Bisogni Educativi Speciali e Disabilità
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- Giorgina Orlandi
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1 Bisogni Educativi Speciali e Disabilità Laboratorio Formativo Istituto Comprensivo 4^ - Chieti Maggio 2015 Prof.ssa Daniela Ermandi Navarrini
2 B.E.S.... ma cosa ne pensano i giovani?
3 Un film sugli adolescenti disabili?... Parlerà dei giovani, di come vivono Spero che parli della vita quotidiana Di come è visto il diverso tra i giovani Se ci sono delle differenze "sostanziali" o se magari ci sono solo dei preconcetti...
4 Un film sugli adolescenti disabili?... Parlerà dei rapporti con le altre persone, con la società... il modo di rapportarsi con gli altri... Penso che sarà un racconto di vita Qualcosa che serva a far conoscere questo problema... che serva come solidarietà Un film documentario sui giovani e sulle loro problematiche...
5 Un film sugli adolescenti disabili?... Parlerà delle difficoltà del disabile a inserirsi nella società... cosiddetta normale Toccherà dei punti importanti che ci sono realmente nella nostra vita Farà vedere che noi ragazzi, disabili e normali, l'adolescenza la viviamo nello stesso modo Sia che siamo disabili o non disabili le problematiche sono le stesse...
6 ... Incontri... Amicizie... Amori... Vulnerabilità....
7 ... quindi Un film sui ragazzi disabili parlerà di SCUOLA
8 Casa mi piacerebbe fare allora con voi nell'attività di laboratorio... Mi piacerebbe provare a vedere la scuola come un "racconto di vita" nel quale si affrontano le "reali difficoltà di inserimento" nella "società dei normali" Mi piacerebbe provare a superare i "preconcetti" per riuscire a vedere nell'altro ciò che è simile e non ciò che ha "bisogni speciali" Mi piacerebbe provare a cercare insieme le strade per favorire "incontri" attraverso "modi di rapportarsi con gli altri" caratterizzati dalla "solidarietà" (così difficile da conciliare con la competitività!)
9 Cosa mi piacerebbe fare allora con voi nell'incontro di laboratorio... Mi piacerebbe provare a cercare insieme a voi tutti i modi possibili per "valorizzare" il contesto scolastico come "ambiente di inclusione" per tutti
10 Legge 517 /1977 Ferma restando l'unità di ciascuna classe, al fine di agevolare l'attuazione della programmazione educativa può comprendere attività scolastiche integrative organizzate per gruppi di alunni della classe oppure di classi diverse anche allo scopo di realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni. Nell'ambito di tali attività la scuola attua forme di integrazione a favore degli alunni portatori di handicaps con la prestazione di insegnanti specializzati (...) Al fine di agevolare l'attuazione del diritto allo studio e la piena formazione della personalità degli alunni, la programmazione educativa può comprendere attività scolastiche di integrazione anche a carattere interdisciplinare, organizzate per gruppi di alunni della stessa classe o di classi diverse, ed iniziative di sostegno, anche allo scopo di realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni. Nell'ambito della programmazione di cui al precedente comma sono previste forme di integrazione e di sostegno a favore degli alunni portatori di handicaps da realizzare mediante la utilizzazione dei docenti, di ruolo o incaricati a tempo indeterminato, in servizio nella scuola media e in possesso di particolari titoli di specializzazione, che ne facciano richiesta, entro il limite di una unità per ciascuna classe che accolga alunni portatori di handicaps (...)
11 CM 199 /1979 Si noti che la legge non parla di "insegnanti di sostegno" ma di "forme particolari di sostegno" di vario tipo e di diversa competenza. La locuzione "insegnanti di sostegno" è ormai così invalsa nell'uso comune che si può accettarla ufficialmente. Quello che invece bisogna evitare è che i suoi compiti siano interpretati in modo riduttivo e cioè in sottordine all'insegnante di classe, come purtroppo sta avvenendo in qualche caso. L'insegnante di sostegno deve quindi essere pienamente coinvolto nella programmazione educativa e partecipare a pari titolo alla elaborazione ed alla verifica delle attività di competenza dei consigli e dei collegi dei docenti.
