Giacomo Ulivi,

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1 Programma amministrativo della lista Parma Unita con Ghiretti Elezioni Comunali Parma 6-7 Maggio

2 Credetemi, la "cosa pubblica" è noi stessi... la nostra famiglia, il nostro lavoro, il nostro mondo, insomma, che ogni sua sciagura è sciagura nostra... se lo avessimo sempre tenuto presente, sarebbe successo questo? Sempre tutte le pillole ci sono state propinate col dolce intorno, tutto è stato ammantato di rettorica. Ma se ragioniamo, il nostro interesse e quello della "cosa pubblica", finiscono per coincidere. Appunto per questo dobbiamo curarla direttamente, personalmente, come il nostro lavoro più delicato e importante... Può anche bastare, sapete, che con calma, cominciamo a guardare in noi, e ad esprimere desideri. Come vorremmo vivere, domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere! Giacomo Ulivi,

3 Indice Roberto Ghiretti PERCHE MI CANDIDO IL NOSTRO MANIFESTO I NOSTRI VALORI LE NOSTRE PROPOSTE: 1. QUARTIERI VIVI Sicurezza, commercio e socialità 2. LA COMUNITA' PROTAGONISTA Welfare, famiglie e associazioni 3. LE IDEE CHE CI TENGONO INSIEME Cultura 4. LA RICCHEZZA DELLE PERSONE Lavoro, formazione, università e sviluppo economico 5. RIPENSIAMO IL FUTURO DI PARMA Ambiente e mobilità 6. UN BENE IN COMUNE L'Amministrazione e le Partecipate 3

4 Roberto Ghiretti PERCHE' MI CANDIDO C'è una città che rischia di soffocare sotto gli scandali, le inchieste giudiziarie e i titoli di giornale, sotto le ambizioni e le rivincite personali, le lotte per la poltrona e gli abusi di potere, sotto i cantieri infiniti e le opere inutili: è Parma. Parma rischia di rimanere sepolta sotto tutta questa spazzatura. Ma ne deve uscire! Deve tornare ad essere una città normale e laboriosa, una città onesta e vitale, come lo sono i suoi cittadini. C'è una trama fitta di famiglie, associazioni, imprese, realtà no profit, istituzioni, fondazioni, che è già abituata a fare ogni giorno la propria parte per il bene comune, con il proprio lavoro, il proprio impegno spesso disinteressato: è la nostra comunità. Oggi rischia di impoverire, di sfibrarsi e perdere la sua capacità di essere dinamica e solidale, perché da troppo tempo mortificata dagli sprechi e dalle regalie, sempre a favore di amici potenti e comitati d'affari poco trasparenti. Dobbiamo reagire! Parma deve ripartire dalla parte migliore di sé, dalla parte attiva e vitale della società. Non parlo di un generico ascolto, di una generica partecipazione. Dobbiamo credere nella forza delle persone, renderle protagoniste di spazi sempre più grandi di welfare, di economia, di creatività: dobbiamo chiedere alle istituzioni di fare un passo indietro per avere noi più libertà di progettare e gestire servizi, opportunità, risorse. Per costruire un apparato pubblico meno pesante e dispendioso, e più vicino ai diversi bisogni delle persone. Ci sono tanti imprenditori e tanta gente che lavora in proprio, che sta lottando con le unghie e i denti per fronteggiare la crisi e resistere all'urto, ma è costretta a farlo senza il sostegno di nessuno, soprattutto senza l'aiuto di una politica perennemente impegnata in una lotta intestina, barbara e distruttiva, senza riguardo per le conseguenze che tutti noi paghiamo: tasse, cantieri e disservizi di ogni genere. Ma c'è anche una politica vera, fatta di persone coraggiose e pulite, che sono stanche di vedere decidere sempre i soliti noti, quelli che hanno già conosciuto mille stagioni, mille giri di giostra per rimanere a galla, quelli della politica come mestiere, abituati a elargire mille favori e ad accontentare mille padroni. Parma rischia un salto nel passato, dalla padella nella brace, se torna ad affidarsi a questi professionisti della poltrona, con le loro corti, le loro burocrazie e i loro apparati, con la loro inveterata abitudine a decidere senza dialogo, chiusi nelle stanze del potere. C'è bisogno di più trasparenza e di più umiltà. La poltrona di Sindaco non è un trono da cui comandare, né un'occasione per fare meglio gli interessi della propria parte o del proprio partito. C'è bisogno di facce nuove in Comune. Di idee nuove. Di persone abituate a fare un lavoro onesto, a pagare di tasca propria e a vivere nel mondo reale, da cittadini e non da potenti. Io so che c è una maggioranza moderata e pensante di parmigiani che queste cose le sa. E che ora vuole una politica più normale, per vivere una città più normale. A loro mi rivolgo. Mettiamo insieme la nostra buona volontà. Uniti, vince Parma. 4

5 Parma Unita IL NOSTRO MANIFESTO Parma è una città piena di risorse, ricca di intelligenze vivaci, di saperi e cultura, fatta da persone intraprendenti che non possono non avvertire la responsabilità di questo momento storico. Serve un rinnovato impegno civile, che coinvolga le energie e le migliori competenze del nostro territorio per dar vita a un nuovo progetto che ci faccia ripartire con forza. Dobbiamo tutti rimboccarci le maniche e tornare ad avere fiducia nelle istituzioni. Istituzioni che, nei decenni, hanno saputo creare servizi che pongono la nostra città ai più alti livelli nazionali di qualità della vita. Dobbiamo essere consapevoli degli errori che sono stati commessi e far sì che non possano più accadere, dobbiamo tener conto che la diminuzione delle risorse a causa della crisi economica ci pone nuove e difficili sfide. Ma la nostra città non può fermarsi a causa di divisioni di parte e discorsi ideologici che ci riporterebbero indietro di decenni. Dobbiamo andare avanti con discontinuità e unità. Discontinuità a partire da un nuovo approccio etico all amministrazione della cosa pubblica. Parma oggi non ha bisogno di cose straordinarie, bensì di cose normali e fatte con criterio. Serve unità: una città unita e coesa è il presupposto per ricostruire laddove c è da ricostruire e di proseguire sulla giusta strada laddove c è da proseguire sulla giusta strada. Serve una squadra di persone scelte per la loro competenza e non per l appartenenza a un partito. La vera sfida è crescere tutti insieme. Oggi la competizione non è più tra pezzi di città o tra classi sociali: oggi è l intero sistema territoriale che è chiamato a competere unito e compatto. Per consentire ai nostri figli di continuare a vivere e lavorare in città, disinnescando la minaccia di fughe dei cervelli o di altri capitali stranieri che vengono ad acquisire le nostre aziende. Non dobbiamo consentire che il futuro ci aggredisca, ma dobbiamo essere noi a governarlo. Per questo noi crediamo che il vero punto di partenza debba essere un nuovo e sobrio modo di intendere il bene comune. Il prossimo Sindaco dovrà restituirci una città che faccia della sua normalità il suo orgoglio, che ascolti e che metta al centro dell interesse i bisogni dei cittadini, garantendo qualità di vita e dei servizi, la sicurezza e la più ampia coesione sociale. Questo manifesto è per noi un atto di fede verso Parma che è una grande città di cui tutti noi siamo profondamente innamorati. E un contributo alla discussione sulle priorità e i valori che la prossima amministrazione dovrà realizzare e portare avanti. Il manifesto è aperto non solo alla firma di quanti si riconosceranno nei nostri valori, ma anche al contributo di idee e proposte per farlo diventare il programma di un nuovo Sindaco che metta al centro l interesse di tutti e non l interesse della propria parte politica. Vogliamo che Parma torni a essere una città unita e fiduciosa nel suo futuro. Una Parma normale che metta al centro l onestà e la competenza e che sia per e di tutti. Sognare una città normale in fondo è già costruirla. 5

