007 F.1 con Toro Rosso e BMW 14-8 e 4 i piazzamenti 2007 World Series Renault 5-1 vittoria e 1 pole 2006 F.3 Euro Series 2-4 vittorie e 1 pole 2006 World Series Renault 15-2 vittorie e 1 pole 2005 F.3 Euro Series 5-6 podii 2004 F.BMW tedesca 1-18 vittorie e 14 pole 2003 F.BMW tedesca 2-5 vittorie e 5 pole Dieter Mateschitz si coccola il suo pupillo 13

14 GP ABU DHABI IL CAMPIONE PIÙ GIOVANE PARLA IL CAMPIONE VITALY E NICO, VI MERITATE UN DRINK Sebastian, che emozioni stai vivendo? E perfino difficile da credere. Non ho ancora realizzato di essere campione del mondo e ho molti pensieri in testa. Nel giro di rientro dopo la bandiera a scacchi - non ero mai stato così lento in un giro di rientro - avevo in mene tante immagini. Dai primi giorni con mio padre nel karting fino alla Formula Uno. Che avventura! Sei il più giovane Campione del Mondo della storia, ne eri consapevole? In realtà no. Al momento la felicità di essere iridato è ancora superiore. Essere parte di uno sport visto in tutto il mondo, e sono sicuro che molte più persone si siano messe davanti alla TV per l'occasione, è davvero esaltante e non ci ho ancora fatto l'abitudine. Come hai fatto a mantenere la calma durante la corsa? Non c'è stata una ricetta in particolare. Ho cercato di concentrarmi su me stesso, e se qualcosa non funzionava, non avrei dovuto rimproverarmi nulla. Ma non fraintendiamoci, non è stata una situazione facile, c'era un grande stress. Sei nervoso e affronti certe situazioni, ma alla fine cerchi di tenere la testa nella direzione giusta e concentrarti solo nell'immediato. E' ciò che ho fatto durante tutta la gara. Sapevo di essere in testa e credevo fermamente di vincerla, ma quello che non sapevo era che la vittoria sarebbe stata il viatico per conquistare il titolo. Vitaly Petrov e Robert Kubica della Renault e Nico Rosberg per la Mercedes riceveranno qualche razione extra di Red Bull? Oh, sono sicurissimo che riusciremo a far saltare fuori qualche drink per loro! E' divertente perché nel viaggio verso Abu Dhabi ero sull'aereo con alcuni dei ragazzi della Mercedes GP, e scherzavamo dicendo che avrebbero dovuto occupare il quarto e quinto posto. Nico ha chiuso quarto, quindi ha funzionato. Il prossimo anno la tua macchina avrà il numero 1, come ti senti all'idea? Non ho ancora avuto tempo per pensarci. Ci sono così tante immagini e pensieri ad attraversarmi la testa e - credetemi - il numero che la mia macchina porterà non è sicuramente tra questi. Sono orgoglioso di essere in questo team, una squadra con gente fantastica. Esserne parte e conquistare una così grande vittori, in realtà due considerando il titolo costruttori vinto in Brasile, è davvero speciale e mi fa sentire molto riconoscente. 14

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16 GP ABU DHABI IL CAMPIONE PIÙ GIOVANE QUALIFICA AL SAKHIR MELBOURNE SEPANG SHANGHAI BARCELLONA MONTECARLO ISTANBUL MONTREAL VALENCIA Pole Pole Pole GARA 4 dopo problemi tecnici che gli fan perdere la prima posizione Ritirato per un problema alla ruota sinistra mentre era al comando 1 gran partenza dalla seconda fila, primo dopo due curve 6 sotto la pioggia, gara inconcludente 3 con problemi ai freni 2 alle spalle di Webber, supera Kubica al via Ritirato per incidente con Webber mentre era 2 4 con una Red Bull inferiore alla McLaren 1 corsa dominata e 16

17 IL CAMMINO VERSO IL MONDIALE SILVERSTONE Pole HOCKENHEIM Pole - BUDAPEST SPA MONZA SINGAPORE SUZUKA YEONGAM BRASILE ABU DHABI Pole Pole Pole 2 Pole - 7 sbaglia il via, si urta con Hamilton rimedia una foratura 3 sbaglia la partenza e si fa superare dalle due Ferrari 3 è primo quando viene penalizzato con un drive through per non avere rispettato la distanza dalla safety-car 15 in rimonta sbaglia la frenata all ultima curva e colpisce Button 4 la Red Bull soffre sul circuito italiano 2 bel confronto con Hamilton, poleman e vincitore 1 sempre al comando Ritirato a pochi giri dal traguardo per rottura del motore quando aveva dominato il GP 1 passa in testa alla prima staccata dopo il via e ci rimane per tutto il GP 1 disputa tutta la gara in prima posizione 17

