LA MODA FEMMINILE ITALIANA NEL

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1 LA MODA FEMMINILE ITALIANA NEL Nota a cura del Centro Studi di Il bilancio settoriale del 2016 Per il terzo anno consecutivo l industria italiana della moda femminile (nella presente accezione comprensiva di vestiario esterno, maglieria, camiceria e abbigliamento in pelle) risulta caratterizzata da una dinamica di segno positivo, riconducibile in via principale alle performance ottenute oltreconfine. Sulla base dei dati elaborati da SMI, il turnover di settore mette a segno un aumento del +1,3%; in un anno il womenswear guadagna, pertanto, oltre 170 milioni di euro, avvicinandosi ai 13 miliardi. Le stime rilasciate lo scorso Febbraio risultano in parte disattese, a fronte di un andamento dell export (e, pur in misura minore, dei consumi interni) rivelatosi meno favorevole di quanto più ottimisticamente si era prospettato. L evoluzione settoriale si mostra allineata a quella registrata dalla moda maschile, pur presentando quest ultima una dinamica dei consumi interni meno negativa ma anche minor vivacità con riferimento alle vendite estere. Nel 2016 la moda femminile italiana archivia una dinamica di crescita pari al +1,3% Tabella 1 L industria della Moda Femminile italiana ( ) (Milioni di Euro correnti) Fatturato Var. % 0,0-1,0 2,5 2,5 1,3 Valore della produzione Var. % 2,6-0,4-1,4-0,5 0,9 Esportazioni Var. % 2,3 2,9 4,7 5,0 2,8 Importazioni Var. % -7,5-3,0 9,1 7,3-0,6 Saldo commerciale Consumi finali (*) Var. % -5,1-7,1-3,7-2,3-3,0 Indicatori Strutturali (%) Esportazioni/Fatturato 54,3 55,6 57,7 59,0 60,4 61,3 Fonte: Stime SMI su dati ISTAT, Sita Ricerca e Indagini interne (*) - Scorte e consumi extra-familiari inclusi Settembre

2 Figura 1 Il ruolo della Moda Femminile nella filiera Tessile-Moda italiana nel 2016 (% sul fatturato) Maglieria esterna (30,0%) Filiera Tessile-Moda (75,5%) Moda Donna (24,5%) Camiceria (7,2%) Pelle (2,5%) Vestiario esterno (60,3%) Fonte: SMI Nell ambito della filiera Tessile-Moda nazionale il womenswear continua a rivestire un ruolo di primo piano, assicurando il 24,5% del fatturato complessivamente generato lo scorso anno (Fig. 1). Come già nel 2015, così nel 2016 i singoli comparti della moda donna si sono mossi tutti in area positiva, ad eccezione dell abbigliamento in pelle, ancora in arretramento. Il vestiario e la camiceria, hanno chiuso l anno in decelerazione rispetto al bilancio 2015, mentre la maglieria ha mantenuto gli stessi ritmi dell anno precedente. Con riferimento al valore della produzione effettuata in Italia (variabile calcolata al netto dei proventi derivanti dalla commercializzazione di prodotti importati) il bilancio settoriale mostra un inversione di tendenza, che porta a contabilizzare un incremento su base annua del +0,9%. A conferma delle più recenti tendenze di comparto, per la moda donna italiana il mercato interno è rimasto riflessivo, mentre la domanda estera si è rivelata ancora una volta particolarmente favorevole, come del resto ininterrottamente dal Più in particolare, nel 2016 le vendite sui mercati internazionali, grazie ad un aumento su base annua del +2,8%, si sono approssimate agli 8 miliardi di euro, concorrendo così al 61,3% del turnover settoriale. Parallelamente, l import ha sperimentato una battuta d arresto, frenando al -0,6% e portandosi quindi al di sotto dei 4,3 miliardi di euro. A fronte del suddetto andamento degli scambi con l estero in entrata ed in uscita dall Italia, l avanzo commerciale del settore si porta sui 3,7 miliardi di euro. Il valore della produzione si mostra in aumento (+0,9%) Nel 2016 l export cresce del +2,8%, mentre l import frena al -0,6% L attivo commerciale sale a quasi 3,7 miliardi Settembre