6 I NOSTRI VALORI 1. Una città normale Vogliamo che Parma torni a essere una città unita, normale, libera, laboriosa, pulita, che conservi i più alti standard di qualità della vita. Una città che si getti alle spalle il gigantismo edilizio, porti a termine i cantieri aperti sapendo che le risorse saranno limitate, ma sappia anche gestire al meglio quanto già realizzato garantendone l uso e la finalità pubblica. Una città dove tutti i cittadini si sentano parte della vita pubblica e fieri di essere parmigiani. 2. Una città onesta e trasparente Vogliamo un Amministrazione che amministri un Consiglio Comunale che controlli e una macchina comunale che esegua con scrupolo e con regole chiare e valide per tutti. Un Amministrazione che ponga in essere serie strutture di controllo e garanzia sugli appalti, sulla spesa, sui conti, sulle realizzazioni. Dove ci siano persone competenti al governo della città e che operino con etica, trasparenza e parsimonia. Dove sobrietà sia la regola, non l eccezione. Dove siano sempre a disposizione dei cittadini tutte le informazioni sulla vita politica e amministrativa e dove anche i compensi degli amministratori siano perfettamente trasparenti e ispirati a principi di sobrietà. Dove ci sia una chiara certificazione dei costi, ricavi e debiti del Comune e dove subito si possa avviare un grande piano di revisione e cessione delle attività non strategiche. Dove non ci siano sprechi di denaro e dove tutti si sentano impegnati nel risanamento dei debiti. Dove le decisioni che interessano la collettività siano prese solo dopo aver ascoltato i cittadini, senza chiedersi per chi hanno votato l ultima volta e senza preoccuparsi di come voteranno la prossima. 3. Una città solidale e unita Se ci sosterremo a vicenda, vinceremo tutti. Vogliamo fortemente che Parma rimanga una città solidale, una città dove gli egoismi non hanno cittadinanza. Una città dove nessuno è escluso. Vogliamo qualità e passione nei servizi sociali, educativi e sportivi, ma anche sensibilità spiccata per la diversa abilità e necessaria attenzione alle povertà vecchie e nuove così come all impoverimento del potere di acquisto delle famiglie. Una città con vocazione alle realtà di vicinato e a ogni forma di volontariato. 4. Una città per la famiglia Vogliamo sostenere la famiglia come prima agenzia educativa della società. Attorno alla famiglia si deve ripensare una rete integrata di servizi che inizi dagli asili nido e arrivi fino all Università, conciliando tempi di vita e di lavoro. Sostenere la famiglia significa progettare nuovi servizi per nuclei monogenitoriali, per famiglie con 6

7 portatori di handicap, con grande attenzione ai tempi e alle necessità delle donne. Sostenere la famiglia significa prendersi cura degli anziani, facendoli sentire parte attiva, valorizzando i loro saperi e dando loro la possibilità di dare ancora un contributo al bene comune, così come di godere in serenità il loro tempo. Sostenere la famiglia significa valorizzare la progettualità del volontariato e del terzo settore, mettere in rete la cultura, lo sport, le possibilità di tempo libero. Per tutti e con il contributo di tutti. 5. Una città in salute Vogliamo che a Parma il benessere e la salute dei cittadini siano realmente la misura della salute della città, essendone davvero il patrimonio più importante. Una città che sappia combattere ogni forma d inquinamento e che adotti (in tempi brevi) soluzioni innovative al problema rifiuti. Lo sviluppo totale della raccolta differenziata e una chiarezza finora mancata sul termovalorizzatore dovranno essere i primi doverosi passi. Posto che l inquinamento non arriva da Marte, ma dai nostri comportamenti, realizzare una città più verde è possibile. Facendo sì che stili di vita eco compatibili siano anche più convenienti dal punto di vista economico: rifiuti, trasporti, riscaldamento, consumi. Vogliamo una città dove ogni spazio verde a destinazione ludica, sportiva o aggregativa sia la normalità, spazi ben tenuti, e patrimoni davvero Comuni. 6. Una città dinamica e attrattiva Vogliamo che Parma resti una città dinamica e innovativa, moderna nelle sue tradizioni. Una città dove si cammina e si pedala con vere e tante piste ciclabili, dove i parchi sono luoghi di relax e di movimento e non di delinquenza, dove i trasporti e i parcheggi favoriscano una mobilità sostenibile a misura europea. Non vogliamo nuovo cemento, ma infrastrutture utili con standard tecnologici di alto livello e con ampio recupero del suolo. Non servono nuove strade, oggi servono strade migliori e con continua manutenzione. La tecnologia va ampiamente utilizzata per avere servizi migliori dal traffico ai parcheggi, dagli asili ai servizi anagrafici, dall informazione ai servizi sociosanitari, dall aria che respiriamo, all acqua che beviamo. Anche e soprattutto in quelle periferie che nel recente passato sono cresciute senza sostenibilità. Vogliamo che Parma sia una città economicamente più attrattiva: valorizzando il commercio tradizionale, sostenendo i negozi e le attività del centro storico contro l omologazione delle catene commerciali, ripartendo dai mestieri e dall artigianato, ma diventando al tempo stesso il luogo ideale per le nuove imprese tecnologiche, imprese rosa e cooperative sociali. Una città dove la cultura e la tradizione si fondano con l innovazione. Dove le eccellenze artistiche, musicali e gastronomiche siano volano all economia e al turismo. 7. Una città per i giovani Vogliamo che Parma dia maggiore spazio ai giovani, che creda in loro, che proponga stili di vita corretti e socializzanti e non di branco, che dia opportunità di lavoro come di svago. Una città che sappia creare occasioni vere per l imprenditoria giovanile. Una città aperta al mecenatismo, alla tutela della creatività per dar vita a nuove attività per i giovani con sostegni finanziari legati alla concreta realizzazione. Una città che sappia e possa avere una collaborazione organica con l Università e con il suo insostituibile ruolo di sostegno alla cultura, alla formazione e alla ricerca. 7