18 GP ABU DHABI RED BULL 18

19 WEBBER SI È PERSO Saranno state le polemiche e la sensazione di non essere trattato come Sebastian Vettel, il fatto di non sentirsi pienamente sostenuto dal team Red Bull. Mark Webber è arrivato ad Abu Dhabi come il principale avversario di Fernando Alonso alla conquista del mondiale, ma nell emirato è stato solamente una comparsa. Con una RB6 velocissima su questo tracciato, Webber si è piazzato quinto in qualifica, un risultato del quale, con onestà, l australiano si è preso tutte le colpe. In gara, avrebbe dovuto rimontare con veemenza, e invece si è sistemato dietro ad Alonso in quinta posizione finché ha commesso un piccolo errore andando ad urtare un muretto con la ruota posteriore destra. Preoccupato che la gomma avesse subìto un danno, una foratura, ha chiesto e ottenuto di rientrare ai box quando ancora la corsa non si era scaldata. Una mossa che finirà per trarre in inganno il muretto box della Ferrari. Webber da quel momento è stato inesistente e si è piazzato tristemente all ottavo posto scivolando da secondo a terzo nella classifica generale del campionato Webber aveva auspicato, già alla vigilia di San Paolo, che il team intervenisse in suo aiuto. Questo non è mai accaduto, ma poteva verificarsi un intervento ad Abu Dhabi. L australiano doveva quanto meno piazzarsi davanti a Vettel in qualifica. Non è stato così, come non lo era stato fin da Monza. A Singapore, lui quinto e Vettel secondo; a Suzuka lui secondo e Vettel in pole come a Yeongam. A San Paolo, Webber è ancora ad inseguire il compagno: lui terzo e Vettel secondo, entrambi battuti da Nico Hulkenberg. Poi, Abu Dhabi, con quell amaro quinto posto. Webber è uno sportivo vero, ha riconosciuto di non essere stato all altezza delle aspettative lo scorso weekend, prima di tutto le sue aspettative. E amareggiato, ma non troppo, consapevole che più di così non poteva fare. Dovrà migliorarsi ancora un poco, essere più costante, soprattutto essere maledettamente veloce in qualifica. Cosa che non sempre gli è riuscita quest anno. E un suo limite, ma rispetto a qualche anno fa, Webber ha fatto passi da giganti. Resta da capire se ha raggiunto l apice o se ha ulteriori margini di crescita. In questo caso, nel 2011 la lotta con Vettel sarà sempre più viva. 19

20 GP ABU DHABI FERRARI LA FERRAR RIMANE AL 20

21 Foto Mazzi I BUIO 21

22 GP ABU DHABI FERRARI Massimo Costa Un anno iniziato con una vittoria insperata ad Al Sakhir, un anno di alti e bassi con in mezzo la dopietta di Hockenheim e il nuovo crollo fino a Spa. Poi, l inizio di un periodo magico che ha permesso a Fernando Alonso e alla Ferrari di occupare con decisione e sicurezza il primo posto in campionato grazie alle vittorie di Monza, Singapore e Yeongam. Sembrava tutta in discesa la strada che portava alla conquista del mondiale, lo sembrava ancora di più dopo l ottimo terzo posto che Alonso aveva ottenuto al termine della qualifica. Dietro a Sebastian Vettel e Lewis Hamilton, davanti a Jenson Button e a Mark Webber, il primo da tenere d occhio in quanto secondo nella classifica piloti a otto punti di distanza. In caso di vittoria di Vettel, si diceva alla vigilia, e con Webber secondo, Alonso avrebbe potuto anche terminare il GP di Abu Dhabi al quarto posto per laurearsi per la terza volta campione. Ma l australiano era solo quinto, l ipotesi che potesse riuscire a superare lo stesso Alonso e le due McLaren non appariva così semplice. E non si capiva anche come Vettel, là davanti a tutti, potesse aiutare il disperato Webber. Insomma, tutto appariva tranquillo per lo spagnolo. Mettersi dietro ad Hamilton, verificare 22 Dimettermi io? Quando lo statista Calderoli nella sua vita avrà realizzato l'uno per cento di quanto fatto in questi anni dalla Ferrari per il Paese in termini industriali e sportivi, a quel punto meriterà una risposta LUCA DI MONTEZEMOLO

23 Domenicali ancora una volta nell occhio del ciclone per le decisioni del muretto box ad Abu Dhabi l usura delle gomme. Invece, ci si è fatti travolgere da una incomprensibile agitazione quando Webber, dopo aver urtato con la ruota posteriore destra un muretto, ha comunicato al box che si sarebbe fermato per cambiare le gomme, temendo una foratura. Era l 11 giro. Va sottolineato che già al 1 giro, dopo che era entrata in pista la safety car per l incidente tra Michael Schumacher e Vitantonio Liuzzi, alcuni piloti avevano optato per montare subito gli pneumatici duri, tra questi Nico Rosberg e Vitaly Petrov (la sua Renault aveva una delle velocità di punta maggiori con 317 km/h), per tirare avanti fino al traguardo. Piloti che, secondo logica, sarebbero scalati avanti in classifica man mano che il resto del gruppo andava ad effettuare il pit stop. La Ferrari ha richiamato in pit lane Massa, inizialmente sesto dietro a Webber, proprio per tentare di farlo rientrare in pista davanti all australiano. Mossa intelligente, ma non riuscita. A quel punto, Webber, finito 14esimo, con le gomme dure ha iniziato a girare piuttosto velocemente: al 14 giro, al 15 passaggio. Poi, non ha più battuto tale limite fino al 31 giro, quando ha realizzato Alonso, bellamente quarto e liberatosi di Webber, a quel punto poteva starsene rilassato, invece, come detto, il panico ha preso il sopravvento tra i responsabili di Maranello, decidendo di fare la gara sulla seconda Red Bull, invischiata a centro gruppo. Alonso aveva girato al 14 passaggio in , al 13 aveva fatto meglio con Ed è stato chiamato ai box per il pit stop alla 15esima tornata. Temendo che le gomme morbide non durassero a lungo. Invece, come hanno dimostrato Jenson Button e Robert Kubica, le soft hanno retto per un bel po. Il polacco ha spinto forte fino al 46 giro, il campione del mondo uscente fino al 39. Alonso dunque, è tornato in pista davanti a Webber, ma dietro a un serpentone di monoposto. La prima vettura davanti alla Ferrari era la Renault di Petrov che sul rettifilo principale era più veloce della F10 mediamente di 3 km/h (317 contro 314 le punte massime). Alonso anche se usciva dalle curve attaccato al russo, poi lo perdeva, non riusciva a prendergli la scia. Colpa della conformazione della pista? Che pure presenta due lunghi rettifili seguiti da due secche staccate, come San Paolo quindi dove i sorpassi si sono visti eccome. E così è andata avanti fino alla bandiera a scacchi. Davanti, sono rimasti Kubica, Rosberg, Button e per Alonso è stata la fine. Ben presto Stefano Domenicali e compagnia hanno capito l errore in cui erano incappati. Non restava che sperare in un guasto meccanico dei piloti che precedevano la Rossa di punta, ma nulla si è verificato. E così Alonso, presentatosi ad Abu Dhabi leader del mondiale, costretto a fare la corsa su chi in realtà doveva inseguirlo ha perso di vista Vettel. Può sembrare facile parlare col senno di poi, ma questa volta è palese che serviva un po di calma in più per verificare e confrontare i tempi. E si sarebbe capito velocemente che Webber non avrebbe mai rimontato i dieci punti che gli servivano per sopravanzare nella classifica Alonso. 23

