NOZIONI. Capacità giuridica:

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1 NOZIONI Capacità giuridica: E l attitudine di un soggetto ad essere titolare di rapporti giuridici. Si acquisisce normalmente con la nascita. Eccezionalmente la legge riconosce tuttavia alcuni diritti a soggetti non ancora venuti ad esistere, subordinatamente all evento della nascita: ad es. i nascituri concepiti hanno la capacità di succedere mortis causa (art. 784 c.c.), i nascituri non concepiti possono succedere a causa di morte ma solo in caso di vocazione testamentaria (art. 462 comma 3 c.c.) e hanno la capacità di ricevere per donazione (art. 784 c.c.), sempre che si tratti di figli di persone viventi al momento della morte del testatore o della donazione). La capacità giuridica si perde con la morte del soggetto titolare. Capacità di agire: E l idoneità del soggetto a costituire, modificare o estinguere la propria situazione giuridica. La capacità d agire si acquista con il conseguimento da parte del soggetto dell attitudine a curare i propri affari ed interessi. Il raggiungimento di tale maturità normalmente è fissata dal Legislatore al compimento dei 18 anni, (salvo che il soggetto si trovi in condizioni psicofisiche che lo rendono in tutto o in parte incapace di provvedere ai propri i interessi ovvero abbia riportato particolari condanne penali). Il minore. Essendo i minori soggetti incapaci, in loro vece agiscono i genitori. Entrambi i genitori hanno infatti il diritto-dovere di proteggere, educare, istruire i figli minorenni e di curarne gli interessi patrimoniali. Se i genitori sono morti o non possono esercitare la potestà, il Giudice Tutelare nomina un tutore. L emancipato. Il minore eccezionalmente può essere autorizzato a contrarre matrimonio, ciò sempre che abbia compiuto il 16 anno di età e in presenza di gravi motivi. Il soggetto in questione si trova in una situazione di limitata capacità di agire: con il matrimonio cessa la potestà dei genitori e il minorenne acquisisce la possibilità di compiere gli atti non eccedenti l ordinaria amministrazione. Per gli atti eccedenti l ordinaria amministrazione è necessario il consenso del curatore e l autorizzazione del Giudice Tutelare. Per gli atti elencati nell art. 375 c.c. (costituzione di pegni o ipoteche, procedimenti di divisioni, transazioni ) se il curatore non è il genitore, l autorizzazione deve essere data dal Tribunale su parere del Giudice Tutelare. L interdetto (art. 414 e s.s. del c.c. e 712 e s.s. del c.p.c.). La disciplina precedente all entrata in vigore della legge n. 6/2004 (ma tuttora in massima parte ancora vigente) prevede due istituti: l interdizione e l inabilitazione. 1

2 L interdizione riguarda le persone che si trovano in condizioni di abituale o permanente infermità di mente tale da impedire loro di provvedere adeguatamente ai propri interessi. L interdizione può essere richiesta dai soggetti elencati all art. 417 c.c. (il coniuge, i parenti entro il 4 grado, gli affini entro il 2 grado, il tutore, il curatore e il Pubblico Ministero 1 ) con ricorso presentato presso il Tribunale civile. Il Tribunale, procede all esame dell interdicendo, in caso anche con l assistenza di un consulente tecnico, interroga se necessario od opportuno i parenti ed assume le informazioni necessarie. Se sussistono i presupposti previsti dalla legge dichiara con sentenza l interdizione, e procede con decreto alla nomina di un tutore. Nelle scelta del tutore, il Giudice sceglie preferibilmente il coniuge non separato, il padre, la madre, il figlio maggiorenne o la persona eventualmente designata dal genitore superstite con testamento, atto pubblico o scrittura privata autenticata. 2 Nel caso dell interdizione, l incapacitazione legale è completa: l interdetto è del tutto privo della capacità di intendere e di volere, quindi tutti gli atti, compresi quelli di ordinaria amministrazione vengono posti in essere per conto dell interdetto dal tutore. Il tutore si prende cura della persona a lui affidata, la rappresenta e ne amministra i beni. Il tutore procede all inventario dei beni, opera sulla base di un budget mensile ed effettua una rendicontazione periodica. Il tutore può compiere da solo gli atti di ordinaria amministrazione, mentre abbisogna dell autorizzazione del Giudice tutelare per una serie di atti eccedenti l ordinaria amministrazione (elencati negli art. 374: ad es. l acquisto e l alienazione di immobili, accettazioni e rinunce alle eredità o donazioni, promozione di giudizi ecc.) o del Tribunale (per gli atti elencati all 375 del c.c.: costituzione di pegni e ipoteche, divisioni, compromessi e transazioni ). Tutti gli atti compiuti dall interdetto posteriormente al provvedimento di interdizione sono annullabili su istanza del tutore o dei suoi eredi o aventi causa. L inabilitato (art.415 e s.s. del c.c. e 712 e s.s. del c.p.c.). La disciplina precedente all entrata in vigore della legge n. 6/2004 (ma tuttora in massima parte ancora vigente) come detto prevede due istituti: l interdizione e l inabilitazione. L inabilitazione riguarda le persone che si trovano in condizioni di infermità parziale o in situazioni di ordine sociale o sanitario tali da mettere a rischio gli interessi della persona: Casi: infermità di mente da cui sia affetto il maggiorenne non così grave da dar luogo all interdizione, coloro che per prodigalità (= abitudine a spendere in modo disordinato e smisurato in relazione alle condizioni economiche del soggetto), uso di bevande alcoliche, stupefacenti, espongano sé o la loro famiglia a gravi pregiudizi economici, il sordomuto o il cieco dalla nascita o dalla prima infanzia che non abbiano rivevuto un educazione sufficiente. I presupposti sono meno gravi di quelli che danno luogo all interdizione, ma si tratta pur sempre di condizioni gravi in cui la persona versa in una situazione di capacità limitata. Possono proporre ricorso i soggetti elencati all art. 417 c.c. 3 1 In seguito all introduzione dell amministrazione di sostegno anche l interdicendo, l inabilitando, e la persona stabilmente convivente. 2 In seguito all introduzione dell amministrazione di sostegno la scelta di preferenza è stabilita in favore della persona più idonea secondo i criteri di cui all art In seguito all introduzione dell amministrazione di sostegno anche l interdicendo, l inabilitando, e la persona stabilmente convivente. 2

