Capitolo 21. Ricerca, sviluppo e innovazione

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1 Capitolo 21 Ricerca, sviluppo e innovazione

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3 21. Ricerca, sviluppo e innovazione Ricerca e sviluppo in Italia Per saperne di più... ISTAT. La ricerca e sviluppo in Italia: consuntivo previsioni Roma, (Informazioni n. 2). Le attività di ricerca scientifica e sviluppo sperimentale (R&S) offrono un contributo importante allo sviluppo dei sistemi economici, generando nuova conoscenza scientifica e tecnologica potenzialmente utilizzabile nel miglioramento dei processi di produzione di prodotti e servizi e nello sviluppo stesso di nuovi prodotti o servizi. L esperienza maturata dall Istat nel campo della misurazione delle attività di R&S è iniziata nel 1963, anno in cui l Istituto realizzò una rilevazione statistica basata sulle raccomandazioni metodologiche dell Ocse contenute nel cosiddetto Manuale di Frascati 1 ; nel 2004 si è rafforzato il coordinamento delle statistiche sulla R&S a livello europeo con l entrata in vigore della decisione n. 1608/2003/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio sulle statistiche comunitarie in materia di scienza e tecnologia e successivamente del regolamento della Commissione n. 753/2004 relativo alle statistiche comunitarie su scienza e tecnologia. Attualmente, gli indicatori prodotti dall Istat sull attività di R&S sono integrati con quelli degli altri paesi dell Unione europea per la produzione di dati statistici consolidati e comparabili a livello Ue. I dati sull attività di R&S svolta da imprese, amministrazioni pubbliche e istituzioni private nonprofit vengono raccolti dall Istat mediante rilevazioni statistiche dirette. Relativamente all attività di R&S svolta dalle università, le spese per attività di R&S intra-muros e il personale addetto vengono, invece, stimati dall Istat utilizzando fonti di informazione di diversa natura: - i risultati della rilevazione statistica annuale dell Istat sui bilanci delle università; - i coefficienti ottenuti dalla più recente rilevazione statistica realizzata dall Istat sulle attività di ricerca dei docenti e dei ricercatori universitari; - i dati amministrativi sulla consistenza del personale universitario forniti annualmente dal Ministero dell istruzione, dell università e della ricerca. In merito ai dati sulla spesa per R&S sostenuta dalle università e sul personale universitario impegnato in attività di ricerca, va sottolineato che vengono considerati indistintamente atenei pubblici e privati. Ricerca e sviluppo nel periodo Nel 2003 la spesa per l attività di ricerca svolta in Italia dalle imprese, dagli enti della pubblica amministrazione, dalle istituzioni private non profit e dalle università è risultata pari a milioni di euro. Dopo tre anni consecutivi di crescita consistente, tale spesa ha registrato un aumento su base annua pari soltanto al +1,2 per cento in termini monetari, corrispondente a una riduzione pari all 1,7 per cento in termini reali (Prospetto 21.1). Le previsioni di spesa 2 per R&S relative al 2004 e al 2005 di amministrazioni pubbliche, istituzioni private nonprofit e imprese (Tavola 21.1) non mostrano segnali particolarmente incoraggianti: infatti, alla ripresa degli investimenti previsti dalle imprese per attività di R&S (+7,5 per cento nel 2004 e +5,1 per cento nel 2005), si accompagnano previsioni pessimistiche delle am- 1 La prima versione del manuale sulle statistiche di R&S, noto come Manuale di Frascati, pubblicata dall Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) nel 1964, è stata sottoposta a diverse revisioni, di cui l ultima risale al Il Manuale, nelle sue varie versioni, ha sempre rappresentato il principale riferimento metodologico per le rilevazioni dell Istat sulla R&S. 2 Non sono disponibili i dati di previsione relativi alle università. 525

4 Annuario statistico italiano 2006 Prospetto 21.1 Spesa per R&S intra-muros in Italia (a) - Anni (valori in milioni di euro) Spesa totale Spesa escluse università ANNI A prezzi correnti A prezzi costanti 1995 (b) Variazioni % su anno precedente A prezzi correnti A prezzi costanti 1995 (b) Rapporto sul Pil (valore %) A prezzi correnti A prezzi costanti 1995 (b) (c) ,7-0,9 1, ,1 5,8 1, ,9 6,1 1, ,6 4,4 1, ,2-1,7 1, (a) I dati sono espressi in euro per tutti gli anni considerati con riferimento al tasso di conversione di 1.936,27 lire per 1 euro. (b) Calcolati mediante il deflatore del Pil. (c) Per il 2005 è stato utilizzato il Pil tendenziale previsto dal Dpef del Ministero dell economia e delle finanze. ministrazioni pubbliche per il 2004 (-9,5 per cento), mentre si attendono segnali positivi per l anno successivo (+1,6 per cento). Il peso della spesa per R&S sul Prodotto interno lordo (Pil) si è ridimensionato, passando dall 1,16 per cento del 2002 all 1,14 per cento del 2003, invertendo anche in questo caso una tendenza al rafforzamento che sembrava ormai consolidata. Tale indicatore viene frequentemente utilizzato per confrontare le performance dei diversi paesi nel campo della ricerca scientifica e, secondo i dati pubblicati dall Ocse 3, ha sfiorato nel 2003 il 2 per cento come media per l Unione europea (Ue25), mentre il valore medio per i paesi Ocse è risultato pari al 2,3 per cento. Nel contesto internazionale, dunque, l Italia resta al di sotto della media dei propri partner (Figura 21.1). La debolezza della ricerca in Italia emerge in modo ancora più significativo nel confronto puntuale con alcuni paesi europei: nel 2002 in Svezia il rapporto tra la spesa per R&S e Pil è stato pari al 4 per cento, in Finlandia al 3,5 per cento e in Germania l intensità della ricerca ha raggiunto il 2,5 per cento. L Italia registra performance peggiori anche rispetto a quella di due nuovi paesi membri: la Slovenia (1,5 per cento) e la Repubblica Ceca (1,3 per cento). Tra i paesi della Ue15, oltre l Italia, solo Grecia, Spagna e Portogallo presentano livelli di spesa per R&S inferiori all 1,5 per cento del Pil nel I risultati delle rilevazioni Istat indicano che nel 2003 poco meno della metà dell attività di R&S intra-muros in Italia (47,3 per cento) è stata svolta dalle imprese, mentre le istituzioni nonprofit hanno contribuito in misura marginale (1,4 per cento); il settore pubblico ha assorbito la parte restante, con quote che vanno dal 33,9 per cento delle università al 17,5 per cento nel caso delle amministrazioni pubbliche. Complessivamente, la spesa per R&S intra-muros del settore pubblico è stata pari a milioni di euro, di cui 5 mila milioni di euro sostenuta dalle università, che hanno accresciuto in media gli investimenti in ricerca del 10 per cento annuo tra il 2000 e il Analizzando il comportamento delle imprese, i relativi investimenti in R&S nel periodo (considerando i dati di previsione per il biennio ) mostrano una contrazione dell 1,1 per cento nel 2003, seguita da aspettative di rialzo sia per il 2004 (+7,5 per cento) che per il 2005 (+5,1 per cento). In tale settore non si osserva nel 2003 una modifica del peso relativo 3 Ocse. Main Science and Technology Indicators, n. 2. Parigi, In accordo con la Commissione europea, l Ocse raccoglie sistematicamente i dati sulla R&S dei paesi Ue e pubblica regolarmente statistiche con confronti internazionali. 526

