Teoria del commercio internazionale e istituzioni
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1 Corso di Politica Economica e Industriale Anno accademico 2005/2006 Università degli Studi di Siena Teoria del commercio internazionale e istituzioni Marianna Belloc Dipartimento di Economia Pubblica Università di Roma La Sapienza uniroma1.it 1
2 Programma Teoria ortodossa del commercio internazionale Vantaggio assoluto e vantaggio comparato (Ricardo( Ricardo- Torrens, Heckscher-Ohlin Ohlin) Critica alla teoria ortodossa e nuove teorie del commercio (accenni) Teorie istituzionaliste del commercio internazionale: effetti sulle transazioni Teorie istituzionaliste del commercio internazionale: effetti sulla produzione Teorie istituzionaliste del commercio internazionale: effetti sulle forme organizzative Frammentazione internazionale della produzione Outsoucing versus FDI 2
3 Prima lezione 1 Strumenti: Da economia chiusa a economia aperta 2 Teoria classica del commercio Ricardo-Viner Materiale Slides Un testo di economia internazionale. Per esempio: G. Gandolfo (2002) Elementi di Economia Internazionale, UTET, paragrafi: 13.1, 13.2, 13.3,
4 Strumenti: Economia chiusa Sono dati: ammontare totale dei fattori esistenti nell economia economia distribuzione di questi fattori tra i membri dell economia economia gusti dei consumatori stato della tecnologia, rappresentata da funzioni della tecnica che soddisfano le ipotesi di rendimenti costanti di scala e produttività marginali decrescenti E si suppone che: ci sia perfetta concorrenza su tutti i mercati (sia fattori che beni finali) i mercati sono completi (prezzi di tutti i beni e fattori sono determinati e noti) e gli agenti economici sono price-takers 4
5 Curva di trasformazione A A E E p B /p A A H H O B E B H B 5
6 Domanda e offerta p B /p A D B S B O B 6
7 Da economia chiusa a economia aperta In equilibrio economico generale di economia chiusa l eccesso di domanda di tutti i beni deve essere pari a zero. In economia aperta questa condizione non deve essere necessariamente rispettata per ciascun paese separatamente considerato. Essa deve essere rispettata per il mondo nel suo complesso. 7
8 Da economia chiusa a economia aperta Consideriamo un mondo di due soli paesi il paese 1 e il paese 2 Supponiamo che vi sia concorrenza perfetta su tutti i mercati, che i due paesi utilizzino gli stessi fattori produttivi e che producano gli stessi beni A e B che sono perfettamente mobili (libero commercio e zero costi di trasporto). In assenza di commercio i due paesi devono essere, ai rispettivi prezzi relativi interni, in condizione di eccesso di domanda nullo su tutti i mercati. 8
9 2 paesi che non commerciano S 2B D2B p B /p A D1B S 1B p 2 p 1 B Paese 2 O Paese 1 B 9
10 Da economia chiusa a economia aperta Immaginiamo che in seguito all apertura apertura dei mercati e alla concorrenza nel contesto internazionale, si stabilizzi un prezzo intermedio pari a (pb( pb/papa ) = R (ragione di scambio internazionale). A questo prezzo il paese 1 ha un eccesso di domanda negativo del bene B (offerta maggiore della domanda) e il paese 2 ha un eccesso di domanda positivo (domanda maggiore dell offerta). 10
11 2 paesi che commerciano S 2B D2B p B /p A D1B S 1B p 2 M 2B R X 1B p 1 B Paese 2 O Paese 1 B 11
12 Equilibrio internazionale Questo significa che il paese 1 vuole consumare di quel bene meno di quanto produce, mentre il paese 2 vuole consumare più di quanto produce. Notiamo però che tali eccessi di domanda sono uguali con segno opposto. Tutto cioè che il paese 1 produce in eccesso viene domandato e consumato dal paese 2. Il paese 1 esporta il bene B (X B1 ) esattamente nella quantità che il paese 2 importa (M B2 ). Abbiamo ottenuto equilibrio internazionale. X B1 = M B2 12
