Ormai è chiaro: la radical-clic

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1 Anno II - Numero Martedì 20 agosto 2013 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 REAZIONE ISTERICA DELLA BOLDRINI DI FRONTE ALLA DOMANDA DI TRASPARENZA LA RADICAL-CLIC PERDE LA TESTA E SCARICA IL SITO IN FACCIA A FINI La Camera ammette la cifra dello scandalo ma non revoca la delibera di Francesco Storace Ormai è chiaro: la radical-clic che presiede la Camera, Laura Boldrini - alias Gold-rini - è letteralmente andata fuori di testa con la storia del sito internet, i cui costi sono aumentati, alla faccia della spending review, addirittura del 50 per cento di bertinottiana memoria. Come si sa grazie al nostro giornale e da ieri anche grazie al Giornale di Alessandro Sallusti, Montecitorio ha deliberato tra luglio e agosto una gara per il nuovo sito, costo 3,6 milioni di euro più IVA, in pratica più di 4 milioni in tre anni. Con Bertinotti la precedente gara fu chiusa a ottocentomila euro l'anno. Con grande eleganza, la presidente attuale - e speriamo per poco - ha scaricato, attraverso fonti anonime della Camera, sul suo predecessore, Fini, la delibera in fine legislatura. La stessa è stata pubblicata a luglio, ma lei non si è nemmeno sognata di revocare questo vero e proprio schiaffo alla miseria. Perché in realtà, non lo considera tale, visto che ha fatto diffondere dal suo ufficio stampa anche un'ulteriore nota in cui ci spiega che pagando il 50 per cento in più si risparmia... Chissà quante famiglie vorrebbero trovarsi nelle stesse condizioni. La realtà è che madame Montecitorio di informatica non ci capisce un tubo, lo dimostra il suo sito personale, che è un vero spettacolo, fermo dal mese di marzo... in perenne attesa di aggiornamento. Evidentemente si sarà resa conto dei costi... Ma la Boldrini non può continuare a sbeffeggiare gli italiani con il richiamo a Fini. Col quale, come è noto, non siamo particolarmente indulgenti. Se è vero quel che dice, la signora ha il dovere di pubblicare la delibera "finiana", magari sul sito attuale, facendoci sapere anche chi ha votato a favore e se c'è stato qualcuno che si è pronunciato contro. Aggiungendo poi il motivo per cui non l'ha revocata, se è arrivata a chiamare in causa chi c'era prima di lei con uno stile che è quantomeno censurabile. La realtà è che la Boldrini ha perso l'aplomb che le attribuiscono perché sui social network da qualche giorno diluviano le domande. Presidente, chiedono i cittadini normali, come ti salta in mente di farci pagare quasi quattro milioni di euro per il sito internet della Camera? Prima su Linkiesta.it, poi sul Giornale d'italia, la notizia ha invaso il web. E lei ha dovuto finalmente dare uno straccio di insoddisfacente risposta. Non si capisce perché si debbano spendere tanti milioni. Si assume personale nuovo? Perché, la Camera è improvvisamente sprovvista di dipendenti informatici? Non li strapagano più? In fondo, non sono soldi suoi, ma nostri. Sono soldi del popolo italiano e lei ha il dovere di pensarci bene prima di dissiparli. Non persista, per favore. Mandi all'aria questa commedia del sito, non insceni uno dei soliti riti che la vedono protagonista quando singhiozza ad uso delle televisioni, quando le sue lacrime grondano sangue. Faccia finta che Il Giornale d'italia sia edito a Nairobi o in chissà quale altro continente a lei gradito, ci tratti come uno dei suoi marmocchietti preferiti, ma revochi quella schifezza. La ringrazieremmo a nome degli italiani che pagano tasse, ma non per sprecare quattrini. TOH, CHI SI RIVEDE: BERLUSCONI PARTE L OFFENSIVA DEL CAV: NON MI FACCIO DA PARTE di Robert Vignola La tregua di Ferragosto è finita. Sempre se era tregua: perché gli striscioni aviotrasportati del tenore Forza Italia, Forza Silvio che hanno sorvolato tutte le affollate battigie d Italia, probabilmente non erano ricognitori, ma già caccia-bombardieri. D altronde era una tregua fragile: iniziata con il lungo messaggio di Napolitano, che di garanzie ne dava quante un concessionario d auto usate su una Fiat Duna del 1990, la sua fine è stata segnata a seguito dei tanti colloqui avvenuti ad Arcore. È là che Berlusconi, capito che le colombe lo sacrificherebbero volentieri davanti alla chance di prolungare il soggiorno a Palazzo Chigi dei ministri Pdl, deve aver scatenato l offensiva partita ieri. Offensiva cui egli stesso, come i capi d armata di una volta, ha personalmente voluto inaugurare con un messaggio facebook. Io resisto! non mollo. State tranquilli che non mi faccio da parte, resto io il capo del centrodestra. Farò sino all ultimo l interesse del Paese e degli italiani. Andate avanti con coraggio. Non vi farò fare assolutamente brutte figure. Prepariamoci al meglio. Ovvio che frasi del genere sono state vissute nel quartier generale del Pd come una dichiarazione di guerra e dal Governo Letta- Alfano come un preavviso di sfratto. Data di scadenza: il 9 settembre. Per allora la Giunta per le Elezioni del Senato dovrà dare il suo parere. Se dal Pd arriverà un no alla permanenza di Berlusconi in Parlamento, si andrà al voto. O così fa capire Daniela Santanché. Secondo la quale il Cav non andrà col cappello in mano da Giorgio Napolitano, non chiederà la grazia, non si affiderà ai servizi sociali, non andrà agli arresti domiciliari. Ho la presunzione di conoscere l uomo Berlusconi, il percorso della sua vita e sono convinta che questa fine ingloriosa non sarà quella di Silvio Berlusconi. Non possiamo stare al governo con i nostri carnefici. E evidente che se il Pd darà quel voto nella commissione del 9 settembre, credo che dovrebbero avere loro stessi un sussulto di dignità: siccome noi al governo abbiamo cinque Silvio Berlusconi noi siamo tutti Silvio Berlusconi. E troppo poco voler scindere il governo da Silvio Berlusconi. Se noi siamo quei delinquenti, quei pregiudicati, quegli evasori, quegli avanzi di galera, ne devono trarre le conseguenze. L epilogo è persino già preconizzato da Gianfranco Rotondi. Far fuori Berlusconi dal Parlamento usando la sentenza di Esposito è più eversivo che arrestarlo. La nostra reazione non potrà che essere di decadere con lui, dimettendoci dal Parlamento. ROMA Gemellini spariti Ore di angoscia Appartengono alla comunità romena. Ma la loro sparizione tiene con il fiato sospeso non solo tutta Roma, ma l Italia intera. Sono ore di angoscia per la sorte di Alexandru e Sebastian, gemelli di sei anni scomparsi nella tarda mattinata. I genitori in preda alla disperazione hanno denunciato la scomparsa ai carabinieri, che hanno attivato le ricerche. L ultima volta che li hanno visti, i piccoli erano a giocare al Vicolo di Ponte Mammolo, mentre loro sono entrati nella chiesa di San Basilio per partecipare ad una funzione religiosa: il padre dei gemellini è infatti diacono presso la chiesa ortodossa. Le ricerche sono state estese anche al vicino Comune di Zagarolo, dove i genitori sono residenti, ma si sono concentrate soprattutto su Ladispoli. Vi sarebbero infatti testimonianze circa il fatto che sarebbero stati portato via da un uomo, conosciuto come Costantino, che frequenta la comunità ortodossa. Si sarebbe allontanato con Alexandru, Sebastian e altri due bambini che aveva in custodia verso il mare. Ma il suo telefonino squilla a vuoto. Valter Brogino Gli ex ministri di Monti senza un briciolo di vergogna: Abbiamo salvato l Italia Fornero & co.: gli snob che adesso snobbiamo noi di Igor Traboni Avolte ritornano. Per fortuna durano giusto il tempo di un intervista: due-tre minuti in cerca di gloria, perché poi ovviamente il lettore passa ad altro. Magari un paio di minuti in più li rubano a noi addetti ai lavori, certi personaggi in cerca di un autore che non troveranno mai, a parte qualche gazzettiere. Prendiamo la signora Elsa Fornero: un disastro come ministro, neanche un mostro di simpatia, dal pianto facile e, quando la furtiva lacrima non le solcava il viso, lo stesso si mostrava così appeso ed espressione di una sofferenza talmente acuta anche se davanti c èra uno che ti raccontava barzellette da ridere a crepapelle - che magari la Boldrini deve essersi ispirata alla sua figura per quella stessa, identica aria. Ecco, da un personaggio come questo sarebbe lecito aspettarsi un silenzio totale, assai più decoroso dei mesi trascorsi a inzuffare gli italiani di sacrifici. E invece la Fornero è tornata allo scoperto con queste Esteri Nell Egitto in fiamme scarcerato Mubarak a pag. 6 testuali parole: "Io e il mio governo abbiamo salvato l'italia. Non ho rimpianti". Insomma, il pianto è una costante della signora. Solo che è lei ad aver fatto piangere un po tutti: esodati (a proposito, ma non se ne parla più perché la frittata è di quelle davvero grosse e irreparabili, giusto?), pensionati riformati per l ennesima volta, giovani choosy. E poi che stile, che prosopopea la signora che pareva appena uscita dal parrucchiere Regione Lazio Discarica a Falcognana Ora indaga la Finanza Bruno Rossi a pag. 7 Venezia 4 caffè e 3 amari: il conto è stratosferico Barbara Fruch a pag. 8 ad ogni comparsata tv (praticamente una dopo l altra, al tempo dell esecutivo Monti e dei gazzettieri di cui sopra): Io e il mio governo. Un governo che in realtà era del bocconiano e di quelli del gruppo di potere di Bilderberg, con annessi e connessi. La modestia, poi, proprio non era di casa tra i professori. Che mentivano sapendo di mentire. E tassavano sapendo di tassare, al grido di spread o morte. E la Fornero ancora oggi ne è la palese dimostrazione. Prendiamo la storia dei giovani choosy, come la Elsa l ha ricordata nell intervista a l inkiesta.it: Raccontai che un tempo, da professoressa, dicevo ai miei studenti di non essere troppo choosy. Apriti cielo. E' stato quello il mio errore. Ho usato un termine inglese, forse ho dato l impressione di essere un po snob. Si tranquillizzi signora: non era un impressione. Snob lo è stata davvero, lei e i suoi poco amati compagni di governo. Ma ogni medaglia ha il suo rovescio: ora la snobbiamo noi. E non ci sarà prossima intervista che tenga. Sulmona Ecco che spunta anche la tassa sugli scalini a pag. 9 IL CASO Il film con l ex Br che uccise Peci Un carnefice che recita nei panni di una vittima. Un paradosso? Sì, ma purtroppo è la realtà. È quanto avviene in Sangue il film scritto e diretto dal regista Pippo Delbono che vede come protagonista Giovanni Senzani, ex brigatista accusato di aver ucciso Roberto Peci. Una scelta che non è andata giù a Silvia Giralucci, figlia di una delle vittime dello spietato terrorista. Emma Moriconi a pag. 10 RICORRENZE Buon Compleanno Giorgio Albertazzi Un curriculum di successi. Giorgio Albertazzi festeggia oggi i suoi 90 anni e lo farà in scena. Al centro di quel palcoscenico che è sempre stato un punto fermo nella sua vita. Nella storia di un uomo che, figlio del ventennio fascista, ha trascorso in carcere ben due anni prima di tornare a Firenze per laurearsi e ricominciare a recitare. Micol Paglia a pag. 11

2 2 Attualità L INTERVENTO DEL PREMIER E IL MESSAGGIO DI GIORGIO NAPOLITANO NON CONVINCONO LA BASE CIELLINA Il popolo del Meeting boccia le larghe intese A Rimini anche Schifani ( Dal Colle ci aspettavamo di più ) e Zanonato, che invece offre un contentino sull Imu di Igor Traboni Un po tirato per la giacchetta, ma un po masochista nei vertici che ogni anno si buttano su un determinato cavallo di battaglia salvo poi pentirsene (vedi Monti nel 2012), il Meeting di Rimini si conferma crocevia politico per la stagione che sta per arrivare. E così è stato anche all inizio di questa edizione numero 34, con gli interventi di domenica (Enrico Letta in diretta e Giorgio Napolitano Latita il pluralismo. Ma l'onorevole Fico (5 stelle) si occupa di altro Svegliate il Presidente della Vigilanza Rai di Francesco Storace Bisogna che qualcuno si incarichi di svegliare Roberto Fico, il presidente a cinque stelle della commissione di vigilanza molto impegnato nella ricerca dei protagonisti di una nuova trasmissione Rai ("The Mission"), che sicuramente farà arrabbiare molti, ma che vivaddio non può rappresentare la Mission del capo di quell'importante organismo bicamerale. Domenica scorsa ci siamo permessi - è esperienza diretta... - di proporre al presidente della vigilanza Rai di rendere pubblici i dati che pervengono alla commissione e che sono sfornati dall'osservatorio dell'università di Pavia, autentico cane da guardia del pluralismo radiotelevisivo. (Fornisce anche i dati relativi all'emittenza privata, anche per fornire elementi di paragone). Siccome non lo fa Fico, lo ha fatto quel meno fico di Renato Brunetta, che ha sciorinato i dati relativi alla pessima informazione fornita dai telegiornali regionali. Il quadro è devastante, cinquecento giornalisti pagati da tutti noi fanno strage di pluralismo. Eppure al Fico di nome non sembra appassionare la polemica inscenata da fico di fatto. Sì, fico Brunetta, che almeno ci ha offerto un quadro intollerabile dell'azienda per la quale tutti noi paghiamo il canone. Mi chiedo solo perché deve essere il capogruppo del Pdl alla Camera a far conoscere i numeri sull'informazione politica in televisione e non il presidente della commissione parlamentare che se ne deve occupare per mestiere. Roberto Fico prenda come stimolo questa nostra esortazione e non come semplice rimbrotto; non ne abbiamo alcuna voglia. Ma è incredibile che non ci sia traccia, in Rai, del pluralismo presente nella società. In fondo, anche Brunetta cade nella stessa logica: pensare che il problema sia solo la rappresentanza