es_foliandomi Ambra Biscuso

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1 es_foliandomi laboratorio di scrittura di flusso a cura di Ambra Biscuso Università Popolare A. Vallone Galatina 1

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3 l ISOLA SCONOSCIUTA è il titolo del laboratorio di Scrittura Creativa rivolto a chi ha la passione che brucia, tenuto presso l Università Popolare A.Vallone di Galatina e realizzato dalla operatrice culturale Ambra Biscuso con la collaborazione delle docenti Rosanna Valletta e Alessandra Mengoli e la partecipazione degli alunni dell I.Tecnico Commerciale La Porta, del Liceo Scientifico A.Vallone e del Liceo Classico "Colonna. Il percorso formativo è nato dall esigenza culturale e didattica di ricreare una officina della parola, dove facendo leva sulle potenzialità inventive dei giovani,e, proponendo l input per la creazione di storie a partire dall esistente (Es), si potessero stimolare la loro fantasia e curiosità, avvicinandoli al piacere della scrittura. Le tecniche della scrittura creativa hanno consentito la libera espressione tanto delle capacità fantastiche quanto dell universo dei valori e dei problemi tipici dell età adolescenziale. Nello stesso tempo hanno abituato a progettare un testo e a porsi il problema della sua efficacia sia in ordine della coerenza complessiva, sia in relazione alle strategie e alla scelta linguistica con cui viene proposto il messaggio che si vuole giunga al lettore. Partendo dal loro vissuto hanno raccontato e si sono raccontati attraverso interazioni anche visive, olfattive, gustative, tattili sonore; si sono confrontati con situazioni innovative sul piano delle tecniche e dei contenuti in un mondo in cui proprio tra i giovani si registra una disaffezione alla scrittura in tutte le sue forme.e stato un percorso che pur presentando le dovute difficoltà, ha permesso ai giovani di dar voce ai propri sentimenti e alla musicalità della loro fresca età, all espressione libera delle idee, tutti elementi pregnanti della formazione culturale ed umana. Grazie ragazzi per me e per tutti siete stati un riferimento essenziale ed una conferma del lavoro svolto. Di sicuro senza la vostra attiva e sensibile presenza non avremmo potuto realizzare una interessante esperienza di cammino inseme. Rosa Anna Valletta 3

4 Il laboratorio di scrittura creativa è stata una esperienza unica, un vero lavoro di educazione emotiva. Chi insegna ai nostri ragazzi a guardarsi dentro, a scoprire la forza che è nel loro cuore e a darne espressione? E proprio quello che Ambra Biscuso ha fatto in queste 15 ore. Da docente mi sento di dire che non dobbiamo istruire i nostri alunni, ma educarli a prendersi cura della loro crescita emotiva e la non cura delle emozioni è un grande rischio che un giovane può correre nel villaggio globale. Nei nostri incontri è stato creato un sistema generale di calma, di temporaneo abbandono delle preoccupazioni del quotidiano e di relativo isolamento per riconoscere le emozioni, dare sfogo alla fantasia e dare sostanza, con la parola, all immaginazione. La mente, durante gli esercizi, è stata libera di volare lontano, di spaziare esplorando mondi, scenari, situazioni, ambienti: viaggiare nel mondo del fantastico, dove tutto è possibile, senza alcuna vergogna, senza regole. E' in questo modo sono nate le storie reali, bizzarre o fantastiche. Inizialmente ho visto smarriti i miei alunni perché alla loro prima esperienza in tal senso, ma nel percorso sono cambiati, hanno cominciato ad ascoltarsi, ad esprimere il loro io interiore, a manifestare interesse, curiosità e a mettere tutto ciò per iscritto e, nei nostri colloqui, mi hanno detto di aver appreso una regola importante: mai avere paura delle proprie idee, mai frenarle e frenarsi, mai avere limitazioni, mai dirsi "no", "non so", "non va bene". Le esperienze sempre ci formano e ci trasformano. Alessandra Mengoli 4

5 es_foliandomi In questo breve percorso di laboratorio di scrittura siamo partiti dalla riflessione che l esistenza sia un viaggio, il viaggio alla ricerca di sé stessi. Dipendiamo dagli eventi e veniamo educati al contenimento e questo è spesso autolimitante: l atto della scrittura dà la possibilità di effettuare un elaborazione interiore tale da creare un canale di comunicazione per comprendere chi siamo e chi vorremmo essere, combattendo lo smarrimento che spesso ci porta all'isolamento, all'emarginazione. Durante il tragitto ci siamo fermati a ri_evocare, ad adattare i nostri ricordi, a chiederci chi sono e chi vorrei essere ed infine attraverso la rimemor_azione arrivare più in là dell'autobiografia andando oltre l'io. L attività creativa ricopre particolare importanza sul piano simbolico in quanto espressione dei conflitti inconsci e del modo in cui l individuo riesce a dominarli. La scrittura é il mezzo espressivo più potente è la presa di coscienza perché al contrario della vita non ha inconsistenza. L uso della parola rende possibile la creazione di un canale di comunicazione per rappresentare se stesso e il mondo secondo le nostre SPECIFIC_AZIONI per conoscere e trovare se stessi. In questo percorso ho apprezzato la disponibilità di tutti i partecipanti al laboratorio e soprattutto la 'semplicità' con cui si sono messi in gioco. Il mio intervento sui loro scritti è stato solo di "pulitura", ho apprezzato lo sforzo di alcuni e l'impegno di altri, di alcuni ho gustato la bellezza della scrittura, convinta che fra qualche anno li vedremo sulla tribuna d'onore della narrativa, ho sorriso, mi sono emozionata, ho riflettuto, mi sono divertita ed ho pianto. È in considerazione di tutto questo che è venuto fuori il titolo: 'es_foliandomi' che mi sembra sintetizzi bene il nostro viaggio. Nel corso degli incontri ho più volte ripetuto che siamo un libro spaginato ed a volte ci fermiamo a raccogliere la storia da noi scritta e mai letta. Con naturalezza hanno sfo(g)liato l'es, quella forza ignota e incontrollabile da cui 'veniamo vissuti', facendo emergere la parte più arcaica della loro mente: l'inconscio. Spero che continuino a coltivare la scrittura perché è l'opportunità di vivere al meglio il presente, è un utile strumento contro lo 'spaesamento' è il riflesso reale di ciò che siamo, è la nostra voce che si alza. Ambra Biscuso 5

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7 Le parole viaggiano fra le cose. Le cose viaggiano fra le parole. Ilvisibile viaggia nell'invisibile. Ilsenso viaggia nelle immagini. Adonis 7

