PREVENZIONE DELLE ZOONOSI

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1 PREVENZIONE DELLE ZOONOSI La protezione della salute umana dalle malattie direttamente o indirettamente trasmesse dagli animali all'uomo è considerata di massima importanza nella politica sanitaria della Comunità Europea. Il Regolamento 78/2 per la sicurezza alimentare e la Direttiva 99/ sulle misure di sorveglianza delle zoonosi e degli agenti zoonotici forniscono le linee guida per migliorare gli attuali sistemi di sorveglianza ed i sistemi di raccolta ed analisi dei dati. Unitamente allo studio delle malattie zoonotiche, la Comunità si propone di sorvegliare la preoccupante insorgenza di casi di resistenza agli antimicrobici (medicinali e additivi dei mangimi) e la prevalenza dei microrganismi indicatori. Piani di studio verranno pertanto intrapresi negli Stati Membri per raccogliere dati confrontabili, individuare e descrivere i pericoli, caratterizzare i rischi connessi alle zoonosi e valutarne l'esposizione. In tal senso la Comunità avvierà progressivamente piani per il controllo della diffusione della salmonellosi negli allevamenti avicoli (riproduttori, ovaiole, broiler, tacchini) e suinicoli (riproduzione ed ingrasso) e misure di sorveglianza Lista Segnalazioni SeREMI dovranno essere adottate nel territorio comunitario per il controllo della tubercolosi umana causata da M. bovis, della brucellosi e di Campylobacter, Escherichia coli VTEC, Listeria monocytogenes, Cryptosporidium spp., Echinococcus granulosus e multilocularis e Trichinella spiralis, agenti patogeni indicati come responsabili delle infezioni giudicate prioritarie dal Comitato scientifico per le misure veterinarie in relazione alla Sanità pubblica. Anche nella Regione Piemonte dovrà pertanto essere incrementata l'attività di controllo e sorveglianza effettuata sia a livello della produzione primaria sia in altre fasi della catena alimentare (compresa la produzione dei mangimi) e dovrà essere migliorata la cooperazione tra i Dipartimenti di Prevenzione delle diverse al fine di eseguire indagini approfondite sui focolai di zoonosi, per identificare i patogeni, individuare le fonti di infezione ed i fattori che ne determinano la presenza nelle popolazioni animali, e la loro diffusione nelle preparazioni alimentari. Permangono in effetti alcune difficoltà di scambio delle informazioni tra Servizi di Igiene Pubblica e Servizi Veterinari di alcune, evidenziate dalle differenze che si possono rilevare tra le schede mensili di rilevazione dei casi di zoonosi trasmesse dai Servizi Veterinari ed i rilievi del Servizio Regionale di Epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione ed il controllo delle Malattie Infettive - SeREMI - con cui la Direzione di Zoonosi Numero casi TUBERCOLOSI* BRUCELLOSI 2 LEISHMA NIOS I 2 RICKETTSIOSI 7 LISTERIOSI * Casi riferiti a persone con professioni in possibile contatto con bovini Altre zoonosi Anno Trichinellosi Scabbia Dermatofizie Teniasi Leptospirosi Echinococcosi Listeriosi Leishmaniosi Tularemia Malattia di Lyme Totale Ascaridosi Pag.

