Abstract. Riassunto. Parole chiave: alcol, gravidanza, FASD, prevenzione, personale sanitario
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1 STEFANIA BAZZO Dipartimento Universitario Clinico di Scienze della Riproduzione e dello Sviluppo Università degli Studi di Trieste PATRIZIA RISCICA U.O.C. SerD Alcologia Mogliano V.to Dip. Dipendenze dell Az.ULSS n.9 di Treviso (Regione Veneto) GIUSEPPE BATTISTELLA Servizio di Statistica ed Epidemiologia Azienda ULSS n.9 Treviso (Regione Veneto) GIULIANA MOINO U.O.C. SerD Alcologia Mogliano V.to Dip. Dipendenze dell Az.ULSS n.9 di Treviso (Regione Veneto) MERY BOTTAREL U.O.C. Ginecologia e Ostetricia Treviso Az. ULSS n.9 di Treviso (Regione Veneto) GIUSEPPE DAL POZZO U.O.C. Ginecologia e Ostetricia Treviso Az. ULSS n. 9 di Treviso (Regione Veneto) LOREDANA CZERWINSKY Università degli Studi di Trieste Per corrispondenza Stefania Bazzo Azienda ULSS n.9 Treviso (Regione Veneto), Borgo Cavalli 42, Treviso (Italy) Tel.: ; Cell.: ; Fax: ; E mail: stefania.bazzo@gmail.com Il consumo di alcol in gravidanza e allattamento: opinioni ed esperienze dei professionisti sanitari dell Azienda ULSS n. 9 di Treviso (Regione Veneto). Alcohol use during pregnancy and breastfeeding: opinions and experiences of healthcare professionals working in the Local Health Unit 9 of Treviso (Veneto Region). Riassunto Il consumo di bevande alcoliche durante la gravidanza può avere conseguenze dannose sulla salute del feto e del bambino. Tali effetti sono chiamati Fetal Alcohol Spectrum Disorder (FASD). I professionisti sanitari hanno un ruolo importante nella prevenzione del FASD, attraverso l identificazione delle donne incinta che consumano alcol e l informazione sui rischi. Lo scopo del presente studio di popolazione è indagare le opinioni e l esperienza professionale del personale dei servizi dell area materno infantile di un azienda sanitaria locale italiana, l Az.ULSS n. 9 di Treviso (Regione Veneto). Sono stati compilati 302 questionari. Due terzi degli intervistati hanno dichiarato di conoscere il FASD, il 28% ha visto persone con FASD. Il 38% pensa che una donna incinta possa bere limitate quantità di alcol. Uno su tre dà informazioni sull alcol in gravidanza, il 12% suggerisce di evitarlo completamente durante tutta la gestazione. I professionisti che ritengono che l alcol possa essere sempre dannoso per il feto e dichiarano di conoscere il FASD pongono maggiore attenzione al problema. Le opinioni e i comportamenti professionali emersi risultano essere disomogenei e riflettono il ruolo ambiguo dell alcol nella nostra cultura. Parole chiave: alcol, gravidanza, FASD, prevenzione, personale sanitario Abstract Alcohol use during pregnancy is associated with harmful effects on the developing foetus and the newborn, called Fetal Alcohol Spectrum Disorder (FASD). Alcohol abstinence during pregnancy is considered the only effective way to prevent FASD. Healthcare professionals have an important role in FASD prevention, by identifying pregnant women who consume alcohol and by giving information on the risks of this behaviour. The aim of this population based study is to investigate opinions and professional experience on this topic in a local health area of northern Italy, the Local Health Authority n. 9 of Treviso (Veneto Region). A questionnaire was completed by 302 healthcare professionals working in pregnancy and infant care services of the local health unit. Two thirds knew FASD, 28% saw FASD children in their professional experience. 38% thought that a pregnant woman can drink alcohol daily during pregnancy. One out of two gave information on alcohol to pregnant women. 12% suggested to absolutely avoid drinking during pregnancy. Professionals who thought that alcohol could always harm the baby and who knew FASD paid more attention to the question. Opinions and professional behaviours were dishomogeneous and reflected the ambiguous role of alcohol in our culture. Key words: alcohol, pregnancy, Fetal Alcohol Spectrum Disorder (FASD), prevention, healthcare professionals 28 Alcologia N. 12 DICEMBRE 2011
