PLATELIA TM CHLAMYDIA IgG TMB 62767

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1 PLATELIA TM CHLAMYDIA IgG TMB RIVELAZIONE DEGLI ANTICORPI IgG ANTI- CHLAMYDIA NEL SIERO UMANO MEDIANTE DOSAGGIO IMMUNO-ENZIMATICO IVD

2 SOMMARIO 1- INTERESSE CLINICO PRINCIPIO COMPOSIZIONE DEL KIT PRECAUZIONI D'IMPIEGO CAMPIONI PROCEDURA OPERATIVA MATERIALE NECESSARIO, MA NON FORNITO RICOSTITUZIONE DEI REAGENTI CONSERVAZIONE DEI REAGENTI APERTI E/O RICOSTITUITI PROCEDURA CALCOLO E INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI VALIDAZIONE DEL TEST CALCOLO DEL VALORE SOGLIA (VS) INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI LIMITI DEL TEST PRESTAZIONI PRESTAZIONI CON IL KIT PLATELIA TM CHLAMYDIA IgG TMB (62767) PRESTAZIONI CON IL KIT PLATELIA TM CHLAMYDIA IgG OPD (62766) CONTROLLO DI QUALITÀ DEL PRODUTTORE BIBLIOGRAFIA

3 1- INTERESSE CLINICO La Chlamydia trachomatis, specie riscontrata con maggiore frequenza nelle malattie sessualmente trasmesse, è pericolosa a causa delle sue complicanze: sterilità, gravidanza extrauterina, congiuntiviti e pneumopatie del neonato. La Chlamydia psittaci, poco frequente nell uomo, è responsabile di pneumopatie ed endocarditi. La Chlamydia pneumoniae, molto frequente, è responsabile di infezioni a carico dell apparato respiratorio. Le IgG anti Chlamidya raggiungono un tasso elevato in caso di infezioni respiratorie (C. pneumoniae, C. psittaci), di malattie sessualmente trasmissibili in fase cronica (C. trachomatis) oppure di reinfezione. In uno stesso paziente, l'insorgenza o un aumento significativo del titolo delle IgG tra due prelievi a distanza di almeno tre settimane è indice di un infezione attiva da Chlamydia. PLATELIA TM CHLAMYDIA IgG TMB è un kit diagnostico in vitro che consente la rivelazione delle IgG anti-chlamydia (C. trachomatis, C. psittaci, C. pneumoniae) contenute nel siero umano. Questo kit permette di valutare lo stato immunitario del paziente, se lo si impiega su un campione unico di siero, oppure di rivelare un infezione attiva qualora lo si usi con sieri appaiati. 2- PRINCIPIO Il principio su cui si basa il test per la rivelazione degli anticorpi IgG consiste in un dosaggio immunoenzimatico su fase solida detto tecnica ELISA indiretta. Gli antigeni di Chlamydia trachomatis (sierotipo L2) vengono fissati sul fondo dei pozzetti. Un anticorpo monoclonale, marcato con perossidasi, specifico per le catene gamma umane (IgG), è utilizzato come coniugato. 1a fase: I controlli negativo, valore soglia e positivo e i campioni da testare sono diluiti a 1/21 e successivamente dispensati nei pozzetti della micropiastra. Nel corso di questa incubazione, per 1 ora ± 5 minuti a 37 C ± 1 C, le IgG anti Chlamydia presenti nel campione si legano agli antigeni della Chlamydia fissati sui pozzetti della micropiastra. Le IgG che non hanno specificità anti Chlamydia e le altre proteine seriche vengono eliminate mediante i lavaggi eseguiti alla fine dell'incubazione. 2a fase: Viene quindi aggiunto in tutti i pozzetti della micropiastra il coniugato (anticorpo monoclonale specifico delle catene gamma umane marcate con la 65

