SIFOR - Sistema Informativo Forestale Regionale
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- Antonia Colucci
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1 SIFOR - Sistema Informativo Forestale Regionale Scheda di dettaglio del Tipo Forestale QC30X - Querco-carpineto d'alta pianura a basse precipitazioni Superficie totale (ha): 664 Percentuale su superficie boscata regionale (%): 0,1 Descrizione: Popolamenti a prevalenza di farnia, spesso in mescolanza con cerro e rovere, localmente, anche con carpino bianco, castagno e roverella. Fustaie sopra ceduo e cedui, situate su terrazzi alluvionali antichi. Cenosi da mesofile a debolmente mesoxerofile, da mesoneutrofile a neutrofile. Localizzazione: Il Tipo è presente sui terrazzi alluvionali antichi dell'altopiano di Poirino (Pralormo, Sommariva Perno) ed in quelli dell'alta pianura cuneese (Fossano), fino all'imbocatura della Valle Tanaro, Mongia e Ellero. Classificazione fitosociologica: Carpinion Issl. 31 em. Oberd. 53, con elementi del Quercion pubescenti-petraeae Br. - Bl. 32 a carattere mesoxerofilo; con specie a carattere nitrofilo nella var. con robinia. Corine: Habitat Natura 2000: CODICE DENOMINAZIONE HABITAT N Querco-carpineti di pianura e dei rilievi collinari interni NOTE
2 SOTTOTIPI E VARIANTI CODICE DENOMINAZIONE SUPERFICIE (ha) QC30A var. con cerro 143 QC30B var. con robinia 832 QC30C var. con castagno 89 QC30J soprassuolo con residui di arboricoltura da legno 3 QC30K bosco pascolato QC30W soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da eventi meteorici QC30Y soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da parassiti o danni non identificati QC30Z soprassuolo distrutto da incendio Note alla variabilità: Possibili confusioni: Questo Tipo può presentare confusioni con i querco-carpineti della bassa pianura, dai cui differisce per la presenza di specie mesoxerofile ed acidofile e talora delle altre specie quercine e con talune forme del Querceto di rovere a Physospermum cornubiense dei rilievi collinari interni molto ricche di rovere e poste su lembi relittuali di paleosuoli nelle prime colline del Roero, da cui differisce per la prevalenza della farnia. DATI DENDROMETRICI Numero di piante per ha: 618 Area basimetrica media per ha (mq/ha): 21,6 Volume medio ad ha (mc/ha): 157 Diametro medio di area basimetrica media (cm): 21,1 Composizione dendrometrica: Specie Presenze (%) Volumi (%) Altre latifoglie 21,6 4,1 Altre querce 2,5 0,8 Carpinus betulus L. 8,7 6,6 Castanea sativa Miller 7,5 8,1 Fraxinus excelsior L. 0,3 0,6 Latifoglie mesofile 1,1 1,5 Prunus avium L. 10,5 5,1 Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. 7,8 26,4 Quercus robur L. 30,7 42,7 Robinia pseudoacacia L. 8,9 3,7
3 DATI SELVICOLTURALI Posizione nel ciclo dinamico e tendenze evolutive: Si tratta di querceti misti nei quali i rapporti potenziali tra farnia, rovere, talora roverella, cerro e carpino bianco sono regolati dalla variabilità stazionale e dal diverso temperamento delle specie. Questi boschi sono inoltre giunti a noi attraverso un governo a ceduo composto o matricinato, nel quale le specie accessorie di scarso interesse sono state sfavorite o eliminate. In queste formazioni, nonostante la modesta presenza di portaseme, si ha, generalmente, una buona potenzialità per la farnia e, specialmente sui dossi, per il cerro. L'introduzione e lo sviluppo di specie esotiche come la robinia, rende spesso problematico un recupero della vegetazione forestale spontanea. In stazioni nettamente acido e relativamente caldo, sono spesso colonizzate da specie eliofile e termofile (popolamenti arbustivi dei Prunetalia): la selvicoltura esercitata (intensità e superficie dei tagli) influenza dunque in modo importante la dinamica vegetaionale e quindi la composizione dei popolamenti futuri. Interventi da evitare: Trattandosi di cenosi assai sporadiche e relitte, tenuto conto della difficoltà di rinnovazione per le specie climaciche, sono da evitare: 1) la modifica della composizione specifica con l'introduzione di specie esotiche come pioppi ibridi, robinia, quercia rossa; 2) il taglio a scelta a carico di singoli individui di farnia e di altre querce precocemente rispetto al loro ciclo fisiologico e in funzione del diametro di recibilità; 4) la sistematica eliminazione delle specie arbustive e di quelle arboree secondarie; 5) l'apertura di buche eccessivamente ampie che favoriscono l'ingresso della robinia; 6) l'esbosco di tutto il legno morto a terra o in piedi. Raccomandazioni per la difesa della biodiversità: Tenuto conto della degradazione di composizione specifica e di struttura dei popolamenti occorre: 1) mantenere elevato il livello di della biodiversità e ricecare una buona mescolanza specifica; 2) favorire la strutturazione per gruppi; 3) presenravre gli ambienti associati (bochi igrofili a prevalenza di ontani e salici, prati stabili). 