GUIDA TRANSNAZIONALE DELLE ATTIVITÀ ECONOMICHE SOSTENIBILI E SOCIALMENTE RESPONSABILI

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1 Regione Emilia Romagna Regione Marche Regione Basilicata GUIDA TRANSNAZIONALE DELLE ATTIVITÀ ECONOMICHE SOSTENIBILI E SOCIALMENTE RESPONSABILI PROGETTO COFINANZIATO _CONTROLLARE 1

2 INDICE 1. GOVERNO DEL TERRITORIO 1.1. Funzioni di governo 1.2 Capacità di governo 1.3 Qualità dello sviluppo 1.4 Adozione di logiche e strumenti competitivi 2. APPROCCIO METODOLOGICO 2.1 Finalità della Guida 2.2 Target della Guida 3. ESEMPI DI BUONE PRASSI 3.1 Mercato delle Cose Buone 3.2 Fiera Ile&Bio 3.3 Salone del gusto di Acqualagna 3.4 Naturalmente lucano 4. STRUMENTI OPERATIVI 4.1 Analisi SWOT 4.2 Agenda strategica 4.3 Bilancio socio-ambientale 4.4 Diagramma PERT 5. ACCOGLIENZA COME POLITICA STRUMENTALE AL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI CONDIVISI 6. ANALISI DEI POSSIBILI IMPATTI DELLA GUIDA SUI TERRITORI AL FINE DI COSTRUIRE FUTURE COOPERAZIONI 2

3 CAPITOLO 1. GOVERNO DEL TERRITORIO A CURA DELLA COMUNITA MONTANA VALSAMOGGIA TERRITORIO COESO IN CUI LA QUALITA DELLA VITA SIA SODDISFACENTE SIA OGGI SIA NEL FUTURO: **** da: CARTA DEL NUOVO MUNICIPIO - Per una globalizzazione dal basso, solidale e non gerarchica (promotori: Alberto Magnaghi, Giancarlo Paba, Giovanni Allegretti, Mauro Giusti e Camilla Perrone, Università di Firenze; Giorgio Ferraresi e Andrea Calori, Politecnico di Milano; Alberto Tarozzi, Università di Bologna; Anna Marson, Istituto Universitario di Architettura Venezia; Enzo Scandurra, Università di Roma La Sapienza; Alessandro Giangrande e Elena Mortola, Università di Roma III) Migliorare le condizioni di vita del territorio partendo dalle sue risorse. Il mercato globale usa il territorio dei vari paesi e delle diverse aree geografiche come uno spazio economico unico; in questo spazio le risorse locali sono beni da trasformare in prodotti di mercato e di cui promuovere il consumo, senza alcuna attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale dei processi di produzione. I territori e le loro "qualità specifiche" - le diversità ambientali, di cultura, di capitale sociale - sono dunque "messi al lavoro" in questo processo globale che però troppo spesso li consuma senza riprodurli, toglie loro valore innescando processi di distruzione delle risorse e delle differenze locali. L'alternativa a questa globalizzazione e di conseguenza la nostra idea di Guida alle attività economiche sostenibili e socialmente responsabili parte da qui: da un progetto politico che valorizzi le risorse e le differenze locali promuovendo processi di autonomia cosciente e responsabile, di rifiuto della eterodirezione di questa idea di mercato unico. Lo sviluppo locale così inteso, non può divenire localismo chiuso, difensivo, ma deve costruire un progetto alternativo fondato sulla valorizzazione delle differenze e specificità locali, di cooperazione non gerarchica e non strumentale. In tal senso si può prospettare uno scenario definibile anche come globalizzazione dal basso, solidale, non gerarchica, la cui natura è comunque quella di una rete strategica (anche internazionale, mondiale) tra società locali. Modello di sviluppo da adottare 3

4 Per realizzare futuri sostenibili fondati sulla crescita delle società locali e sulla valorizzazione dei patrimoni ambientali, territoriali e culturali propri a ciascun luogo, gli enti pubblici territoriali debbono assumere funzioni dirette nel governo dell'economia. E per costruire in forme socialmente condivise queste nuove funzioni di governo devono attivare nuove forme di esercizio della democrazia. Solo il rafforzamento delle società locali e dei loro sistemi democratici di decisione consente da un lato di resistere agli effetti omologanti e di dominio della globalizzazione economica e politica, dall'altro di aprirsi e promuovere reti non gerarchiche e solidali. Un nuovo quadro di sviluppo si costruisce attraverso questo percorso, finalizzato a trasformare anche gli enti locali da luoghi di amministrazione burocratica in laboratori di autogoverno. Nuove forme di autogoverno, in cui sia attiva e determinante la figura del produttore-abitante che prende cura di un luogo attraverso la propria attività produttiva, potranno divenire possibili con la crescita del lavoro autonomo, della microimpresa, del volontariato, del lavoro sociale, delle imprese a finalità etica, solidale, ambientale, ecc.. La nostra idea interpreta con maggiore attenzione le identità regionali, per fondare i progetti sulla valorizzazione dei giacimenti patrimoniali locali, contro forme di espropriazione esogena e distruzione degli stessi giacimenti; e promuove la ricostruzione degli spazi pubblici della società locale come luoghi di formazione delle decisioni sul futuro della nuova comunità. Questa nuova dimensione "democratica" di una società locale complessa, multiculturale e autogovernata che cresce e si rafforza nel progettare e costruire direttamente il proprio futuro può costituire il vero punto di partenza di una nuova idea di sviluppo. Concetto di DIVERSITA (ambientale, ma soprattutto culturale) Coinvolgimento delle persone che vivono in un territorio Forme di coinvolgimento del territorio A chi ci rivolgiamo Questa idea si realizza attraverso l'attivazione di nuovi istituti di decisione che affiancano gli istituti di democrazia delegata, allargati al maggior numero di attori rappresentativi di un contesto sociale ed economico, per la promozione "statutaria" di disegni di futuro localmente condivisi. La predisposizione di scenari di futuro, che evitino linguaggi tecnocratici e specialistici, è la condizione perché la partecipazione, estesa agli attori più deboli e senza voce nelle decisioni istituzionali, produca l'individuazione dell'interesse comune attraverso il riposizionamento dei conflitti verso relazioni di reciprocità. Ciò può rendere parte integrante del processo di decisione - nei piani, nei progetti e nelle politiche - percorsi partecipativi strutturati, gli impegni di sviluppo sostenibile partecipato e locale negli strumenti di governo ordinario del territorio, dell'ambiente e dello sviluppo economico. Questi nuovi processi decisionali sono finalizzati a produrre scenari di futuro e "statuti dei luoghi" a carattere "costituzionale", con l'obiettivo di dare voce alle diverse componenti della società 4

