Controlliamo la profondità di campo con ExpoAperture

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1 Accessori Controlliamo la profondità di campo con ExpoAperture Molti zoom dell ultima generazione presentano solo la scala delle distanze di messa a fuoco, senza la scala della profondità di campo. L ExpoAperture è un accessorio che ci permette di sapere quale diaframma usare per disporre di una determinata profondità di campo. Lo si può usare con focali da 10mm fino al 600mm e con ogni tipo di sensore, compresi quelli medio formato, oltre che naturalmente con le pellicole fino al formato 6x6. 58 PC PHOTO In fotografia, l impostazione della messa a fuoco e il controllo della profondità di campo sono strumenti fondamentali per effettuare una corretta composizione dell immagine e per evidenziare il soggetto principale. Far emergere il soggetto su uno sfondo fuori fuoco, oppure mettere a fuoco la scena in tutta la sua profondità sono per il fotografo scelte fondamentali di comunicazione, che gli permettono di condizionare la lettura dell immagine guidando l attenzione dell osservatore sul soggetto principale o sull immagine sul suo complesso. Tutto dipende dalla focale dell obiettivo, dalla distanza del soggetto principale e dal diaframma scelto. Occorre considerare che usando le reflex digitali Aps ci sono delle differenze rispetto alla fotografia analogica in quanto il sensore è di dimensione più piccola rispetto al fotogramma della pellicola, da cui deriva un angolo di campo più stretto (l effetto pratico è quello di un allungamento della focale). Inoltre sulla maggior parte delle nuove ottiche non viene riportata la scala della profondità di campo, e in alcuni casi neppure quella della distanza di messa a fuoco. Questo pone problemi nuovi in termini di controllo della messa a fuoco e della profondità di campo e fa sentire l esigenza di trovare delle soluzioni. Vent anni fa un fotografo, George A. Wallace, allievo di Ansel Adams, ideò l Expo Aperture Depth of Field Guide, un sistema da principio pensato per un impiego con le fotocamere a pellicola 35mm e medio formato. La prima versione usava un circolo di confusione fisso pari a 35 micron; per il fatto che il circolo di confusione del medio formato è semplicemente il doppio di quello del formato 24x36mm, per fare le necessarie conversioni bastava quindi una semplice moltiplicazione. Oggi, con le fotocamere digitali com-

2 La pedina è alta appena un paio di centimetri e l abbiamo fotografata alla distanza di appena due centimetri con una compatta. A tutta apertura lo sfondo è completamente sfocato, mentre chiudendo completamente il diaframma l ambiente risulta ancora riconoscibile, cosa impensabile usando fotocamere di formato superiore. L ExpoAperture Standard Metric consente di calcolare la profondità di campo per le focali da 10mm fino a 135mm. Si può scegliere il diaframma in un range da f/1 a f/64. Il circolo di confusione può essere selezionato da 15 micron a 60 micron, un range che permette di passare dalle reflex Aps a quelle Full frame, fino al formato 6x6 su pellicola. Nella parte posteriore dell ExpoAperture sono indicate le distanze, da 31cm a 40 metri e infinito; il cerchio con le sezioni alternate grigie e bianche permettono di calcolare la profondità di campo. PC PHOTO 59

3 Per le focali da 70mm a 600mm si utilizza l ExpoAperture Telephoto Metric. Nella parte posteriore sono indicate le distanze, da 4,60 metri a 400 metri e infinito. Un esempio d uso dell ExpoAperture Telephoto Metric: impostiamo la focale 70mm con circolo di confusione per CCD 1,5x (Nikon DX). Giriamo l ExpoAperture. Vogliamo sapere che diaframma impostare per ottenere una profondità di campo da 6,5 a 7,5 metri: tra 6,5 e 7,5 metri risultano selezionato due zone, una bianca (1) e una grigia (2). Giriamo nuovamente l ExpoAperture. Dato che le zone selezionate sono 2, a tale valore corrisponde il diaframma f/2.8. Con la focale 50mm cambiamo il circolo di confusione, portandolo a 30 micron che corrisponde al CCD di una reflex Full Frame (o a pellicola 35mm). Vediamo quante sono le zone per una messa a fuoco a 1 metro ed una profondità di campo da 90cm a 110cm: anche in questo caso sono 2. Giriamo ancora l ExpoAperture e osserviamo che al valore 2 corrisponde il diaframma f/9.

