LA LINGUA DEL TEATRO CIVILE ANALISI DEI TESTI DI MARCO PAOLINI

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Rosangela Colella
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1 UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI FIRENZE FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA CORSO DI LAUREA IN SCIENZE UMANISTICHE PER LA COMUNICAZIONE LA LINGUA DEL TEATRO CIVILE ANALISI DEI TESTI DI MARCO PAOLINI RELATORE Prof. Marco BIFFI CORRELATORE Prof. Neri BINAZZI CANDIDATO Caterina NEPI (Anno Accademico )

2 INTRODUZIONE Questa tesi nasce grazie a una grande passione della mia vita, il teatro, e a un'altra che ho scoperto in questi anni di università: la lingua italiana con tutti i suoi colori e sfumature. Ma perché proprio il teatro civile? Perché è giovane e nuovo e nonostante ciò si costruisce sulla più o meno vecchia storia di un paese. Perché è arricchito in modo speciale dalle varietà dell'italiano, in particolar modo dai dialetti che smettono di dividere il pubblico qualsiasi sia il loro dialetto madre e li unisce nel patrimonio della memoria collettiva. Perché è diventato un canale alternativo per la comunicazione e il confronto in un periodo storico di grandi cambiamenti di questo paese e mi ha interessato analizzare quale lingua utilizzi questo nuovo canale. L'obiettivo che mi sono posta è quello di analizzare più da vicino questa lingua molto più simile alla realtà linguistica italiana rispetto al teatro contemporaneo, ma allo stesso tempo una lingua con la quale gli autorinarratori sperimentano; una lingua che modificano e modellano per i loro intenti perché non sia solo una lingua di teatro, ma anche e soprattutto una parte del mezzo con cui vogliono comunicare delle storie e delle memorie. Che cos'è il teatro civile? È un tipo di teatro che nasce ufficialmente in Italia con Il Racconto del Vajont di Paolini, negli anni Novanta; esso arriva in un momento particolare non solo del paese, ma anche della storia del teatro contemporaneo: si sente il bisogno di raccontare cose dimenticate e forse non risolte e sono proprio alcuni attori che, ispiratisi ai monologhi di Dario Fo, scrivono testi loro utilizzando il teatro per raccontare e ricordare. 5

3 Marco Paolini è stato l'aprifila di questo nuovo teatro, ed è di esso una delle figure più autorevoli: questo è il primo motivo che mi ha spinto a scegliere i suoi testi e spettacoli per la mia analisi. Il secondo motivo, meno tecnico, è la mia ammirazione per questo artista. Ho strutturato questa tesi in quattro capitoli. Nel primo ho analizzato la storia del teatro contemporaneo, dalla sua nascita, attraverso la sua evoluzione in Italia evidenziando in particolar modo l'uso della lingua nel teatro nei vari periodi storici e alla luce degli eventi che ne hanno modificato la visione. Nel secondo capitolo ho approfondito gli aspetti più importanti del teatro civile, come la centralità dell'oralità e della memoria. In particolare mi sono soffermata sull'importanza e la tipologia di lingua riscontrabile nel teatro civile; nella seconda parte ho poi parlato di Marco Paolini, tracciando una breve biografia e approfondendo le sue opere e il suo rapporto con la lingua. Nel terzo capitolo ho fatto un'analisi linguistica su quattro estratti di tre delle opere più importanti di Paolini; Il Racconto del Vajont, Gli Album e ITIS Galileo e ho potuto così osservare sul campo le considerazioni emerse nel secondo capitolo. Nel quarto capitolo, infine, ho analizzato uno stesso estratto, ma confrontando la versione scritta da quella orale, con lo scopo di costatare come l'autore rimodelli di volta in volta il testo durante le performance. 6

4 CAPITOLO I LA LINGUA DEL TEATRO CONTEMPORANEO 7

5 1. La nascita del teatro contemporaneo: il contesto storico. Storicamente si parla di nascita del teatro contemporaneo nel periodo a cavallo fra le due guerre mondiali. È un momento molto dinamico e al tempo stesso molto delicato: l'umanità, sconvolta e disillusa dagli orrori della Prima Guerra Mondiale, si dirige con zelo e speranza verso il futuro, cercando disperatamente un cambiamento. Questo desiderio si rifletterà in modo emblematico in tutte le arti, anche nel teatro. In particolare esso si trova ad affrontare due rivoluzioni: quella dell attore e quella del regista. Se fino al XX secolo il teatro era stato il campo degli autori, il teatro della parola trova adesso la centralità dell'attore come tramite tra spettatore ed autore, convogliando il messaggio attraverso l'azione fisica, il gesto, e la sua emozione interpretativa. Questo nuovo approccio al lavoro del teatro troverà in Stanislavskij il suo inizio. Poiché si inizia a dare importanza alle qualità interpretative dell'attore, nasce una figura che ne fa da contrappeso: quella del regista. Lo spettacolo teatrale all inizio del 900 si divide in messa in scena, interpretazione (la forma) e opera drammatica (il contenuto). La messa in scena trova tutti i suoi protagonisti: la regia, l'interpretazione dell attore, la scenografia, l'illuminotecnica, la musica. Le avanguardie storiche, come il Futurismo, il Dadaismo e il Surrealismo producono nuove forme di teatro, dove l autore-artista modella l opera, ma anche la sua messa in scena. In Italia questa tendenza si sviluppa dalle ceneri del dramma borghese, sospinto dall'azione rinnovatrice e distruttiva del Futurismo, intesa a distruggere tutti i legami con la tradizione teatrale ottocentesca. 8

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