3 Relativamente al mercato italiano, nel 2016, sulla base delle elaborazioni SMI sui dati rilevati da Sita Ricerca, la moda femminile accusa un nuovo deterioramento. Nel periodo compreso tra la Primavera/Estate 2016 e l Autunno/Inverno , il sell-out di moda femminile presenta una flessione pari al -3% in termini di spesa corrente rispetto alle corrispondenti stagioni del In detto arco temporale, solo la camiceria ha evidenziato un incremento del sell-out in Italia nella misura del +2,4%. Il comparto preponderante, ovvero il vestiario esterno archivia, invece, un -3,2%, similmente alla maglieria, che cede il -3,5%. Il calo dell abbigliamento in pelle supera infine il -10%. Figura 2 Moda Femminile: consumi e distribuzione sul mercato italiano (2016) Fig. 2.1 L andamento del sell-out: analisi per prodotto (Var.% tend. dei consumi in valore in ciascun prodotto) Fig. 2.2 La struttura del sell-out: analisi per prodotto (% sui consumi complessivi in valore) 7,9% 2,1% Confezioni in pelle 32,3% Camiceria Maglieria esterna 57,7% Vestiario esterno Vestiario esterno Camiceria Maglieria esterna Confezioni in pelle Fig. 2.3 L andamento del sell-out: analisi per canale distributivo (Var.% tend. dei consumi in valore in ciascun canale) Fig. 2.4 La struttura distributiva: analisi per canale distributivo (% sui consumi complessivi in valore) 3,1% 6,0% 4,1% 21,0% Altri canali 5,3% Sito Internet/On-line Shop Outlet/Negozio Stokkista 14,5% Ambulante GDO Catene/Franchising Dettaglio Dettaglio GDO Outlet/Negozio Stokkista Altri canali 46,0% Catene/Franchising Ambulante Sito Internet/On-line Shop Fonte: SMI su dati Sita Ricerca (*) A differenza della Tabella 1, qui i dati si riferiscono ai soli acquisti delle famiglie italiane, scorte e consumi extra-familiari esclusi Settembre

4 La moda femminile italiana nel Osservando le performance ottenute dai singoli format distributivi (Fig. 2.3), si può cogliere al meglio l evoluzione che sta interessando lo stile e le modalità di consumo delle italiane. Le catene, primo canale per valore di moda donna intermediato con uno share del 46%, risultano in calo, nella misura del -3,7% nel periodo monitorato. Molto performante si rivela ancora il canale digitale, in aumento del +28%; tale format presenta, dunque, un incidenza del 4,1% sul totale mercato. La GDO raggiunge quota 14,5%, crescendo del +7,9%. In ambito GDO, le Grandi Superfici sono state le best performer, con un aumento del +14,2%; presentano, invece, una crescita più contenuta il canale Food (+2,9%) e i Grandi Magazzini (+8,5%). Il dettaglio indipendente resta interessato da una dinamica riflessiva e cede un ulteriore -16,6%; tale canale copre così il 21% del mercato nazionale. Gli stessi outlet hanno sperimentato una decisa contrazione delle vendite. Il commercio con l estero nel primo semestre del 2017 Secondo i dati ISTAT ad oggi disponibili, relativi al periodo gennaio-giugno 2017, la moda donna vede ancora l export interessato da un trend favorevole, che porta a registrare un aumento pari al +3,1%; l import, come nel 2016, si conferma ancora debolmente negativo, facendo registrare una variazione del -0,5%. Nel periodo in esame, le vendite oltreconfine superano i 4 miliardi di euro, mentre, contestualmente, l import sfiora i 2,3 miliardi. Rispetto ai dati relativi al periodo gennaio-maggio, diffusi lo scorso 12 settembre, si rileva una decelerazione per l export di 0,7 punti percentuali, mentre per l import dello 0,1. Analizzando le performance per macro-area geografica, si rileva una crescita delle esportazioni su ritmi simili sia con riferimento alla UE sia con riferimento all extra-ue, in linea con il dato totale di comparto. Nel caso dell import, invece, l approvvigionamento extra-europeo, che assicura il 54,5% del totale, torna interessato da un evoluzione positiva, presentando una dinamica pari al +2,4%; quello intra-ue, invece, assiste ad un cedimento nella misura del -3,8%. Al di là del dato medio per macro-area, si rende opportuno analizzare i risultati evidenziati dai singoli Paesi, in grado di rispecchiare al meglio l andamento di ciascun mercato. In ambito UE, la Francia, primo mercato di sbocco della moda femminile made in Italy con una quota dell 11,5%, frena al +0,3%, mentre la Germania, al secondo posto, presenta un evoluzione del +0,8%. Anche il Regno Unito prosegue nel trend di crescita, archiviando una variazione pari al +4,4%, mentre la Spagna fa registrare un vivace +8,2%. Da gennaio a giugno 2017, l export di moda femminile cresce del +3,1%, mentre l import frena al -0,5% I principali mercati UE si rivelano favorevoli Settembre

