LA SCENA TEATRALE DEL NOVECENTO

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Gilberto Landi
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1 Giada Conte LA SCENA TEATRALE DEL NOVECENTO UNA STORIA PER IMMAGINI

2 PREMESSA Questo volume nasce da diverse necessità. Il desiderio di creare un oggetto unico, nuovo, contenitore prezioso di eventi, incontri, persone. Il tentativo di catapultare soprattutto i più scettici dentro gli spazi magici del teatro. Per il piacere di condividere la bellezza. Non ultimo, lo sviluppo di una tesi di laurea che rispondesse a un attenta rielaborazione del mio 5 La scelta di parlare essenzialmente attraverso le immagini rispecchia e rispetta la natura stessa dello spettacolo teatrale, che è meraviglia e immediatezza. Rispecchia l urgenza attuale di recuperare la semplicità della forma. Si rivolge a chi ama ricordare, a chi ama scoprire. A chi sa osservare. A chi sogna.

3 Il volume si compone di cinque sezioni, secondo un criterio che intreccia aree tematiche e sequenza cronologica. Il primo capitolo si apre al 1896, e segue i personaggi e gli eventi emblematici che hanno caratterizzato il panorama Il secondo analizza la ricerca artistica, di matrice soprattutto americana, tesa all impegno socio-politico, tra happening e performance che si allontanano dallo spazio-teatro per scendere in strada e trasferirsi in ogni luogo. Il terzo capitolo passa in rassegna i protagonisti della scena italiana, tracciando uno dei percorsi possibili che collega i maestri (dei teatri stabili e non) alle ultime sperimentazioni: ricerca di senso, eredità, innovazione. attorale e alla tecnica recitativa ad artisti legati perlopiù a scelte di tipo formale, estetizzante, multimediale. univoca concordanza delle testimonianze.

4 Riteatralizzatori e avanguardie 7

5 8 A.Jarry, PROGRAMMA-MANIFESTO DEL THEATRE DE L OUVRE PER UBU RE (1896)

Jarry, UBU RE, 1896) A.Jarry, OUVERTURE D UBU ROI (1896) 9 A.

6 Oh! merdre, corpo di baccolaccio, per la mia candela verde, sono scoperto, sarò decapitato! ahimè! (Padre Ubu, da A.Jarry, UBU RE, 1896) A.Jarry, OUVERTURE D UBU ROI (1896) 9 A.Jarry, VERITABLE PORTRAIT DE MONSIEUR UBU (incisione su legno, 1896)

7 10 A.Appia, scena per RE LEAR di W.Shakespeare (1926) A.Appia, SPAZIO RITMICO: CHIARO DI LUNA (1909)

La musica impone ai movimenti del corpo le sue durate successive; il corpo le trasmette alle proporzioni

personale - che, senza questa resistenza, non avrebbero mai potuto manifestare così chiaramente - e

Appia, scena per LA VALCHIRIA di R.Wagner (1892) 11 A.Appia, SPAZIO RITMICO: IL PALOMBARO di F.

8 La musica impone ai movimenti del corpo le sue durate successive; il corpo le trasmette alle proporzioni dello spazio, e le forme inanimate, opponendo al corpo la loro rigidità, affermano la loro esistenza personale - che, senza questa resistenza, non avrebbero mai potuto manifestare così chiaramente - e chiudono così il ciclo; non c è infatti niente oltre a ciò. (da A.Appia, L OPERA D ARTE VIVENTE, 1921) A.Appia, scena per LA VALCHIRIA di R.Wagner (1892) 11 A.Appia, SPAZIO RITMICO: IL PALOMBARO di F.Schiller (1909/10) A.Appia, scena per ORFEO di C.W.Gluck, atto II, nell Istituto di ginnastica ritmica Jacques-Delcroze a Hellerau (1912)

Durante lo svolgimento del dramma, la luce ora

9 12 E.G.Craig, bozzetti del primo e del quarto stati d animo della sequenza LA SCALA (1905) muovendosi produce una musica visiva. Durante lo svolgimento del dramma, la luce ora accarezza ora colpisce, diluvia o goccia, non è mai immobile. (da E.G.Craig, SCENE, 1923) Scena di E.G.Craig per ELETTRA di Sofocle (1905)

luminosità e con la stessa intensità e qualità di luce che un pittore adopera per i suoi quadri.

10 Bozzetto di E.G.Craig per AMLETO di W.Shakespeare, atto I, scena II (1911) Posso colorare i miei screen con lo stesso grado di luminosità e con la stessa intensità e qualità di luce che un pittore adopera per i suoi quadri. Io uso soltanto la luce... lui usa i pennelli. (da E.G.Craig, SCENE, 1923) 13 Scena finale di AMLETO, regia di K.S.Stanislavskij (Teatro d Arte di Mosca, 1911)

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