4 Il circolo di confusione Facciamo ora il calcolo inverso, ricavando la profondità di campo dopo aver stabilito prima il diaframma: qui abbiamo scelto il diaframma f/8: la Focus Zone corrisponde ai valori 3 e 1/4. Mettendo a fuoco a 2,5 metri avremo una profondità di campo che si estende da 1,75 a 5,5 metri circa. patte e reflex, i formati dei sensori si sono moltiplicati e non è ovviamente più possibile utilizzare un sistema con un solo circolo di confusione. Per questo è nato l ExpoAperture, studiato per lavorare con focali da 10mm fino al 600mm, con ogni tipo di sensore, compresi quelli medio formato, oltre che naturalmente con le pellicole fino al formato 6x6 e con circoli di confusione compresi tra 15 e 60 micron. Una volta definita la focale dell obiettivo e la distanza di messa a fuoco ci permette di conoscere quale diaframma occorre usare per avere una determinata profondità di campo. I raggi luminosi generati da un singolo punto del soggetto (S) vanno a fuoco solo sul piano di messa a fuoco (PF). Ma i raggi luminosi nel passare attraverso l obiettivo vengono piegati ed assumono la forma di un cono: il vertice di quel cono è il punto che giace sul piano di messa a fuoco (PF); ma se il piano di formazione dell immagine attraversa il cono un po prima (piano A) o un po dopo (piano B) si avrà non un punto, ma un piccolo cerchio, il cosiddetto cerchio di confusione. Come funziona la profondità di campo Per capirlo bisogna innanzitutto comprendere cosa succede quando mettiamo a fuoco un soggetto usando la ghiera di messa a fuoco dell obiettivo (o l autofocus). In poche parole, la messa a fuoco riguarda un solo piano, ovvero quella porzione di scena inquadrata che è a una ben precisa distanza dalla fotocamera; per fare un esempio, se ci poniamo davanti a un campanile alto trenta metri che dista dalla macchina fotografica 10 metri e focheggiamo a 10 metri, tutto il campanile sarà a fuoco, anche la sua la punta che per la sua altezza dista da noi 30 metri. Infatti possiamo considerare che il campanile giace tutto su un unico piano. Se invece dietro a questo campanile ce ne fosse un secondo, distante 30 metri dalla fotocamera, questo non risulterebbe a fuoco per il fatto che si trova su un piano di fuoco arretrato rispetto a quello su cui abbiamo effettuato la focheggiatura. Occorre però considerare che in ottica la messa a fuoco identifica un piano ben preciso e che quindi non sarebbe possibile avere a fuoco tutto il campanile posto a 10 metri perché le sue parti a una distanza anche solo leggermente diversa risulterebbero sfocate. Qui entra in gioco la profondità di campo, che va intesa nel senso di zona di nitidezza della scena. In genere la profondità di campo si estende davanti e dietro al piano di fuoco, con una proporzione di 1/3 davanti e 2/3 dietro; è proprio grazie alla profondità di campo, quindi, che possiamo mettere a fuoco tutte le parti del campanile a 10 metri e magari anche i due campanili che distano 10 e 30 metri. Infatti è possibile variare la profondità di campo; per estenderla si usa un diaframma più chiuso, si sceglie una focale più corta e ci si allontana dal soggetto. Facendo l opposto la profondità di campo diminuisce. Cos è il circolo di confusione Per capire la profondità di campo dobbiamo però comprendere il significato del cerchio di confusione. Abbiamo detto che il piano di messa a fuoco è uno solo, e che quindi i raggi luminosi generati da un singolo punto del soggetto vanno a fuoco solo su quel piano. Ma i raggi luminosi nel passare attraverso l obiettivo vengono piegati ed assumono la forma di un cono: il vertice di quel cono è il punto che giace sul piano di messa a fuoco; ma se il piano di formazione dell immagine attraversa il cono un po prima (o un po dopo) si avrà non un punto, ma un piccolo cerchio, il cosiddetto cerchio di confusione. L occhio umano però ha una capacità limitata in termini di risoluzione; tale capacità di visione varia da persona a persona, ma possiamo convenzionalmente dire che l occhio è in grado di risolvere 5 linee per millimetro a 25cm di distanza; questo significa che l occhio a questa distanza vede come un punto perfetto quello che in realtà è un cerchio del diametro di 0,25mm. Ecco quindi che possiamo comprendere meglio il significato di profondità di campo: ci apparirà nitida la parte del soggetto per il quale i cerchi di confusione sono più piccoli della capacità di risoluzione dell occhio. Abbiamo visto che la profondità di campo è influenzata da vari fattori: l ingrandimento dell immagine la riduce (si ingrandisce il cerchio di confusione), ma se ci si allontana dal soggetto il cerchio si riduce e si torna a percepirlo come punto. E questo il motivo per cui ci appare nitida la fotografia di un grande manifesto pubblicitario, magari una gigantografia con base 20 metri per 12 di altezza: se la si osserva da vicino non PC PHOTO 61