5 contemporanea: Gli istituti decisionali della nuova cittadinanza comprendono: - una rappresentanza delle principali associazioni economiche e di categoria (artigiani, agricoltori, commercio, industria, turismo, ecc.); - una rappresentanza delle associazioni con finalità culturali, sociali, di difesa dell'ambiente; - una rappresentanza di comitati e di forum, tematici, territoriali e urbani; - una rappresentanza delle circoscrizioni o assemblee di quartiere, di zona,ecc.. Queste presenze ridefiniscono la composizione di questi nuovi istituti ponendo attenzione all'equilibrio fra attori politici, economici e della società civile, superando la logica di una rappresentanza definita una tantum al momento del voto, ritrovabile nei concetti di partecipazione e di democrazia diretta, permette di produrre politiche pubbliche più efficaci nei confronti dei soggetti "diversi" (spesso coincidenti con soggetti "deboli", sottorappresentati nei luoghi della decisione), coinvolgendoli direttamente nella costruzione degli "statuti dei luoghi" e delle politiche che li attuano. In questo quadro gli enti sovraordinati devono promuovere, nei finanziamenti dei progetti locali, modalità partecipate di definizione degli stessi. Il coinvolgimento di una maggiore pluralità di soggetti costituisce inoltre un'occasione per ampliare la conoscenza del locale, acquisendo rappresentazioni dei problemi che difficilmente possono essere interpretate attraverso mediazioni tecnico-scientifiche o politico-burocratiche. Fra i molteplici punti di vista sottorappresentati che caratterizzano la gestione dello sviluppo locale, oltre a quello "di genere" vi sono ad esempio quelli degli anziani, degli immigrati, dei bambini, del mondo rurale, tutti soggetti che rivestono primaria importanza nella cura del territorio e nelle misure del buon vivere. Le pratiche di coinvolgimento dei bambini nella costruzione delle politiche territoriali, messe in atto negli ultimi anni da moltissime amministrazioni locali italiane, costituiscono un buon esempio dell'efficacia del dar voce a punti di vista sottorappresentati nel migliorare la qualità di vita locale. Ospitalità degli esterni (stranieri, concittadini di altre zone) Sensibilità ed elementi critici Questa idea produce nuovi scenari sociali attraverso il riconoscimento del radicamento abitativo e lavorativo dei nuovi abitanti provenienti da luoghi e paesi differenti. In questo processo si producono nuove relazioni comunitarie e interpersonali tra popoli e culture diverse. In particolare lo spazio pubblico è il luogo di condivisione delle nuove, molteplici e culturalmente differenziate, pratiche dell'abitare e del vivere. Occorre promuovere politiche di accoglienza degli immigrati secondo i seguenti principi: sostituire alle politiche settoriali un approccio di gestione integrata dell'accoglienza e della convivenza; differenziare le politiche in funzione delle diverse fasi temporali del percorso migratorio e dei percorsi territoriali degli immigrati; potenziare le politiche abitative sociali e di inserimento nei 5

6 piccoli centri urbani e rurali; riqualificare le aree problematiche della città caratterizzate da forte conflittualità sociale e degrado ambientale, attraverso politiche integrate di intervento autosostenibili e partecipate; sostenere programmi per la costruzione di partnership decisionali interculturali e interetniche. Costruire coesione con il territorio Coinvolgimento e partecipazione Gli stessi criteri di valutazione delle politiche e dei progetti dovranno ispirarsi alla semplificazione e all'innovazione culturale dei meccanismi di valutazione tecnocratici e tecnicistici, la cui complicatezza e farragine è inversamente proporzionale all'efficacia. Il primo criterio di valutazione riguarda il grado e la forma della partecipazione sociale alle decisioni, rispetto all'obiettivo dell'empowerment delle società locali. Il secondo criterio prevede un drastico ridimensionamento del PIL (come unico indicatore del benessere) e la sua integrazione con indicatori relativi alla qualità ambientale, urbana, territoriale, sociale, e al riconoscimento delle diversità e delle culture. Il terzo criterio riguarda il livello e le modalità di riconoscimento del patrimonio locale come base per la produzione di ricchezza durevole. Il quarto criterio di valutazione riguarda la sostenibilità dell'impronta ecologica, con particolare riferimento alla chiusura tendenziale dei cicli delle acque, dei rifiuti, dell'alimentazione, dell'agricoltura; alla riduzione della mobilità e alla diffusione dei servizi rari; al grado di autonomia del sistema territoriale locale nella produzione, nell'informazione, nella cultura, negli stili di vita, ecc.. Il quinto le tipologie di reti di relazione e di mutuo scambio fra società locali. E così via. Creare legami tra persone ed imprese Questa idea di attori chiave nel governo del processo di valorizzazione del patrimonio territoriale, deve guidare lo sviluppo economico, aiutando attori deboli ad emergere, decidendo cosa, come, quanto, dove produrre per creare valore aggiunto territoriale, favorendo la crescita delle autonomie della società locale come soggetto collettivo e complesso. L'insicurezza generata dallo "sviluppo", dalla fragilità delle alte tecnologie, delle vite e dei semi artificiali dagli effetti oscuri, richiama bisogni di riappropriazione della conoscenza delle forme della riproduzione dei mondi vitali; della misura del tempo di vita, della fiducia comunitaria, della de-tecnologizzazione verso l'appropriatezza delle tecnologie rispetto al contesto. La promozione, di economie locali che mettano in valore i beni territoriali e ambientali comuni, che tendano a chiudere i cicli della riproduzione dell'ambiente e della società locale, che sviluppino 6

