Essi si dividono in presupposti di esistenza del processo, come è per il riconoscimento del potere giurisdizionale generico del Giudice, e
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- Fausto Clemente
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1 Relazione sul tema Gli atti introduttivi e di risposta del processo civile trattato nella conferenza del 24 maggio 2001 organizzata dall A.I.G.A. Associazione Italiana Giovani Avvocati. La possibilità per un soggetto giuridico di ottenere il riconoscimento e la tutela di un suo diritto soggettivo, o interesse legittimo, in un procedimento giudiziario trova il suo fondamento nel disposto dell art. 24 della Costituzione che riconosce tale facoltà in senso generale. Ovviamente, però, essa trova le sue limitazioni negli istituti di rappresentanza legale del minore (artt. 320 o 357 c.c), del fallito (art. 31 L.F.) e dell interdetto (art. 424 c.c.) ovvero in quelli di integrazione della volontà del minore emancipato (art. 394 c.c.) o dell inabilitato (art. 242 c.c.). Posto, quindi, che il diritto all azione, e quindi alla richiesta della tutela giudiziaria, è un diritto processuale ammesso in via generale e astratta dall ordinamento, passiamo ora ad esaminare le tappe logiche che dovrà seguire il difensore nell espletamento del suo mandato al fine di far conseguire al suo rappresentato il riconoscimento da parte del Giudice della esistenza del diritto sostanziale da quegli preteso. Orbene, la prima tappa è quella dell accertamento dei requisiti estrinseci della domanda di tutela, che stanno a monte di questa, i quali vengono definiti comunemente presupposti processuali. 1
2 Essi si dividono in presupposti di esistenza del processo, come è per il riconoscimento del potere giurisdizionale generico del Giudice, e presupposti di validità o di procedibilità come è per la competenza del Giudice adito a decidere la causa secondo i criteri della materia, del valore e del territorio (potere giurisdizionale specifico), ovvero per la legittimazione processuale delle parti, che sarà attiva o passiva a seconda della coincidenza astratta della persona dell attore o del convenuto con la persona che, per legge o per contratto, può promuovere il giudizio ovvero con quella nei cui confronti esso può essere promosso (legitimatio ad processum). Questa è la capacità di stare in giudizio, cioè la capacità di agire di cui all art. 2 c.c., che si acquista con la maggiore età, applicata al processo, e che manca alle persone che, per esercitare i loro diritti sostanziali, devono essere rappresentate, assistite o autorizzate, secondo le norme che regolano la loro capacità sostanziale. La seconda tappa, poi, che dovrà logicamente percorrere il difensore è quella dell accertamento dei requisiti intrinseci della domanda, i quali vengono definiti comunemente condizioni dell azione, e che possono attenere alle persone (profilo soggettivo) ovvero alla esistenza della previsione legislativa e della lesione potenziale o concreta del diritto astrattamente riconosciuto all attore da detta previsione (profili oggettivi). Sotto il profilo soggettivo il difensore dovrà allora accertare se sussista in concreto la legittimazione delle parti a chiedere in giudizio la tutela di un diritto proprio ovvero a nome proprio di un 2
3 diritto altrui, nei casi tipici previsti dalla legge di rappresentanza, assistenza o autorizzazione (art. 81 c.p.c.), mentre sotto quello oggettivo dovrà accertare in primo luogo se esista la possibilità giuridica astratta della tutela, ossia la norma che regoli, ovviamente in senso favorevole alla parte, il caso concreto (la c.d. fattispecie) e, quindi, se vi sia stata effettivamente, in punto di fatto, da parte avversa, la contestazione ovvero la lesione del diritto del cliente. Soltanto dopo la verifica della esistenza anche di quest ultimo elemento potrà l Avvocato ritenere verificata la sussistenza dell interesse della parte alla tutela giudiziaria, comunemente definito interesse di diritto, e che si sostanzia nell interesse della parte a ricorrere nel caso concreto all intervento dell Autorità Giudiziaria per rimuovere un ostacolo all esercizio del suo diritto ovvero per ottenere il riconoscimento o addirittura la riparazione di un suo diritto contestato o leso dalla controparte. Dopo aver accertato tutto quanto precede, l Avvocato potrà redigere l atto introduttivo nel quale, dopo aver inserito gli elementi della vocatio in ius, cioè le indicazioni delle parti, del difensore e della fonte della sua rappresentanza, del Giudice, del giorno della comparizione e dell invito a comparire con la indicazione delle relative facoltà e preclusioni, inserirà gli elementi della editio actionis, cioè quelli del petitum immediato, costituente l oggetto processuale, cioè il provvedimento giurisdizionale richiesto, e del petitum mediato, costituente l oggetto sostanziale, cioè il bene della vita di cui si chiede la tutela, nonché gli elementi della causa 3
4 petendi, intesa come identificativa sia del fatto costitutivo che della relativa violazione. Tutti tali elementi andranno trasfusi nell atto introduttivo del processo perché poi su di essi il Giudice adito dovrà pronunziarsi ex art. 112 c.p.c. Tale configurazione dell editio actionis, perciò, costituirà il binario nel quale si muoverà il Giudice, il quale sarà libero di interpretare la domanda proposta ma non potrà variarne i presupposti di fatto né attribuire alla parte un bene maggiore o diverso da quello da essa domandato. Nel primo caso, incorrerebbe nel vizio di ultrapetizione, mentre nel secondo in quello di extrapetizione. Su tale configurazione si tracceranno altresì i presupposti della cosa giudicata sostanziale prevista dall art c.c., con la conseguenza che l accertamento che sarà contenuto nella sentenza che sarà emessa dal Giudice al termine del processo farà stato su tutto ciò che è stato dedotto espressamente ovvero costituiva l antecedente o lo sviluppo logico- giuridico di quello ovvero era ad esso intimamente commesso (il deducibile): res iudicata pro varitate habetur. La redazione degli atti introduttivi del processo civile perciò, richiede all Avvocato un profondo studio, essendo consentita dalla legge soltanto la successiva precisazione o modificazione della domanda originaria nei termini di cui all art. 183 c.p.c ma non la 4
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