2 Relazione di attività - Sanità Pubblica mantiene un flusso informativo periodico. Per questo motivo nel 5 le indagini necessarie per le differenti segnalazioni dovranno essere meglio coordinate dalla Regione a cui spetterà il compito di integrare le informazioni provenienti dai Servizi Veterinari e dagli altri servizi sanitari pubblici Prosegue il protocollo di collaborazione tra i laboratori dell'ospedale Amedeo di Savoia di Torino, in cui si eseguono le tipizzazioni dei micobatteri isolati nelle infezioni umane ed il laboratorio dell'izs che effettua la ricerca dell'agente eziologico nei bovini infetti. Gli studi hanno permesso di evidenziare con tecniche di biologia molecolare (PCR, spoligotyping, VNTRtyping e MIRU-typing) la correlazione tra ceppi isolati in allevatori nel e nei loro rispettivi animali allevati. Nessun episodio di infezione tubercolare è stato soggetto a questo tipo di indagine nel corso del. Il SeREMI ha infatti segnalato nel corso dell'anno, n. episodi di tubercolosi umana in persone con professione lavorativa nel settore primario, in possibile contatto con bovini. Per due di questi, indicati con professione "contadino", una persona di origine marocchina ed una di origine rumena, non è stato possibile stabilire se abbiano avu- to esperienze lavorative nel campo zootecnico, mentre un terzo episodio è riferito ad un "agricoltore" che risulta non aver mai detenuto animali. In nessun caso è stata eseguita la tipizzazione del micobatterium tuberculosis che è stato isolato (M. tb. complex). Una quarta infezione è invece stata riscontrata in un agricoltore di 7 anni il cui figlio detiene bovini da riproduzione. Verificando con il Servizio Veterinario della gli esiti dei controlli sanitari effettuati nell'azienda, si è potuto rilevare che nel 997 in un capo dell'allevamento erano state riscontrate lesioni tubercolari alla macellazione. I controlli sanitari eseguiti successivamente a questa segnalazione, tramite la prova di intradermoreazione, avevano rilevato la ripetuta presenza di capi dubbi poi risultati negativi agli esami di conferma. Va rilevato che anche negli anni precedenti erano stati regolarmente riscontrati capi dubbi ( nel 99, nel 99, nel 995, nel 99) sempre negativi ai successivi controlli di verifica. L'analisi dei dati fa pensare ad una possibile infezione tubercolare dell'allevamento mai chiaramente evidenziata con la prova intradermica ed al conseguente contagio dell'agricoltore. Tuttavia la mancanza del riscontro di positività in allevamento e l'assenza della tipizzazione del micobatterio nell'uomo infetto può solo permettere di supporre che il contagio abbia avuto origine dagli animali. Infine il Servizio Veterinario dell' 8 ha ricevuto nei primi mesi del una segnalazione dal Servizio di Igiene Pubblica di sospetto di tubercolosi in una donna di 5 anni, risultata moglie di un allevatore di bovini. Il Servizio Veterinario ha immediatamente condotto le prove sanitarie sugli ani- 2 Casi di tubercolosi umana di sospetta origine bovina - Anno Sesso Età Professione Note M 7 Agricoltore Il figlio dell'agricoltore detiene bovini. Nel 997 in un capo dell'allevamento sono state riscontrate lesioni tubercolari al macello. I controlli eseguiti con test intradermico nello stesso anno e negli anni precedenti hanno rilevato la presenza di capi con esito dubbio poi risultati negativi a controlli successivi di verifica. (997 - dubbi; dubbi; 99 - dubbi; dubbi; 99 - dubbi; 99 - dubbio) Pag. 7

3 mali, rilevando la presenza di capi infetti. Tuttavia, indagini mediche hanno successivamente permesso di escludere il sospetto di tubercolosi nella donna. Gli episodi di brucellosi segnalati dal SeREMI sono 2 di cui riferito ad uno studente residente fuori regione per il quale non è stata completata l'indagine per stabilire l'origine dell'infezione e l'altro riferito ad un uomo di 75 anni, residente a Torino, che ha riferito di aver consumato, durante un soggiorno di un mese in Sicilia, ricotta acquistata in 2 supermercati differenti. Il Servizio di Igiene Pubblica dell' di Torino non ha ricevuto risposta alle segnalazioni effettuate all' di competenza della Sicilia e pertanto non è stato possibile individuare con certezza la fonte dell'infezione, anche se la elevata presenza di brucellosi in Sicilia e le modalità di conservazione della ricotta (che viene immersa nel siero di latte, spesso non trattato termicamente), possono avvalorare questa ipostesi. LEISHMANIOSI I dati epidemiologici sulla diffusione della leishmaniosi canina in Piemonte, rilevati da studi condotti dal Dipartimento di Produzioni animali, Epidemiologia ed Ecologia della Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino, confermano la presenza di zone endemiche nel territorio regionale (collina di Torino, Canavese, Astigiano). La presenza in Piemonte di focolai di infezione, seppur in numero Casi di brucellosi umana negli ultimi 9 anni Segnalazioni di brucellosi umana Anni 99 - Prov TO VC BI NO 8 2 VB CN 2 5 AT AL Tot Casi di brucellosi umana - Anno Sesso Età Professione Comune di residenza Origine animale accertata Origine animale presunta Alimento contaminato Orig. inf. alimentare M 75 pensionato Torino si si Orig. inf. profess. Note Consumo ricotta acquistata in supermercati in Sicilia. Pag. 8