13 Equilibrio internazionale Alcune importanti qualificazioni 1. Affinché ci sia commercio, il prezzo internazionale si deve stabilizzare in un punto intermedio fra i prezzi relativi di economia chiusa nei due paesi. 2. In assenza di costi di trasporto e di restrizioni al commercio, il prezzo relativo di un certo bene deve essere uguale in tutti i paesi. 3. Se non c èc equilibrio, la flessibilità dei prezzi internazionali garantirà che l equilibrio l venga raggiunto. 13
14 Equilibrio internazionale 3. Supponiamo che R sia superiore a quello che abbiamo disegnato in figura cosicché X B1 > M B2 Sul mercato internazionale si avrà allora un eccesso di offerta del bene B rispetto alla domanda, questo farà scendere il suo prezzo relativo finché la domanda non eguaglia l offerta. l Meccanismo identico ma inverso si verificherebbe se invece ci fosse eccesso di domanda sull offerta. 14
15 Equilibrio internazionale S 2B D2B p B /p A D1B S 1B M 2B R X 1B M 2B R X 1B B Paese 2 O Paese 1 B 15
16 Equilibrio internazionale 4. In analisi di e.e.g. in un mondo a due beni, la ragione di scambio che determina l equilibrio l sul mercato B produrrà equilibrio anche sul mercato A garantendo equilibrio generale (legge di Walras). 5. In questo modello nessun paese può essere importatore netto di entrambi i beni. Se un paese è importatore netto di B, esso sarà esportatore netto di A e viceversa. In conclusione, secondo l approccio l ortodosso al commercio internazionale le relazioni commerciali, i volumi di commercio e la ragione di scambio sono congiuntamente determinati in analisi di equilibrio economico generale dalle dotazioni fattoriali, le tecnologie, e i gusti. 16
17 Economia aperta A A E Q e C C Prezzi relativi domestici A H A H Q Ragione di scambio internazionale O B E B H B H B 17
18 Perché i paesi commerciano? Poiché in economia aperta ciascun paese singolarmente considerato non deve essere in equilibrio, i paesi tendono a specializzarsi nella produzione di alcuni beni per poi scambiarli nel mercato internazionale. Cosa determina le scelte di specializzazione? Teoria classica del vantaggio comparato (Ricardo( Ricardo-Torrens) Teoria Heckscher-Ohlin Nuove teorie 18
19 Teoria classica del vantaggio comparato (Ricardo-Torrens) Ipotesi: Due beni: A e B Un solo fattore: Lavoro Due paesi identici in tutto (gusti, dotazione di fattori) eccetto che nelle tecnologie disponibili Coefficienti fissi di produzione 19
20 Teoria classica del vantaggio comparato (Ricardo-Torrens) a1=costo assoluto di produzione di A in paese 1 a2=costo assoluto di produzione di A in paese 2 b1=costo assoluto di produzione di B in paese 1 b2=costo assoluto di produzione di B in paese 2 R=ragione di scambio internaz (pa/pb) 20
21 Vantaggio assoluto Si dice che un paese ha un vantaggio assoluto rispetto ad un altro paese nella produzione di un certo bene se è in grado di produrre quantità maggiori di quel bene utilizzando lo stesso input, oppure se è in grado di produrre la stessa quantità utilizzando meno input (i.e. il costo unitario assoluto di quel bene in quel paese è inferiore al costo negli altri paesi). 21
22 Vantaggio assoluto Merci Panno (A) Vino (B) Costo unitario di produzione in termini di lavoro Inghilterra a1=4 b1=8 Portogallo a2=6 b2=3 L Inghilterra ha vantaggio assoluto nella produzione del panno (4<8) e il Portogallo ha vantaggio assoluto nella produzione del vino (3<6) 22
23 Vantaggio assoluto globale Si dice che un paese ha un vantaggio assoluto globale rispetto ad un altro paese se è in grado di produrre ogni combinazione di tutti i beni in quantità maggiore utilizzando lo stesso input (i.e. a costo unitario assoluto inferiore per tutti i beni) 23
24 Vantaggio assoluto globale A Il paese 1 ha vantaggio assoluto globale rispetto al paese 2 Paese 2 Paese 1 O B 24