24 24 GP ABU DHABI LA PROVOCAZIONE

25 Foto Mazzi DALLA FORMULA AL FORMAT Stefano Semeraro Il senno del giorno dopo è sempre una cura inefficace, un farmaco che non guarisce. Ah!, se la Ferrari avesse avuto due piloti competitivi, come la Red Bull, e non un campione vero e un compagno dimezzato. Ah!, se ci fossero i circuiti di una volta Lamenti forse ingenui, ma nel secondo caso compresibili, e giustificati. Perché se questa F.1 continuerà a disegnarla Hermann Tilke, lo sfregiatore di circuiti, ci sarà poco da stare allegri. A Maranello e ma anche altrove. Al suo esordio come designer di piste nel Mondiale Sepang, prima edizione ottobre 1999 Herr Tilke aveva fatto ben sperare. Un tracciato tecnico, impegnativo, divertente. Poi però sono iniziate le Grande Opere di ristrutturazione, volute e imposte, va detto, soprattutto da Bernie Ecclestone. La F.1 per il Supremo deve essere soprattutto comoda: per gli sponsor e per le tv. E pazienza se questo vuole dire addomesticare i tracciati, annegarli in vie di fuga infinite, privilegiare tracciati cittadini bellissimi e spettacolari da riprendere con le telecamere ma poco adatti ad offrire il brivido dell agonismo. Certo, la sicurezza è importante, e negli ultimi 10 anni tutti i GP di F.1 sono diventati molto più sicuri. Ma hanno anche perso fascino, difficoltà, grip sull anima di delle corse ama molto i duelli, e meno le strategie. Tilke nel corso di quest ultima decade ha messo mano a Hockenheim e al Nurburgring, addolcendoli (o castrandoli?), quindi ha progettato tutte le nuove le piste del Bahrein, della Cina, della Turchia, di Singapore, di Valencia, di Abu Dhabi e per ultima quella della Corea. Singapore e Valencia scontano il loro essere inseriti nella pianta urbana, gli altri si sarromigliano un po tutti: lunghi rettilinei e frenatone. Qualche punto utile al sorpasso, per carità, c è, e gli dei sanno quante sono le scuse che i piloti sono abili a sfoderare quando devono giustificare un sorpasso mancato. Però è anche davanti agli occhi di tutti l evoluzione dei circuiti del Mondiale, il loro coastante appiattirsi e omologarsi, il loro progressivo negarsi alla variabile offerta dal talento umano, dall arte del pilotaggio. Del resto è quello che sognano tutti gli esperti di marketing: una F.1 dove tutto sia pianificabile, prevedibile e vendibile. Un bel pacchetto, con tanto di nastro, dentro a cui collocare riprese glamour (magari in notturna, con tante luci colorate) e nessuna brutta sorpresa. Ma noi siamo sicuri di volerla, questa F.1, questo Circus che assomiglia sempre più ad un Format? 25

26 26 GP ABU DHABI IL LICENZIATO

27 APPIEDATO HULKENBERG Massimo Costa Per un tedesco che vive il giorno più bello della sua vita, ce n è un altro che ad Abu Dhabi ha vissuto un incubo. Non gli è bastato conquistare una impossibile pole position a San Paolo, concludere per sette volte in zona punti nonostante fosse un debuttante. In linea con i risultati ottenuti dagli altri rookie, Kamui Kobayashi e Vitaly Petrov, di poco davanti a lui nella classifica assoluta del campionato. Nico Hulkenberg è stato appiedato dalla Williams. Con tante belle parole certo, ma il passo è stato inevitabile. Un vero peccato perché Hulkenberg, campione GP e F.3 Euro Series 2008 (meglio di così che poteva fare?), era stato allevato dalla Williams che nel 2008 e 2009 lo aveva accolto come tester. Con il team di Grove si era formato, era cresciuto, fino a meritarsi la fiducia per il debutto. Ma gli sponsor sono venuti a mancare mese dopo mese. Una serie di colpi durissimi per il team di Williams ed Head. Presa la decisione di confermare Rubens Barrichello, che qualche sterlina può garantire, si è passati al sacrificio del talentuoso Hulkenberg. Un vero sfregio per la F.1, che mai negli ultimi anni aveva bocciato, senza motivo del resto, i migliori giovani piloti che aveva accolto. Ma Williams non poteva fare diversamente, ne andava della sopravvivenza del suo team. E così con ogni probabilità prenderà Pastor Maldonado, che porta i tanti soldi della compagnia petrolifera del Venezuela. E però bene dire che il neo campione GP2, erede nell albo d oro proprio di Hulkenberg, non è il classico pilota brocco con la valigia. Almeno Maldonado è un vero talento che già da tempo merita la F.1. Ma è una stilettata nel cuore dover considerare che l ingresso doveroso di Pastor in F.1 coincida con l uscita di scena del tedesco. E dire che il manager di Hulkenberg è Willy Weber, che gli ha costruito, fin qui, una carriera perfetta e che è ben inserito in F.1 avendo gestito da sempre Michael Schumacher. Quali chance ha Hulkenberg per rimanere in F.1? Renault forse, oppure i piccoli team, Virgin e Hispania. In caso contrario, un ruolo di terzo pilota, magari alla Mercedes come vice di Schumacher 27