5 21. Ricerca, sviluppo e innovazione Figura 21.1 Spesa per R&S intra-muros in Europa e nei paesi Ocse - Anno 2003 (in percentuale del Pil) Svezia Finlandia Giappone Islanda Stati Uniti Corea Danimarca Germania Austria Francia Canada Ue15 Belgio Regno Unito Paesi Bassi Ue25 Lussemburgo Norvegia Slovenia Repubblica Ceca Irlanda Nuova Zelanda Italia Spagna Ungheria Portogallo Grecia Slovacchia Polonia 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 Fonte: Ocse. Main Science and Technology Indicators, n. 2. Parigi, 2005 delle grandi imprese rispetto a quelle di minore dimensione: le imprese con almeno 500 addetti hanno sostenuto il 72,7 per cento della spesa di settore per R&S, a fronte di un contributo delle piccole imprese (con meno di 50 addetti) rimasto limitato (pari al 5,1 per cento). Una specificità del sistema della ricerca italiana è il modesto contributo delle imprese alla R&S, sceso dal 50,1 per cento del 2000 al 47,3 per cento nel Si tratta di un anomalia rispetto ai principali paesi Ue, dove la quota della spesa sostenuta dal settore privato supera frequentemente il 60 per cento con punte, nei paesi nordici, superiori al 70 per cento. Le attività di R&S delle imprese sono fortemente concentrate a livello settoriale. Nel 2003 i settori con livelli di spesa per R&S più elevati sono stati la fabbricazione di apparecchiature radio-tv e per telecomunicazioni (913 milioni di euro), la fabbricazione di prodotti chimici e farmaceutici (819 milioni di euro), la fabbricazione di autoveicoli (723 milioni di euro), la fabbricazione di altri mezzi di trasporto (706 milioni di euro) e le attività di ricerca e sviluppo (651 milioni di euro). Tali settori di attività economica (tutti manifatturieri, ad eccezione di quello dei servizi di ricerca e sviluppo) rappresentano complessivamente circa il 66 per cento della spesa per R&S intra-muros delle imprese in Italia nel

6 Annuario statistico italiano 2006 Il finanziamento della ricerca Con le rilevazioni dell Istat sulla R&S è possibile individuare le fonti di finanziamento a cui attingono imprese, amministrazioni pubbliche (escluse le università) e istituzioni nonprofit per lo svolgimento dell attività di R&S. Per quanto concerne la provenienza delle risorse utilizzate da imprese e amministrazioni pubbliche per svolgere ricerche intra-muros, i flussi di finanziamento tra i diversi settori istituzionali restano assai limitati. Il settore delle imprese, infatti, finanzia solo l 1,2 per cento della R&S intra-muros svolta nel settore pubblico e, a sua volta, il settore pubblico finanzia solo il 14,1 per cento della R&S intra-muros svolta dalle imprese. Assai ridotto è anche il finanziamento alla ricerca proveniente da fonti estere, pari al 4,9 per cento della spesa per R&S intra-muros del settore pubblico e al 9,6 per cento della spesa delle imprese. Importante, invece, il ruolo del settore pubblico come finanziatore della ricerca intra-muros delle istituzioni private nonprofit, pari al 36,0 per cento del totale della loro spesa (Figura 21.2 e Tavola 21.3). Figura 21.2 Spesa per R&S intra-muros per settore d esecuzione e di finanziamento - Anno 2003 (valori percentuali) ,1 76, ,0 48, ,2 1,7 14,2 9,5 9,6 4,9 6,0 0,1 0,3 0,1 0,0 Amministrazioni pubbliche Istituzioni private nonprofit Imprese Amministrazioni pubbliche Imprese Soggetti e organismi privati italiani Estero Università Ricerca di base e ricerca applicata La distribuzione della spesa per R&S tra le diverse tipologie dell attività di ricerca 4 non mostra nel 2003 mutamenti di rilievo rispetto agli anni precedenti, soprattutto se si osserva il settore privato, che si conferma orientato verso le attività di ricerca applicata e di sviluppo sperimentale. È piuttosto il comparto pubblico che evidenzia alcuni segnali di cambiamento rispetto all anno precedente (Figura 21.3 e Tavola 21.4). Osservando infatti il settore delle imprese, la ricerca di base ha assorbito il 4,8 per cento della spesa totale (4,6 per cento nel 2002); il 48,7 per cento è stato destinato alla ricerca applicata (50,9 per cento nel 2002) e il restante 46,5 per cento è stato investito in sviluppo sperimentale (44,5 per cento nel 2002). Il settore pubblico, tradizionalmente impegnato in misura prevalente in attività di ricerca di base, ha investito nel 2002 oltre la metà della propria spesa in R&S nella ricerca applicata (nonostante sia diminuita di oltre otto punti 4 La R&S viene tradizionalmente distinta in tre tipologie, in base alle seguenti definizioni contenute nel Manuale di Frascati : - ricerca di base: lavoro sperimentale o teorico intrapreso principalmente per acquisire nuove conoscenze sui fondamenti dei fenomeni e dei fatti osservabili, non finalizzato a una specifica applicazione o utilizzazione; - ricerca applicata: lavoro originale intrapreso al fine di acquisire nuove conoscenze e finalizzato principalmente a una pratica e specifica applicazione; - sviluppo sperimentale: lavoro sistematico basato sulle conoscenze esistenti acquisite attraverso la ricerca e l esperienza pratica, condotto al fine di completare, sviluppare o migliorare materiali, prodotti e processi produttivi, sistemi e servizi. 528