25 Vantaggio assoluto globale Merci Panno (A) Vino (B) Costo unitario di produzione in termini di lavoro Inghilterra a1=4 b1=8 Portogallo a2=6 b2=10 L Inghilterra ha vantaggio assoluto nella produzione di entrambi i beni 25
26 Vantaggio comparato Si dice che un paese ha un vantaggio comparato rispetto ad un altro paese nella produzione di un certo bene se è in grado di produrre quel bene ad un costo comparato inferiore rispetto all altro altro paese. Il costo comparato è il rapporto fra costi (unitari) assoluti dei due beni nel medesimo paese (oppure il rapporto fra costi (unitari) assoluti dello stesso bene nei due paesi). a1/b1, a2/b2 oppure a1/a2, b1/b2 26
27 Vantaggio assoluto Merci Panno (A) Vino (B) Costo unit.. di prod.z in termini di L Inghilterra a1=4 b1=8 Portogallo a2=6 b2=10 Merci Panno (A) Vino (B) Vantaggio comparato Costo comparato Inghilterra a1/b1=4/8=0.5 b1/b1=1 Portogallo a2/b2=6/10=0.6 b2/b2=1 27
28 Vantaggio comparato L Inghilterra ha un vantaggio assoluto nella produzione di entrambi i beni. Tuttavia essa ha un vantaggio relativamente maggiore nella produzione del panno. Quindi: l Inghilterra si specializzerà nella produzione del panno, il Portogallo nella specializzazione del vino e poi vi sarà commercio alla ragione di scambio internazionale. In questo modello condizione necessaria perché vi sia commercio è che i due paesi abbiano diversi costi comparati. Condizione sufficiente è che la ragione di scambio sia compresa fra i costi comparati dei due paesi. 28
29 Vantaggio comparato Condizione necessaria: a1/b1 a2/b2 Condizione sufficiente: a1/b1 < R < a2/b2 Ciascun paese si specializzerà nella produzione del bene il cui costo comparato è inferiore alla ragione di scambio 29
30 Benefici del commercio per ciascun paese Max Y R =(p A /p B )A1+B +B1 sub a 1 A 1 + b 1 B 1 L1,, A B 1 0 con R=p A /p B <a 1 /b 1 (Cioè R=pB/pA>b >b1/a1) In base alla teoria Ricardo-Torrens questo paese si specializzerà nella produzione del bene B vediamo se così facendo massimizza il suo benessere (sotto i vincoli tecnologici) 30
31 Benefici del commercio per ciascun paese B Max Y Paese 1 isoreddito isoreddito curva di trasformazione trasformazione Il paese 1 massimizza il suo reddito specializzandosi nella produzione di B e viceversa. O A 31
32 Benefici complessivi del commercio Max YW R =(p A /p B )(A 1 +A 2 )+(B 1 +B 2 ) sub a 1 A 1 + b 1 B 1 L1,, A1 0 A 0 B 1 0 a2a2 + b2b2b L2,, A2 0 A 0 B2 0B con a2/b2<p A /p B <a 1 /b 1 In base alla teoria Ricardo-Torrens il paese si specializzerà nella produzione del bene B e il paese 2 nella produzione del bene A vediamo se così facendo viene massimizzato il benessere globale (sotto i vincoli tecnologici) 32
33 B Benefici complessivi del commercio paese 1 produce solo B paese 2 produce sia A che B Paese 2 entrambi i paesi producono solo B paese 1 produce solo B paese 2 produce solo A Paese Paese 1 entrambi i paesi producono solo A paese 2 produce solo B paese 1 produce sia A che B O A 33
34 B Benefici complessivi del commercio Max YWR paese 1 produce solo B paese 2 produce solo A O A Il reddito mondiale viene massimizzato se il paese 1 si specializza nella produzione di B e il paese 2 nella produzione di A. 34
35 Seconda lezione 1 Teoria neoclassica del commercio internazionale: Hecksher-Ohlin 2 Nuove teorie del commercio internazionale (accenni) Materiale Slides Un testo di economia internazionale. Per esempio: G. Gandolfo (2002) Elementi di Economia Internazionale, UTET, paragrafi: 13.1, 13.2, 13.3,
36 Teorie Heckscher-Ohlin Ipotesi: Due beni: A e B Due fattori (immobili a livello internazionale ): K e L Offerta rigida dei fattori produttivi Le fz di prod hanno produttività marginali positive e decrescenti e sono omogenee di primo grado Due paesi identici in tutto (gusti, tecnologia) eccetto che nelle dotazioni relative dei fattori (K/L è maggiore nel paese 1 rispetto a K/L nel paese 2) (K/L)1>(K/L) >(K/L)2 36
