Catetere vescicale a due vie

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1 Catetere vescicale a due vie Il cateterismo vescicale è una fondamentale pratica che nasce nella seconda metà dell ottocento e viene tramandata e migliorata nei secoli per consentire tre manovre fondamentali, quali: svuotare le vie urinarie, effettuare diagnosi ed effettuare terapia. Per quanto riguarda queste due ultime manovre, si affiancano all uso del catetere, in quanto questo permette una più efficace raccolta ed osservazioni delle urine, in momenti di disordine, in cui possono verificarsi quindi problematiche quali anuria, oliguria, poliuria, nicturia, disuria e generale incontinenza. Le differenti tipologie di cateteri sono distinguibili in base a delle caratteristiche principali: -numero di vie: esistono cateteri ad una singola via e di conseguenza usati solamente per un uso temporaneo, a due vie, usate una per il deflusso e l altra per l ancoraggio del palloncino alla parete della vescica ed a tre vie usate una per l evacuazione, una per gonfiare il palloncino che aderisce alle pareti della vescica e l ultima per l irrigazione continua. -calibro: è misurato in Charrière (1Ch= 1/3 di mm). Vengono più spesso usati i ch per urine piuttosto chiare, ch per urine visibilmente più scure ed intorbidite e ch per pazienti presentanti ematuria. -materiale e consistenza: i cateteri si presentano rigidi o semirigidi di uso limitato, molli ovvero in gomma o lattice, adottati per uso protratto, autolubrificanti usati per cateterismo protratto ad intermittenza per svuotare la vescica. I materiali costituenti possono per lo più essere lattice, materiale più morbido posizionato per non più di 15 giorni, da siliconi e siliconati, da pvc, materiale innocuo dal punto di vista allergenico e che a contatto con l acqua si autolubrifica, in gomma (Pezzer, Malecot) ormai quasi del tutto in disuso ed hydrogel, ovvero un materiale che riveste il catetere in lattice rendendolo utilizzabile in soggetti allergici. -forma dell estremità prossimale: può essere arrotondata, a becco di flauto, conica ed olivare, può presentare forma rettilinea o curvata di 30. 1

2 I principali cateteri a due vie sono: -Dufour : estremità a becco di flauto, inclinata di 30, semirigido ed autostatico ( più spesso a 3 vie e solo raramente a 2 vie); è importante il suo utilizzo in caso di vesciche tamponate ed in caso di ematuria. - Conico-olivare: semirigido con estremità di forma olivare e rettilinea. È usato per uretra stenotica; - couvelaire: semirigido con estremità a becco di flauto e rettilineo. È usato in caso di emorragia vescicale sia nell uomo che nella donna ed in caso di prostatectomia radicale nell uomo. Presentano 1 o 2 fori per il drenaggio. 2

3 -mercier: semirigido con punta arrotondata ed inclinata di 30. È usato in caso di ipertrofia prostatica. Presentano 1 o 2 fori per il drenaggio. -tiemann: semirigido con punta arrotondata di 30 e con estremità di forma conica. È generalmente usato nell uomo che presenta restringimento dell uretra. 3

4 -foley: molle, flessibile ed elastico, per tale motivo non è particolarmente fastidioso, ma abbastanza confortevole. Il palloncino per l ancoraggio va gonfiato con la quantità di soluzione fisiologica indicata nel catetere stesso e che in genere vari da 8 a 10 ml. Il catetere è dunque un dispositivo composto da una parte tubulare che viene inserita e posizionata in maniera assolutamente sterile, con utilizzo monouso e che consente l eliminazione dell urina che spontaneamente il paziente non sarebbe stato in grado di far uscire. Il funzionamento è garantito soprattutto dal corretto posizionamento della parte esterna, la quale deve mantenersi in una posizione declive per evitare qualsiasi tipo di lesione e per permettere all urina di proseguire verso il basso e in direzione della sacca delle urine. È un dispositivo usato dunque in caso di ostruzione delle vie dell apparato urinario, ritenzione idrica, incontinenza (da sforzo, da urgenza, riflessa, funzionale, totale, da sovradistensione), quando a causa di un operazione chirurgica è necessario tenere completamente vuota la vescica e in caso di alcune neoplasie vescicali. È un presidio oggi posizionato anche dalla figura degli infermieri, ma bisogna ricordare che lo si può fare solamente in seguito alla prescrizione medica. I cateteri presentano calibri diversi, dipendenti soprattutto dal tipo di uretra della persona a cui è 4