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9 Lorena - Federica Anchora Molto spesso è difficile capire come siamo realmente, cosa pensiamo, cosa si nasconde sotto l' apparenza, sotto quello che facciamo credere di noi alla gente. È sempre complicato far emergere la persona che realmente c'è sotto le vesti sociali. Prendiamo come esempio la mia amica Lorena è una tipetta un po particolare e solo chi la conosce bene riesce a comprenderla, possiamo osare dire a sopportarla. Ha un carattere irascibile e si innervosisce quando si imbatte nell'ingiustizia. Diventa intollerante con chi mostra molte facce, tutte false, verso chi pensa di prenderla per i fondelli, ed è allora che per difendersi e molto spesso per difendere i gli amici diventa aggressiva. Saranno sbagliati i modi ma è una reazione per farsi valere. Spesso si mette contro le persone a muso duro per difendere un amico, perché lei è cosi: da l'anima a chiunque senza valutare le conseguenze consapevole che un attimo dopo se la prenderà in quel posto, ma lo fa e basta, nella speranza, forse, che prima o poi verrà ripagata. Lorena è l'ansia in persona. Per qualsiasi cosa si agita, il promo sintomo è mangiarsi quelle piccole pellicine che si trovano sulle dita, poi le batte forte il cuore e soprattutto, mi racconta, "è come se fossi al cinema, il mio cervello mi proietta nella mente tanti films da farmi agitare ancora di più ". Ma la mia amica è anche una ragazza che sa ascoltare, che si spende per gli amici e quando è tranquilla è anche molto dolce e soprattutto è una che si affeziona facilmente. Ama follemente la pallavolo ma per motivi di salute ha dovuto abbandonarla: Ero brava -dice- molto brava e lasciarla è stato un colpo basso. Mi manca, dio come mi manca! Mi esaltavo soprattutto quando facevo punto e tutti esultavano per me, mi sentivo importante! e mentre parla vedo i suoi magnifici occhi adombrarsi, poi continua: per questo odio quando a scuola fanno i complimenti a Gisella per quanto è brava nel suo sport Sei invidiosa- le rispondo. Lei mi ribatte:"dici? pensi che sia invidiosa? beh si perché non ammetterlo??? O meglio non invidiosa ma più che altro anch'io vorrei ritornare a praticare il mio adorato sport So bene quanto le manchi, come si senta tradita dalla vita per non poter vivere il suo sogno ma confido nella sua forza e spero che il suo desiderio di viaggiare in tutto il mondo possa realizzarsi, per conto mio quello che auguro a Lorena è di imparare a fregarsene di quello che le ruota intorno, che la smetta di preoccuparsi di tutto e di tutti e di prendere la vita con meno agitazione e più tranquillità. 9

10 Il poliziotto - Simone Baldari Questa è la storia di un poliziotto, Flavio, che ha fatto della sua vita un esempio di rettitudine e giustizia. Da piccolo era un ragazzo solare, al momento giusto gli piaceva scherzare, aveva molti amici e soprattutto molta pazienza anche verso quelle persone che ce la mettevano tutta per farlo irritare. Un ragazzo normale, dunque, pieno di iniziative, il più delle volte adatte e idonee al contesto in cui si trovava. A suo favore c'è da dire che si prendeva la responsabilità delle sue azioni e aveva l'umiltà di ammettere i suoi sbagli. Il suo sogno, fin da piccolo, era quello di diventare un carabiniere, un carabiniere di quelli che sanno fare il proprio lavoro nella giusta maniera. Con il passare degli anni concretizzò il suo desiderio e, siccome la vita ci voleva amici, quando un caso si presentava complicato da risolvere era solito raccontarmi quello che riteneva essere il suo primo caso Era un un giorno d estate Flavio aveva 10 anni, giocava con i suoi amichetti, Federico e Giuseppe, nel parco vicino casa quando un uomo alto, grosso e muscoloso gli si avvicinò minaccioso. Flavio capì le cattive intenzioni dell'uomo intuì che voleva rapirlo. Corse, corse a perdifiato e si mise a gridare cercando aiuto, però nessuno gli rispose; e sebbene fosse riuscito a seminarlo, continuò a scappare finché non cadde tra l'erba stremato. Dopo aver ripreso respiro comprese di non essere più inseguito, allora si preoccupò dei suoi amici e pensò che fossero in ansia per lui. Tornò indietro a cercarli e sentì le loro grida di aiuto e una voce rozza intimagli di stare zitti. Gli venne l'idea pazzo di seguirli da lontano, senza farsi scoprire così da poter salvare i suoi amichetti. Li seguì fino ad una casa che Flavio conosceva molto bene: in quella la casa aveva trascorso i peggiori anni della sua vita. In quella casa aveva visto i suoi genitori lasciarsi, aveva visto la morte del suo fratellino, avvenuta per colpa del padre, quella casa era una parte della sua vita da dimenticare. In un attimo nella sua testa prese corpo tutto il suo passato. Si scosse aveva la certezza che doveva intervenire con rapidità: i suoi amici erano in pericolo. Il cuore batteva come una gran cassa, ma impedì alla paura di paralizzarlo. Entrò senza fare rumore, in una stanza trovò i suoi due amichetti, gli fece segno di seguirlo, loro tentennarono, avevano paura, lui insistette ed allora lo seguirono. Flavio conosceva bene la casa, ne conosceva ogni angolo, anche il più 10

11 segreto. Strisciarono lungo il corridoio quando sentirono il grido di un bambino, si fermarono terrorizzati, poi Flavio si scosse e, dopo aver indicato agli amici la via d'uscita sicura, si diresse verso la stanza da cui aveva sentito provenire il grido. Gli occhi gli si riempirono di pianto, era la stanza in cui era morto il suo fratellino. L'uomo aveva un coltello in mano e sotto di lui un bambino, di poco più di sei anni, lo guardava atterrito. Flavio fece rumore così che l'attenzione dell'uomo si distogliesse dal piccolo. L'uomo malvagio si mise ad inseguire Flavio che, conoscendo ogni anfratto di quella casa riuscì a nascondersi. I ragazzini afferrarono il piccolo e fuggirono in silenzio fino alla strada dove chiesero aiuto. Gli automobilisti vedendo tre ragazzini soli, di notte per strada si fermarono subito. Nel frattempo Flavio li aveva raggiunti. Vittorio, questo era il nome dell'uomo malvagio, vistosi scoperto fuggì verso il bosco. Era da poco passata la mezzanotte quando Flavio ed i suoi amici tornarono nelle loro case accompagnati dei carabinieri. Trovò sua madre in lacrime e suo padre che sembrava di marmo. Corsero ad abbracciarlo e Flavio si scusò raccontando ciò che era accaduto insistendo nel dire che era TUTTO VERO. 11

12 Pensiero - Simone Carratta Ognuno di noi vive la vita che ha sempre immaginato e che sogna. il vero viaggio che compie l uomo è quello della vita. Da bambino ti si presentano diverse strade da seguire e, nella propria immaturità, bisogna sceglierne una. La vita presenta molti ostacoli, ma continua e non s arresta mai. Nel percorso che è davanti ad ognuno di noi si assapora sia il dolce che l amaro. Bisogna scegliere la strada migliore, eliminando ogni forma di ostacolo che molte volte addolora l uomo. 12