12 CM 250 /1985 Ciò significa che non si deve mai delegare al solo insegnante di sostegno l'attuazione del "progetto educativo individualizzato" poiché in tal modo l'alunno verrebbe isolato anziché integrato nel contesto della classe o nella sezione, ma che tutti i docenti devono farsi carico della programmazione e dell'attuazione e verifica degli interventi didattico-educativi previsti dal piano individualizzato. Spetta agli insegnanti di classe o di sezione, in accordo con l'insegnante di sostegno, realizzare detto progetto anche quando quest'ultimo insegnante non sia presente nell'aula. Ciò per evitare i "tempi vuoti" che purtroppo spesso si verificano nella vita scolastica degli alunni portatori di handicap e che inducono semplicisticamente a richieste di una presenza sempre più prolungata dell'insegnante di sostegno a fianco dei singoli alunni, travisando così il principio stesso dell'integrazione che è quello di fare agire il più possibile il soggetto insieme ai suoi compagni di classe, di sezione o di gruppo.
13 CM 199 /1979 Le difficoltà di apprendimento derivanti da situazioni di handicap non possono costituire un ostacolo all'esercizio di tale diritto-dovere; si ribadisce, pertanto, che la scuola deve garantire a ciascun alunno le opportunità di esperienze e le risorse culturali di cui ha bisogno. Anzitutto è da chiarire che, dal punto di vista dell'azione educativa che la scuola deve compiere, non ha importanza tanto la classificazione tipologica dell'handicap, quanto l'analisi e la conoscenza delle potenzialità del soggetto che ne è portatore e la definizione dei suoi "bisogni educativi".
14 Dopo circa 40 anni Quest area dello svantaggio scolastico, che ricomprende problematiche diverse, viene indicata come area dei Bisogni Educativi Speciali (in altri paesi europei: Special Educational Needs). Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della disabilita ; quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socio- economico, linguistico, culturale. Per disturbi evolutivi specifici intendiamo, oltre i disturbi specifici dell apprendimento, anche i deficit del linguaggio, delle abilita non verbali, della coordinazione motoria, ricomprendendo per la comune origine nell eta evolutiva anche quelli dell attenzione e dell iperattivita, mentre il funzionamento intellettivo limite puo essere considerato un caso di confine fra la disabilita e il disturbo specifico. Per molti di questi profili i relativi codici nosografici sono ricompresi nelle stesse categorie dei principali Manuali Diagnostici e, in particolare, del manuale diagnostico ICD- 10, che include la classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati, stilata dall'organizzazione mondiale della sanita (OMS) e utilizzata dai Servizi Sociosanitari pubblici italiani. Tuttavia, e bene precisare che alcune tipologie di disturbi, non esplicitati nella legge 170/2010, danno diritto ad usufruire delle stesse misure ivi previste in quanto presentano problematiche specifiche in presenza di competenze intellettive nella norma. Si tratta, in particolare, dei disturbi con specifiche problematiche nell area del linguaggio (disturbi specifici del linguaggio o piu in generale- presenza di bassa intelligenza verbale associata ad alta intelligenza non verbale) o, al contrario, nelle aree non verbali (come nel caso del disturbo della coordinazione motoria, della disprassia, del disturbo non-verbale o piu in generale - di bassa intelligenza non verbale associata ad alta intelligenza verbale, qualora pero queste condizioni compromettano sostanzialmente la realizzazione delle potenzialita dell alunno) o di altre problematiche severe che possono compromettere il percorso scolastico (come per es. un disturbo dello spettro autistico lieve, qualora non rientri nelle casistiche previste dalla legge 104).
15 e per farlo abbiamo bisogno di voi!
La sottocategoria disturbi evolutivi specifici comprende:
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