6 Analisi della regressione lineare

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "6 Analisi della regressione lineare"

Transcript

1 6 Analisi della regressione lineare L'obiettivo dell'analisi della regressione è quello di studiare la distribuzione di una variabile, diciamo Y, per valori fissi di una'altra variabile che indichiamo con X. I valori di X sono fissi o preselezionati attraverso un'esperimento e sono diciamo X 1, X 2,...,X n. Valori aleatoriamente scelti sono osservati per ogni X i, diciamo Y 1, Y 2,...,Y n. Il più semplice modello lineare è quello riportato in [1]: dove: Y i = ß 0 + ß 1 X i + ξ i i=1,2,...,n [1] ß 0 ß 1 X i Y i = intercetta = pendenza o coefficiente di regressione = variabile indipendente o regressore = variabile dipendente o di risposta Ad ogni X i corrisponde una popolazione di Y i distribuita normalmente, con media posta sulla retta di regressione. Le assunzioni per poter eseguire l'analisi della regressione riguardano gli ξ i che devono: - essere distribuiti normalmente; - essere indipendenti tra loro; - avere una media uguale a zero; - avere varianza omogenea. Le n coppie di dati vengono utilizzate per la stima dei parametri secondo il metodo dei minimi quadrati, negli esempi di seguito illustrati. Un aspetto dell'analisi della regressione è determinare se Y dipende da X come specificato nella funzione di regressione. L'ipotesi nulla da verificare, nel caso della regressione semplice, è quindi: H 0 : ß 1 = 0 Nel caso Y dipenda da più variabili il modello statistico sul quale effettueremo l'analisi della regressione, multipla in questo caso, è quello riportato in [2]: Y i = ß 0 + ß 1 X i ß k X ik + ξ i i=1,2,...,n [2] dove X i1, X i2,...,x ik sono i k regressori. La regressione semplice può quindi considerarsi un caso della regressione multipla nel quale k = 1. L'ipotesi nulla è in questo caso: 6 Analisi della regressione lineare 142

2 H 0 : ß 1 = ß 2 =... = ß k = 0 Le variabili indipendenti X 1, X 2,..., X k, accertato previamente che non risultino correlate tra loro, potranno essere inserite nel modello se il corrispondente parametro ß risulterà essere significativamente <>0 (esempio 6.4). Se viceversa nel modello sarà identificata presenza di multicollinearità, vale a dire un certo grado di correlazione tra i diversi regressori, l'uso degli stessi in un modello di regressione multipla avrà delle limitazioni, come vedremo nell'esempio Analisi della regressione lineare 143

3 6.1 Regressione lineare semplice Nota sull Analisi...(2 a ed.) Le variabili utilizzate sono l'umidità (umid) di un prodotto industriale ottenuto per mescola di diversi componenti e la sua densità finale (dens). Si ritiene che l'umidità della mescola influenzi la densità del prodotto finito. L'analisi della regressione viene quindi effettuata per verificare se, e in che misura, la densità finale possa essere stimata conoscendo il valore di umidità della mescola durante la lavorazione. PROGRAMMA SAS Nella PROC REG viene effettuata la stima dei parametri ß 0 e ß 1 utilizzando l'istruzione MODEL, nella quale viene richiesta l'opzione P, che produce anche la stampa dei valori stimati di Y per ognuna delle X i. Nella seconda PROC REG vengono stimati i parametri per la regressione dei valori stimati di dens vs. i valori osservati; viene inoltre verificata l'ipotesi ß 0 =0, ß 1 =1 che, se accettata, ci informa come il modello stimato sia adeguato. L'istruzione OUTPUT crea un data-set SAS che viene utilizzato nei successivi steps di grafica. In effetti, i grafici avrebbero potuto essere ottenuti anche dall'interno della PROC REG ma con risultati inferiori, anche se sufficienti in fase esplorativa dei dati. * * 6.1 Regressione lineare semplice * Draper e Smith - esempio F pag.60 *; DATA esempio; LABEL umid='umidità della mescola'; LABEL dens='densità'; INPUT umid CARDS; ; PROC PRINT; TITLE '6.1 Regressione lineare semplice'; PROC REG; MODEL dens = umid / P; OUTPUT OUT=esempio2 P=yatt R=residuo; PROC REG DATA=esempio2; MODEL yatt = dens; TEST INTERCEPT=0, dens=1; * * SAS / GRAPH *; GOPTIONS DEVICE=HPLJ5P3 GACCESS='SASGASTD>LPT1:' ROTATE=PORTRAIT VSIZE=4 VORIGIN=1 HSIZE=3 HORIGIN=1 6 Analisi della regressione lineare 144

4 FTEXT=SWISSL HTEXT=2 ; SYMBOL1 H=2 V=SQUARE I=RLCLM95; SYMBOL2 H=2 V=SQUARE I=RLCLI95; SYMBOL3 H=2 V=SQUARE I=RL; SYMBOL4 H=2 V=SQUARE I=NONE; AXIS1 ORDER=1 TO 11 BY 1; AXIS2 LABEL=('residui') ORDER=-3 TO 3 BY 1; AXIS3 LABEL=('densità stimata') ORDER=1 TO 11 BY 1; AXIS4 ORDER=4.4 TO 6.2 BY 0.2; PROC GPLOT; PLOT dens*umid=1 / VAXIS=AXIS1 HAXIS=AXIS4 FRAME; PLOT dens*umid=2 / VAXIS=AXIS1 HAXIS=AXIS4 FRAME; PLOT yatt*dens=3 / VAXIS=AXIS3 HAXIS=AXIS1 FRAME; PLOT residuo*umid=4 / VAXIS=AXIS2 HAXIS=AXIS4 FRAME; TITLE2; RUN; OUTPUT SAS Il test F ❶ ci permette di respingere l'ipotesi nulla. I parametri stimati ß 0 ❷ e ß 1 ❸ hanno accanto l'errore standard relativo attraverso il quale è possibile calcolare i limiti fiduciari per i parametri stessi. Nell'ultima parte dell'output troviamo, tra gli altri, i valori osservati della variabile dipendente ❹, quelli stimati ❺ e i residui. Nel primo e secondo grafico della figura (oltre ad essere riportati i punti osservazione e la retta di regressione relativa) sono riportati i limiti fiduciari per la media delle previsioni ad ogni X i e per una singola previsione ad ogni X i, rispettivamente. Nel terzo grafico sono riportati i residui vs. i valori di umidità. Questo grafico è molto utile in quanto consente di verificare se la varianza degli errori è costante e se la distribuzione degli errori stessi mostra un qualche trend, che, se presente, ci indica come al modello debba essere aggiunto per esempio una componente quadratica, un punto di discontinuità ecc. Nella parte relativa all'ultima PROC REG il TEST e il valore di probabilità associato ❻ ci informano come ß 0 e ß 1 non siano significativamente differenti da 0 e 1 rispettivamente. Nel quarto grafico di fig. 6.1 sono infine riportati punti e la retta interpolante per valori stimati di densità vs. i valori osservati. 6.1 Regressione lineare semplice Model: MODEL1 Dependent Variable: DENS densità Analysis of Variance Sum of Mean Source DF Squares Square F Value Prob>F Model ❶ Error C Total Root MSE R-square Dep Mean Adj R-sq C.V Parameter Estimates Parameter Standard T for H0: 6 Analisi della regressione lineare 145

5 Variable DF Estimate Error Parameter=0 Prob> ]T[ INTERCEP ❷ UMID ❸ Variable Variable DF Label INTERCEP 1 Intercept UMID 1 umidità della mescola Dep Var Predict Obs DENS Value Residual ❹ ❺ Sum of Residuals E-14 Predicted Resid SS (Press) Model: MODEL1 Dependent Variable: YATT Predicted Value of DENS Analysis of Variance Sum of Mean Source DF Squares Square F Value Prob>F Model Error C Total Root MSE R-square Dep Mean Adj R-sq C.V Parameter Estimates Parameter Standard T for H0: Variable DF Estimate Error Parameter=0 Prob > T INTERCEP DENS Variable Variable DF Label INTERCEP 1 Intercept DENS 1 densità Test: Numerator: DF: 2 F value: Denominator: DF: 10 Prob>F: ❻ 6 Analisi della regressione lineare 146