dei partiti. Che, è ovvio, ci deve stare e ci mancherebbe e pure in maniera equilibrata. Ma neppure Brunetta deve dimenticare - a maggior ragione il capo della vigilanza Rai - che c'è una ampia fetta di società che nemmeno l'osservatorio di Pavia riesce a monitorare ed è quella sempre più vasta che a votare non ci va più, ma manifesta con grande vigore. Anche quelle voci vanno ascoltate. Ma non le sentiamo più. Ne leggiamo qualche notizia ogni tanto, sicuramente sul Giornale d'italia. Ma qui è gratis, lì, alla Rai, paghiamo noi. Col canone. La differenza sta tutta qui. con un videomessaggio) e di ieri. Letta e Napolitano hanno appassionato poco o niente la base ciellina: nonostante la grancassa dei media politicamente corretti che hanno cercato di dare connotati da standing ovation ai due interventi, in realtà l esercito dei ragazzi del movimento caro a don Giussani è rimasto di una apatia notevole. E mentre il Presidente della Compagnia delle Opere Schulz e quello della Fondazione della Sussidiarietà Vittadini avevano il loro bel daffare per accompagnare Letta da uno stand all altro, pochi volontari si sono avvicinati al premier. A farne le spese anche due ministri ciellini doc, da Maurizio Lupi a Mario Mauro, con quest ultimo trasmigrato con i montiani e trattato con particolare freddezza dal popolo di Cielle. Va bene il rispetto e l accoglienza che fanno parte del nostro dna commenta ad esempio Mario, 30 anni, volontario arrivato da Roma ma che c entra il cattolicesimo di Letta con il nostro? Le sue radici sono quelle di Andreatta, Dossetti e altri personaggi di indubbio spessore culturale, ma politicamente troppo orientati a sinistra. Che non è certo il nostro mondo di riferimento. E così a Rimini è rimasto confinato in un angoletto Roberto Formigoni, l ex presidente della Regione Lombardia che pure è stato tra i primi a credere in questo miracolo-meeting. Suo malgrado e con disappunto di gran parte della gente di Cielle. Dal punto di vista degli interventi, come detto, i due big dell apertura hanno deluso. Sentiamo un altro dei 3000 volontari che rendono possibile la kermesse milanese: Non capisco perché Letta abbia detto che in pratica il suo governo è nato qui, dopo l intervento di Napolitano nell edizione di due anni fa afferma Mirko, 32 anni, che spende qui la sua settimana di vacanze residue da dipendente di una grande impresa elettrotecnica del Bergamasco Le larghe intese piaceranno pure ai nostri vertici, ma non siamo stati certo noi ad avallarle. E l ultimo voto nella nostra Lombardia lo ha dimostrato. Anche alcuni big arrivati ieri qui tra i padiglioni della fiera riminese dimostrano di non aver gradito: "Da Napolitano ci aspettavamo di piu': nel messaggio del Capo dello Stato, che non commento, non ho trovato quello che avevamo chiesto. Non entro nel merito perche' le posizioni del Capo dello Stato si rispettano, ma ci aspettavamo di più, ha affermato ad esempio il capogruppo del Pdl al Senato, Renato Schifani, conversando con i giornalisti al Meeting. Poi Schifani ha ovviamente parlato anche della questione Berlusconi: "Noi non ci muoviamo per interessi personali: non e' interesse personale tutelare il diritto di rappresentanza di milioni di italiani di Massimo Visconti Domenica pomeriggio me ne stavo tranquillo a leggere alcune pagine dell avvincente ultimo romanzo di Dan Brown, Inferno, avendo dimenticato la televisione accesa. Immerso nella lettura delle vicende del professor Langdon, storico protagonista dei libri del noto scrittore americano, sento dalla televisione una voce che incitava, in modo quasi clericale, a combattere gli scontri a favore degli incontri, parlava del ruolo della speranza come risposta al pessimismo e della lotta del bene contro chi vuole far vincere il male. Non potendo vedere le immagini ho pensato a qualche prete che rivolgeva la tradizionale predica Domenicale ai fedeli poi ascoltando bene mi sono reso conto che la voce era quella del Presidente del Consiglio che stava intervenendo al Meeting di Comunione e Liberazione. Mi sono allora messo davanti al televisore e ho seguito attentamente quanto Don Enrico andava predicando ai giovani del Meeting e, in collegamento televisivo, a tutti gli Italiani. che hanno votato per Berlusconi. Noi faremo in modo che in Giunta con le nostre obiezioni e osservazioni in diritto condivise da insigni costituzionalisti venga approfondita la ipotesi della eventuale incostituzionalita' della retroattivita' della legge Severino; perche' e' inconcepibile prevedere che la magistratura possa con una sentenza determinare la decadenza di un parlamentare. Ci auguriamo di essere ascoltati e che la nostra richiesta venga condivisa per rimettere alla Consulta questa valutazione. Tuttavia i segnali sono negativi, le chiusure sono gia' pregiudizialmente contrarie ed assumono un valore di rilevanza politica. E' un no politico al quale noi, se persistera', non potremo che contrapporre un altro no politico. A una posizione pregiudizialmente di chiusura politica prima ancora di valutare le nostre osservazioni non potrebbe che conseguire una rottura politica: la convivenza sarebbe oggettivamente impraticabile. Quale serenita' puo' esserci sulle riforme costituzionali all'indomani di un voto che priverebbe l'italia della rappresentanza di milioni di elettori? Noi non intendiamo barattare legalita' per altro ma intendiamo fare un modo che questa norma sia valutata dalla Consulta". Al Meeting, nella sfilata dei ministri del governo Letta-Alfano, ha fatto capolino anche Flavio Zanonato, responsabile dello Sviluppo economico, che invece in qualche modo ha aperto al Pdl: C'è un impegno preciso, che è quello di togliere l'imu sulla prima casa, il governo troverà una soluzione''. Il ministro ha parlato anche della Fiat che ''ha investito in Italia, non si è sottratta, ma noi riteniamo che debba investire di più''. SERMONI DOMENICALI IN SALSA DI LARGHE INTESE, TRA LUOGHI COMUNI E IMMANCABILI OMISSIONI Le prediche di Don Enrico Un discorso, quello di Letta, basato solo su buone intenzioni e buoni propositi, volto, secondo Don Enrico, a guardare avanti e non a girarsi indietro. Un discorso centrato nella prima parte, ad elogiare la bontà delle larghe intese, a pontificare sulla necessità dei Partiti di andare tutti d amore e d accordo, senza rivalità politiche, del ruolo missionario che si è autoattribuito il Presidente del Consiglio, della necessità che lo Spirito Santo, che in questo periodo volteggia sul Colle Quirinale, continui ad illuminare i nostri politici evitando tensioni e per dirla alla San Filippo Neri state bboni se potete. Don Enrico è passato poi alla seconda parte parlando dell Europa, del ruolo delle Istituzioni Europee, delle New entry nel firmamento Europeo e ovviamente dell irrinunciabilità alla scelta Europeista dell Italia e soprattutto di fedeltà all Euro. Fenomenale è stato il passaggio sui poteri finanziari dipinto da Don Enrico come se chi ha favorito le Banche e i grandi speculatori finanziari sia uno sconosciuto e non colui è stato nominato Senatore a vita e che oggi sostiene il suo Governo. Un discorso, insomma, da incantatore di serpenti che riproduce il libro dei sogni che Don Enrico illustrò il 29 aprile presentando il suo Governo alle Camere. Un discorso o meglio una predica che ha centrato, in parte, i problemi che affliggono il nostro Paese però con un taglio, potremmo dire, ante Concilio ovvero mirato a far sentire in colpa gli Italiani che negli ultimi trent anni hanno creato tanto debito pubblico. Non una parola risolutiva ai tanti problemi che stanno massacrando le famiglie italiane, non un proposta seria se non la solita elegia rivolta al Decreto del Fare, non una parola per gli esodati, per le famiglie che non arrivano più alla terza settimana del mese, ai giovani che sempre più numerosi vanno ad incrementare le fila dei disoccupati, non un pensiero agli imprenditori, e non solo, suicidi per disperazione. Niente di tutto questo solo un laconico quanto deludente: ce la faremo come, non è dato saperlo. Tutto questo mentre PD e PDL stanno affilando le armi sull esclusione o meno di Berlusconi dal Parlamento. Alla predica di Don Enrico è mancato solo l annuncio che saremo felici per Decreto Legge ma quello dovrebbe essere un miracolo che chissà se qualche Santo sia disposto a fare magari delegandolo a qualche abitante di qualche Colle Romano. Amen.

3 3 Attualità Un fenomeno che sta macchiando di sangue ogni giorno la cronaca italiana Allarme femminicidio mentre la politica resta in vacanza A nulla a quanto pare è valso l allarme lanciato dal Viminale al riguardo di Francesca Ceccarelli Il Viminale parla chiaro: Stalking, 10mila denunce in un anno. Il 30% degli omicidi ha come vittima le donne. Un crescendo di violenza nei confronti del sesso debole che in questi giorni ha riacceso più che mai i riflettori sul problema. Ad accrescere l urgenza la mancanza di un massiccio corpus legislativo che dirima in materia di femminicidio: solo pochi giorni fa la discussione alla Camera dei deputati, per rimandare tutto a settembre, quando riapriranno a pieno i lavori parlamentari. A quanto pare la morte di poche semplici donne non vale la briga di richiamare in sede i politicanti dislocati sulle più rinomate località turistiche del mondo. L Italia può aspettare, per buona pace della retorica e dei populisti che non sanno più come gridare allo scandalo o puntare il dito, il tutto senza dare spunti di risoluzione concreti. Una seduta lampo e inutile quella di agosto che poteva a questo punto essere risparmiata: nessun problema, tanto a farne le spese sono sempre le casse statali rimpinzate dai fedeli cittadini. Coltellata più, coltellata meno, le donne possono aspettare. Questa è l attuale politica italiana. Violenza, morte, cronaca, i titoli e i numeri su tragedie che si susseguono lasciando dietro di sé famiglie distrutte. Sì, perché a farne le spese purtroppo sono i figli delle vittime, lasciati soli a elaborare un lutto di tale portata e a volte anche il ricordo della violenza in sé come testimoni. Un esempio? Quello di Avola. Antonella Russo, 48 anni, ha avuto appena il tempo di lasciare il figlio piccolo che teneva in braccio. A soli 4 anni lui s è nascosto tra i cespugli mentre il padre sparava alla madre e si uccideva a sua volta. È stato lui a dare l allarme: «Papà ha ucciso la mamma». Per lui adesso l incognita dell affidamento, rimasto senza entrambi i genitori ma con un fratello di 28 anni, e due sorelle, di 22 e 18 anche loro adesso orfani ma maggiorenni. Più di 1500 casi in Italia di figli orfani per femminicidio, secondo uno studio a cura della dottoressa Anna Costanza Baldry, docente di Psicologia all Università Seconda di Napoli, consulente per casi di violenza contro donne e bambini per l Onu, la Nato e l Ocse. In Italia- aggiunge la Baldry- non è previsto nulla di specifico, nessun protocollo che preveda un percorso per questi orfani un po speciali. Il tutto è affidato ai tribunali dei minori con ampia discrezionalità caso per caso perché nessuna regola specifica è prevista. Il più delle volte l affidamento va ai parenti prossimi. Altrimenti non resta che l adozione come ultima chance ai piccoli innocenti testimoni di vite familiari degenerate in tragedia. Un altro studio, quello da parte della rete Di.re centri donne antiviolenza, afferma che non esiste al momento in Italia nessuna legge che preveda un assistenza economica per questi minori, i cui genitori sono entrambi morti oppure col padre in carcere. I L C A S O Bologna: lei reagisce alle violenze subite. Il Tribunale, Ci dispiace lui non è condannabile Se una moglie vessata non è succube del marito, se reagisce e non le prende in silenzio, lui non è condannabile per maltrattamenti. Questa la sentenza shock che ha destato non poco scalpore in tutta Italia, ancor più in questi giorni quando i casi di femminicidio stanno assumendo cifre preoccupanti. Protagoniste della vicenda sono tre giudici-donna della Corte d appello di Bologna, chiamati a processare in secondo grado un uomo di mezza età accusato dalla moglie di violenza privata, lesioni e maltrattamenti: anni di iter processuale ambientato nell imolese. Questi i fatti: l uomo in primo grado era stato condannato per tutti e tre i reati, quindi punito con nove mesi di carcere (con la condizionale) e con 30mila euro di anticipo sul risarcimento dei danni richiesti. Poi in secondo grado accolte le argomentazioni della difesa: il marito non è stato ritenuto responsabile anche di maltrattamenti in famiglia perché la consorte aveva un ruolo attivo nelle liti. Ergo, il fatto non costituisce reato. La donna ha avuto il coraggio e la forza di reagire, questa la sua colpa secondo i giudici di Bologna. Né sudditanza o una sopraffazione tale da renderla succube del marito. "La reciprocità degli insulti recita il testo della sentenza mal si concilia con la sistematica mortificazione di un soggetto rispetto all altro". E gli atti di aggressione fisica, "da iscrivere in un clima di forte e non contenuta conflittualità delle parti... si pongono al di fuori di una programmatica volontà di sopraffazione ed appaiono... frutto dell incapacità di autocontrollo del marito in situazioni di esasperazione". Il risultato di quest assurdità è che la pena inflitta al marito è stata ridimensionata a due mesi, ma non solo: i giudici di secondo grado hanno anche tagliato la provvisionale, accordando per la moglie solo 6mila euro, cioè un quinto della somma stabilita in primo grado. Questa è l Italia signori e signore. F.Ce.