2 Introduzione Il consumo di bevande alcoliche durante la gravidanza è associato a effetti dannosi sulla salute del feto e del bambino (1). L esposizione all alcol in fase prenatale può comportare una serie di patologie e problemi fisici, mentali e comportamentali denominati Fetal Alcohol Spectrum Disorder (FASD) (2). Il termine FASD non identifica una diagnosi clinica specifica, ma un ventaglio di disabilità di differente entità ed espressività (3). Tale variabilità è legata alla quantità di alcol consumata dalla madre, alla frequenza del consumo e al periodo di gravidanza (4 8). La forma più grave di FASD è la Fetal Alcohol Syndrome (FAS). La FAS è una patologia riscontrata nei figli di gestanti abusatrici di alcol ed è caratterizzata da ritardo nella crescita pre o post natale, danni al Sistema Nervoso Centrale e malformazioni cranio facciali caratteristiche, a cui si possono aggiungere anomalie scheletriche, cardiache, oculari, uditive, urogenitali (9). Il consumo di dosi minori di alcol, anche inferiori ad un bicchiere al giorno, può determinare nel bambino problemi cognitivi e comportamentali, quali disturbi dell attenzione e del comportamento e deficit di apprendimento (10 14). Si ritiene che nel mondo la prevalenza del FASD sia dell 1% di tutti i nati (15), mentre la FAS è stimata tra 0,5 e 3 casi su 1000, con alcune comunità che hanno tassi più alti (16). In Italia un recente studio prospettico effettuato nei bambini di scuola primaria della Regione Lazio, ha stimato una prevalenza di FAS tra i 4 e i 12 casi su 1000 bambini e di FASD tra i 23 e i 63 su 1000 (17). Il FASD è completamente prevenibile se le donne non consumano alcol durante la gravidanza (18). L astensione è raccomandata anche durante l allattamento al seno, in quanto l alcol ingerito dalla madre passa al neonato attraverso il latte (19). I professionisti sanitari hanno un ruolo strategico nella prevenzione del FASD (20,21). Essi possono intercettare le donne in età fertile, in gravidanza e in allattamento consumatrici di alcol, fornire supporto e informazioni sui possibili danni dell esposizione all alcol in fase prenatale, inviare a servizi specialistici i casi più a rischio (22 26). È stato evidenziato che il ricevere informazioni dal personale sanitario ha un ruolo protettivo rispetto al consumo di alcol in gravidanza (27). In ambito internazionale, tuttavia, sono stati rilevati una scarsa conoscenza del FASD da parte dei professionisti sanitari e il bisogno di fare formazione sul tema. La ridotta conoscenza e attenzione clinica possono essere in parte dovute alla mancanza di consenso sul problema nella letteratura scientifica, alle opinioni contrastanti sul danno da alcol in gravidanza, alla paura di stigmatizzare le donne (28 32). Anche in Italia l attenzione alla questione è ancora limitata, nonostante lo studio compiuto nella regione Lazio abbia messo in evidenza come la prevalenza sia molto più alta di quanto rilevato in altri paesi europei ed extra europei. Per questo, si ritiene fondamentale continuare a raccogliere informazioni ed avviare percorsi di ricerca e sensibilizzazione, sia rivolti ai professionisti sanitari, sia alla popolazione generale (33). Il presente studio osservazionale è stato realizzato nell Azienda ULSS n. 9 di Treviso (Regione Veneto). L obiettivo è indagare le conoscenze, le opinioni e gli atteggiamenti professionali del personale sanitario sull uso di alcol in gravidanza e in allattamento e i suoi effetti sul feto e il neonato. Lo studio ha coinvolto i professionisti sanitari e sociosanitari del percorso nascita ed età evolutiva che lavorano nei servizi ospedalieri e territoriali dell azienda ULSS 9, ed è orientato alla predisposizione di percorsi di aggiornamento e formazione professionale sul tema. La ricerca rientra in un progetto più ampio di prevenzione degli effetti dell uso di alcol in gravidanza, denominato Kambio Marcia In attesa, cambia (34) 1. Materiali e Metodi È stata realizzata un indagine con un questionario cartaceo auto compilato. Il questionario è composto da 44 item che indagano le seguenti aree: aspetti anagrafici e personali, conoscenza ed esperienza della FAS e del FASD, opinioni sugli effetti dell alcol in gravidanza, in allattamento e in generale, osservatorio sul consumo di alcol in gravidanza e allattamento, atteggiamento professionale, valutazione