6 Fig Analisi della regressione lineare 147

7 6.2 Deviazione dalla linearità Nota sull Analisi...(2 a ed.) Se anche l'ipotesi nulla H 0 : ß 1 = 0 è respinta, questo non necessariamente significa che l'equazione di una retta sia la più adatta per rappresentare la relazione tra la Y e la X. Se per ogni valore della X i sono disponibili diverse osservazioni, si può costruire un test per valutare l'adeguatezza del modello. Il test si basa sul fatto che la varianza dovuta all'errore può essere scomposta in due componenti: errore puro (EP o deviazioni dei valori osservati ad ogni X i dalla loro media) e deviazione dalla linearità (DL o deviazione della media delle osservazioni dal valore stimato, per ogni X i ), secondo l'equazione riportata in [3]: dove: m n i= 1 j= 1 2 ( Yij Y$ i) = ( Y ij Y i ) + ( Y i Y$ i ) ij 2 2 SS SS SS RES EP DL i [3] $ Y i Y i m n = valore stimato di Y = valore medio degli Y ij a X i = numero degli X i differenti tra loro = numero totale delle osservazioni Si può quindi eseguire il test: F SS SS = DL EP e si respinge l'adeguatezza del modello se: F α > Fm ( + ) p 1,n m dove: p = numero delle variabili indipendenti Nell'esempio di seguito illustrato sarà utilizzato un data set nel quale sono disponibili più osservazioni per la variabile Y ad ogni X i. Sarà evidenziato come, pur avendo respinto l'ipotesi nulla, il modello non risulti adeguato sulla base del test F descritto precedentemente. PROGRAMMA SAS Nella prima PROC REG vengono stimati i parametri della regressione lineare; dati e residui producono i primi due grafici di fig Allo scopo di eseguire il test per la deviazione della linearità, viene creata una variabile ausiliaria, identica alla x e denominata xcod, che viene utilizzata come variabile categorica nella PROC GLM. Questa procedura viene effettuata per ottenere il calcolo del test dal SAS, non essendo possibile ottenerlo direttamente. In pratica il 6 Analisi della regressione lineare 148

8 MODEL utilizzato, con la variabile fittizia xcod, fa sì che l'errore rimasto sia la componente dell'errore già definita come errore puro, mentre la variabilità dovuta alla variabile xcod é la componente dovuta alla deviazione dalla linearità. La variabile xcod viene creata nel secondo step DATA assieme a x2, data questa dal quadrato di x. A seguito della significativa deviazione dalla linearità, nella successiva PROC REG vengono stimati i diversi parametri di una regressione curvilinea di secondo grado. * * 6.2 Deviazione dalla linearità * Draper e Smith - esempio E pag.138 *; DATA esempio; INPUT y x; CARDS; ; PROC REG; MODEL y = x / P; OUTPUT OUT=esempio2 P=yatt R=residuo; DATA esempio; SET esempio; x2 = x**2; xcod = x; PROC PRINT; TITLE '6.2 Deviazione dalla linearità'; PROC GLM; CLASS xcod; MODEL y = x xcod / SS3; PROC REG; MODEL y = x x2; OUTPUT OUT=esempio3 P=yatt R=residuo; RUN; * * SAS / GRAPH *; GOPTIONS DEVICE=HPLJ5P3 GACCESS='SASGASTD>LPT1:' ROTATE=PORTRAIT VSIZE=4 VORIGIN=1 HSIZE=3 HORIGIN=1 FTEXT=SWISSL HTEXT=1.8 ; SYMBOL1 V=SQUARE I=RL; SYMBOL2 V=SQUARE I=NONE; SYMBOL3 V=SQUARE I=RQ; 6 Analisi della regressione lineare 149

9 SYMBOL4 V=SQUARE I=NONE; AXIS1 LABEL=('residui') ORDER=-1 TO 1 BY 0.2; AXIS2 LABEL=('residui') ORDER=-0.3 TO 0.3 BY 0.1; AXIS3 ORDER=0 TO 7 BY 1; PROC GPLOT DATA=esempio2; PLOT y*x=1 / HAXIS=AXIS3 FRAME; PLOT residuo*x=1 / HAXIS=AXIS3 VAXIS=AXIS1 FRAME; TITLE2 'regressione lineare'; PROC GPLOT DATA=esempio3; PLOT y*x=3 / HAXIS=AXIS3 FRAME; PLOT residuo*x=4 / HAXIS=AXIS3 VAXIS=AXIS2 FRAME; TITLE2 'regressione quadratica'; RUN; OUTPUT SAS L'ipotesi nulla é respinta nella parte dell'output relativo alla prima PROC REG; l'r 2 aggiustato relativo all'interpolazione lineare é riportato in ❶. Dall'esame dei primi due grafici di fig appare come i dati tendano a disporsi secondo una parabola, e come i residui mostrino anch'essi un trend curvilineo. Dopo la stampa dei dati con le due variabili trasformate x2 e xcod, nella parte relativa alla PROC GLM troviamo in ❷ la somma dei quadrati relativa all'errore puro e in ❸ quella relativa alla deviazione dalla linearità. Il test F e il livello di probabilità associato ❹ ci indicano come la deviazione dalla linearità sia significativa, e quindi viene respinta l'adeguatezza del modello. Nella successiva PROC REG vengono calcolati i parametri ß 0 ❻, ß 1 ❼ e ß 2 ❽, essendo ß 2 il parametro per x2. Si ipotizza quindi che y sia una funzione quadratica di x. L'R 2 aggiustato ❺ ci informa su come una parabola interpoli i dati in esame in maniera molto più soddisfacente di una retta. Il grafico dei residui, il quarto di fig , mostra un'assenza di trend confermandoci l'adeguatezza del modello. Model: MODEL1 Dependent Variable: Y 6.2 Deviazione dalla linearità Analysis of Variance Sum of Mean Source DF Squares Square F Value Prob>F Model Error C Total Root MSE R-square Dep Mean Adj R-sq ❶ C.V Parameter Estimates Parameter Standard T for H0: Variable DF Estimate Error Parameter=0 Prob > T INTERCEP X Analisi della regressione lineare 150

10 Dep Var Predict Obs Y Value Residual Sum of Residuals E-15 Sum of Squared Residuals Predicted Resid SS (Press) Deviazione dalla linearità OBS Y X X2 XCOD General Linear Models Procedure Class Level Information Class Levels Values XCOD Number of observations in data set = 10 Dependent Variable: Y Sum of Mean Source DF Squares Square F Value Pr > F Model Error ❷ Corrected Total R-Square C.V. Root MSE Y Mean Source DF Type III SS Mean Square F Value Pr > F X XCOD ❸ ❹ 6 Analisi della regressione lineare 151

11 Model: MODEL1 Dependent Variable: Y Analysis of Variance Sum of Mean Source DF Squares Square F Value Prob>F Model Error C Total Root MSE R-square Dep Mean Adj R-sq ❺ C.V Parameter Estimates Parameter Standard T for H0: Variable DF Estimate Error Parameter=0 Prob > T INTERCEP ❻ X ❼ X ❽ Analisi della regressione lineare 152

12 Fig Analisi della regressione lineare 153

13 6.3 Regressione multipla; multicollinearità Nel caso si abbiano a disposizione, per ogni valore osservato di Y, osservazioni relative a più variabili indipendenti X 1, X 2,..., X k, possiamo costruire un modello nel quale la Y sia funzione di più regressori. In questo caso è opportuno verificare se uno o più regressori siano gli uni combinazioni lineari degli altri o, in altri termini, se i regressori risultano correlati tra loro. Ad esempio, in studi in pieno campo in una sola località, quando si consideri la risposta fenologica della pianta come funzione di temperatura e fotoperiodo, è frequente il caso in cui ci sia una elevata correlazione tra le due variabili meteorologiche. Operando la stima dei parametri in queste condizioni si identifica una superfice di regressione molto instabile e quindi del tutto inutile ai fini previsionali. Nella PROC REG sono a disposizione una serie di indici che permettono di diagnosticare problemi di multicollinearità (MC) tra regressori. Nell'esempio che segue ci si limiterà ad indicare qual'è il campo di variabilità o il valore soglia per ciascun indice entro od oltre il quale si ha l'indicazione dell'esistenza di multicollinearità tra regressori. PROGRAMMA SAS Nell'istruzione MODEL della PROC REG vengono richieste le opzioni che permettono la diagnostica della multicollinearità. Nella successiva PROC CORR si valuta, a conferma di quanto emerso dallo step precedente, se esistono correlazioni tra i regressori in esame. * * 6.3 Regressione multipla - multicollinearità * Myers - esempio pag 232 *; DATA esempio; INPUT x1 x2 x3 y; CARDS; ; PROC PRINT; TITLE '6.3 Regressione multipla; multicollinearità'; PROC REG; MODEL y = x1 x2 x3 / P CLI CLM SS1 SS2 I COVB COLLIN VIF; PROC CORR; VAR x1 x2 x3; RUN; 6 Analisi della regressione lineare 154

14 OUTPUT SAS Il test F e il valore di probabilità associato ❶ ci informano come l'ipotesi nulla debba essere respinta. Il valore dell'r2 ❷ ci dice come una elevatissima parte della variabilità sia dovuta alle tre variabili indipendenti scelte; tuttavia, il modello può essere di scarsissimo valore ai fini previsionali se esiste una forte correlazione tra i regressori. Il primo indice diagnostico al fine di determinare se esistono problemi di MC è il VIF, o variance inflation factor. Valori >10 indicano come molto probabili problemi a carico del regressore interessato. In ❸ e ❹ troviamo, per i regressori X 1 e X 2, valori >10. Un altro elemento per la diagnostica è Φ (condition number). Nell'output è dato dal ❻ elevato al quadrato, nel nostro caso Φ=442.81; quando questo numero è maggiore di 1000 si può esser certi dell'esistenza di MC. In questo caso però sembrerebbe che ciò non accada. Ultimi elementi presenti nell'output per la diagnostica dell'mc sono gli eigenvalues (autovalori) e le variance proportion. Quando a valori molto piccoli dell'eigenvalue sono associati valori prossimi ad 1 delle variance proportion, questo ci indica che i regressori interessati sono afflitti da MC. Nel nostro caso al valore più piccolo dell'eigenvalue ❺, troviamo alti valori delle variance proportion per X 1 ❼ e X 2 ❽, già evindenziati dal VIF. Nella parte dell'output relativo alla PROC CORR, a conferma di quanto emerso precedentemente, che la correlazione tra X 1 e X 2 è molto elevata ❾. In conclusione, la presenza di MC tra regressori ci impedisce di usarli contemporaneamente nel modello. Si impone quindi una scelta tra le variabili indipendenti da usare, con metodologie che vedremo negli esempi successivi. Model: MODEL1 6.3 Regressione multipla; multicollinearità OBS X1 X2 X3 Y Regressione multipla; multicollinearità X'X Inverse, Parameter Estimates, and SSE INTERCEP X1 X2 INTERCEP X X X Y X3 Y INTERCEP Analisi della regressione lineare 155