28 GP ABU DHABI LE PAGELLE TORO ROSSO A PUNTI Sebastian Vettel 10 e lode Un weekend dei suoi. Primo in qualifica, primo in gara. Lo avevamo detto più volte: il giorno in cui smetterà di commettere sciocchi errori, il giorno in cui si tranquillizzerà, sarà imbattibile con questa Red Bull. Iniziato il ciclo di gare extra europee, Vettel non ha più sbagliato niente. E si è trovato davanti a tutti nella classifica iridata nel momento decisivo. Lewis Hamilton 9 Il solito combattente, capace di raggiungere la prima fila e il secondo posto finale dopo un lungo ed estenuante duello con la Renault. E negli occhi la consapevolezza che se avesse usato maggiore prudenza a Monza e Singapore, la storia del mondiale poteva essere diversa. Jenson Button 8 Il risveglio del campione uscente. Fuori dai giochi per il mondiale, come toltosi un peso, Button ha ritrovato la leggerezza per stare con i primissimi. Quarto in qualifica, terzo in gara. Non saliva sul podio da Monza. Nico Rosberg 8 Ancora una super prova per il tedesco della Mercedes. Giusta la strategia di montare subito le gomme dure, al primo giro, approfittando della safety car. Il quarto posto è il giusto coronamento ad una stagione da protagonista. Robert Kubica 8 Un garone quello di Kubica, supportato da una velocità notevole della sua Renault. Il mix motore più F Duct ha concesso al polacco la chance di tenere il secondo posto a lungo, respingendo sempre con classe gli attacchi di Hamilton. Due campioni veri. Vitaly Petrov 8 Bel sesto posto per il russo che doveva convincere in qualche modo Renault per non perdere il posto nel E arrivato alle spalle di Kubica dopo aver cambiato le gomme al primo giro, come Rosberg. Il suo miglior risultato rimane il quinto posto di Budapest. Alla fine si è preso gli insulti di Alonso, ma Petrov non lo ha mai ostacolato. Jaime Alguersuari 28

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30 30 GP ABU DHABI LE PAGELLE

31 Vitaly Petrov davanti ad Alonso e Webber Jaime Alguersuari 7,5 Intelligente la scelta di cambiare al 1 giro gli pneumatici e finalmente il baby spagnolo ha portato a termine la missione di recuperare punti per la Toro Rosso. Bravo e veloce, nessun errore, ha tenuto a bada Massa, umiliandolo. E ancora una volta ha cancellato il compagno di team Buemi. Fernando Alonso 6 Settimo, bloccato per tutto il GP da Petrov, che ha detto: Se ci avesse provato lo avrei fatto passare. Ma la Renault sul dritto era più veloce della Ferrari, che non riusciva a prenderne la scia. Alonso non ha voluto accusare la squadra per l errore della strategia, ma rimane il dubbio su come mai lui, che sa leggere le gare meglio di chiunque altro, abbia assecondato tale scelta. Evidentemente la riteneva giusta, probabilmente non sapeva che Rosberg e Petrov avevano subito cambiato le gomme, al 1 giro, e che se li sarebbe ritrovati davanti. Nick Heidfeld 6 Per poco fuori dalla zona punti. Ora che è finito il mondiale, si può dire che la scelta di Sauber di scaricare De La Rosa per mettere in macchina Heidfeld, non ha pagato. Adrian Sutil 6 Non c era la Force India, di più non si poteva fare. Il 13 posto chiude un mondiale di alti e bassi. Heikki Kovalainen 6 La solita gara regolare del finlandese, che è riuscito spesso a portare al traguardo la Lotus. Jarno Trulli 6 Non deve essere stato simpatico perdere l ala posteriore. Fino a quel punto, una corsa normale. Lucas Di Grassi 5,5 Potrebbe essere stata la sua ultima corsa in F.1. Dopo varie disavventure, negli altri GP, ha finalmente potuto vedere il traguardo. Timo Glock 5,5 Un ritiro al termine di una delle più dure stagioni da lui vissute in F.1. Bruno Senna 5,5 L importante è arrivare al traguardo e ci è riuscito. La Hispania non è l ultimo team del mondiale, bensì la Virgin. Merito anche del brasiliano che alcuni con sciocca ironia preferiscono chiamarlo Lalli, il cognome del padre, e non Senna, il cognome della madre, per non offendere lo zio Ayrton. Ma cosa avrebbe potuto mai fare un Alonso con questa Hispania? Se lo sono chiesti coloro che chiamano Senna Lalli? 31