4 4 Anniversari Il Segretario illuminato del Partito Comunista Ceco Alexander Dubček venne arrestato e obbligato a firmare la resa Praga 20 agosto 68: l inverno della democrazia I carri armati sovietici invasero la Cecoslovacchia dopo il fallimento delle trattative fra il Cremlino ed il Pcc Fu la fine della cosiddetta Primavera e della libertà del Paese, che restò occupato fino alla caduta dell Urss 1990 di Micol Paglia L'invasione russa del 1968 ha spazzato via la generazione degli anni sessanta, e con essa tutta la cultura moderna che l'ha preceduta. I nostri libri sono chiusi negli stessi sotterranei insieme a quelli di Kafka e dei surrealisti cechi. I vivi trasformati in morti stanno a fianco dei morti fatti morire due volte. Si cerchi di capirlo, una buona volta: non sono soltanto i diritti dell'uomo, la democrazia, la giustizia, ecc., che non esistono più a Praga. È un intera grande cultura che a Praga oggi si trova come un foglio di carta in fiamme dove scompare la poesia (Milan Kundera, Normalizace, 1981). Nel 1968 Praga è la Capitale della Cecoslovacchia. Il mondo, a vent anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, è in piena guerra fredda. Esistono solo due possibilità per i Paesi che si interessano di politica internazionale: scegliere se appartenere al blocco sovietico o a quello filo-statunitense. Tertium non datur. L uomo della speranza - Tutta la parte est dell Europa è sotto l influenza, se non proprio il dominio dell Urss, che diventa, in pochi anni, una sorta di continente nel continente. Ne fa parte anche la Cecoslovacchia, ovviamente. Ma il 68 è un anno particolare. Tira un aria di libertà, di rinnovamento. E non soltanto nella libere e moderne università americane piuttosto che francesi o italiane, in pieno fermento per le prime proteste giovanili. Sembra che un futuro diverso dal comunismo opprimente possa esistere anche a Praga. L uomo della speranza si chiama Alexander Dubček. Il 5 gennaio di quell anno viene eletto Segretario del Partito Comunista Ceco (PCC), succedendo Antonín Novotný, fortemente legato ad una linea più apertamente filo-sovietica. Dubček no, il politico slovacco è invece convinto che il suo Paese meriti di affrancarsi dalla cappa grigia e soffocante del comunismo russo. È lui uno dei più convinti sostenitori del cosiddetto socialismo dal volto umano. Una primavera cominciata in gennaio - La linea del nuovo segretario galvanizza incredibilmente una popolazione stanca e demotivata dagli stenti della guerra prima, dai soprusi dei russi poi. Dubček si circonda di politici illuminati come lui. Dando vita al cosiddetto nuovo corso. La Cecoslovacchia comincia a respirare, per la prima volta dopo decenni, un po di libertà. Il nuovo Segretario del PCC crede profondamente che i cecoslovacchi meritino di conoscere un po di democrazia e di diritti. Tutto ciò che il comunismo sovietico ha sempre negato. Così allenta la morsa della censura, lascia più liberi gli intellettuali di esprimersi sui quotidiani. E perfino la radio è meno controllata. A questi mesi felici verrà dato il nome di Primavera di Praga. Poi iniziano le manovre politiche, quelle di decentramento degli uffici amministrativi. Con cui allontana sempre di più dal Cremlino il controllo del Paese. Già nei primi mesi di governo di Dubček, le autorità sovietiche manifestano la propria insofferenza verso il nuovo corso del Segretario. I rapporti fra Praga e Mosca cominciano a raffreddarsi. Dubček continua con le sue riforme a testa bassa, senza dare eccessivo peso alle pressioni che provengono dalla Grande Madre Russia. Il cambiamento più radicale, e talmente eccezionale ad essere sopravvissuto alla Primavera di Praga è la divisione del Paese in due repubbliche distinte: quella Ceca e quella Slovacca. L inverno della democrazia - Le riforme tese a decentrare il potere cominciano a rendere molto difficile per Mosca controllare la Cecoslovacchia, ora divisa. Dal Cremlino iniziano ad arrivare minacce che vestono gli abiti di fittizie trattative. L Urss cerca di accordarsi con Dubček. Che però non ha alcuna intenzione di scendere a compromessi con i comunisti. E poi sa che il suo popolo è con lui. E forse è proprio questo che preoccupa i russi. All inizio dell estate, la Primavera di Praga comincia ad intravedere la sua fine. E non si parla solo del naturale susseguirsi delle stagioni. Dopo il fallimento degli accordi con Dubček, Mosca decide che si deve passare all azione. Il 20 agosto del 1968 le truppe del patto di Varsavia (eccezion fatta per quelle romene) invadono Kosice, in Slovacchia orientale. La prima pagina del quotidiano La Notte del 21 agosto 1968 Le drammatiche immagini dei carri armati tra la folla per le strade di Praga È l inizio della fine della democrazia. Ed è strano come l inverno della libertà, arrivi con il caldo dell estate. La Cecoslovacchia assiste inerme all arrivo dei carri armati russi sul suo territorio. Dubček non si vuole arrendere. Continua a chiedere al Cremlino di ritirare le sue truppe. Anche l Onu si rivolge inutilmente a Mosca per convincere i comunisti a fare dietrofront. È tutto inutile. In 24 ore Praga viene occupata. Quel giorno il mondo si sveglia con questa notizia. Il quotidiano La Notte titola: Schiacciata dall Urss l inerme Cecoslovacchia: Praga si ribella? Morti e feriti nelle strade. Il 22 agosto, più di ventimila persone si radunano in piazza San Venceslao, al centro della città, urlando via i russi! Via gli assassini. Radio Praga, diventata clandestina, trasmette da una sede segreta il drammatico bollettino dell invasione: ci sarebbero già sessanta morti accertati. Dubček e tutti i suoi fedelissimi vengono prima sequestrati e poi arrestati dai sovietici e trasferiti al Cremlino. Qui, a Mosca, il Segretario illuminato del PCC viene obbligato a firmare la resa che decreta ufficialmente l occupazione della Cecoslovacchia. Questo gli consentirà di rimanere al potere per altri due anni, mantenendo una certa autonomia dall Urss. Ma solo fino al 1970, quando verrà ufficialmente allontanato dal potere per non essersi schierato contro le manifestazioni anti-sovietiche. La prima torcia umana - Nei mesi successivi all invasione del 20 agosto, un popolo che aveva conosciuto con Dubček la libertà di pensiero e di espressione non riesce a chinare il capo all invasore comunista. Le proteste si susseguono giorno dopo giorno. Uno degli episodi più drammatici di tutto il periodo in cui Praga resta sotto il tacco dei russi è certamente quello del 19 gennaio 69. Esattamente un anno dopo l inizio della Primavera, quando il Paese respira solo l aria dell oppressione, uno studente di filosofia decide di darsi fuoco in piazza San Venceslao. Morirà in ospedale dopo tre giorni di agonia. Si chiama Jan Palach e diventa il simbolo dell anticomunismo cecoslovacco. Nella sua borsa vengono ritrovati gli appunti del giovane. Fra tutti spicca una nota: Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l'abolizione della censura e la proibizione di Zpravy. Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s infiammerà. La situazione cecoslovacca resterà immutata per 22 anni. Praga tornerà ad essere indipendente e libera solo dopo la caduta del muro di Berlino. Nel Fame, morte, schiavitù: il coraggio nasce a volte così/bandiere rosse su una città e in occidente c'è solo viltà./primavera di libertà, carri armati nelle strade: /il sangue a Praga è sparso al vento, quanto orrore in quel momento./quanti fiori sul selciato, quante lacrime avete versato/quante lacrime avete versato per Praga (Tratto da Jan Palach, de La compagnia dell anello).

5 5 Università DIVULGATI GLI ULTIMI DATI DELLA CLASSIFICA CENSIS REPUBBLICA E RAPPORTO ANVUR SULLE UNIVERSITÀ ITALIANE Atenei doc, il Nord traina il Paese Forti discrasie tra le diverse aree dell Italia: salvo poche eccezioni, il Sud stenta ancora a decollare di Francesca Ceccarelli Nord e Sud sempre agli antipodi: anche in tema di università. A dichiararlo le classifiche Censis ed Anvur (Agenzia Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) relative alla qualità degli atenei italiani. Secondo l Analisi dell Anvur, caratterizzata da un indagine metodica relativa a 14 aree disciplinari, che premia ancora una volta gli atenei settentrionali, precisamente quelli di Padova, Milano (Bicocca), Verona, Bologna, Pavia, Torino, Siena, Trento, Bolzano, Ferrara e Pisa (Sant Anna e Normale). La classifica delle migliori Università del Nord è stata ottenuta sommando i risultati inerenti ai singoli ambiti disciplinari, dalla fisica alla matematica, fino alla psicologia. Grandi: I) Padova II) Milano Bicocca III) Verona IV) Bologna V) Pavia VI) Torino VII) Siena Medie: I) Trento II) Bolzano III) Ferrara IV) Milano San Raffaele V) Piemonte Orientale Piccole: I) Pisa S. Anna II) Pisa Normale III) Roma Luiss IV) Trieste Sissa Per quanto riguarda il Sud Italia, questa è la situazione. Grandi: I) Napoli II II) Salerno III) Calabria IV) Bari V) Cagliari VI) Napoli Federico II VIII) Catania IX) Palermo X) Messina Medie: I) Sannio II) Foggia III) Basilicata IV) Catanzaro V) Napoli L Orientale VI) Salento Piccole: I) Napoli Benincasa II) Benevento Giustino III) Enna Anche il Censis conferma questo quadro: l eccellenza risiede al Nord. La migliore Università è quella di Siena (103,4 punti di media, seguita da Trieste e Trento). Fra le Università del Sud, invece, degne di nota sono le Università di Sassari, Calabria e Salento. Proprio quest ultimo ateneo mostra una piacevole sorpresa e si rivela fiore all occhiello di tutto il Sud Italia. Questa la classifica (i voti vanno da 66 a 110): Sud: I ) Sassari 98,8 II) Calabria 93,3 III) Salento 88,4 IV) Cagliari 87,3 V) Basilicata 84,9 VI) Sannio 79,4 VII) Bari e Salerno 79,0 VIII) Molise 78,2 IX) Catania 77,4 X) Messina, Catanzaro e Reggio Calabria 76,6 Nord: I) Siena 103,4 II) Trieste 99,5 III) Trento 98,1 IV) Modena Reggio Emilia 96,1 V) Pavia 94,1 VI) Bologna 93,1 VII) Camerino 92,6 VIII) Macerata 92,5 IX) Udine 91,6 X) Marche 90,3 Quello che si evince quindi è un divario netto tra Nord e Sud generato da rilevanti diseguaglianze sociali, culturali ma soprattutto economiche. Secondo il Censis infatti, il reddito medio di un abitante del Mezzogiorno sarebbe inferiore a quello di un normale abitante della Grecia, simbolo della crisi per antonomasia. Negli ultimi 6 anni, infatti, circa il 64% dei posti di lavoro sarebbero andati perduti ed il prodotto interno lordo, invece, avrebbe subito un calo del 10%. Queste problematiche si ripercuotono inesorabilmente anche sulla qualità dello studio : nel 2011, ad esempio, la Regione Lombardia ha riempito le casse delle università territoriali con un finanziamento pari a 160 milioni di euro. Mentre, nello stesso anno, la Regione Puglia ne ha concessi soltanto 3. A incarnare il punto di incontro tra le due realtà l Università di Siena, situata nel cuore della Toscana. Oltre 760 anni di storia per un attività accademica emblema della cultura italiana. Un prestigio avvalorato negli anni non solo da mere classifiche ma anche dalla lunga lista di laureati e docenti celebri. NELLA PROVINCIA EMILIANA ATTIVATO UN CORSO DI STUDI AD HOC PER APPASSIONATI DI COMPUTER A Modena un master per hacker master per tutti. Avvisati anche i pirati di nuova generazione che rispondono al nome di C è un hacker. A pensare un corso post lauream ad hoc l Università di Modena che, da ottobre 2013 farà partire la specializzazione in Cyber Defense. Unici requisiti d accesso la passione per il web e la fantasia. Il nuovo corso sarà inserito nel programma di formazione sui temi della difesa informatica e aziendale che l ateneo emiliano ha già iniziato a promuovere fin dal In un mondo dove gli strumenti di attacco informatico sono a disposizione di tutti,- afferma Michele Colajanni, direttore del Cris (Centro di ricerca interdipartimentale sulla sicurezza e prevenzione dei rischi) - la vera sfida intellettuale e professionale è stare dalla parte dei difensori. In un epoca in cui uno dei pericoli maggiori viene anche dal web, diventa essenziale elaborare adeguati sistemi di difesa contro i continui attacchi dei pirati informatici che ogni giorno si moltiplicano con strategie sempre più fantasiose. Il master punta proprio a questo: attirare l attenzione proprio di quei ragazzi animati di spirito da hacker, non che li si voglia spingere a compiere atti illegali, ma lo spirito è di promuovere curiosità e passione per il web, in tutte le sue forme. Proprio in virtù di questa linea guida si è scelto di permettere l accesso al corso senza il possesso di specifici titoli di studio, ma solo di competenze informatiche e alta capacità di problem solving. Il master è strutturato in tre fasi: sei mesi di impegno didattico full time con lezioni al mattino e laboratorio al pomeriggio, cui seguiranno tre mesi di laboratori esterni, possibilmente da svolgere all estero e un periodo finale di stage retribuito negli studi del Cris per sviluppare soluzioni idonee al centro stesso e alle aziende che hanno aderito al progetto. Presente nel progetto anche la Camera di commercio di Modena, partner del master, che metterà a disposizione borse di studio con lo scopo di azzerare i costi del corso e permettere quindi agli studenti meritevoli di soggiornare all estero. F.Ce.