15 Dependent Variable: Y X X X Y Analysis of Variance Sum of Mean Source DF Squares Square F Value Prob>F Model ❶ Error C Total Root MSE R-square Dep Mean Adj R-sq ❷ C.V Parameter Estimates Parameter Standard T for H0: Variable DF Estimate Error Parameter=0 Prob > T INTERCEP X X X Variance Variable DF Type I SS Type II SS Inflation INTERCEP X ❸ X ❹ X Covariance of Estimates COVB INTERCEP X1 X2 X3 INTERCEP X X X Collinearity Diagnostics Condition Var Prop Var Prop Var Prop Var Prop Number Eigenvalue Number INTERCEP X1 X2 X ❺ ❻ ❼ ❽ Dep Var Predict Std Err Lower95% Upper95% Lower95% Obs Y Value Predict Mean Mean Predict Analisi della regressione lineare 156

16 Upper95% Obs Predict Residual Sum of Residuals E-12 Sum of Squared Residuals Predicted Resid SS (Press) CORRELATION ANALYSIS 3 'VAR' Variables: X1 X2 X3 Simple Statistics Variable N Mean Std Dev Sum X X X Variable Minimum Maximum X X X Pearson Correlation Coefficients / Prob > R under Ho: Rho=0 / N = 12 X1 X2 X3 X ❾ X X Analisi della regressione lineare 157

17 6.4 Regressione multipla; scelta del miglior modello Nota sull Analisi...(2 a ed.) La scelta del miglior modello, per quanto riguarda la scelta dei regressori, è uno dei problemi che si presentano nella regressione multipla. Una condizione estremamente importante nello scegliere il modello, molto spesso volutamente trascurata, è data dal fatto che il modello stesso deve essere il più possibile semplice. Ciò può comportare l'opportunità di rinunciare all'introduzione di un regressore anche se questo migliora, in questo caso trascurabilmente, l'r 2. Nella PROC REG sono disponibili alcuni indici che ci permettono di valutare quale sia il miglior compromesso tra precisione e semplicità, anche se, nei casi in cui la risposta delle procedure statistiche non è univoco,la scelta finale deve essere fatta dal ricercatore sulla base di considerazioni relative alla natura stessa del fenomeno studiato. Vedremo quindi come si possa selezionare il miglior modello attraverso alcuni metodi quali STEPWISE, ADJRSQ e CP, cercando successivamente conferma attraverso la PRESS statistic. Il metodo STEPWISE parte introducendo nel modello i regressori uno per volta se questi risultano significativi ad un livello F predeterminato (0.15 di default, modificabile attraverso l'opzione SLENTRY). Non essendo i regressori in pratica quasi mai perfettamente ortogonali, l'introduzione di un nuovo regressore nel modello può rendere non significativo l'f di quello precedentemente introdotto (per rimanere nel modello il livello F è 0.15 di default; può essere modificato attraverso l'opzione SLSTAY). La selezione termina quando la procedura ha provato tutte le variabili disponibili, lasciando nel modello quelle che hanno mantenuto un F significativo. Il metodo ADJRSQ prova modelli con tutte le combinazioni possibili di regressori, fornendo un elenco in cui i diversi modelli sono ordinati per valori decrescenti dell'r 2 aggiustato. L'R 2 aggiustato differisce dall'r 2 in quanto tiene conto dei gradi di libertà associati al modello; i due indici sono uguali nel caso di regressione semplice ma l'r 2 aggiustato è minore nel caso di modelli con due o più regressori. Il metodo CP si basa su un indice proposto da Mallow, il Cp, per la cui descrizione si rimanda al manuale SAS/STAT. Questo metodo ordina tutti i possibili modelli per valori crescenti di Cp, essendo ritenuto migliore il modello che ha Cp simile a p, dove p è il numero dei regressori impiegati. Il numero di PRESS viene utilizzato come criterio di selezione in quanto la statistica relativa stabilisce che il miglior modello fra quelli provati ha il valore di PRESS più basso. Nell'esempio che segue la lettura delle risultanze dell'analisi è lineare in quanto tutti i metodi concordano tra loro; in altri casi la scelta non è invece semplice in quanto si possono ottenere risultati parzialmente contrastanti. PROGRAMMA SAS Nella prima PROC REG vengono richiesti, nelle tre istruzioni MODEL, i tre metodi di selezione decritti utilizzando per SLENTRY e SLSTAY il valore di default Sapendo a priori quali sarebbero stati i tre migliori modelli, nella seconda PROC REG, attraverso l'opzione P si ottiene il valore di PRESS relativo appunto ai modelli migliori. Ovviamente, analizzando i dati per la prima volta e non sapendo quindi quale può essere il risultato delle selezioni operate nella prima PROC REG, la seconda deve essere fatta girare successivamente in un altro programma, cosa non fatta in questo esempio per brevità. * 6 Analisi della regressione lineare 158

18 * 6.4 Regressione multipla - scelta del miglior modello *; DATA esempio; INPUT x1 x2 x3 x4 y; CARDS; ; PROC PRINT; TITLE '6.4 Regressione multipla; scelta del miglior modello'; PROC REG; m1: MODEL y = x1 x2 x3 x4 / SELECTION=STEPWISE; m2: MODEL y = x1 x2 x3 x4 / SELECTION=ADJRSQ; m3: MODEL y = x1 x2 x3 x4 / SELECTION=CP CP; PROC REG; m4: MODEL y = x1 x2 x3 x4 / P; m5: MODEL y = x1 x2 x3 / P; m6: MODEL y = x2 x3 / P; RUN; OUTPUT SAS L'opzione STEPWISE fa entrare nel modello le variabili x 3, x 2 e x 1 una alla volta in quanto significative a P=0.15 (SLENTRY). Non entra invece x 4 in quanto non risulta significativo l'f relativo. L'introduzione di x 2 e poi x 1 non provoca l'uscita di nessuno dei regressori precedentemente introdotti (SLSTAY=0.15). STEPWISE si ferma quindi indicando come miglior modello: y = ß 0 + ß 1 x 1 + ß 2 x 2 + ß 3 x 3 ADJRSQ ❶ e CP ❷ indicano anch'essi lo stesso modello. Il valore di PRESS in ❹, ❻ e ❽ e i valori della varianza dell'errore ❸, ❺ e ❼ ci permettono di compilare la tabella 6.1 dalla quale risulta come il modello che ha il numero di PRESS e la varianza dell'errore più piccoli è effettivamente quello individuato dai tre metodi di selezione utilizzati. Stepwise Procedure for Dependent Variable Y Step 1 Variable X3 Entered R-square = C(p) = DF Sum of Squares Mean Square F Prob>F Regression Analisi della regressione lineare 159

19 Error Total Parameter Standard Type II Variable Estimate Error Sum of Squares F Prob>F INTERCEP X Bounds on condition number: 1, Step 2 Variable X2 Entered R-square = C(p) = DF Sum of Squares Mean Square F Prob>F Regression Error Total Parameter Standard Type II Variable Estimate Error Sum of Squares F Prob>F INTERCEP X X Bounds on condition number: , Step 3 Variable X1 Entered R-square = C(p) = DF Sum of Squares Mean Square F Prob>F Regression Error Total Parameter Standard Type II Variable Estimate Error Sum of Squares F Prob>F INTERCEP X X X Bounds on condition number: , All variables in the model are significant at the level. No other variable met the significance level for entry into the model. Summary of Stepwise Procedure for Dependent Variable Y Variable Number Partial Model Step Entered Removed In R**2 R**2 C(p) F Prob>F 1 X X X Analisi della regressione lineare 160

20 6.4 Regressione multipla; scelta del miglior modello N = 15 Regression Models for Dependent Variable: Y Adjusted R-square Variables in Model R-square In X1 X2 X3 ❶ X1 X2 X3 X X2 X X2 X3 X X3 X X X1 X3 X X1 X X X1 X X2 X X1 X2 X X X1 X X Regressione multipla; scelta del miglior modello N = 15 Regression Models for Dependent Variable: Y C(p) R-square Variables in Model In X1 X2 X3 ❷ X1 X2 X3 X X2 X X2 X3 X X1 X3 X X3 X X1 X X X1 X2 X X1 X X2 X X X1 X X X Model: M4 Dependent Variable: Y Analysis of Variance Sum of Mean Source DF Squares Square F Value Prob>F Model Error ❸ C Total Root MSE R-square Dep Mean Adj R-sq C.V Analisi della regressione lineare 161