7 21. Ricerca, sviluppo e innovazione Figura 21.3 Spesa per R&S intra-muros per tipo di ricerca e settore istituzionale - Anno 2003 (valori percentuali) Amministrazioni pubbliche Istituzioni private nonprofit Imprese Ricerca di base Ricerca applicata Sviluppo sperimentale percentuali, rispetto all anno precedente, la quota di investimenti pubblici rivolta alla ricerca applicata, passando dal 62,6 per cento nel 2001 al 54,1 per cento del 2002). Nella ricerca di base il comparto pubblico ha speso oltre il 38 per cento dei propri investimenti in R&S, aumentando tale quota di quasi nove punti percentuali (29,5 per cento del 2001 contro il 38,2 per cento del 2002). La redistribuzione della spesa pubblica per R&S tra ricerca di base e quella applicata ha lasciato praticamente invariata la quota destinata allo sviluppo sperimentale, pari nel 2002 al 7,8 per cento, contro il 7,9 per cento del Infine, le istituzioni private nonprofit hanno investito in ricerca di base il 49,6 per cento della spesa per R&S intra muros, il 47,3 per cento è stato destinato alla ricerca applicata e poco più del 3 per cento allo sviluppo sperimentale. Il personale addetto alla ricerca L occupazione nelle attività di R&S 5 nel 2003 ha subito una flessione pari all 1,3 per cento (Tavola 21.5; Figura 21.4). La riduzione ha interessato sia il personale di R&S nel suo complesso, sia il numero di ricercatori. Complessivamente il personale impegnato in attività di R&S nel 2003 è risultato pari a unità equivalenti a tempo pieno (di cui ricercatori), contro le rilevate nel 2002 (di cui ricercatori). La flessione dell occupazione è il risultato del ridimensionamento delle imprese che hanno contratto il personale impegnato in attività di R&S del 3,2 per cento (-4,1 per cento per i ricercatori). Dopo alcuni anni di costante crescita del personale di ricerca, anche le università hanno subito una battuta d arresto degli occupati in attività di R&S, con una riduzione dell 1,5 per cento (-1,9 per cento per i ricercatori). In controtendenza rispetto agli altri settori istituzionali si collocano le amministrazioni pubbliche, con un aumento sia del personale di ricerca (+1,7 per cento), sia dei ricercatori (+3 per cento). La dinamica dell occupazione nei diversi settori dell industria e dei servizi è stata piuttosto differenziata. Escludendo il settore dei trasporti e delle comunicazioni, dove si osserva un rilevante incremento di personale dovuto a modifiche nella classificazione di alcune imprese, gli incrementi più significativi nel 5 In questo capitolo, se non indicato diversamente, il personale impegnato in attività di R&S è misurato in termini di equivalente tempo pieno (vedi glossario). 529

8 Annuario statistico italiano 2006 Figura 21.4 Addetti alla R&S - Anni (unità equivalente tempo pieno) Amministrazioni pubbliche Istituzioni private nonprofit Imprese Università numero di addetti alla R&S sono stati rilevati nella fabbricazione di apparecchi radio, tv e delle comunicazioni (+27,2 per cento), nella fabbricazione di altri mezzi di trasporto (+22,5 per cento) e nei servizi pubblici (+17,4 per cento). In generale, però, il quadro è caratterizzato da una diffusa contrazione nel numero di addetti alla R&S. In particolare, si segnala la riduzione del personale di R&S nel settore della fabbricazione di apparecchi di precisione (-28,6 per cento), nelle altre attività professionali e imprenditoriali (-23,8 per cento), nella produzione di metalli e leghe e nella fabbricazione di prodotti in metallo (-21,1 per cento). Si deve, poi, osservare che anche settori chiave del sistema ricerca, come quelli dei servizi di R&S e dei servizi informatici, hanno perso personale qualificato nella misura del 10,0 per cento, una riduzione che corrisponde, rispettivamente, a 800 unità in meno nel settore della R&S e a 500 unità in meno nel settore dell informatica. Ricerca e sviluppo a livello regionale L attività di ricerca nazionale è fortemente concentrata in Lombardia, Lazio e Piemonte, in cui si spende per attività di R&S intra-muros, rispettivamente, il 22,2 per cento, il 17,8 per cento e l 11,9 per cento del totale degli investimenti in ricerca. Si tratta di tre regioni che insieme hanno assorbito il 59,8 per cento della spesa per R&S delle imprese, il 63,2 per cento di quella delle amministrazioni pubbliche e il 33,3 per cento della spesa sostenuta dalle università (Tavola 21.6). Anche gli investimenti in attività di ricerca delle imprese mostrano una forte concentrazione nell Italia settentrionale e centrale (di cui il 30,9 per cento in Lombardia, il 19,3 per cento in Piemonte e l 11,7 per cento in Emilia-Romagna), mentre la quota del Mezzogiorno è pari soltanto al 10,1 per cento. Osservando i dati relativi al settore pubblico e soprattutto alle università, le differenze territoriali si attenuano: il contributo del Mezzogiorno agli investimenti in R&S delle amministrazioni pubbliche risulta pari al 15,3 per cento, mentre nel caso delle università è pari al 28,3 per cento del totale. A livello regionale, la distribuzione regionale del personale addetto alla R&S (Tavola 21.7) mostra il ruolo crescente del Mezzogiorno (20,2 per cento del personale rispetto al 17,1 per cento della spesa), soprattutto nel settore delle università (32,8 per cento del personale rispetto al 28,3 per cento della spesa) e in quello delle istituzioni private nonprofit (10,6 per cento del personale e 7,5 per cento della spesa). 530