37 Teorie Heckscher-Ohlin Ipotesi: E possibile classificare i due beni in base alle loro tecnologie. Assumiamo che la tecnologia necessaria per produrre il bene A utilizza relativamente più capitale della tecnologia necessaria per produrre il bene B Inoltre vale la non inversione delle intensità fattoriali: : la produzione di A richiede un intensit intensità di K maggiore della produzione di B, qualunque sia il prezzo relativo dei fattori.. Cioè: (K/L)A>(K/L) >(K/L)B 37
38 Teorie Heckscher-Ohlin Ohlin: : non inversione K isoquanto A isoquanto B Il rapporto ottimo K/L per il bene A è sempre maggiore di quello del bene B qualunque sia il rapporto fra prezzi α=( =(pl/pk) β =(pl/pk) 0 α α β β L KA/LA KB/LB 38
39 Teorie Heckscher-Ohlin Ohlin: : inversione K isoquanto A isoquanto B Il rapporto ottimo K/L per il bene A è maggiore di quello del bene B se il rapporto fra prezzi è α=( =(pl/pk) mentre il rapporto ottimo K/L per il bene A è minore di quello del bene B se il rapporto fra prezzi è β =(pl/pk) 0 α α β β L 39
40 Corrispondenza prezzi fattori rapporto K/L K/L (K/L)A (K/L) A (K/L)B (K/L)A (K/L)B (K/L) B O pl/pk (pl/pk) pl/pk 40
41 Il teorema di Heckscher-Ohlin Hp: (K/L)1>(K/L) >(K/L)2 (K/L)A>(K/L) >(K/L)B Ciascun paese esporta il bene la cui produzione richiede un impiego relativamente più intenso del fattore di cui il paese ha una dotazione relativamente più abbondante. (Il paese 1 si specializza nella produzione di ed esporta A e il paese 2 si specializza nella produzione di ed esporta B) 41
42 Il teorema di Heckscher-Ohlin B Paese 2 R Hp: (K/L)1>(K/L) >(K/L)2 (K/L)A>(K/L) >(K/L)B Alla ragione di scambio R, il paese 1 produce una quantità maggiore di A, il paese 2 produce una quantità maggiore di B. R O Paese 1 A 42
43 Il teorema di Heckscher-Ohlin Il paese 1 produce quantità maggiore di A, il paese 2 produce una quantità maggiore di B. Ma poiché i due paesi hanno gli stessi gusti,, essi vogliono consumare A e B nella stessa proporzione. Quindi il paese 1 esporta A e importa B; mentre il paese 2 esporta B e importa A. 43
44 A A E A E A R p Benefici del commercio R Consumo in E ec aperta P E Produzione e consumo in p ec chiusa Q r Produzione in ec aperta O B E B E B R B 44
45 Benefici del commercio Mentre in economia chiusa produzione e consumo coincidono con lo stesso punto della curva di trasformazione, in economia aperta essi possono anche non coincidere. Se il consumo avviene in un punto come il punto E,, il paese in economia aperta consuma quantità superiori di entrambi i beni ed il suo benessere è senz altro maggiore. Se però il consumo avviene in un punto come il punto E,, per valutare i benefici del commercio dobbiamo considerare le curve di indifferenza. 45
46 A p I R Benefici del commercio A E P II E A R Q O B E B R B 46
47 B R Paese 2 p2 Benefici del commercio In economia aperta, entrambi i paesi si trovano su una curva di indifferenza più alta. Ec chiusa paese 2 O Ec chiusa paese 1 p1 R Paese 1 A 47
48 Raffinamenti della teoria ortodossa Costi di trasporto Beni intermedi Offerta elastica dei fattori produttivi Beni non commerciati Fattori produttivi specifici Mobilità internazionale dei fattori produttivi Incertezza (contrabbando) 48
49 Critiche alla teoria ortodossa Conflitto fra predizioni teoriche ed evidenza empirica Scarso realismo delle ipotesi Tecnologie identiche Beni omogenei Concorrenza perfetta su tutti i mercati Istituzioni identiche ovunque Scarsa capacità esplicativa Viene spiegato solo il commercio inter-industriale industriale e non il commercio intra-industriale industriale 49