21 Dep Var Predict Obs Y Value Residual Sum of Residuals E-14 Sum of Squared Residuals Predicted Resid SS (Press) ❹ Model: M5 Dependent Variable: Y Analysis of Variance Sum of Mean Source DF Squares Square F Value Prob>F Model Error ❺ C Total Root MSE R-square Dep Mean Adj R-sq C.V Dep Var Predict Obs Y Value Residual Sum of Residuals E-14 Sum of Squared Residuals Predicted Resid SS (Press) ❻ Model: M6 Dependent Variable: Y 6 Analisi della regressione lineare 162

22 Analysis of Variance Sum of Mean Source DF Squares Square F Value Prob>F Model Error ❼ C Total Root MSE R-square Dep Mean Adj R-sq C.V Dep Var Predict Obs Y Value Residual Sum of Residuals E-13 Sum of Squared Residuals Predicted Resid SS (Press) ❽ Tab. 6.1 Varianza Regressori errore PRESS x1,x2,x3,x x1,x2,x x2,x Analisi della regressione lineare 163

23 6.5 Identificazione di dati anomali Nota sull Analisi...(2 a ed.) La presenza di dati anomali, o "outliers", influenza negativamente la stima dei parametri del modello, che di conseguenza da una interpretazione meno precisa del fenomeno in studio. Ciò è a maggior ragione vero nel caso della regressione multipla, dove la mancata eliminazione di dati anomali comporta non solo una stima erronea dei parametri, ma può anche far risultare significativi regressori che non lo sarebbero e viceversa. E' da sottilineare come, se pure esistono strumenti statistici per evidenziare dati che possono essere esterni al campo di variabilità della variabile dipendente o indipendente, definire questi dati anomali è un problema del ricercatore. Si deve infatti cercare di risalire alle cause che possono aver determinato l'anomalia della misurazione giustificando quindi l'eliminazione del dato stesso. Il primo approccio nell'esame dei residui (differenze tra i valori stimati e misurati della variabile di risposta) è dato da una valutazione visiva del grafico dei resisui vs. i valori misurati. In questo grafico tuttavia appaiono residui stimati con un diverso grado di precisione. Dividendo i residui stessi per i loro errori standard si ottengono i residui standardizzati o "Studentizzati". L'uso dei residui, tal quali o standardizzati, nell'evidenziare dati anomali è però limitato dal fatto che, quando la stima dei parametri è effettuata secondo il metodo dei minimi quadrati come in PROC REG, i dati anomali "attraggono" la linea di regressione rendendo a volte meno evidente la misura dell'anomalia stessa. Per superare questa difficoltà sono disponibili alcuni indicatori nella PROC REG. Tra questi il COV RATIO, che misura i cambiamenti nel determinante della matrice X'X come conseguenza dell'eliminazione dell'osservazione. Punti che comportano variazioni di rilievo nel numero di COV RATIO possono essere considerati anomali. Altro indicatore è il DFFITS, che misura le differenze tra le stime effettuate con tutti i punti osservazione e quelle effettuate senza il punto in esame; la differenza è standardizzata in quanto divisa per una stima della varianza d'errore ottenuta dalle equazioni relative agli altri punti. Con questo ultimo indicatore, differenze apprezzabili con difficoltà diventano particolarmente evidenti se relative a dati anomali. La statistica di un altro indice, il Cook's D, è essenzialmente la stessa dei DFFITS; essendo le differenze elevate al quadrato l'anomalia dei punti è ulteriormente evidenziata. Per illustrare le procedure di individuazione dei dati anomali viene di seguito utilizzato il dataset dell'esempio 6.4 integrato da due altri punti osservazione. PROGRAMMA SAS Ciò che caratterizza questo programma SAS in rapporto al problema affrontato è la richiesta delle opzioni R ed INFLUENCE nell'istruzione MODEL della PROC REG. Con l'istruzione OUTPUT viene creato un nuovo data-set con il valore di y, residui, residui standardizzati e dffits. Il data-set è utilizzato nello step successivo per ottenere alcuni grafici. Lo stesso MODEL viene richiesto (m2) con l'opzione per la selezione del modello secondo il metodo dell'r2 aggiustato. Nello step DATA successivo vengono eliminati le prime due osservazioni, giudicate anomale. Con il data-set ridotto, a questo punto uguale a quello utilizzato nell'esempio 6.4, la PROC REG permette di nuovo la stima dei parametri e la selezione del modello secondo l'r2 aggiustato. Relativamente ai grafici, alcune istruzioni (AXIS2, AXIS3 e AXIS4) e alcune opzioni (VAXIS=... HAXIS=...) dimensionano la grafica per questo esempio specifico, come del resto in 6.1 e 6.2; lo stesso tipo d'analisi con un diverso data-set richiede o la modifica delle 6 Analisi della regressione lineare 164

24 istruzioni ad hoc o la loro eliminazione. In quest'ultimo caso vengono usati i valori di default per le scale degli assi. * * 6.5 Indiduazione dati anomali *; DATA esempio; INPUT x1 x2 x3 x4 y; CARDS; ; PROC PRINT; TITLE '6.5 Individuazione dati anomali'; PROC REG; m1: MODEL y = x1 x2 x3 x4 / R INFLUENCE; OUTPUT OUT=esempio2 P=ystim R=yresid RSTUDENT=rstudent DFFITS=dffits; ID y; m2: MODEL y = x1 x2 x3 x4 / SELECTION=ADJRSQ; DATA esempio; SET esempio; IF _N_>2 THEN OUTPUT; PROC REG; m1: MODEL y = x1 x2 x3 x4 ; m2: MODEL y = x1 x2 x3 x4 / SELECTION=ADJRSQ; RUN; * * SAS / GRAPH *; GOPTIONS DEVICE=HPLJ5P3 GACCESS='SASGASTD>LPT1:' ROTATE=PORTRAIT VSIZE=4 VORIGIN=1 HSIZE=3 HORIGIN=1 FTEXT=SWISSL HTEXT=2 ; SYMBOL1 H=2 V=CIRCLE; AXIS1 LABEL=('dffits') ORDER=-4 TO 4 BY 1; AXIS2 LABEL=('residui') ORDER=-100 TO 100 BY 20; PROC GPLOT DATA=ESEMPIO2; 6 Analisi della regressione lineare 165

25 PLOT yresid*ystim=1 / FRAME VAXIS=AXIS2 VREF=0; PLOT dffits*ystim=1 / FRAME VAXIS=AXIS1 VREF=0; RUN; OUTPUT SAS Sono da notare i parametri stimati per i quattro regressori e i livelli di probabilità associati ❶, che dovranno essere confrontati con gli stessi risultanti dalla stima operata con il data-set ridotto. Esaminando la colonna dei residui ❷, si nota come le osservazioni 1, 2 e 9 hanno residui molto alti, superiori a 80 in valore assoluto. I residui standardizzati ❸, hanno anch'essi valori elevati per le stesse osservazioni. La situazione si modifica, per quanto riguarda l'osservazione 9, facendo riferimento alla colonna dei dffits ❹ dove solo le osservazioni 1 e 2 hanno valori molto elevati. I grafici di Fig rendono evidente quanto esposto, suggerendo quindi la possibilità che le prime due osservazioni siano anomale. Il migliore valore dell'r 2 aggiustato si ha per un modello che utilizza x 2, x 3 e x 4 come regressori ❺. Eliminate le due osservazioni sospette, i nuovi parametri stimati sono riportati in ❻. E' da sottolineare come i parametri di x 1, x 2 e x 3 siano adesso significativi, mentre peggiora la situazione di x 4. Il miglior modello, sempre sulla base dell'r 2 aggiustato risulta essere quello che utilizza appunto x 1, x 2 e x 3 come regressori ❼. Model: M1 Dependent Variable: Y 6.5 Individuazione dati anomali OBS X1 X2 X3 X4 Y Individuazione dati anomali Analysis of Variance Sum of Mean Source DF Squares Square F Value Prob>F Model Error C Total Analisi della regressione lineare 166

26 Root MSE R-square Dep Mean Adj R-sq C.V Parameter Estimates Parameter Standard T for H0: Variable DF Estimate Error Parameter=0 Prob > T INTERCEP X X ❶ X X Dep Var Predict Std Err Std Err Obs Y Y Value Predict Residual Residual ❷ Student Cook's Obs Y Residual D Rstudent ❸ **** **** ** * * *** * ** * Hat Diag Cov INTERCEP X1 Obs Y H Ratio Dffits Dfbetas Dfbetas ❹ Analisi della regressione lineare 167

27 X2 X3 X4 Obs Y Dfbetas Dfbetas Dfbetas Sum of Residuals E-13 Sum of Squared Residuals Predicted Resid SS (Press) Individuazione dati anomali N = 17 Regression Models for Dependent Variable: Y Adjusted R-square Variables in Model R-square In X2 X3 X4 ❺ X1 X2 X3 X X2 X X1 X2 X X3 X X1 X3 X X X1 X X2 X X X1 X2 X X1 X X X1 X X Analisi della regressione lineare 168