9 21. Ricerca, sviluppo e innovazione Le tecnologie dell informazione e della comunicazione e il commercio elettronico Dall indagine che l Istat conduce annualmente su queste materie in base al regolamento Ce n. 804/2004 risulta che, a gennaio 2005, le imprese che dispongono di almeno un personal computer rappresentano il 95,6 per cento del totale di quelle con almeno 10 addetti dell industria e dei servizi, con punte oltre il 99 per cento nelle imprese con almeno 50 addetti. La posta elettronica è utilizzata dall 88,9 per cento delle imprese e il collegamento a Internet è presente nell 91,7 per cento mentre le imprese con sito Web rappresentano il 54,0 per cento delle imprese (Tavola 21.8). In questi casi sono le imprese di maggiore dimensione a registrare livelli tecnologici più elevati (la posta elettronica è presente nel 98,6 per cento dei casi, Internet nel 98,9 e il sito Web nell 87,8 per cento) e, a livello di attività economica, il comparto dei servizi risulta il settore di punta soprattutto per l incidenza delle imprese di minore dimensione che sono dotate di tali tecnologie in misura maggiore rispetto a quelle industriali di eguale dimensione. Ancora limitato è l utilizzo delle connessioni Internet negli scambi commerciali (Tavola 21.9). Le imprese con 10 addetti e oltre che effettuano acquisti on line rappresentano il 19,6 per cento del totale per un valore molto contenuto (2,2 per cento del valore totale degli acquisti). Ancora più bassa è la presenza di imprese che effettuano vendite on line, appena il 4 per cento del totale. A livello settoriale, è nei servizi che si riscontra la maggiore presenza di imprese che effettuano acquisti (22,1 per cento) o vendite (6,9 per cento) mentre, da un punto di vista territoriale (Tavola 21.10), il commercio on line è maggiormente presente nelle regioni del Nord-ovest (22,9 e 3,9 per cento, rispettivamente per gli acquisti e le vendite) e quelle del Nord-est (20,7 e 4,8 per cento). La diffusione dell utilizzo delle tecnologie dell informazione e della comunicazione porta con sé l insorgere di problemi di sicurezza informatica (Tavola 21.11). Nel 2005 il 53,8 per cento delle imprese con 10 addetti e oltre dotate di connessione a Internet ha dichiarato di aver incontrato problemi in larga misura legati a computer infettati da virus (50,4 per cento). L innovazione nelle imprese italiane nel triennio Nel quadro della quarta rilevazione europea sull innovazione (Community innovation survey - Cis) e nel rispetto del regolamento Ue n. 1450/2004 del 13 agosto 2004, l Istat ha svolto, nel corso del 2005, una rilevazione sulle attività di innovazione effettuate dalle imprese italiane con almeno 10 addetti nel triennio La rilevazione raccoglie un ampia e articolata gamma di informazioni, di natura sia quantitativa che qualitativa, che consentono di rappresentare il fenomeno innovativo nella sua complessità. In particolare, la rilevazione fornisce un set integrato di indicatori in grado di quantificare il fenomeno (in termini sia di soggetti coinvolti che di impegno finanziario sostenuto) e di qualificare le attività innovative anche ai fini di una maggiore comprensione delle strategie, comportamenti e performance innovative, dei fattori di ostacolo e di supporto all innovazione, delle complesse interazioni sistemiche che si attivano tra i diversi attori del processo innovativo. La diffusione dell innovazione Per saperne di più... ISTAT. Statistiche dell'innovazione tecnologica: anni Roma, (Informazioni n. 25). Nel triennio le imprese italiane con 10 o più addetti che hanno svolto attività innovative sono state nell industria 6, pari al 37,5 per cento della popolazione di riferimento (Tavola 21.12) e nei servizi, pari al 27,6 per cento (Tavola 21.13). Delle imprese con attività innovative, la quasi totalità ha introdotto con successo sul mercato o nel proprio processo produttivo almeno un innovazione: in particolare, le imprese che hanno realizzato e/o adottato innovazioni tecnologiche rappresentano il 36,4 per cento delle imprese industriali e il 27,1 per cento di quelle dei servizi. Appena l 1 per cento nell industria e una percentuale ancora inferiore (0,5 per cento) nei servizi riguarda imprese con attività di innovazione abbandonate, o ancora 6 Nell industria sono inclusi: il settore estrattivo (sezione C della classificazione delle attività economiche Ateco 2002); il settore manifatturiero (sezione D); la produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua (sezione E). 531

10 Annuario statistico italiano 2006 Per saperne di più... ISTAT. Statistiche sull'innovazione delle imprese: anni Roma, (Informazioni n. 12). in corso alla fine del 2004, che non si sono tradotte in nuovi prodotti o nuovi processi produttivi. Rispetto al triennio , nell industria si registra, in media, una lieve riduzione del numero di imprese innovatrici (circa due percentuali), mentre nei servizi si assiste a un loro sensibile incremento (circa sei punti percentuali); tuttavia, mentre nell industria la riduzione del numero di imprese innovatrici investe uniformemente tutte le classi dimensionali, nei servizi l aumento si concentra prevalentemente nella fascia dimensionale dei addetti, dove la presenza di imprese innovatrici passa dal 19,7 per cento del periodo al 25,9 per cento del triennio successivo. La diffusione dell innovazione tecnologica varia significativamente tra classi dimensionali e settori economici (Figura 21.5). I dati confermano lo stretto legame tra dimensione aziendale (misurata in termini di addetti) e diffusione dell innovazione, già emerso nelle precedenti rilevazioni. Nel , nell industria ha fatto innovazione il 33,1 per cento delle imprese con addetti, il 54,9 per cento di quelle con addetti e il 71,7 per cento delle imprese con 250 addetti e oltre. Anche nei servizi, la percentuale di imprese innovatrici varia dal 25,9 per cento nella fascia di imprese con addetti, al 32,8 per cento in quella con addetti, fino a raggiungere il 47,1 per cento nelle imprese di maggiori dimensioni. La diffusione dell innovazione tecnologica varia, inoltre, con l attività economica. Nell industria, i settori con la maggiore presenza di imprese innovatrici sono quelli della fabbricazione di macchine per ufficio (76,9 per cento), di apparecchi di precisione (56,6 per cento) e di apparecchi radio-tv e delle telecomunicazioni (56,4 per cento). Tra quelli con una minore presenza di imprese innovatrici si segnalano, invece, i settore del vestiario (11,9 per cento), del cuoio e calzature (21,3 per cento) e l estrattivo (24,9 per cento). Nei servizi, i settori più innovativi sono quelli delle assicurazioni (71,0 per cento), delle poste e telecomunicazioni (54,6 per cento) e dell intermediazione monetaria e finanziaria (46,9 per cento), mentre quelli caratterizzati da una minore presenza di imprese innovatrici sono i trasporti aerei (9,7 per cento) e marittimi (16,6 per cento) e il noleggio di macchinari e attrezzature (16,6 per cento). Figura 21.5 Imprese innovatrici per macrosettore e classe di addetti - Anni (in percentuale del totale) addetti addetti 250 addetti e oltre Industria Servizi 532