della ricerca ed interesse per l approfondimento della tematica. La predisposizione dello strumento è stata preceduta da un brainstorming con i responsabili dei servizi interessati, e da interviste approfondite a 30 referenti delle varie categorie professionali (35). Nello studio sono state coinvolte le Unità Operative di Ginecologia e Ostetricia, Pediatria, Patologia Neonatale, Neuropsichiatria Infantile dei due ospedali dell Azienda ULSS 9. Nel territorio hanno partecipato il 1 Si ringrazia il professor Emanuele Scafato per i suggerimenti per la realizzazione della ricerca. Grazie al dottor Bruno Sacher e alla dottoressa Tiziana Codenotti e per i contributi alla predisposizione del questionario e del presente lavoro. Si ringraziano il Laboratorio Farmaceutico CT e il Lions Club Eleonora Duse di Treviso per il supporto operativo al progetto Kambio Marcia In attesa, cambia. 29
3 Consultorio Familiare, il Servizio Distrettuale Integrato per l Età Evolutiva (SDIEE) e la Pediatria di Comunità dei quattro distretti socio sanitari in cui è suddivisa l azienda sanitaria. Sono state incluse tutte le figure professionali di tipo sanitario e sociosanitario, per un totale di 380 professionisti. È stato escluso il solo personale amministrativo. La somministrazione è avvenuta tra marzo e luglio In ogni sede e servizio coinvolti, la consegna e la raccolta dei questionari sono state fatte da un referente per categoria professionale. L analisi statistica è stata effettuata con SPSS per Windows versione 13.0 e WinPEPI versione 9.4. L analisi è stata articolata in due fasi: un analisi di frequenza descrittiva e un analisi di associazione bivariata. La forza delle associazioni fra due variabili è stata stimata con l Odds Ratio (OR), mentre quando una delle due variabili poteva assumere più valori crescenti è stato utilizzato il Generalized Odds Ratio (GOR). Gli Odds sono riportati con i rispettivi intervalli di confidenza al 95%. Allo scopo di verificare un associazione tra due variabili con valori crescenti è stato utilizzato il tau b di Kendall. La correlazione tra variabili nominali è stata stimata con la V di Cramér. Risultati Aspetti anagrafici e personali. Su 380 questionari distribuiti, ne sono stati compilati e restituiti 302, con un tasso di risposta del 79%. I rispondenti sono in netta maggioranza di sesso femminile (n=269). L età è compresa tra i 23 e i 63 anni, con una media di 43 anni (deviazione standard 9,1, n=282). Circa la metà (n=146) dichiara di essere in possesso di un titolo di studio universitario, il 31% ha un diploma di scuola superiore, il 13% ha la licenza elementare o media inferiore. Diverse categorie professionali hanno partecipato allo studio. I più numerosi sono gli infermieri, seguiti dai medici e dalle ostetriche/i (tabella 1). Dei 69 medici, 30 sono pediatri, 27 ginecologi, 6 neuropsichiatri infantili e 6 possiedono altre specializzazioni. Sono inclusi nella categoria altre professioni gli operatori dei servizi dell età evolutiva, quali psicologi, logopedisti, assistenti sociali. Tre quarti lavorano in ospedale (n=226), i rimanenti nei distretti sociosanitari del territorio. Il 93% (n=280) lavora nell Az. ULSS n. 9 con un contratto dipendente, gli altri hanno differenti tipi di rapporto (liberi professionisti in convenzione e specializzandi). Gli effetti dannosi del consumo di alcol in gravidanza e allattamento: conoscenze, opinioni, esperienza. Due terzi dei professionisti (n=196), dichiarano di sapere cos è la Sindrome Alcolica Fetale (FAS), con frequenza maggiore tra coloro che lavorano nei servizi del territorio (84%) che tra gli ospedalieri (59%). Soprattutto i professionisti che hanno un titolo di studio universitario (84%) riferiscono di conoscerla, meno chi ha una qualifica inferiore, quali il diploma di scuola superiore (50%), e la licenza elementare o media inferiore (36%). Sanno cos è la FAS quasi tutti i medici (94%), la maggioranza del personale dell età evolutiva (77%) e delle ostetriche/i (72%), la metà degli infermieri (48%) e quasi un terzo degli operatori sociosanitari (29%). Tutti i professionisti, tranne un caso, ritengono che l alcol assunto da una donna incinta e in allattamento possa avere effetti sulla