50 Critiche dovute al conflitto fra previsioni teoriche ed evidenza empirica Cosa ci dovremmo aspettare, se la teoria ortodossa fosse corretta? 1. La composizione dei flussi commerciali dovrebbe riflettere il vantaggio comparato tradizionale (ciascun paese dovrebbe esportare il bene che fa uso relativamente intensivo del fattore relativamente abbondante in quel paese) 2. Il commercio internazionale dovrebbe accadere prevalentemente fra paesi complementari (cioè con grandi differenze nelle dotazioni fattoriali relative) 50
51 Previsioni 1. La composizione dei flussi commerciali dovrebbe riflettere il vantaggio comparato tradizionale (ciascun paese dovrebbe esportare il bene che fa uso relativamente intensivo del fattore relativamente abbondante in quel paese) 51
52 Critiche dovute al conflitto fra predizioni teoriche ed evidenza empirica Paradosso di Leontief ( 53): Leontief calcolò (con tabelle input-output) il fabbisogno complessivo di K e L per unità di esportazioni e importazioni statunitensi del 1947 Da questo studio risulta che gli USA esportavano merci ad alta intensità di L ed importavano merci ad alta intensità di K Ma gli USA erano concordemente ritenuti il paese relativamente più dotato di K di tutti gli altri paesi con cui gli USA stessi commerciavano 52
53 Paradosso di Leontief Il paradosso di Leontief ha dato vita ad un ampio dibattito ed è stato seguito da numerosissimi studi empirici (eterogenei). Due filoni: La verifica di Leontief è errata Una o più delle ipotesi di base sono violate (identità domande, non inversione intensità fattoriali, etc) Risultato: Il paradosso di Leontief non può essere considerato una costante ma deve essere accertato paese per paese e di periodo in periodo Tuttavia il dibattito scaturito dal paradosso per la prima volta ha messo in dubbio la rilevanza della teoria H-O: H il teorema di H-O H O non può più essere considerato valido in termini generali ma deve essere sottoposto a prova empirica 53
54 Previsioni 2. Il commercio internazionale dovrebbe accadere prevalentemente fra paesi complementari (cioè con grandi differenze nelle dotazioni fattoriali relative) 54
55 Critiche dovute al conflitto fra previsioni teoriche ed evidenza empirica Molti lavori empirici sono stati condotti negli ultimi 50 anni al a fine di verificare o confutare la validità del teorema di H-O: H Risultato: Le dotazioni relative dei fattori sono in grado di spiegare le direzioni di commercio nel 50% dei casi, cioè solo nel 50% dei casi il teorema di H-O H è verificato! (Trefler,, 1995) 55
56 Conflitto fra previsioni teoriche ed evidenza empirica: altri paradossi Missing trade puzzle (Trefler( Trefler,, 1995) I volumi di commercio sono molto inferiori a quelli predetti dai modelli teorici Paesi relativamente abbondanti di K (industrializzati) commerciano troppo fra loro e troppo poco con i paesi relativamente abbondanti di L (in via di sviluppo) (Trefler( 95) 56
57 Conflitto fra previsioni teoriche ed evidenza empirica: altri paradossi Larga parte del commercio fra paesi industrializzati consiste in commercio di beni simili (commercio intra- industriale) Border effect puzzle: : I confini nazionali hanno un ruolo importante, anche in assenza di barriere tariffarie e non tariffarie (Helliwell( & McCallum 95; McCallum 95) Il commercio fra 2 province canadesi risultava 22 volte maggiore che fra 1 prov. can. e 1 stato americano (1988) Home bias: : C èc molto meno commercio di quanto predetto e i paesi mostrano una preferenza per i propri prodotti (McCallum 95) 57
58 Teorie alternative Nuove teorie del commercio internazionale: : vengono abbandonate le ipotesi di concorrenza perfetta e/o di omogeneità dei prodotti. Teorie istituzionali del commercio internazionale: : viene abbandonata l ipotesi l di istituzioni identiche (il contesto istituzionale viene reso esplicito ed interdipendente rispetto alla struttura tecnologica del paese). 58