11 21. Ricerca, sviluppo e innovazione Tipologia delle innovazioni introdotte Rispetto alla tipologia di innovazione, negli anni si registra una tendenza generale a innovare prevalentemente i processi produttivi (Figura 21.6). Tra le imprese industriali che hanno innovato nel triennio in esame, il 47,8 per cento ha sviluppato e/o adottato unicamente innovazioni di processo (il 29,4 per cento nel triennio ), il 34,8 per cento ha innovato contestualmente i processi e i prodotti (il 47,6 per cento nel triennio precedente), il 17,4 per cento ha concentrato le proprie attività innovative esclusivamente sui prodotti (il 23,0 per cento nel triennio precedente) (Tavola 21.14). Analoga tendenza emerge nei servizi, dove le imprese innovatrici sembrano maggiormente orientate all innovazione di processo: il 51,4 per cento delle imprese innovatrici sono state impegnate in attività finalizzate unicamente alle innovazioni di processo (il 29,9 per cento nel ), il 31,7 per cento sono state interessate da attività combinate di innovazione di processo e prodotto (il 44,3 per cento nel ) e il 16,9 per cento hanno introdotto unicamente innovazioni di prodotto (il 25,8 per cento nel ) (Tavola 21.15). Importanti differenze nelle scelte innovative delle imprese emergono a livello dimensionale: al crescere della dimensione aziendale si riduce il peso dell innovazione di processo, mentre aumenta il numero di imprese che tende a innovare simultaneamente i prodotti e i processi. Risulta, quindi, confermato nelle imprese di maggiore dimensione il frequente ricorso a un modello innovativo caratterizzato da una stretta interdipendenza e complementarità delle innovazioni di prodotto e di processo. L orientamento a innovare unicamente nel processo è, infatti, prevalente nelle imprese con addetti (51,5 per cento nell industria e 52,1 per cento nei servizi) e in quelle con addetti dei servizi (50,1 per cento), mentre si abbassa drasticamente nelle imprese di dimensione media nell industria (36,6 per cento) e, indipendentemente dal settore economico, in quelle con 250 addetti e oltre (22,7 per cento nell industria e 37,7 per cento nei servizi) dove, in media, si registra una chiara prevalenza delle attività combinate di innovazione di prodotto e processo (il 59,2 per cento delle grandi imprese nell industria e il 45,0 per cento nei servizi contro il 31,2 per cento delle piccole imprese nell industria e il 30,7 per cento nei servizi). Figura 21.6 Imprese innovatrici per tipologia di innovazione introdotta, macrosettore e classe di addetti - Anni (in percentuale sulle imprese innovatrici) addetti addetti 250 addetti e oltre addetti addetti 250 addetti e oltre Industria Servizi Innovazioni di prodotto e processo Innovazioni di solo processo Innovazioni di solo prodotto 533

12 Annuario statistico italiano 2006 La tipologia di innovazione introdotta dipende anche dalle caratteristiche del settore, come indica la forte variabilità intersettoriale osservabile confrontando il peso relativo delle imprese che hanno orientato i loro sforzi innovativi unicamente verso l una o l altra tipologia con quello di realtà caratterizzate da una maggiore integrazione tra le due forme di innovazione. L analisi dei dati settoriali mostra infatti differenze significative nella composizione delle imprese innovatrici per tipo di innovazione introdotta. Nell industria, l orientamento all innovazione congiunta di prodotto e processo è massimo nelle industrie chimiche (60,8 per cento), nella fabbricazione di macchine e apparecchi elettrici (53,5 per cento), di macchine per ufficio (50,9 per cento) e degli apparecchi di precisione (48,8 per cento). I settori che più frequentemente innovano solo il prodotto sono: la fabbricazione di apparecchi radio, tv e telecomunicazioni (45,1 per cento), di apparecchi di precisione (41,9 per cento), di apparecchi meccanici e di macchine per ufficio (40,4 per cento). Per converso, i settori industriali che mostrano un attenzione prevalente all innovazione di processo sono: i settori manifatturieri tradizionali (vestiario, alimentari, legno, cuoio e calzature), il settore della raccolta e distribuzione d acqua e le industrie estrattive. Nei servizi tra i settori più orientati all innovazione di prodotto e processo si segnalano l intermediazione finanziaria e monetaria (61,3 per cento), la ricerca e sviluppo (55,0 per cento) e le attività ausiliarie dell intermediazione finanziaria (48,9 per cento), mentre la percentuale più alta di imprese che innovano unicamente il prodotto è registrata nelle poste e telecomunicazioni (37,5 per cento). Nei servizi i settori meno innovativi, come il commercio al dettaglio, le attività immobiliari e il noleggio di macchinari e attrezzature, sono caratterizzati da un netto orientamento verso l innovazione di processo. L innovazione tecnologica si configura, quindi, come un attività che rende necessario migliorare costantemente e contestualmente sia i prodotti che i processi di produzione nelle grandi imprese e nei settori storicamente ad alta intensità di innovazione, mentre appare sempre più concentrata verso l innovazione di processo e sempre più disgiunta dall introduzione di prodotti innovativi, nelle imprese di piccole dimensioni operanti prevalentemente nei settori tradizionali e a elevate economie di scala. 534