6 6 Esteri MENTRE L EGITTO È NEL CAOS, ARRIVA LA SCARCERAZIONE PER L EX PRESIDENTE Torna libero Horni Mubarak Ma il paese è in ginocchio Al Cairo calma apparente dei sostenitori di Morsi Nel Sinai del Nord è strage di agenti dopo un attentato di Valter Brogino Horni Mubarak potrebbe essere scarcerato entro poche ore. È l ennesima prova di quanto la situazione nello strategico paese tra Mediterraneo e Mar Rosso sia diventata fluida. L ex presidente fu rovesciato da un golpe assai simile a quello che sta avvenendo, tanto da essere imprigionato proprio con l accusa di aver fatto sparare sulla folla, peraltro dei dimostranti pro-morsi. E mentre gli stessi dimostranti stanno ingaggiando ormai da giorni battaglie di piazza con l Esercito, l autorità giudiziaria ha disposto la scarcerazione dell ex presidente: accusato di complicità nella morte di manifestanti, era stato dapprima condannato all ergastolo, ma la sentenza fu annullata. Il processo dovrebbe ripetersi. Mubarak sarà trasferito ai domiciliari, hanno riferito suoi legali, perché ancora incriminato di aver ricevuto una tangente da un editore. Intanto però, sulle sponde del Nilo, il sangue scorre ancora. In particolare nel Sinai un assalto di dimostranti armati è costato la vita a 25 agenti di polizia. I poliziotti sono stati fatti scendere dai due blindati che li trasportavano, fatti mettere in riga e poi giustiziati a sangue freddo, nei pressi di Rafah. L'attacco è stato definito dalle fonti governative di stile jihadista, è avvenuto vicino ad Abu Taqila. I poliziotti provenivano dal varco al confine con Gaza. Gli assalitori hanno inoltre distrutto i bus sparando razzi con rpg. Ci sarebbero due sopravvissuti, seppure in gravi condizioni. Proprio il Sinai del Nord pare essere divenuta un area cruciale in questa convulsa fase politico-militare in Egitto: un cecchino ha infatti ucciso un altro addetto alla sicurezza. Al Cairo la situazione pare invece più calma dei giorni passati, anche se non mancano notizie di incidenti né di morti. Al momento i manifestanti pro-morsi sembrano aver annullato manifestazioni di sorta, ma si ha la forte impressione che la tregua sia fin troppo fragile. Di sicuro c è che trentasei detenuti pro-morsi sono morti, a quanto sembra, in un tentativo di evasione di 612 prigionieri: avrebbero provato la fuga durante il trasferimento in carcere con un mezzo blindato, ma sono rimasti asfissiati secondo fonti governative dai gas lacrimogeni lanciati dalla polizia. INDIA Treno deraglia sulla folla, è strage di pellegrini Sono 37 i pellegrini rimasti vittime dell incidente ferroviario che ieri ha sconvolto l india. Si tratta in gran parte di donne e bambini, morti dopo essere stati investiti da un treno, che viaggiava alla velocità di 80 chilometri all ora, nello Stato indiano settentrionale del Bihar. Gravi le condizioni delle decine di feriti. Immediata la rivolta dei superstiti che hanno preso d'assalto il convoglio e linciato immediatamente il macchinista, uccidendolo. Si tratta di pellegrini indù che sostavano,, in attesa di un altro convoglio, sui binari della stazione di Katyani Sthan, nel distretto di Khagaria. Al momento dell incidente la stazione era completamente satura di devoti di Krishna che si erano radunati lì per una festività religiosa. Proprio questo stato caotico ha fatto sì che non si accorgessero che sul binario transitava un treno, il Rajya Rani Express, diretto al capoluogo Patna. A tragedia consumata un totale stato di anarchia che ha portato gran parte del personale ferroviario a fuggire dalla stazione: diversi i convogli inoltre rimasti senza conducenti. Il servizio necessariamente sospeso. Nel Regno Unito riflettori di nuovo accesi sulla morte della Principessa triste Lady D., il giallo si riapre Una lettera finita nelle mani di Scotland Yard apre nuovi scenari sulla scomparsa di Diana Pare proprio che lady D. non possa riposare in pace. Si riaccende l attenzione su uno dei gialli più intricati della Corona inglese, quello del tragico incidente nel tunnel di Parigi la notte del 31 agosto A dare nuovo input una lettera di cui è venuto in possesso il Sunday People, trasmessa al ministero della Difesa nel Solo ora Scotland Yard ha deciso che il documento è davvero valido e quindi vale la pena aprire una nuova fase delle indagini. La polizia inglese non ritiene quindi di essere di fronte a un mitomane, ma crede che sussistano tutti i motivi per accertarsi della veridicità della lettera del soldato N, nome di fantasia. Ma il solo pronunciare il nome di Diana ha scatenato di nuovo la sete di gossip dei media inglesi e non solo, dalla Bbc ai tabloid. Una calma apparente sullo schianto della Mercedes guidata da Henry Paul, calata da quando, il 7 aprile del 2008, la giuria della Royal Court of Justice aveva chiuso ogni discussione sul terribile impatto, emettendo la sentenza di omicidio colposo dovuto all inseguimento dei fotografi e alla condotta dell'autista della Mercedes. L'atto conclusivo di una tesi complottistica portata avanti soprattutto da Mohamed Al Fayed, padre di Dodi, l'ex padrone di Harrods.Tanto è che già fra il 2004 e il 2006, Lord Stevens ex capo di Scotland Yard aveva personalmente condotto un'inchiesta sulle teorie cospirative. Due anni dopo ancora la famiglia Al Fayed ha riaperto la questione portando a testimoniare davanti alla Royal Court of Justice 250 testimoni in 90 giorni. Nonostante tutto nulla di nuovo. Diana e Dodi morirono a seguito di un incidente. E questa la verità a cui l Inghilterra e il mondo intero deve continuare a credere, fino a che almeno non si provi il contrario e si portino prove concrete che possano dare credito al complotto. Comunque sia non c è dubbio che il caso della morte di Lady D. sia ancora il tallone di Achille di Londra: troppo straordinaria e umana la principessa dagli occhi tristi che oggi, nei cuori dei più romantici, potrebbe stringere tra le braccia il suo nipotino George e che invece ha dovuto rinunciare al suo futuro perdendo la vita in quel maledetto tunnel.