7 tecnologie e filiere produttive appropriate al luogo e alle sue risorse, può generare sicurezza comunitaria, competizione sulla qualità dei prodotti, relazioni improntate allo scambio solidale. Programmazione territoriale Il patrimonio territoriale è indivisibile. Non è possibile pensare di salvaguardare alcune riserve di natura (i parchi) e di storia (i monumenti, i centri storici) e ammettere altrove qualsiasi trasformazione distruttiva. La nuova idea di sviluppo assume una definizione estensiva di patrimonio che identifica con il territorio dei luoghi e delle genti, con i suoi caratteri e valori ambientali, paesistici, urbani, con i suoi saperi, culture, arti, nella sua integrale individualità che vive fra passato e futuro. La valorizzazione del patrimonio è possibile nell'incontro fra le energie del futuro e la memoria e i giacimenti dei luoghi. Promuove in ciò, una nuova rappresentazione del patrimonio territoriale per costruire consapevolezza dei propri valori identitari, dei potenziali di produzione di ricchezza durevole, e per stimolare progetti, piani e politiche atti a generare una nuova economia sociale, fondata sulla valorizzazione collettiva del patrimonio stesso. Valorizza gli attori economici, sociali e culturali del mondo rurale che partecipano creativamente alla formazione di progetti capaci di accrescere il valore del patrimonio territoriale locale. Il mondo rurale acquista nuova centralità in questo processo di valorizzazione del patrimonio territoriale: i nuovi agricoltori non producono solo merci per il mercato, ma anche beni e servizi pubblici, per la cura dell'ambiente, del paesaggio, della qualità urbana. Coordinamento dei soggetti e delle istituzioni che operano sul territorio Questa idea di sviluppo si fa interprete di nuove relazioni di scambio di culture, di prodotti tipici, di saperi tecnici e politici, improntati al superamento della competizione economica selvaggia verso forme di cooperazione e di mutuo scambio solidale fra are diverse. proponendo gli insegnamenti della autorganizzazione della sopravvivenza allo sviluppo stesso. Le reti dello scambio equo e solidale costituiscono la più evidente trama minuta ma densa di questa strategia. PROGETTI D IMPRESA INFOPOINT era nato nell ambito di Equal I e si era sviluppato con Equal II. Il suo scopo era di 7

8 fornire uno strumento al territorio ed in particolare ai giovani per conoscere analizzare e promuovere un idea imprenditoriale. Il progetto INFOPOINT oggi si è evoluto, intercettando il servizio Progetti d impresa di rilevanza provinciale Tale servizio offre il proprio sostegno e riferimento a chi voglia iniziare un attività di impresa, l unico presupposto per potervi accedere è avere un idea imprenditoriale. I servizi offerti sono: - accompagnamento allo sviluppo dell idea imprenditoriale ed alla verifica della fattibilità dell intervento tramite consulenze personalizzate per la messa a punto dell idea e la stesura del business plan, - informazione in merito a dati, adempimenti burocratici necessari, obblighi da rispettare, opportunità esistenti ed approfondimenti su tematiche economiche e giuridiche connesse ai diversi settori di attività - orientamento dell utenza verso finanziamenti ideati ad hoc per favorire lo sviluppo delle nuove imprese ed individuazione di altre fonti di finanziamento coerenti con il progetto imprenditoriale, - organizzazione di incontri di approfondimento e formazione relativamente ad aspetti tecnici e pratici connessi alla gestione di impresa, per potenziare le competenze manageriali dei futuri imprenditori ed orientarli nelle scelte amministrative, finanziarie e commerciali, - servizio di ricerca soci e messa in contatto con potenziali partner con cui condividere un idea di impresa. LE GESTIONI ASSOCIATE La Comunità Montana Unione dei Comuni Valle del Samoggia esercita funzioni proprie istituzionalmente attribuite e funzioni proprie dei Comuni, nei casi in cui questi ultimi decidano di svolgere attività (o di erogare servizi), in forma associata, mediante lo strumento dell Unione dei Comuni. Ciò è frutto sia di scelte politiche sia dell evoluzione della legislazione di settore. In virtù delle scelte politiche finora effettuate, l Unione dei Comuni Valle del Samoggia, ha potuto sviluppare e consolidare un significativo patrimonio di esperienze amministrative nella gestione di un ampia gamma di servizi erogati in forma associata. Si tratta, di un insieme di servizi ampio e diversificato, che comprende servizi al cittadino e servizi alla Pubblica Amministrazione, servizi amministrativi e servizi tecnicospecialistici, servizi che si riferiscono ad una pluralità di settori, che vanno dal settore economico a quello socioassistenziale: - Gestione del territorio, 8

9 - Servizio Informativo Territoriale (S.I.T.) - Servizio Associato Informatico e Statistico (S.A.I.S.), - Sportello Unico Attività Produttive (S.U.A.P.), - Servizio alla Persona (S.A.P.), - Edilizia Residenziale pubblica (E.R.P.), - Difensore Civico, - Sportello Difesa Consumatore (ADICONSUM) - Servizi Socio Sanitari (So.Sa.) - Polizia Municipale Associata (P.M.A.) - Servizio Progetti Europei Sovracomunale, (S.P.E.S.) - Servizio turismo ed Europa (S.T.E) - Servizio Attività Sportive (S.A.S.), - Servizio Cultura e Musei (S.C.M.), - Trasporto Scolastico (Tra.Sco.) La legislazione di settore, individua nelle Unioni fra Comuni uno strumento amministrativo particolarmente adeguato a consentire ed a qualificare la realizzazione delle politiche di sviluppo locale dei Comuni. Ciò nell intento di consolidare progressivamente modelli di erogazione di servizi che presuppongano forme di coordinamento reticolari fra Comuni, nella prospettiva di migliorare la qualità dell azione amministrativa a livello locale, intesa come risultato di sinergie di sistema. Nell attuale quadro di condizioni strutturali, organizzative e finanziarie, infatti, solo l adozione di dispositivi amministrativi avanzati, quale, appunto, la gestione associata dei servizi e la necessaria e conseguente gestione delle funzioni, individuando l Unione quale vero e proprio Ente erogatore di funzioni, consente ai Comuni di razionalizzare l utilizzo delle risorse disponibili, incrementando, al contempo, le possibilità concrete di impatto sul territorio dei diversi interventi ed il livello qualitativo dei servizi resi al cittadino ed alla Pubblica CERTIFICAZIONE AMBIENTALE EMAS EMAS è un sistema pubblico di certificazione ambientale (reg. CEE 1836/93 e 61/2001). E uno strumento di politica ambientale ed industriale a carattere volontario volto a promuovere costanti miglioramenti dell efficienza ambientale e delle attività industriali. E un sistema di riorganizzazione del sistema produttivo secondo i principi della sostenibilità, comprende una sistematica documentata, periodica e obiettiva valutazione della performance dell organizzazione 9