3 Se sussistono i presupposti di legge previsti il Tribunale dichiara l inabilitazione con sentenza e procede con decreto alla nomina di un curatore. Nelle scelta del curatore, il giudice sceglie preferibilmente il coniuge non separato, il padre, la madre, il figlio maggiorenne o la persona eventualmente designata dal genitore superstite con testamento, atto pubblico o scrittura privata autenticata 4. Nel caso dell inabilitazione l incapacitazione è relativa, l inabilitato quindi conserva una limitata capacità di agire. In particolare: L inabilitato può compiere da solo tutti gli atti di ordinaria amministrazione, Per gli atti di straordinaria amministrazione sono necessari il consenso del curatore e l autorizzazione del giudice tutelare. Per gli atti di disposizione di cui all art. 375 c.c. sono necessari sia l autorizzazione del tribunale su parere del Giudice Tutelare che l assistenza del curatore. Gli atti compiuti senza l osservanza delle formalità prescritte sono annullabili su istanza dell inabilitato o dei suoi eredi o aventi causa. L introduzione dell amministratore di sostegno (Legge n. 6). Con la legge n. 6 (entrata in vigore il ) è stato introdotto nel libro primo, titolo XII del codice civile il Capo I, e modifica degli art. 388, 414, 417, 418, 424, 426, 427 e 429 del codice civile e relative norme di attuazione e coordinamento. Con la legge in questione è stata accolta nel nostro Ordinamento, come in altri Paesi europei già in precedenza avvenuto, la figura dell Amministratore di sostegno. Con la legge in questione è stato introdotto nel codice civile uno strumento innovativo a tutto beneficio delle persone che versano in situazioni di bisogno e fragilità, e a sostegno delle famiglie stesse. Si tratta di un istituto destinato ad affiancare ed in alcuni casi a sostituire l interdizione e l inabilitazione. Per effetto della nuova disciplina, colui il quale sia incapace di provvedere ai propri interessi a causa di infermità ovvero di menomazione fisica o psichica (dipendente da alcolismo, tossicodipendenza, ma anche dall età avanzata, dal disagio psicofisico di uno stato di degenza o dalla condizione di detenuto), pur non versando dunque in uno stato di abituale infermità di mente può ricorrere al giudice tutelare affinché nomini un amministratore di sostegno indicato dal beneficiario ovvero, in mancanza di indicazione in tal senso o in presenza di gravi ragioni che impongano una diversa designazione, scelto dal giudice nell interesse esclusivo del beneficiario stesso. (Nella scelta il Giudice sceglie di preferenza ove possibile il coniuge, il convivente, il padre, la madre, il figlio, fratello o sorella, il parente entro il 4 grado cfr. art. 408 c.c.). L amministrazione di sostegno è una misura che si prefigge di tutelare le persone prive di autonomia nelle attività della vita quotidiana, intervenendo con il minor grado di limitazione della capacità di agire del soggetto Legittimati a chiedere l applicazione dell amministratore di sostegno sono l infermo stesso, il coniuge, il convivente, i parenti entro il 4 grado, gli affini entro il 2 grado, il tutore, il curatore, il Pubblico Ministero ed i servizi sanitari e sociali pubblici e privati (art. 416 e 417 c.c.). beneficiario. 4 In seguito all introduzione dell amministrazione di sostegno la scelta di preferenza è stabilita in favore della persona più idonea secondo i criteri di cui all art