8 Dove si possano assicurare esperienze di lavoro solidale per i giovani con contratti di solidarietà con finalità sociali, culturali e assistenziali. Vogliamo una città che sappia dire ai giovani che studiare ha ancora un senso, per il futuro di ciascuno e della collettività, che il merito paga e che si deve dare sempre il meglio di sé. Per noi stessi e per gli altri. 8. Una città sicura e aperta Una città che sa far rete con le altre città e sa mettere in comunicazione le idee. Una città che anche in questo ambito non spreca, ma ottimizza le risorse. Vogliamo che a Parma non ci siano distinzioni tra immigrati e nativi, ma tra chi non rispetta la legge e chi la rispetta, chi la abita civilmente e chi no, chi la ama e chi ancora non ha imparato ad amarla. Una città dove ci sia reale sicurezza per donne, anziani e famiglie con un grande piano di vicinato sociale. Dove tutti si sentano responsabili della sicurezza di tutti. Dove la collaborazione tra le forze dell ordine sia coerente con la partecipazione sociale dei cittadini che si riappropriano della città. Dove l integrazione sia tassello di ritrovata armonia sociale. Una città dove lo Stato reprima il crimine e la Polizia Municipale sia invece sempre più volta a essere polizia di vicinato, di fiducia e sostegno per i problemi quotidiani dei cittadini. 9. Una città che guarda avanti Noi parmigiani vogliamo fare di Parma una città viva e condivisa, abitata da cittadini attivi. Dove l integrazione e le diverse culture contribuiscano al bene comune senza dimenticare la centralità della tradizione. Una città dove ascolto, dialogo e condivisione delle competenze siano strumenti di piena partecipazione. Una città che sostenga e tuteli ogni forma associativa volta al benessere della popolazione, all assistenza, alla crescita dei giovani, alla difesa dei deboli. Dove associazionismo e volontariato si vedano delegare responsabilità, progetti e risorse, essendo decisivi per una società differente e una crescita sostenibile. 10. Una città in cui la cultura sia uno stile di vita Una città in cui il termine cultura sia anche uno stile di vita e riguardi ogni forma espressiva umana, dall arte ai saperi antichi, dal cinema alla musica, dal dialetto all attività psicofisica. Vogliamo una città dove la sussidiarietà culturale, la creatività dei giovani e la passione delle tradizioni possano riempire i tanti contenitori presenti, sostituendosi al concetto di cultura tradizionale e troppo spesso calato dall alto. Una città dove i grandi eventi si aprono all innovazione, dove la cultura sia motore di sviluppo per turismo ed economia. Una città dove le contenute risorse economiche non possano essere un alibi, ma un ulteriore e forte stimolo al miglioramento. 8

9 LE NOSTRE PROPOSTE 1. Sicurezza, commercio e socialità QUARTIERI VIVI Città e società sono da sempre le due facce di una stessa medaglia. Una città è viva se sono vive le sue strade, i suoi quartieri, le sue piazze. Lo spazio comune, lo spazio pubblico è il riflesso di quel senso di comunità, di bene comune che è in cima ai nostri valori. Ma oggi più che mai è uno spazio delicato, sensibile, uno spazio in cui si misurano e talvolta si surriscaldano le dinamiche sociali, di integrazione e di sicurezza. Questo significa che oggi noi dobbiamo dedicare una grande attenzione affinché lo spazio pubblico soddisfi livelli elevati di vivibilità, di sicurezza e di decoro. Ma la sicurezza va affrontata su tre fronti: la sicurezza dell oggi, la sicurezza a medio termine e, infine, quella a lungo termine. Alle necessità immediate devono sopperire le Forze dell Ordine, mentre per un discorso a medio termine occorre intensificare l impiego di telecamere e tecnologia, presidiare i luoghi più critici, ma anche inserire associazioni per tenere puliti, in tutti i sensi, i parchi e i luoghi di aggregazione. Ma bisogna anche guardare lontano, rafforzando quei soggetti (ad esempio scuole, associazioni, società sportive) che fanno coesione sociale e cultura, nel senso che educano alla socialità. E così che possiamo diminuire il disagio nel futuro, favorendo un integrazione reale, non l emarginazione, e accogliendo nella normalità. Se non lavoriamo con intelligenza su tutti questi livelli, continueremo a inseguire l emergenza sicurezza senza risolverla mai. Parma ha una grande tradizione di qualità della vita, di qualità dell ambiente urbano, di attenzione alla bellezza, alla pulizia e al decoro, di attenzione alla socialità e alla solidarietà, grazie ad un tessuto commerciale, associativo e solidale da sempre vitale. Ma questa pesante crisi economica e i veloci cambiamenti sociali rischiano di intaccarla. Dobbiamo ridare valore e attenzione allo spazio comune, che non è semplicemente uno spazio vuoto per il traffico, ma è il luogo dei contatti e delle relazioni, luogo dell identità e della memoria, ma anche luogo di scambio e dialogo tra identità diverse. Le armi che noi abbiamo per presidiare e per arricchire le strade e le piazze dei nostri quartieri sono tante: il commercio e la socialità, il presidio spontaneo delle persone e quello controllato delle forze dell ordine, la presenza delle istituzioni e il senso di responsabilità dei cittadini. Tutti questi ingredienti, che si sostengono a vicenda, vanno curati per ottenere una sicurezza che sia anche qualità della vita e benessere sociale. Per questo noi intendiamo: 9

