LA RISORSA FORESTA. La selvicoltura, le specie e le foreste della nostra regione
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- Gianpiero Cosentino
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1 LA RISORSA FORESTA La selvicoltura, le specie e le foreste della nostra regione
2 Sommario Breve storia delle foreste regionali Le principali specie forestali regionali I parametri forestali La gestione del patrimonio forestale Un bosco, molti servizi
3 Breve storia delle foreste regionali Periodo glaciale ( a.c a.c) Solo le montagne più alte emergevano dai ghiacci e solo licheni e arbusti vegetavano, mentre in pianura, parecchio a sud, vegetava il pino silvestre cui si affiancavano in minor quantità l abete rosso, il larice e la betulla. Assieme a queste specie, c erano c piccoli nuclei di querce, tigli e noccioli. Il ritiro dei ghiacci ( a.c a.c) Il clima presenta temperature più miti di quelle attuali e molta umidità.. In queste condizioni prosperano i boschi di querce che soppiantano le pinete, mentre in montagna si afferma l abete rosso.
4 Breve storia delle foreste regionali L avanzata del faggio ( a.c a.c) A partire dal a. C. il faggio manifesta una formidabile avanzata (anche a scapito dell abete bianco) che nei duemila anni successivi lo porta ad essere presente sia in pianura ed in collina assieme alle querce, sia sulle montagne assieme all abete abete rosso e bianco. In seguito il faggio scompare progressivamente dalla pianura, dove viene sostituito da carpino,, frassino e olmo Il Neolitico L uomo taglia gli alberi soprattutto in pianura per sviluppare l agricoltura. Le tecniche sono rudimentali, il prelievo di piante limitato allo stretto necessario
5 Breve storia delle foreste regionali L avvento dei Romani (181 a.c.).) Attraverso l incendio l e l abbattimento, l il disboscamento di ampi tratti della pianura friulana si compie per dare spazio all agricoltura. agricoltura. In montagna i boschi delle vallate furono messi a dura prova da uno sfruttamento intenso, volto al prelievo di legna da opera. A partire dal V secolo dopo Cristo, con l avvento dei barbari, la gestione dei boschi scompare e si nota un progressivo rinboschimento naturale
6 Breve storia delle foreste regionali I longobardi ( VI-VII VII sec.) Ereditano un territorio in cui la natura riprende il sopravvento. I boschi sono ricchi di selvaggina e le coltivazioni occupano poco spazio. Il bosco è lasciato all evoluzione naturale. La ripresa dell agricoltura ( IX sec.) A partire dal XI secolo si assiste in tutta Europa ad un impressionante arretramento dei boschi in favore delle coltivazioni agricole. La maggior parte dei boschi di pianura era governata a ceduo per la produzione di legna da ardere. Comincia in questo periodo lo sfruttamento più intenso delle fustaie alpine.
7 Breve storia delle foreste regionali La Serenissima ( ) I boschi erano in pessime condizioni e ridotti di numero. Da subito, Venezia si adoperò per migliorare le condizioni dei boschi, con l adozione di leggi e regole severe ma anche di iniziative per coltivare i boschi = selvicoltura.. L interesse L di Venezia per i boschi friulani era di tipo strategico, legato alla necessità di poter sempre disporre di legname per la sua flotta navale. Ma quelle regole lasciano trasparire una particolare attenzione al bosco ed al suo equilibrio. I boschi vincolati alle esigenze di Venezia, e che venivano curati con particolare attenzione erano detti Boschi banditi di San Marco indicando con ciò che il taglio e prelievo degli alberi in essi presenti era consentito solo al governo di Venezia. Verso la metà del 1600 i boschi del Friuli si trovavano in ottime condizioni, erano ricchi di piante di grosso diametro e venivano trattati con un taglio detto taglio saltuario, mediante il quale venivano scelte e tagliate solo le piante che avevano raggiunto un determinato diametro del fusto.
8 Breve storia delle foreste regionali Il dominio austriaco ( ) L amministrazione austriaca, che resse i boschi del Friuli fino al 1866, interessata al buon governo forestale per gli stessi motivi i che interessavano Venezia, si curò soprattutto delle fustaie. Presa in mano la situazione, l Austria l impose leggi severe e regole di buona gestione del bosco e si prodigò in rimboschimenti. In Carnia si conservavano le zone a pascolo, diminuivano i boschi collinari, mentre nella bassa pianura si andavano estinguendo gli ultimi lembi dei querceti di un tempo. Il XX secolo In seguito alle due guerre mondiali, le foreste regionali ne uscirono sfruttate, a volte abbandonate e poco gestite, utilizzate per poter pagare con il loro prodotto parte dei danni di guerra. Fu soltanto dopo la seconda guerra mondiale che in Regione si cercò di applicare una pianificazione ed una gestione forestale continuata. a.