28 Model: M1 Dependent Variable: Y Analysis of Variance Sum of Mean Source DF Squares Square F Value Prob>F Model Error C Total Root MSE R-square Dep Mean Adj R-sq C.V Parameter Estimates Parameter Standard T for H0: Variable DF Estimate Error Parameter=0 Prob > T INTERCEP X X ❻ X X Individuazione dati anomali regressione multipla N = 15 Regression Models for Dependent Variable: Y Adjusted R-square Variables in Model R-square In X1 X2 X3 ❼ X1 X2 X3 X X2 X X2 X3 X X3 X X X1 X3 X X1 X X X1 X X2 X X1 X2 X X X1 X X Analisi della regressione lineare 169

29 Fig Analisi della regressione lineare 170

Capitolo 12 La regressione lineare semplice

Capitolo 12 La regressione lineare semplice Levine, Krehbiel, Berenson Statistica II ed. 2006 Apogeo Capitolo 12 La regressione lineare semplice Insegnamento: Statistica Corso di Laurea Triennale in Economia Facoltà di Economia, Università di Ferrara

Dettagli

Regressione Mario Guarracino Data Mining a.a. 2010/2011

Regressione Mario Guarracino Data Mining a.a. 2010/2011 Regressione Esempio Un azienda manifatturiera vuole analizzare il legame che intercorre tra il volume produttivo X per uno dei propri stabilimenti e il corrispondente costo mensile Y di produzione. Volume

Dettagli

3 Confronto fra due popolazioni attraverso il test t e test analoghi

3 Confronto fra due popolazioni attraverso il test t e test analoghi 3 Confronto fra due popolazioni attraverso il test t e test analoghi Consideriamo in questo capitolo gli esperimenti comprendenti un solo fattore fisso, e nel loro ambito quelli in cui questo criterio

Dettagli

Strumenti informatici 13.1

Strumenti informatici 13.1 1 Strumenti informatici 1.1 I test post-hoc nel caso del confronto fra tre o più proporzioni dipendenti e la realizzazione del test Q di Cochran in SPSS Nel caso dei test post-hoc per il test Q di Cochran,

Dettagli

Statistica. Lezione 6

Statistica. Lezione 6 Università degli Studi del Piemonte Orientale Corso di Laurea in Infermieristica Corso integrato in Scienze della Prevenzione e dei Servizi sanitari Statistica Lezione 6 a.a 011-01 Dott.ssa Daniela Ferrante

Dettagli

3) ANALISI DEI RESIDUI

3) ANALISI DEI RESIDUI 3) ANALISI DEI RESIDUI Dopo l analisi di regressione si eseguono alcuni test sui residui per avere una ulteriore conferma della validità del modello e delle assunzioni (distribuzione normale degli errori,

Dettagli

FACOLTÀ DI ECONOMIA Soluzione della Prova di autovalutazione 2012 (primi 6 CFU) ANALISI STATISTICA PER L IMPRESA

FACOLTÀ DI ECONOMIA Soluzione della Prova di autovalutazione 2012 (primi 6 CFU) ANALISI STATISTICA PER L IMPRESA FACOLTÀ DI ECONOMIA Soluzione della Prova di autovalutazione 2012 (primi 6 CFU) ANALISI STATISTICA PER L IMPRESA NB Come potete vedere facendo la somma dei punteggi il numero di quesiti è superiore a quello

Dettagli

Elementi di Psicometria con Laboratorio di SPSS 1

Elementi di Psicometria con Laboratorio di SPSS 1 Elementi di Psicometria con Laboratorio di SPSS 1 12-Il t-test per campioni appaiati vers. 1.2 (7 novembre 2014) Germano Rossi 1 germano.rossi@unimib.it 1 Dipartimento di Psicologia, Università di Milano-Bicocca

Dettagli

Modelli statistici per l analisi dei dati e la valutazione d efficacia Il caso del Comune di Perugia

Modelli statistici per l analisi dei dati e la valutazione d efficacia Il caso del Comune di Perugia Modelli statistici per l analisi dei dati e la valutazione d efficacia Il caso del Comune di Perugia Alessandra Pelliccia Matteo Cataldi Matteo Filippo Donadi 0 AGENDA Fonti Descrizione dei dati Variabili

Dettagli

Prova di autovalutazione Prof. Roberta Siciliano

Prova di autovalutazione Prof. Roberta Siciliano Prova di autovalutazione Prof. Roberta Siciliano Esercizio 1 Nella seguente tabella è riportata la distribuzione di frequenza dei prezzi per camera di alcuni agriturismi, situati nella regione Basilicata.

Dettagli

STATISTICA DESCRITTIVA SCHEDA N. 5: REGRESSIONE LINEARE

STATISTICA DESCRITTIVA SCHEDA N. 5: REGRESSIONE LINEARE STATISTICA DESCRITTIVA SCHEDA N. : REGRESSIONE LINEARE Nella Scheda precedente abbiamo visto che il coefficiente di correlazione fra due variabili quantitative X e Y fornisce informazioni sull esistenza

Dettagli

Il concetto di valore medio in generale

Il concetto di valore medio in generale Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo

Dettagli

Relazioni statistiche: regressione e correlazione

Relazioni statistiche: regressione e correlazione Relazioni statistiche: regressione e correlazione È detto studio della connessione lo studio si occupa della ricerca di relazioni fra due variabili statistiche o fra una mutabile e una variabile statistica

Dettagli

RAPPRESENTAZIONE GRAFICA E ANALISI DEI DATI SPERIMENTALI CON EXCEL

RAPPRESENTAZIONE GRAFICA E ANALISI DEI DATI SPERIMENTALI CON EXCEL RAPPRESENTAZIONE GRAFICA E ANALISI DEI DATI SPERIMENTALI CON EXCEL 1 RAPPRESENTAZIONE GRAFICA Per l analisi dati con Excel si fa riferimento alla versione 2007 di Office, le versioni successive non differiscono

Dettagli

E naturale chiedersi alcune cose sulla media campionaria x n

E naturale chiedersi alcune cose sulla media campionaria x n Supponiamo che un fabbricante stia introducendo un nuovo tipo di batteria per un automobile elettrica. La durata osservata x i delle i-esima batteria è la realizzazione (valore assunto) di una variabile

Dettagli

Dott.ssa Caterina Gurrieri

Dott.ssa Caterina Gurrieri Dott.ssa Caterina Gurrieri Le relazioni tra caratteri Data una tabella a doppia entrata, grande importanza riveste il misurare se e in che misura le variabili in essa riportata sono in qualche modo

Dettagli

MODELLI RIDOTTI COME SI EFFETTUA IL TEST DI NULLITÀ DI UN SOTTOINSIEME DI COEFFICIENTI IN SAS

MODELLI RIDOTTI COME SI EFFETTUA IL TEST DI NULLITÀ DI UN SOTTOINSIEME DI COEFFICIENTI IN SAS MODELLI RIDOTTI COME SI EFFETTUA IL TEST DI NULLITÀ DI UN SOTTOINSIEME DI COEFFICIENTI IN SAS proc reg data=fitness; model Oxygen=Age Weight RunTime RunPulse RestPulse MaxPulse ; test Weight, RestPulse;

Dettagli

Università del Piemonte Orientale. Corsi di Specialità. Corso di Statistica Medica. Analisi dei dati quantitativi : Analisi della varianza

Università del Piemonte Orientale. Corsi di Specialità. Corso di Statistica Medica. Analisi dei dati quantitativi : Analisi della varianza Università del Piemonte Orientale Corsi di Specialità Corso di Statistica Medica Analisi dei dati quantitativi : Analisi della varianza Università del Piemonte Orientale Corso di laurea in biotecnologie

Dettagli

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE STUDIO DI FUNZIONE Passaggi fondamentali Per effettuare uno studio di funzione completo, che non lascia quindi margine a una quasi sicuramente errata inventiva, sono necessari i seguenti 7 passaggi: 1.