salute del feto e del bambino. L alcol è considerato mediamente il più dannoso dei fattori di rischio in gravidanza, quali il toxoplasma, l epatite C (HCV), il fumo e l alimentazione scorretta (tabella 2). Tuttavia, per il 38% dei professionisti (n=116), è comunque possibile bere una certa quantità di alcol in gravidanza senza danni al feto, e per il 35% (n=107) esiste una quantità di alcol sicura anche in allattamento. Il 25% (n=77), afferma che si possa bere quotidianamente almeno mezza Unità Alcolica in gravidanza e il 22% (n=67) ritiene che la stessa quantità possa essere consumata in allattamento. Secondo il 76% dei professionisti l assunzione di bevande alcoliche può avere effetti sulla fertilità. Per quanto riguarda l esperienza diretta degli effetti dannosi dell alcol, il 28% (n=86) riferisce di aver visto persone con FASD: quasi tutti i pediatri (87%), la metà dei professionisti dell età evolutiva (52%), meno le ostetriche (23%), i ginecologi, (15%), gli infermieri, (13%), un solo operatore sociosanitario. Si incontrano più frequentemente casi di FASD nei distretti (51%) che in ospedale (22%). Undici professionisti dichiarano di aver visto almeno una decina di soggetti con FAS/FASD. Il consumo di alcol in gravidanza e allattamento: osservatorio e atteggiamento professionale. Secondo tre professionisti su quattro (n=234), l uso di bevande alcoliche non è diffuso nelle donne nei periodi di gravidanza e di allattamento. L alcol è il problema che si incontra mediamente meno nell esperienza professionale con questi target (tabella 3). Il 25% afferma di aver visto almeno qualche volta, nell ambito della propria attività professionale, donne in gravidanza e/o in allattamento con consumi di alcol a rischio. Il 43% riesce a farsi un idea dei consumi alcolici del partner. 30 Alcologia N. 12 DICEMBRE 2011
4 Un professionista su due (n=159) dichiara di dare informazioni sull alcol ad almeno qualcuna delle donne in gravidanza e allattamento che vede, il 63% di coloro che lavorano nei distretti, il 49% degli ospedalieri. Ne parlano il 79% delle ostetriche, il 63% dei pediatri, il 38% degli infermieri, il 29% delle altre figure professionali e il 18% degli operatori sociosanitari. Tra i ginecologi, tutti dichiarano di dare almeno ogni tanto informazioni sull alcol alle donne incinta, ma solo uno su tre (33%) lo fa con la maggior parte delle pazienti. Le informazioni date alle donne sono eterogenee. Si parla di alcol soprattutto nell ambito di un discorso generale sull alimentazione (40%), ma anche quando si affronta il tema del fumo di tabacco e del consumo di droghe (19%). Il 9% lo fa solo se ha il sospetto di abuso. Per quanto riguarda i temi affrontati, il 31% cerca di sfatare alcuni luoghi comuni sull alcol. Il 21% dà informazioni sui danni al feto e al neonato, il 16% suggerisce di fare più attenzione al consumo di bevande alcoliche in allattamento. Relativamente alle quantità consigliate, il 18% dice che è meglio evitare di bere, al massimo un bicchiere occasionalmente e il 12% suggerisce di evitare completamente le bevande alcoliche. Il 7% da informazioni generali sulle quantità che una donna può bere senza rischi, e il 5% afferma che una certa quantità al giorno, come un bicchiere di vino o birra a pasto, non fa male. Valutazione della ricerca e interesse all approfondimento. La maggioranza dei professionisti ritiene utili una ricerca sui consumi di bevande alcoliche delle donne nel territorio (85%) e un approfondimento sulla questione (86%). Indagare il problema può essere utile per i minorenni e gli operatori sanitari (22%), per le donne in età fertile (17%), in gravidanza e in allattamento (14%), per tutti (9%), per neonati e bambini (3%), per i maschi (1%). E, secondo alcuni, per le donne in menopausa (9%). Il ruolo delle conoscenze e delle opinioni sull atteggiamento professionale. Le opinioni sui consumi di alcol in gravidanza sono associate al tipo di informazioni date alle donne. I professionisti che pensano non ci sia una quantità di alcol sicura in gravidanza hanno oltre quattro volte la probabilità di dire di evitare assolutamente bevande alcoliche rispetto agli altri (OR 4,30, IC95% 1,53 14,87). Dall altro lato, ritenere che ci siano