32 GP ABU DHABI LE PAGELLE Christian Klien 5,5 Alle spalle di Senna ha terminato la gara l austriaco che ha preso il posto di Yamamoto. Due Hispania al traguardo, un buon punto di partenza per il 2011 della squadra di Kolles. Kamui Kobayashi 5 Meno torello del solito, ha pagato una strategia non felice che lo ha fatto ritrovare a centro gruppo. Rubens Barrichello 5 Non lo si è mai visto, quasi un fantasma. E dire che in qualifica era stato brillante settimo. Nico Hulkenberg 5 Sgonfio, probabilmente perché aveva saputo che nel 2011 la Williams non lo avrebbe confermato. Mark Webber 5 La grande delusione del finale di campionato. Gli era capitato anche nel 2009 di perdersi quando aveva raggiunto la cima della classifica. Quest anno si è ripetuto. Nei momenti decisivi, fallisce. D accordo chiedere l aiuto della squadra, ma prima di tutto doveva aiutare se stesso. Il quinto tempo in qualifica è inqualificabile. Come l aver urtato il rail dopo una decina di giri, unico a commettere un simile errore. E un bravo pilota, un ottima persona, ma gli manca quel qualcosa che gli permetta di essere continuo nei momenti clou della stagione. A Monza l ultima volta che è stato davanti a Vettel in qualifica: questo la dice lunga. Sebastien Buemi 5 Si è completamente perso, siamo sicuri che la Toro Rosso lo riconfermi per il 2011? Felipe Massa 4 Il weekend inconcludente di Abu Dhabi rispecchia in pieno il 2010 di Massa. Una stagione nella quale non si è mai reso utile. E stato per tutto il GP dietro alla Toro Rosso di Alguersuari, benché più veloce di 4 km/h nel punto più rapido, oltre ad essersi qualificato lontano dai primi. Un altro team non lo avrebbe confermato. Michael Schumacher 2 Un erroraccio, incomprensibile per uno come lui. Gli è partita la macchina in accelerazione, neanche fosse un debuttante, coinvolgendo poi Liuzzi. Che per pochi centimetri non lo ha colpito al casco con una gomma. Peccato, poteva giocarsela con Rosberg. Vitantonio Liuzzi ng Subito coinvolto nell incidente innescato da Schumacher. A Suzuka lo aveva sbattuto fuori alla prima curva Massa Schumacher e Liuzzi escono dalle loro auto dopo il violento impatto innescato dal testacoda del tedesco 32

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34 GP ABU DHABI LA CLASSIFICA Foto Mazzi L'ORDINE DI ARRIVO DOMENICA 14 NOVEMBRE Sebastian Vettel (Red Bull RB6-Renault) - 55 giri 1.39'36" Lewis Hamilton (McLaren MP4/25-Mercedes) - 10" Jenson Button (McLaren MP4/25-Mercedes) - 11" Nico Rosberg (Mercedes MGP W01) - 30" Robert Kubica (Renault R30) - 39" Vitaly Petrov (Renault R30) - 43" Fernando Alonso (Ferrari F10) - 43" Mark Webber (Red Bull RB6-Renault) - 44" Jaime Alguersuari (Toro Rosso STR5-Ferrari) - 50" Felipe Massa (Ferrari F10) - 50" Nick Heidfeld (Sauber C29-Ferrari) - 51" Rubens Barrichello (Williams FW32-Cosworth) - 57" Adrian Sutil (Force India VJM03-Mercedes) - 58" Kamui Kobayashi (Sauber C29-Ferrari) - 59" Sebastien Buemi (Toro Rosso STR5-Ferrari) - 1'03" Nico Hulkenberg (Williams FW32-Cosworth) - 1'04" Heikki Kovalainen (Lotus T127-Cosworth) - 1 giro 18 - Lucas Di Grassi (Virgin VR01-Cosworth) - 2 giri 19 - Bruno Senna (Hispania F110-Cosworth) - 2 giri 20 - Christian Klien (Hispania F110-Cosworth) - 2 giri Giro più veloce: Lewis Hamilton 1'41"274 Ritirati 1 giro - Michael Schumacher 1 giro - Vitantonio Liuzzi 44 giro - Timo Glock 51 giro - Jarno Trulli Il campionato piloti finale 1.Vettel 256; 2.Alonso 252; 3.Webber 242; 4.Hamilton 240; 5.Button 214; 6.Massa 144; 7.Rosberg 142; 8.Kubica 136; 9.Schumacher 72; 10.Sutil, Barrichello 47; 12.Kobayashi 32; 13.Petrov 27; 14.Hulkenberg 22; 15.Liuzzi 21; 16.Buemi 8; 17.De La Rosa, Heidfeld 6; 19.Alguersuari 5. Il campionato costruttori finale 1.Red Bull-Renault 498; 2.McLaren-Mercedes 454; 3.Ferrari 396; 4.Mercedes 214; 5.Renault 163; 6.Williams-Cosworth 69; 7.Force India-Mercedes 68; 8.Sauber-Ferrari 44; 9.Toro Rosso-Ferrari

35 Il graffio di Baffi

36 FORMULA 1 TEST GIOVANI AD ABU DHABI 36 VALSECCHI SULLA Massimo Costa Martedì 16 e mercoledì 17 novembre, Abu Dhabi ospiterà due giornate riservate ai rookie, ai piloti che non hanno mai partecipato a un Gran Premio. La stretta sui test nel corso della stagione, ha portato alla creazione di questa iniziativa, avviata nel 2009 sulla pista di Jerez, quando però le giornate di prove per i rookie erano state tre. Una bella vetrina, che si svolgerà sul circuito che ha appena ospitato l ultima prova del mondiale F.1, quindi con riferimenti e confronti importanti sotto gli occhi di tutti. La prima cosa che balza all occhio è la presenza di un pilota italiano: Davide Valsecchi. Il pilota lombardo, vincitore dell ultima gara GP2 Main Series 2010 nonché campione della GP2 Asia, ha trovato l accordo con il team Hispania nella serata di domenica. Valsecchi guiderà per la prima volta una monoposto di F.1. Lo farà per mezza giornata, mercoledì 17, dividendosi sulla F110 a motore Cosworth con Josef Kral, pilota della Repubblica Ceca, anch egli al debutto assoluto con una macchina della massima formula. Kral proviene dalla GP2 e da un serio infortunio alla schiena rimediato in gara a Valencia. La Red Bull si affiderà a Daniel Ricciardo, che già aveva lavorato con la squadra neo campione del mondo, e con profitto, nei test di Jerez La McLaren testa Oliver Turvey, provato per pochi giri lo scorso anno. Avrà anche il tester Gary Paffett. La Ferrari si riaffida a Jules Bianchi dopo l esperienza di Jerez Debutto assoluto invece per Sam Bird che lavorerà con la Mercedes. La Renault si affida a Jerome D Ambrosio e a Mikhail Aleshin, premio per aver vinto la World Series. La Sauber prova i suoi messicani, il titolare Sergio Perez (al debutto) ed Esteban Gutierrez, che nel 2009 aveva assaggiato la BMW. Volti nuovi in F.1 per la Force India con Yelmer Buurman e Antonio Felix Da Costa, per la Toro Rosso con Jean-Eric Vergne. La Williams offrirà una giornata al campione F.2 Dean Stoneman e a Pastor Maldonado, che potrebbe prendere il posto di Nico Hulkenberg, licenziato dalla Williams dopo la gara di Abu Dhabi. Maldonado aveva guidato qualche anno fa una Minardi F.1. La Lotus prova Vladimir Arabadhziev, primo bulgaro in F.1, e Rodolfo Gonzalez, la Virgin continua il lavoro con Jerome D Ambrosio e Luiz Razia e verifica Rio Haryanto, malese.