10 1. Superare le attuali circoscrizioni con una rivoluzione a costo zero: nominando un Delegato di quartiere che stia tra la gente, ascolti i cittadini e riferisca costantemente al sindaco dell evoluzione delle problematiche; istituendo una consulta di quartiere in cui siano presenti i rappresentanti degli enti esponenziali del quartiere: associazioni e circoli, scuole e parrocchie, commercianti e artigiani. favorendo la nascita di associazioni di residenti, che assumano la gestione e la manutenzione di spazi pubblici e aree verdi, e si impegnino in altre forme di servizio ricambiate con vaucher comunali. 2. Presidio fisso delle forze dell ordine nei quartieri, da stabilire a rotazione. 3. Istituire il turno notturno (01-07 a.m.) dei vigili urbani nei giorni infrasettimanali. 4. Sottoscrivere una convenzione con gli Istituti vigilanza privata, 300 agenti in grado di sorvegliare e allertare tempestivamente le forze dell ordine. 5. Investire sull illuminazione notturna e l installazione di telecamere nelle aree che ne sono sprovviste. 6. Parchi: presidio delle associazioni, a cui affidare la gestione di verde e di spazi attigui, per garantire una presenza quotidiana e una normalità che sono la migliore dissuasione per le cattive compagnie. 7. Progetto Saracinesche accese, per mettere a disposizione dei giovani locali dismessi e inutilizzati per lo sviluppo di nuove attività Imprenditoriali/artigianali. I nuovi gestori, per ottenere le agevolazioni e particolari condizioni di finanziamento, saranno tenuti a sottoscrivere un codice di comportamento per la cura, il decoro e l illuminazione degli spazi interni e antistanti. 8. Maggiori controlli su attività commerciali sleali : contraffazione, illegalità, abusivismo, mercatini ambulanti irregolari, in collaborazione con la Guardia di Finanza 9. Moratoria sulla costruzione di nuovi centri commerciali. 10. Supportare iniziative di co-marketing e di rete tra commercianti di zona. 11. Rilanciare la rete commerciale dei negozi e degli esercizi aderenti alla Family Card. 10

11 2. Welfare, famiglie e associazioni LA COMUNITÀ PROTAGONISTA Oggi più che mai, in un momento di diminuzione delle risorse e aumento dei bisogni, la sfida che ci attende è davvero difficile: fare di più con meno. Ma è una sfida cruciale per il mantenimento della qualità della vita e del modello di socialità che ci contraddistingue. Per vincerla è necessario Il superamento di una logica assistenziale, che genera dipendenza, cronicizza le disuguaglianze e sostituisce le istituzioni alla capacità delle persone di essere responsabili e protagoniste della loro vita. Il superamento del monopolio pubblico nella gestione dei servizi, che mortifica la libertà e la ricchezza dei tanti luoghi e dei tanti soggetti che quotidianamente e volontariamente già rispondono ai bisogni delle persone, e dei tanti altri soggetti privati che possono farlo in un regime controllato di collaborazione con il pubblico. L affermazione della centralità della famiglia e della persona, operatore dell equità e della solidarietà tra le generazioni, e primo referente per un patto di welfare responsabile tra istituzioni pubbliche e cittadini. La convinzione, infine, che welfare non significa risposta al disagio, ma qualità della vita a portata di tutti, non significa solo servizi sociali, ma anche educazione, casa, salute, sport, relazioni Da questi assunti derivano per noi scelte molto concrete Sostegno all azione sociale, al volontariato e al protagonismo del terzo settore. Continuo sforzo per lo snellimento e la semplificazione della macchina burocratica. Sempre più potere di scelta alla comunità, alle persone. Dobbiamo dare fiducia, dare spazio, risorse e opportunità alle forze vive, alle realtà attive che già ora sono un fattore cruciale per la costruzione del bene comune: famigliare e associazioni, terzo settore e realtà no profit, volontariato, ma anche imprese sempre più sensibili al tema del loro valore sociale e fondazioni sempre più centrali nella redistribuzione di risorse. Dobbiamo condividere una porzione sempre maggiore di welfare, di sistema pubblico, con tutti coloro che non sono più solo i destinatari, ma sono anche gli interlocutori e gli attori del nostro sistema di servizi, per andare verso un nuovo welfare, più partecipato, meno gravoso meno rigido e più vicino ai bisogni delle persone. Dobbiamo stringere un'alleanza di comunità per fronteggiare l'emergenza sociale che la crisi ha acuito allargando la fascia delle povertà e i fenomeni di disagio. Una città solidale come Parma non può rimanere indifferente davanti a chi è in difficoltà. 11

12 In particolare noi vogliamo 1. Istituire un Agente alla Partecipazione. 2. Implementare l'agenzia per la Famiglia nel ruolo di coordinamento trasversale tra tutti gli assessorati, per realizzare una politica per la famiglia che attraversi tutti gli ambiti dell'amministrazione e consideri tutti gli aspetti (educativi, assistenziali, economici, generazionali, culturali) della vita delle famiglie. 3. Reintrodurre e ampliare il Quoziente Familiare, ma secondo il suo vero spirito, che non è quello di uno sconto per tutti ma di una equa redistribuzione delle tariffe secondo il carico familiare. 4. Rafforzare e rilanciare in ogni quartiere l'esperienza dei Laboratori familiari nei Laboratori di Comunità : luoghi di mediazione, di incontro, di dibattito, di intercultura. Spazi per le associazioni, le famiglie, i commercianti, le realtà del quartiere. Presidio della comunità e portineria sociale per anziani. 5. Non dissipare il lavoro svolto in questi anni sul tema della famiglia, le progettualità e la rete associativa che è stata costruita. Ma al contempo sviluppare quelle progettualità che sono rimaste sulla carta: Family Card, il marchio Family Friendly, le politiche di conciliazione famiglia-lavoro. 6. Valorizzare lo straordinario impegno dell'associazionismo e del volontariato nelle politiche di assistenza e nelle politiche per la salute. 7. Promuovere la maternità creando anche nella nostra città una Consulta per la Vita e sostenendo l'apertura anche da parte della Regine Emilia Romagna di appositi fondi di sostegno per giovani mamme in difficoltà. 8. Progettare un rafforzamento e una rivisitazione dei Centri per la Famiglia, dei Servizi assistenza sociale e dei Consultori. 9. Anziani: favorire e ampliare l'assistenza domiciliare in tutti i suoi aspetti e per le diverse fasce di autonomia, per consentire loro di rimanere il più lungo possibile a casa, in particolare attraverso avvio dei progetti di tele-assistenza e di domotica nelle abitazioni; apertura di un Albo delle Badanti, con corsi di formazione per le operatrici e assistenza burocratica e legale per le famiglie; un servizio di consegna dei farmaci a domicilio, anche con l'aiuto del volontariato; palestre e piscine convenzionate in fascia mattutina; attività motoria nei parchi e nei circoli, con insegnanti di educazione fisica. 10. Potenziare e sostenere la rete di accoglienza e di risposta anche immediata delle emergenze, specialmente nei momenti più duri dell'anno (il momento più rigido dell'inverno e più torrido dell'estate). 11. Costruire collaborazione tra Centri di Aggregazione giovanile, Centro per l'impiego e Ufficio stranieri, per organizzare dei corsi di orientamento, incontri tra incontri tra ragazzi, genitori e educatori, momenti di aggregazione intergenerazionale e interculturale. 12

