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- Eugenia Molinari
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1 Risultati della Ricerca Titolo Implementazione di un sistema di monitoraggio delle foreste a livello pan-europeo Descrizione estesa del risultato La rete nazionale di Monitoraggio Intensivo degli Ecosistemi Forestali di livello II CONECOFOR, attiva dal 1995 nell ambito del programma pan-europeo ICP-Forests ICP-IM (International Co-operative Programme on Assessment and Monitoring of Air Pollution Effects on Forests) è impostata secondo un disegno di tipo preferenziale ed è formata da 31 casi di studio distribuiti su tutta la Penisola e Isole maggiori. Obiettivo della rete di monitoraggio intensivo è la verifica della salute e vitalità dei sistemi sotto osservazione e la determinazione di presenza, consistenza ed effetto di eventuali fattori di disturbo nel mezzo di crescita, formato da atmosfera e suolo. Il progetto ha avuto come obiettivo l'analisi del monitoraggio dell accrescimento legnoso radiale degli alberi nel periodo a scala di plot (i 31 casi di studio) come indice biologico di risposta e indice esplicativo dei possibili fattori di disturbo. Le evidenze a oggi registrate sono attribuibili soprattutto al fattore climatico. A scala geografica, il primo fenomeno ha interessato le aree comprese entro il limite continentale meridionale dell ondata di calore Nell intervallo sono riportati minori incrementi fino al 50% rispetto all intervallo precedente su circa metà della rete. Carattere comune ai siti interessati sono la quota ridotta e le specie, querce decidue e faggio, ad accrescimento pre-determinato. Queste risentono del fattore di disturbo (elevate temperature associate a mancanza/carenza di precipitazione nel caso) anche nella stagione di crescita successiva (formazione della parte primaverile dell anello legnoso). L effetto si protrae quindi oltre l anno di occorrenza del fenomeno e risulta così più marcato. Questo risultato è in accordo con quanto verificato per altre regioni europee e nell ambito della stessa rete ICP e in generale nei Paesi dell Europa occidentale. Il secondo fenomeno, riguarda la regione alpina e le aree di conifere (abete rosso) collocate a quote medio-elevate nell intervallo di monitoraggio successivo L analisi climatica della regione ha evidenziato l occorrenza nell ultimo decennio di ripetute deviazioni nell andamento stagionale delle temperature e della piovosità, in accordo con i modelli dell Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ( per la medesima area geografica. A livello locale un caso emblematico è relativo al sito EMI1, ubicato nel Parco regionale dei Boschi di Carrega (Parma) sul margine meridionale della Valle Padana. Qui convivono due querce decidue, rovere e cerro, con esigenze idriche diverse. Il cerro più xero-tollerante, la rovere più esigente di umidità atmosferica e sensibile allo stress idrico. La disponibilità in questo sito di una serie climatica trentennale ha permesso di verificare ripetute deviazioni annuali nella temperatura media dell aria e nella quantità di precipitazione. Le deviazioni di temperatura di segno positivo prevalgono nell ultima decade e si traducono nella formazione di un trend significativo di aumento; quelle di precipitazione si distribuiscono con variazioni annuali marcate di diminuzione della quantità di pioggia lungo tutto il periodo di osservazione, senza determinare tuttavia nessun trend. La risposta in accrescimento radiale delle due specie risulta nel netto declino incrementale della rovere a partire dall inizio degli anni 90. Le conseguenze a livello di popolazione sono importanti: 1/6
2 la rovere, specie prevalente al 1996 diventa specie secondaria al cerro in termini quantitativi per il ridotto accrescimento e il livello di mortalità elevato. La maggiore sensitività al ripetuto stress idrico estivo ha mutato quindi in un intervallo molto breve un carattere relativamente stabile quale la composizione specifica del bosco. Dal 2009, con il progetto LIFE FutMon, sono aumentate le scale di rilievo (insieme-strato-individuo), sono stati introdotti intervalli di ripetizione più ridotti (annuale e intra-annuale) e sono stati integrati i protocolli sui casi di maggiore interesse. la serie dei dati raccolti dalla metà degli anni 90 è abbastanza lunga per trarre alcuni risultati su stato e cambiamenti in atto di alcuni attributi chiave. L implementazione recente del protocollo su un sotto-insieme di aree target consente oggi una lettura di maggiore dettaglio. Prospettive immediate e future: l interruzione del finanziamento del programma europeo dal 2011 nonostante il successo dello stesso ma a motivo del costo molto elevato anche per l ingresso di numerosi Paesi non UE, non ha interrotto la continuità delle misure e osservazioni a livello nazionale, consentendo di rispettare il requisito fondamentale di un programma di monitoraggio intensivo. Il finanziamento delle Azioni di base da parte del Corpo Forestale dello Stato, Div. VI-Ufficio Conecofor, ha consentito infatti di mantenere attivo il protocollo di monitoraggio minimo. Attualmente, il progetto LIFE Smart4Action, iniziato nel mese di settembre 2014, riunisce tutto il gruppo di monitoraggio italiano già attivo sul Programma europeo per verificare la possibilità di mantenere l accuratezza delle osservazioni con una riduzione consistente dei costi complessivi attraverso una revisione