5 La moda femminile italiana nel Tabella 2 Moda Femminile italiana(*): analisi del commercio italiano con l estero per paese (Gennaio-giugno 2017) 1) Importazioni 2) Esportazioni Paesi di origine Mil. di Euro Var. % Quota % TOTALE ,5 100,0 di cui: Intra UE ,8 45,5 Extra UE ,4 54,5 I primi 15 fornitori Cina 447 0,8 19,5 Francia 242 1,9 10,6 Bangladesh 181-0,4 7,9 Romania 158-6,0 6,9 Germania 120 4,5 5,2 Spagna 98 5,7 4,3 Belgio 91-20,4 4,0 Turchia 88-11,0 3,8 India 84-2,7 3,7 Tunisia 83-4,0 3,6 Paesi Bassi 67 22,5 3,0 Bulgaria 56-4,3 2,4 Regno Unito 44-33,7 1,9 Croazia 42-6,1 1,8 Albania 37 31,8 1,6 Paesi di destinazione Mil. di Euro Var. % Quota % TOTALE ,1 100,0 di cui: Intra UE ,0 52,4 Extra UE ,2 47,6 I primi 15 clienti Francia 465 0,3 11,5 Germania 416 0,8 10,3 Stati Uniti 321 0,8 8,0 Hong Kong 282-1,6 7,0 Svizzera ,6 6,9 Regno Unito 275 4,4 6,8 Spagna 224 8,2 5,5 Russia 222 7,3 5,5 Giappone 175 2,1 4,4 Cina 130 1,3 3,2 Belgio 106 3,3 2,6 Austria 93 4,2 2,3 Paesi Bassi 81-15,3 2,0 Corea del Sud 75 22,4 1,9 Polonia 73 20,1 1,8 Fonte: SMI su dati ISTAT (*) A differenza dei dati riportati in Tabella 1, questo aggregato comprende i prodotti Junior Con riferimento ai mercati extra-europei, gli Stati Uniti, dopo il rallentamento sperimentato nel corso del 2016, evidenziano un aumento moderato, nella misura del +0,8% (rispetto al dato dei cinque mesi si sconta la decelerazione di maglieria e camiceria). Hong Kong cala del -1,6%, mentre la Cina accelera al +1,3%. Caratterizzate da dinamiche positive risultano inoltre le Le vendite dirette in Russia crescono del +7,3%, in Giappone del +2,1% vendite dirette in Russia e in Giappone, in crescita rispettivamente del +7,3% e del +2,1%. Pur su livelli ben più contenuti, la Corea del Sud segna un incremento a doppia cifra pari al +22,4%. Passando all analisi dei principali supplier, la Cina, dopo la flessione accusata nel 2016, cambia nuovamente passo tornando positiva e sperimentando un incremento pari al +0,8%. Tale Paese assicura pertanto il 19,5% dell import totale di comparto. Nel caso del Bangladesh si registra una frenata, pari al -0,4% nel periodo in esame. Se si considerano Belgio e Paesi Bassi, tradizionali ingressi per merci extra-ue, vengono registrati rispettivamente un calo del -20,4% e Sul fronte dell import, la Cina, che assicura il 19,5% circa della moda donna d oltreconfine, torna a crescere (+0,8%) una crescita del +22,5%. Scorrendo l elenco dei principali supplier, si rilevano dinamiche di segno positivo nel caso della Francia (+1,9%), della Germania (+4,5%), e della Spagna (+5,7%), mentre la Romania risulta in arretramento (-6,0%). Settembre