Dettagli

RELAZIONE TRA VARIABILI QUANTITATIVE. Lezione 7 a. Accade spesso nella ricerca in campo biomedico, così come in altri campi della

RELAZIONE TRA VARIABILI QUANTITATIVE. Lezione 7 a. Accade spesso nella ricerca in campo biomedico, così come in altri campi della RELAZIONE TRA VARIABILI QUANTITATIVE Lezione 7 a Accade spesso nella ricerca in campo biomedico, così come in altri campi della scienza, di voler studiare come il variare di una o più variabili (variabili

Dettagli

Metodi statistici per le ricerche di mercato

Metodi statistici per le ricerche di mercato Metodi statistici per le ricerche di mercato Prof.ssa Isabella Mingo A.A. 2014-2015 Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione Corso di laurea Magistrale in «Organizzazione e marketing per

Dettagli

1. Scopo dell esperienza.

1. Scopo dell esperienza. 1. Scopo dell esperienza. Lo scopo di questa esperienza è ricavare la misura di tre resistenze il 4 cui ordine di grandezza varia tra i 10 e 10 Ohm utilizzando il metodo olt- Amperometrico. Tale misura

Dettagli

SPC e distribuzione normale con Access

SPC e distribuzione normale con Access SPC e distribuzione normale con Access In questo articolo esamineremo una applicazione Access per il calcolo e la rappresentazione grafica della distribuzione normale, collegata con tabelle di Clienti,

Dettagli

1) Si consideri un esperimento che consiste nel lancio di 5 dadi. Lo spazio campionario:

1) Si consideri un esperimento che consiste nel lancio di 5 dadi. Lo spazio campionario: Esempi di domande risposta multipla (Modulo II) 1) Si consideri un esperimento che consiste nel lancio di 5 dadi. Lo spazio campionario: 1) ha un numero di elementi pari a 5; 2) ha un numero di elementi

Dettagli

Probabilità condizionata: p(a/b) che avvenga A, una volta accaduto B. Evento prodotto: Evento in cui si verifica sia A che B ; p(a&b) = p(a) x p(b/a)

Probabilità condizionata: p(a/b) che avvenga A, una volta accaduto B. Evento prodotto: Evento in cui si verifica sia A che B ; p(a&b) = p(a) x p(b/a) Probabilità condizionata: p(a/b) che avvenga A, una volta accaduto B Eventi indipendenti: un evento non influenza l altro Eventi disgiunti: il verificarsi di un evento esclude l altro Evento prodotto:

Dettagli

General Linear Model. Esercizio

General Linear Model. Esercizio Esercizio General Linear Model Una delle molteplici applicazioni del General Linear Model è la Trend Surface Analysis. Questa tecnica cerca di individuare, in un modello di superficie, quale tendenza segue

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

Strumenti e metodi per la redazione della carta del pericolo da fenomeni torrentizi

Strumenti e metodi per la redazione della carta del pericolo da fenomeni torrentizi Versione 2.0 Strumenti e metodi per la redazione della carta del pericolo da fenomeni torrentizi Corso anno 2011 E. MANUALE UTILIZZO HAZARD MAPPER Il programma Hazard Mapper è stato realizzato per redarre,

Dettagli

Psicometria (8 CFU) Corso di Laurea triennale STANDARDIZZAZIONE

Psicometria (8 CFU) Corso di Laurea triennale STANDARDIZZAZIONE Psicometria (8 CFU) Corso di Laurea triennale Un punteggio all interno di una distribuzione è in realtà privo di significato se preso da solo. Sapere che un soggetto ha ottenuto un punteggio x=52 in una

Dettagli

VERIFICA DELLE IPOTESI

VERIFICA DELLE IPOTESI VERIFICA DELLE IPOTESI Nella verifica delle ipotesi è necessario fissare alcune fasi prima di iniziare ad analizzare i dati. a) Si deve stabilire quale deve essere l'ipotesi nulla (H0) e quale l'ipotesi

Dettagli

Esercitazione 1 del corso di Statistica 2 Prof. Domenico Vistocco

Esercitazione 1 del corso di Statistica 2 Prof. Domenico Vistocco Esercitazione 1 del corso di Statistica 2 Prof. Domenico Vistocco Alfonso Iodice D Enza April 26, 2007 1...prima di cominciare Contare, operazione solitamente semplice, può diventare complicata se lo scopo

Dettagli

Un gioco con tre dadi

Un gioco con tre dadi Un gioco con tre dadi Livello scolare: biennio Abilità interessate Costruire lo spazio degli eventi in casi semplici e determinarne la cardinalità. Valutare la probabilità in diversi contesti problematici.

Dettagli

LEZIONE 3. Ing. Andrea Ghedi AA 2009/2010. Ing. Andrea Ghedi AA 2009/2010

LEZIONE 3. Ing. Andrea Ghedi AA 2009/2010. Ing. Andrea Ghedi AA 2009/2010 LEZIONE 3 "Educare significa aiutare l'animo dell'uomo ad entrare nella totalità della realtà. Non si può però educare se non rivolgendosi alla libertà, la quale definisce il singolo, l'io. Quando uno

Dettagli

Validazione dei modelli Strumenti quantitativi per la gestione

Validazione dei modelli Strumenti quantitativi per la gestione Validazione dei modelli Strumenti quantitativi per la gestione Emanuele Taufer Validazione dei modelli Il data set Auto I dati Il problema analizzato Validation set approach Diagramma a dispersione Test

Dettagli

La categoria «ES» presenta (di solito) gli stessi comandi

La categoria «ES» presenta (di solito) gli stessi comandi Utilizzo delle calcolatrici FX 991 ES+ Parte II PARMA, 11 Marzo 2014 Prof. Francesco Bologna bolfra@gmail.com ARGOMENTI DELLA LEZIONE 1. Richiami lezione precedente 2.Calcolo delle statistiche di regressione:

Dettagli

Elementi di Psicometria con Laboratorio di SPSS 1

Elementi di Psicometria con Laboratorio di SPSS 1 Elementi di Psicometria con Laboratorio di SPSS 1 29-Analisi della potenza statistica vers. 1.0 (12 dicembre 2014) Germano Rossi 1 germano.rossi@unimib.it 1 Dipartimento di Psicologia, Università di Milano-Bicocca

Dettagli

Analisi bivariata. Dott. Cazzaniga Paolo. Dip. di Scienze Umane e Sociali paolo.cazzaniga@unibg.it

Analisi bivariata. Dott. Cazzaniga Paolo. Dip. di Scienze Umane e Sociali paolo.cazzaniga@unibg.it Dip. di Scienze Umane e Sociali paolo.cazzaniga@unibg.it Introduzione : analisi delle relazioni tra due caratteristiche osservate sulle stesse unità statistiche studio del comportamento di due caratteri

Dettagli

STATISTICA IX lezione

STATISTICA IX lezione Anno Accademico 013-014 STATISTICA IX lezione 1 Il problema della verifica di un ipotesi statistica In termini generali, si studia la distribuzione T(X) di un opportuna grandezza X legata ai parametri

Dettagli

3. Confronto tra medie di due campioni indipendenti o appaiati

3. Confronto tra medie di due campioni indipendenti o appaiati BIOSTATISTICA 3. Confronto tra medie di due campioni indipendenti o appaiati Marta Blangiardo, Imperial College, London Department of Epidemiology and Public Health m.blangiardo@imperial.ac.uk MARTA BLANGIARDO

Dettagli

La distribuzione Normale. La distribuzione Normale

La distribuzione Normale. La distribuzione Normale La Distribuzione Normale o Gaussiana è la distribuzione più importante ed utilizzata in tutta la statistica La curva delle frequenze della distribuzione Normale ha una forma caratteristica, simile ad una

Dettagli

Stima per intervalli Nei metodi di stima puntuale è sempre presente un ^ errore θ θ dovuto al fatto che la stima di θ in genere non coincide con il parametro θ. Sorge quindi l esigenza di determinare una

Dettagli

Metodologia per l analisi dei dati sperimentali L analisi di studi con variabili di risposta multiple: Regressione multipla

Metodologia per l analisi dei dati sperimentali L analisi di studi con variabili di risposta multiple: Regressione multipla Il metodo della regressione può essere esteso dal caso in cui si considera la variabilità della risposta della y in relazione ad una sola variabile indipendente X ad una situazione più generale in cui

Dettagli

Elementi di Psicometria con Laboratorio di SPSS 1

Elementi di Psicometria con Laboratorio di SPSS 1 Elementi di Psicometria con Laboratorio di SPSS 1 5-Indici di variabilità (vers. 1.0c, 20 ottobre 2015) Germano Rossi 1 germano.rossi@unimib.it 1 Dipartimento di Psicologia, Università di Milano-Bicocca

Dettagli

Elaborazione dei dati su PC Regressione Multipla

Elaborazione dei dati su PC Regressione Multipla 21 Elaborazione dei dati su PC Regressione Multipla Analizza Regressione Statistiche Grafici Metodo di selezione Analisi dei dati 21.1 Introduzione 21.2 Regressione lineare multipla con SPSS 21.3 Regressione

Dettagli

LA CORRELAZIONE LINEARE

LA CORRELAZIONE LINEARE LA CORRELAZIONE LINEARE La correlazione indica la tendenza che hanno due variabili (X e Y) a variare insieme, ovvero, a covariare. Ad esempio, si può supporre che vi sia una relazione tra l insoddisfazione

Dettagli

> d = alimentazione == "benz" > mean(percorr.urbana[!d]) - mean(percorr.urbana[d]) [1] 2.385627. > sd(percorr.urbana[d]) [1] 2.

> d = alimentazione == benz > mean(percorr.urbana[!d]) - mean(percorr.urbana[d]) [1] 2.385627. > sd(percorr.urbana[d]) [1] 2. A questo punto vale la pena di soffermarci di più sull alimentazione. Intanto cerchiamo di indagare se l alimentazione è davvero un fattore significativo per la percorrenza come è luogo comune pensare.