59 Le nuove teorie del commercio internazionale Mercati Concorrenza perfetta Concorrenza monopolistica Oligopolio Monopolio Omogenei Teoria ortodossa - Brander (1981) Prodotti Differenziati verticalmente Differenziati orizzontalmen. Teorie neo- Hecksher-Ohlin - - Domanda di varietà (Krugman, 1979); Domanda di caratteristiche (Lancaster,, 1980) Shaked e Sutton (1984) Eaton e Kierzkowski (1984) 59
60 Le nuove teorie del commercio internazionale Differenziazione verticale: Si riferisce a prodotti che differiscono soltanto per la qualità (per esempio abiti di lana in tutto identici salvo che per le diverse qualità della lana). Differenziazione orizzontale: Si riferisce a prodotti di qualità simile ma che differiscono per qualche altra caratteristica reale o presunta (abiti di lana della stessa qualità ma di tinta, modello o marca diversa). 60
61 Le nuove teorie del commercio internazionale La scelta di beni diversificati verticalmente dipende dal reddito (chi ha un reddito più alto può permettersi una qualità superiore dei beni acquistati). Invece la scelta di beni differenziati orizzontalmente dipende dal fatto che i consumatori amano e percepiscono diversamente le varie caratteristiche dei beni. Dunque la scelta di beni differenziati orizzontalmente dipende dall amore per la varietà (Dixit e Stiglitz,, 1977; Spence, 1976): anche se il mio colore preferito è il rosso, voglio avere nel mio armadio maglie di diversi colori. 61
62 Le nuove teorie del commercio internazionale La funzione di preferenze che include l amore per la varietà è stata incorporata da Krugman (1990) in un modello di concorrenza monopolistica applicato al commercio internazionale + economie di scala. Due paesi: 1 e 2 Due beni: A e B Settore A concorrenza monopolistica e rendimenti di scala crescenti Settore B concorrenza perfetta e rendimenti costanti Due fattori: K e L I paesi sono identici in tutto eccetto che nelle dotazioni relative dei fattori (come nella teoria H-O) H 62
63 Le nuove teorie del commercio internazionale Concorrenza monopolistica significa che nel mercato operano numerose imprese che offrono beni differenziati orizzontalmente (che sono differenziati o appaiono differenziati agli occhi del consumatore) per cui ogni imprenditore si comporta da monopolista nella sua nicchia di mercato. Tuttavia a causa di assenza di barriere all entrata e all uscita nel lungo periodo le imprese non possono percepire profitto o perdita. 63
64 Le nuove teorie del commercio internazionale Conclusioni: I due paesi possono importare ed esportare simultaneamente beni appartenenti alla stessa industria ma si specializzeranno nella produzione di varietà diverse di tali beni (per caratteristiche effettivamente diverse o percepite diversamente da consumatori diversi) Commercio intra-industriale industriale 64
65 Rapporto fra teorie ortodosse e nuove teorie Krugman (1990): Se si dovesse dare un esempio concreto di che cosa è la nuova teoria del commercio internazionale rispetto a quella ortodossa, si potrebbe dire che la teoria ortodossa considera il commercio mondiale come avente per oggetto esclusivamente beni come il grano,, mentre la nuova teoria lo considera come costituito soprattutto da beni come gli aeroplani.. Dato che buona parte del commercio internazionale ha per oggetto beni come il grano, non si può buttar via la teoria ortodossa. Ma poiché larga parte del commercio ha per oggetto beni come gli aeroplani la nuova teoria spiega tutta una gamma di possibilità non contemplate dalla teoria ortodossa. 65
66 Lezione 3 Teorie istituzionaliste del commercio internazionale 1 Effetti sulle transazioni 2 Effetti sulla produzione 3 Effetti sulle forme organizzative Materiale Slides Approfondimenti: Hall & Soskice eds,, Varieties of Capitalism: : The Institutional Foundations of Comparative Advantage: Introduzione Belloc, Institutions and International Trade: : A Reconsideration of Comparative Advantage, Journal of Economic Surveys,, 20 (1):