10 rispetto alla protezione ambientale. La Comunità Montana Unione dei Comuni Valle del Samoggia, a partire dal 18 maggio 2006 è certificata EMAS. L obiettivo che si è perseguito con la registrazione ambientale EMAS è di tutelare il patrimonio naturale, attraverso politiche compatibili tra sviluppo e rispetto dell ambiente. L iniziativa è nata inoltre dalla volontà di valorizzare un territorio che trae le sue principali risorse dalla qualità dell ambiente, dei prodotti locali e delle attività ad essi collegati. L Amministrazione ha iniziato così un percorso importante nella direzione dello sviluppo sostenibile, del miglioramento della qualità della vita dei propri cittadini e della crescita delle proprie realtà territoriali. Sono attive diverse azioni che permettono una gestione più oculata delle risorse ambientali, tra le quali riduzione dei consumi di energia e materie prime, limitazione della produzione di rifiuti, conservazione e valorizzazione del patrimonio forestale. Tutti questi fattori incidono sul vivere quotidiano di ognuno di noi. La tutela dell ambiente non deve essere vissuta come un limite, ma piuttosto come un opportunità di crescita, economica e sociale, tale da determinare le condizioni per una migliore qualità della vita e per la salvaguardia del patrimonio pubblico e privato. L esperienza amministrativa di studio dei sistemi di certificazione induce anche un nuovo approccio dell organizzazione agli adempimenti istituzionali. La procedimentalizzazione codificata delle prassi e dei procedimenti è intesa come momento qualificante dell azione amministrativa: in tale senso si sviluppano sensibilità nel controllo delle attività. La gestione delle prescrizioni legislative impone una revisione di tutto l impianto organizzativo dell Ente. La contrattualistica, la corrispondenza, l attribuzione delle responsabilità e altri processi ed istituti sono filtrati nell ottica di dare garanzia di risultato all intero sistema. Dall implementazione del Sistema in poi, si è instaurato un impegno serio dei dipendenti verso i compiti e le sensibilità richieste dalla gestione ambientale, a tutt oggi vivace e progressivamente più cosciente. I dipendenti sono parte attiva nella razionalizzazione dei consumi di materie prime e di energia dei propri uffici. Anche il rapporto coi fornitori è totalmente strutturato nell ottica della sostenibilità. PIANO SOVRACOMUNALE ASSOCIATO (P.S.C) In seguito ad un accordo territoriale approvato dai sei Comuni facenti parte della Comunità Montana Unione dei Comuni Valle del Samoggia e da un Comune non ancora aderente all Unione, è stata espressa la volontà di elaborare in modo unitario il PSC dei Comuni sia per quel che riguarda l analisi e valutazione del quadro conoscitivo del territorio di tutti i Comuni sia per quel che concerne la predisposizione, attraverso una metodologia unica, degli elaborati del Piano Strutturale. 10

11 L Accordo inoltre prevede l istituzione di un unico Ufficio di Piano. E prevista l elaborazione dei seguenti strumenti di lavoro: Piano Strutturale, il master plan dell urbanistica moderna europea, previsto per il medio periodo e destinato alle grandi trasformazioni urbanistiche: programmatico e non direttamente prescrittivo (cioè che non crea diritti e doveri), schematico e quindi poco dettagliato. Piano Operativo, che alcuni chiamano il piano del Sindaco, perché ha durata quinquennale; da attuarsi con piani particolareggiati e anche in forma diretta, ma comunque prescrittivi, per il periodo della sua vigenza, dei vincoli pubblici e dei diritti privati generati dal piano. Regolamento Urbanistico-Edilizio, valido a tempo indeterminato e prescrittivo finché vigente per tutto il patrimonio esistente nell area urbana e in quella extra-urbana: rappresenta lo strumento di manutenzione e di gestione leggera di quanto non è assoggettato alla trasformazione urbanistica. Lo svolgimento delle funzioni attinenti alla pianificazione urbanistica ed in particolare i procedimenti relativi all approvazione dei piani sono complessi e vedono il concorso di tutti gli organi comunali. L istituzione di una forma associativa stabile e strutturata, quale la Comunità Montana o l Unione dei Comuni, consente una forte integrazione istituzionale ed organizzativa tra gli Enti aderenti ed il conseguente conferimento agli organi associati delle funzioni spettanti ai singoli Consigli, Giunte comunali e Sindaci. I nuovi strumenti di pianificazione urbanistica comunale introdotti dalla legge regionale 20 hanno sostituito il Piano Regolatore generale e includono anche la disciplina edilizia, trattata finora separatamente, sotto l aspetto formale, attraverso l apposito regolamento edilizio comunale. i nuovi strumenti di pianificazione si caratterizzano per la loro differente natura, il loro diverso procedimento di approvazione ed i loro differenti contenuti. Il PSC è il Piano generale del territorio comunale: - contiene le scelte strategiche di lungo periodo, - definisce e disciplina gli elementi territoriali non mutabili nel tempo, quali ad esempio gli ambiti urbani consolidati e i vincoli di conformazione del territorio - definisce i limiti all uso e alle trasformazioni del suolo derivanti dalla valutazione delle sue criticità - individua gli ambiti delle trasformazioni in particolare il Piano strutturale tratta i contenuti strategici della pianificazione attinenti al sistema ambientale ed ai rischi naturali, al sistema insediativo, al sistema della mobilità ed al tema delle dotazioni territoriali. Questi sono temi che per la loro natura si prestano ad un analisi e una valutazione rispetto ad un ambito territoriale più vasto di quello comunale. 11