13 L'incubo - Alessandro Cudazzo Scappavo, scappavo più velocemente che potevo, alla cieca, in alcuni momenti non sentivo più le gambe ma importava poco, cercavo di fuggire da ciò che mi faceva paura; alzai lo sguardo e di fronte a me vidi una porta e sussurrai: "potrebbe essere una via di fuga ". Ignaro di ciò che ci fosse dentro l'aprì. In quel momento non pensai se fosse la scelta migliore oppure no, ma non avevo altre alternative per non essere divorato dall' Essere che si trovava a pochi passi da me. Entrai e un bagliore di luce mi accecò, rivolsi il mio sguardo verso l'unica cosa che riuscivo a vedere, che temevo di vedere, era lì, immobile, incapace di passare oltre, come se non potesse varcare quella soglia. Il mio sguardo si rivolse altrove e intravidi le nuvole e compresi di trovarmi nel bel mezzo del cielo. Sembrava infinito e mi lasciai cadere, trasportato da quella luce di serenità, sembra quasi di volare dissi. Tutto ad un tratto sparì tutto, mi svegliai e realizzai che ero riuscito a scappare ancora una volta indenne dalle mie paure. Mi torna il panico solo al pensiero che quando chiuderò gli occhi, l'essere sarà ancora lì, ad aspettarmi. 13

14 La signora Elena - Clarissa De Matteis Da piccola immaginavo spesso di aprire una porta per ritrovarmi in un luogo molto luminoso dove regnava la felicità, l amore, la gentilezza, la serenità. Vedevo un grande giardino fiorito occupato da bimbi che giocavano e si divertivano serenamente. Era rilassante stare lì. Quando appariva una piccola porta, dietro la quale sapevo esserci cose e suoni sgradevoli, ecco che scagliavo la mia perla luminosa e la stanza nera spariva d'incanto e mi ritrovavo nuovamente in una situazione di benessere fisico e mentale. Ho sempre cercato libertà e serenità. Ho sempre amato accostarmi a persone positive e libere con un carattere ostinato. Da bambina, vicino casa mia, abitava una signora di nome Elena. Mi raccontava che all'età all'età di ventitré anni aveva preso la sua prima decisione importante: avendo ereditato dalla nonna un monolocale il suo intento era di ristrutturarlo nel migliore dei modi così da affittarlo, per avere una certa indipendenza economica e non far gravare le spese universitarie sull'economia familiare. Ci volle del tempo ma il risultato finale fu come desiderava. Lo diede in locazione ad un prezzo adeguato tanto da consentirle di finire con tranquillità gli studi di ingegneria e finalmente laurearsi! Una volta laureata pensò di costruire un altro appartamento, da affittare anche questo. Il suo obiettivo era di mettere su un'impresa di compra vendita e affitto di immobili, voleva fare di questo la sua attività. L'idea non era condivisa dalla famiglia, la madre cercava di frenarla e più volte si era trovata a dirle: "Elena, ma insomma è qualcosa molto grande e lontano dalle nostre capacità economiche! Chissà a cosa andremo incontro!". La gente parlava e parlava e più volte si era sentito nella piazza "E' solo la foga della laurea che la sta portando a fare queste scelte e a mettere in ballo un pacco di soldi! Sicuramente non ce la farà, e poi come farà a sostenerla la famiglia visto che non è in grado di aiutarla economicamente." Elena non veniva toccata minimamente dal mormorio, anzi si sentiva spronata a fare sempre più. Gli anni passavano ed Elena riuscì ad aprire e a gestire l'impresa che tanto desiderava. Oggi è sposata e vive dignitosamente con la sua famiglia A me piaceva tanto stare con Elena, nonostante venisse considerata una gran rompiballe soprattutto dai suoi dipendenti; ma lei se la rideva delle parole degli invidiosi convinta delle sue scelte e della sua libertà. 14

15 Anestesia - Alessandra De Paolis Un lungo corridoio bianco. Stai calma tranquilla durerà poco. Non aver paura. Ora conta a decrescere partendo da Mi trovo davanti ad una porta, grande, scura, massiccia. La spingo con sforzo perché fa resistenza. Si apre lentamente e mi ritrovo nella la cucina di casa mia, con il grande tavolo al centro della stanza, le sedie attorno, su un lato il lavello,il forno, i fornelli. È giorno, c è il sole che penetra dal grande finestrone che si apre sul lato opposto. Sotto al finestrone scorgo una porticina, che non ricordo, è piccola, bassa e stretta, come quella di Alice nel paese delle meraviglie, per affacciarmici son costretta ad accovacciarmi. Apro e, piegata su me stessa, mi ritrovo sulla soglia di una stanza piccola, stretta, ma invasa dalla luce, una luce accecante, bianchissima. Sono ferma sulla soglia quando sento un invito a focalizzare il mio sguardo interiore sulla fonte del mio dolore, sul punto dal quale ha origine per afferrarlo, gettarlo in quella stanza e chiudere la porticina. Mi ritrovo in un un ampio palcoscenico, le luci sono spente, tutto è in penombra, sento lo scricchiolio delle assi di legno sotto il peso del mio corpo; mi accascio su una sedia. Visualizzo il disagio, la sofferenza, il dolore: interno, profondo; cerco di dargli forma, colore, consistenza. Una massa informe come poltiglia nera simile a un pongo, dinamica, non statica, prende vita nel centro del mio petto: si espande, si contrae, si auto plasma. Mi rilasso, lascio che il mio corpo elimini le tensioni. Percepisco la fonte della mia energia, in cima alla mia testa una sfera irraggia fasci di luce, come le sfere a specchio della discoteca. Mi concentro sul mio dolore, su quella sostanza nera e viscida, lo espello; è di fronte a me, lo vedo; le mie mani si muovono verso l alto, afferro a piene mani la sfera e con tutta la forza la scaglio contro quella macchia nell aria. È la collisione, lo scontro, la macchia nera si disgregare in tante gocce di varie dimensioni che galleggiano nell aria, come l olio nell acqua. Mi dico: Ha vinto la sfera. Il dolore è andato in frantumi. forse. Svegliati, è tutto finito. Svegliati! 15

16 Il giocatore - Franco Elia Elia è nato a San Cesario di Lecce, ha 17. Ama lo sport in genere ma è un patito di calcio. Gioca con la juniores del Gallipoli. Il campo di calcio riesce a trasmettergli una grande carica di adrenalina e un forte senso di libertà. Elia caratterialmente è molto intraprendente simpatico e deciso. Quando si prefigge un obbiettivo lo deve raggiungere a tutti i costi. È ostinato, permaloso ed irascibile. A volte questo lato del suo carattere gli compromette i rapporti con gli amici e soprattutto con i compagni di classe, tanto da risultare un po' infame Vorrebbe essere meno irascibile e più solare e su questo sta lavorando da un po' di tempo. Sa chi è e cosa vuole e, da grande, vorrebbe diventare un libero professionista e vivere agiatamente. 16