13 21. Ricerca, sviluppo e innovazione Tavola Spesa per ricerca e sviluppo (R&S) intra-muros per settore istituzionale (a) - Anni (valori assoluti in milioni di euro e valori percentuali) SETTORI ISTITUZIONALI Spesa intra-muros Variazione % su anno precedente Composizioni percentuali ANNO 2001 Amministrazioni pubbliche ,8 18,4 Istituzioni private nonprofit (a) Imprese ,8 49,1 escluse le università ,5 67,5 Università ,3 32,6 TOTALE ,9 100,0 ANNO 2002 Amministrazioni pubbliche ,9 17,6 Istituzioni private nonprofit (a) 186-1,3 Imprese ,9 48,3 escluse le università ,1 67,2 Università ,5 32,8 TOTALE ,6 100,0 ANNO 2003 Amministrazioni pubbliche ,7 17,5 Istituzioni private nonprofit (a) ,8 1,4 Imprese ,1 47,3 escluse le università ,4 66,1 Università ,3 33,9 TOTALE ,2 100,0 ANNO 2004 (b) Amministrazioni pubbliche ,5 - Istituzioni private nonprofit (a) 214 2,9 - Imprese ,5 - escluse le università ,9 - Università TOTALE ANNO 2005 (b) Amministrazioni pubbliche ,6 - Istituzioni private nonprofit (a) 225 5,1 - Imprese ,1 - escluse le università ,3 - Università TOTALE Fonte: Rilevazione statistica sulla ricerca nelle imprese (R); Rilevazione statistica sulla ricerca nelle istituzioni pubbliche (R); Rilevazione statistica sulla ricerca nelle istituzioni private nonprofit (R) (a) I dati relativi al settore privato nonprofit sono disponibili a partire dall anno (b) Stima su dati di previsione forniti da imprese, istituzioni pubbliche e istituzioni private nonprofit. Il totale non è stato calcolato per la non disponibilità dei dati sulle Università. 535

14 Annuario statistico italiano 2006 Tavola Spesa per R&S intra-muros per tipologia di spesa e settore istituzionale - Anni (valori assoluti in milioni di euro e composizioni percentuali) SETTORI ISTITUZIONALI Spese di personale Spese correnti Beni e servizi Spese in conto capitale Spese totali Composizioni percentuali Spese correnti Spese in c/capitale Spese totali ANNO 2001 Amministrazioni pubbliche ,1 16,9 100,0 Istituzioni private nonprofit (a) Imprese ,9 11,1 100,0 escluse le università ,3 12,7 100,0 Università ,7 5,3 100,0 TOTALE ,7 10,3 100,0 ANNO 2002 Amministrazioni pubbliche ,8 14,2 100,0 Istituzioni private nonprofit (a) ,9 16,1 100,0 Imprese ,4 11,6 100,0 escluse le università ,6 12,4 100,0 Università ,2 4,8 100,0 TOTALE ,1 9,9 100,0 ANNO 2003 Amministrazioni pubbliche ,8 15,2 100,0 Istituzioni private nonprofit (a) ,8 22,2 100,0 Imprese ,2 9,8 100,0 escluse le università ,5 11,5 100,0 Università ,4 4,6 100,0 TOTALE ,9 9,1 100,0 Fonte: Rilevazione statistica sulla ricerca nelle imprese (R); Rilevazione statistica sulla ricerca nelle istituzioni pubbliche (R); Rilevazione statistica sulla ricerca nelle istituzioni private nonprofit (R) (a) I dati relativi al settore privato nonprofit sono disponibili a partire dall anno Tavola Spesa per R&S intra-muros per fonte di finanziamento e settore istituzionale - Anni (valori in migliaia di euro) Fonti di finanziamento SETTORI ISTITUZIONALI Amministrazioni pubbliche Imprese Soggetti e organismi privati italiani Estero Università ANNO 2001 Amministrazioni pubbliche Istituzioni private nonprofit (a) Imprese escluse le università Università TOTALE ANNO 2002 Amministrazioni pubbliche Istituzioni private nonprofit (a) Imprese escluse le università Università TOTALE ANNO 2003 Amministrazioni pubbliche Istituzioni private nonprofit (a) Imprese escluse le università Università TOTALE Fonte: Rilevazione statistica sulla ricerca nelle imprese (R); Rilevazione statistica sulla ricerca nelle istituzioni pubbliche (R); Rilevazione statistica sulla ricerca nelle istituzioni private nonprofit (R) (a) I dati relativi al settore privato nonprofit sono disponibili a partire dall anno I dati relativi alle università non sono disponibili secondo tale disaggregazione. 536

15 21. Ricerca, sviluppo e innovazione Tavola Spesa per R&S intra-muros per tipo di ricerca e settore istituzionale - Anni (valori in milioni di euro e composizioni percentuali) Valori assoluti Composizioni percentuali SETTORI ISTITUZIONALI Ricerca di base Ricerca applicata Sviluppo sperimentale Ricerca di base Ricerca applicata Sviluppo sperimentale ANNO 2001 Amministrazioni pubbliche ,4 62,7 7,9 100,0 Istituzioni private nonprofit (a) Imprese ,2 49,3 45,5 100,0 escluse le università ,8 52,9 35,3 100,0 Università (a) TOTALE ANNO 2002 Amministrazioni pubbliche ,2 54,0 7,8 100,0 Istituzioni private nonprofit (a) Imprese ,6 50,9 44,5 100,0 escluse le università ,2 51,7 34,1 100,0 Università (a) TOTALE ANNO 2003 Amministrazioni pubbliche ,1 47,7 8,2 100,0 Istituzioni private nonprofit ,7 49,9 2,4 100,0 Imprese ,8 48,7 46,5 100,0 escluse le università ,1 48,5 35,4 100,0 Università (a) TOTALE Fonte: Rilevazione statistica sulla ricerca nelle imprese (R); Rilevazione statistica sulla ricerca nelle istituzioni pubbliche (R); Rilevazione statistica sulla ricerca nelle istituzioni private nonprofit (R) (a) I dati relativi al settore privato nonprofit sono disponibili a partire dall anno I dati relativi alle università non sono disponibili secondo tale disaggregazione. Tavola Addetti alla R&S per categoria professionale e settore istituzionale - Anni (unità in equivalente tempo pieno) SETTORI ISTITUZIONALI Ricercatori Tecnici e altro personale Numero Unità in e.t.p. Numero Unità in e.t.p. Numero Unità in e.t.p. ANNO 2001 Amministrazioni pubbliche Istituzioni private nonprofit (a) Imprese Università ANNO 2002 Amministrazioni pubbliche Istituzioni private nonprofit (a) Imprese Università ANNO 2003 Amministrazioni pubbliche Istituzioni private nonprofit (a) Imprese Università Fonte: Rilevazione statistica sulla ricerca nelle imprese (R); Rilevazione statistica sulla ricerca nelle istituzioni pubbliche (R); Rilevazione statistica sulla ricerca nelle istituzioni private nonprofit (R) (a) I dati relativi al settore privato nonprofit sono disponibili a partire dall anno