37 Così in pista Red Bull-Renault Daniel Ricciardo World Series Renault McLaren-Mercedes Oliver Turvey GP2 Gary Paffett - tester Ferrari Jules Bianchi GP2 HISPANIA Mercedes Sam Bird GP2 Renault Mikhail Aleshin World Series Renault Jerome D Ambrosio GP2 Sauber-Ferrari Esteban Gutierrez GP3 Sergio Perez GP2 Force India-Mercedes Yelmer Buurman - Superleague Antonio Felix Da Costa F.3 Euro Series e GP3 D'Ambrosio sarà con Virgin e Renault. Con Virgin ha gia provato nel primo turno libero di alcuni GP Una giornata intera con la Renault per Aleshin Ricciardo torna sulla Red Bull e... vorrebbe fotografarsi Toro Rosso-Ferrari Jean Eric Vergne F.3 inglese e World Series Renault Williams-Cosworth Pastor Maldonado GP2 Dean Stoneman F.2 Lotus-Cosworth Vladimir Arabadhziev GP2 Rodolfo Gonzalez GP2 Hispania-Cosworth Pastor Maldonado GP2 Davide Valsecchi GP2 Josef Kral GP2 Virgin-Cosworth Jerome D Ambrosio GP2 Luiz Razia GP2 Rio Haryanto GP3 37

38 38 MOTO GP TEST A VALENCIA

39 Prima presa di conoscenza da parte di Valentino Rossi con la Ducati ROSSI E DUCATI STECCANO 39

40 MOTO GP TEST A VALENCIA Hiroshi Ahoyama (Honda Gresini) Loris Capirossi (Ducati Pramac) Casey Stoner (Honda) 40 Max Shore Foto Pagani Tante parole, tanti sorrisi. Tante carezze e smancerie. Qualche inutile e sciocca frecciatina a chi c era prima. Ma il cronometro non ha dato loro ragione. Valentino Rossi e la Ducati finalmente si sono conosciuti. L evento, addirittura trasmesso da Italia 1 in diretta, non ha suscitato le emozioni che ci si aspettava. La Ducati si è confermata moto ostica, difficile, una moto che solo un talento come Casey Stoner riusciva a domare. E un pilota bravo, ma non stellare come Nicky Hayden a portare nella top cinque, di tanto in tanto. I sorrisini del primo giorno si sono presti tramutati in volti perplessi quando Rossi non ha neanche avvicinato alla fine delle due giornate di test i tempi di Stoner, rimanendo laggiù, in mezzo ai debuttanti ex Moto2. Troppo lento, troppo diversa, dal suo stile di guida, questa Ducati. Che, ripetiamo, solo un cavallo pazzo come Stoner sapeva domare alla perfezione. Credevano di avere la moto migliore e un pilota in crisi alla Ducati, Rossi ha confermato ben altre cose. E il pilota in crisi ha veleggiato in sella alla più facile Honda. Gli è parso di volare a Stoner, secondo tempo assoluto dietro alla solita Yamaha di Jorge Lorenzo. Si annunciano giorni di duro lavoro per Rossi e la Ducati. Ma la sfida è sicuramente avvincente. Dopo avere vinto con la Honda, dopo avere contribuito a far risorgere la Yamaha, ecco che ora Rossi dovrà costruirsi addosso la Rossa. Intanto è già stata presa una decisione: quella di scartare il motore definito screamer, a scoppi regolari, che non verrà neanche portato in Malesia, sede dei prossimi test tra quasi tre mesi. Lo aveva già bocciato Hayden, Rossi non lo ha neanche provato il secondo giorno. E si proseguirà con quello chiamato big bang, a scoppi irregolari e più dolce per i piloti. Hayden ha confermato che la Ducati non è una moto facile da portare, tirando una ciambella di salvataggio a Rossi. Filippo Preziosi, il numero uno degli ingegneri, ha aggiunto che per chi ha già imbastito uno stile di guida da anni, è poi difficile capire questa Ducati così scorbutica. E che, paradossalmente, un debuttante si può trovare meglio. Tornato da Valencia, Rossi si è sottoposto all intervento chirurgico alla spalla, dolorante dall inizio del 2010 per via di una caduta con una moto da cross mentre si allenava. Il danno all arto, hanno riferito gli esperti chirurghi, era notevole ed ora Rossi dovrà rimanere a riposo per quasi tre mesi. Giusto in tempo per essere presente ai primi test collettivi del Cal Crutchulow (Yamaha Tech 3)