12 Nel contesto di questo servizio associato occorre rilevare che, ai fini di garantire impatti ambientali sostenibili ci si è dotati di: - Quadro della mobilità e viabilità - Quadro del dissesto idrogeologico - Quadro generale della forestazione. Nel prossimo futuro ci si doterà di un: - Osservatorio - Manuale del paesaggio Il piano strutturale è associato quando viene elaborato da una forma associativa prevista dal Testo Unico degli Enti Locali e dalla legge regionale 11 del 2001, i inoltre quando viene predisposto a seguito di un accordo territoriale intervenuto tra più Comuni. BILANCIO SOCIALE Il ruolo positivo del progetto Equal: LaboratorioSamoggia si esplicita come momento di conoscenza aggregata, di integrazione di realtà diverse, di costruzione di momenti di convergenza, di sintesi di idee ed esperienze. Un vero e proprio Laboratorio progettuale di sintesi delle esigenze e di proposte normative: un patto di solidarietà sul territorio che traduce anche gli strumenti normativi in un complesso di potenzialità e di elementi di governo mediato e condiviso del territorio. All interno anche di questo progetto questa Cm/Unione si sta adoperando per giungere alla adozione di un proprio Bilancio Sociale, il quale recuperando anche esperienze dei Bilanci partecipati (Comune di Zola Predosa e Provincia di Bologna) si ponga l obiettivo di offrire ai cittadini, alle loro espressioni organizzate (dalle associazioni alle rappresentanze di categoria) e alle altre amministrazioni, un documento che consenta, anche ai "non addetti ai lavori", di capire in modo chiaro come sono stati spesi i soldi amministrati da questo Ente. In pratica ragionare su una sintesi di rendiconto economico al quale si aggiunge il calcolo e la redistribuzione del valore aggiunto, infine la relazione sociale che, attraverso la descrizione qualitativa e quantitativa dei risultati, consenta di comprendere fino a che punto gli impegni assunti sono stati mantenuti. Proprio il calcolo del valore aggiunto rappresenta la principale peculiarità del Bilancio Sociale: infatti nel caso di un ente pubblico la differenza tra le risorse disponibili e le spese sostenute per realizzare le proprie attività indica la ricchezza prodotta nell'esercizio con riferimento agli interlocutori che partecipano alla sua distribuzione. 12

13 Il Bilancio Sociale deve concorrere a: fornire a tutti i cittadini un quadro generale delle performance economiche e sociali al fine di consentire loro di formare una valutazione sul comportamento dell ente; promuovere e migliorare il processo interattivo di dialogo tra amministrazione e cittadini; esporre gli obiettivi di miglioramento ed innovazione che l Ente si impegna a perseguire; fornire un profilo strategico gestionale per gli organi di governo dell Ente. Attraverso questa forma innovativa di rendicontazione la Comunità intende descrivere gli effetti della propria attività nei confronti dei cittadini e del territorio sovra-comunale in cui opera. La forza del bilancio sociale risiede infatti nell essere stimolo ad un miglioramento continuo e strumento affidabile per misurare quanto i valori e gli obiettivi dell organizzazione si traducano in una prassi coerente. Secondo le linee guida dettate dal GBS (gruppo di studio e di riferimento nazionale individuato anche tramite il convegno dedicato alla finanza locale), le parti che costituiscono il bilancio sociale sono 3: - Parte I: si definisce l identità dell Ente, il suo ruolo e la sua organizzazione, si pone un confronto tra gli obiettivi e gli interventi finalizzati al raggiungimento degli stessi - Parte II: si analizza il rendiconto economico ed in particolare la provenienza delle risorse, la loro allocazione per aree e l andamento economico finanziario al fine della determinazione del valore aggiunto - Parte III: relazione sociale in merito al rapporto sulle prestazioni ed i servizi offerti alla comunità ed ai Comuni della Comunità Montana Unione dei Comuni - Eventualmente verrà inserita una quarta parte nella quale si analizza la rete di rapporti costituiti tra comunità Montana Unione dei Comuni e realtà collegate. Si tratta delle prime idee di quello che nei prossimi anni potrà diventare un autonomo Bilancio di Genere, strumento, importante, per comprendere come le scelte politiche e la distribuzione delle risorse possano interagire con l'obiettivo di offrire opportunità uguali a tutti i cittadini. Azioni precise declinate sulla Finanza Locale e sulla Coesione Sociale che intendono costituire una tappa importante (anche di avvio) del percorso di dialogo e partecipazione attraverso il quale i cittadini possono davvero essere ascoltati e contribuire così alle scelte dell'amministrazione. RETE DI PORTALI Un altro progetto che la Comunità Montana Unione dei Comuni Valle del Samoggia sta realizzando è Rete di portali. Si intende creare una struttura di siti tra tutti gli EELL facendoti capo alla Cm/Unione, l Unione stessa ed il Parco Regionale, interattivi e dinamici al fine di erogare servizi on line evoluti ed efficienti ai cittadini, utilizzando CMS (Content Management System) ossia sistema di gestione 13

14 dei contenuti, una categoria di sistemi software per organizzare e facilitare la creazione collaborativa di documenti, che da la possibilità a qualsiasi utente autorizzato di inserire contenuti e modificare in modo semplice il sito - portale in modo da renderlo reale fonte di informazioni sempre aggiornate per gli utenti. Tutti i portali saranno collegati e le informazioni potranno essere condivise e utilizzate da tutti gli Enti così da dare vita ad una struttura virtuosa con la conseguente possibilità di arricchire lo strumento on line di notizie e servizi senza alcun lavoro aggiuntivo. Il sistema acquista poi valore aggiunto in quanto una attenzione particolare e mirata sarà dedicata a fornire risposte adeguate ai portatori di handicap nel rispetto del codice sulla privacy Un portale web è un sito web che costituisce una porta di ingresso ad un gruppo consistente di risorse di Internet e di una Intranet. Esso consente al suo gruppo di utenti di personalizzare alcune sue prestazioni. Il portale per essere tale deve contenere i seguenti meccanismi: Motore di ricerca Groupware e Collaborazione Gestione della conoscenza Gestione del contenuto Work Flow Facilitazioni multicanale Firma personale Business intelligence e Integrazione delle applicazioni Integrazione con la gestione dell'identità Funzionalità infrastrutturali In questo modo è possibile costruire e tenere aggiornato un sito di notevoli dimensioni, senza conoscere appositi linguaggi di programmazione. Il fatto che ogni utente autorizzato possa modificare, editare, aggiungere informazioni di qualunque tipo, personalizzare la grafica, inserire documenti scaricabili, foto, forum e quant altro, rende più facile la ricerca di informazioni, evita duplicazioni e riduce la possibilità di incongruenze. RINGRAZIAMENTI Si ringraziano Renato Castiglione, Marco Cevolani, Stefano Cremonini, Silvia Pellegrino, Daniele Rumpianesi Nicoletta Veronesi per il materiale fornitomi al fine della redazione di questo capitolo. 14