16 Annuario statistico italiano 2006 Tavola Spesa per R&S intra-muros per settore istituzionale e regione - Anno 2003 (valori in migliaia di euro) REGIONI Amministrazioni pubbliche Università Istituzioni private nonprofit Imprese Piemonte Valle d'aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Trento Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Italia Fonte: Rilevazione statistica sulla ricerca nelle imprese (R); Rilevazione statistica sulla ricerca nelle istituzioni pubbliche (R); Rilevazione statistica sulla ricerca nelle istituzioni private nonprofit (R) Tavola Addetti alla R&S per settore istituzionale e regione - Anno 2003 (unità equivalenti a tempo pieno) REGIONI Amministrazioni pubbliche Università Istituzioni private nonprofit Imprese Piemonte Valle d'aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Trento Bolzano-Bozen Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Italia Fonte: Rilevazione statistica sulla ricerca nelle imprese (R); Rilevazione statistica sulla ricerca nelle istituzioni pubbliche (R); Rilevazione statistica sulla ricerca nelle istituzioni private nonprofit (R) 538

17 21. Ricerca, sviluppo e innovazione Tavola Imprese con 10 addetti e oltre per tecnologia di informazione e di comunicazione utilizzate, attività economica e classe di addetti - Anno 2005 (valori percentuali sul totale delle imprese) ATTIVITÀ ECONOMICHE CLASSI DI ADDETTI Imprese con Imprese con Internet Imprese per tipologia di connessione a Internet Senza fili Modem analogico Isdn Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 85,6 86,5 25,2 6,8 50,8 6,3 28,4 37,1 48,3 Industrie tessili e dell'abbigliamento 73,9 78,0 19,6 8,0 37,1 4,2 24,2 35,2 40,2 Industrie conciarie, fabbricazione prodotti in cuoio, pelle e similari 76,2 82,3 14,7 4,8 42,6 5,0 31,2 36,7 41,3 Industria del legno e dei prodotti in legno 90,0 94,9 22,1 6,7 54,7 2,8 33,5 45,2 42,0 Fabbricazione pasta-carta, carta e produzione di carta; stampa ed editoria 95,9 96,6 36,4 14,0 69,4 10,7 27,1 44,5 64,1 Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento dei combustibili nucleari 95,9 99,2 34,5 15,8 48,6 4,4 20,4 47,8 62,5 Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali 96,6 99,1 51,5 22,7 80,1 10,0 25,9 33,2 68,8 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 95,6 94,8 36,0 19,1 73,3 7,7 20,4 39,8 61,0 Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 91,0 97,1 30,3 11,6 60,4 6,3 32,9 50,0 51,0 Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo 91,4 92,9 24,3 6,1 54,1 5,9 35,2 38,1 47,5 Fabbricazione macchine e apparecchiature meccaniche, installazione, montaggio, riparazione e manutenzione 95,4 97,8 37,2 12,6 77,8 10,1 24,3 40,3 61,9 Fabbricazione macchine elettriche e apparecchiature elettriche e ottiche 95,9 96,4 40,5 16,0 73,2 11,5 23,4 36,3 64,1 Fabbricazione di mezzi di trasporto 91,8 92,1 37,5 20,3 69,9 16,4 21,6 38,2 58,3 Altre industrie manifatturiere 92,1 95,0 25,5 10,5 65,2 4,8 32,1 41,5 48,2 Costruzioni 87,3 90,3 20,4 6,1 33,8 5,2 31,3 38,5 47,5 Commercio, manutenzione e riparazione autoveicoli e motocicli, vendita al dettaglio di carburante per autotrazione 95,5 97,1 44,1 23,8 61,5 11,2 30,1 44,3 66,3 Commercio all'ingrosso e intermediari del commercio, autoveicoli e motocicli esclusi 95,3 97,7 42,7 20,9 68,2 10,3 29,5 35,1 68,6 Commercio al dettaglio, escluso autoveicoli e motocicli; riparazione di beni personali e per la casa 83,4 88,5 28,3 15,6 39,6 3,7 32,8 41,2 49,0 Alberghi, campeggi ed altri alloggi per brevi soggiorni 94,9 96,3 25,2 7,2 92,1 7,2 33,2 43,4 61,1 Trasporti 81,5 85,2 26,1 9,7 42,9 6,6 26,6 35,0 48,6 Poste e telecomunicazioni 92,4 93,3 66,7 46,2 72,1 16,0 21,7 31,1 51,4 Attività immobiliari, noleggio, ricerca, altre attività professionali 87,3 91,4 34,6 13,6 43,3 10,4 27,6 33,4 59,2 Informatica e attività connesse 95,7 98,6 68,8 41,3 70,8 15,6 18,3 29,0 78,9 Produzioni e distribuzioni cinematografiche e di video, attività radiotelevisive 97,8 97,8 41,0 13,5 69,5 13,3 29,6 37,3 61,3 INDUSTRIA ,2 90,0 21,9 6,6 49,0 5,6 30,0 39,7 47, ,6 99,8 51,7 23,1 81,0 10,5 22,9 34,7 73, ,0 98,9 70,8 34,6 87,4 17,9 22,6 34,0 76,0 250 e oltre 99,2 99,6 87,6 58,3 90,8 26,8 29,6 29,8 79,1 industria 88,6 91,1 26,5 9,3 53,1 6,6 29,2 39,0 50,5 SERVIZI ,7 92,2 33,1 14,9 53,3 7,7 29,1 37,3 58, ,2 94,4 54,2 27,6 67,3 12,7 26,3 32,9 69, ,5 97,9 63,3 36,4 73,6 19,5 26,2 36,2 73,7 250 e oltre 97,8 98,1 77,8 51,4 84,2 26,4 28,7 34,4 73,0 servizi 89,4 92,7 36,4 17,2 55,5 8,8 28,8 36,9 59,8 TOTALE Imprese con Intranet Imprese con Extranet Imprese con sito Web ,8 90,8 26,1 9,7 50,6 6,4 29,6 38,8 51, ,7 97,9 52,6 24,7 76,1 11,3 24,1 34,0 72, ,6 98,5 67,9 35,3 82,1 18,5 24,0 34,8 75,1 250 e oltre 98,6 98,9 83,2 55,2 87,8 26,6 29,2 31,9 76,3 TOTALE 88,9 91,7 30,2 12,2 54,0 7,4 29,1 38,2 54,0 Fonte: Rilevazione sulle tecnologie dell informazione e della comunicazione nelle imprese (R) xsdl 539