Dettagli

Ing. Simone Giovannetti

Ing. Simone Giovannetti Università degli Studi di Firenze Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni Ing. Simone Giovannetti Firenze, 29 Maggio 2012 1 Incertezza di Misura (1/3) La necessità di misurare nasce dall esigenza

Dettagli

Principi generali. Vercelli 9-10 dicembre 2005. G. Bartolozzi - Firenze. Il Pediatra di famiglia e gli esami di laboratorio ASL Vercelli

Principi generali. Vercelli 9-10 dicembre 2005. G. Bartolozzi - Firenze. Il Pediatra di famiglia e gli esami di laboratorio ASL Vercelli Il Pediatra di famiglia e gli esami di laboratorio ASL Vercelli Principi generali Carlo Federico Gauss Matematico tedesco 1777-1855 G. Bartolozzi - Firenze Vercelli 9-10 dicembre 2005 Oggi il nostro lavoro

Dettagli

Multicollinearità Strumenti quantitativi per la gestione

Multicollinearità Strumenti quantitativi per la gestione Strumenti quantitativi per la gestione Emanuele Taufer Quando non tutto va come dovrebbe I dati Scatter plot Correlazioni RLS e RLM Individuare la MC Variance Inflation Factor Cosa fare in caso di MC Alcune

Dettagli

(a cura di Francesca Godioli)

(a cura di Francesca Godioli) lezione n. 12 (a cura di Francesca Godioli) Ad ogni categoria della variabile qualitativa si può assegnare un valore numerico che viene chiamato SCORE. Passare dalla variabile qualitativa X2 a dei valori

Dettagli

LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI La comprensione

LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI La comprensione LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI La comprensione dell impresa e del suo contesto e la valutazione dei rischi di errori significativi Ottobre 2013 Indice 1. La comprensione dell impresa e del suo contesto

Dettagli

VALORE DELLE MERCI SEQUESTRATE

VALORE DELLE MERCI SEQUESTRATE La contraffazione in cifre: NUOVA METODOLOGIA PER LA STIMA DEL VALORE DELLE MERCI SEQUESTRATE Roma, Giugno 2013 Giugno 2013-1 Il valore economico dei sequestri In questo Focus si approfondiscono alcune

Dettagli

Lezione 9: Cambio di base

Lezione 9: Cambio di base Lezione 9: Cambio di base In questa lezione vogliamo affrontare uno degli argomenti piu ostici per lo studente e cioè il cambio di base all interno di uno spazio vettoriale, inoltre cercheremo di capire

Dettagli

Basi di matematica per il corso di micro

Basi di matematica per il corso di micro Basi di matematica per il corso di micro Microeconomia (anno accademico 2006-2007) Lezione del 21 Marzo 2007 Marianna Belloc 1 Le funzioni 1.1 Definizione Una funzione è una regola che descrive una relazione

Dettagli

CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY)

CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY) CICLO DI LEZIONI per Progetto e Gestione della Qualità Facoltà di Ingegneria CAPACITÀ DI PROCESSO (PROCESS CAPABILITY) Carlo Noè Università Carlo Cattaneo e-mail: cnoe@liuc.it 1 CAPACITÀ DI PROCESSO Il

Dettagli

Analisi sensitività. Strumenti per il supporto alle decisioni nel processo di Valutazione d azienda

Analisi sensitività. Strumenti per il supporto alle decisioni nel processo di Valutazione d azienda Analisi sensitività. Strumenti per il supporto alle decisioni nel processo di Valutazione d azienda Premessa Con l analisi di sensitività il perito valutatore elabora un range di valori invece di un dato

Dettagli

LE CARTE DI CONTROLLO (4)

LE CARTE DI CONTROLLO (4) LE CARTE DI CONTROLLO (4) Tipo di carta di controllo Frazione difettosa Carta p Numero di difettosi Carta np Dimensione campione Variabile, solitamente >= 50 costante, solitamente >= 50 Linea centrale

Dettagli

Il metodo della regressione

Il metodo della regressione Il metodo della regressione Consideriamo il coefficiente beta di una semplice regressione lineare, cosa significa? È una differenza tra valori attesi Anche nel caso classico di variabile esplicativa continua

Dettagli

LEZIONE n. 5 (a cura di Antonio Di Marco)

LEZIONE n. 5 (a cura di Antonio Di Marco) LEZIONE n. 5 (a cura di Antonio Di Marco) IL P-VALUE (α) Data un ipotesi nulla (H 0 ), questa la si può accettare o rifiutare in base al valore del p- value. In genere il suo valore è un numero molto piccolo,

Dettagli

Misure finanziarie del rendimento: il Van

Misure finanziarie del rendimento: il Van Misure finanziarie del rendimento: il Van 6.XI.2013 Il valore attuale netto Il valore attuale netto di un progetto si calcola per mezzo di un modello finanziario basato su stime circa i ricavi i costi

Dettagli

( x) ( x) 0. Equazioni irrazionali

( x) ( x) 0. Equazioni irrazionali Equazioni irrazionali Definizione: si definisce equazione irrazionale un equazione in cui compaiono uno o più radicali contenenti l incognita. Esempio 7 Ricordiamo quanto visto sulle condizioni di esistenza

Dettagli

Analisi della varianza (anova) a due vie

Analisi della varianza (anova) a due vie Analisi della varianza (anova) a due vie Andrea Onofri 27 marzo 2014 Indice 1 Il concetto di interazione 1 2 Tipi di interazione 2 3 Descrizione del caso studio 3 4 Analisi dei dati 4 Sommario Scopo di

Dettagli

Ottimizzazione Multi Obiettivo

Ottimizzazione Multi Obiettivo Ottimizzazione Multi Obiettivo 1 Ottimizzazione Multi Obiettivo I problemi affrontati fino ad ora erano caratterizzati da una unica (e ben definita) funzione obiettivo. I problemi di ottimizzazione reali

Dettagli

Elementi di Psicometria con Laboratorio di SPSS 1

Elementi di Psicometria con Laboratorio di SPSS 1 Elementi di Psicometria con Laboratorio di SPSS 1 10-Il test t per un campione e la stima intervallare (vers. 1.1, 25 ottobre 2015) Germano Rossi 1 germano.rossi@unimib.it 1 Dipartimento di Psicologia,

Dettagli

Indice di rischio globale

Indice di rischio globale Indice di rischio globale Di Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Introduzione Con tale studio abbiamo cercato di creare un indice generale capace di valutare il rischio economico-finanziario

Dettagli

Le funzioni continue. A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. 2002-03. A. Pisani, appunti di Matematica 1

Le funzioni continue. A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. 2002-03. A. Pisani, appunti di Matematica 1 Le funzioni continue A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. -3 A. Pisani, appunti di Matematica 1 Nota bene Questi appunti sono da intendere come guida allo studio e come riassunto di quanto illustrato

Dettagli

Misure finanziarie del rendimento: il Van

Misure finanziarie del rendimento: il Van Misure finanziarie del rendimento: il Van 12.XI.2014 Il valore attuale netto Il valore attuale netto di un progetto si calcola l per mezzo di un modello finanziario basato su stime circa i ricavi i costi

Dettagli

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da Data una funzione reale f di variabile reale x, definita su un sottoinsieme proprio D f di R (con questo voglio dire che il dominio di f è un sottoinsieme di R che non coincide con tutto R), ci si chiede

Dettagli

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI Capitolo I LE FUNZIONI A DUE VARIABILI In questo primo capitolo introduciamo alcune definizioni di base delle funzioni reali a due variabili reali. Nel seguito R denoterà l insieme dei numeri reali mentre

Dettagli

CORSO DI STATISTICA (parte 2) - ESERCITAZIONE 8

CORSO DI STATISTICA (parte 2) - ESERCITAZIONE 8 CORSO DI STATISTICA (parte 2) - ESERCITAZIONE 8 Dott.ssa Antonella Costanzo a.costanzo@unicas.it Esercizio 1. Test delle ipotesi sulla varianza In un azienda che produce componenti meccaniche, è stato

Dettagli

Soluzione di equazioni quadratiche

Soluzione di equazioni quadratiche Soluzione di equazioni quadratiche Soluzione sulla Retta Algebrica Inseriamo sulla Retta Algebrica le seguenti espressioni polinomiali x e x 3 e cerchiamo di individuare i valori di x per i quali i punti

Dettagli

IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE.

IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE. IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE. Lezione 5 Castellanza, 17 Ottobre 2007 2 Summary Il costo del capitale La relazione rischio/rendimento

Dettagli

Un po di statistica. Christian Ferrari. Laboratorio di Matematica

Un po di statistica. Christian Ferrari. Laboratorio di Matematica Un po di statistica Christian Ferrari Laboratorio di Matematica 1 Introduzione La statistica è una parte della matematica applicata che si occupa della raccolta, dell analisi e dell interpretazione di

Dettagli

Disegni di Ricerca e Analisi dei Dati in Psicologia Clinica. Indici di Affidabilità

Disegni di Ricerca e Analisi dei Dati in Psicologia Clinica. Indici di Affidabilità Disegni di Ricerca e Analisi dei Dati in Psicologia Clinica Indici di Affidabilità L Attendibilità È il livello in cui una misura è libera da errore di misura È la proporzione di variabilità della misurazione

Dettagli

Prof.ssa Paola Vicard

Prof.ssa Paola Vicard Questa nota consiste perlopiù nella traduzione (con alcune integrazioni) da Descriptive statistics di J. Shalliker e C. Ricketts, 2000, University of Plymouth Consideriamo i dati nel file esercizio10_dati.xls.