13 12. Rilanciare il Tavolo Immigrazione e puntare alla costituzione di un Forum delle associazioni delle comunità immigrate. 13. Introdurre una Carta per lo Sport destrutturato per l'accesso ai servizi (esempio: parcheggi e docce, bus e armadietti per chi corre o per altre attività all'aperto...). 14. Trasversalità tra assessorati: Istituire una fitta collaborazione tra assessorato ai Servizi Sociali, assessorato alla Politiche Scolastiche, agenzia alla Famiglia e assessorato allo Sport. Lo Sport è infatti a tutti gli effetti un'agenzia educativa al pari di Scuola e Famiglia. Perché lo Sport non deve essere più inteso come mero gesto muscolare e agonistico, ma come attività sociale. Società e associazioni sportive non devono essere intese come "fabbriche di campioni", ma come i luoghi in cui si formano gli uomini del futuro. Sfruttando l'enorme ventaglio di benefici che l'attività sportiva porta con sé: salute psico-fisica, benessere, cultura, educazione, condivisione, socialità. 15. Reti sociali e associazioni: Incentivare l'attività delle associazioni sportive che operano sul territorio, perché tali realtà sono fondamentali per la tenuta delle reti sociali di una comunità, di cui lo sport è un elemento fondamentale. Bisogna fare in modo che le reti sociali reggano all'urto della crisi, prima economica e poi sociale; in questa direzione lo sport può fare molto. 16. Cancellare l aumento di tariffe e canoni imposto alle società sportive che utilizzano gli impianti comunali. 17. Manutenzioni: Intervenire in maniera puntuale e mirata sulla manutenzione degli impianti sportivi esistenti. Realizzare, ove necessario, nuovi impianti sportivi, tramite project sociali con il terzo settore e le associazioni, attraverso accordi pubblico-privato. Per intervenire con la massima libertà di manovra, bisogna far ritornare le strutture comunali sotto diretto controllo dell'amministrazione pubblica, togliendole dalla disponibilità di ParmaInfrastrutture. 18. Promuovere momenti di formazione e di supporto alla metodologia educativa degli istruttori e degli allenatori delle associazioni sportive. Infine, vogliamo attuare politiche avanzate sul tema della salute. Promuovere la salute consente di ridurre la povertà, l emarginazione e il disagio sociale, incrementando la produttività del lavoro e i tassi di occupazione, sviluppando l attrattività e la competitività del territorio di riferimento. Sulla base di questa considerazione e nella prospettiva del federalismo gli enti locali, ed in particolare il Comune, devono configurarsi come centro di interventi integrati idonei a realizzare uno sviluppo in grado di garantire una sempre migliore coerenza con le esigenze reali della popolazione, valorizzando le esperienze e le specificità del proprio territorio, del contesto socioeconomico e delle istituzioni insediatevi. In particolare intendiamo: 1. Promuovere l integrazione tra servizi sanitari, socio sanitari e sociali, per garantire ai cittadini continuità nell'assistenza e nella presa in carico dei problemi. 2. Case della Salute: prevedere la loro apertura in ogni circoscrizione (o accorpamenti di circoscrizioni) e la presenza in ciascuna, oltre che dei medici di base, dei pediatri di libera 13

14 scelta e degli specialisti, anche di uno spazio Salute donna, dei pediatri di comunità, dei neuropsichiatri infantili, e dei terapisti della riabilitazione, in stratta sinergia con i Servizi Sociali. 3. Proseguire e incentivare il progetto Salute per Parma, con il quale si sono volute individuare e disciplinare forme aggiuntive di finanziamento delle attività e delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie, e innescare un percorso virtuoso, volto alla costruzione di un sistema di collaborazione tra pubblico e privato che possa far fronte alla crescente domanda di assistenza, soprattutto nella popolazione anziana, nel rispetto dei principi di equità e di solidarietà generazionale, alla luce della tendenza della crescente componente di spesa sanitaria che grava sui cittadini in particolare per le prestazioni e servizi non compresi nei Livelli Essenziali di Assistenza (L.E.A.). 4. Definire il Comune quale soggetto costitutivo di un Fondo Sanitario e Sociosanitario integrativo su base provinciale per l erogazione di prestazioni sanitarie e sociosanitarie ai cittadini iscritti e ai loro familiari. Gli obiettivi della creazione di un fondo integrativo sanitario e sociosanitario autogestito a livello comunale sono: ridurre, attraverso la mutualità su base regionale e provinciale, la spesa sanitaria pubblica regionale nonché la spesa privata dei cittadini, facendo leva sull agevolazione fiscale prevista dall attuale ordinamento attraverso una nuova forma di solidarietà collettiva, volta a costruire risposte certe su rilevanti problemi sociali, oggi evase poco, male e spesso con scarsa qualità per il cittadino; garantire la razionalizzazione dell offerta del Sistema Sanitario Regionale ed il contenimento dei costi, con impatto indiretto sulla fiscalità regionale. 3. Al fine di corrispondere alle esigenze sanitarie della popolazione il Sindaco quale prima autorità riconosciuta in campo sociale sanitario istituirà la costituzione di un Osservatorio Sanitario costituito da tecnici quale risorsa a coadiuvare l attività degli organi di governo nella programmazione delle politiche locali a favore della salute e della qualità della vita anche con il coinvolgimento di Entità Produttive ed Economiche della città e della provincia per individuare elementi di sviluppo per il rilancio del settore sanitario e delle università locali. 4. Proporre alla Regione una revisione della normativa e dei criteri di scelta dei dirigenti di struttura complessa o unità operativa (UO)(gli ex primari), attualmente nominati su base fiduciaria, invece perché vengano selezionati su competenze strettamente professionali. 5. Svolgere un'attività di più intenso controllo e prevenzione nel campo della medicina del lavoro e della sicurezza sul lavoro. 14