5 stato prescritto l inserimento del presidio, mentre la procedura di inserimento varia per lo più solamente da un sesso all altro. Il catetere vescicale, che sia esso ad una o più via presenta delle differenti misure distinte e segnalate da differenti colori. I calibri crescono con numeri pari al crescere del numero indicato in charrière. -Il nero corrisponde a 10 Ch; -il bianco a 12 Ch; -il verde a 14 Ch; - l arancio a 16 Ch; - il rosso a 18 Ch; -il giallo a 20 Ch; -il blu a 22 Ch; -l azzurro pari a 24 Ch. Questo dispositivo in lattice o silicone è un tubicino la cui funzione è quella di garantire il drenaggio delle urine in caso di difficoltà. Importanti dunque, per la figura dell infermiere, sono il posizionamento ed eventuali problemi correlati all uso scorretto di questo presidio. Il catetere è inserito dopo aver eseguito un corretto lavaggio asettico delle mani, adeguata pulizia delle zone genitali ed aver disinfettato le medesime. In alcuni casi si potrebbe usare anche una piccolissima quantità di anestetico per ridurre i dolori. Dopo aver quindi lubrificato il catetere, questo è pronto per l inserimento. Durante quest ultimo processo, nella donna bisognerà identificare la giusta vie dell uretra ed inserire il catetere, mentre nell uomo, il quale presenta un uretra più lunga, si incontreranno vari ostacoli, come ad esempio la prostata, la quale dopo esser stata superata ponendo verso il basso l organo genitale esterno maschile, permette di muovere verso la vescica. Bisogna precisare che in alcun caso bisogna tentare il riposizionamento di un catetere mal posizionato. Quando si è riusciti ad inserirlo tutto ed in maniera corretta, bisognerà gonfiare il palloncino che permette di evitare lo scivolamento del catetere verso l esterno. La quantità di fisiologica da inserire è solitamente indicata nel catetere stesso e varia da 8 a 10 ml. Questa soluzione è iniettata nella seconda via del catetere, mentre la prima è usata per collegarvi la sacca delle urine. Quando siamo in vescica, possiamo capire la reale posizione del catetere proprio perché inizierà a defluire l urina nella sacca. Quest ultima consente la creazione di un circuito chiuso, prevenendo l infiltrazione di eventuali batteri nella parte distale del catetere. Da questo momento bisognerà effettuare l igiene tutti i giorni per evitare eventuali infezioni. Ad accompagnare tutto ciò seguirà il lavaggio in maniera antisettica delle mani. Alcune complicazioni possono insorgere nel momento in cui si sceglie un calibro troppo grande del 5

6 catetere, ciò infatti provoca rischio di lesioni, quando si protrae troppo a lungo la permanenza di un catetere, infatti, mentre un catetere ad una via è usato per svuotamento immediato della vescica, i cateteri in lattice ed a due vie durano anche una quindicina di giorni ed infine quelli in silicone sempre a due vie, se in buone condizione possono durare anche 30 giorni. Un altro problema è causato da una cattiva nutrizione, la quale potrebbe portare alla formazione di urine non stabili, o la disidratazione, la quale potrebbe consentire la creazione di feci troppo solide che rischiano di stringere la vescica e di conseguenza il catetere, non permettendo il giusto drenaggio. Uno dei problemi più frequenti è l insorgenza delle infezioni. Queste nascono perché il catetere è una via molto pericolosa in quanto consente il passaggio dei batteri. Le infezioni devono essere immediatamente riconosciute e curate, ma ancor di più devono essere riconosciuti i segni premonitori, quali bruciore, febbre, malessere, dolore, urine torbide, o presenza di sangue nelle urine (ematuria). Un ultimo problema che può insorgere dal mal posizionamento del catetere o dalla sua introduzione per molto più tempo di quanto sia previsto è la possibile nascita di lesioni da decubito. Ricordiamo che fondamentale è l uso del presidio in esame durante soprattutto momenti di incontinenza. Questa a volte è una delle principali cause di imbarazzo per il paziente che non vuole riconoscerlo in quanto deficit o problema che non riesce a controllare. L ulcera da decubito insorge proprio nel momento in cui una zona si presenta troppo umida o al contrario troppo asciutta. Il catetere è quindi un ottimo metodo per prevenire l ambiente costantemente umido e quindi le lesioni, le quali con il tempo peggiorano. Prendere in considerazione tutte le misure preventive è essenziali necessario perché tutti i rischi legati al cateterismo potrebbero insorgere l uno dopo l altro come una reazione a catena. Uno dei cateteri più importati tra quelli a due vie è il catetere Foley, il quale è usato in pazienti che sono stati anestetizzati o sedati per interventi di chirurgia o altri tipi di cure mediche, in pazienti in stato comatoso, in alcuni pazienti incontinenti e in pazienti con un'ipertrofia della prostata che determina un blocco della minzione e ritenzione urinaria acuta. Il catetere di Foley viene mantenuto in sede finché il problema non è risolto, ed è anche usato in pazienti con ritenzione urinaria acuta, in pazienti che non sono in grado, a causa di paralisi o lesioni fisiche, di ricorrere ai normali servizi igienici, a seguito di interventi di tipo urologico, dopo ureterectomia, per maturare il collo dell'utero durante l'induzione del travaglio di parto e in pazienti con malattia renale in cui la quantità di urina prodotta deve essere costantemente e accuratamente misurata. I pericoli verso cui si va con l uso di questo catetere di materiale morbido, sono la rottura del palloncino, possibili ostruzioni e conseguente cattiva adesione del catetere. Visti i numerosi rischi, sembra dunque evidente conoscere gli aspetti più importanti di questo tipo di catetere vescicale a due vie ed anche del resto dei cateteri vescicali, in modo da evitare ciò che potrebbe danneggiare l apparato urinario ed applicare al meglio le procedure infermieristiche corrette. 6

7 Bibliografia/Sitografia Bibliografia: - Fondamenti di assistenza infermieristica-barbara K. Timby - McGraw-Hill Education -Trattato di cure infermieristiche-luisa Saiani,Anna Brugnolli-Idelson-Gnocchi - Principi fondamentali dell'assistenza infermieristica -Ruth F. Craven,Constance J. Hirnle-CEA Sitografia attivi.it; - Chirurgiatoracica.org; 7

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