4 perossidasi). Nel corso di questa seconda incubazione, per 1 ora ± 5 minuti a 37 C ± 1 C, l'anticorpo marcato va a legarsi alle IgG seriche che hanno reagito con gli antigeni della Chlamydia. Il coniugato non legato viene eliminato mediante i lavaggi praticati alla fine dell'incubazione. 3a fase: La presenza del complesso immune (Ag della Chlamydia, IgG seriche anti Chlamydia, coniugato anti IgG) viene rivelata mediante aggiunta di una soluzione di rivelazione enzimatica in ciascun pozzetto. 4a fase: Dopo 30 ± 5 minuti di incubazione a temperatura ambiente ( C), la reazione enzimatica viene bloccata mediante una soluzione di acido solforico 1N. La densità ottica ottenuta a 450/620 nm è proporzionale alla quantità di IgG anti Chlamydia. La lettura dei risultati, espressi in densità ottica rispetto ad un valore soglia, permette di conoscere lo stato immunitario del paziente. L interpretazione di questo test su sieri appaiati consente di stabilire la diagnosi di infezione da Chlamydia in atto. 3- COMPOSIZIONE DEL KIT 66 Per le condizioni di conservazione e la data di scadenza del kit fare riferimento alle indicazioni riportate sull'etichetta della confezione. Etichettatura Natura dei reagenti Presentazione R1 Microplate Micropiastra : 12 strip da 8 pozzetti sensibilizzati con gli antigeni di Chlamydia trachomatis (sierotipo L2) 1 R2 R3 R4a Concentrated Washing Solution Negative Control Soluzione di lavaggio concentrata (10 x): Tampone TRIS-NaCI, (ph 7,4), 1 % di Tween 20 Conservante: 0,01 % Thimerosal. Controllo negativo: Siero umano negativo per gli anticorpi anti-hiv1+2, per l antigene HBs e gli anticorpi anti HCV Conservante: 0,01% Thimerosal. Cut-off control Controllo Valore Soglia: Siero umano positivo per IgG anti Chlamydia e negativo per anticorpi anti HIV 1+2, per antigene HBs e per anticorpi anti HCV Conservante: 0,01 % Thimerosal 1 x 100 ml 1 x 1 ml 1 x 1 ml

5 Etichettatura Natura dei reagenti Presentazione R4b Positive Control Controllo positivo: Siero umano positivo per IgG anti Chlamydia e negativo per anticorpi anti HIV 1+2, per antigene HBs e per anticorpi anti HCV Conservante: 0,01 % Thimerosal. 1 x 1 ml R6 Conjugate Coniugato concentrato (100 x): Anticorpo monoclonale di origine murina anti catene gamma umane legato alla perossidasi R7 Diluent Diluente per campioni e per coniugato (pronto per l'uso): Tampone TRIS NaCl (ph 7,6) contenente albumina bovina, Tween (0,1%) e rosso fenolo. Conservante: 0,01% Thimerosal. 1 x 0,4 ml 1 x 80 ml R8 TMB Substrate buffer Tampone substrato della perossidasi (pronto per l'uso): Soluzione pronta per l'uso di acido citrico e citrato di sodio 0,05 M, ph 5,6, contenente lo 0,03% di acqua ossigenata Conservante: 0,01% Thimerosal. 1 x 60 ml R9 Chromogen: TMB Solution Cromogeno: Soluzione contenente tetrametil benzidina 1 x 5 ml R10 Stopping Solution Soluzione bloccante (pronta per l'uso): 1 x 28mL Acido solforico 1N Pellicole adesive 4 4- PRECAUZIONI D'IMPIEGO La qualità dei risultati dipende dal rispetto delle buone pratiche di laboratorio di seguito riportate: Non utilizzare i reagenti dopo la data di scadenza Non mescolare né associare, durante uno stesso test, i reagenti prelevati da kit di lotti diversi. NOTA: È possibile utilizzare altri lotti di soluzione di lavaggio (R2, indicata 10 x in blu sull etichetta), di tampone substrato (R8, indicato con TMB buf. in blu), di cromogeno (R9, indicato con TMB sol. in verde) e di soluzione bloccante (R10, indicata con 1N in rosso) diversi da quelli inclusi nel kit purché si utilizzi un solo e unico lotto nel corso dello stesso test. I reagenti possono essere utilizzati insieme ad altri nostri kit, contattare il nostro servizio di assistenza tecnica per ricevere informazioni dettagliate. 67