17 La vita è bella - Leonardo Marti Leo viene da Sternatia, un piccolo paese nel cuore della penisola salentina. Ha un'altezza media, occhi castani, capelli castano-chiari ed è uno studente. Come tutti i ragazzi della sua età, crede di avere un carattere complesso. È sempre allegro, aperto, sincero, diretto tanto che chi lo circonda sa sempre cosa gli passa per la testa e si dilegua quando diventa un tantino" nervoso. Un ragazzo determinato, Leo, che prende quanto la vita gli offre, un amicone. Ha sempre amici intorno e poi mette impegno in ogni attività che svolge sia nello studio che nello sport. Lo sport è il mezzo dove scarica le tensioni, in cui versa tutto il suo impegno e ne trae vigore e divertimento. Ama andare in bicicletta, tra gli ulivi. Il suo obiettivo, almeno per ora, è sentire sulla pelle e nella testa quella sensazione di libertà e benessere fisico e mentale che si può trovare solo alla sua età. Ha il vezzo di sentirsi diverso dalla "NORMA". Insomma unico e straordinario! Spesso nelle conversazioni con gli amici dice: Mi piace essere come sono, non vorrei essere diverso, tant'è che della mia vita decido io. Sono convinto che le uniche cose che si possono avere alla nascita sono la famiglia e il luogo di residenza, che non gli scegli tu, di conseguenza il benessere materiale, i soldi per adesso non mi importano, mi importa divertirmi e studiare. Sì, io sono soddisfatto della mia vita e amo il SALENTO! 17

18 Mi presento - Francesco Mengoli I rapporti con il nostro prossimo, soprattutto fra noi ragazzi, sono a volte più complicati di quanto dovrebbero essere, ci si incontra e spesso non ci si presenta ma ci aspettiamo che gli altri dopo una settimana abbiano capito tutto di noi e sappiano chi siamo. Mi è accaduto di incontrare una ragazza, vicino alla fermata del bus, ci siamo intrattenuti parlare del più e del meno. Poi ad un tratto mi ha chiesto: Francesco facciamo un gioco Che gioco - le rispondo Giochiamo a presentarci, mi piacerebbe conoscerti, dai parlami di te Ci sono rimasto di sasso! Cosa dire, che fare? In che senso scusa, dovrei parlarti di me? Così, dimmi tutto quello che ti passa per la testa pensando a chi sei, a cosa desideri, chi vorresti diventare!!! Ho sorriso imbarazzato, poi mi sono lasciato andare e, credo, le parole sono venute fuori da sole. Va bene, ci provo. Sono un ragazzo vivace, amichevole, come avrai capito mi piace ridere e scherzare, mi impegno approfonditamente nello studio. Mi piace mantenere un buon rapporto con tutti e provo fastidio nel litigare su questioni senza una base concreta. Sono convinto che una convivenza pacifica, sia a scuola che fuori, sia l'atteggiamento migliore per vivere serenamente. Non sopporto i falsi amici, chi sfrutta e vuole soltanto usufruire di qualcuno per il proprio tornaconto. Mi piace frequentare le persone che mi fanno stare bene e cerco di stare alla larga da chi mi è antipatico, o di cui non condivido comportamenti e atteggiamenti, in definitiva preferisco non relazionarmi con loro. Sei tosto però - rintuzza la mia interlocutrice sgranando i suoi profondi occhi verdi. Ok, ok. Comunque nemmeno io sono perfetto: sono consapevole di avere alcuni difettucci! Cerco di migliorare, ma invano, ahimè. Sono facilmente irritabile, a volte mi arrabbio per un nonnulla. Sono un pochino, ma proprio un pochino orgoglioso, e forse anche, a volte, invidioso! Invidioso? E lo dici?- che splendida risata si apre davanti ai miei occhi 18

19 Sì, inviioso ma nel senso che mi infastidisce che qualcuno primeggi in un campo o in qualcosa in cui mi sono impegnato a fondo o a cui tengo. Ehm, alcuni amici e amiche a volte me lo fanno notare. Mi piace la tua sincerità, Francesco- mi dice la mia compagna di gioco Signorina occhi verdi muovendo il capo in cenno di assenso Non amo molto l attività fisica, ad eccezione della piscina. Ho fatto nuoto, poi l ho abbandonato per altri sport: due anni di nuoto, uno di calcio e uno di palestra. Ora ho deciso di riprovare e sono al secondo anno di nuoto, con la speranza di poter riprendere a fare gare. Da piccolo ero decisamente bravo ma ora mah, vedremo! Rispetto a quando ero bambino, ho messo su qualche chiletto ma sto cercando di rimediare. Come vedi i miei capelli sono castani. Li porto corti, anche se sono solito non tagliarli per un lungo periodo, forse perché non sono troppo incline ai cambiamenti. Interessante questa tua riflessione sui capelli!- Già- le sorrido un po' imbarazzato e continuo- Ho gli occhi marroni, naso normale, almeno credo, e questa grande bocca. Ho un altezza nella norma e...insomma l'ho già detto, sono un po sovrappeso. Su questo basta che ti impegni e risolvi il problema Certo, infatti è proprio questo uno dei miei prossimi obiettivi: migliorare il mio aspetto fisico e cambiare il mio stile di vita. Parlando del mio carattere, invece, fido nell'aiuto dei miei amici per migliorare In che modo? Mi fido di loro. Possono darmi un loro parere sincero sul mio modo di fare Cosa vedi nel tuo futuro? Che obiettivi ti sei preposto? Il mio obiettivo principale è prendere una laurea, che per me rappresenta il culmine dei miei studi, è il traguardo da raggiungere nel migliore dei modi. Bene. Mi ha fatto piacere parlare con te. Sei stato sincero, diretto e compendioso Grazie. Ma ora parlami di te Un'altra volta Francesco. Un'altra volta Il suo autobus è arrivato. Domani, mi grida mentre sale, domani stesso posto stessa ora Io ci sarò. 19

20 Bimba perfetta nel suo mondo incantato - Alisia Musca Chiudo gli occhi, mi trasporta la fantasia del mio più profondo io appare in tutto il suo splendore una piccola sfera circolare, vestita di bianco, pallido e soffice velo che illumina il cielo la Luna. Si dice che la luna riporti ogni sera sulla sua faccia visibile, il volto della persona amata, uomo o donna vivente all'interno nel nostro rosso cuore pulsante. E mi riempo di tristezza tra poche ore sorgerà il sole e aspetterò la luna che ritornerà a ricamare le gelide notti d'inverno. per farmi sognare ancora una volta! 20