15 3. Cultura LE IDEE CHE CI TENGONO INSIEME La cultura è quella fabbrica di idee che sa trasformare il passato, la nostra tradizione e la nostra storia, in energia per il futuro, che sa tradurre la nostra identità in nuovi linguaggi e nuove forme espressive, aperte al mondo. La cultura è una delle principali risorse di una società per il suo futuro. Perché fare cultura significa produrre bellezza e benessere, innovazione, qualità della vita e partecipazione. Parma ha una grande tradizione culturale, che ci ha lasciato in eredità una grande vitalità diffusa: un sistema ricchissimo di teatri e compagnie teatrali, di musei e biblioteche, di associazioni, di fondazioni che sono tutti soggetti attivi di una rete capace di fare di Parma una città che fa cultura ancora prima di consumarla. La musica in particolare è la vocazione della nostra città. Non dobbiamo trascurarla, oggi soprattutto che la musica è uno dei linguaggi più vivi e potenti. E noi abbiamo un patrimonio musicale di prima grandezza, una concentrazione straordinaria di luoghi, di personaggi, di talenti: una fabbrica di cultura viva. Purtroppo oggi tutte queste realtà lavorano separatamente, moltiplicando costi di gestione, soffrendo per la mancanza di risorse e esprimendo nemmeno la metà del potenziale di creatività che è in loro. Noi dobbiamo creare una cornice, un sistema, che raccolga e valorizzi tutte queste risorse, abbatta i costi e faccia risaltare le loro idee. Dobbiamo riempire luoghi poco valorizzati e sotto utilizzati, offrendoli a chi invece non riesce a trovare spazi. Dobbiamo affiancare realtà che parlano lo stesso linguaggio. Superando una volta per tutte steccati, rivalità e clientelismi che alla fine sono un vantaggio sleale per pochi e un freno per tutti. Dobbiamo impegnarci tutti a fare un salto culturale. Quel cambio di passo che chiediamo sempre alla politica ma che spesso non siamo in grado di fare noi per primi. Questa è anche la nostra idea di politica, molto diversa dalla altre: per noi la politica non deve calare dall'alto le decisioni, stupire i cittadini con visioni faraoniche o grandi annunci, come se i cittadini fossero bambini da sbalordire, un pubblico a cui strappare un applauso; ma nemmeno decidere in silenzio, nelle segrete stanze del potere, e distribuire un po' di nascosto favori e concessioni. Ci vuole più trasparenza e più coinvolgimento. La politica deve unire la città e i cittadini, deve essere il legame, far parlare tra loro le persone, avvicinare e mettere insieme le risorse e le ricchezze della città. Per troppo tempo a Parma l'amministrazione pubblica e la politica ha avuto il monopolio delle risorse culturali, operando nei fatti un controllo della vita culturale della città: se fai quello che piace a me ti do la sovvenzione, se sei della mia parrocchia, del mio partito te la rinnovo, altrimenti no. Noi dobbiamo superare questa concezione. La cultura è un valore in sé. E la differenza, la pluralità 15

16 sono segno di una comunità viva, in evoluzione. Un'amministrazione non deve sostituirsi alla creatività sociale, imbrigliarla o provare a controllarla dall'alto, ma dare fiducia, dare risorse, dare visibilità alle persone e alle idee. E tutti insieme promuovere nel mondo l immagine di una città che affronta di slancio le sfide del futuro, senza dimenticare le sue tradizioni e senza tradire la sua identità. In particolare noi intendiamo 1. Mettere in rete mettere in rete i contenitori e i protagonisti della vita culturale della città con il progetto Parco della Cultura e della Musica, organizzato attorno a due fulcri ideali: a) il Teatro Regio, centro del sistema musica, che abbraccia anche Teatro Farnese, Monumento a Verdi, Casa natale di Toscanini, oltre al Conservatorio, alle orchestre e a tutte le altre realtà musicali della città, b) il Palazzo del Governatore, fulcro del sistema museale. Quest'ultimo in particolare deve diventare il contenitore, a rotazione, di esposizioni di opere e documenti provenienti dai tanti patrimoni di cui disponiamo, con la partecipazione pubblica delle Fondazioni bancarie e dei privati, nonché di un nuovo museo interattivo della lirica. 2. Rilancio dello Csac attraverso una Fondazione ad hoc, che possa permettere l'apertura al pubblico del (potenzialmente) più importante museo-archivio della modernità, il più vasto archivio dell'arte del Novecento esistente in Italia, raccolta di un vastissimo patrimonio culturale di inestimabile valore, in grado di raccontare in modo inedito la storia moderna e contemporanea, l'evoluzione dei costumi e delle idee. Contemporaneamente, salvaguardare l'area agricola attorno alla Certosa (stop alle espansioni produttive, sia di Parma, sia di Torrile), per creare un parco culturale-agricolo nella zona delle bonifiche cistercensi. 3. Riprogettazione insieme al soggetto titolare del project financing, dell'ospedale Vecchio per realizzare un vero Polo culturale dell'oltretorrente (ultima occasione di rivitalizzare il quartiere dopo le destinazioni dell'ex Anagrafe, dell'ex Cinema Ducale, del Vighi, ecc,). Un centro culturale misto pubblico privato. Un Museo della città che ne rappresenti le tradizioni e l'anima popolare, la storia artigianale e industriale, l'evoluzione fisica e culturale, e la storia vissuta dei quartieri. 4. Ampliare gli orari e i giorni di apertura dei monumenti e dei contenitori culturali della città, e musei gratuiti per tutti gli studenti di Parma. 5. Chiamare tutti i soggetti della città, pubblici e privati, enti e Fondazioni, a un Tavolo per il Bicentenario verdiano, occasione straordinaria non solo di celebrazione ma soprattutto di rilancio della cultura, di sostegno a giovani musicisti, di committenza di nuove opere per creare e ascoltare nuova musica. 6. Portare a compimento la realizzazione del nuovo Teatro dei Dialetti. Una struttura che deve diventare il luogo, a costi contenuti, delle attività culturali e ricreative delle associazioni cittadine. Va dato in mano alle associazioni tutte e non alle sole compagnie dialettali. 7. Ripensare l'utilizzo, soprattutto da parte delle associazioni, delle famiglie, delle scuole, dei tanti altri spazi presenti in città, molti dei quali ci sono stati lasciati in eredità da una folle 16