6 Prima dell utilizzo è necessario attendere 30 minuti affinché i reagenti si riportino alla temperatura del laboratorio. Ricostituire o diluire con cura i reagenti evitando qualunque contaminazione. Non eseguire il test in presenza di vapori reattivi (acidi, alcalini, aldeidi) o di polveri che potrebbero alterare l'attività enzimatica del coniugato. Utilizzare recipienti di vetro perfettamente lavati e risciacquati con acqua distillata o preferire materiale mono-uso. La reazione enzimatica è molto sensibile a tutti i metalli o ioni metallici. Di conseguenza, nessun elemento metallico deve venire a contatto con le diverse soluzioni contenenti il coniugato o la soluzione substrato. La soluzione di cromogeno diluita (tampone substrato + cromogeno) deve essere incolore. Non utilizzare la soluzione se, pochi minuti dopo la ricostituzione, appare una colorazione blu. Preparare la soluzione in un contenitore di vetro o plastica monouso, pulito, precedentemente lavato con 1N di HCl, risciacquato a fondo con acqua distillata e asciugato. Conservare la soluzione al riparo dalla luce. Utilizzare un puntale nuovo per ciascun siero. Il lavaggio dei pozzetti costituisce una fase essenziale della manipolazione. Rispettare il numero di cicli di lavaggio prescritti e assicurarsi che tutti i pozzetti siano completamente riempiti, poi svuotarli del tutto. Un lavaggio eseguito male può produrre risultati errati. Non lasciare che la micropiastra si asciughi tra la fine del lavaggio e la distribuzione dei reagenti. Non utilizzare mai lo stesso recipiente per distribuire il coniugato e la soluzione di rivelazione. Verificare la precisione delle pipette e il buon funzionamento degli strumenti utilizzati. Non modificare la procedura operativa. ISTRUZIONI PER L'IGIENE E LA SICUREZZA Durante la manipolazione dei reagenti indossare guanti monouso. Tutti i reagenti sono destinati all'uso diagnostico in vitro. Non pipettare con la bocca. 68

7 Il materiale di origine umana utilizzato nella preparazione dei reagenti è stato testato ed è risultato non reattivo all'antigene di superficie del virus dell'epatite B (Ag HBs), agli anticorpi diretti contro il virus dell'epatite C (anti-hcv) e agli anticorpi diretti contro il virus dell'immunodeficienza umana (anti-hiv-1 e anti-hiv-2). Poiché nessun metodo può garantire in maniera assoluta l assenza di agenti infettivi, considerare sia i reagenti di origine umana, sia tutti i campioni dei pazienti come potenzialmente infettivi e maneggiarli con le precauzioni d'uso. Tutti i materiali, incluse le soluzioni di lavaggio, che vengono a contatto con campioni o reagenti contenenti materiali di origine umana devono essere considerati come potenzialmente infettivi. Evitare schizzi di campioni o di soluzioni che li contengono. Le superfici sporche devono essere pulite con candeggina diluita al 10%. Se il liquido contaminante è un acido, le superfici sporche devono essere neutralizzate prima con bicarbonato di sodio, poi lavate con candeggina e asciugate con carta assorbente. Il materiale utilizzato per pulire dovrà essere gettato in un contenitore speciale per residui contaminati. I campioni dei pazienti, i reagenti di origine umana come pure i materiali e i prodotti contaminati devono essere eliminati dopo essere stati decontaminati. - o immergendoli in una soluzione di candeggina (1 volume di candeggina al 15% di ipoclorito di sodio per 10 volumi di liquido contaminato o acqua) per 30 minuti, - oppure mediante autoclavaggio a 121 C per almeno 2 ore. Non introdurre nell'autoclave soluzioni contenenti ipoclorito di sodio. Evitare qualunque contatto del tampone substrato, del cromogeno e della soluzione bloccante con la pelle e le mucose. La scheda con i dati relativi alla sicurezza è disponibile su richiesta. Gli antigeni della Chlamydia fissati sulla piastre sono stati inattivati mediante trattamento con CHAPS - SDS. 5- CAMPIONI 1. I test vengono effettuati su campioni di siero prelevati esclusivamente in provette prive di anticoagulanti. 2. Rispettare le istruzioni seguenti per il prelievo, il trattamento e la conservazione dei suddetti campioni: - Prelevare un campione di sangue secondo le pratiche d'uso. 69