4) mantenere e preservare gli arbusti di sottobosco e le zone ecotonali interne ed esterne; 5) creare fasce di rispetto con le coltivazioni agrarie intensive. Indirizzi di intervento: Ugualmente ai quecro-carpineti della bassa pianura gli obiettivi gestionali sono il recupero dell'equilibrio compositivo e strutturale della cenosi forestale, attraverso interventi selvicolturali che portino alla costituzione di un soprassuolo disetaneo per piccoli gruppi, nell'insieme pluristratificato (disetaneizzazione), ottenuto con prelievi per piccoli gruppi e diradamenti, assecondando il più possibile le dinamiche naturali. Di particolare significato gestionale è il contenimento della robinia, che potrà avvenire attraverso invecchiamento abbinato a progressivi diradamenti selettivi, partendo da dove risultano più necessari per la stabilità del soprassuolo. In tali condizioni la robinia, eliofila, pioniera e poco longeva, vede progressivamente ridotta la capacità pollonante e viene relegata nel piano dominato. Quando le robinie residue mostreranno ormai un ridotto vigore, si potrà procedere al loro sgombero ed in prospettiva, oltre il prossimo quindicennio, all'esecuzione di tagli di rinnovazione a favore delle latifoglie autoctone, compensando successivamente l'eventuale carenza di piante affermate attraverso rinfoltimenti artificiali. Per quanto riguarda la quercia rossa si possono eseguire tagli di sgombero. Tali tagli permetteranno una maggior penetrazione di luce e favoriranno lo sviluppo della rinnovazione di frassino, carpino e arbusti, ed eventualmente di farnia nelle chiarie più ampie. L'eliminazione delle querce rosse adulte è importante per interrompere la loro azione di portaseme.
4 SPECIE PRESENTI Elenco delle specie, in ordine alfabetico, che costituiscono il corredo floristico dell unità tipologica Nome latino Acer campestre L. Agrostis tenuis Sibth. Anemone nemorosa L. Athyrium filix-foemina (L.) Roth Betula pendula Roth Brachypodium rupestre (Host) R. et S. Calluna vulgaris (L.) Hull Carex montana L. Carex pilosa Scop. Carpinus betulus L. Chamaecytisus hirsutus (L.) Link Convallaria majalis L. Cornus sanguinea L. Corylus avellana L. Crataegus monogyna Jacq. Cruciata glabra (L.) Ehrend. Dianthus seguieri Vill. Dryopteris filix-mas (L.) Schott Erythronium dens-canis L. Euonymus europaeus L. Euphorbia dulcis L. Festuca tenuifolia Sibth. Filipendula vulgaris Moench Fragaria vesca L. Frangula alnus Miller Fraxinus excelsior L. Fraxinus ornus L. Genista germanica L. Genista pilosa L. Geranium nodosum L. Geranium sanguineum L. Geum urbanum L. Hedera helix L. Inula hirta L. Juniperus communis L. Laburnum anagyroides Medicus Lathyrus montanus Bernh. Lathyrus niger (L.) Bernh. Ligustrum vulgare L. Lonicera caprifolium L. Luzula nivea (L.) Lam. et DC. Luzula pilosa (L.) Willd. Melampyrum pratense L. Melica nutans L. Molinia arundinacea Schrank Peucedanum cervaria (L.) Lapeyr. Peucedanum oreoselinum (L.) Moench Physospermum cornubiense (L.) DC. Pinus strobus L. Polygonatum odoratum (Miller) Druce Nome volgare Acero campestre Betulla Carpino bianco Citiso peloso Sanguinello Nocciolo Biancospino Fusaggine Frangola Frassino maggiore Orniello Ginepro comune Maggiondolo comune Ligustro Pino strobo
5 Populus tremula L. Potentilla alba L. Potentilla erecta (L.) Rauschel Potentilla recta L. Potentilla saxifraga Ardoino Primula vulgaris Hudson Prunus avium L. Prunus spinosa L. Pteridium aquilinum (L.) Kuhn Quercus cerris L. Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. Quercus robur L. Robinia pseudoacacia L. Rosa gallica L. Serratula tinctoria L. Silene nutans L. Sorbus torminalis (L.) Crantz Stachys officinalis (L.) Trevisan Stellaria holostea L. Symphytum tuberosum L. Tilia cordata Miller Viburnum lantana L. Vinca minor L. Viola riviniana Rchb. Pioppo tremolo Cinquefoglia sassifraga Ciliegio selvatico Prugnolo Cerro Rovere Ciavardello Tiglio cordato Lentaggine Aspetti fisionomici del sottobosco: Gli aspetti del sottobosco sono assai variabili in funzione della struttura e della fase di sviluppo; sono frequenti strati basso-arbustivi di Lonicera caprifolium, Viburnum lantana e Juniperus communis. In primavera sono solitamente presenti abbondnati fioriture di geofite vernali. Rinnovazione: Farnia, più raramente rovere e cerro, si rinnovano solo nelle stazioni più rade; tuttavia sono pochi i semenzali che riescono ad affermarsi ed a sopravvivere dopo il primo anno di età. Più facile è la rinnovazione per il frassino maggiore e le altre latifoglie mesofile. Note alle specie presenti:
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