17 corsa a costruire scatole vuote da inaugurare, nastri da tagliare, ma senza alcuna progettazione relativa al loro utilizzo. 8. Valorizzare l'antico connubio arte-artigianato, cuore della forza del Made in Italy, attraverso eventi, piccoli laboratori di incontro e di lavoro, in piccoli spazi del centro. 9. Botteghe di restauro, botteghe artigianali, atelier di giovani artisti, gallerie private: un patrimonio da esaltare e aprire alla città con eventi, visite, con La settimana del Fare Arte per le vie della città. 10. Realizzare un itinerario culturale Città dell'umanesimo che unisca Parma con Ferrara e Mantova: un patrimonio artistico e una testimonianza storica unica di un periodo d'oro della storia italiana. 11. Promuovere il mantenimento della nostra tradizione, delle nostre radici culturali e linguistiche (dialetto). 12. Rilanciare l'archivio Giovani Artisti attraverso un Concorso Mostra Collettiva Archivio giovani artisti, pubblicizzato attraverso un sito apposito e social network, i cui vincitori saranno esposti a Palazzo del Governatore contestualmente ad altre mostre d'arte contemporanea, e premiati con borse di studio e premi acquisto da parte di Fondazioni o sponsor privati. 13. Parma città d'arte e di turismo deve valorizzare il proprio patrimonio e crescere nell'offerta sfruttando nuovi strumenti e nuovi stili di turismo. Un turismo 2.0, digitale ed interattivo. Da una parte attraverso una piattaforma sul web che sviluppi socialità, condivisione e accessibilità. E dall'altra attraverso la georeferenziazione e la diffusione su monumenti, luoghi, parchi ma anche negozi, botteghe e ristoranti di Codici QR, un sistema che permette a chiunque possieda uno smartphone di accedere a contenuti multimediali: musica, testi, letture, video, approfondimenti, collegamenti, mappe ecc Incentivare tipologie di turismo che un tempo venivano chiamate di nicchia e che oggi di nicchia non sono più: turismo enogastronomico, turismo verde, turismo musicale, turismo religioso. 15. Barricate '22. Evidenziare con targhe e appositi lastricati nei luoghi in cui erano state erette. 16. Avviare un progetto, nelle scuole di ogni ordine e grado, dalle elementari alle superiori, in collaborazione con il Provveditorato agli Studi e le associazioni familiari e culturali che vorranno aderire, per recuperare il valore quelle che un tempo erano le ore di educazione civica con attività di Civismo e educazione alla socialità. L'educazione è la prima e più importante scuola di integrazione e sicurezza. 17. Valorizzare la nostra cucina, le sue tradizioni e la sua storia, un valore per il quale Parma è conosciuta in tutto il mondo, con iniziative volte sia a tenere viva e diffondere la conoscenza dei prodotti tipici della nostra terra, sia stimolando la qualità e le peculiarità della nostra ristorazione. 17

18 4. Lavoro, formazione, università e sviluppo economico LA RICCHEZZA DELLE PERSONE Il ruolo di Comune-imprenditore, perseguito dalla politica parmigiana negli ultimi anni (almeno dai primi anni 2000), ha dato esiti negativi se non catastrofici. E non solamente per l avvento della crisi, ma per una mal fondata convinzione del primato della politica verso le persone, la loro intraprendenza e la loro intelligenza. È necessario ripensare in profondità quale debba essere la logica e l obiettivo del Comune per il sostegno dell economia locale. È innanzitutto ora di superare la presunzione di poter calare dall alto ricette e visioni futuristiche. Lasciamo che gli imprenditori facciano gli imprenditori. Utilizziamo invece gli strumenti della politica innanzitutto per formare nuovi imprenditori e nuove realtà imprenditoriali, che sappiano essere competitive e innovative. Chi oggi s affaccia al mondo del lavoro, o coloro che capiscono di dover aggiornare profondamente la loro offerta professionale per non esserne estromessi, oppure coloro che hanno recentemente perso il lavoro, vanno verso forme d occupazione sempre più atipiche e lontane dall idea classica di lavoratore dipendente (operaio ed impiegato): ciò a cui oggi s assiste è l emergere e la creazione di imprese di dimensioni sempre minori e flessibili. Che piaccia o meno il self-employment (in sostanza l impiego autonomo) anche al di fuori dei percorsi più classici sta diventando una soluzione per molti. Purtroppo questa tendenza è quasi totalmente ignorata da enti rappresentativi ed amministrativi. Ma chi dimostra intraprendenza per uscire da una situazione di crisi deve essere premiato e non mortificato! Noi intendiamo essere utili per queste nuove forme di imprenditoria e riteniamo pertanto opportuno, in primo luogo, uno snellimento burocratico delle pratiche amministrative di competenza comunale. Ma ciò, evidentemente, non basta: occorre un azione concreta e propositiva. Incubatore d Imprese In una logica di una vicinanza alle esigenze dei giovani professionisti e dei nuovi piccoli imprenditori, Parma Unita propone la costituzione, realizzazione e gestione di un Incubatore d Impresa sul territorio del nostro Comune, uno spazio materiale che mette a disposizione di nuove imprese, solitamente piccole o medie, e/o giovani professionisti, servizi materiali ed immateriali che altrimenti non sarebbero, almeno nella fase di start-up alla loro portata. Tale servizi di business incubation potranno altresì essere forniti anche a soggetti non residenti fisicamente nell incubatore ma anche a coloro che lavorano con micro-imprese da casa o, comunque, in remoto attraverso gli strumenti telematici. Nuove imprese, sviluppo, opportunità di creazione di nuovi posti di lavoro: l identikit di una città dinamica e creativa, pronta ad accogliere le nuove forme di business. Una città a misura di piccola imprese di self-employee; ma una città che valorizza anche le medie e grandi imprese e che non ha paura di affrontare l arduo percorso dell internazionalizzazione. 18