delle quantità sicure fa aumentare la probabilità che si diano informazioni orientate al consumo. Chi è convinto che si possa bere almeno un po di alcol in gravidanza ha una probabilità molto più alta di parlare a una donna incinta o in allattamento delle quantità che può assumere senza rischi (OR 5,04 IC95% 1,70 15,16) o di dirle che un bicchiere a pasto non fa male (OR 4,48 IC95% 1,40 14,58). La conoscenza dichiarata degli effetti dell esposizione prenatale all alcol sembra avere un ruolo sulle opinioni dei professionisti: coloro che ritengono che una donna incinta possa bere bevande alcoliche quotidianamente hanno una probabilità molto più bassa di conoscere la FAS rispetto agli altri (OR 0,50 IC95% 0,28 0,89). Sapere cos è la FAS è utile per orientare le donne all astensione: chi dice di conoscerla ha oltre tre volte la probabilità di dire alle donne d evitare assolutamente le bevande alcoliche rispetto agli altri (OR 3,64 IC95% 1,36 10,13). Suggerire di non bere in gravidanza non è associato, invece, all avere visto casi di FASD (p=0,473, OR 1,33, IC95% 0,56 3,12). La convinzione che ci sia una quantità sicura di alcol in gravidanza non è associata alle caratteristiche personali dei rispondenti, quali il sesso (p=0,971), l età (p=0,713), il titolo di studio (p=0,506). Essere entrati in contatto con persone con FASD è associato alla professione (Cramer s V=0,430, p=0,000) e alla sede di lavoro (Cramer s V=0,355, p=0,000). Nell aver visto o meno casi di FASD gioca un debole ruolo l età (Kendall s tau b=0,184 p=0,000). Chi ne ha visti ha una media più elevata (media 46,46, deviazione standard 8,85, n=76) rispetto agli altri (media 41,77, deviazione standard 8,89, n=197). Discussione Due terzi dei professionisti che lavorano nei servizi dedicati al percorso nascita ed età evolutiva dell Azienda Sanitaria riferiscono di conoscere la FAS e diversi hanno visto persone con problemi riconducibili all esposizione prenatale all alcol, soprattutto tra i pediatri. I professionisti sono concordi nel ritenere che l alcol possa avere effetti sulla salute del feto e del bambino, tuttavia, secondo quattro operatori su dieci, è possibile bere una certa quantità di alcol in gravidanza senza danni. Anche una recente ricerca condotta da Vagnarelli et al. (36) su un gruppo di neonatologi italiani ha rilevato che, sebbene la maggioranza sia consapevole degli effetti dannosi in gravidanza, circa il 50% continua a ritenere possibile che una donna incinta consumi ogni tanto un bicchiere di vino o birra. 31
5 Circa la metà dei professionisti parla di alcol alle donne in gravidanza e allattamento, ma le informazioni sono veicolate in maniera disomogenea e spesso sporadica. La carenza di informazioni fornite dal personale sanitario è stata evidenziata anche in un indagine condotta a Firenze da Caruso et al. (37), dove è stato rilevato che solo il 42% delle donne incinta intervistate ha ricevuto informazioni sugli effetti fetali dell alcol e del tabacco dai medici di medicina generale. Inoltre, il fatto che si parli di alcol alle donne sia nell ambito dell alimentazione, sia come droga, rappresenta in modo evidente le differenti valenze culturali attribuite alla sostanza. Le opinioni personali sull alcol sembrano influenzare l atteggiamento professionale con le donne. Conoscere la FAS sembra essere utile per porre attenzione alla questione dell uso di alcol in gravidanza e allattamento dando informazioni più orientate all astensione. In generale, comunque, si ritiene che le donne in gravidanza e in allattamento che vivono nel territorio di indagine non assumano alcol, anche se a qualcuno è capitato di vedere gestanti con consumi di bevande alcoliche a rischio. C è stata una buona accettazione dell indagine, che è stata ritenuta utile dalla maggior parte dei rispondenti. Un limite dello studio è la presenza di numerose risposte mancanti o incomplete. Conclusioni Lo studio ha evidenziato la presenza di disomogeneità nelle conoscenze, nelle opinioni e nei comportamenti dei professionisti sanitari sul consumo di alcol in gravidanza e allattamento. Le opinioni personali sull alcol sembrano avere un ruolo nelle opinioni sugli effetti dell esposizione prenatale e nell approccio