15 CAPITOLO 1.GOUVERNANCE DU TERRITOIRE A CURA DI FRCIVAM BRETAGNA L activité économique en ce début de XXIème siècle est tiraillée entre l horizon mondial des échanges internationaux et la réalité sensible du local où s organisent les transactions. Le premier est de plus en plus identifié à la chrématistique, volonté et art d accumuler le capital. La seconde réfère au sens étymologique de l économie : oikos nomos, l art de gouverner la maison. Le terme économie, dans son acception initiale, est donc pleinement une sorte d ancêtre pour la réflexion sur la gouvernance des territoires, qui ont pris le relais de la maison comme espace de vie accessible en quelques minutes, évolution des transports aidant. Le territoire, tel que l entendons, est le croisement de réalités multiples : physique, sociale, culturelle, économique, mais aussi politique. Au niveau européen, il fait partie du patrimoine conceptuel commun à l Italie et à la France, alors que le monde anglo-saxon utilise plus volontiers le terme community, rejoint par la tradition ibérique qui emploie le mot comunidad ou comunidade. L un comme l autre se fondent d abord sur les liens sociaux, alors que le territoire, tout en les intégrant, les élargit explicitement au cadre physique et environnemental. Le territoire tel que nous l entendons n est pas celui de la géographie physique, mais plutôt celui de l aménagement. Ses limites sont déterminées par l identité locale mais surtout par l existence d une organisation dont la fonction est de faire fonctionner et évoluer la vie collective. En d autres termes, le territoire tel que nous l envisageons suppose la présence d une entité politique qui organise, gère, anime, anticipe, bref «gouverne» son développement. Comment l échelon politique en charge de régir, et d améliorer, le bien être sur un territoire s y prend-il? C est une première interrogation, portant sur le fonctionnement interne des collectivités locales. Mais «faire territoire» suppose aussi l existence d une société civile de même échelle, composée d associations, d entreprises, de réseaux informels de citoyens, et plus ou moins organisée. Comment se tissent et s expriment les liens entre «le gouvernement» et «les gouvernés»? C est une seconde interrogation, portant sur les relations établies ou à établir entre les acteurs d un territoire, et la répartition des rôles. Le programme Equal a permis la confrontation entre des organisations de nature différente, politiques du côté italien, associatives du côté français. Confrontation d autant plus riche 15

16 sur son caractère transnational permet de multiplier les expériences concrètes, en les dégageant des intérêts de court terme. Les uns et les autres partagent le soucis de fonder le développement sur la créativité des territoires. Elles ont aussi en commun de se référer au développement durable, non seulement en ne hiérarchisant pas économie, social et environnement, mais aussi en visant des évolutions soutenables sur le plan culturel. Cette réflexion collective de «gouverneurs» et de «gouvernés» vise à dégager des pistes de travail pour que le développement des activités économiques sur les territoires, gage d emploi et d attractivité, soit soutenable sur le plan environnemental, et responsable sur le plan social. fonctions de gouvernance En matière de création et de développement d activités économiques, la gouvernance territoriale peut être abordée sous trois angles, en partant des fonctions d une collectivité. La collectivité initiatrice de projets Par nature, les échelons de gestion territoriale sont des lieux où se concentre l information. Dynamiques démographiques, problèmes environnementaux, évaluation de la richesse et de sa répartition, questions sanitaires sont connus, et peuvent être analysés, au sein des collectivités. L identification des problèmes, mais aussi des opportunités, peut donc y reposer sur des bases établies rigoureusement. Par ailleurs, ceux qui les administrent sont des élus qui disposent de la légitimité démocratique pour affecter les contributions collectives (impôts, taxes, ) à des projets innovants. Des activités créatrices d emploi et de bien être collectif peuvent être identifiées et formalisées, alors que leur viabilité dépend d un financement public, à court ou long terme. Le dispositif «nouveaux services, nouveaux emplois» (dit «emplois jeunes») mené en France a ainsi mis en évidence l importance du gisement potentiel d emploi utiles socialement et environnementalement, et négligé pour des raisons de solvabilité. Les collectivités, en particulier rurales, y ont fait largement appel pour des missions de préservation et de mise en valeur de l environnement ou de renforcement du lien social. Dans d autres contextes, des collectivités territoriales ont pris le pilotage de projets collectifs porteurs d avenir. Les fonds européens (LEADER, Equal, Interreg) ont souvent été mis en œuvre directement par des collectivités pour impulser des dynamiques nouvelles. Dans cette optique, la collectivité est directement porteuse d emplois directs, qui peuvent en induire d autres dans le secteur privé ou associatif. La fonction d employeur d une 16

