CONFESERCENTI Domenica, 01 maggio 2016

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2 CONFESERCENTI Domenica, 01 maggio /04/2016 gazzettadimodena.it Associazioni: «Fate due maxi Comuni» Ma i sindaci frenano 1 01/05/2016 Il Resto del Carlino Pagina 10 Il Primo Maggio dei negozi aperti «Giusta libertà, usciamo... 2

3 30 aprile 2016 gazzettadimodena.it Associazioni: «Fate due maxi Comuni» Ma i sindaci frenano Superare l' Unione del Frignano e incamminarsi decisi sulla strada della fusione per formare due super Comuni in Appennino: uno tra Lama Mocogno, Pavullo, Polinago e Serra, e l' altro tra Fanano,... Superare l' Unione del Frignano e incamminarsi decisi sulla strada della fusione per formare due super Comuni in Appennino: uno tra Lama Mocogno, Pavullo, Polinago e Serra, e l' altro tra Fanano, Fiumalbo, Montecreto, Pievepelago, Riolunato e Sestola. È quanto chiedono ai sindaci con una lettera aperta le associazioni che fanno capo a Rete Imprese (, Confcommercio, Lapam e Cna), sindacati Cgil e Cisl insieme a Cia, Coldiretti e Confagricoltura. Nel documento si invita a "buttare il cuore oltre l' ostacolo" e a sbloccare uno stallo che finora ha visto il Frignano non avviare nemmeno lo studio di fattibilità, quando la Regione dà tempo fino al 16 maggio per le richieste di contributi. La convinzione è che i due macroenti "avrebbero un peso non indifferente". «Ma sottolineano i firmatari sono soprattutto i vantaggi economici derivanti da un processo di riorganizzazione istituzionale, così come prospettato, a rendere l' opzione della fusione indifferibile: i contributi messi a disposizione dalla Regione, l' esenzione per cinque anni dal Patto di Stabilità aumenterebbero in modo considerevole le leve finanziarie a disposizione dei nuovi territori. Senza considerare il fatto che, per legge, i nuovi Comuni avrebbero la precedenza sui bandi per i finanziamenti». I fondi andrebbero utilizzati per migliorare i servizi, ma soprattutto per finanziare un patto di sviluppo e promozione per i prossimi anni. La lettera arriva dopo l' ultimo Consiglio dell' Unione che mercoledì ha visto i saluti generali in vista del rinnovo amministrativo di Pavullo e Sestola. «Prima di pensare alla fusione bisogna completare le gestioni associate sottolinea il presidente uscente Romano Canovi e adesso la sfida è unificare la gestione del personale e dei servizi finanziari, ma siamo già a buon punto con l' organizzazione. Poi starà alle nuove amministrazioni decidere in merito a Urbanistica e Lavori pubblici». (dm) 1

4 1 maggio 2016 Pagina 10 Il Resto del Carlino Il Primo Maggio dei negozi aperti «Giusta libertà, usciamo dalla crisi» Esercenti divisi. «Polemiche? Ma gli incassi si fanno nei weekend» Matteo Palo ROMA PRIMO MAGGIO cade di domenica e così raddoppiano le ragioni per tenere i negozi chiusi, ma anche le polemiche che agitano sindacati, associazioni di imprese, commercianti grandi e piccoli, economisti. Dopo la liberalizzazione del governo Monti, nel 2012, la battaglia tra i diversi schieramenti non si è mai fermata. Anno dopo anno, però, gli elenchi di chi decide di alzare la saracinesca si allungano. In Toscana Carrefour ha deciso di aprire tutti i suoi principali supermercati, nonostante le critiche di, preoccupata dall' impatto sulle piccole botteghe. Nella catena francese si lavorerà anche a Bologna, dove saranno aperti anche Pam, Eurospin, Il Gigante oltre a diversi negozi del centro e all' outlet di Castel Guelfo. Molte aperture negli ipermercati ci saranno anche a Pesaro e a Macerata. A MILANO la giornata potrà essere consacrata allo shopping. «Oltre il 90% delle nostre attività spiega Gabriel Meghnagi, presidente di AscoBaires sarà a disposizione della clientela». Stessa musica intorno a piazza Duomo, e in corso Vittorio Emanuele. Situazione ribaltata per la grande distribuzione: l' Esselunga, che in questi giorni ha attuato un battage pubblicitario per comunicare la sua decisione, resterà chiusa. A favore delle chiusure obbligatorie sono i sindacati e alcune associazioni di esercenti. La sigla Usb, per esempio, oggi protesterà davanti ai negozi Zara a Milano, Roma, Bologna e Firenze. Sono previsti spogliarelli. LA DISCUSSIONE però è aperta. Anche perché di fronte all' economia che si rimette in marcia, alla disoccupazione che cala e alla necesistà di rinvigorire i consumi interni, aumentano le voci favorevoli alla liberalizzazione totale del commercio come in altri paesi europei. Per Alessandro De Nicola, presidente dell' Adam Smith society, sarebbe un passo indietro l' eventuale approvazione del disegno di legge (fermo al Senato) che prevede di istituire sei giorni di chiusura obbligatoria: «Non si tratta di obbligare nessuno, semplicemente bisogna lasciare libertà. Aumentare l' offerta aumenta anche il fatturato. Pensiamo alle città turistiche. Aprire per i turisti significa fare più soldi». MARIO RESCA, presidente di Confimprese, associazione che riunisce marchi come Yamamay, Natuzzi e Unieuro, spiega le ragioni pratiche che sono dietro l' esigenza di restare aperti: «Noi siamo favorevoli alla libertà di aprire per ventiquattr' ore e sette giorni su sette. I nostri associati fanno tra il 23 e il 25% del fatturato tra sabato e domenica e nei giorni festivi. Non vogliamo tornare indietro». Le ragioni dei Continua > 2

5 1 maggio 2016 Pagina 10 < Segue Il Resto del Carlino lavoratori sono comprensibili, «ma dobbiamo considerare che sabato e domenica si guadagna di più». Quindi, nessuno scandalo nello stare aperti anche il Primo maggio. D' altronde, per molti piccoli commercianti la priorità è lavorare. Lo dice efficacemente Giovanni De Rose, titolare di un bar a Ravenna, che porta il suo nome: «Chi lavora deve guadagnare. Noi siamo sempre aperti, senza pensare troppo ai giorni. Siamo stati al lavoro anche il 25 aprile». Ci sono stati clienti? «Molti, la gente non è andata al mare». 3