5 Quanto Costa ExpoAperture: Euro 30. Distribuzione: Aproma, Via Cimabue 9, Cormano MI. Tel.: 02/ L obiettivo AF Nikkor 35mm f/2 mostra una chiara e leggibile scala delle distanze e i riferimenti per la profondità di campo (oltre al riferimento per la messa a fuoco IR). Dal manuale di istruzioni per Leica IF, IIF e III F stampato nel 1951: per visualizzare come cambia la profondità di campo al variare del diaframma le distanze sono tratteggiate su un immagine. Le distanze sono espresse in piedi (feet), non in metri. Il controllo della profondità di campo è sempre stato un argomento molto importante. Gli zoom non professionali dell ultima generazione, come quello qui inquadrato, non dispongono più neppure della scala delle distanze di messa a fuoco. lo è, ma per guardarla ci si deve porre a decine di metri di distanza. Profondità di campo e distanza iperfocale Le due distanze sono strettamente connesse tra loro, cerchiamo di capire perché. Abbiamo visto che un immagine ci appare nitida se la distanza del soggetto rientra all interno della profondità di campo e come la profondità di campo sia influenzata dalla focale dell obiettivo, dalla chiusura del diaframma e dalla distanza del soggetto. Questo fa sì che vi sia un punto (la distanza iperfocale) a partire dal quale la 62 PC PHOTO nitidezza si estende nei due sensi: da un lato si estende all infinito, dall altro fino alla metà della distanza iperfocale. Conoscere quale sia questa distanza può essere molto utile perché permette di avere contemporaneamente a fuoco (nitidi) sia il primo piano che lo sfondo ed aumenta di molto il controllo sull immagine. La tecnica dell iperfocale è adottata spesso nella street photography e nel reportage, sopratutto quando le situazioni scorrono davanti al fotografo evolvendosi così rapidamente che non vi è il tempo per eseguire la messa a fuoco; e ci sono situazioni in cui neppure l autofocus può essere sufficientemente pronto e preciso. Ma il fotografo, avendo montato una certa ottica, avendo selezionato un certo diaframma e avendo già impostato una determinata messa a fuoco, sa che la sua zona di fuoco si estenderà dalla metà della distanza di messa a fuoco fino all infinito e al suo interno può scattare rapidamente curando solo la composizione. Calcolare l iperfocale però non è immediato e l obiettivo potrebbe non avere la scala delle profondità di campo: qui entra in gioco l ExpoAperture. Gerardo Bonomo

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