4 E competente il Giudice Tutelare che decide con decreto nel quale individua durata ed oggetto dell incarico, atti di competenza esclusiva, atti in co-gestione, limiti di spesa, eventuali condizioni e obblighi, oneri ed adempimenti. L incapacitazione riguarda solo gli atti all uopo individuati, il beneficiario conserva la piena capacità di agire per tutti gli atti che non siano stati riservati alla competenza esclusiva o all assistenza dell amministratore di sostegno. Gli atti compiuti dall amministratore in violazione delle disposizioni dettate dalla legge, ovvero oltrepassando i limiti fissati dal giudice nel conferimento dell incarico, o che siano comunque in contrasto con l interesse del beneficiario, possono essere annullati su istanza dell amministratore stesso, del Pubblico Ministero, del beneficiario o dei suoi eredi ed aventi causa. Allo stesso modo sono annullabili gli atti compiuti dal beneficiario personalmente in violazione della legge o delle prescrizioni del giudice. L amministratore di sostegno è quindi una figura inedita di procuratore vicario: si tratta di un soggetto chiamato non tanto a sostituire la persona fragile, quanto a supportarla nel compimento di uno o più atti (patrimoniali, non patrimoniali, sanitari). Se l interdizione e l inabilitazione tolgono poteri e diritti al soggetto preservando in primis il patrimonio familiare, l amministrazione di sostegno è una misura che dà, mirando a supportare il soggetto fragile, accompagnandolo e limitandolo nell autonomia il meno possibile e solo se e per quanto strettamente necessario. Rispetto ad interdizione ed inabilitazione, l istituto appare più elastico ed il procedimento più snello ed informale. L istituto dell amministrazione di sostegno, inoltre, si inserisce in un progetto di amministrazione che chiama in causa a diverso titolo una serie di figure professionali: operatori dei servizi, organizzazioni di volontariato, forze della cooperazione sociale, professionisti della salute come psicologi,geriatri, fisioterapisti, educatori, animatori, esperti in sociologia, oltre ad assistenti sociali e membri di pubblici uffici ecc. L interdizione e l inabilitazione dopo la riforma del 2004: A seguito della riforma del 2004 i due istituti dell interdizione ed inabilitazione non sono scomparsi, tuttavia, grazie anche all intervento della Corte Costituzionale e della Cassazione, sono destinati a trovare sempre più ridotti spazi applicativi. Non si deve dimenticare inoltre che la legge n. 6/2004 ha ritoccato in qualche dettaglio la stessa disciplina dell interdizione e dell inabilitazione (cfr. art. 388, 414, 417, 418, 424, 426, 427 e 429 del c.c.), prevedendo occasioni e modalità per il passaggio da una situazione all altra. Esempi: Con la legge nuova l interdizione non è più obbligatoria, ma deve essere disposta solo qualora ciò si riveli necessario ai fini di un adeguata protezione dell incapace. Il ricorso per interdizione e inabilitazione possono essere proposti anche dall interdicendo, dall inabilitando, dal coniuge e dalla persona stabilmente convivente. Il Giudice, nella sentenza che produce l interdizione può dispensare l incapace dall intervento o dall assistenza del tutore per il compimento di taluni atti di ordinaria amministrazione. Il Giudice, nella sentenza che dichiara l inabilitazione, può stabilire che alcuni atti eccedenti l ordinaria amministrazione possano essere compiuti dall inabilitato senza l assistenza del curatore. 4

5 Interdizione, inabilitazione ed amministrazione di sostegno: differenze. Interdizione, inabilitazione e amministratore di sostegno, sono quindi tutti istituti posti a tutela delle persone in condizioni di fragilità (non necessariamente anziani) e a sostegno delle famiglie in difficoltà. Tuttavia, tra gli istituti in questione intercorrono profonde differenze che riguardano: i presupposti legittimanti le finalità ricercate i soggetti autorizzati a richiederne l applicazione i destinatari delle misure l iter applicabile l individuazione del soggetto attivo e dei compiti e dei doveri ad esso spettanti il raggio di disabilitazioine negoziale del soggetto destinatario lo svolgimento del procedimento Figure particolari di incapacità: L interdizione legale. E quella prevista dalla legge (art. 32 c.p.) come pena accessoria per effetto della condanna all ergastolo o alla reclusione per determinati reati con reclusione non inferiore ai 5 anni. L incapacità dell interdetto legale concerne tutti gli atti di natura patrimoniale, ma non si stende agli atti aventi carattere personale o famigliare. Incapacità naturale o di fatto. E l incapacità di intendere e di volere, dovuta a qualsiasi causa anche transitoria. Consiste nell effettiva reale inettitudine psichica in cui viene a trovarsi un soggetto normalmente capace, nel momento in cui compie un determinato atto. Essendo l incapacità naturale uno stato dell individuo non preventivamente accertato con sentenza, si pone il problema di tutelare la persona che in buona fede ha contrattato con l incapace naturale. Per gli atti unilaterali: l annullabilità è ammessa in tutti i casi in cui dall atto possa derivare un grave pregiudizio per colui che ha contrattato in stato di incapacità naturale Per i contratti: l annullabilità è ammessa solo quando oltre al pregiudizio sussiste anche la malafede (quando il contraente era a conoscenza delle anomale condizioni in cui si trovava l altra parte). Per gli altri atti (matrimonio, testamento, donazione): l annullamento è sempre ammesso senza la necessità di altri requisiti. 5