19 Internazionalizzazione Ricerca & Sviluppo Per molti l espressione internazionalizzare è semplicemente un concetto attraente che non può mai mancare all interno di una brochure di un azienda, di uno studio di consulenze e, perché no, nei punti di un programma elettorale. Per noi internazionalizzare significa innovare e fare ricerca, continua e di alto livello. Significa comprendere ed utilizzare i programmi di sviluppo dell Unione Europea, formando il personale comunale in percorsi adeguati di apprendimento. Parma deve essere città Europea non solo per la presenza dell Autorità sulla Sicurezza Alimentare ma, perché troverà un amministrazione comunale preparata sui temi della Ricerca e dello Sviluppo: le nostre imprese medie e grandi devono essere guidate nei percorsi di ricerca e sviluppo che mettendo in comunicazioni enti e società di diversi Stati Membri dell Unione creano investimenti e ricchezza. Si pensi al 7 Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico della Commissione e alle sue molteplici opportunità raramente sfruttate nel nostro Paese. Parma Unita vuole così creare un Agenzia di consulenza all interno dell amministrazione comunale che possa guidare gli imprenditori più innovativi in percorsi di crescita e di sviluppo scientifico e tecnologico che abbiano un profilo ed un importanza internazionale: non si pensi ad uno sterile e solo di facciata Sportello Europa. Piuttosto immaginiamo un amministrazione comunale che informi ed accompagni concretamente l imprenditore innovativo. In questo percorso ci impegneremo ad incentivare l attivazione di un Centro di Informazione Europe Direct (EDIC) che possa completare, finalmente, la presenza del Centro di Documentazione attualmente operante presso il Collegio Europeo. Soprattutto, ci attiveremo affinché all interno del Campus dell Università degli Studi si possa finalmente realizzare concretamente un Parco Scientifico Tecnologico che abbia il sostegno delle amministrazioni pubbliche (coinvolgendo l Ente Provincia e gli altri comuni della Provincia di Parma) e degli altri Enti pubblici interessati, oltre alle associazioni di categoria degli Industriali e degli Artigiani. Economia ed Università Come detto, non si può parlare di sviluppo economico senza pensare ad un corretto sviluppo ed incentivo della ricerca scientifica. Parma, la città di Parma, deve poter vivere direttamente i benefici della presenza di un Ateneo che offre una smisurata ricchezza intellettuale, specie nel campo scientifico e tecnologico. L Università di Parma ed i suoi studenti non possono e non devono essere visti come mera opportunità di business indiretto (affitto di locali agli studenti/ricercatori fuori sede ed indotto relativo): le autorità accademica e soprattutto gli studenti universitari debbono essere ricercati ed inseguiti dell Amministrazione Comunale. Lo studente più brillante vorrà rimanere a Parma, attratto oltre che dalle sue indubbie bellezze e dal suo alto tenore di vita dalla possibilità di fare ricerca (applicata) ad alto livello, convinto di risiedere in un territorio che incentiva realmente l incontro tra mondo accademico e mondo produttivo. Come detto prima, l Amministrazione Comunale dovrà essere il tramite per la realizzazione di progetti inserite nel programmi comunitari più innovativi. Ma tutto questo non può semplicemente essere imposto alla Città. Dobbiamo anzi partire dall unicità della nostra realtà produttiva, dalla sua specificità ed dall importanza delle associazioni e dei gruppi d interesse che operano sul territorio comunale. È necessario coinvolgimento dei soggetti economici in un dialogo coinvolgente e costruttivo: in una logica però totalmente slegata dalla logica dei partiti, in ascolto nei confronti di chiunque, semplici cittadini e protagonisti del mondo produttivo. 19

20 Possiamo dunque riassumere così i nostri punti qualificanti : 1. Snellimento delle pratiche amministrative e burocratiche relativamente al mondo produttivo e del lavoro. 2. Utilizzo obbligatorio della Posta Elettronica Certificata (PEC) e Protocollo Informatico per tutte le pratiche di natura tecnica, in modo che: siano evitati sprechi e costi inutili di riproduzione cartacea, che spesso incidono notevolmente sull importo della parcella (ad es. quando una pratica passa in Conferenza dei Servizi è oggi necessario protocollare 8-10 copie cartacee); si possa contenere la crisi strutturale dell archivio cartaceo del Comune, e possa essere implementato l archivio informatico (ciò consente anche la messa in rete di un enorme mole di informazioni); vengano impiegati in modo più razionale i dipendenti comunali. 3. Realizzare accordi con le banche per recupero crediti vantati dalle imprese verso il Comune, assicurando liquidità alle imprese e cessione pro soluto dei crediti a favore di banche o intermediari finanziari. 4. Stimolare una nuova generazione di imprenditori grazie a incentivi, progetti di start up e di spin off universitari, assistenza e consulenza fiscale e legale. 5. Incubatore d Impresa nel Ponte a nord con spazi di co-working, dotazioni tecnologiche e servizi all'impresa condivisi, defiscalizzazione. 6. Internazionalizzazione; EDIC a Parma. 7. PQ7 = Settimo Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico. 8. Maggiore coinvolgimento dell Università, anche attraverso la nomina di un esponente in Giunta con la delega sulla Ricerca e la Formazione. 9. Studiare con l Università una valorizzazione del Campus universitario, oggi sottoutilizzato rispetto al suo reale valore e potenziale. In particolare vincolare l'area a sud del Campus alle sole funzioni agricole (come le esistenti) o universitarie, dando quindi la possibilità, in futuro, all'università di dotarsi di un vero Campus anche residenziale e luogo di servizi, sul modello dei campus americani. 10. Istituzione di borse di studio e stage in Comune per i migliori neolaureati. Duplice lo scopo da perseguire: l innalzamento delle competenze e della presenza di cervelli all interno dell amministrazione comunale per lo studio di idee e progetti, nonché la possibilità per i giovani appena usciti dall Università di trovare un primo impiego nel mondo del lavoro. 11. Promuovere la collaborazione tra i sistemi universitari per la creazione di reti e relazioni internazionali, scambi di esperienze e di incubatori di impresa. 12. Una nuova spinta per il Parco Scientifico Tecnologico, senza che questo comporti consumo di suolo, né confligga con l'università (in particolare con le aree a sud del Campus): che possa quindi localizzarsi in aree produttive, per essere punto di congiunzione strategico tra ricerca, industria e agricoltura, in particolare tra la filiera agroalimentare e le nuove tecnologie. 20

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