67 Ricapitolando Vantaggio comparato Un paese ha vantaggio comparato nella produzione di un certo bene se è in grado di produrre quel bene ad un costo comparato più basso rispetto al resto del mondo. Secondo la teoria Hecksher-Ohlin il vantaggio comparato discende dalle differenze nelle dotazioni relative di risorse produttive: Ciascun paese si specializza nell attivit attività produttiva che richiede un impiego relativamente più intenso del fattore di cui il paese ha una dotazione relativamente più abbondante. 67
68 Critiche dovute al conflitto fra previsioni teoriche ed evidenza empirica Cosa ci dovremmo aspettare, se la teoria ortodossa fosse corretta? 1. La composizione dei flussi commerciali dovrebbe riflettere il vantaggio comparato tradizionale (ciascun paese dovrebbe esportare il bene che fa uso relativamente intensivo del fattore relativamente abbondante in quel paese) 2. Il commercio internazionale dovrebbe accadere prevalentemente fra paesi complementari (cioè con grandi differenze nelle dotazioni fattoriali relative) 68
69 Critiche dovute al conflitto fra predizioni teoriche ed evidenza empirica Paradosso di Leontief ( 53): Leontief calcolò (con tabelle input-output) il fabbisogno complessivo di K e L per unità di esportazioni e importazioni statunitensi del 1947 Da questo studio risulta che gli USA esportavano merci ad alta intensità di L ed importavano merci ad alta intensità di K Ma gli USA erano concordemente ritenuti il paese relativamente più dotato di K di tutti gli altri paesi con cui gli USA stessi commerciavano 69
70 Critiche dovute al conflitto fra previsioni teoriche ed evidenza empirica Molti lavori empirici sono stati condotti negli ultimi 50 anni al a fine di verificare o confutare la validità del teorema di H-O: H Risultato: Le dotazioni relative dei fattori sono in grado di spiegare le direzioni di commercio nel 50% dei casi, cioè solo nel 50% dei casi il teorema di H-O H è verificato! (Trefler,, 1995) 70
71 Conflitto fra previsioni teoriche ed evidenza empirica: altri paradossi Missing trade puzzle: I volumi di commercio sono molto inferiori a quelli predetti dai modelli teorici (Trefler( Trefler,, 1995) Paesi relativamente abbondanti di K (industrializzati) commerciano troppo fra loro e troppo poco con i paesi relativamente abbondanti di L (in via di sviluppo) (Trefler( 1995) Larga parte del commercio fra paesi industrializzati consiste in commercio di beni simili (commercio intra- industriale) New Trade Theories 71
72 Istituzioni e commercio internazionale: evidenza empirica Anderson & Marcouiller (2002) stimano un modello di commercio che include variabili che riflettono la trasparenza e l imparzialità delle istituzioni di politica economica e l implementabilitl implementabilità dei contratti commerciali. Risultati: Riducendo i costi di transazione, il supporto istituzionale per il commercio sicuro incrementa significativamente i volumi di commercio internazionale Le variabili istituzionali aiutano a spiegare l home l bias Modellando le differenze istituzionali è possibile spiegare perché c è troppo commercio fra paesi ad alto reddito. 72
73 Istituzioni e commercio internazionale: evidenza empirica Nasce il sospetto che vi siano altre forme di diversità oltre le diversità nelle tecnologie e nelle dotazioni relative dei fattori che influenzano il commercio. Differenze nelle istituzioni. Costi di informazione (Rauch( Rauch,, 1999; Evans,, 2000; Chen, 2004) Unioni monetarie (Rose, 2000) Lingua parlata, confini nazionali, accordi commerciali regionali (Frankel( et al., 1998) Gruppi etnici (Gould( Gould,, 1994; Rauch e Trindade,, 2002) Costi fissi legati all incompletezza contrattuale (Roberts( e Tybout,, 1997) 73