9 Le principali specie forestali : Abete rosso a) Conifera b) Corteccia bruno rossastra a squame c) Chioma piramidale d) Il frutto è detto pigna e) Fogliame sempreverde ad aghi f) Produce molta resina g) Tollera la basse temperature h) Predilige suoli profondi e acidi i) Radici poco profonde j) Molto diffuso dall uomo per usi produttivi in boschi da solo o assieme al faggio
10 Le principali specie forestali : Abete bianco a) Conifera b) Corteccia bianco grigiastra c) Chioma piramidale d) Il frutto è detto pigna ed è eretto, si squama a maturità e) Fogliame sempreverde ad aghi morbidi inseriti a ventosa f) Tollera la basse temperature g) Predilige suoli profondi e umidi h) Radici profonde i) Meno diffuso dell abete rosso, con cui a volte vive e/o assieme al faggio
11 Le principali specie forestali : Larice a) Conifera decidua b) Corteccia bruno grigiastra solcata a placche c) Chioma piramidale d) Il frutto è detto pigna ed è eretto, e) Fogliame ad aghi morbidi decidui a ciuffetti f) Sopporta bene la basse temperature g) Qualsiasi suolo, alta quota h) Sopporta gelate e vento i) Forte esigenza di luce j) Spesso vive da solo, a volte scende di quota con abete rosso
12 Le principali specie forestali : Pino silvestre a) Conifera b) Corteccia bruno rossastra solcata a placche, in cima colore mattone c) Chioma globosa, a volte slanciata d) Il frutto è detto pigna ed è legnoso, contiene i pinoli e) Fogliame ad aghi rigidi n ciuffetti di due f) Suoli aridi, anche superficiali g) Forte esigenza di luce h) Vive in boschi da solo, a volte con latifoglie
13 Le principali specie forestali : Faggio a) Latifoglia decidua b) Corteccia grigiastra e lisca c) Chioma globosa d) Il frutto è detto faggiola e) Suoli profondi, umidi, fertili f) Tollera anche ombra g) Soffre gelo e vento h) Vive in boschi da solo o assieme ad abete rosso o/e abete bianco
14 Alcune foto.
15 Alcune foto.
16 I parametri forestali Sono gli elementi che caratterizzano un bosco. a) Età: : coetaneo o disetaneo b) Specie: monospecifico o misto
17 I parametri forestali a) Origine : seme ceppaia b) Governo: : fustaia ceduo Legname da opera ( conifere e faggio) Legna da ardere ( latifoglie) l
18 La gestione del patrimonio forestale SUPERFICIE BOSCATA RIPARTITA PER PROPRIETA SUPERFICIE RIPARTITA PER FORMA DI GOVERNO 56% PRIVATA PUBBLICA 30% FUSTAIA CEDUO 44% 70% DISTRIBUZIONE PER TIPOLOGIA DEI BOSCHI DI PRODUZIONE a) ettari di bosco, il 70% dei quali in montagna FAGGETE LATIFOGLIE PINETE PECCETA E BOSCO MISTO 50% 31% b) Il 68% dei boschi è di produzione 4% 15%
19 La gestione del patrimonio forestale I termini che si usano per indicare la consistenza della massa legnosa e la sua crescita annuale sono: Provvigione : indica quanto legno, espresso in metri cubi, è presente in un bosco Incremento : indica di quanti metri cubi ogni anno un bosco cresce. Ripresa: La ripresa è quanto in metri cubi, ogni anno l uomo taglia in un bosco. Nella nostra regione, la ripresa è molto inferiore (circa 25%) dell incremento. Significa che si taglia meno di quanto si potrebbe fare senza intaccare la provvigione. La pianificazione dei tagli avviene secondo i dettami della selvicoltura naturalistica
20 La gestione del patrimonio forestale La pianificazione forestale, cioè come viene gestito un bosco tiene conto di: a) la divisione del bosco in particelle b) i confini e la superficie della particella c) la provvigione ripartita per diametro delle piante misurate. d) le altezze misurate di alcune piante e gli incrementi misurati e) le caratteristiche fisiche e vegetazionali della particella f) la ripresa da applicare ed alcune indicazioni sulle piante da tagliare. Al momento giusto, quando una pianata è pronta per essere tagliata ( anni per le fustaie di conifere), la forestale secondo le indicazioni della pianificazione esegue la martellata, segnando quelle che andranno abbattute dopo averle misurate con il cavalletto. A questo punto, si apre la fase di utilizzazione
21 IL LEGNO Ogni specie arborea produce un tipo di legno che per proprietà fisiche, chimiche e tecnologiche si differenzia da un altra. Mobili, legna da opera, oggetti di artigianato, sono solo alcuni degli esempi di quanto si può produrre a partire da tavole, listelli o travi Alcuni tipi di legno inoltre, per le loro proprietà legate al colore, alla venatura, alla presenza di nodi o meno si offrono a valutazioni di tipo estetico.
22 FAGGIO Il suo legno è duro e compatto ed ha impiego in falegnameria, per lavori al tornio, per le sedie ed i mobili. E E un ottimo combustibile e dalle nostre parti viene molto usato come legna da ardere.
23 ABETE ROSSO Il legno, di colore bianco e resinoso ha molti impieghi nella falegnameria, edilizia, imballaggi. Una varietà di questa specie, per una particolare disposizione degli anelli di accrescimento, viene usata per la produzione di strumenti musicali
24 ABETE BIANCO Il legno è leggero, resistente e privo di resina, viene utilizzato per usi simili a quello dell abete rosso.
25 LARICE Il legno è di colore rossiccio, resistente e profumato, viene usato per lavori di falegnameria, travi per tetti, serramenti. Molto usato per impieghi all aperto aperto data la sua resistenza all acqua. acqua.
26 PINO SILVESTRE Il legno, viene usato nell industria mobiliera, nella falegnameria e nella carpenteria, anche se spesso i pini delle nostre parti non hanno fusti diritti e ben conformati e si preferisce importare il legname dalla Svezia per realizzare mobili
27 I PANNELLI 1) Compensato 2) Multistrato 3) Paniforte 4) Tamburato 5) Truciolato 6) Masonite
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