Dettagli

Laboratorio R Corso di Algebra e Modelli lineari (Anno Accademico 2011-12)

Laboratorio R Corso di Algebra e Modelli lineari (Anno Accademico 2011-12) Laboratorio R Corso di Algebra e Modelli lineari (Anno Accademico 011-1) REGRESSIONE LINEARE SEMPLICE OPEN STATISTICA 8.44 Per 8 settimanali, appartenenti alla medesima fascia di prezzo e presenti in edicola

Dettagli

Esercitazione Statistica Computazionale B Modelli di regressione lineare semplice Verifica di ipotesi - Analisi della varianza

Esercitazione Statistica Computazionale B Modelli di regressione lineare semplice Verifica di ipotesi - Analisi della varianza Esercitazione Statistica Computazionale B Modelli di regressione lineare semplice Verifica di ipotesi - Analisi della varianza 3 maggio 2005 Esercizio 1 Consideriamo l esempio del libro di testo Annette

Dettagli

Analisi di dati di frequenza

Analisi di dati di frequenza Analisi di dati di frequenza Fase di raccolta dei dati Fase di memorizzazione dei dati in un foglio elettronico 0 1 1 1 Frequenze attese uguali Si assuma che dalle risposte al questionario sullo stato

Dettagli

CHIUSURE di MAGAZZINO di FINE ANNO

CHIUSURE di MAGAZZINO di FINE ANNO CHIUSURE di MAGAZZINO di FINE ANNO Operazioni da svolgere per il riporto delle giacenze di fine esercizio Il documento che segue ha lo scopo di illustrare le operazioni che devono essere eseguite per:

Dettagli

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI Indice 1 Le frazioni algebriche 1.1 Il minimo comune multiplo e il Massimo Comun Divisore fra polinomi........ 1. Le frazioni algebriche....................................

Dettagli

ROI, WACC e EVA: strumenti di pianificazione economico finanziaria Di : Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato

ROI, WACC e EVA: strumenti di pianificazione economico finanziaria Di : Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Articolo pubblicato sul n 22 / 2004 di Amministrazione e Finanza edito da Ipsoa. ROI, WACC e EVA: strumenti di pianificazione economico finanziaria Di : Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Premessa

Dettagli

1. Distribuzioni campionarie

1. Distribuzioni campionarie Università degli Studi di Basilicata Facoltà di Economia Corso di Laurea in Economia Aziendale - a.a. 2012/2013 lezioni di statistica del 3 e 6 giugno 2013 - di Massimo Cristallo - 1. Distribuzioni campionarie

Dettagli

Misure della dispersione o della variabilità

Misure della dispersione o della variabilità QUARTA UNITA Misure della dispersione o della variabilità Abbiamo visto che un punteggio di per sé non ha alcun significato e lo acquista solo quando è posto a confronto con altri punteggi o con una statistica.

Dettagli

Il mercato di monopolio

Il mercato di monopolio Il monopolio Il mercato di monopolio Il monopolio è una struttura di mercato caratterizzata da 1. Un unico venditore di un prodotto non sostituibile. Non ci sono altre imprese che possano competere con

Dettagli

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti Rapporto dal Questionari Studenti SCUOLA xxxxxxxxx Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il questionario studenti ha lo scopo di indagare alcuni aspetti considerati rilevanti per assicurare il benessere

Dettagli

Relazioni tra variabili

Relazioni tra variabili Università degli Studi di Padova Facoltà di Medicina e Chirurgia Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia - A.A. 009-10 Scuole di specializzazione in: Medicina Legale, Medicina del Lavoro, Igiene e Medicina

Dettagli

Facoltà di Psicologia Università di Padova Anno Accademico 2010-2011

Facoltà di Psicologia Università di Padova Anno Accademico 2010-2011 Facoltà di Psicologia Università di Padova Anno Accademico 010-011 Corso di Psicometria - Modulo B Dott. Marco Vicentini marco.vicentini@unipd.it Rev. 10/01/011 La distribuzione F di Fisher - Snedecor

Dettagli

Università degli Studi di Milano Bicocca CdS ECOAMM Corso di Metodi Statistici per l Amministrazione delle Imprese CARTE DI CONTROLLO PER VARIABILI

Università degli Studi di Milano Bicocca CdS ECOAMM Corso di Metodi Statistici per l Amministrazione delle Imprese CARTE DI CONTROLLO PER VARIABILI Università degli Studi di Milano Bicocca CdS ECOAMM Corso di Metodi Statistici per l Amministrazione delle Imprese CARTE DI CONTROLLO PER VARIABILI 1. L azienda Wood produce legno compensato per costruzioni

Dettagli

Vademecum studio funzione

Vademecum studio funzione Vademecum studio funzione Campo di Esistenza di una funzione o dominio: Studiare una funzione significa determinare gli elementi caratteristici che ci permettono di disegnarne il grafico, a partire dalla

Dettagli

Università degli Studi di Ferrara - A.A. 2014/15 Dott. Valerio Muzzioli ORDINAMENTO DEI DATI

Università degli Studi di Ferrara - A.A. 2014/15 Dott. Valerio Muzzioli ORDINAMENTO DEI DATI ORDINAMENTO DEI DATI Quando si ordina un elenco (ovvero una serie di righe contenenti dati correlati), le righe sono ridisposte in base al contenuto di una colonna specificata. Distinguiamo due tipi di

Dettagli

Introduzione alle relazioni multivariate. Introduzione alle relazioni multivariate

Introduzione alle relazioni multivariate. Introduzione alle relazioni multivariate Introduzione alle relazioni multivariate Associazione e causalità Associazione e causalità Nell analisi dei dati notevole importanza è rivestita dalle relazioni causali tra variabili Date due variabili

Dettagli

Lineamenti di econometria 2

Lineamenti di econometria 2 Lineamenti di econometria 2 Camilla Mastromarco Università di Lecce Master II Livello "Analisi dei Mercati e Sviluppo Locale" (PIT 9.4) Aspetti Statistici della Regressione Aspetti Statistici della Regressione

Dettagli

Ricerca di outlier. Ricerca di Anomalie/Outlier

Ricerca di outlier. Ricerca di Anomalie/Outlier Ricerca di outlier Prof. Matteo Golfarelli Alma Mater Studiorum - Università di Bologna Ricerca di Anomalie/Outlier Cosa sono gli outlier? L insieme di dati che sono considerevolmente differenti dalla

Dettagli

SISTEMI DI NUMERAZIONE E CODICI

SISTEMI DI NUMERAZIONE E CODICI SISTEMI DI NUMERAZIONE E CODICI Il Sistema di Numerazione Decimale Il sistema decimale o sistema di numerazione a base dieci usa dieci cifre, dette cifre decimali, da O a 9. Il sistema decimale è un sistema

Dettagli

Metodi Matematici e Informatici per la Biologia----31 Maggio 2010

Metodi Matematici e Informatici per la Biologia----31 Maggio 2010 Metodi Matematici e Informatici per la Biologia----31 Maggio 2010 COMPITO 4 (3 CREDITI) Nome: Cognome: Matricola: ISTRUZIONI Gli esercizi che seguono sono di tre tipi: Domande Vero/Falso: cerchiate V o

Dettagli

4. Confronto tra medie di tre o più campioni indipendenti

4. Confronto tra medie di tre o più campioni indipendenti BIOSTATISTICA 4. Confronto tra medie di tre o più campioni indipendenti Marta Blangiardo, Imperial College, London Department of Epidemiology and Public Health m.blangiardo@imperial.ac.uk MARTA BLANGIARDO

Dettagli

Analisi e diagramma di Pareto

Analisi e diagramma di Pareto Analisi e diagramma di Pareto L'analisi di Pareto è una metodologia statistica utilizzata per individuare i problemi più rilevanti nella situazione in esame e quindi le priorità di intervento. L'obiettivo

Dettagli

Il coefficiente di correlazione di Spearman per ranghi

Il coefficiente di correlazione di Spearman per ranghi Il coefficiente di correlazione di Spearman per ranghi Questo indice di correlazione non parametrico viene indicato con r s o Spearman rho e permette di valutare la forza del rapporto tra due variabili

Dettagli

Statistica e biometria. D. Bertacchi. Variabili aleatorie. V.a. discrete e continue. La densità di una v.a. discreta. Esempi.

Statistica e biometria. D. Bertacchi. Variabili aleatorie. V.a. discrete e continue. La densità di una v.a. discreta. Esempi. Iniziamo con definizione (capiremo fra poco la sua utilità): DEFINIZIONE DI VARIABILE ALEATORIA Una variabile aleatoria (in breve v.a.) X è funzione che ha come dominio Ω e come codominio R. In formule:

Dettagli

Misure finanziarie del rendimento: il Van

Misure finanziarie del rendimento: il Van Venezia, 6 novembre 2013 Prof. Antonella Faggiani Arch. Valeria Ruaro, collaboratrice alla didattica estimo.b.acc2013@gmail.com Corso di Estimo Laurea Magistrale Architettura per il Nuovo e l Antico Dipartimento

Dettagli