17 collectivité est souvent une contribution majeure au maintien de populations dans des zones très rurales. Mise en valeur de sites, animation touristique, préservation du patrimoine, sauvegarde de la culture locale sont des domaines d activités privilégiés de ce type de fonction. La collectivité accompagnatrice de projets Tout territoire voit émerger des projets à vocation économique. Ils peuvent être portés par des habitants de longue dates ou des nouveaux arrivants, reposer sur des initiatives individuelles ou avoir été mûris collectivement, par exemple dans un cadre associatif. Dans tous les cas, leur vie croise à un moment ou à un autre celle d une collectivité : recherche de financement, besoins fonciers, évaluation d un besoin ou d un marché. La collectivité, à la fois financeur potentiel, régulatrice de la vie collective (par exemple pour l urbanisme) et carrefour de l information, est souvent plus accessible dans le monde rural, par effet de proximité. Mais la plupart des collectivités rurales n ont que des moyens limités pour répondre aux besoins des porteurs de projets. Leur capacité financière est faible, leur information fragmentaire, leurs compétences limitées. De plus, la viabilité économique des projets n est pas toujours assurée par une démarche strictement locale, et l organisation administrative fait que d autres échelons territoriaux doivent être considérés. L accompagnement efficace de projets économiques repose donc sur des organisations territoriales coopératives, comme la «comunità montana» en Italie ou le «pays» en France. La collectivité, par des élus compétents ou du personnel spécialisé, joue un rôle éminent pour viabiliser et orienter les initiatives et les porteurs de projets. Elle dispose de toutes une palette de moyens, qui ne sont pas uniquement financiers : communication dans la presse municipale, signalisation routière, orientation vers des personnes ou structures ressources, insertion sociale des nouveaux arrivants. Ces fonctions de «facilitateur» sont souvent mises en œuvre de façon spontanée, alors que leur organisation formalisée peut engendrer des gains d efficacité, mais aussi d attractivité pour le territoire. Un «bon accueil» sur un territoire a des effets cumulatifs grâce au bouche à oreille. Une anecdote peut le résumer. Lors d une entrevue avec un porteur de projet en Italie, celui-ci a déclaré : «j ai été tellement bien accueilli ici que j ai envie de faire quelque chose pour le territoire». 17

18 La collectivité fédératrice du territoire La création d activités économiques, que ce soit dans la sphère individuelle ou collective, réclame l intervention de multiples acteurs, administratifs, techniques, financiers. Ceux-ci ne sont pas toujours présents dans un territoire donné, surtout rural, et peuvent quand ils le sont souffrir d effets de rivalité ou de concurrence. La collectivité, par la légitimité issue du vote mais aussi par ses capacités d interventions a une fonction de coordination et de mise en relation des acteurs. L élu, éventuellement relayé par du personnel, peut comme dans la paragraphe précédent se mettre à disposition des initiatives pour les faire aboutir. Mais il a aussi une fonction d anticipateur. Informé potentialités du territoire, à la fois sur le plan humain, culturel, économique et physique, il peut provoquer des rencontres d où surgissent de nouvelles idées, de nouvelles pistes de développement local. La mise en présence d acteurs divers, qui parfois se connaissent pu ou mal, peut déboucher sur des cercles vertueux où «le tout est plu que la somme de parties». Les regroupements volontaires de collectivités à l échelle de territoires ressentis comme des lieux de vie cohérents ont souvent cette fonction. Ainsi, la «comunità montana» ou le «pays» sont avant tout des espaces de projets destinés à fédérer les énergies, non pas pour répondre à des sollicitations externes mais pour tracer de nouvelles voies pour «mieux vivre ensemble». Cette fonction requiert des compétences et des dispositions spécifiques qui ne relèvent pas du registre habituel du personnel politique : le décideur doit ici s effacer derrière l animateur, l orateur derrière l organisateur du débat. Les anglo-saxons disposent d une maxime pour évoquer cette attitude : le traditionnel «sage on the stage» (le sage en scène) doit faire place au «guide on the side» (le guide sur le côté). La complexité de la gouvernance territoriale réside dans le savant dosage effectué entre ces différentes fonctions d initiateur, d accompagnateur et de fédérateur. La relation au territoire et à ses acteurs dépend aussi de la prévalence de telle ou telle fonction. Une association, porteuse d un projet à vocation économique, ou un porteur de projet revêt un élu de l une ou l autre compétence selon le stade d avancement d un projet. A titre d illustration, le programme PANIER requiert des participations sur chacun de ces champs le projet de valorisation du lin sur le site du Palacret appelle un investissement de la communauté. Sans une maîtrise publique de l espace, rien ne peut se faire. La fonction d initiateur de la collectivité, qui reste par la suite engagée, est essentielle. mais le développement du projet, qui intègre des acteurs associatifs, réclame un accompagnement par la collectivité, qu il s agisse du projet global ou qu il s agisse des 18

19 personnes en difficulté sociale qui s y intègrent. enfin, l ensemble ne pourra se développer que si la collectivité sait créer un climat favorable, qui fera du projet un bien commun de tous les habitants du territoire et non pas un «éléphant blanc» vécu sujet d indifférence, voire d opposition. Qualité du développement Conformément à l ancrage des projets territoriaux dans des dynamiques de développement durable, il importe de vérifier les effets des initiatives économiques sur le plan économique, en considérant l impact d une activité sur le territoire et pas seulement le résultat financier pour le porteur de projet. Il relève de la responsabilité publique, comme de l éthique associative, de veiller à ce que les conséquences économiques d une activité n aient pas d effets induits qui réduisent le bien-être collectif. Ainsi, des effets de concurrence mal appréciés peuvent entraîner des pertes d emploi dans des entreprises voisines, ou mobiliser des ressources publiques de façon démesurée. sur le plan social, l intérêt d une initiative n est pas réductible à un nombre d emplois créés. La qualité des emplois doit également être pise en considération, non seulement au niveau de ceux qui les occupent, mais également de leur environnement. Ainsi, certaines activités ou conditions de travail peuvent entraîner des conséquences dommageables sur les enfants ou la santé. sur le plan environnemental, il est nécessaire d évaluer les effets induits par une activité, non seulement sur le site de celle-ci mais sur la chaîne économique. Ainsi, une activité en apparence «propre» peut faire appel à des intrants qui provoquent des dommages environnementaux, en termes de pollutions ou de perte de diversité biologique, ou économiques (par exemple pollution des eaux d une activité d aval par l amont). La question énergétique doit être incluse dans les considérations environnementales, à la fois sous l angle des consommations de ressources non renouvelables et celui des émissions de gaz à effet de serre. sur le plan culturel, des projets en apparence peu ambitieux peuvent avoir des effets importants. Il s agit en particulier d activités qui sauvegardent et mettent en valeur le patrimoine ou les savoir faire locaux. A l opposé, certaines pratiques peuvent éroder voire faire disparaître des richesses locales. Les effets dans ce domaine, diffus et souvent différés, sont particulièrement délicats à évaluer. 19