7 I COMITATI SONO PASSATI ALLE VIE DI FATTO E SI SONO RIVOLTI ALLA MAGISTRATURA Esposto in Procura: s indaga sulla discarica di Falcognana In corso verifiche sulle autorizzazioni da parte della Guardia di Finanza Intanto Storace attacca: Zingaretti venga a riferire in consiglio regionale AFalcognana dovrebbero arrivare i rifiuti. Intanto arriveranno i finanzieri, perché i comitati che si oppongono alla discari all ombra del Divino Amore, dopo le proteste inascoltate, hanno rotto gli indugi e hanno presentato un esposto in procura. Chiediamo alla procura, spiega Carla Canale, avvocato del del Coordinamento no discarica e inceneritori Municipio IX "di indagare se siano state predisposte le necessarie verifiche a tutela dell'ambiente e della salute pubblica, e, come già chiesto ai magistrati contabili, di evidenziare potenziali sprechi nell'operazione Falcognana". Ma non solo. "Chiediamo che vengano fatti accertamenti", spiega l'avvocato Canale "sulle autorizzazioni rilasciate negli anni dalla Regione, documenti che sarebbero stati firmati sempre dagli stessi dirigenti, a favore dell'ecofer e sull'affidamento diretto della gestione del sito senza un bando di gara". Nell'esposto il comitato sollecita verifiche anche sull'iter. "Per capire", continua il legale "se sia regolare o meno. Ma anche di indagare sui nomi che si celano dietro le fiduciarie che detengono le quote di Ecofer e Aria Srl". Gli accertamenti verranno svolti anche della Guardia di Finanza, come già richiesto del prefetto Giuseppe Pecoraro. Intanto però qualcosa si muove anche sul piano politico-istituzionale. A 7 prescindere dal percorso intrapreso dal capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta, direttamente interessato in quanto proprietario di una villa in zona, un richiamo a discutere in consiglio regionale arriva al Presidente della Pisana. A firmarlo è Francesco Storace, vice presidente dell assemblea e capo dell opposizione. ''Nicola Zingaretti farebbe bene a tornare dalle vacanze, chiamare il suo assessore Civita, rifarsi spiegare come stanno le cose e decidersi finalmente a dire di fronte al Consiglio regionale che cosa gli è passato per la testa con quella scelta del sito. Le discariche non devono avere segreti''. Bruno Rossi CASILINO Scoperta maxi piantagione Sequestrate 46 tonnellate di erba perla terra e i suoi prodotti è cosa buona e L amore giusta. Ma se si diventa coltivatori diretti di sostanze stupefacenti, si finisce dietro le sbarre Domenica mattina la scoperta da parte degli agenti del reparto volanti della questura di Roma in via Lunano, nella zona del Casilino: una piantagione di marijuana da record. Una vera e proprio azienda agricola che, al posto del granturco, produceva erba da esportare sul mercato. Al termine degli accertamenti è stato sequestrato un totale di 46 tonnellate per un totale di circa piante. Ben 3,5 ettari di terreno lavorati da 4 contadini intenti a stendere altri filari per l'essiccamento, tutti originari della provincia di Vibo Valentia, due 23enni, un 21enne e un 46enne, e tutti arrestati con l'accusa di produzione e traffico di sostanze stupefacenti. che rifornivano. I poliziotti hanno sequestrato anche tutto l'occorrente per la produzione ed il trasporto del prezioso raccolto. Relax e Big Devil le tipologie principali di marijuana rinvenute nella cascina e già pronte per essere vendute agli spacciatori del posto e non solo. Gli inquirenti infatti stanno vagliando anche l ipotesi di una rete di spaccio più ampia, che vada al di là dei confini regionali. Roma QUADRARO Promette lavoro in cambio di soldi e si spende tutto alle slot machine ICarabinieri della stazione Roma Quadraro hanno denunciato in stato di libertà un 58enne romano che prometteva assunzioni facili nel corpo forestale dello Stato millantando amicizie con ''personaggi potenti'', facendosi corrispondere consistenti somme di denaro. L'uomo, già conosciuto alle forze dell'ordine, lo scorso ottobre ha stretto contatti con un operaio di 56 anni che stava cercando lavoro per il figlio disoccupato e gli ha promesso di poter facilmente trovare la strada per farlo assumere nel Corpo Forestale dello Stato: per ''sbloccare la pratica'', tuttavia, sarebbero occorsi circa euro. Il 58enne, per battere la reticenza della vittima, ha persino mostrato altri presunti contratti di assunzione stipulati grazie al suo ''aiuto'', risultati poi tutti fasulli. Il denaro è stato consegnato in più tranche, ovviamente senza ottenere nulla di concreto, finché la vittima si è insospettita e si è rivolta ai carabinieri. Per il 58enne è scattata la denuncia a piede libero con l'accusa di truffa aggravata e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. La cifra ottenuta, 9600 euro, era però già finita nelle slot machine Gustavo Lidis Cercateci e ci troverete ovunque. All indirizzo con un portale all news ed un giornale sfogliabile e scaricabile on-line. Siamo anche su Facebook all indirizzo Siamo anche abili cinguettatori, su Tutti i nostri video sul canale Youtube, Il giornale d Italia. Se volete scriverci, potete farlo all indirizzo redazione@ilgiornaleditalia.org

8 8 Italia DAL NORD Torino - L inchiesta aperta da Guariniello Virus dell epatite A: 10 aziende nel mirino Il morbo si troverebbe in alcune confezioni di frutti di bosco provenienti dall estero Frutti di bosco provenienti da Serbia, Bulgaria, Romania, Ucraina, Polonia e Canada, surgelati e distribuiti da ditte italiane nei supermercati. Sarebbero questi i prodotti sospettati di essere la causa dell'aumento di casi di epatite A registrati nel corso delle ultime settimane. Fa un passo avanti dunque l inchiesta aperta dal procuratore della Repubblica di Torino, Raffaele Guariniello, che si era mosso in seguito all allarme lanciato dal ministero della Salute. Il pm aveva disposto il prelievo di una serie di alimenti campione in negozi e supermercati della provincia di Torino, i quali sono stati in seguito analizzati dai laboratori sanitari. È risultato che nelle confezioni di frutti di bosco surgelati preparate da 10 aziende alimentari italiane è stato trovato il virus dell epatite A. Le ditte in questione sono di Padova, Pavia, Ferrara, Parma e Cuneo: tutte hanno preparato e distribuito i prodotti nei supermercati del torinese servendosi di frutta proveniente da Serbia, Bulgaria, Romania, Ucraina, Polonia e Canada. Il pm torinese farà identificare i responsabili e, in seguito, procederà all iscrizione nel registro degli indagati. Il reato ipotizzato, per adesso, è la messa in commercio di alimenti pericolosi. Guariniello ha inoltre ordinato una nuova campagna di campionamenti in altri sedici centri di grande distribuzione a Torino e provincia. Il ministero della Salute, nei giorni scorsi, aveva mandato una circolare di allerta a sedici regioni. Carlotta Bravo Sette turisti romani hanno pagato cento euro per quattro caffè e tre amari Venezia: il conto da brivido Un caffè piuttosto amaro da digerire quello bevuto il Piazza San Marco da un gruppo di romani. Che i locali della rinomata piazza veneziana fossero cari non è una novità, si registrano infatti regolarmente lamentale di qualche turista spennato ai tavolini della Laguna. Ma riuscire a pagare ben 108,80 euro per quattro caffè e tre amari pare veramente eccessivo. Il fatidico scontrino (nella foto) è stato postato su Facebook e sta già rimbalzando sulla rete scatenando feroci polemiche sui costi degli esercizi commerciali di Piazza San Marco. Sul documento (il 262esimo del giorno) si leggono chiare le bavande delle sette persone al tavolino e anche ciò che avrebbe fatto schizzare in alto il prezzo finale. Se già la consumazione non era proprio fra le più economiche (sei euro a caffè, dieci per ogni amaro), a mettere il carico è stato un misterioso supplemento musica (sei euro a testa) che ha fatto levitare il conto di altri 42 euro. Il caffè esposto al giudizio degli utenti sul web è il Lavena, proprio nella suggestiva piazza veneziana. Dal locale il commento è netto e deciso: Ai clienti viene dato il listino nel quale sono indicati tutti i prezzi, compreso il supplemento per la musica. Insomma, equo o meno che sia il conto finale, gli avventori sapevano a cosa sarebbero andati incontro. Difende il locale anche Ernesto Pancin, segretario provinciale della Fipe, la federazione dei pubblici esercizi. Se quei caffè e quegli amari i sette turisti romani li avessero presi cento metri più in là, fuori dalla piazza, avrebbero sicuramente pagato un prezzo diverso. Sono stufo di questi episodi che attaccano di continuo Venezia e i locali apparentemente da salasso. Mi sembra che siano persone che non sanno girare il mondo. Cosa pretendevano di pagare in un caffè che è il top sia nel servizio che nella qualità, seduti in Piazza San Marco e con l orchestra che suona per loro? Se ne stia a casa certa gente. Lancio una provocazione: quel caffè per quanto mi riguarda - conclude - sarebbe dovuto costare almeno 20 euro per i costi che hanno le nostre aziende. Sicuramente la location Lo scontrino della consumazione e il servizio si pagano, ma arrivare a cifre così elevate pare veramente un assurdità. E c è addirittura chi pensa di elevare ulteriormente i prezzi. In un periodo di crisi, insomma, è bene che a Venezia ci metta piede solamente chi ha un portafoglio a fisarmonica. Barbara Fruch Eurosky Tower. Entrare in casa e uscire dal solito. La parte migliore è quando si torna a casa Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. Eurosky Tower è destinato a diventare un simbolo di Roma e soprattutto un grande investimento che si rivaluterà nel tempo. Le residenze sono state progettate per offrire spazi comodi, ma al tempo stesso funzionali, perfettamente rifiniti in ogni dettaglio e con tagli che vanno dai 50 mq fino agli oltre 300 mq. La combinazione dell'esclusività del progetto, del prestigio della vista e della qualità progettuale offre un'opportunità unica per chi ricerca una residenza abitativa di primissimo livello nella Capitale. Al 19 piano, ad oltre 70 metri di altezza, sono state realizzate le prime tre residenze campione, altamente rifinite in ogni singolo dettaglio. Per prenotare la tua visita contatta i nostri consulenti al numero RE AWARDS Premio Speciale Smart Green Building UFFICIO VENDITE Roma EUR Viale Oceano Pacifico (ang. viale Avignone) Numero Verde CREMONA L UOMO INFASTIDITO DAI RINTOCCHI NOTTURNI Campane rumorose: denuncia la Parrocchia Infastidito dai rintocchi notturni delle campane della chiesa parrocchiale è andato in caserma dai carabinieri e ha presentato una denuncia. Un episodio singolare quello avvenuto a Rivarolo del Re, nel Cremonese, che vede per protagonista un uomo, sicuramente poco paziente. Della vicenda ha parlato domenica a messa il parroco, don Luigi Pisani, che ha deciso di condividere con i parrocchiani quanto sta avvenendo. Dovranno venire i tecnici dell Arpa (l Agenzia regionale di protezione ambientale) ha detto il sacerdote Effettueranno le loro misurazioni, vedremo. Il religioso però non intende limitarsi ad aspettare gli eventi: So che molte persone in paese non condividono questa presa di posizione. Le campane svolgono un servizio. Pensiamo a quante persone effettuano turni di lavoro di notte, nelle aziende della zona. L indicazione oraria è utile. Il parroco non esclude che possa partire una raccolta di firme pro-campane notturne. Francamente non penso che i rintocchi delle ore possano dare così fastidio ha osservato è da tanto tempo che va avanti così. Nessuno, prima d ora, aveva mosso rilievi contro i bronzi del campanile. Don Pisani è consapevole che esistono normative in materia di inquinamento acustico ma al contempo si dice convinto che non sia questo il caso. In effetti molto spesso nei piccoli paesini i rintocchi delle campane si sentono di giorno così come di notte, ma solitamente non infastidiscono. Al contrario. Forse, il cambiamento, sarà colpa di una società sempre più stressata e, di conseguenza, poco clemente. B.F. GENOVA DECEDUTO PER SHOCK ANAFILATTICO Punto da un calabrone, muore ex rugbista italiano Una puntura di calabrone è stata fatale per Andrea Donati, 46 anni, ex rugbista. È successo ieri mattina a Genova, in via Sestri. Alcuni testimoni raccontano che la vittima era per strada con il proprio cane e per difendere l animale avrebbe cercato di uccidere il calabrone che però l`ha punto. L uomo era solito uscire a fare due passi con il suo amico a quattro zampe tutte le mattine. Una sosta al bar Verde Salvia per il consueto caffè e focaccia seduto al tavolino, due chiacchiere con il cameriere, poi Donati ha ripreso la passeggiata ma qualche minuto dopo è tornato sui suoi passi, verso il bar, ed è crollato a terra senza forze. Non riusciva a respirare racconta l uomo che per primo lo ha soccorso. Ha detto: Mi ha punto un calabrone, e poi ha perso conoscenza. Sul posto sono intervenuti anche polizia e 118 che hanno tentato di rianimarlo senza successo. L uomo è morto per arresto cardiaco provocato da shock anafilattico in ambulanza. Il pm genovese Federico Manotti ha aperto un fascicolo a modello 45, ovvero senza ipotesi di reato. La notizia della tragedia si è sparsa velocemente nel quartiere. Molti conoscevano Donati, prima tallonatore nella squadra del Cus Genova, e in seguito allenatore della Provincia dell Ovest, una piccola squadra di quartiere di Under 16. Per vivere faceva il rappresentante; lascia moglie e due figli. C.B.