8 - Prima della centrifugazione, attendere che il coagulo sia completamente formato. - Conservare le provette chiuse - Dopo la centrifugazione, estrarre il siero e conservarlo in provette chiuse. - I campioni devono essere conservati a +2-8 C se il test viene eseguito entro 24 ore. Se il test non è completato entro le 24 ore, o per i campioni da spedire, è preferibile congelare i campioni a -20 C (o a temperature inferiori). - Si raccomanda di congelare / scongelare i campioni una sola volta. I campioni dovranno essere omogeneizzati con cura (vortex) dopo averli scongelati prima del test. 3. Non sono stati effettuati test sulle interferenze legate a sovraccarico di albumina, lipidi, emoglobina e bilirubina. 4. Non riscaldare i campioni. 6- PROCEDURA OPERATIVA MATERIALE NECESSARIO, MA NON FORNITO Acqua distillata o completamente demineralizzata Candeggina e bicarbonato di sodio Carta assorbente Guanti monouso Occhiali di protezione Provette monouso Pipette automatiche o semi automatiche regolabili o fisse atte a distribuire da 10 µl a 1000 µl e 1 ml, 2 ml e 10 ml. Provette graduate da 25 ml, 50 ml, 100 ml e 1000 ml. Agitatore tipo Vortex Sistema di lavaggio per micropiastre, automatico*, semiautomatico* o manuale. Bagnomaria o incubatore a secco*, dotato di termostato a 37 ± 1 C. Contenitore per rifiuti contaminati Lettore di micropiastre (dotato di filtri da 450/620 nm). * Consultateci per informazioni precise riguardo agli apparecchi approvati dai nostri servizi tecnici. 70

9 6.2. RICOSTITUZIONE DEI REAGENTI R2: Diluire 100 ml di R2 in 900 ml di acqua distillata In tal modo si ottiene la soluzione di lavaggio pronta per l'uso (R2 diluita). R6: Per una micropiastra, diluire estemporaneamente 0,25 ml del coniugato (R6) in 25 ml di soluzione di diluizione (R7) (dividere i volumi per 10 per una strip). R8 + R9: Diluire il reagente R9 nel reagente R8 in proporzioni pari a 1/11 (esempio: 1 ml di reagente R9 +10 ml di reagente R8). Mescolare CONSERVAZIONE DEI REAGENTI APERTI E/O RICOSTITUITI R1 : Una volta aperte, le strip conservate nella bustina ben chiusa rimangono stabili per 1 mese a +2-8 C (verificare la presenza di essiccante). R2 : Dopo la diluizione, la soluzione di lavaggio (R2) si conserva per 2 settimane a +2-8 C. Una volta aperta, la soluzione di lavaggio concentrata conservata a C e in assenza di contaminazioni si mantiene stabile fino alla data di scadenza indicata sull'etichetta. R6 : Una volta diluito in R7, il reagente rimane stabile per 8 ore a temperatura ambiente e per 24 ore a 4 C. R9: Una volta ricostituito, il reagente conservato al riparo dalla luce rimane stabile per 6 ore a temperatura ambiente ( C). R3, R4a, R4b, R7, R8 e R10 : Una volta aperti, i reagenti conservati a +2-8 C e in assenza di contaminazioni si mantengono stabili fino alla data di scadenza indicata sull'etichetta PROCEDURA Attenersi rigorosamente al protocollo proposto. Utilizzare i controlli ogni volta che si esegue il test per validare la qualità del test stesso. Prima dell'uso, attendere che tutti i reagenti abbiano raggiunto la temperatura ambiente ( C). 1. Stabilire accuratamente il piano di distribuzione e d identificazione dei sieri di controllo negativo, degli standard e dei campioni sulla micropiastra. 2. Preparare la soluzione di lavaggio (R2 diluita). 3. Estrarre il telaio supporto e le strip (R1) dall imballaggio di protezione. 4. Lavare una volta tutti i pozzetti della micropiastra con la soluzione R2 diluita. Asciugare la piastra capovolgendola su un foglio di carta assorbente. 71