74 Istituzioni e commercio internazionale Istituzioni: are the rules of the game in a society or, more formally,, are the humanly devised constraints that shape human interaction (North,, 1990, p.3p.3) Formali (Rule( Rule-based): contratti; business organization; associazioni sindacali; sistemi legali o regolamentativi. Informali (Relation( Relation-based): social norms; ; sistemi di information-sharing sharing; ; collaborazione. 74
75 Istituzioni e commercio internazionale Effetto sulle transazioni Le istituzioni modellano le interazioni fra agenti che commerciano e le scelte fra scambio relation-based e scambio rule-based based. Dominio di scambio Effetto sulla produzione Contesti istituzionali diversi forniscono supporto a certe tecnologie e riducono i costi di transazione che sono più rilevanti per certe industrie Organizzazione industriale Mercati finanziari Mercato del lavoro 75
76 A) Effetto sulle transazioni internazionali Ogni transazione comporta tre stadi ciascuno dei quali è associato a costi specifici che risultano particolarmente rilevanti quando lo scambio attraversa i confini internazionali (den( Butter & Mosch 2003): Contatto Contratto Controllo 76
77 Costi di transazione e commercio internazionale Contatto Nella fase del contatto ciascun commerciante investe risorse nella ricerca del partner. Questo implica costi per acquisire informazioni, comunicare con le persone (in genere in una lingua diversa), studiare le norme di business di un altro paese, etc. 77
78 Costi di transazione e commercio internazionale Contratto Dopo aver trovato il partner, i due devono accordarsi sulle condizioni della transazione (prezzo, quantità,, qualità,, e consegna). Contrattare nei mercati internazionale risente di discontinuità nei sistemi legali, e di differenze nei meccanismi istituzionali e nelle norme culturali. 78
79 Costi di transazione e commercio internazionale Controllo Infine, l accordo l deve essere fatto rispettare. Le due parti devono controllare che le condizioni vengano rispettate. Questo è tanto più costoso quanto più distanti sono le parti. Fattori socioeconomici (tecnologie disponibili, fattori culturali o linguistici) e geografici. 79
80 Costi di transazione e commercio internazionale I costi di transazione che scaturiscono dal fatto che lo scambio attraversa i confini nazionali vengono chiamati costi di transazione internazionali. A cosa sono dovuti: 1. Imperfect contract enforcement: Se le due parti si trovano in paesi diversi, le istituzioni locali possono essere non disposte o incapaci di rendere il contratto enforceable. Poiché i contratti sono in genere incompleti (non possono prevedere tutti i possibili accadimenti) le parti hanno un incentivo di default maggiore (Rodrik,, 2000) 2. Imperfect information (Rauch e Casella, 2003 ) 3. Incertezza dell ambiente esterno (Anderson e Marcouiller, 2002) 80
81 Costi di transazione e commercio internazionale I costi di transazione internazionali possono essere considerati sotto forma di equivalente tariffario (Anderson & Young 2002). Paese 1 Paese 2 81
82 A A E Costi di transaz e commercio internaz p MA R E P Il paese 1 importa A dal paese 2, ed esporta B Il prezzo di B in termini di A è pb/pa A R Q XB pb/pa R O B E B R B 82
83 Costi di transazione e commercio internazionale Supponiamo che l importazione l del bene A dal paese 2 comporta dei costi di transazione non inclusi in pa che misuriamo con t per ciascuna unità.. Il prezzo di B in termini di A diventa pb/[ /[pa(1+t)] Paese 1 Paese 2 83
84 A A E A R Costi di transaz e commercio internaz R E Q MA Se teniamo conto dei costi di transazione, il paese produce una quantità maggiore (ed importa una quantità minore) di A r Q XB pb/pa r O B E B R B 84
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