mirata del protocollo precedentemente adottato per ciascuna Azione (Manuali ICP-Forests). Il gruppo comprende strutture CRA, (SEL ed RPS sul livello II, MPF sul livello I estensivo), CNR e Dipartimenti di diverse Università. Soltanto la permanenza del tema Monitoraggio delle Foreste nell Agenda europea potrà tuttavia, già nel breve periodo, garantire il finanziamento e quindi la prosecuzione del programma a livello continentale attraverso protocolli comuni. Ulteriori delucidazioni su questa scheda risultato sono reperibili dalle pubblicazioni indicate o dal referente dott. Gianfranco Fabbio. - All indirizzo web phtml sono disponibili i contributi specifici del Progetto. Responsabile del risultato GIANFRANCO FABBIO Viale Santa Margherita 80, AREZZO () Tel.: gianfranco.fabbio@crea.gov.it Anno 2013 Classificazione del risultato Comparto produttivo: Produzioni non alimentari COMPARTO SILVICOLO Particolari categorie di prodotti/comparti produttivi: PARTICOLARI CATEGORIE DI PRODOTTI IN GENERALE Particolari categorie di prodotti/comparti produttivi in generale 2/6
3 Categorie di ambiti di ricerca: TEMI DI INTERESSE COLLETTIVO E POLITICHE DI SVILUPPO Ambiente e gestione risorse naturali (energie rinnovabili (energia), cambiamenti climatici (clima), biodiversità, risorse idriche, ecc.) ALBERI, ARBUSTI E FORESTE Alberi, arbusti e foreste Parole chiave selvicoltura, ecosistemi forestali, foreste/boschi, inquinanti/inquinamento ambientale, accrescimento, monitoraggio ambientale Trasferibilità del risultato Si, trasferibilità previa sperimentazione Natura del risultato Aree interessate Aree a clima continentale Aree a clima mediterraneo Aree montane Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia Romagna Friuli-Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte Provincia Aut. di Bolzano Provincia Aut. di Trento Puglia Sardegna Sicilia Toscana Umbria Valle d'aosta Veneto Impatto dal punto di vista tecnico gestione delle informazioni su scala territoriale e per diversi scenari ottimizzazione delle tecniche selvicolturali analisi degli impatti ambientali 3/6
4 Impatto dal punto di vista socioeconomico miglioramento qualità della vita nelle aree rurali miglioramento qualitativo Impatto dal punto di vista ambientale tutela risorse naturali riduzione inquinamento sostenibilità ambientale delle produzioni Presupposti di contesto caratteristiche pedoclimatiche Soggetti istituzionali da coinvolgere Assessorati agricoltura, ambiente, ricerca Servizi sviluppo agricolo Enti di sviluppo regionali Rete interregionale per la ricerca agraria, forestale, acquacoltura e pesca Rete dei servizi di sviluppo agricolo Agenzie di sviluppo e innovazione in agricoltura Università Enti di ricerca Potenziali utilizzatori Divulgatori Tecnici agricoli Amministrazioni locali Servizi di pianificazione territoriali Associazioni ed esperti in salvaguardia dell ambiente Enti di ricerca Università Modalità di diffusione Sito web/internet Incontro con tecnici e divulgatori dei Servizi Sviluppo Agricolo regionali 4/6
5 Progetti comuni con i vari soggetti, istituzionali e non, interessati Pubblicazioni Bertini, G,; Amoriello, T.; Piovosi, M.; Fabbio, G. (2013): Alcune evidenze dal monitoraggio intensivo delle foreste italiane. L accrescimento radiale degli alberi come indice di risposta ai disturbi e le sue relazioni con la struttura del soprassuolo, Vol. 10 p Bertini, G.; Amoriello, T.; Fabbio, G.; Piovosi, M. (2011): Forest growth and climate change: evidences from the ICP-Forests intensive monitoring in Italy, Vol. 4 p Bertini, G.; Amoriello, T.; Fabbio, G.; Piovosi, M. (2011): Forest growth and climate change: evidences from the ICP-Forests intensive monitoring in Italy, Vol. 4 p Titolo del progetto Progetto / Ricerca di riferimento Further Development and Implementation of an EU-level Forest Monitoring System - FutMon Coordinatore del progetto Martin Lorenz Bundesallee, 50, Braunschweig (Germania) Tel.: Ente finanziatore Commissione Europea - Directorate General Environment - Directorate E - Global & Regional Challenges LIFE - ENV. E.4 ENVIRONMENT Breve descrizione del progetto e dei suoi obiettivi Il progetto ha come obiettivo principale la creazione di un sistema di monitoraggio delle foreste a livello pan-europeo che fornisca le informazioni necessarie per le decisioni politiche dell'ue in materia di modificazioni climatiche, inquinamento dell'aria, conservazione delle biodiversità e gestione sostenibilie delle foreste. L'attività prevista si basa sulle reti di monitoraggio già istituite con l'international Cooperative Programme on Assessment and Monitoring of Air Pollution Effects on Forests (ICP Forests), quella utilizzata per il monitoraggio su ampia scala (Large scale monitoring, Level I) e quella istituita per il monitoraggio intensivo (Intensive monitoring, Level II). Il progetto prevede una serie di azioni mirate alla revisione delle modalità di osservazione applicate sulle reti ICP (azioni L1, L2 e IM1) e alcune azioni dimostrative relative alla sperimentazione di procedure (azioni D1, D2, Water Budget). Al progetto partecipano 40 soggetti (centri di ricerca, amministrazioni pubbliche) di quadsi tutti i paesi europei. U.O. / Partner coinvolti nella realizzazione del risultato 5/6
6 Non sono presenti Unità operative collegate al risultato Referenti istituzionali già coinvolti nella ricerca - Corpo Forestale dello Stato 6/6
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