6 La moda femminile italiana nel Figura 3 La moda femminile(*): analisi del commercio italiano con l estero per linea di prodotto (Gennaio-giugno 2017) 1) Importazioni 2) Esportazioni (Var.% tend.) (Var.% tend.) 10,0 10,0 5,0 5,0 0,0 0,0-5,0 Vestiario Esterno Maglieria Camiceria Abb. in pelle -5,0 Vestiario Esterno Maglieria Camiceria Abb. in pelle Fonte: SMI su dati ISTAT (*) A differenza dei dati riportati in Tabella 1, questo aggregato comprende i prodotti Junior Disaggregando il dato per linea di prodotto (cfr. Fig. 3), nei primi sei mesi del 2017 il fatturato estero delle principali merceologie qui monitorate mostra dinamiche positive, comprese tra un +5,7% della maglieria e un +2,0% del vestiario donna, passando per un +3,9% della camiceria. Di contro, l export di confezione in pelle risulta in flessione, decelerando però sensibilmente al -2,4%. Nel caso delle importazioni, si registra un andamento dicotomico da un lato tra vestiario e camiceria in calo, rispettivamente del -1,3% e del -2,5%, e dall altro tra maglieria e abbigliamento in pelle, che registrano un aumento del +0,6% e del +5,5%. Nonostante il contesto politico-economico resti condizionato da molteplici incertezze, per la moda femminile si confida in un mantenimento dell evoluzione complessivamente favorevole anche per la seconda parte del Milano, 23 settembre 2017 L aumento delle vendite estere risulta generalizzato a tutte le merceologie qui considerate, ad eccezione della confezione in pelle Pubblicazione a cura di Tessile & Moda Service soc. Unipersonale La presente pubblicazione (in seguito Documento) è opera esclusiva ed originale di SMI - Sistema Moda Italia (Federazione tessile e moda, aderente a Confindustria) per conto di Tessile & Moda Service soc. Unipersonale. SMI - Sistema Moda Italia è impegnata in numerose attività aventi ad oggetto la tutela e la promozione degli interessi di categoria delle imprese tessili-moda. Il Documento è destinato ad essere distribuito via posta, elettronica o ordinaria, e non può essere ridistribuito, riprodotto, pubblicato o alterato in alcuna delle sue parti da soggetti non espressamente autorizzati. Tutti i diritti di autore sono riservati. Il Documento ha finalità puramente informative e non rappresenta né un offerta né una sollecitazione ad effettuare alcuna operazione. Le informazioni, le opinioni, le valutazioni e le previsioni contenute del Documento sono state ottenute o derivano da fonti che SMI - Sistema Moda Italia ritiene attendibili, ma che non costituiscono in alcun modo una forma di garanzia, sia implicita sia esplicita e di cui, pertanto, SMI - Sistema Moda Italia e Tessile & Moda Service soc. Unipersonale non si ritengono responsabili. Settembre

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