21 Alice - Alisia Musca Una notte, una ragazza di nome Alice, guardò fuori dalla finestra della sua camera e notò che la Luna era più splendente del solito. Si lasciò trasportare dalla candida falce e cominciò a sognare ad occhi aperti, con la speranza di trovarsi in una nuova realtà. Solitamente si sogna quanto basta, lo stretto indispensabile per cercare di rivivere momenti felici e, così, la ragazzina rivide il volto del padre partito in guerra pochi mesi prima. A volte una persona si crea una nuova identità che funge da passaporto in un mondo migliore dove regnano pace, serenità e tranquillità! Alice era riuscita a ricongiungersi mentalmente con il padre e, addirittura, era stata capace di immaginare lei e l'uomo della sua vita mentre giocavano in riva al mare con la sabbia, costruendo quella che, in futuro, sarebbe stata la loro dimora: un castello. Nel cuore della notte, quando ci si addormenta cullati dal bianco candore della Luna, i pensieri volano nuovamente verso orizzonti sconosciuti, ma in verità questi sono soltanto ricordi e manifestazioni di momenti che hanno suscitato gioia. Quando il sogno di Alice procedeva verso la conclusione sembrava ancora più vero. Tanto che la ragazzina non riusciva nemmeno a riaprire gli occhi. Dovette prendere coraggio, uscire da quei mondi sconfinati e constatare se quello che la circondava apparteneva o meno alla sua fantasia. Così Alice aprì gli occhi (ormai quasi colmi di lacrime) e incrociò le dita sperando che il suo adorato padre tornasse quanto prima dall'ostinato e freddo mondo della guerra! 21

22 La spina - Gianluca Musca Giangi ha quasi 18 anni, quando ne aveva undici si è trasferito da Roma in un paesino del basso Salento, Seclì. Ha fatto dell'orgoglio la sua bandiera e ce la mette tutta a distinguersi dai suoi coetanei. Giangi cerca di migliorarsi in tutti i campi. Non ama il conformismo quindi cerca di distinguersi dalla massa anonima e spiccare nel gruppo. È del parere che ognuno debba essere come è facendo di se un modello positivo da far seguire agli altri senza scimmiottare modelli prefabbricati. È un ragazzo dei nostri tempi, un ragazzo di tutti i tempi dove forza e fragilità sono in lotta per far emergere l'uomo. Un giorno si ritrova in un gruppo dove il fine è trovare la scrittura di flusso. Sembrano tutti un po' dispersi, un po' curiosi e l'imbarazzo si trasforma in risatine e colpetti tra compagni. Giangi con la sua fisicità si fa notare subito. Quando viene chiesto di lasciarsi andare, di chiudere gli occhi e lasciare che la mente formi delle immagini, di dare forma alle sensazioni, lui si concentra, si contrae, si rilassa. Le immagini che si formano nella sua mente sono indicatrici della sua interiorità. Racconta in seguito: Ero calmo e tranquillo. Davanti a me c'era una grande porta celeste chiaro, l'ho aperta e mi sono trovato in una stanza di relax. All interno troneggiava una grande vasca idromassaggio circondata da un soave profumo; da ogni bolla di schiuma usciva l amore, la felicità, la tranquillità e tutto ciò che di positivo c'è nel mondo. Ero immerso nella pace quando vagando con lo sguardo ho visto una piccola porta e, spinto dalla curiosità, l'ho aperta ed ecco che vedo nitida davanti a me una grande spina e so bene che è la forma che ho dato alle mie paure, alle incertezze, a tutte le cose negative. Un attimo dopo sono circondato da un' infinità di bolle che rappresentano tutte le cose positive, e con tutta l'energia che ho in corpo le scaglio contro la spina che è sempre li, di fronte a me, come a sfidarmi, ma man mano che le bolle la colpiscono la sua negatività svanisce. Una luce abbagliante mi ha attraversato e mi sono sentito invadere da un senso di felicità e benessere. Mi sono sentito libero da tutte le paure, dalle angosce e appagato del mio nuovo stato 22

23 Intermezzo - Giuseppe Negro C'era una volta un piccolo villaggio suggestivo e affollato con un odore insolito e inebriante. Era ricco di fauna particolare e variopinta. La sua caratteristica era che le persone vivevano in due gruppi separati. Un gruppo perseguiva la pace, la pazienza e l amore, mentre l altro l avarizia, la cattiveria e la malvagità. Un giorno arrivò un cavaliere su un cavallo bianco che diede a tutti i cittadini una porzione magica che rese tutti buoni e gentili. Il male venne per sempre scacciato. Il cavaliere salutò tutti e se ne andò: il suo scopo era quello di portare l armonia in tutti i paesi. Intermezzo - Giuseppe Negro Un giorno, un signore di nome Franco stava facendo una passeggiata lungo la riva del mare insieme a Rudolf, un cagnolino molto piccolo di statura socievole e giocherellone, quando improvvisamente videro tre cani randagi dall'aspetto affamato. Franco si spaventò e cercò di scappare ma si rese conto che la velocità dei cani era superiore alla sua, decise quindi di mantenere la calma. Il branco si avvicinava sempre di più e gli fu chiaro che erano intenzionati ad aggredirlo. Ma ecco che Rudolf si mette tra Franco e i cani randagi permettendo al suo padrone di scappare, sapendo bene che ne avrebbe avuta la peggio. Franco corse a chiamare i soccorsi. Quando arrivarono trovarono Rudolf piuttosto malconcio, fu portato in gran fretta dal veterinario che lo operò d'urgenza. Intanto gli addetti avevano acchiappato i cani che furono ricoverati nel canile. Fortunatamente l'intervento andò bene e quindi Rudolf, dopo pochissime settimane, ha iniziato di nuovo a correre e giocare. 23

24 Alberto Pisanello - Respiro d'amore tonale Come in quella foto il tenero verde del prato e il soffice azzurro del cielo sono eternamente inseparabili, così il tuo candido respiro che con magici colori dipinge il nostro quadro dà vita ad infinito amore. sordina E poi ti ritrovi senza niente in mano, senza i momenti magici che sono vita. Ti rimangono due o tre foto. E le guardi continuamente cercando di riviverne gli attimi, le emozioni, le sensazioni. Non ti ricapiterà mai più; gridi muto. Nella realtà non esiste il verbo rivivere perché ogni momento è unico. Ti lamenti E allora, che cosa vogliamo fare? Vogliamo piangerci addosso? Reagisci Piangiamoci addosso! Ti lamenti Ci vogliamo rassegnare? Reagisci FORZA, rassegnamoci! Dai! Forza! Decidi Tanto ormai non ho più niente da perdere. Ormai non c è più. È passato, non è presente Proprio perché non c è più bisogna apprezzarlo.decidi Non mi resta che fissare una foto, quella che è uscita meglio. La reggo con le mani leggere, morbide, come un oggetto prezioso e fragile; non sono mai stato così delicato! Trattengo l'attimo che è stato tutto per me. Ormai tutto è passato. 24