41 I tempi del 1 giorno di test, martedì 9 novembre Jorge Lorenzo (Yamaha) Yamaha giri 2 - Casey Stoner (Honda) Honda Ben Spies (Yamaha) Yamaha Dani Pedrosa (Honda) Honda Marco Simoncelli (Honda) Gresini Andrea Dovizioso (Honda) Honda Colin Edwards (Yamaha) Tech Alvaro Bautista (Suzuki) Suzuki Nicky Hayden (Ducati) Ducati Valentino Rossi (Ducati) Ducati Randy De Puniet (Ducati) Pramac Hiroshi Aoyama (Honda) Gresini Hector Barbera (Ducati) Aspar Cal Crutchlow (Yamaha) Tech Loris Capirossi (Ducati) Pramac Toni Elias (Honda) LCR Karel Abraham (Ducati) AB Cardion I tempi del 1 giorno di test, martedì 9 novembre Casey Stoner (Honda) Honda giri 2 - Jorge Lorenzo (Yamaha) Yamaha Ben Spies (Yamaha) Yamaha Marco Simoncelli (Honda) Gresini Dani Pedrosa (Honda) Honda Nicky Hayden (Ducati) Ducati Alvaro Bautista (Suzuki) Suzuki Randy De Puniet (Ducati) Pramac Andrea Dovizioso (Honda) Honda Hiroshi Aoyama (Honda) Gresini Hector Barbera (Ducati) Aspar Colin Edwards (Yamaha) Tech Cal Crutchlow (Yamaha) Tech Loris Capirossi (Ducati) Pramac Valentino Rossi (Ducati) Ducati Karel Abraham (Ducati) AB Cardion Toni Elias (Honda) LCR

42 MONDIALE RALLY WALES GB THE LAST WA Sulle strade del Galles è andato in scena l ultimo valzer delle vetture WRC, e Sébastien Loeb ha scritto un altra piccola fetta di storia per sè e per la Citroen 42

43 LTZ Gli Guido Rancati ritorna in mente. Sébastien Loeb si presenta alla partenza della prova di Margam subito dopo aver inflitto altri sei secondi e sette a Petter Solberg a Resolfen e inevitabilmente ripensa alla sfida di sette anni fa con il norvegese in quelle stesse contrade. Quella volta era stato lui a vincere e facendolo mi aveva soffiato il mondiale..., mormora l alsaziano. E tranquillo, come sempre. Anche quando butta lì che negli otto chilometri e spiccioli che ha davanti non andrà in cerca di rivincite: Farò il massimo spiega ma solo perché la partita è ancora aperta e lui, soprattutto su queste strade, è davvero molto veloce. 43

44 MONDIALE RALLY WALES GB Una stretta alle cinture e via, verso un altra avventura. In quello che resta di quello che fu un tratto monumento del rallismo britannico, Loeb dà altri due secondi e otto a Solberg e, di fatto, mette fine alla sfida che ha infiammato il fine settimana gallese. Quando torna a Cardiff per l assistenza racconta che scoprire di aver vinto pure il diciottesimo round lo ha sorpreso: Non pioveva, ma il fondo era comunque estremamente scivoloso e di conseguenza ho pilotato con una certa cautela. Sì, ero convinto che gli avrei lasciato qualche secondo e così sarebbe stato, se non avesse commesso un piccolo errore. Poi, davanti a una classifica nella quale il suo vantaggio è salito a quattordici secondi, aggiunge che non è ancora il momento di festeggiare. In questo rally, in queste condizioni, non è sufficiente. Per vincere dovrò continuare ad attaccare fino alla fine, osserva serioso. Ma non è detto che la pensi davvero così. Quelli che ha spedito all avversario nei primi due tratti della terza giornata di gara sono stati messaggi forti e chiari. E Hollywood li ha interpretati correttamente, ha avuto la conferma che per provare a tornare a vincere un rally iridato dovrebbe rischiare esageratamente e ha messo da parte gli ultimi sogni di gloria. Non issa la bandiera bianca sul tetto della sua C4 vuerrecì, ma è come se lo facesse. Nel bis di Resolfen se la prende comoda, in quello di Margam anche di più. SuperSeb si adegua e mentre Jari Matti Latvala fa il minimo indispendabile per chiudere davanti a Mikko Hirvonen per celebrare sul podio il suo secondo posto nel mondiale, si prepara alla festa finale. Per lui e per Daniel Elena, la numero sessantadue in carriera. Foto di gruppo per salutare l ultimo successo della Citroen C4 L'ORDINE DI ARRIVO DOMENICA 14 NOVEMBRE Loeb-Elena (Citroen C4 Wrc) in P.Solberg-Patterson (Citroen C4 Wrc) a Latvala-Anttila (Ford Focus Wrc) a Hirvonen-Lehtinen (Ford Focus Wrc) a Sordo-Marti (Citroen C4 Wrc) a H. Solberg-Prévot (Ford Focus Wrc) a Wilson-Martin (Ford Focus Wrc) a Raikkonen-Lindstrom (Citroen C4 Wrc) a Ostberg-Andersson (Subaru Impreza Wrx) a Mikkelsen-Floene (Subaru Impreza Wrx) a Il campionato Piloti 1. Loeb p Latvala P. Solberg Ogier Sordo Hirvonen Wilson H.Solberg Villagra Raikkonen 25 Costruttori 1. Citroen p Ford Citroen Jr Stobart Munchi s 58 44

45 Volevo finire l annata in bellezza per ringraziare tutta la squadra che ha lavorato al solito tanto e bene per mettermi a disposizione un auto competitiva e affidabile e anche per dare alla C4 un ultima vittoria SÉBASTIEN LOEB 45