4 Relazione di attività - limitato, è stata dimostrata attraverso l'individuazione di casi clinici negli animali, sieropositività in cani nati e vissuti in Piemonte e presenza del vettore principale (P. perniciosus). Nel corso del sono stati rilevati due episodi di infezione umana, uno di leishmaniosi cutanea ed uno di leishmaniosi viscerale, che evidenziano il rischio di contrarre l'infezione nel territorio regionale, determinato anche dalla vicinanza con la Liguria, in cui si rileva una significativa incidenza della malattia nell'uomo. Il caso di leishmaniosi viscerale rilevato nel nell'astigiano riguarda un bambino di anni che ha soggiornato per un breve periodo in Liguria e possiede cani. Nella stessa famiglia, nel corso del, si era rilevata una infezione analoga nel fratello, ma la reticenza della famiglia non ha consentito il prelievo di sangue per confrontare il genoma del protozoo che ha generato l'infezione nei giovani con quello degli animali della zona risultati infetti negli ultimi anni. Lo studio è invece stato condotto dalla Facoltà di Medicina Veterinaria per un episodio verificatosi nel nello stesso comune. Gli esami eseguiti con tecnica PCR hanno portato all'identificazione dello stesso ceppo del protozoo responsabile dell'infezione in un uomo con leishmaniosi viscerale, mai spostatosi negli ultimi 5 anni, e nel suo cane. Il cane era peraltro morto nel con sintomatologia clinica riferibile a leishmaniosi, segnalata dal libero professionista che aveva in cura l'animale. In seguito alla segnalazione del il Servizio Veterinario locale, ha eseguito un monitoraggio sierologico su cani nelle zone limitrofe del comune, riscontrando pochissime deboli positività ed ha posizionato trappole per la cattura dei flebotomi, confermando la presenza del P. perniciosus. Il costante rilievo negli ultimi anni di episodi di trasmissione dell'infezione all'uomo suggeriscono la necessità di approfondire le indagini epidemiologiche in seguito a casi umani e di migliorare la percezione del rischio dei servizi medici e veterinari, al fine di diagnosticare più rapidamente l'infezione nell'uomo e mantenere una costante sorveglianza sulla diffusione della malattia negli animali, anche attraverso una più attiva collaborazione tra servizi veterinari pubblici e veterinaria privata. Pag. 9

5 ANNO - Rilevazione dei casi umani di zoonosi Lista Altre zoonosi Abitanti (al /2/) (sospetti) Casi per. ab. Casi per. ab. Trichinellosi Scabbia Dermatofizie Teniasi Leishmaniosi Casi per. ab. Casi per. ab. Leptospirosi , 9, , -, , 77 2, , -, , 8 22, , -, , -, , -, , 8, , -, , -, , -, , -, , -, , 7, ,, , 2 8, , -, ,, , -, , 27, , -, , 57 7, , -, , -, , -, ,,2-8 -,2, / , 7, , -, ,, , -, , 9 9, ,5 -, , 27, ,, , 2, , -, , 2, , -, - - Tot , 58, ,, Riepiloghi provinciali TO , 22, , -, - - VC , 7, ,, - - BI , 2 8, , -, - - NO ,, , -, - - VB , 27, , -, - - CN , 5 2, ,,2 - - AT , 9 9, , -, - - AL.9 - -, 5, ,,2 - - Pag. 5

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