10 5. Diluire i campioni da testare e i sieri di controllo a 1/21 con il diluente (R7) o direttamente nella micropiastra o nelle provette. a) Diluizione nella micropiastra: distribuire 200 µl di diluente (R7) in ciascun pozzetto e dispensare: Pozzetto A1: 10 µl di controllo negativo (R3) Pozzetti B1, C1 10 µl di controllo valore soglia (R4a) Pozzetto D1: 10 µl di controllo positivo (R4b) Campioni: distribuire 10 µl di ciascun campione a partire da E1. Al fine di evitare la formazione di legami proteici non specifici, dispensare dapprima 200 µl di diluente (R7) nei pozzetti e successivamente aggiungere 10 µl dei sieri e mescolare da 5 a 7 volte. b) Prediluizione in provetta: prediluire i controlli e i campioni a 1/21 (per esempio 25 µl di siero µl di diluente (R7); mescolare bene, poi ripartire 200 µl dei controlli prediluiti secondo lo schema seguente: Pozzetto A1: 200 µl di controllo negativo diluito (R3) Pozzetti B, C1 200 µl di controllo valore soglia diluito (R4a) Pozzetto D1: 200 µl di controllo positivo diluito (R4b) Campioni: distribuire 200 µl nei pozzetti a partire dal pozzetto E1. 6. Soltanto il controllo valore soglia (R4a) viene testato in doppio. Schema di distribuzione dei sieri per 2 strip: A R3 S5 B R4a S6 C R4a S7 D R4b S8 E S1 S9 F S2 S10 G S3 S11 H S4 S12 7. Una volta eseguita la distribuzione, ricoprire la micropiastra con una pellicola adesiva poi incubarla. 8. Incubare per 1 ora ± 5 minuti a 37 C ± 1 C 72

11 9. Prima della fine della prima incubazione, preparare la soluzione di coniugato R6 diluita: 0,5 ml di coniugato R ml di soluzione R7 (volume per una micropiastra). Mescolare a fondo. 10.Al termine della prima incubazione, svuotare tutti i pozzetti e procedere a 3 lavaggi. 11.Distribuire 200 µl della soluzione di coniugato (R6 diluita) in tutti i pozzetti. Coprire la micropiastra con una pellicola adesiva. 12.Incubare per 1 ora ± 5 minuti a 37 C ± 1 C. 13.Preparare la soluzione di rivelazione (R8 + R9). 14.Al termine della seconda incubazione, svuotare tutti i pozzetti e procedere a 4 lavaggi. 15.Distribuire, al riparo dalla luce diretta, 200 µl di tale soluzione in tutti i pozzetti. 16.Lasciare che la reazione si sviluppi al buio per 30 ± 5 minuti a temperatura ambiente ( C). 17.Aggiungere 100 µl di soluzione bloccante (R10) per pozzetto seguendo lo stesso ordine e lo stesso ritmo di distribuzione come per la soluzione di rivelazione. 18.Asciugare accuratamente la parte inferiore delle piastre. 19.Leggere la densità ottica a 450/620 nm servendosi di uno spettrofotometro lettore di micropiastre, entro i 30 minuti successivi all arresto della reazione. 20.Verificare, prima della trascrizione dei risultati, la concordanza tra la lettura e il piano di distribuzione. 7- CALCOLO ED INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI VALIDAZIONE DELLA PROVA Utilizzare i controlli per ogni micropiastra per ogni seduta analitica. Per validare il test, è necessario che siano rispettati i seguenti criteri: Valore delle densità ottiche : - DO R3 < DO R4a > DO R4b > Rapporti: - Media delle DO R4a/DO R3 > 1,3 - Media delle DO R4b/DO R4a > 2 73