9 9 Italia DAL CENTRO E DAL SUD A Sulmona esattori locali scatenati a Ferragosto Servono soldi? Tassiamo gli scalini Non se ne può più delle tasse locali. Ora ne è stata inventata un'altra, che davvero fa venire voglia di andarsene dall'italia: è la tassa sui gradini e gli scalini di casa. Ad applicarla in maniera forsennata è il comune di Sulmona, in Abruzzo. Ovviamente a cavallo del Ferragosto, stanno arrivando multe a raffica, dai 50 euro in su, per il mancato pagamento della Tosap (Tassa di occupazione di suolo pubblico) proprio su gradini e scalette di casa. Da quello che si è appreso, la straordinaria pensata è figlia del nuovo appalto per la riscossione dei tributi locali, affidato alla società Andreani di Macerata. In pratica, la città è messa sottosopra dagli esattori, che raccontano di un'imposta "evasa" dal Ma perché si debba pagare una tassa sugli scalini nessuno lo spiega. Se abbiamo ben compreso di tratta di una tassa che devono pagare tutti coloro che sono proprietari di case con gradini che finiscono su una strada pubblica. Ad esempio, se ho casa sulla strada - è tipico nei paesi - basta un gradino per uscire a fare una passeggiata e arriva l'esattore per la gabella e poi il prete per confessare la bestemmia. Ma non c'è solo la tassa sugli scalini. Tanto per capire che è successo nella città abruzzese, va raccontato - anche per stare attenti in tutti gli altri territori comunali - che il personale della nuova società di riscossione si è letteralmente scatenato e si è messo pure a fotografare vetrine e tendoni delle più disparate attività commerciali, comminando multe per l affissione di mezzi pubblicitari: tra questi, persino loghi ed adesivi, anche se di piccole dimensioni. Ma la cosa più curiosa è che l'appalto alla società di Macerata - la denuncia sulla tempistica è di un consigliere comunale socialista, Sinibaldi - è del 2012, mentre l'"evasione" d'imposta risalirebbe al 2008: come si fa a giurare sulla regolarità dell'iniziativa di riscossione da parte della Andreani tributi? Morale della favola: probabilmente vengono comminate sanzioni - che fanno impazzire il contribuente - senza la certezza del comportamento illegittimo. A meno che qualcuno non riesca magicamente a dimostrare che adesivi su vetrine o scritte su tendoni, accertati nel 2013, siano stati già in opera cinque anni prima. In pratica, il Comune rischia di rimetterci pure in sede di giudizio. Un capolavoro... F.S. È solo l ultimo episodio di una serie di tensioni registrate nei giorni scorsi Devastato dagli immigrati: chiude il Cie di Crotone La rivolta è scoppiata per la morte di un marocchino in circostanze poco chiare La struttura è stata sigillata dalla Procura locale dopo violentissime proteste Èstato chiuso in seguito ad alcune proteste dei migranti che vi erano reclusi il Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Capo Rizzuto, in provincia di Crotone. La decisione è stata adottata dalla Prefettura di Crotone lo scorso 13 agosto dal momento che la struttura era diventata inagibile; due giorni prima, infatti, gli extracomunitari trattenuti nel centro, in tutto 50 persone, avevano dato vita ad una rivolta. Distrutti gli arredamenti e il sistema di videosorveglianza, mentre nelle pareti dei muri sono stati praticati dei grossi fori. La scintilla che ha scatenato la protesta, peraltro sedata nella stessa giornata, è stata la morte improvvisa, avvenuta nella serata del 10 agosto, di Moustapha Anaki, 31 anni, cittadino marocchino. È un caso abbastanza singolare quello che è successo si sono limitati a spiegare dalla prefettura di Crotone, dove hanno solamente confermato che il 12 agosto c'è stata una rivolta a seguito della morte di un ospite per un malore. Anaki si trovava in Italia da sette anni, sempre senza permesso di soggiorno, condizione che non costituisce reato penale, ma solo amministrativo. L uomo, che era trattenuto nel Cie dalla metà di luglio (dopo aver scontato una pena nel carcere di Salerno) in quanto immigrato irregolare in attesa del rimpatrio, si era sentito male ed era stato trasportato al pronto soccorso dell ospedale civile di Crotone dove poi era deceduto. La Procura della Repubblica di Crotone ha disposto l autopsia dalla quale è emerso che è stata una cardiopatia a causare la morte dell immigrato; il medico legale comunque si è riservato l esito finale, dopo aver riscontrato nel corpo dell uomo la presenza di alcune sostanze, probabilmente farmaci, alle quali potrebbe essere ricondotta una concausa della morte. Nei giorni successivi agli incidenti, pertanto, la Prefettura di Crotone ha disposto il trasferimento a piccoli scaglioni delle 50 persone trattenute nel Cie di Crotone ad altre strutture. Completata l operazione il Centro è stato chiuso alla vigilia di Ferragosto. Un episodio che comunque ha fatto nuovamente puntare gli occhi sulle condizioni di un centro considerato inadatto per ospitare esseri umani (denunce arrivate ad esempio da Medici per i diritti umani e associazione MeltingPot, per citare solo due casi). Quello di Crotone è soltanto l ultimo episodio di una serie di tensioni registratesi, negli ultimi giorni, nei Cie di tutta Italia. Il 17 agosto a Padova era esplosa un analoga rivolta dopo il suicidio di un detenuto, mentre solo quattro giorni prima c erano stati scontri nella struttura di Gradisca, dopo la caduta di un immigrato. Il centro in provincia di Gorizia era stata teatro di una prolungata rivolta degli stranieri che, salendo sul tetto e scontrandosi con i vigilanti, hanno voluto denunciare lo stato disumano dei trattamenti riservati ai clandestini nel Cie. E mentre continuano le proteste sulle coste italiane continuano a sbarcare immigrati, stranieri che andranno ad affollare ulteriormente centri che vengono considerati non adatti. Ma evidentemente al Governo tutto ciò non interessa. Barbara Fruch NAPOLI IL 37ENNE HA RISCHIATO IL LINCIAGGIO Si masturba davanti a minori: arrestato Shock sulla costa partenopea. Un uomo di 37 anni è stato arrestato e posto ai domiciliari dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco per atti osceni in luogo pubblico, aggravati dalla presenza di bambini, e resistenza a pubblico ufficiale. I fatti risalgono a domenica mattina in un Lido di Torre del Greco, dove è stato richiesto l'intervento di una pattuglia dei carabinieri dal gestore del lido e da alcuni bagnanti, che avevano notato un uomo nudo che si toccava i genitali davanti ad alcuni bambini in spiaggia. All arrivo dei carabinieri la situazione era già degenerata: l'uomo ancora in quelle condizioni stava per essere linciato dai genitori saliti giustamente su tutte le furie. Il malvivente, risultato pregiudicato, ha opposto resistenza ma è stato arrestato e sottoposto al rito direttissimo. Al momento si trova ai domiciliari. F.Ce. NAPOLI TRE PERSONE SONO RIMASTE FERITE Esplode auto in pieno centro a Castellammare di Stabia È un ordigno a causare l'esplosione ieri mattina, intorno alle cinque, della vettura in località Lontra di Lettere. Tre persone ferite, questo il bilancio: si tratta dei fratelli Michele e Carmine Comentale, rispettivamente di 33 e 40 anni, e Ciro Ruocco, quest ultimo ha riportato un trauma cranico ma guarirà in trenta giorni. L esplosione è avvenuta lungo la strada che porta alla masseria dei fratelli Comentale, proprietari di un allevamento di maiali e pecore. Secondo gli inquirenti, potrebbe trattarsi di un avvertimento della camorra perché i due fratelli sono già noti alle forze dell'ordine. Ciro Ruocco in particolare è sposato con una sorella dei fratelli Comentale: i due nel 1998 sono stati arrestati per una piantagione di marijuana scoperta sui loro terreni; nel 2001 un altro arresto per un tentato omicidio legato nei confronti di un vicino a causa di un cavallo morto. Nel corso della discussione si era arrivati alle mani ricorrendo anche all uso di armi. A loro carico anche contestazioni per abusi edilizi legati alla loro attività di allevatori. Francesca Ceccarelli

10 10 Spettacoli Sangue, un palcoscenico per Giovanni Senzani. Con i soldi pubblici: l etichetta Rai Cinema fa bella mostra di sé e fa indignare Il brigatista sotto i riflettori L ex terrorista, autore, tra gli altri, del sequestro ed omicidio di Roberto Peci, protagonista della pellicola di Pippo Delbono. L amarezza di Silvia Giralucci: non entri nelle case delle vittime con un film di Emma Moriconi So che una persona, dopo tanti anni di carcere, può uscire cambiata dalla galera. Senzani ha pagato il suo pegno nei confronti della società, ma non potrà mai restituire alla vita i morti che ha ammazzato. Non voglio criticare la vita che questa persona fa quando esce dalla prigione, dico solo che non è giusto che cerchi un palco, che entri nelle case delle vittime con un film: chi come lui si è macchiato di questi crimini faccia ciò che vuole, ma non vada sotto i riflettori, se ne stia con la testa bassa. Sono le amare parole di Silvia Giralucci, a commento di quella vergogna tutta italiana che è Sangue, il lungometraggio di Pippo Delbono che vede protagonista l ex Br Govanni Senzani. Silvia Giralucci le conosce bene, le Brigate Rosse. Suo malgrado. Aveva appena tre anni quando un commando entrò nella sede del Movimento Sociale di Padova e uccise spietatamente, a freddo, suo padre Graziano e il suo collega di partito, Giuseppe Mazzola. Quel maledetto 17 giugno del 1974, quando il giovane militante missino uscì di casa per recarsi alla sede padovana del partito, Silvia non sapeva che non avrebbe più riabbracciato il suo papà. Graziano aveva appena trent anni. Tante famiglie hanno pianto i propri cari, innocenti, le cui vite sono state spazzate via dalla formazione terroristica che, negli anni 70, prese il nome di Brigate Rosse. Giovanni Senzani è stata una delle menti più spietate di quell organizzazione: sotto i riflettori c è stato già a lungo, in passato, dietro la sbarra degli imputati però. Tristemente noto lo era già da tempo: sospettato di aver preso parte al sequestro Moro, fu salvato da un informativa del Sismi che relazionava di un suo viaggio in America proprio in quei giorni. Informativa che si rivelò, poi, una bufala. Roberto Peci Il caso più spietato, per cui Giovanni Senzani è conosciuto, è l assassinio del giovane Roberto Peci. La sola colpa di Roberto era quella di essere il fratello di Patrizio, ex brigatista pentito. Aveva una figlia in arrivo, Roberto. Che non ha mai conosciuto suo padre. L uccisione del giovane, come pure il suo interrogatorio, fu filmata: Senzani ebbe il cattivo gusto di imprimere sulla pellicola super 8 gli ultimi istanti di vita del ventiquattrenne, come pure gli 11 proiettili che gli furono scaricati addosso. Roba da far venire il voltastomaco. Per molto tempo Senzani condusse una doppia vita, esercitando la professione di criminologo e, contemporaneamente, strutturando la sua colonna brigatista. Venne arrestato nel 1982, e già nel 1999 era in semilibertà: insomma, la solita storia della giustizia italiana, che si riempie la bocca con paroloni come certezza della pena 17 anni in tutto, tanto valgono le vite spezzate da quell uomo. Non basta. Nel 2001 Senzani tornò sotto i riflettori: iniziò a collaborare con un associazione di volontariato in convenzione nientepopodimenoché con la Regione Toscana. Oggetto del lavoro, udite udite, il centro di documentazione Cultura della Legalità Democratica. Solo in Italia possono accadere queste cose. Dal 2010 è a tutti gli effetti un uomo libero. E già potrebbe bastare. Una vita dedicata al crimine, a procurare indicibili sofferenze a intere comunità, a intere famiglie, sarebbe già molto poterla concludere nella serenità della vecchiaia, sarebbe un regalo del destino. E invece no, non basta ancora. Sangue C è qualche meccanismo che non funziona troppo bene, nella mente di una persona che decide di filmare il calvario, la morte e la sigillatura della bara della propria madre. È quello che ha fatto Pippo Delbono, inserendo quelle inquadrature nel suo lungometraggio Sangue. Il regista, non contento, racconta anche la morte della moglie di Giovanni Senzani. E poi il funerale di Prospero Gallinari, anch egli tristemente noto per essere stato, tra l altro, coinvolto nel sequestro e assassinio di Aldo Moro, nel sequestro dell assessore Ciro Cirillo, nefandezza più nefandezza meno. Non solo: Delbono fa di più, arrivando a scegliere proprio l ex brigatista come protagonista del suo film. La trama ruota intorno a varie vicende, anche piuttosto scollegate tra loro: la morte della mamma di Delbono, il decesso della compagna di Senzani, il funerale di Gallinari, i 55 giorni di sequestro e poi l omicidio di Roberto Peci, raccontati dallo stesso Senzani, le rovine dell Aquila dopo il terremoto. Delbono ha respinto l ovvia e motivata accusa di aver utilizzato strumentalmente sia il decesso della madre che l ex brigatista: che l abbia scelto per le finora nascoste doti interpretative? Ridicolo e penoso, non solo: crudele e arrivista. Certo, Delbono ha ottenuto ciò che aveva previsto e scientificamente pianificato: tutti, ma proprio tutti, si sono