professionale con le donne. L atteggiamento dei professionisti sanitari riflette il contesto culturale ambiguo nei confronti dell alcol, in cui convivono l accettazione della sostanza come alimento e la consapevolezza del danno in diverse situazioni di vita, tra cui la gravidanza. Questo richiede una particolare attenzione nelle strategie formative e operative messe in atto dall azienda sanitaria locale. Esse dovranno contribuire ad avviare pratiche condivise e integrate per la rilevazione dei consumi e per l informazione sui danni da alcol, favorendo la diffusione di un approccio coerente nei servizi sanitari e nella comunità. BIBLIOGRAFIA (1) SPAGNOLO A.: Teratogenesis of alcohol. Ann Ist Super Sanità, 29(1): 89 96, (2) KOREN G., NULMAN I., CHUDLEY A.E., LOOCKE C.: Fetal alcohol spectrum disorder. CMAJ, 169(11), , (3) HOYME H.E., MAY P.A., KALBERG W.O., et al.: A practical clinical approach to diagnosis of fetal alcohol spectrum disorders: clarification of the 1996 institute of medicine criteria. Pediatrics, 115(1), 39 47, (4) STREISSGUTH A.P., BARR H.M., SAMPSON P.D.: Moderate prenatal alcohol exposure: effects on child IQ and learning problems at age 7 1/2 years. Alcohol Clin Exp Res, 14, , (5) LARKBY C., DAY N.: The effects of prenatal alcohol exposure. Alcohol Health Res World, 21(3), , (6) MAIER S.E., CHEN W.J., MILLER J.A., WEST J.R.: Fetal alcohol exposure and temporal vulnerability regional differences in alcohol induced microencephaly as a function of the timing of binge like alcohol exposure during rat brain development. Alcohol Clin Exp Res, 21(8), , (7) MAIER S.E., WEST J.R.: Drinking patterns and Alcohol Related Birth Defects. Alcohol Res Health, 25, , (8) ALATI R., AL MAMUN A., WILLIAMS G.M., et al.: In utero alcohol exposure and prediction of alcohol disorders in early adulthood: a birth cohort study. Arch Gen Psychiatry, 63, , (9) BERTRAND J., FLOYD R.L., WEBER M.K., et al.: National Task Force on Fetal Alcohol Syndrome and Fetal Alcohol Effect. Fetal Alcohol Syndrome: guidelines for referral and diagnosis. Atlanta: Centers for Disease Control and Prevention, elines_accessible.pdf. Ultima consultazione: (10) GOLDSCHMIDT L., RICHARDSON G.A., STOFFER D.S., GEVA D., DAY N.L.: Prenatal alcohol exposure and academic achievement at age six: a nonlinear fit. Alcohol Clin Exp Res, 20(4), , (11) JACOBSON J.L., JACOBSON S.W.: Drinking moderately and pregnancy. Effects on child development. Alcohol Res Health, 23(1), 25 30, (12) SOOD B., DELANEY BLACK V., COVINGTON C., et al.: Prenatal Alcohol Exposure and Childhood Behavior at Age 6 to 7 Years: I. Dose Response Effect. Pediatrics, 108(2), e (13) SAYAL K., HERON J., GOLDING J., EMOND A.: Prenatal alcohol exposure and gender differences in childhood mental health problems: a longitudinal populationbased study. Pediatrics, 119, e426 e434, (14) SAYAL K.: Alcohol consumption in pregnancy as a risk factor for later mental health problems. Evid Based Ment Health, 10(4), , Alcologia N. 12 DICEMBRE 2011
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7 TABELLE DI RIFERIMENTO PROFESSIONE N % Infermiere ,4 Medico 69 22,8 Ostetrica/o 61 20,2 Altra professione 31 10,3 Operatore sociosanitario 28 9,3 Assistente sanitario 3 1,0 Non risponde 3 1,0 Totale ,0 Tabella 1 Professione RANGO TIPO N Media* Deviazione Std. 1 Alcol 282 2,04 0,94 2 Toxoplasma 285 2,16 1,26 3 Fumo 284 2,77 1,03 4 HCV 282 3,48 1,26 5 Alimentazione scorretta 285 4,49 0,86 Tabella 2 Quali di questi fattori è il più dannoso in gravidanza? *a un valore più basso della media corrisponde una maggiore percezione del problema RANGO TIPO N Media* Deviazione Std. 1 Fumo 261 1,94 1,06 2 Alimentazione scorretta 253 2,50 1,35 3 HCV 250 3,06 1,28 4 Toxoplasma 250 3,18 1,34 5 Alcol 249 4,12 1,02 Tabella 3 Quali di questi problemi riscontra più frequentemente nella sua esperienza professionale con le donne in gravidanza e/o allattamento? *a un valore più basso della media corrisponde una maggiore percezione del problema 34 Alcologia N. 12 DICEMBRE 2011
Stefania Bazzo. Le sfide della promozione della salute: dalla sorveglianza agli interventi sul territorio Venezia, 21 giugno 2012. www.ulss.tv.
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