12 Qualora tali specifiche non vengano rispettate, ripetere il dosaggio CALCOLO DEL VALORE SOGLIA (VS) Corrisponde alla media delle DO del controllo valore soglia (VS = media delle DO R4a). 7.3 INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI Densità ottica del campione Risultato Interpretazione e raccomandazioni DO S < VS x 0.8 Siero negativo Assenza di precedente esposizione alle Chlamydiae VS x 0.8 DO S < VS Siero dubbio Risultato da confermare mediante un nuovo test a distanza di giorni circa dal 1 controllo. DO S VS Siero positivo Precedente esposizione alle Chlamydiae. Risultato da confermare mediante un nuovo test a distanza di giorni circa dal 1 controllo. 8- LIMITI DEL TEST Una diagnosi di infezione recente può essere emessa solo tenendo presente un insieme di dati clinici e biologici. Il risultato di un solo test non costituisce una prova sufficiente per la diagnosi di infezione recente. In caso di sospetta infezione, e qualora i risultati fossero vicini al valore soglia, si consiglia di ripetere il test su un campione prelevato a distanza di giorni e di ritestarlo nel corso dello stesso dosaggio. 9- PRESTAZIONI PRESTAZIONI CON IL KIT PLATELIA TM CHLAMYDIA IgG TMB (62767) PRECISIONE Studio di ripetibilità (intra-dosaggio) Per valutare la ripetibilità intra-dosaggio sono stati esaminati 3 campioni positivi e 1 campione negativo per 30 volte nel corso dello stesso dosaggio. Il rapporto (C/VS) tra la densità ottica del campione (DO) sulla media delle densità ottiche del controllo Valore Soglia (R4a) è stato determinato per ciascun campione. Le medie dei rapporti, le deviazioni standard (σ) e i coefficienti di variazione (% CV) per ciascun campione sono risultati i seguenti: 74

13 Riepilogo dei dati Intra Dosaggio N=30 Negativo Positivo 1 Positivo 2 Positivo 3 Rapporto (C/VS) Media 0,43 1,45 2,65 4,96 σ 0,05 0,11 0,19 0,32 CV % 11,79% 7,51% 7,16% 6,41% Studio di riproducibilità (inter-dosaggi) Al fine di valutare la riproducibilità inter-dosaggi, ciascuno dei 4 campioni (3 positivi e 1 negativo) è stato testato in doppio per 20 giorni in ragione di 2 volte al giorno ogni giorno. Il rapporto (C/VS) tra la densità ottica del campione (DO) e la densità ottica del controllo Valore Soglia (R4a) è stato determinato per ciascun campione. Le medie dei rapporti, le deviazioni standard (σ) e i coefficienti di variazione (% CV) per ciascun campione sono risultati i seguenti: Riepilogo dei dati Inter Dosaggio Negativo Positivo 1 Positivo 2 Positivo 3 Rapporto (C/VS) Media 0,32 1,07 2,17 4,32 σ 0,03 0,13 0,37 0,67 CV % 9,10% 12,62% 17,21% 15,53% I coefficienti di variazione sui sieri positivi risultano inferiori all'8 % negli studi intra-dosaggio e inferiori al 17,5 % negli studi inter-dosaggi Studio di correlazione È stato effettuato uno studio comparato tra il test Platelia CHLAMYDIA IgG TMB (codice 62767) e il test Platelia CHLAMYDIA IgG OPD (codice 62766) su 184 campioni non selezionati provenienti da donatori di sangue sia negativi sia positivi. 75

14 I risultati di prima intenzione sono i seguenti: Platelia TM Chlamydia IgG (62766) Platelia TM Chlamydia IgG TMB (62767) Negativo Dubbio Positivo Totale Negativo 99 2* 1* 102 Dubbio 6* 7 3* 16 Positivo 1* Totale Dopo il controllo con entrambi i test, rimane una sola discordanza minore: un campione positivo per l'opd e dubbio per la TMB. La concordanza tra i due test è quindi pari a (172/173) x1 00 = 99,4 % I risultati permettono di confermare che le modifiche effettuate sul kit non hanno compromesso le prestazioni di seguito riportate ottenute con il test Platelia CHLAMYDIA IgG (62766) PRESTAZIONI CON IL KIT PLATELIA TM CHLAMYDIA IgG OPD (62766) Sensibilità - Specificità Le prestazioni del kit PLATELIA TM CHLAMYDIA IgG (62766) sono state valutate in 2 siti diversi utilizzando come riferimento la tecnica di immunofluorescenza e le tecniche EIA mediante test in commercio. Specificità Sono stati testati in totale 212 campioni nel complesso dei siti, la specificità del kit PLATELIA TM CHLAMYDIA IgG è pari a 207/212 = 97,6 %. Sensibilità Sono stati testati 196 campioni documentati provenienti da pazienti che presentavano un'infezione da C. pneumoniae o C. trachomatis. In questa popolazione la sensibilità del kit PLATELIA TM CHLAMYDIA IgG è pari a 192/196 = 97,9% Reattività Crociata Sono stati testati con il test PLATELIA TM CHLAMYDIA IgG (62766) 120 campioni positivi per i seguenti marker: CMV, HSV, Mycoplasma pneumoniae e Candida Albicans, oltre a campioni positivi a fattori reumatoidi, auto anticorpi e anticorpi eterofili. 76