25 Non esistono i sogni, esiste solo la realtà. Il presente non esiste, perché non fai neanche in tempo a menzionarlo, che già è passato! Guardala bene questa dannata foto, guardala con attenzione, la vedi? Lo vedi?mi vedo? Guardo e scopro che nasconde alcuni aspetti che spesso tendo a mascherare, non voglio vderli. Quello sguardo racchiude una voglia immensa di fermare il tempo. Fermati Tempo! Dammi la possibilità di vivere, di rendermi conto di quello che sto vivendo, fammi essere felice di quello che ho, non mettere la parola fine perché sto tanto bene, voglio vivere non raccontare le mie emozioni. Come ora. risonanza Non è tanto chi sei, quanto quello che fai è che ti qualifica!. Una bella frase. Certo. Sono un ragazzo qualsiasi e come un qualsiasi ragazzo con i miei stessi anni inizio ad avere già qualche responsabilità, piccola, per carità, però è con le cose piccole che si impara. Bene, io credo di essere un po diverso dagli altri, ma un assioma è che ognuno è diverso dall'altro. Già da un po di tempo ho iniziato ad assumermi delle responsabilità, non perchè mi siano state imposte da qualcuno ma perchè ho ritenuto fosse arrivato il momento giusto per me di crescere, anche se a volte è accaduto senza che lo desiderassi veramente. Le cose, a volte, accadono involotariamente! Nella mia seppur breve vita ho sperimentato che a sbagliare ci vuole davvero poco, poi è quasi impossibile rimettere le cose apposto, specie quelle più importanti. Ora mi ritrovo a dover stare molto attento a ciò che faccio. Ho imparato a riflettere e valutare le conseguenze delle mie azioni, ora conto SEMPRE fino a dieci, a volte anche qualche numero in più. Mi ripeto che ogni azione, ogni passo sarà per il mio futuro, quindi non devo assolutamente sbagliare. Spesso mi capita di essere giudicato per azioni e comportamenti che non sono miei, forse lo sono stati in passato. So bene di aver commesso degli errori ma non voglio che mi si identifichi per ciò che ero. Detesto il pregiudizio. La crescita di un individuo è anche prendere coscienza e mutare quei lati del carattere che crediamo vadano modificati. Io oggi so chi sono. So cosa penso. Si è vero, questo magari gli altri non lo sanno, però è importante che sia io ad averne coscienza 25

26 Oggi sono quello che sono solo grazie a me stesso, e ne sono contento! Questa non è presunzione, è un dato di fatto. Se avessi seguito alla lettera quello che mi dicevano, o imponevano di fare, sicuramente oggi sarei una persona diversa da ciò che sono. Da anni perseguo un sogno, che non dirò per non farlo svanire e cerco di raggiungerlo e penso di essere sulla buona strada. Sto costruendo il mio futuro Sono ottimista e sono contento! Voglio diventare l' immagine dei miei pensieri, voglio essere le mie opinioni, tendo verso quello che ritengo sia la perfezione. La mia perfezione Lungo la mia strada mi sono imbattuto in occasioni inaspettate che hanno migliorano le mie azioni, stanno fortificano le mie idee e mi svelano chi sono e chi sarò sebbene abbia fatto mio il motto: 'non è tanto chi sei, quanto quello che fai che ti qualifica. Quindi sono e saranno le mie azioni a dire chi sono e chi sarò. 26

27 Tre piccole pesti - Gabriele Romano C era una volta, in una piccola città sulle Alpi, un piccolo monastero antichissimo dove vivevano dieci frati francescani. Avevano tutti la testa pelata e una barba bianchissima; tutti vestivano un saio rappezzato e andavano spesso in fila, uno dietro l'altro, lungo gli immensi giardini che circondavano il monastero.vivevano una vita molto lenta e calma immersi nel silenzio, nella meditazione e nel dialogo con Dio. Un giorno, verso le 5 del mattino, usciti da quella fase di trans post sveglia, si avviarono verso la cappella passando attraverso il giardino, come erano soliti fare quando i loro occhi si dilatarno per la sorpresa: il giardino era sotto sopra: verdure buttate per aria, alberi da frutto squarciati, galline libere che starnazzavano di qua e di là, i frutti buttati per terra, insomma un vero DISASTRO! Dopo aver assolto il dovere della Messa si misero subito e con lena all'opera di sistemazione. Era pomeriggio inoltrato quando finirono di rimettere in sesto il giardino, l'orto e quei poveri alberi, insomma rimediarono al meglio a quella rovina. Una volta finito i frati più curiosi cercarono di investigare sulla faccenda cercando indizi utili per scoprire cosa fosse accaduto. L indomani stanchi dalle fatiche del giorno precedente, i frati si alzarono in ritardo. In fretta si diressero verso la cappella ma trovarono lo stesso disordine del giorno precedente. Di certo, si dissero, la situazione era insostenibile! Dopo aver nuovamente riordinato il giardino, indissero una riunione: decisero che la situazione andava sorvegliata quindi durante la notte si sarebbero dato il turno a far da sentinella, al fine di scovare chi fosse la causa di tutto ciò. Il primo turno toccò a Fra Cappuccino, un frate molto sveglio, durante il suo turno non accadde nulla; il secondo turno fu assegnato a Fra Unpomeaddormento che fu colto da un INCREDIBILE sonno profondo, tanto da non lanciare nemmeno un piccolo gemito d allarme, nel sonno riuscì a mal pena ad accorgersi dei vandali! Il terzo frate, alzatosi per il turno successivo, alla visione dell' inferno che si presentò davanti ai suoi occhi, sebbene ancora assonnati, lanciò un urlo cosi forte che il suo eco risuonò tra le montagne vicine svegliando interi paesi. 27