46 MONDIALE RALLY WALES GB E stata una bella gara, sussurra. Nota: E sempre piacevole poter attaccare per il gusto di farlo, senza la pressione di un campionato da vincere. A chi gli chiede fino a che punto ci teneva a conquistare l ennesimo oro, risponde che in effetti gli sarebbe dispiaciuto assai perdere l ultimo confronto della stagione, l ultimo con le attuali top car: Volevo finire l annata in bellezza per ringraziare tutta la squadra che ha lavorato al solito tanto e bene per mettermi a disposizione un auto competitiva e affidabile e anche per dare alla C4 un ultima vittoria. Elena ascolta, approva, e rilancia: Oltre che per ringraziare gli uomini della Pirelli che in questi tre anni hanno fatto alla grande la loro parte e ci hanno fornito pneumatici di gran qualità. Nell orgia di baci e abbracci c è posto anche per Olivier Quesnel. Of course. Non ha gli occhi lucidi come i pirelliani, il gran capo della squadra con la Doppia Spiga. Ma è felice assai: Abbiamo vissuto una stagione magnifica nella quale Seb, oltre a vincere il titolo, ha realizzato un exploit eccezionale portando al traguardo la C4 in tutte e tredici le manches. E viaggiando a una media di ventun punti a gara. Nel momento della celebrazione di Loeb, non dimentica il contributo alla causa dato dall altro Seb, Ogier: Questa volta ha commesso un errore, però da febbraio in poi ha confermato tutto il suo petenziale ed è bene non dimenticare che ha vinto due volte. Dani Sordo è troppo preso dai suoi pensieri per far caso alle parole del condottiero. Sono pensieri tristi, quelli dell iberico che aveva rifiutato un quadriennale e adesso deve cercarsi un nuovo volante... Sordo si è potuto solo abbandonare a pensieri tristi. Dopo aver rifiutato di firmare un quadriennale, ora deve cercarsi un volante per continuare a correre... 46

47 I numeri della Citroen C4 1 poker, quest anno in Bulgaria, calato con Loeb, Sordo, Solberg e Ogier 3 titoli costruttori vinti in quattro stagioni mondiali 4 titoli piloti vinti con Sébastien Loeb 14 rally dominati dalla prima all ultima prova speciale 36 vittorie, la prima al Montecarlo ritiri 610 prove speciali vinte nei cinquantasei rally disputati 1382 punti rastrellati nel mondiale piloti. Poca fortuna per Dani Sordo quinto, e sempre lontano dal podio 47

48 MONDIALE RALLY WALES GB Salta Mikko Hirvonen, ma non abbastanza da riemergere dal buco nero nel quale è sprofondato dopo aver vinto a Montecarlo e in Svezia. Ombra del campione che solo dodici mesi fa faceva soffrire Sébastien Loeb, neppure in Galles il finlandese è riuscito a lasciare il segno: battuto anche da Jari-Matti Latvala, ha chiuso a quasi due minuti dal leader. E adesso, archiviata una stagione considerata di transizione, Malcolm Wilson è costretto a chiedersi se è stata una buona idea confermarlo per l anno venturo... 48

49 Sopra, il podio che ha suggellato il secondo posto di Jari-Matti Latvala nella graduatoria iridata. A sinistra, Mikko Hirvonen 49

50 GP2 GARE AD ABU DHABI DESERTO TRICOLO CON RAPAX E VAL 50

51 La gioia degli uomini del team Rapax RE SECCHI 51

52 GP2 GARE AD ABU DHABI Massimo Costa Ci voleva un colpo di reni e puntuale è arrivato. La grande tensione vissuta sotto la tenda del team Rapax nel weekend di Abu Dhabi, alla fine è esplosa in una festa dove la bandiera italiana l ha fatta da padrona. La squadra diretta da Andrea Bergamini, per completare l opera in una stagione meravigliosa doveva affiancare al titolo piloti, conquistato con Pastor Maldonado, anche quello, meno importante per i fans però molto sentito nel paddock, riservato ai team. Le cose non si erano messe per niente bene. Maldonado non è mai stato competitivo, forse con la testa già rivolta alla F.1, e dopo la prima gara il team Addax si era portato in testa alla classifica, con un solo punto di vantaggio, grazie alla vittoria di Sergio Perez. Rapax aveva reagito grazie ai due punticini strappati con Luiz Razia, settimo. Tutte le speranze erano quindi rivolte sul brasiliano, spesso altalenante. Serviva una corsa perfetta e qualche disgrazia altrui. Tutto è filato al meglio per Rapax. Il pericoloso Perez lo è stato per davvero per Sam Bird, quando lo ha centrato in pieno con una manovra di sorpasso senza senso. Giedo Van der Garde partiva ultimo, ma ogni tentativo di possibile rimonta è stato vanificato da due drive through. Con Maldonado lontano dalla zona punti (i primi sei nella corsa sprint) il peso del trionfo era sulle spalle di Razia. Al via ha fatto un po penare tutti con una manovra azzardata nei confronti di Romain Grosjean, ma grazie a ciò si è portato in seconda posizione. Razia non aveva il passo iniziale del leader Davide Valsecchi, e allora si è accontentato della piazza d onore. A metà corsa però, Valsecchi ha dovuto alzare il piede per un improvviso calo di competitività della sua vettura, e Razia gli si è avvicinato. Poteva azzardare il sorpasso, ma è stato saggio ed ha pensato solo ai punti necessari per Rapax. Per Razia si è trattato del terzo secondo posto nelle gare sprint, sicuramente quello più importante. Il colpo di reni lo ha dato anche Valsecchi, quando dalla seconda fila si è fiondato al comando già alla prima curva approfittando della non felice partenza di chi gli era davanti, Razia e Josef Kral. Quando il brasiliano ha allargato troppo per resistere a Grosjean, anch egli autore di un ottimo avvio, Valsecchi si è infilato al loro interno e da quel momento ha fatto gara a sé. A parte una fase delicata nella quale Razia si era fatto sotto. La vittoria di Valsecchi nella gara finale risolleva un poco il pilota italiano del team isport, protagonista di un grande inizio di 2010 con la vittoria nella GP2 Asia, poi di una stagione deludente nella Main Series. Questa vittoria, benché nella gara sprint con Bianchi, neo tester Ferrari, non ha preso punti ad Abu Dhabi ma ha conservato il terzo posto finale Strepitosa gara 1 di Bird, da 18 a 3 52