15 I campioni risultati positivi con il kit PLATELIA TM CHLAMYDIA IgG sono stati controllati mediante un altro test EIA in commercio. I campioni discordanti sono stati controllati mediante un terzo test EIA. Dei 120 campioni, 48 sono risultati negativi, 64 sono risultati positivi concordi nelle due tecniche, 8 campioni sono risultati discordanti. Dopo il controllo dei campioni discordanti mediante il terzo test EIA, il test PLATELIA TM CHLAMYDIA IgG non presenta interferenze potenziali con i marker delle infezioni esaminati. 10- CONTROLLO DI QUALITA DEL PRODUTTORE Tutti i prodotti fabbricati e commercializzati dalla società Bio-Rad sono sottoposti ad un sistema di assicurazione di qualità dal ricevimento delle materie prime fino alla commercializzazione dei prodotti finiti. Ciascun lotto di prodotto finito è soggetto a un controllo di qualità e viene messo in commercio soltanto se risulta conforme ai criteri di approvazione. La documentazione relativa alla produzione e al controllo di ciascun lotto è conservata presso il produttore. 77

16 11- REFERENCES 1. ANSORG, R., R. VAN DEN BOOM, and P. M. RATH Detection of Aspergillus galactomannan antigen in foods and antibiotics. Mycoses 40 : p ASCIOGLU, S., J. H. REX, B. DE PAUW, J. E. BENNETT, J. BILLE, F. CROKAERT, D. W. DENNING, J. P. DONNELLY, J. E. EDWARDS, Z. ERJAVEC, D. FIERE, O. LORTHOLARY, J. MAERTENS, J. F. MEIS, T. F. PATTERSON, J. RITTER, D. SELLESLAG, P. M. SHAH, D. A. STEVENS, and T. J. WALSH Defining opportunistic invasive fungal infections in immunocompromised patients with cancer and hematopoietic stem cell transplants: an international consensus. Clin.Infect.Dis. 34 : p BLIJLEVENS, N. M., J. P. DONNELLY, J. F. MEIS, P. E. VERWEIJ, and B. E. DE PAUW Aspergillus galactomannan antigen levels in allogeneic haematopoietic stem cell transplant recipients given total parenteral nutrition. Transpl.Infect.Dis. 4 : p BRETAGNE, S., A. MARMORAT-KHUONG, M. KUENTZ, J. P. LATGE, E. BART-DELABESSE, and C. CORDONNIER Serum Aspergillus galactomannan antigen testing by sandwich ELISA: practical use in neutropenic patients. J Infect 35 : p CHAMBON-PAUTAS, C., J. M. COSTA, M. T. CHAUMETTE, C. CORDONNIER, and S. BRETAGNE Galactomannan and polymerase chain reaction for the diagnosis of primary digestive aspergillosis in a patient with acute myeloid leukaemia. J Infect. 43 : p DENNING, D. W Invasive aspergillosis. Clin Infect.Dis. 26 : p DUPONT, B., M. RICHARDSON, P. E. VERWEIJ, and J. F. G. M. MEIS Invasive aspergillosis. Medical Mycology 38 : p ERJAVEC, Z. and P. E. VERWEIJ Recent progress in the diagnosis of fungal infections in the immunocompromised host. Drug Resist.Updat. 5: GANGNEUX, J. P., D. LAVARDE, S. BRETAGNE, C. GUIGUEN, and V. GANDEMER Transient Aspergillus antigenaemia: think of milk. Lancet 359 : p