scagliati contro di lui, criticando con veemenza la scelta di fornire un palcoscenico ad un personaggio come Senzani. Lo ha fatto scientemente, consapevolmente, con dolo: calpestando le sofferenze delle persone, il sangue di vittime innocenti, sputando sulle loro tombe idealmente profanate. Del resto, da uno che filma e sbatte sul grande schermo la sofferenza delle ultime ore di vita della propria madre, il suo trapasso, il coperchio della bara che inesorabile viene calato e sigillato a separare per sempre dal mondo colei che gli ha dato la vita, cosa ci si potrebbe aspettare? C è dell altro: la pellicola è stata anche premiata. A Locarno, per l esattezza, in occasione del festival, proprio nei giorni scorsi. Cos è piaciuto così tanto, di quel prodotto che, a conti fatti, è anche un opera piuttosto scadente, da quanto si apprende da chi ha avuto il malaugurio di assistere alla sua proiezione? Forse la spiegazione di Senzani su come vanno gestiti i traditori? ammazzando loro i congiunti innocenti, cioè? Forse è piaciuto il fatto che quel racconto non abbia suscitato nell autore/narratore neppure un appannato rimorso? O forse proprio le immagini della mamma Margherita sofferente mentre esala l ultimo respiro? O ancora il funerale di Gallinari, momento di ritrovo di tanti ex brigatisti? O forse le immagini dell Aquila devastata dal terremoto? Potremmo fermarci qui, ma c è ancora dell altro da dire. I titoli sono probabilmente la parte più interessante del film: accanto alla Rsi radiotelevisione svizzera e alla Casa Azul Film appare anche l etichetta Rai Cinema. Roberto Ciambetti, assessore regionale al Bilancio e agli enti locali, si è posto il problema del supporto finanziario della Rai al film di Delbono. Ha detto: «Senzani è l'emblema di una Italia dei due pesi e delle due misure: diceva Giolitti che le leggi si applicano ai nemici, si interpretano per gli amici, ma da noi si è andati ben oltre, visto che agli Giovanni Senzani "amici" si fanno anche interpretare parti in un film pagato con i soldi nostri. Si scopra il nome del dirigente Rai che ha dato il benestare per questa operazione vergognosa». In merito si è espresso anche il senatore Maurizio Gasparri: Quanto ha speso Viale Mazzini per collaborare alla realizzazione del film Sangue? ha chiesto in un interrogazione parlamentare. Trovo sconcertante ha aggiunto che la Rai abbia potuto finanziare una produzione in cui si è data ampia ribalta a un brigatista come Senzani, che non si è mai pentito e non ha mai chiesto scusa per il male fatto. E intollerabile che sia stato speso anche un solo soldo pubblico per offrire una ribalta a un personaggio simile. I vertici dell azienda dicano quanto hanno speso per dare una cattedra a un terrorista. Si, lo vorremmo sapere anche noi. Vorremmo sapere, per usare le parole di Ciambetti, chi ha dato il benestare. Nome e cognome. Vorremmo sapere quanto la televisione di Stato ha elargito in termini economici per sostenere un progetto del genere. Vorremmo sapere chi ha avuto il cuore e il fegato di stringere la mano ad un personaggio che ha insanguinato la storia d Italia. Vorremmo sapere perché. Lo chiediamo in nome di tutte quelle lacrime versate sulle tombe dimenticate delle vittime delle brigate Rosse. Lo chiediamo a nome di chi non può più farlo, di chi è stato spezzato da quel piombo maledetto, di tutti quei figli rimasti senza padre, di tutte quelle mamme che hanno visto i propri figli immolati sull altare dell odio. Vorremmo sapere anche gli incassi della pellicola di Delbono, e anche quanto ha ricevuto Senzani in pagamento della sua prestazione. Se, come dice Delbono, non ha voluto strumentalizzare, se, come dice, non voleva parlare di terrorismo, ebbene ha un solo modo per riscattarsi, almeno in parte: devolva gli incassi del film alle famiglie delle vittime del suo beniamino Senzani. E porti un fiore sulla tomba di sua madre. E le chieda perdono. Graziano Giralucci Roma, via Giovanni Paisiello n.40 Tel Fax redazione@ilgiornaleditalia.org Direttore responsabile Francesco Storace Società editrice Amici del Giornale d Italia Sito web Per la pubblicità su Il Giornale d Italia rivolgersi al Responsabile Marketing Daniele Belli, tel mail: daniele.belli@hotmail.it

11 11 Compie oggi novant anni l attore toscano diventato una leggenda vivente Albertazzi: l uomo oltre il palcoscenico Nato a due passi da Firenze nel 23, ha combattuto da ragazzo nella Rsi, per poi diventare il più grande interprete di tutti i drammi teatrali: dalla tragedia greca a Shakespeare, fino alle Memorie di Adriano Teatro di Micol Paglia Che si può dire ancora, in una nota autobiografica? Che ho un passato, come si può intuire. Pieno di contraddizioni. Sono la persona più disponibile che io conosca. Chiunque può occupare il mio tempo o il mio sonno, i ritagli del mio lavoro e anche il mio lavoro stesso. Io ci sono sempre e così mi alimento, finché improvvisamente crollo. Poi mi riprendo e tutto ricomincia come prima. Ma la contraddizione di fondo è che io sono un attore con la coscienza infelice. Già, e perciò mi agito e cerco di uscire dalla trappola. Per uscire dalla trappola scrivo, ma forse non basta. Si descriveva così, Giorgio Albertazzi, in un lontanissimo Oggi, l attore e regista teatrale toscano, compie novant anni. Di cui tutti, o quasi, passati sul palcoscenico. Senza, però, farsi mai fagocitare dal Teatro. In grado di dare vita a qualunque personaggio, quasi sempre drammatico, rimanendo sé stesso. Diventando l imperatore Adriano o Amleto, Giacomo Puccini come Riccardo III o Prospero, restando inequivocabilmente Albertazzi. Magari semplicemente indossando una sciarpa bianca. Fiesole o l Arcadia? - È nato a Fiesole, a due passi da Firenze, nel A dire il vero precisa Albertazzi in una sua nota biograficaqualcuno sostiene che sono nato in Borgo San Jacopo, battezzato in Battistero e poi trasportato fugacemente a San Martino (Fiesole). Chissà perché? San Martino a Mensola, era un luogo arcadico. Da quelle parti ci sono stati Swift, D Annunzio, Soffici, Swiburne, la Woolf, Berenson, ecc. Io sono nato lì, perché mio nonno ere maestro muratore di Berenson e noi abitavamo una dèpandance della villa I Tatti. Mio padre faceva il deviatore. Non c entra niente col pilotaggio, significa che mio padre deviava i treni delle FF. SS. Non proditoriamente, ma agendo da una cabina piena di leve posta lungo la ferrovia. Mio padre era di origine emiliana. Mia madre è casentinese. Ho vissuto in campagna fino a diciott anni. Salò e la galera - Albertazzi, ovunque sia nato, è figlio del ventennio fascista. Al potere, quando viene al mondo, c è Benito Mussolini. Nel 40 l Italia entra in guerra e quando il giovane Giorgio compie diciott anni viene chiamato alle armi. Non imbraccia il fucile dei partigiani. Sceglie la Repubblica Sociale. Combatte, con il grado di tenente, nella 3ª Compagnia del LXIII Battaglione della "Legione Tagliamento". Quando la guerra finisce, Albertazzi viene arrestato. L accusa è quella di collaborazionismo per aver comandato, nei giorni precedenti la Liberazione un plotone d esecuzione. Trascorre in carcere ben due anni. Ne ho approfittato per leggere Marx e Engels. Quando uscii dal carcere avevo un libro pronto (Io, criminale!) che non ho mai pubblicato. Viene poi rilasciato grazie alla cosiddetta amnistia Togliatti. Torna a Firenze, completa gli studi in Architettura, si laurea e (ri)comincia a recitare. Già nell inverno del 45 infatti aveva fondato, sono sue parole, il primo teatro anarchico italiano, insieme a Titta Foti ad Ancona. Di professione, attore. Solo? - Ma chi è Giorgio Albertazzi? Sul mio passaporto c è scritto: attore. In realtà faccio anche il regista, lo sceneggiatore, il riduttore di romanzi per la televisione e ora l autore teatrale. Alcuni amici sostengono che il mio vero mestiere è l attore. Altri dicono che dovrei soltanto scrivere. Altri ancora che non dovrei mai più fare una regia teatrale. Chissà quali sono fra questi gli amici autentici? L esordio dell Albertazzi attore, di teatro, è del 49. In quell occasione viene rappresentata un opera forse poco conosciuta di William Shakespeare, dal titolo Troilo e Cressida al Maggio Fiorentino. Il regista è d eccezione, che si chiama Luchino Visconti. È un istrione Albertazzi. Lavora indistintamente sul palcoscenico così come sul piccolo schermo. La sua consacrazione da regista televisivo, quella da interprete era già arrivata anni prima, è del Quando la Rai trasmette un sensazionale Jekyll, tratto dal romanzo Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson. In generale, Albertazzi recita di tutto nel corso della sua sessantennale carriera. Da Shakespeare a Dante, fino a Lezioni americane di Italo Calvino. Dalla tragedia greca o romana ai drammi più moderni, ma dal gusto sempre un po classico o retrò. Il suo cavallo di battaglia, sempre che si possa scegliere all interno di un catalogo di perfezione assoluta qualcosa di migliore del resto, è certamente l interpretazione de le Memorie di Adriano, tratto dall omonimo romanzo di Marguerite Yourcenar. È uno spettacolo in cui forse emerge Giorgio, al di là di Albertazzi. Perché trasuda umanità e passione. Lo replica centinaia di volte negli anni. In cornici pittoresche Giorgio Albertazzi nell interpretazione de Le memorie di Adriano ed uniche, come la villa di Adriano Tivoli o più semplicemente all Argentina di Roma. Da solo, sul palco per oltre due ore, vestito di bianco, a raccontare una storia che racconta amore, potere e cultura. Con un pubblico sempre rapito dalla magnificenza di un Albertazzi che diventa Imperatore, raccontando il dramma dell uomo. Poi riscopre vecchi colleghi, come Dario Fo (anche lui in Repubblica Sociale, poi pentitosi) con cui mette in scena delle lezioni di teatro che sono veri e propri spettacoli. Il duetto ha così successo da essere trasmesso dalla Rai. Così come, sempre la tv pubblica, manda in onda alcuni versi di Dante recitati da Albertazzi davanti alle rovine del centro storico di L Aquila, all indomani del devastante terremoto del 6 aprile Il Maestro si contorna, specialmente negli anni più maturi, di giovani. Sceglie di recitare in teatri più piccoli (come il Ghione o l India di Roma), perché per amare e godere di Albertazzi si deve saperlo scovare nelle nicchie della cultura. Insegna, organizza corsi di recitazione per aspiranti attori in erba. È desideroso di trasmettere qualche cosa, consapevole di avere qualche cosa di unico da dare. Non smette di recitare mai, Albertazzi. Si nutre e vive del palcoscenico. Continua a fare progetti e programmare nuovi spettacoli. Che sono sempre successi assicurati. Nonostante la critica non gliene renda merito come dovrebbe. Sicuramente perché, pur non potendone negare la grandezza, il mondo dello spettacolo non ha mai tollerato che il Maestro viva completamente fuori dal sistema e dalle logiche che regolano l ambiente del teatro e della televisione. Vissi d arte, vissi d amore - Albertazzi è un po come Giacomo Puccini, personaggio che sceglierà anche di interpretare, Giorgio Albertazzi e Anna Proclemer non a caso. Entrambi toscani. Entrambi serenamente ed orgogliosamente atei, ma cari agli dèi protettori dell arte. Un esistenza intera, quella dei due maestri, fatta di palcoscenico e donne. Teatri ed amanti. Forse senza saper mai scegliere fra una o l altra delle due passioni. Albertazzi, quando è ancora molto giovane, s invaghisce di una sua collega, Bianca Toccafondi con cui avrà una relazione. Dal 1956, però, la sua compagna di vita oltre che di scena sarà Anna Proclemer. I due danno vita ad un sodalizio artistico oltre che sentimentale che dura a lungo, negli anni. Tanto che resteranno legati da una profonda stima ed amicizia anche dopo la fine della storia d amore, fino alla morte della Proclemer. Ma una sola donna è riuscita, come si suol dire, a farlo capitolare. Il Maestro, l istrione, il divo e l attore ha scelto di sposare una donna che porta il nome di uno dei personaggi danteschi più celebri: Pia de Tolomei. E forse non è un caso. Discendente della nobile famiglia toscana cui apparteneva la protagonista del III canto del Paradiso, la signora Albertazzi ha ben 36 anni meno del suo consorte. I due hanno optato per una cerimonia civile, a Roma, nel dicembre del Come Napoleone - Ma cosa si lascia, al mondo, nel momento in cui si compiono 90 anni, di cui più di due terzi passati sul palco? Rimane sicuramente la profondità dell uomo, che supera la bravura ineguagliabile dell attore. A vederlo recitare, ancora oggi, talvolta con il bastone e con la voce più roca del solito, vengono comunque i brividi misti alla pelle d oca. Ancora grandissimo. Ancora geniale. Mentre trasmette un idea quasi di immortalità, pur nella vecchiaia evidente. Ancora rapito da un fuoco sacro. Ed ogni volta è Adriano, Cesare, Puccini, Jekyll. Così, inevitabilmente, vengono alla mente i versi del 5 Maggio. Giorgio Albertazzi è come Napoleone: la procellosa e trepida gioia d'un gran disegno, l'ansia d'un cor che indocile serve, pensando al regno; e il giunge, e tiene un premio ch'era follia sperar.