20 Ces effets doivent être appréciés sur un territoire «lieu de gouvernance» où la responsabilité des acteurs est directe. Ce qui n exonère pas le territoire d une responsabilité, certes diffuse et partielle, à l échelle de l humanité et de la planète. Les interactions planétaires rendent les options de «développement local égoïste» insoutenables. la localisation de certaines activités peut entraîner des effets économiques lointains, provoquant un appauvrissement collectif supérieur à l accroissement local de richesse ; il en va ainsi des pertes d emploi liées aux délocalisations, souvent stigmatisées à l échelle internationale, mais qui s exercent parfois entre territoires voisins ; les chaînes économiques longues exercent des effets écologiques notables dans des territoires éloignés, en termes de pollution ou de consommation des ressources ; la diffusion des produits à l échelle planétaire peut engendrer des effets d uniformisation et de perte culturelle. Un tel programme, aussi ambitieux qu idéal, doit être mis à l épreuve des faits. Pour devenir une réalité agissante, force est de disposer d indicateurs qui permettent de vérifier les niveaux et évolutions, les stocks et flux des «richesses locales». Or, les indicateurs aujourd hui disponibles sont soit d intérêt limité, soit difficiles à mettre en œuvre : les indicateurs purement économiques ne sont pas toujours disponibles à l échelle locale et leur interprétation est périlleuse. Ainsi l appareil statistique français ne permet pas de mesurer le «produit intérieur brut» d un territoire. Les mesures de revenu ne peuvent être agrégées à différentes échelles. Par ailleurs, il est désormais reconnu la pauvreté informative de ces indicateurs, surtout quand on se place, comme c est notre cas, dans un contexte de développement durable. les indicateurs sociaux sont parfois disponibles à l échelle locale, mais leur interprétation quand ils sont considérés de manière isolée, est difficile. Ainsi, il est connu qu une forte création d emploi peut entraîner paradoxalement une augmentation du nombre de chômeurs, par arrivée de personnes à la recherche d emploi. les indicateurs environnementaux sont très fragmentaires, et souvent concentrés localement sur une obligation légale ou une question qui fait problème. C est ainsi le cas en Bretagne de la qualité des eaux. Certaines questions échappent à toute quantification opérée à l échelle locale, comme la biodiversité. les indicateurs en matière culturelle sont rudimentaires et superficiels (taux de fréquentation d équipements culturels). 20

21 A l échelle internationale, les travaux récents ont mis en valeur des indicateurs synthétiques, qui agrègent sous une forme «ramassée» des informations multiples. Ainsi, l indicateur «espérance de vie» subit-il l influence à la fois de facteurs sanitaires, économiques, de qualité environnementale et de répartition des richesses. La faible disponibilité de l information statistique à l échelle locale fait que la mise en œuvre de «tableaux de bord» constitués d indicateurs est très lourde. Il est cependant possible de mentionner quelques pistes l indice de développement humain, proposé par le Programme des Nations Unies pour le Développement, a été mis en œuvre à l échelle infra-nationale par certains états, comme le Brésil. l empreinte écologique, fondée sur la consommation des ressources et intégrant à ce titre une certaine dimension économique et sociale, peut être appliquée à l échelle locale, comme cela a été réalisé autour de Vancouver (Canada), mais au prix de relevés de terrain approfondis. l indice de bien être économique (voir agrège des données relevant des flux de consommation, des stocks de richesse, de l égalité des citoyens et de la sécurité économique. Il couvre partiellement les facteurs environnementaux, sociaux et culturels. Son intérêt réside dans son ouverture dans la mesure où il est modulable par un utilisateur. Cependant les données nécessaires pour l alimenter ne sont pas disponibles partout (il a été confectionné au Canada) et encore moins à l échelle locale. Il constitue cependant une importante source d inspiration pour imaginer un «tableau de bord» local. 21

22 CAPITOLO 1. GOVERNO DEL TERRITORIO A CURA DELLA COMUNITA MONTANA MELANDRO 1.1. Funzioni di governo Il territorio del Melandro è situato proprio a ridosso del capoluogo di regione e confina sul versante opposto con la vicina campania. La vicinanza con Potenza, naturalmente, rappresenta una grande opportunità per i territori che godono, per questa ragione, non solo della prossimità di una serie di servizi essenziali ma anche di una buona rete di collegamento con le principali direttrici stradali della nostra Regione; ci riferiamo in particolare all autostrada Sicignano-Potenza, alle superstrade Basentana e Tito-Brienza. A questo bisogna aggiungere il fatto che l area del Melandro è un area borderline rispetto ai territori della vicina Campania. Ci troviamo, dunque, di fronte a una postazioni ideali per creare corridoi di accesso che siano capaci di veicolare un numero sempre crescente di risorse umane. La costruzione di questi corridoi richiede, naturalmente, la capacità di essere innovativi, attrattivi e funzionali al punto da creare un sistema territorio che possa interessare e convincere queste popolazioni che rappresentano un importante bacino di utenza. Ma la vicinanza con il Capoluogo non è portatrice solamente di aspetti positivi. Il pericolo più grande che corre questa area è quello di vedere smembrato il proprio territorio e snaturata la sua identità in ragione di un progetto metropolitano che riguarda Potenza e che da qualche anno è all attenzione della programmazione politica. E necessario, infatti, capire se comuni come Picerno e Tito devono diventare parte integrante della periferia di un ipotetica grande città o piuttosto il volano per la rinascita della loro area di appartenenza. Non è una novità, infatti, che nel Melandro vi è complessivamente una distinzione fra questi comuni, che presentano una situazione di maggior vantaggio economico e sociale, e le aree più interne. La risposta, in verità, risiede nelle azioni che negli ultimi anni a vario titolo si sono intraprese sui territori al fine di rivendicare con forza l autonomia e la volontà di autodeterminazione di un area che non vuole perdere la sua identità culturale. Se si considera la geomorfologia dell 22

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