17 10.HERBRECHT, R., V. LETSCHER-BRU, C. OPREA, B. LIOURE, J. WALLER, F. CAMPOS, O. VILLARD, K. L. LIU, S. NATARAJAN-AME, P. LUTZ, P. DUFOUR, J. P. BERGERAT, and E. CANDOLFI Aspergillus galactomannan detection in the diagnosis of invasive aspergillosis in cancer patients. J Clin.Oncol. 20 : p KAMI, M., Y. KANDA, S. OGAWA, S. MORI, Y. TANAKA, H. HONDA, S. CHIBA, K. MITANI, Y. YAZAKI, and H. HIRAI Frequent falsepositive results of Aspergillus latex agglutination test: transient Aspergillus antigenemia during neutropenia. Cancer 86 : KLONT, R. R., J. F. MEIS, and P. E. VERWEIJ Critical assessment of issues in the diagnosis of invasive aspergillosis. Clin Microbiol Infect. 7 Suppl 2 : p LATGE, J. P. Aspergillus fumigatus and aspergillosis. Clin Microbiol Rev. 12[2], Ref Type: Generic 14.LETSCHER-BRU, V., A. CAVALIER, E. PERNOT-MARINO, H. KOENIG, D. EYER, J. WALLER, and E. CANDOLFI Recherche d'antigène galactomannane aspergillaire circulant par Platelia Aspergillus : antigénémies positives persistantes en l'absence d'infection. J Med Mycol 8 : p MAERTENS, J., J. VAN ELDERE, J. VERHAEGEN, E. VERBEKEN, J. VERSCHAKELEN, and M. BOOGAERTS Use of circulating galactomannan screening for early diagnosis of invasive aspergillosis in allogeneic stem cell transplant recipients. J.Infect.Dis. 186 : p MAERTENS, J., J. VERHAEGEN, K. LAGROU, J. VAN ELDERE, and M. BOOGAERTS Screening for circulating galactomannan as a noninvasive diagnostic tool for invasive aspergillosis in prolonged neutropenic patients and stem cell transplantation recipients: a prospective validation. Blood 97 : p MARTINO, R. and M. SUBIRA Invasive fungal infections in hematology: new trends. Ann.Hematol. 81 : p RIMEK, D., T. ZIMMERMANN, M. HARTMANN, C. PRARIYACHATIGUL, and R. KAPPE Disseminated Penicillium marneffei infection in an HIV-positive female from Thailand in Germany. Mycoses 42 : p

18 19.ROHRLICH, P., J. SARFATI, P. MARIANI, M. DUVAL, A. CAROL, C. SAINT-MARTIN, E. BINGEN, J. P. LATGE, and E. VILMER Prospective sandwich enzyme-linked immunosorbent assay for serum galactomannan: early predictive value and clinical use in invasive aspergillosis. Pediatr.Infect.Dis.J 15 : p SIEMANN, M., M. KOCH-DORFLER, and M. GAUDE Falsepositive results in premature infants with the Platelia Aspergillus sandwich enzyme-linked immunosorbent assay. Mycoses 41 : p STYNEN, D., A. GORIS, J. SARFATI, and J. P. LATGE A new sensitive sandwich enzyme-linked immunosorbent assay to detect galactofuran in patients with invasive aspergillosis. J.Clin.Microbiol. 33 : p SULAHIAN, A., F. BOUTBOUL, P. RIBAUD, T. LEBLANC, C. LACROIX, and F. DEROUIN Value of antigen detection using an enzyme immunoassay in the diagnosis and prediction of invasive aspergillosis in two adult and pediatric hematology units during a 4-year prospective study. Cancer 91 : p SWANINK, C. M., J. F. MEIS, A. J. RIJS, J. P. DONNELLY, and P. E. VERWEIJ Specificity of a sandwich enzyme-linked immunosorbent assay for detecting Aspergillus galactomannan. J Clin.Microbiol. 35 : p

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