28 Il giorno dopo frate Mario, il Priore del Convento, decise di andare giù in paese a trarre maggiori informazioni riguardo alla vicenda. Venne a conoscenza che da qualche tempo si era trasferita in paese una nuova famiglia. Varie voci circolavano al riguardo e non tutte positive. Decise, quindi, di fargli visita con la scusa della benedizione della casa. Fu accolto calorosamente da una giovane donna, che si presentò come Lucia, il frate notò che nella casa sebbene ci fossero poche cose queste erano sparpagliate quasi fosse passato un tornado. Ben presto il buon frate Mario fu circondato da tre mostriciattoli, ne dedusse che fossero i figli di Lucia. Si intuiva subito che erano scatenati e irrequieti e capì dall'espressione dei loro occhi che centravano qualcosa con le scorribande al convento. Quella sera decise si sarebbe messo a guardia del giardino lui stesso, per tutta la notte. Fortunatamente non dovette aspettare molto per vedere le piccole pesti lanciarsi nel convento e metterlo a soqquadro; le colse, quindi, in flagrante ed intervenne subito; ma, ahimè, non avendo più l agilità di un tempo ed essendo portatore sano di una bella panciotta, non riuscì a acciuffarli. I suoi dubbi erano stati confermati e sapeva bene dove trovarli. L indomani, dopo aver assolto i suoi compiti religiosi, corse in città per assicurarsi di trovare i bambini ancora a casa. Una volta giunto davanti alla porta della modesta abitazione lo attanagliò una certa insicurezza, in fondo erano solo bambini, si diceva, ma ripensando agli ingenti danni causati al convento non esitò oltre e bussò. Fu accolto da una signora che non sembrava affatto la stessa del giorno prima, si disse che forse i suoi occhi erano stanchi per le poche ore di sonno. Salutò seccamente Lucia e la mise al corrente dell'accaduto quindi si diresse con passo sicuro verso la stanza dove i ragazzi dormivano. Dormivano profondamente gli angioletti, dormivano il sonno del giusto, pensò Frate Mario. Decise di ritornare in cucina e aspettare che si svegliassero, intanto si ripeteva in mente quello che gli avrebbe detto. Si guardò intorno e la miseria che si respirava in quella casa era visibile anche ad un occhio distratto. Alle 10,30 i ragazzini si presentarono in cucina per far colazione e si ritrovarono il Frate seduto che fissò i suoi occhi chiari nei loro occhi. Cercarono di sfuggire allo sguardo accusatore, 28

29 guardarono la madre che gli restituì uno sguardo severo, diventarono rossi come un peperone. Un forte imbarazzo si abbatté su doi loro. Frate Mario al posto della colazione si prodigò di servirgli una bella ramanzina! Poi chiese la ragione delle loro azioni e venne a conoscenza delle forti difficoltà economiche in cui versava la famiglia e che quello era un modo per aiutare la madre a mettere un piatto in tavola. Lucia si mise a piangere e Frate Mario, la cui bontà era riconosciuta da tutti in paese, sorrise e valutò chiusa la questione, classificandola come una marachella e con un sorriso carezzò le teste dei tre diavoletti. Dopo essersi fatto promettere che non lo avrebbero fatto mai più invitò la famiglia a pranzo e cena al convento dove il cibo non mancava mai. 29

30 Partitura - Federica Santoro Prima particella _Orgoglio Avventura Casa Amore_ Un giorno Orgoglio decise di cambiare aria. Era stufo di tutto e di tutti, così scappo via. Nel corso del suo viaggio incontrò Avventura, intrigante, sempre in movimento e in cerca di nuove emozioni. Insieme videro luoghi e posti bellissimi, visitarono paesi sperduti ma affascinanti...dopo giorni e giorni di viaggio decisero di fermarsi. In un villaggio trovarono Casa, dolce e accogliente, fu molto cortese con loro e li invitò a fermarsi. Mentre Orgoglio riposava, Avventura andò a dare un occhiata in giro. Notò in un prato qualcuno: era Amore, bello e misterioso, che stava disteso a guardare il cielo. Un po' a disagio, gli si avvicinò e i due, in breve tempo, cominciarono a raccontarsi le loro storie. Avventura lo trovava stranamente interessante e continuò a passare i giorni con lui. Orgoglio, indispettito decise di ripartire ma Avventura rifiutò di seguirlo. Così se ne andò via da solo, sconfitto dal rifiuto e non tornò più.avventura aveva trovato la sua nuova emozione: Amore. Seconda particella _La Paura_ Buio. Non riesco a percepire altro attorno a me, come se avesse una consistenza propria che mi soffoca e opprime. Il respiro si fa corto, l'unica compagnia è il battito del mio cuore che vuole scappare, lasciami sola in quell'agonia. Mi guardo attorno, ma niente. Mi sembra di sentire un fiato sul mio corpo, una presenza strana attorno a me. Eppure sono sola, completamente sola. Il cuore continua a martellarmi nel petto, scandisce i secondi, i minuti, le ore. Vado avanti in cerca di qualcosa che possa aiutarmi ad uscire da quell'inferno. Mi sembra di vedere qualcuno. Una forma ancora più buia del buio, vera e viva. Ride. Mi reputa debole, minuscola, insulsa. Lo guardo in viso, senza riuscire a vederlo chiaramente. Sola e al buio, ed è proprio Lui a ridere di me. Chiudo gli occhi, le sensazioni arrivano diverse, più pesanti è come se ci fosse una sorta di pressione fuori e dentro di me. Anche le parole si trasformano, prima chiare e distinte, poi sempre 30

31 più fioche fino a diventare una melodia indistinta. Delle immagini si disegnano nella mia mente, colmandola di ricordi, sogni. Sono davanti alle mie paure, che prendono forma, una forma fisica e distinta. Mi trovo sola ad affrontarle. Cerco nel profondo dell anima la forza per distruggere la paura trovo una luce, non ha una forma vera e propria, sembra quasi una sfera, che mi trasmette una sensazione di benessere e pace. E l arma contro la mia paura. La lancio con tutta la mia forza e la mia paura si scompone in mille frammenti che si confondono e si perdono nel buio. Ora non c'è più nulla davanti a me sento solo il battito del mio cuore, ora tranquillo e sereno non ho più paura Terza particella _Siamo in due? dialogo tra il Rosso IO esteriore e il Blu IO interiore_ Blu- Ehi tu! Non è possibile! Sei ancora davanti allo specchio a sistemarti? Dici che non t importa di cosa pensa la gente di te ma non sembra cosi... Rosso- Infatti! Non è cosi...lo sai meglio di me! Ma è anche vero che mi piace essere sempre apposto, carina e originale. Difendo la mia personalità in questo modo! Blu- Dai, sei ridicola! Dovresti usare ogni giorno un colore diverso di abito per far capire alla gente quello che sei e non credo che ti basterà un vestito al giorno! Rosso- E' colpa tua lo sai, sei sempre in contrasto con me, io faccio bianco e tu pensi nero! Non posso dimostrami sempre per quello che sono lo sai...devo essere dura per non essere schiacciata, simpatica al punto giusto per non essere odiata..non posso fare sempre quello che mi dici tu! Blu- Dovresti invece! DEVI essere naturale. Debole quando mi sento debole. Forte quando mi sento forte. Anche per me non è facile. Vorrei gridare quando sono arrabbiata, invece devo stare zitta per non farti sembrare un'isterica, vorrei piangere quando sono triste, ma per te mi trattengo per non farti sembrare una sciocca...secondo te come mi sento? Rosso- Ti capisco perfettamente. Anch io mi vorrei lasciare andare, vorrei farti uscire fuori. Sono composta, invece, troppo forse...rimango zitta quando vorrei rispondere a dovere. Mi capita di sbagliare sai? Quando non riesco a sentirti, perché sono troppo arrabbiata, dico cose che non dovrei dire e che nè tu nè io pensiamo veramente... 31