18 Annuario statistico italiano 2006 Tavola Imprese con 10 addetti e oltre che effettuano acquisti e vendite on line per attività economica e classe di addetti - Anno 2004 (valori percentuali sul totale delle imprese) ATTIVITÀ ECONOMICHE CLASSI DI ADDETTI Imprese che effettuano acquisti on line (a) Valore degli acquisti on line (b) Imprese che effettuano vendite on line (c) Valore delle vendite on line (d) Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 12,1 1,6 2,6 2,1 Industrie tessili e dell'abbigliamento 12,6 0,2 0,9 0,2 Industrie conciarie, fabbricazione prodotti in cuoio, pelle e similari 8,5 1,0 0,7 0,1 Industria del legno e dei prodotti in legno 12,2 0,2 1,9 0,3 Fabbricazione pasta-carta, carta e produzione di carta; stampa ed editoria 27,5 0,8 9,3 1,8 Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento dei combustibili nucleari 22,3 0,7 6,2 0,3 Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali 30,3 1,0 3,4 2,1 Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 21,7 0,5 1,9 2,8 Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 20,3 0,6 2,3 0,6 Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo 16,5 0,5 1,8 2,5 Fabbricazione macchine e apparecchiature meccaniche, installazione, montaggio, riparazione e manutenzione 27,7 3,6 3,8 2,4 Fabbricazione macchine elettriche e apparecchiature elettriche e ottiche 32,5 1,2 3,8 4,0 Fabbricazione di mezzi di trasporto 24,6 2,9 11,3 10,2 Altre industrie manifatturiere 15,6 0,4 2,3 0,8 Costruzioni 15,5 0,7 0,8 0,2 Commercio, manutenzione e riparazione autoveicoli e motocicli, vendita al dettaglio di carburante per autotrazione 21,2 2,6 4,6 1,7 Commercio all'ingrosso e intermediari del commercio, autoveicoli e motocicli esclusi 27,4 4,1 7,1 4,6 Commercio al dettaglio, escluso autoveicoli e motocicli; riparazione di beni personali e per la casa 15,1 2,1 3,6 0,4 Alberghi, campeggi ed altri alloggi per brevi soggiorni 22,8 0,5 39,3 4,6 Trasporti 12,7 1,9 3,6 1,0 Poste e telecomunicazioni 20,5 5,7 16,2 1,0 Attività immobiliari, noleggio, ricerca, altre attività professionali 19,7 3,4 1,1 0,8 Informatica e attività connesse 53,1 4,3 4,4 0,3 Produzioni e distribuzioni cinematografiche e di video, attività radiotelevisive 29,9 0,0 7,6 0,2 INDUSTRIA ,1 0,2 1,7 0, ,0 0,5 4,3 0, ,3 0,8 7,7 1,8 250 e oltre 45,3 2,6 22,8 4,8 industria 18,2 1,2 2,3 2,2 SERVIZI ,0 1,8 6,6 1, ,4 2,2 6,9 1, ,1 3,0 11,3 3,7 250 e oltre 37,8 5,2 14,0 2,5 servizi 22,1 3,2 6,9 2,1 TOTALE ,9 1,0 3,5 0, ,4 1,3 5,3 0, ,7 1,7 9,1 2,6 250 e oltre 41,9 3,8 18,9 3,7 TOTALE 19,6 2,2 4,0 2,2 Fonte: Rilevazione sulle tecnologie dell informazione e della comunicazione nelle imprese (R) (a) Incidenza sul totale delle imprese. L acquisto è on line se i beni e servizi sono ordinati direttamente dall impresa su una delle reti che utilizzano il protocollo Internet (www, Extranet su Internet, Edi su Internet, telefoni cellulari abilitati all accesso a Internet) o sulle reti che utilizzano altri protocolli (Edi, sistemi di telefonia interattiva) ma la consegna e il pagamento del bene o servizio possono avvenire sia on line sia off line. Non sono inclusi nella definizione di commercio elettronico gli ordini effettuati telefonicamente, via fax o attraverso convenzionali. (b) La quota del valore degli acquisti on line è calcolata rispetto al valore degli acquisti totali che comprendono, in generale: materie prime, sussidiarie e di consumo, prodotti energetici, merci da rivendere in nome proprio senza trasformazione e il complesso dei costi per servizi. (c) Incidenza sul totale delle imprese. La vendita è on line se i beni e servizi sono ordinati direttamente all impresa su una delle reti che utilizzano il protocollo Internet (www, Extranet su Internet, Edi su Internet, telefoni cellulari abilitati all accesso a Internet) o sulle reti che utilizzano altri protocolli (Edi, sistemi di telefonia interattiva) ma la consegna e il pagamento del bene o servizio possono avvenire sia on line sia off line. Non sono inclusi nella definizione gli ordini ricevuti telefonicamente, via fax o attraverso convenzionali. (d) La quota del valore delle vendite on line è calcolata rispetto al valore dei ricavi delle vendite che comprendono, in generale: vendite di prodotti fabbricati dall impresa, vendite di merci acquistate in nome proprio e rivendute senza trasformazione, lavorazioni per conto terzi su materie prime e semilavorati di terzi, lavorazioni e servizi industriali su ordinazioni di terzi, attività di intermediazione (commissioni, provvigioni eccetera), introiti lordi del traffico (per le sole imprese di trasporto), prestazione di servizi a terzi. 540

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