12 di Francesco Storace I PROMOTORI DI QUESTO APPELLO SONO: Marcello Veneziani, Gennaro Malgieri, Massimo Magliaro, Renato Besana, Primo Siena, Luca Gallesi, Marco Cimmino, Gianfranco de Turris, Luciano Garibaldi, Pierfranco Bruni, Nino Benvenuti. Hanno già aderito: La Destra di Francesco Storace, la "Fondazione Nuova Italia" dell'on. Gianni Alemanno, "Io sud" della sen. Adriana Poli Bortone, "Azione popolare" dell'on. Silvano Moffa, "Mezzogiorno Nazionale" del sen. Pasquale Viespoli, il sen. Giovanni Collino, il centro di politica e cultura "Controcorrente" del sen. Domenico Benedetti Valentini, "Pronti per l'italia!" dell'on. Mario Landolfi, "Iniziativa Meridionale" di Bruno Esposito, "Italia 2 punto zero" di Pierangiola Cattaneo, "Nuova Alleanza' del sen. Domenico Nania, Guido Paglia, Direttore editoriale de Il Giornale d Italia, sen. Nando Signorelli, prof. Vincenzo Pacifici, Ordinario di Storia contemporanea, Mauro Minniti, consigliere regionale del Trentino Alto Adige. 12 Ametà ottobre si conoscerà probabilmente il destino di Silvio Berlusconi. In quei giorni una piccola ma dignitosa regione del mezzogiorno d'italia, la Basilicata, sarà impegnata nella presentazione delle liste elettorali per le elezioni regionali, anticipate dopo lo scioglimento del consiglio seguito alla scandalo di rimborsopoli. Se nel Lazio, il caso Fiorito riguardò lui e Maruccio dell'italia dei Valori e pochi altri indagati, nella realtà lucana sono ben 34 i consiglieri per i quali è già stato chiesto addirittura il processo su cui dovrà pronunciarsi il Gip. E siccome si voterà il 17 e il 18 di novembre, non si può perdere tempo. Ci sarà ancora il maledetto listino e andranno compilate le liste dei partiti per i venti e non più trenta consiglieri da eleggere assieme al nuovo presidente. Si voterà con il sistema maggioritario. Non si potrà certo chiedere a Berlusconi, proprio in quei giorni, chi candidare... Domanda: va ricostituita o no una coalizione di centrodestra? Se la risposta è negativa bisogna dire che cosa si intende fare visto che la riduzione dei consiglieri rende più alto il quorum per entrare alla regione. Il che non vuol dire che va fatta un'alleanza a prescindere, ma bisogna avere le idee chiare. Non escludiamo nulla a priori. Come sempre, sarà la classe dirigente territoriale a proporre la soluzione più giusta. Ma non rinunciamo ad esprimere opinioni sulle quali interverremo anche nella sede locale non appena organizzeremo l'occasione per parlarne. Certo è che apparirebbe quantomeno curioso rivedere nelle liste dei candidati i protagonisti - di destra e di sinistra - della rimborsopoli lucana. Dovrebbero decidere da soli di attendere un giro. È etica. Stupisce in questo l'atteggiamento del partito che ha governato, il Pd, la cui crisi morale rappresenta un opportunità da cogliere per un centrodestra che sia autenticamente capace di rinnovamento. Del resto, Zingaretti vinse nel Lazio dopo lo scandalo anche rinunciando ai consensi dei consiglieri uscenti del suo schieramento. Il Pd di Potenza non ci pensa affatto... Igiene politica vorrebbe invece che si seguisse la stessa strada in entrambi gli schieramenti anche per le regionali lucane. Solo così, e magari scegliendo anche attraverso elezioni primarie il candidato Destra governatore, le forze politiche che vorranno costruire un'alleanza alternativa alla sinistra potranno parlare credibilmente della svolta necessaria nella gestione del potere locale. In Basilicata si avverte la necessità di uscire dalla crisi: petrolio, gas, rifiuti e acqua trovano soluzione sempre altrove; le comunità locali sono spopolate perché il lavoro latita e le opportunità sfioriscono. Il controllo capillare del voto ha impedito l'affermazione di un'alternativa al sistema di potere che ha finora imperato. Ora si può presentare un'occasione nuova. Ma bisogna saperla cogliere con intelligenza. Guai a sottovalutare la rabbia dei cittadini per quanto è accaduto in consiglio regionale. Quello che leggiamo dalle cronache di questi giorni è l'opposto di quel che serve e auspichiamo che soprattutto Pdl e Fratelli d Italia non puntino solo sulla lite fra loro. Non sappiamo se si presenterà la "nuova" lista di Forza Italia. Sappiamo che sarebbe bellissimo tentare un'avventura di destra riportando alla luce lo stendardo glorioso di Alleanza nazionale. Vedremo se prevarrà la lucidità o resterà in campo la logica dell'orticello di partito. Ecco l Appello per l unità della destra, con alcuni principi irrinunciabili Ètempo di tornare alla Politica. Quella grande, viva e vera, che accompagna il destino dei popoli. La politica ha due compiti essenziali: uno è governare e decidere, amministrare gli interessi generali, cambiare le cose e incidere sulla realtà. L'altro è far sentire un individuo dentro una comunità, mutare la massa in popolo, dare simboli, inserire la vita del presente dentro una storia: è la politica come anima civile e passione ideale. E' necessario che sorga un movimento che non offra solo promesse contabili o esprima rancori e invettive. Ma che incarni principi ideali e chiami a raccolta tutti coloro che vogliono scrivere insieme una storia. I nostri punti fermi non sono negoziabili: saranno il volto e l'anima della destra che nasce. - Il nostro punto di partenza e la nostra 1priorità è l'italia e resta l'italia. Nell'Europa e fuori d'europa, nel locale come nel globale. L'Italia come civiltà prima che come nazione. Amor patrio. Di conseguenza la nostra prima battaglia sarà la tutela della sovranità italiana. Sovranità nazionale e popolare, politica e monetaria. Sovranità degli interessi generali degli italiani su ogni altro interesse privato o internazionale per arginare lo strapotere della finanza e dei tecnocrati. Piena integrazione all'immigrazione in regola. Intransigenza con l'immigrazione clandestina. A novembre le elezioni per la regione, si vada alle primarie per il governatore Proposta per la Basilicata: fuori gli indagati di rimborsopoli IDEE, SUGGERIMENTI E INIZIATIVE PER LA DESTRA CHE VERRÀ A Custonaci oggi con Buttafuoco si festeggia la Giornata Tricolore di Maurizio Miceli Il dibattito sulla ricostruzione di un partito che rappresenti in modo unitario il percorso della Destra italiana prosegue e si trasferisce oggi in Sicilia, per l esattezza a Custonaci luogo sacro per quella comunità politica. Ci si riunisce perché in una fase d incertezza, d indecisione e di disordine sono proprio i luoghi dell appartenenza a riaffermare l entusiasmo e la necessità di ricominciare perché in questi da sempre hanno trovato rifugio le idee e i ricordi che sono tutt ora riconoscibili da chi sosteneva Alleanza Nazionale e prima ancora il Movimento Sociale. Il Manifesto degli intellettuali - La sovranità politica esige l'avvento di 2uno Stato autorevole, che promuova la Repubblica presidenziale, la rivoluzione meritocratica, l'ordine e la riforma delle istituzioni. Elezione diretta del Capo del governo, così come alla guida di ogni ente locale, in modo che chi governa sia nelle condizioni piene di decidere e di rispondere al popolo in un rapporto fiduciario d'investitura diretta. Grande riforma meritocratica ad ogni livello e uno Stato più autorevole dimezzato nei suoi organismi, nelle sue strutture e nel personale politico. - L'Europa per noi è civiltà prima che 3mercato comune, è integrazione delle Patrie e non disintegrazione degli Stati nazionali. E' l'europa dei popoli. Vorremmo un'europa più unita e coesa verso l'esterno, in politica estera, nelle difesa o per fronteggiare l'immigrazione e la concorrenza globale, e più duttile al suo interno, che riconosca le differenze tra aree, popoli e Nazioni, a cominciare dall'europa mediterranea rispetto all'europa del nord. E che faccia valere un criterio: quando c'è da scegliere tra l'assetto contabile della finanza e la vita reale dei Si tratterà del fallimento conseguenziale allo scioglimento del partito di via della Scrofa e delle responsabilità a questo connesse, si cercherà di comprendere l effettiva e realistica opportunità di riaggregare tutte le forze politiche nelle quali la Destra s è frammentata e quale sarà il ruolo della Fondazione AN. Non si potrà non ragionare su quelle che dovranno essere le peculiarità di questo nuovo strumento di gestione del consenso come ad esempio il ruolo dei colonnelli, la dialettica interna - in particolare il rapporto tra l anima sociale e quella liberale -, un nuovo modello di Europa che dia priorità ai popoli piuttosto che al mercato, i temi socioeconomici legati alla ripresa del paese, la necessità popoli, la priorità è la seconda, non la prima. Nessun debito può sopprimere una Nazione o far fallire uno Stato sovrano. Rinegoziare l'euro. Rinegoziare il fisco con l obiettivo di dar vita ad una politica fiscale dialogante con le famiglie e con le imprese. - Dopo le esperienze tramontate dello 4statalismo parassitario e invadente e poi del liberismo basato sul primato assoluto del mercato e del privato, è tempo di aprire una terza fase incentrata sull'economia sociale di mercato, fondata sull'economia reale e sul primato del lavoro, sul valore sociale dell'iniziativa privata e della proprietà privata, sulla protezione del marchio italiano, con la mediazione di uno Stato autorevole che non gestisce ma guida i processi. E' necessario che si realizzi in Italia, come già avviene in Germania, la società partecipativa, attraverso nuove forme cooperative, comunitarie e di cogestione sociali in nome dell azienda-comunità. L orizzonte sociale di questa destra nuova deve assumere la lotta alle nuove povertà, alla decrescita demografica, allo sviluppismo come alibi delle oligarchie economico-finanziarie per di una svolta istituzionale in senso presidenziale. Non sarà subalterno il tema del passaggio di testimone, intervenienti principali saranno infatti dirigenti come Ruggero Razza, Mauro La Mantia, Livio Marrocco figli di una generazione che quel testimone non potrà fare a meno di raccoglierlo cercando di guardare, con lungimiranza, oltre i vecchi rancori retaggio di una stagione politica ormai archiviata. Protagonista della giornata tricolore siciliana sarà Pietrangelo Buttafuoco, uno dei pochi intellettuali che può suggerire alla destra che verrà nuove chiavi di lettura per interpretare il mondo della globalizzazione, del nichilismo nonché il modo più adeguato per declinare i valori e le tradizioni di un popolo al momento senza nocchiero nell Italia di domani. In conclusione questa giornata servirà a comprendere che il tempo dell attesa non deve protrarsi oltre, che bisogna agire perché ad esigere il ritorno di una forza credibile di Destra non sono solo gli eredi di una comunità politica ma è soprattutto la Storia. l impossessamento delle risorse elementari delle Nazioni. - Davanti al diffuso desiderio di farsi e di- la vita a proprio piacere, noi siamo 5sfarsi dalla parte della vita, della nascita e della famiglia, nel loro inscindibile intreccio di diritti e di doveri. Non tuteliamo la vita ad ogni costo ma la sua dignità. E non confondiamo il matrimonio che è un bene comune, con altre unioni che attengono alla sfera privata. La nostra proposta Bioetica è scommettere su ciò che nasce, che costruisce, che liberamente si lega e si assume responsabilità, e non sul suo rovescio. Saremo dunque al fianco di tutte le battaglie per la tutela e l'affermazione della vita, della famiglia come struttura naturale e culturale su cui si basa ogni civiltà e sul sacro rispetto della morte, che non è smaltimento delle vite di scarto. - L'Italia ha bisogno di riscoprire l'abc 6della civiltà, la grammatica elementare dei rapporti umani. Da qui dunque la necessità di riportare al centro della vita pubblica il tema dell'educazione. Vogliamo una società educata, che recuperi stile, decoro e rispetto, e riteniamo che il compito principale di una famiglia, ottemperate le necessità primarie, sia quello di educare e formare i figli. Occorre un grande progetto che passi dai nuovi media, dalla scuola e dalla tv, per la crescita civile e culturale del nostro Paese, che salvaguardi la ricchezza della nostra cultura anche con la tutela delle differenze contro il pensiero unico che mira ad omologare i principii, i comportamenti, i linguaggi, le scelte. La difesa della cultura nazionale ed europea anche per aprirsi e dialogare con le altre identità, sopratutto nel Mediterraneo. - Come vogliamo un Italia sovrana e di- nei rapporti internazionali (politici, 7gnitosa economici, culturali), così siamo per la tutela dei diritti dei popoli a forgiarsi il loro destino, in piena libertà, secondi i principii riconosciuti di indipendenza e autodeterminazione. - Noi siamo eredi della Tradizione. Ci 8sentiamo figli di una civiltà che viene da lontano e vogliamo tutelare, affermare e rinnovare la tradizione di cui siamo continuatori. L'Italia ha radici antiche, romane e cattoliche, rinascimentali e risorgimentali. Il nostro amor patrio si lega al paesaggio e al linguaggio, alla vita e alla Storia, alle città e all'anima italiana. E' difesa della natura, dell'agricoltura e dei beni artistici, memoria storica e tutela dell'eccellenza italiana. La Tradizione è il senso della continuità e delle cose che durano, amore del passato e voglia del futuro, rispetto delle origini e fedeltà innovativa, patto tra le generazioni, l'onore dei padri e l'impegno dei figli, comune sentire, patrimonio di esperienze e valori trasmessi in politica come in famiglia, nello Stato come nella società. La Tradizione è connessione, durata e primato della comunità sugli egoismi. Tradizione nella Modernità, Modernità con la Tradizione: questa è la sfida del futuro. na forza politica e civile così oggi manca Uin Italia; è tempo di colmare il vuoto. La politica miserabile dei nostri giorni che promette solo vantaggi pratici e rimuove principi ideali, non parla al cuore degli italiani, non mantiene nemmeno le promesse concrete e accompagna il degrado che stiamo vivendo. Quanto più cresce il peso della tecnica e dell'economia, tanto più urge il contrappeso di una visione spirituale della politica e della comunità. Quanto più viviamo nell'era globale, tanto più sentiamo il bisogno di un luogo eletto che sentiamo come la nostra casa. ADERITE ALL APPELLO Per aderire scrivete a: Il Giornale d Italia via Giovanni Paisiello, Roma, oppure mandate una mail a: redazione@ilgiornaleditalia.org indicando il vostro nome, cognome, indirizzo, un numero di telefono fisso o un numero di cellulare.

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