32 Blu- Quando ti succede, però, a piangere siamo tutte e due. Quando il cuore batte un'unica musica siamo in sintonia. Hai ragione in fondo, ti chiedo scusa, ma vorrei essere IO a mostrarmi qualche volta, con tutta la mia sincerità, senza barriere e giudizi. Rosso-A chi lo dici! Non siamo tanto diverse...infondo vorrei cambiare un po', ma senza il tuo aiuto non posso farcela. Vorrei essere più forte, decisa, intraprendente...e anche più sciolta, sentirmi ovunque a mio agio! Blu-M impegnerò, ma...è difficile, IO non posso portare una maschera, TU si... 32

33 Presente Istante - Daniela Scrimieri Donna Libertà, quella strana persona che non intende perdere l autonomia conquistata se pur a prezzo della solitudine, cammina spesso a braccetto con Il Signor vuoto che pesante come una nave senza mare impedisce al Piccolo Desiderio, custodito in fondo al suo cuore, di intraprendere la strada della sua realizzazione. Aspetta con pazienza che Il Tempo guarisca le sue ferite, che Il Saggiomastro passato si faccia da parte per dare nuovamente la speranza a Messer Sogno, tenuto quasi prigioniero nel castello di Donna Ignavia, di raggiungere la meta tanto agognata. Tornare tra quelle rocce, tra i platani maestosi, le fragole selvatiche, il cielo stellato, tra un bacio rubato e le lucciole irreali. Come sono stati brevi quei giorni. Rinunciare a quella passione l ha fatta morire dentro ma non intende più lasciare che i suoi pensieri e il suo Piccolo desiderio rimangano imprigionati nella nostalgia del passato. Così ha pensato, di riunire tutti i personaggi in una valle abbandonata e farli parlare e ballare intorno ad un albero senza chioma che le ricorda il suo Amore reciso e, in mezzo a quella naturale vegetazione lontani dalla vita quotidiana, capire il filo che li tiene uniti, trovare quel sollievo a cui tanto brama e la strada che liberi il suo cuore. Affinché i suoi occhi possano cogliere ogni particolare anche quando il giorno consegna alla notte il suo chiarore, sceglie un giorno di plenilunio e assicura ai suoi personaggi che sarebbe stata lì con loro a vedere appassire l ultimo giorno di quella stagione così lunga. Nel giorno stabilito, arrivata prima degli altri, si arrampica su un albero vicino per ascoltare le loro parole nascondendosi nel nido abbandonato di una cicogna. In quel posto così insolito si mette ad aspettare. Si era quasi appisolata nell attesa quando sente il Signor vuoto, arrivato per primo, parlare agitando le braccia -Non capisco dove possa esser finita, non posso camminare senza il suo braccetto e lei non può rinunciare al mio vuoto perché io do la possibilità al Piccolo desiderio di tornare a bramare il suo cuore. - Ore, ore, ore! - risponde un eco lontano Quella valle intorno senza nessuno comincia ad angosciarlo. 33

34 Lui, il principe del vuoto, ha paura. Intanto l eco raggiunge, con gran rumore il Tempo, che si precipita a rispondere urlando Sono io che do tempo alla mia signora, con pazienza, di guarire le ferite del passato, dalle delusioni, se non sentisse il tuo gran vuoto, presto guarirebbe. Ebbe, ebbe, ebbe! fece l eco della valle! Che strano eco si sente in quella valle, sembra di parte. Sono io il negativo e spingo verso l ignoto sconosciuto ribatte il vuoto Nel tempo la speranza è custodita incalza l altro. Ita, ita, ita! risponde nuovamente l eco! E la magica forza del negativo che emerge. Erge, erge, erge l eco non perde colpo. La valle partecipa inerme a questo turbinio di voci, tenute a concerto, con alti e bassi, da una leggera brezza. I suoni ora lievi ora forti rimbombano fino al nido, la dondolano come una ninna nanna. Ma ecco che piano senza far rumore il Saggiomastro passato, non più tanto arzillo, arriva a fatica sul suo bastone che solleva ogni tanto colpendo l aria, impaziente di introdursi tra i suoni dell eco, ma dimentica nell attesa le parole da dire. Oimè! Oimè! - dice quasi sottovoce - come farò a dare la parola a Messer Sogno se il vuoto e il tempo non placano le loro pretese? Allora Messer sogno senza ansia di parlare si cerca un giaciglio sull albero senza chioma dove arrivano meglio i suoni ammaliatori dell eco. Ha promesso, in cambio della libertà, di riportare i fatti a Donna Ignavia che, incapace di prendere posizioni, ha rinunciato ad andare nel luogo dell incontro. Qui sento benissimo, qui sono libero Ero, ero, ero! Continua l eco. Forza grida il Passato al Piccolo desiderio fatti avanti tu che non rinunci mai. Ai,ai,ai! risponde ancora l eco Sulle onde di quell eco, di quella forza, si dondola e sibila il Sogno 34

35 -Se non avessimo un sogno, mantenuto vivo nell animo, la vita sarebbe più dura. La speranza di quel sogno diventa più certezza della vita - Ita, ita, ita! conclude l eco! Dov è finita? Dov è andata l usurpatrice di quel nido? La nenia ha forse addormentato i suoi sensi, placato il suo animo? E li inerme, serena, rinata, rispecchiata dalla luna e non rinuncia a nessuno dei personaggi che hanno permesso questa metamorfosi. Lei ha bisogno di tutti, ora non fanno male né paura. Ora il frastuono del loro vociare, con grande meraviglia, si trasforma salendo, come d incanto, in suoni d arpa, canto d usignolo, preghiera soave. Le dolci sensazioni calmano il suo animo e allontanano il vuoto che lo riempiva. Nel groviglio dei suoi pensieri tutto si scioglie, ritrova un senso e Il Piccolo desiderio trova il sentiero del ritorno. Ringrazia il Saggiomastro passato per aver avuto il privilegio di quel vissuto e il Tempo per averlo conservato. Il Sogno per il vigore mantenuto. In quella natura incontaminata si libera il Sogno dalle sbarre della nostalgia, ritrova la sua anima, il sorriso senza amarezza, due ali che non sapeva d avere, trovate nella sua nuova dimora. Guarda verso l albero monco e vede che dalla fenditura del suo tronco, lì dove si è seduto il sogno sta sbocciando la vita. Ora non le appare più passato sinistro né futuro artificio ma amore da condividere. Il bi-sogno diventa realtà, all albero la sua nuova chioma, a lei l eterno meraviglioso presente istante. 35

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